A Horacio Antonio Fernandez, con profonda
               gratitudine per il suo
               
               ROM Y GAYET aiuto sempre presente e la sua
               infallibile amicizia.
               
                
               
                
               
               Questa è la storia di un amore o di una
               relazione sentimentale o di una attrazione fisica o
               come vogliate chiamarla, che ha regalato molta
               felicità nella vita di una donna ed è
               per questo che voglio raccontarla affinché il
               mondo intero sappia che si può amare a
               qualsiasi età. La donna in questione, che
               chiameremo Gayet, confessa candidamente che,
               nonostante abbia conosciuto l'amore più di una
               volta ed ogni volta con rinnovato entusiasmo, ha
               scoperto il piacere solo quando non era più
               giovane. Il piacere di una relazione sessuale
               importante che rimane tale qualsiasi sia l'idea
               contraria (direi abbastanza ipocrita) di alcune
               persone.
               
               Nonostante la differenza d'età, quando sono
               insieme, sono solo una donna e un uomo, senza
               età e pieni d'entusiasmo l'uno verso
               l'altro.
               
               Stava leggendo un paragrafo del Tao dell'amor, che
               diceva:
               
               "Un'altra cosa verso la quale la società
               mostra una attitudine ancora più severa e dura,
               è costituita dalla relazione tra una donna
               matura e un uomo giovane. Effettivamente la
               società la condanna con molta crudeltà.
               Le donne mature sono accusate quasi di tutto: di
               essere delle tonte all'essere delle ninfomani. In
               realtà non esiste niente di stupido né
               di anormale in questo tipo di rapporto, anzi al
               contrario, si possono dire molte cose positive dai due
               punti di vista...". E termina:
               
               "In ogni modo è tragico che detto tipo di
               relazione debba essere tenuta nascosta e vissuta
               furtivamente. Se tutti fossimo più comprensivi,
               ci renderemmo conto che si tratta di un rapporto che
               dovremmo incoraggiare invece di condannare. E sarebbe
               anche un mezzo per risolvere i problemi di tanta gente
               matura e sola come molti giovani timidi..."
               
               Sesso, erotismo o sensualità. Forse amore.
               Cose da giovani, pensava lei. Lo aveva pensato
               fermamente fino ad alcune settimane fa. Fino a quando
               era successo qualcosa che l'aveva fatta tornare
               indietro nel tempo, a quando era giovane ed amava...
               ed era amata.
               
               Veramente non sapeva se essere felice o piuttosto
               sentirsi defraudata per ciò che improvvisamente
               la scuoteva dal suo torpore. Tutto il suo corpo era
               come invaso da una febbre, come preda di un vortice.
               Cose da giovani. Però pensandoci meglio, cose
               da uomini e donne che mantengono intatta la
               capacità di desiderare qualcuno ed un corpo che
               vuole amare.
               
               Erano passati anni da quando era stata nelle
               braccia di un uomo. Poi il niente, il silenzio, il
               vuoto. Era come se si fosse trasformata in una
               bambola, senza sesso. Il suo sesso le serviva solo "to
               relieve her feelings" come direbbe un inglese. Era
               come se una orribile ragnatela le si fosse formata
               addosso e non solo sul suo corpo ma anche nella sua
               mente. Era invecchiata ed era rimasta vecchia per
               molti anni, durante i quali aveva naturalmente
               conosciuto altri uomini, alcuni gradevoli e altri meno
               attraenti, però per lei erano tutti come
               pupazzi, senza sesso. Si sentiva calma e tranquilla e
               quasi benediva il suo stato asessuale che le dava la
               serenità che le era sempre mancata quando amava
               e sperava l'attenzione di un uomo. Finalmente poteva
               dormire, svegliarsi, mangiare, parlare con qualsiasi
               persona, uomo o donna, senza sentirsi condizionata dal
               sesso e tutto ciò che il sesso portava con
               sé. Ma dove e quando era avvenuto questo
               cambiamento che minacciava la pace dei suoi sensi e
               della sua mente?
               
               La prima volta era il 30 di dicembre e sapeva che
               avrebbe passato il giorno successivo sola. Non le
               importava perché era abituata a trascorrere le
               festività in solitudine. Peró pensava a
               lui. Sapeva che anche lui avrebbe trascorso la festa
               da solo e chissá... Peró, che
               stupidaggini!
               
               Non sarebbe certamente venuto a visitarla ed ancor
               meno a festeggiare l'ultimo dell'anno con lei.
               
               Sicuramente aveva un'amica o forse sarebbe andato
               da sua madre. Però non con lei, di questo era
               sicura. Fu per questo che quando udì il
               campanello suonare alle 19.00 e lui apparve sulla
               soglia della porta, rimase senza parole. Era lì
               davanti a lei, alto, bello, con il suo sorriso
               accattivante ed il suo eterno berretto che le copriva
               la testa.
               
               Il cuore le si fermò per un momento poi lo
               fece entrare e si sedettero alla tavola rotonda del
               living, ben distanti l'uno dall'altro. E si
               guardarono. Per un momento la sua immancabile fantasia
               le fece pensare che forse le avrebbe proposto una
               partita a poker. Non ricorda ciò che lui disse
               per rompere il silenzio: ricorda solo che lui le
               domandò con chi avrebbe passato la notte
               dell'ultimo dell'anno o se aveva degli amici con i
               quali festeggiare l'anno nuovo, perché lui
               sicuramente lo avrebbe trascorso con la sua famiglia.
               A lei naturalmente sembrò giusto che fosse
               così. Gli assicurò che non si doveva
               preoccupare perché era abituata a stare sola in
               qualsiasi occasione e che avrebbe festeggiato con una
               bottiglia di sidro e buone cose da mangiare magari
               ascoltando musica. Questo effettivamente pensava di
               fare.
               
               "Perché non posso passare domani con lei?"
               chiese lui.
               
               "Le sono veramente grata ma, la prego, non si
               preoccupi perché starò bene anche da
               sola"
               
               "Bene... però cosa ne dice se festeggiassimo
               oggi invece di domani?"
               
               A lei sembrò un'idea splendida. Lui
               uscì di nuovo promettendo di tornare a tarda
               sera.
               
               Lei lo vide uscire e si domandò se era la
               realtà o si trattava di un sogno o di
               
               uno scherzo di cattivo gusto. Decise comunque di
               preparare tutto come se fosse veramente l'ultimo
               dell'anno. Si fece una doccia e si mise un vestito
               color rosa che le stava abbastanza bene anche se era
               un po' giovanile, però mai come in quel
               momento, a distanza di tanti anni, si sentiva di nuovo
               giovane. Si mise persino un paio di scarpe col tacco
               alto. Il tempo passava rapidamente e mano a mano che
               si avvicinava l'ora dell'appuntamento, il suo cuore
               batteva sempre più forte: se lo sentiva
               letteralmente in gola. Verrà o no? E se
               verrà, cosa succederà?.
               
               Ti aspetto ogni giorno
               
               ti desidero ogni notte
               
               e con ogni giorno e notte
               
               aumenta la mia ansia di averti
               
               tra le mie braccia
               
               e di amarti...
               
               Tornando a leggere questi versi decisamente goffi o
               per lo meno ordinari, anche se profondamente sentiti,
               la sorprese potere ancora esprimere parole d'amore e
               soprattutto avvertirle, o per usare un aggettivo
               démodé "vibranti". Improvvisamente tutto
               era cambiato. Si era svegliata da un lungo sonno
               proprio come la bella addormentata nel bosco. Un bacio
               l'aveva riportata alla vita. Non solo un bacio,
               naturalmente, anche se tutto cominciò con un
               bacio. Incredibile! E questo succedeva proprio quando
               era convinta che mai più qualcuno l'avrebbe
               potuta baciare ed amare e si era rassegnata ad
               accettare la sua nuova funzione di donna entrata nella
               età delle rinunce. Dopo alcuni anni di vita
               castissima dove neanche nei suoi più intimi
               pensieri le era balenata la possibilità di...
               bene, era successo. Come nei romanzi in cui le storie
               non sempre corrispondono alla realtà, o come
               nei films che quasi sempre hanno un finale felice o
               nelle canzoni che qualcuno scrive per addolcire la
               relazione non sempre tranquilla tra una donna e un
               uomo, aveva incontrato un uomo più giovane di
               lei e... "lux fuit". Si accesero tutte le lampadine
               nella sua mente e cominciò a sentire un
               particolare solletico nei punti giusti. In un primo
               momento si spaventò, poi cominciò a
               vedere le cose da un punto di vista nuovo, che da
               molto tempo non contemplava ... e allora:
               
               "Lei mi è simpatico..." mormorò
               lei.
               
               Lui la guardò con uno scintillio negli occhi
               e replicò:
               
               "Anche lei mi è simpatica...". Questo fu
               l'inizio.
               
               Era l'estasi, qualcosa che le sembrava non aver mai
               conosciuto o forse aver dimenticato.
               
               Era trascorso tanto, troppo tempo dall'ultima
               volta. Era incredibile che lei, proprio lei si
               trovasse a fare l'amore con un uomo più giovane
               di lei e che godesse tanto di tutto... Tutto!
               Qualsiasi cosa lui le faceva e lei faceva a lui, era
               per lei una fonte di piacere infinito. Come non le
               sembrava avere mai provato nella sua vita. Era piena
               di sensazioni nebulose e voleva capire. Forse sarebbe
               stato meglio non farsi tante domande. Certamente era
               meglio accettare ciò che stava vivendo come un
               miracolo e cercare di vivere quel momento magico senza
               voler capire il perché e il come.
               
               Alto, con una pelle bianca e liscia come la seta,
               le spalle larghe e muscolose, i fianchi stretti e le
               mani forti e ben modellate che le ricordavano un
               disegno di Leonardo anche se erano dure come la
               pietra, indurite per il lavoro; gli occhi neri dal
               taglio quasi orientale che emanavano uno splendore che
               le suggeriva un mondo di sensazioni. Erano sensazioni
               che lei non conosceva ed alle quali si stava
               avvicinando con esitazione e diffidenza. La bocca
               dalle labbra carnose era una delle caratteristiche
               più belle di Rom.
               
               Lei lo guardava affascinata mentre lui camminava
               nudo per la stanza. E le sembrava una cosa naturale
               che non provasse vergogna. Era come un ritorno alle
               origini.
               
               All' Eden di Adamo ed Eva. Rom si diresse verso la
               doccia e lei lo seguì. Quando si
               avvicinò lui la prese per la cintura e la mise
               sotto l'acqua con lui.
               
               Gayet che indossava una camiciona gridò:
               
               "Che fai? Mi bagnerò tutta... !"
               
               "Non hai mai fatto la doccia con un uomo? Non posso
               crederlo..."
               
               Era la verità: non aveva mai fatto la doccia
               con un uomo. Cominciava a capire che c'erano molte
               cose che non aveva mai fatto nella sua vita. E non
               rise.
               
               Si faceva mille domande:
               
               "Come devo amarlo?"
               
               Fisicamente, con passione, con frenesia, con tutto
               l'impeto che le si era acceso dentro. Fino alla
               disperazione.
               
               O spiritualmente, quasi platonicamente, con
               ammirazione, con rispetto per la sua intelligenza, la
               sua saggezza, la sua abilità e la
               capacità a volte sorprendente nel trasformare
               il niente nel tutto.
               
               O piuttosto come una madre, consolandolo,
               spingendolo verso un futuro possibilmente
               migliore.
               
               O forse come una schiava, servendolo e trattandolo
               come un re, il re della sua vita.
               
               Forse rimproverandolo di non perdere il suo tempo
               in stupidaggini, come farebbe una vera amica;
               confortandolo nei suoi momenti tristi, ascoltandolo
               parlare del suo passato o del suo futuro e dei
               tentativi nel trovare una occupazione migliore oppure
               di alcune relazioni avute con altre donne e
               comprendendolo veramente.
               
               O meglio ancora come una vera amante, adorando il
               suo corpo in ogni parte, adornandolo di fiori come
               faceva la famosa Lady Chatterley, la sua fonte di vita
               (le dava vergogna menzionare quella parte del corpo di
               lui che lo differenziava da lei...)
               
               Era confusa. A volte le sembrava aver trovato il
               giusto equilibrio e al contrario era lontana da
               qualsiasi buonsenso. Aveva la testa e il cuore di una
               giovinetta e già da tempo non lo era
               più. Apparentemente viveva fuori dello spazio e
               del tempo. Il tempo? Ma se il tempo non esiste se non
               per distruggere i sogni, le illusioni e la voglia di
               vivere. Vivere? Sì, lei voleva vivere e non
               solo per lui, ma anche per tutto il mondo che la
               circondava, mentre si manteneva forte e lucida. Il
               dopo non le importava.
               
               L'importante era amare ora perché forse lui
               aveva bisogno di lei anche solo per un giorno, una
               settimana o chissà. No, non importava
               perché adesso erano in due: amici, amanti,
               complici, non vedeva la differenza perché la
               nostra vita scorre veloce, passa inesorabile e cambia.
               Amicizia e amore: le due cose insieme. Se solo fosse
               possibile.
               
               Se solo fosse stata un po' più giovane. Il
               suo corpo era ancora solido ma la faccia mostrava la
               sua età. E poi una donna non deve vendere
               l'anima al diavolo per ringiovanirsi. In questo nostro
               secolo esiste la chirurgia. Solo che è molto
               costosa. Pensare, pensare, ideare, progettare qualcosa
               che le facesse guadagnare il denaro sufficiente:
               dopotutto non era una gran somma però lei non
               l'aveva.
               
               E si disperava e si spremeva il cervello per
               trovare una soluzione al suo problema. Lei voleva
               uscire con lui ma non voleva sentire la gente
               criticarli. Oh, i maledetti pregiudizi!
               
                
               
                
               
               Febbraio 19....
               
               Mio caro,
               
               sento la necessità di materializzare per
               iscritto ciò che mi sta succedendo. Non credo
               che t'importi, però questa lettera è
               diretta a te. Puoi stracciarla senza leggerla o
               leggerla prima e poi gettarla nell'immondizia,
               però è solo ed esclusivamente per te.
               Ecco una donna matura, trasformata in una sciocca
               ragazzina. Dove è andata a finire tutta la mia
               saggezza acquisita con tante lotte e sofferenze.
               Dov'è il mio tanto ambito dominio dei
               sensi?
               
               Dove sono finite la tranquillità e la
               serenità che avevo conquistate ad un prezzo
               così alto?
               
               E dove la mia decisione di non lasciar parlare mai
               più il mio cuore? Sto scrivendo una lettera
               d'amore... diamine!
               
               Non so ciò che provo per te, però so
               che non sopporto l'indifferenza che leggo nei tuoi
               occhi mentre qualcosa mi dice che sei cambiato.
               
               A che scopo tutto questo fiume di parole?
               
               No, non sono soltanto parole: sono pensieri,
               sentimenti, desideri concreti, fantasia ed
               immaginazione che mi scombussolano e m'impediscono di
               vivere la mia vita, il mio tempo, essere felice...
               
               Felice? Sì, ero una donna felice e
               soddisfatta. Mi sentivo realizzata, in pace con me
               stessa e con il mondo ed improvvisamente incontro un
               tipo d'uomo che mi sconvolge... e addio a tutte le
               preziose vittorie. Improvvisamente mi trovo in alto
               mare sballottata da onde altissime che minacciano di
               sommergermi. E nessuno può salvarmi tranne me
               stessa. Però mi sento debole, amareggiata da
               immagini che non mi permettono di rilassarmi e di
               pensare a tutte quelle cose che avevo programmato
               già da tempo...
               
               Gli arabi credono nel "maktub", cioè che
               tutto è scritto nella vita di ognuno di noi e
               pertanto non si può evitare che accada.
               
               Forse c'è della verità nel "maktub",
               forse era il mio destino incontrarti e svegliarmi dal
               letargo nel quale ero caduta. Però sono ancora
               sufficientemente saggia per sapere che non posso
               amarti. Amore: una parola nella quale non ho mai
               creduto e non credo che esista ma in suo nome quante
               stragi e quanto dolore! Penso che se esistesse
               dovrebbe suscitare nella gente la voglia di cantare,
               di ridere e sentirsi realizzati. Ma non è
               così. Sfortunatamente.
               
               Cerco di pensare, di riflettere a mente fredda e mi
               dico che dovrei essere grata al destino che mi ha
               fatto incontrare un uomo come te ma allo stesso tempo
               mi fa male dentro. Allora mi dispero per sentire
               nuovamente un dolore antico che credevo avere
               strappato, estirpato per sempre da me. Mi sembra
               invano.
               
               Alcune ore più tardi.
               
               Scusami, amico mio, se ti ho scritto tante
               stupidaggini ma ho sentito la necessità di
               farlo ed il tuo caso mi è parso proprio ad
               hoc.
               
               Senti, non so bene cosa mi ha spinto a scrivere
               tutto ciò. Forse sono innamorata di te...
               però solo un po'. Con la mia fervida
               immaginazione e la mia fantasia, creo storie d'amore
               anche se non c'è amore e non esiste passato
               né futuro per i protagonisti.
               
               Vorrei solo che tutto fosse ben chiaro tra noi e
               che non ci fosse mai il motivo per uno stupido sdegno
               (come il mio, per esempio, che ti chiede di
               restituirmi la chiave)... e se, per caso, qualcosa o
               qualcuno nuovo dovesse entrare nelle nostre vite,
               vorrei che ne parlassimo come fanno due buoni amici
               come mi piacerebbe che noi fossimo.
               
               In verità non so bene ciò che provo
               per te: non certamente amore materno, non gelosia e
               non credo neanche che si tratti d'amore perché
               questo sentimento contempla molti piccoli dettagli che
               invece non esistono e non ci uniscono.
               
               Forse è desiderio fisico. Può essere
               solo un desiderio di stare con te... ma forse spero
               che non si tratti solo di questo: deve esserci
               qualcosa di più magari nascosto nei meandri del
               mio cuore.
               
               A questo punto il sonno mi sta sopraffacendo.
               Poi...
               
                
               
                
               
               Feb, 19...
               
               Caro,
               
               forse sono solo una povera pazza ma tutto
               ciò che ti ho scritto nella mia ultima lettera
               mi sembra la brutta copia di un teleromanzo. Non
               corrisponde alla verità. Punto. E allora?
               Direi, come diresti tu con il buon senso e la saggezza
               ereditata dai tuoi antenati, che non esiste nessuna
               tragedia, che mi lascio trascinare dai miei voli
               fantasiosi che potrebbero dilettarmi e invece
               finiscono per farmi male. Sinceramente non capisco
               ciò che mi sta accadendo. Mi sono svegliata
               improvvisamente in una nuova Vita e voglio vivere ed
               essere amata.
               
               Da te, se è possibile, se no da qualcun
               altro. Voglio che questo mio corpo non dorma
               più, non torni a vegetare ma che reagisca allo
               stimolo dei cinque sensi. Può essere troppo
               tardi. Forse no. Il mio corpo ha bisogno di te. La mia
               anima non so. Quando un corpo gode della vicinanza di
               un altro corpo e lo desidera non è forse una
               fusione perfetta dell'anima? Suvvia!
               
               Parole, parole, parole! Forse risultano
               chiarificatrici o forse servono solo per confondere
               ancor più e far sprofondare una confusione, che
               già regna nella mia mente, in un vero caos. Per
               me è una necessità vitale poter
               distinguere e discernere ciò che passa per la
               mia mente, per il mio corpo e per questo mio cuore che
               vuole vivere e sapere come farlo nel modo migliore,
               senza molestare nessuno o invadere la vita di nessuno.
               Sicura di essere ben accetta.
               
               Ci sono due fatti che mi molestano. Il primo
               è che non ho saputo consolarti questa notte
               quando sei venuto a casa mia ed eri inquieto o forse
               avevi bevuto per dimenticare qualcosa che ti aveva
               disturbato. La tua condizione mi ha molestato
               piuttosto che intenerirmi. Mi domando ora
               perché non ti ho prestato attenzione e
               perché non ti ho trattato come un amico quale
               ti considero. E' come se qualcosa si è
               congelato dentro di me. Sì, mi ha infastidito
               sentirti ripetere continuamente: charrak (stai
               zitta)... mi è sembrato volgare ed ordinario.
               Sì, decisamente poco educato. Forse
               perché non ti amo e ti ho visto per ciò
               che sei effettivamente o come non avrei voluto che tu
               fossi? Non lo so. Non credo che sia importante a
               questo punto. Però volevo chiederti scusa e
               basta. Il resto è superfluo.
               
               Il secondo fatto è accaduto oggi quando mi
               hai domandato con tono gentile se aveva piovuto nella
               mia stanza visto che alcuni giorni prima mi avevi
               aggiustato il tetto. La mia risposta è stata
               negativa sotto qualsiasi punto di vista. E' stata una
               risposta poco amichevole e molto secca. A volte mi
               domando se quando parlo sono me stessa o un'altra
               persona. E mi meraviglio di me stessa perché, a
               volte, un qualcosa nella mia mente fa click e si ferma
               il filo dei miei pensieri. Come se perda il mio potere
               di concentrazione e ogni capacità di ragionare.
               Non so perché non ti ho risposto che avevo
               pensato a te durante la pioggia torrenziale che si era
               riversata sopra la nostra città. E poi che mi
               ero preoccupata se aveva piovuto anche nella tua casa
               che so essere sotto il livello della strada e magari,
               dopo una faticosa giornata di lavoro, avevi dovuto
               anche togliere l'acqua. Mi domandavo anche se tua
               madre fosse ancora con te e come aveva passato la
               notte con tutta quell'acqua che era caduta?
               Però, niente. Nel rivederti dopo alcuni giorni,
               durante i quali non sapevo se ti avrei visto di nuovo,
               qualcosa si è congelato dentro di me. E ti ho
               risposto con la prima stupidaggine che mi è
               passata per la testa. Orgoglio e superbia... tutte
               cose da ragazzina che credevo avere superato ma che
               evidentemente ancora mi affliggono.
               
               Caro, so bene che non sono la prima donna che hai
               avuto e naturalmente non sarò la ultima ma,
               credimi, voglio esserti amica. Veramente! Charrak!
               Stai zitto!
               
                
               
                
               
               Marzo 19...
               
               Mio caro,
               
               sto cercando di dimenticarti ma mi manchi molto. Mi
               fa male non poterti vedere durante il giorno come
               quando apparivi con il tuo simpatico sorriso e mi
               domandavi se avevo bisogno di qualcosa. E continuo ad
               aspettarti notte dopo notte. La tua presenza nella mia
               vita mi dava molta allegria: in verità la tua
               entrata nella mia vita è stata come la classica
               doccia rigenerante. Ero tornata a vivere e a sentirmi
               giovane e vibrante. Non voglio tornare a sentirmi come
               se fossi una morta in vita, morta fisicamente e
               spiritualmente. Mentalmente non penso perché
               grazie al cielo non mi sono mai sentita annullata
               mentalmente. La mia mente non mi ha mai tradito e,
               nonostante gli alti e bassi che ho avuto come chiunque
               altro, non mi sono mai sentita sola mentalmente. Ma la
               solitudine fisica m'incalza di nuovo e nondimeno non
               ho nessun rimpianto.
               
               Sono una donna molto fortunata perché,
               quando pensavo che tutto era concluso dopo anni di
               astinenza, sono tornata ad essere una donna, mujer,
               woman, femme... e lo devo a te. Per questo ti
               sarò eternamente grata per i momenti felici che
               mi hai dato. Non so e non m'importa che tipo d'uomo tu
               possa essere perché mi sembra di conoscerti da
               sempre (scusa la frase obsoleta ma è
               così) con le tue virtù e i tuoi difetti.
               So soltanto che per me è stata una parentesi
               d'amore ed una sorprendente fonte di vita genuina, uno
               strumento che ha saputo fare risuonare il mio corpo
               dandole tutte le vibrazioni delle quali un corpo ha
               bisogno per sentirsi vivo e realizzato. Ho amato altri
               uomini però nessun altro ha saputo darmi i
               momenti magici che tu mi hai dato. Hai riempito la mia
               solitudine, hai alimentato il mio corpo con il tuo, mi
               hai dato una ragione per continuare a vivere una vita
               piena, una vita di donna. Grazie.
               
               Ho scritto poche lettere d'amore nella mia vita
               forse perché ho avuto sempre un certo pudore
               nell'esprimere i miei sentimenti, non importa quanto
               profondi possano essere stati. Nel tuo caso mi sento
               più confusa che mai: tu sei lontano da me e
               naturalmente sento la tua mancanza.
               
               Mi sento perduta. Ma non sono il tipo di donna che
               fa tragedie, mi chiedo soltanto: "Perché fare
               diventare tutto così difficile e complicato?
               Prendilo con soda, come dicono qui in Argentina.
               
               "Carpe diem" come dicevano i miei antenati romani,
               "approfitta o vivi il giorno".
               
               Il passato già non m'interessa più
               perché non voglio vivere d'immagini stinte e
               senza sostanza anche se a volte fanno compagnia. Non
               ho futuro, per lo meno con te. Allora non mi resta che
               vivere il presente, godere di ciò che ho in
               questo istante senza farmi troppi problemi.
               
               Questo in teoria però la pratica, la
               realtà... quella sì che fa male.
               
               Ti confesserò qualcosa che forse ti
               farà pensare che sono un po' pazza o forse che
               fingo, ma ti giuro che è la verità. Sono
               addolorata perché non ti vedo ed allo stesso
               tempo soddisfatta perché non ti vedo. Penserai
               che sono una masochista e forse lo sono, però
               quando le cose quotidiane della vita di una persona
               vanno bene, si acquista la tranquillità ed uno
               stato di grazia che fa prendere vita come se fosse
               tutto dovuto e si perde il senso. E allora? Mi rendo
               conto che non avrei dovuto scriverti certe cose, come
               invece ho fatto, in una delle mie ultime lettere,
               perché non avrei dovuto menzionare certe cose
               ma sono sempre stata una persona poco diplomatica
               (forse è ora che cambi?) perché per
               tutta la mia vita ho pensato che si deve sempre dire
               la verità qualunque essa sia.
               
               Mi sto convincendo ora (forse sto maturando?) che
               è necessario addolcire i lati scabrosi
               cioè utilizzare una forma meno franca, diretta
               e dura. Sarà possibile?
               
                
               
                
               
               2/10/19...
               
               Mio caro,
               
               ho paura, molta paura. Sono passate due settimane
               da quando sei venuto a casa mia. Avevi un colloquio
               per un probabile lavoro. E poi sei sparito. Cerco di
               non pensarci però è più forte di
               me.
               
               Ho molta paura. La mia immaginazione non ha limiti
               e allora mi assalgono incubi orribili e spaventosi. Mi
               prende la disperazione nel non aver tue notizie e non
               sapere dove stai o se hai bisogno del mio aiuto. So
               che non ho nessun diritto però ti scrivo questa
               lettera non motivata da una stupida gelosia ma
               perché sono tua amica ed il mio più
               grande desiderio è di potere esserti utile
               particolarmente quando può succederti qualcosa.
               Forse grave.
               
               E poi sei riapparso! Incredibile! Sei riapparso a
               mezzanotte proprio come i fantasmi. Però tu non
               sei un fantasma, sei un uomo del tutto imprevedibile
               del quale non so proprio nulla. Sparisci per due
               settimane, a volte tre settimane, e poi
               improvvisamente come "Jack-in-the-pot" eccoti di
               nuovo. Sei arrivato con la tua bicicletta,
               accompagnato dall'abbaiare dei cani che non rispettano
               la tarda ora. Sei una parte di me. Perché
               già non sei più un estraneo per me. Ti
               conosco da quasi un anno e conosco ormai il tuo corpo
               come il mio, così come i tuoi occhi e la tua
               maniera di guardare, la tua voce e la tua camminata
               che mi ha attratto fin dal primo momento che ti ho
               conosciuto. È il tuo comportamento niente
               affatto comune ciò che mi lega a te.
               Perché ti sopporto? Pensandoci bene, per molte
               ragioni, ma soprattutto una molto importante:
               perché tu sei un regalo che mi è caduto
               direttamente dal cielo. Un regalo che io non ho
               chiesto o forse l'ho chiesto mentalmente senza
               esprimermi chiaramente. Qualcosa nel mio subconscio
               deve aver comunicato con qualcuno lassù e mi ha
               fatto incontrare te nel mio cammino. Credo che avevo
               bisogno di qualcuno come te. E così tutto
               cominciò di nuovo: quei sudati contatti che
               avevo immagazzinato nella mia mente senza mai
               arrischiarmi a ricordarli. Ora si agitavano di nuovo
               le acque tranquille della mia esistenza come quando si
               getta il classico sasso in un lago profondo.
               
                
               
               Nov. 19...
               
               Continuiamo a vederci. "A quoi bon?" Non lo so.
               Però continuo ad aspettarti, notte dopo notte,
               con la stessa ansia dei primi giorni. O forse no? Sono
               confusa. A volte mi sembra di amarti e desiderarti
               come mai ho amato o desiderato nessun altro uomo. A
               volte, invece, sento come una repulsione verso di te e
               preferirei non vederti mai più. Sempre la
               stessa eterna benedetta o maledetta dualità!
               Certamente, la mia maniera di amare è cambiata:
               se fossi più giovane ti amerei con gelosia e
               diffidenza e persino minor desiderio fisico.
               
               Quando ero una donna giovane, amavo egoisticamente,
               senza pensare o considerare i sentimenti o le esigenze
               dell'altro. Vivevo l'amore invaghita dall'idea del
               possesso e volevo essere felice: Io... e l'altro?
               
               La Gayet di quel periodo non mi è simpatica
               e non mi piacerebbe tornare indietro perché
               sono sicura che commetterei gli stessi errori e vivrei
               la stessa mancanza di comprensione di allora.
               
               È ora che voglio vivere, ora che sono
               più matura e conosco molte cose che prima
               ignoravo o semplicemente non vedevo: la cecità
               degli anni giovanili! Forse ora è troppo tardi
               ma non importa: ho scoperto un aspetto della vita che
               non conoscevo e che mi riempie tutta di preziose
               vibrazioni. Ti sono grata: devo a te se ho potuto
               cancellare l'altra Gayet, egoista, confusa, volubile e
               vulnerabile. Per sua colpa. Non era un essere
               generoso: viveva esclusivamente per se stessa. Fino a
               quando cominciò a capire che c'era tutto un
               mondo intorno a lei che emanava onde positive e
               negative (mi resi conto allora che anche le onde
               negative servono per apprezzare il giusto valore di
               quelle positive).
               
               E dovetti ammettere che il mondo non esisteva solo
               in funzione della mia persona ma che c'erano altri
               esseri umani che avevano bisogno dell'aiuto di
               qualcuno. Forse del mio aiuto. E fu così che
               iniziò il processo di redenzione, che dura
               ancora. Fino a quando ?
               
                
               
               15 Nov. 19...
               
               Ho visto in tv "La società dei poeti morti".
               Ho pianto per il destino di tanti giovani la cui
               personalità non ha la possibilità di
               svilupparsi per colpa di padri che, invece di aiutarli
               a trovare la strada, gli impediscono di realizzarsi
               calpestando le loro idee e le loro tendenze. Senza
               logica ed obiettività.
               
               Mi fa veramente male quando vedo un adulto
               maltrattare un bambino che non può difendersi.
               E, nondimeno, credo nella disciplina. La famosa
               dualità? Credo di avere pianto anche
               perché ti aspettavo e non sei venuto.
               
               "Oggi che t'aspettavo, non sei venuta.
               
               E la tua assenza so quel che mi dice...
               
               dice che non mi vuoi amare..." come poetava il
               Cardarelli.
               
               In verità non so perché sei sparito
               di nuovo. È passato un mese e non ho nessuna
               notizia di te. Ed io muoio dalla voglia di averti
               vicino. Solo che il pudore della mia età
               m'impedisce di chiederti di tornare con il tuo modo di
               vivere così stravagante e che sa riempirmi di
               allegria.
               
               Mi fa male, non posso negarlo, mi fa molto male.
               Anche se sempre ho saputo che la nostra relazione
               sarebbe terminata. Sento però che il mio povero
               cuore e il mio corpo sono lacerati. Ti ho conosciuto
               un anno fa e durante questo periodo mi hai dato ore di
               grande felicità, come mai avevo sognato di
               poter vivere. Per questo ti ringrazio, mille volte e
               ancora più. Ti meriti tutto il bene del mondo
               ed io non sono la cosa migliore per te.
               
               È la verità e vedo la realtà
               sufficientemente chiara per sapere ciò di cui
               hai bisogno. Mi piacerebbe vederti felice e
               soddisfatto. Per la prima volta, amo
               disinteressatamente e penso all'altro e non solo a me
               stessa. Vorrei offrirti tutto ciò che ti meriti
               perché sei un uomo speciale, un uomo saggio ed
               intelligente. Lotta per la tua vita, per il tuo
               futuro. Ti voglio bene, non ti amo ma ti voglio bene,
               tanto bene.
               
               Charrak!
               
                
               
               21/11/19..
               
               Era tornato. Lei lo guardava mentre dormiva nudo
               disteso in mezzo al letto, con le braccia aperte e le
               gambe appena separate. Un sottile suono le saliva
               dalle labbra. Non era molesto.
               
               Lo guardava dormire completamente rilassato e si
               domandava perché aveva dovuto aspettare tanto
               tempo nella sua vita per vivere un momento così
               perfetto. Tutto arriva a chi sa aspettare, era stato
               il suo dilemma per tutta la vita. Dimostrava che aveva
               avuto ragione. Forse tardi, però stava vivendo
               un momento come non avrebbe vissuto così
               intensamente, se fosse successo quando era più
               giovane ed immatura. Forse non lo avrebbe saputo
               valutare.
               
               Sentiva dentro di sé una mescolanza di
               sentimenti che la lasciavano stordita. Lo guardava con
               ammirazione, affetto, perfino con rispetto, ma non con
               amore. Perché non lo amava. Non era innamorata
               di lui. Perché?
               
               Forse perché non credeva nell'amore o
               perché in passato aveva sofferto nel nome di un
               sentimento che poi il tempo aveva cancellato.
               L'esperienza che stava vivendo era invece qualcosa di
               nuovo, qualcosa che la redimeva dagli amori del
               passato che erano stati castranti. Non era più
               capace di amare o forse si chiedeva se aveva amato
               veramente qualche volta o si era semplicemente illusa.
               Forse aveva chiamato amore il desiderio del possesso,
               o nel migliore dei casi, il desiderio di sentirsi
               parte dell'altro essere che per un momento ci appare
               come un dio. L'immaginazione ci fa vivere un romanzo
               che quasi sempre finisce per ferirci.
               
               Per Gayet l'amore era come dio: non credeva alla
               sua esistenza ma non lo negava. Nel dubbio, preferiva
               astenersi. Per lei tutto era materia e il soffio
               magico che molti chiamano amore era solo una
               combinazione chimica che dura tanto quanto più
               forti sono gli ingredienti che le danno vita.
               
               Però credeva nell'amicizia e nell'affetto.
               Ed era per questo che era sicura di volergli bene.
               Effettivamente le sarebbe che lui avesse una vita
               migliore: un lavoro meno faticoso, più sicuro e
               più remunerativo. Lui senza dubbio lo meritava
               per la grande abilità che aveva in tutto
               ciò che si proponeva di fare con le sue mani
               capaci. Inoltre erano affiancate da un cervello
               eccellente. Magari anche una donna che lo amava
               veramente. Forse chiedeva troppo.
               
                
               
                
               
               Dic. 19...
               
               Gayet aveva una nonna che era molto vitale ed
               intelligente. Era sempre rimasta giovane anche se gli
               anni erano passati anche per lei come passano per
               tutti. Aveva ottantasei anni quando morì.
               Qualche tempo dopo la sua morte, Gayet trovò in
               un libro una annotazione:
               
               "Sembra che Allah divide ciascuna anima in due
               parti e mette una metà nel corpo di un uomo e
               l'altra metà nel corpo di una donna. E solo se
               questo uomo e questa donna s'incontrano nell'amore, le
               due metà si riuniscono nuovamente e formano una
               sola grande anima, capace di grandi cose". La nonna
               aveva scritto di sua mano: "È una leggenda
               bellissima ed il suo significato è molto
               profondo. Sono certa che tu sei una parte della mia
               anima e solo quando sono vicina a voi, mi sento
               viva".
               
               La carta sopra la quale la nonna aveva scritto
               quelle parole apparteneva al tempo di quando Gayet
               lavorava in un certo ufficio e pertanto la nonna era
               già una donna matura.
               
               Ora si domanda Gayet, a chi poteva riferirsi la
               nonna? Ad un amore misterioso e segreto, a qualcuno
               che doveva avere amato in silenzio e unilateralmente,
               sicuramente dopo che era diventata vedova...
               Povera!
               
               Sua nonna era nata fuori della sua generazione e
               della sua epoca perché era luna persona moderna
               e profondamente onesta. La donna più moderna
               che Gayet abbia mai conosciuto.
               
               Ora sente nell'anima di non aver cercato la
               confidenza di sua nonna per poterla aiutare a vivere
               un sentimento che forse l'aveva fatta soffrire. Ora
               che anche lei è una donna matura, solo ora
               può comprendere. Ora sa che una donna
               può sentire desideri e pulsioni a qualsiasi
               età ed un tempo era un tabù, era
               peccaminoso esprimere sentimenti da parte di donne che
               avevano superata una certa età... poiché
               sembrava che l'amore fosse monopolio esclusivo della
               gioventù.
               
               Suvvia!
               
                
               
                
               
               Dic. 19...
               
               Mio caro,
               
               ti dissi una volta che non credevo nell'amore e ora
               mi domando perché te lo dissi. Non so se credo
               esista o no l'amore? Come sempre la mia dualità
               mi porta per strade parallele e opposte. Sono ancora
               una volta sospesa nel limbo e non capisco chiaramente
               quale sono le mie idee, ciò che penso e
               ciò che credo.
               
               Non voglio filosofare anche perché so di non
               essere all'altezza per un dialogo di quel genere,
               però voglio guardarmi dentro e cercare di
               scrutare nel fondo di questa matassa di sentimenti,
               sensazioni ed immagini che fluttuano e non mi lasciano
               vivere in pace.
               
               Forse perché ho amato più di una
               volta e quindi non credo nell'amore eterno (fortunato
               chi può viverlo!). Ho amato e sofferto anche se
               poi il tempo ha coperto i ricordi quasi sempre
               dolorosi con il pietoso oblio. Quando tutto terminava,
               era il vuoto. O il niente assoluto. Naturalmente alla
               mia età, sono il risultato delle varie
               esperienze (e non solo amorose) ed anche se non credo
               troppo all'esperienza, visto che oggi faccio gli
               stessi errori di ieri, nondimeno ho cambiato
               atteggiamento nella mia condotta esterna. Per
               pressioni interiori forse causate da fatti che "volis
               nolis" mi hanno plasmato.
               
               Mi sarò indurita o vedo le cose più
               chiare?
               
               Ti voglio bene? Ti desidero? Cosa sento
               effettivamente per te? Se ti avessi incontrato quando
               ero più giovane, mi sarei innamorata di te... o
               no? Mi domando come posso sopportare la tua maniera
               zingara di portare avanti una relazione... Ho detto
               zingara? Ma se non so assolutamente niente degli
               zingari. Perché a volte si usa una espressione
               senza rendersi conto se la si usa a proposito o no?
               Portiamo attaccata addosso una educazione o una
               eredità che ci lasciarono i nostri antenati e
               transitiamo nella vita come ciechi, appoggiandoci a
               regole decisamente superate, a pregiudizi e a norme
               che non hanno senso o che non ci aiutano certamente a
               vivere meglio.
               
               Ho cercato di svegliarmi e forse ci sono riuscita
               ma solo a metà. L'educazione ricevuta quando
               ero una ragazzina mi è entrata profondamente
               nella pelle e mi costa cercare di strapparmela da
               dosso. La vita passa e noi moriremo. E poi cosa?
               
               È passato un altro anno, Gayet e Rom
               continuano a vedersi. È una relazione sui
               generis, in effetti è una relazione molto
               particolare.
               
               Hanno passato insieme l'ultimo dell'anno ed hanno
               salutato il principio dell'anno nuovo ballando come
               due ragazzini, bevendo birra e sidro. Guardando il
               cielo stellato. Sono solo due esseri umani, senza
               età, vitali e pieni di voglia di vivere. Forse
               si vogliono bene anche se non sono innamorati, nel
               senso comune della parola, l'uno dell'altra. Per
               questo la relazione dura, imprevedibile, tenera, fuori
               del tempo e della routine. Sono soltanto due esseri
               umani che si incontrano quando hanno voglia, senza
               scene di gelosia o di diffidenza, due persone alle
               quali piace stare insieme, baciarsi, toccarsi e fare
               l'amore. E parlare.
               
               Sì, perché parlano di tante cose. A
               Gayet piacerebbe. È diventata una sua idea
               fissa che Rom possa trovare un lavoro migliore che gli
               permetta di vivere una vita migliore. Rom è un
               bell'uomo, ha mani capaci di trasformare qualsiasi
               cosa dal niente ed un buon cervello: meriterebbe un
               presente ed un futuro diversi. Se lei fosse ricca, si
               sposerebbe con lui per assicurargli una vecchiaia
               senza preoccupazioni. A volte le sembra di essere una
               madre che vigila su di lui perché non getti via
               il suo tempo e le sue qualità.
               
               Gayet cerca di essere obiettiva: il giorno che
               tutto finirà tra di loro, vuole essere sicura
               che Rom non finirà con una compagnia sbagliata
               o non adatta a lui e soprattutto con i problemi di
               sempre.
               
               È come se sapesse che può morire da
               un momento all'altro e vuole lasciare la casa in
               ordine.
               
               Come e quando finirà? si domanda Gayet. Non
               le piace farsi questa domanda perché crede che
               niente comincia e pertanto niente termina. Qualsiasi
               accadimento è un passaggio, una fase della vita
               importante o meno, un qualcosa che fluttua fin
               dall'origine che si perde nella nebbia della magia del
               vivere in un mare crepuscolare. Altre volte invece
               svaniscono in un mare brillante come il sole, in un
               mare di sensazioni che tutto assorbe e trasforma. Le
               piace anche sognare come ad ogni essere dotato di
               fantasia e di speranza. Sogna che un giorno
               diventerà sufficientemente ricca così
               che alcuni dei suoi sogni si materializzeranno.
               
               Potrà comprarsi una casetta in campagna ma
               vicino al mare, dove vivrà con i suoi libri, i
               suoi animali, tra i quali un cavallo. Lì Rom
               potrà farle visita quando avrà voglia. E
               Rom? Lui avrà un grande camion per potere
               lavorare e viaggiare per tutto il paese, libero da
               tutti i problemi che attualmente lo affliggono. Libero
               nel corpo e nello spirito.
               
               E tutti vivranno felici e contenti per molti anni.
               Fine di un sogno.
               
               Gayet è cocciuta. Lo è sempre stata
               per tutta la sua vita. Solo grazie alla sua tenacia ha
               potuto realizzarsi quantomeno in parte. Lei crede:
               
               "IF AT FIRST YOU DON'T SUCCEED, TRY, TRY, TRY
               AGAIN" (se in un primo momento non hai successo,
               tenta, tenta, tenta di nuovo).
               
               Questo è stato sempre il suo motto che ha
               guidato la sua vita e che sempre ha consigliato ai
               suoi amici e alla gente che la circondava. Lottare con
               armi pulite per ciò che uno crede è la
               ragione della sua vita: con determinazione e senza
               arrendersi mai. Kipling docet. Vivere la vita con
               intensità, ogni secondo, ogni minuto: questa
               splendida esperienza, piena di dolore ma anche di
               momenti magici. Non perdere mai la magia della
               sorpresa. Tutto è alla nostra portata. A
               qualsiasi età si può stendere la mano e
               raccogliere ciò che si è seminato
               (è consigliabile naturalmente seminare
               qualcosa) ed usare il cervello. È vero che in
               alcuni casi anche chi ha lottato ha fallito lo stesso.
               Ma questo non vuole dire che ci si deve scoraggiare o
               desistere. Alla lotta. Per la vita.
               
               Vi abbraccia tutti, tutte...
               
               Vostra Gayet.