Sommario Culture 2001

NOTE  

 

 

1 Benché nella sua accezione più generale il termine "traduzione" sia in realtà superordinato, avendo il significato di "volgere in un'altra lingua un testo scritto o orale", nella prassi professionale corrente lo si utilizza per indicare le attività di mediazione linguistica scritta.

2 Più specificamente, Cheepen e Monaghan (1990, 3-4) così chiariscono quali sono gli scopi "esterni" ed "interni" rispetto alla conversazione: "A goal which is external to the encounter is one which is concerned with having an effect of some kind on the 'outside' world. [...] An 'internal' goal, on the other hand, relates only to the inner shared world of the participants - the relationship between speaker and hearer as operating through the particular encounter". Cfr. anche Brown-Yule (1983, 13).

3 Parlando di culture, si preferisce utilizzare ove possibile l'aggettivo "etnico-linguistico" piuttosto che'"nazionale", in quanto non sempre la dimensione etnica coincide con quella politico-geografica (si pensi alle varie comunità ebraiche, per es. quella newyorkese: cfr. Salmon: 2000, 68-69) e/o con quella linguistica (si pensi per es. alla multiformità etnica e politico-geografica dei paesi anglofoni).

4 La distinzione tra distributive e integrative bargaining è stata introdotta da Walton e McKersie (1965); cfr. Weiss - Stripp (1998, 58).

5 C.M. Archer definisce il culture bump come segue: "A culture bump occurs when an individual from one culture finds himself or herself in a different, strange or uncomfortable situation when interacting with persons of a different culture. [...] A culture bump occurs when an individual has expectations of one behaviour and gets something completely different" (Archer: 1986, 170-171).

6 Alla stessa Marriott si deve un capitolo in Bargiela-Chiappini - Harris (1997, 49-71) dedicato in generale agli aspetti interculturali dei rapporti d'affari tra Australiani e Giapponesi, a cui si rimanda per un eventuale approfondimento (Marriot: 1997).

7 Ho discusso diffusamente tale modello in Garzone (2000a, 86-87).

8 Parlando in senso puramente terminologico, l'interpretazione dialogica (dialogue interpreting) viene talora denominata anche interpretazione di liaison (liaison interpreting), a comprendere sia l'interpretazione in campo economico-commerciale (business interpreting, escort interpreting), sia l'interpretazione di comunità (community interpreting, PSI interpreting), anche in campo medico e sanitario (medical interpreting) e giuridico/giudiziario (legal interpreting, court interpreting). Si segnala anche, per gli interpreter-mediated encounters, l'introduzione dell'espressione triadic exchanges (Mason: 2000). La denominazione ad hoc interpreting, usata in passato soprattutto in Gran Bretagna per indicare l'interpretazione dialogica in generale, viene oggi prevalentemente utilizzata per descrivere gli interventi di interpretazione da parte di persone diverse dagli interpreti professionisti, compresi i così detti "interpreti naturali" (tenendo conto che è definita "interpretazione naturale" "the translating done in everyday circumstances by people who have had no special training for it"; cfr. Harris - Sherwood: 1978, 155). Per un'introduzione a questi problemi cfr. Mason (1999).

9 Cfr. Roberts 1995: 12, che riprende questi concetti dalla relazione di M. Giovannini (1992) per l'Ontario Ministry of Citizenship.

10 Per una discussione più ampia di questi aspetti dell'interpretazione dialogica cfr. della stessa autrice i capitoli 6 e 7 del volume Interpreting as Interaction (1998, 103-196).

11 Per quanto riguarda le diverse modalità di interpretazione, la modalità simultanea non rende possibile né adattamento né la riorganizzazione della struttura testuale, neppure nei casi in cui l'estrema distanza tra le culture coinvolte (per es. tra inglese e cinese oppure giapponese), lo richiederebbe. Cfr. Kondo et al. (1994, 159). Su questi problemi in relazione all'interpretazione consecutiva cfr. Garzone (1990, 48-50).

12 Cfr. Garzone (2000b), in cui peraltro figura una sintesi degli interventi di retorica contrastiva sul testo scritto nella comunicazione d'affari.


Torna all'articolo
Vai alla Bibliografia