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Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Antonio Zocchi
Ha pubblicato il libro

Antonio Zocchi Tratti d'anima, editrice Montedit, 1999,
pp. 96, Lit. 11.500, ISBN 88-86957-97-1 
Prefazione
 
Nella sua Introduzione Antonio Zocchi - come il lettore vedrà - racconta molte cose sulla genesi e sulla struttura di questa silloge; e le racconta facendo ricorso a un linguaggio fortemente simbolico e allusivo che anticipa i temi e i toni delle sue poesie. Che sono, per l'appunto, tratti d'anima, brevi e talvolta brevissimi componimenti in versi sciolti, nei quali il ritmo è affidato più che a una metrica rigorosa all'uso della rima liberamente modulata all'interno di ogni singola lirica. È significativo che un giovane poeta - l'autore non ha ancora trent'anni - ricorra a uno strumento metrico come la rima, antico e ultimamente troppo spesso abbandonato; si tratta, ci sembra, di una scelta che risponde appieno alle intenzioni enunciate da Zocchi, quelle cioè di esprimere la fiamma che parte dal profondo del cuore: questa fiamma di libere associazioni di pensieri e immagini viene ravvivata proprio grazie alla rima, che consente sia di conferire al verso la musicalità che è parte così importante della poesia sia di accostare tra loro parole che acquistano in tal modo nuovo senso, nuova e suggestiva eco.
Questa caratteristica della poesia di Zocchi non sfuggirà al lettore attento, che invitiamo fin d'ora a porvi particolare attenzione; si cita qui una sola lirica, a titolo di esempio: Questa mia luce, / si sta spegnendo. / Questa mia anima, / sta già fuggendo. / Non basta una vita, / per essere veri. / Ma un segno si lascia, / tra questi misteri. Si noti come i due gerundi di spegnere e fuggire rimandino entrambi al nucleo tematico centrale della lirica, ossia la fuggevole luce del lampo (Lampi è il titolo della lirica) come metafora della brevità, del fulgore accecante e istantaneo della vita; e si noti, ancora, come dalla rima tra veri e misteri nasca un ossimoro assai significativo: la vita è un mistero, e tuttavia l'uomo può, anzi deve, lasciare prova del proprio passaggio. Tra l'altro, Zocchi parla di segno, con ciò alludendo evidentemente anche al segno per eccellenza, ossia la parola.
Quest'ultima osservazione ci può introdurre all'istanza centrale della silloge: la testimonianza. L'autore, infatti, mostra di credere fermamente nella poesia come strumento in grado di comunicare le esperienze emotive che nascono dal dato quotidiano, anche il più banale: una strada affollata, un tramonto, un sasso gettato nello stagno. Attimi che potrebbero scivolare via lasciando dietro di sé il nulla ma che invece, per magica alchimia poetica, si trasfigurano riempiendosi di significati. Ne risultano frammenti poetici di grande liricità, come Mio cielo: il mio cielo, / questa sera / è rosso fuoco. / Il suo profondo è l'infinito. / Lo puoi toccare / con un dito.
Ciò è particolarmente evidente nelle prime due sezioni della raccolta, nella quale prevalgono per l'appunto componimenti brevi; ma si ritrova anche nella terza parte, dove le poesie sono più lunghe ma sempre costruite così, per accostamenti di successive folgorazioni alle quali sono legate "istantanee" di pensiero sui grandi temi che da sempre affascinano e turbano l'uomo: il tempo con l'inevitabile suo trascorre, il cammino doloroso verso una meta sconosciuta, l'amore per le creature come unica modalità per un vivere che non sia solo sopravvivere. Temi, questi, che si intrecciano nella lirica Oltre il confine, premiata con il primo posto a un noto concorso letterario. Qui è evidente, all'inizio, il richiamo alla montaliana Cigola la carrucola nel pozzo. Il secchio si cala nel profondo dell'animo e riemerge carico di ricordi: e qui si dilata la bellissima immagine dei ricordi che volano nel vento, confondendosi con le ali dei sogni; il passato volteggia intorno al presente come farfalla, e offre all'uomo, ancora e sempre, la possibilità di scoprire la chiave per decifrare la vita, al di là del sogno e delle false illusioni; l'unica chiave possibile: l'amore.
Si potrà dire che non è un messaggio originale: ma non per questo è meno necessario.
 
Bianca Cerulli
 
.c.Introduzione
dell'autore
 
Questa raccolta di poesie che oso definire tratti d'anima, è un percorso intimistico partorito da sensazioni anche prese dalla vita quotidiana.
La mia ispirazione è data da un tuffo nel ricordo che prende appunto vita in questi pensieri.
La poesia è utile per incidere nel tempo e nello spazio qualcosa da non dimenticare.
La mia espressione serve per non impazzire, ovvero, per mantenere la normalità nella vita.
Scrivo per esorcizzare paure e timori di tutti i giorni.
Un poeta è a mio parere un essere imperfetto; l'imperfezione vista non come difetto e nemmeno come pregio, è un dato di fatto da prendere così come è, con calma e senza fretta.
 
Genesi di una poesia
 
Parte una fiamma dal profondo del cuore che seguendo strani recessi e febbrili vie, tocca i miei sensi scaturendo dall'anima.
Così prende vita un pensiero impossibile da fermare, l'unico mezzo per contenerlo è inciderlo tramite segni che diventano parole.
La mia passione non è controllabile, è un'esigenza dettata da sensazioni che cerco di domare. Le poche volte in cui riesco nell'intento sono quelle in cui nascono poesie.
Una poesia, un piccolo scorcio di vita che si ferma. Un leggero alito di vento che si blocca su di una pagina per rimanervi inciso nel ricordo.
La mente umana a volte dimentica. Il dimenticare è un grande potere utile a credere che quello che si vive sia sempre per la prima volta.
La mente non è un oggetto quantificabile e concreto, è un espressione del cervello umano, la più riuscita espressione, a volte un insieme di espressioni, a volte l'espressione per eccellenza dominante su tutte.
E così il pensiero, figlio della mente che conosce il passato nel ricordo.
Quindi il futuro è il pensiero ed il passato è il ricordo.
Il presente è l'istante in cui il futuro varca la soglia del passato, in cui il pensiero varca la soglia del ricordo. Un attimo talmente inconscio, incomprensibile ed inconsistente del quale nemmeno ci si accorge.
La ricerca dell'originalità sta quindi nella voglia di voler creare. È un desiderio malato che non fa rimanere calmo il bisogno di esprimere l'ignoto.
Vorrei usare la mia poesia come espressione dell'anima.
 
Contenuto dell'opera
 
La prima parte di questa raccolta racchiude Sonetti e aforismi che sono piccoli pensieri composti nel '94, poi ho voluto inserire qualche Frammento blues composto tra il '96 e il '98, ci sono quindi alcuni scritti che ho voluto chiamare Deliri composti anch'essi tra il '96 e il '98, e infine alcuni Canti mistici scritti prevalentemente nel '98.
Dopo questi incomincia la raccolta vera e propria composta da poesie per ognuna delle quali è riportata la data di composizione.
 
Antonio Zocchi

Per leggere l'opera 12° classificata al concorso Marguerite Yourcenar 2000 sez. poesia
Per leggere alcune poesie
Per leggere alcune pagine tratte dal libro "Tratti dell'anima"
 Clicca qui per leggere l'opera 1° classificata al concorso letterario Città di Melegnano 1998 sez. poesia
 Per leggere l'opera inserita nell'Antologia Age Bassi 1998
Per leggere l'opera inserita nell'Antologia Citta di Orzinuovi 1998
 
 Per leggere l'opera inserita nell'Antologia Citta di Melegnano 1998
 
 Per leggere l'opera inserita nell'Antologia Poeti dell'Adda 1998
 
Per leggere l'opera inserita nell'Antologia Ferrera Erbognone 1998
Per leggere l'opera inserita nell'Antologia Club Poeti 1999
 
Per leggere l'opera inserita nell'Antologia Il Giro d'Italia delle poesie in Cornice 1999.
Per leggere l'opera inserita nell'Antologia Club autori 1998-'99
 

Per leggere l'opera inserita nell'Antologia Marguerite Yourcenar 1999

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agg. 3 novembre 2000