Inediti On line
 
 Marisa Starace

presenta la sua opera inedita

Impronta di donna
(romanzo)

INDICE


Rom e Gayet
UND IM GANZEN, VOLLEN, SCHOENEN RESOLUT ZU LEBEN
 

A Horacio Antonio Fernandez, con profonda gratitudine per il suo

ROM Y GAYET aiuto sempre presente e la sua infallibile amicizia.

 

 

Questa è la storia di un amore o di una relazione sentimentale o di una attrazione fisica o come vogliate chiamarla, che ha regalato molta felicità nella vita di una donna ed è per questo che voglio raccontarla affinché il mondo intero sappia che si può amare a qualsiasi età. La donna in questione, che chiameremo Gayet, confessa candidamente che, nonostante abbia conosciuto l'amore più di una volta ed ogni volta con rinnovato entusiasmo, ha scoperto il piacere solo quando non era più giovane. Il piacere di una relazione sessuale importante che rimane tale qualsiasi sia l'idea contraria (direi abbastanza ipocrita) di alcune persone.

Nonostante la differenza d'età, quando sono insieme, sono solo una donna e un uomo, senza età e pieni d'entusiasmo l'uno verso l'altro.

Stava leggendo un paragrafo del Tao dell'amor, che diceva:

"Un'altra cosa verso la quale la società mostra una attitudine ancora più severa e dura, è costituita dalla relazione tra una donna matura e un uomo giovane. Effettivamente la società la condanna con molta crudeltà. Le donne mature sono accusate quasi di tutto: di essere delle tonte all'essere delle ninfomani. In realtà non esiste niente di stupido né di anormale in questo tipo di rapporto, anzi al contrario, si possono dire molte cose positive dai due punti di vista...". E termina:

"In ogni modo è tragico che detto tipo di relazione debba essere tenuta nascosta e vissuta furtivamente. Se tutti fossimo più comprensivi, ci renderemmo conto che si tratta di un rapporto che dovremmo incoraggiare invece di condannare. E sarebbe anche un mezzo per risolvere i problemi di tanta gente matura e sola come molti giovani timidi..."

Sesso, erotismo o sensualità. Forse amore. Cose da giovani, pensava lei. Lo aveva pensato fermamente fino ad alcune settimane fa. Fino a quando era successo qualcosa che l'aveva fatta tornare indietro nel tempo, a quando era giovane ed amava... ed era amata.

Veramente non sapeva se essere felice o piuttosto sentirsi defraudata per ciò che improvvisamente la scuoteva dal suo torpore. Tutto il suo corpo era come invaso da una febbre, come preda di un vortice. Cose da giovani. Però pensandoci meglio, cose da uomini e donne che mantengono intatta la capacità di desiderare qualcuno ed un corpo che vuole amare.

Erano passati anni da quando era stata nelle braccia di un uomo. Poi il niente, il silenzio, il vuoto. Era come se si fosse trasformata in una bambola, senza sesso. Il suo sesso le serviva solo "to relieve her feelings" come direbbe un inglese. Era come se una orribile ragnatela le si fosse formata addosso e non solo sul suo corpo ma anche nella sua mente. Era invecchiata ed era rimasta vecchia per molti anni, durante i quali aveva naturalmente conosciuto altri uomini, alcuni gradevoli e altri meno attraenti, però per lei erano tutti come pupazzi, senza sesso. Si sentiva calma e tranquilla e quasi benediva il suo stato asessuale che le dava la serenità che le era sempre mancata quando amava e sperava l'attenzione di un uomo. Finalmente poteva dormire, svegliarsi, mangiare, parlare con qualsiasi persona, uomo o donna, senza sentirsi condizionata dal sesso e tutto ciò che il sesso portava con sé. Ma dove e quando era avvenuto questo cambiamento che minacciava la pace dei suoi sensi e della sua mente?

La prima volta era il 30 di dicembre e sapeva che avrebbe passato il giorno successivo sola. Non le importava perché era abituata a trascorrere le festività in solitudine. Peró pensava a lui. Sapeva che anche lui avrebbe trascorso la festa da solo e chissá... Peró, che stupidaggini!

Non sarebbe certamente venuto a visitarla ed ancor meno a festeggiare l'ultimo dell'anno con lei.

Sicuramente aveva un'amica o forse sarebbe andato da sua madre. Però non con lei, di questo era sicura. Fu per questo che quando udì il campanello suonare alle 19.00 e lui apparve sulla soglia della porta, rimase senza parole. Era lì davanti a lei, alto, bello, con il suo sorriso accattivante ed il suo eterno berretto che le copriva la testa.

Il cuore le si fermò per un momento poi lo fece entrare e si sedettero alla tavola rotonda del living, ben distanti l'uno dall'altro. E si guardarono. Per un momento la sua immancabile fantasia le fece pensare che forse le avrebbe proposto una partita a poker. Non ricorda ciò che lui disse per rompere il silenzio: ricorda solo che lui le domandò con chi avrebbe passato la notte dell'ultimo dell'anno o se aveva degli amici con i quali festeggiare l'anno nuovo, perché lui sicuramente lo avrebbe trascorso con la sua famiglia. A lei naturalmente sembrò giusto che fosse così. Gli assicurò che non si doveva preoccupare perché era abituata a stare sola in qualsiasi occasione e che avrebbe festeggiato con una bottiglia di sidro e buone cose da mangiare magari ascoltando musica. Questo effettivamente pensava di fare.

"Perché non posso passare domani con lei?" chiese lui.

"Le sono veramente grata ma, la prego, non si preoccupi perché starò bene anche da sola"

"Bene... però cosa ne dice se festeggiassimo oggi invece di domani?"

A lei sembrò un'idea splendida. Lui uscì di nuovo promettendo di tornare a tarda sera.

Lei lo vide uscire e si domandò se era la realtà o si trattava di un sogno o di

uno scherzo di cattivo gusto. Decise comunque di preparare tutto come se fosse veramente l'ultimo dell'anno. Si fece una doccia e si mise un vestito color rosa che le stava abbastanza bene anche se era un po' giovanile, però mai come in quel momento, a distanza di tanti anni, si sentiva di nuovo giovane. Si mise persino un paio di scarpe col tacco alto. Il tempo passava rapidamente e mano a mano che si avvicinava l'ora dell'appuntamento, il suo cuore batteva sempre più forte: se lo sentiva letteralmente in gola. Verrà o no? E se verrà, cosa succederà?.

Ti aspetto ogni giorno

ti desidero ogni notte

e con ogni giorno e notte

aumenta la mia ansia di averti

tra le mie braccia

e di amarti...

Tornando a leggere questi versi decisamente goffi o per lo meno ordinari, anche se profondamente sentiti, la sorprese potere ancora esprimere parole d'amore e soprattutto avvertirle, o per usare un aggettivo démodé "vibranti". Improvvisamente tutto era cambiato. Si era svegliata da un lungo sonno proprio come la bella addormentata nel bosco. Un bacio l'aveva riportata alla vita. Non solo un bacio, naturalmente, anche se tutto cominciò con un bacio. Incredibile! E questo succedeva proprio quando era convinta che mai più qualcuno l'avrebbe potuta baciare ed amare e si era rassegnata ad accettare la sua nuova funzione di donna entrata nella età delle rinunce. Dopo alcuni anni di vita castissima dove neanche nei suoi più intimi pensieri le era balenata la possibilità di... bene, era successo. Come nei romanzi in cui le storie non sempre corrispondono alla realtà, o come nei films che quasi sempre hanno un finale felice o nelle canzoni che qualcuno scrive per addolcire la relazione non sempre tranquilla tra una donna e un uomo, aveva incontrato un uomo più giovane di lei e... "lux fuit". Si accesero tutte le lampadine nella sua mente e cominciò a sentire un particolare solletico nei punti giusti. In un primo momento si spaventò, poi cominciò a vedere le cose da un punto di vista nuovo, che da molto tempo non contemplava ... e allora:

"Lei mi è simpatico..." mormorò lei.

Lui la guardò con uno scintillio negli occhi e replicò:

"Anche lei mi è simpatica...". Questo fu l'inizio.

Era l'estasi, qualcosa che le sembrava non aver mai conosciuto o forse aver dimenticato.

Era trascorso tanto, troppo tempo dall'ultima volta. Era incredibile che lei, proprio lei si trovasse a fare l'amore con un uomo più giovane di lei e che godesse tanto di tutto... Tutto! Qualsiasi cosa lui le faceva e lei faceva a lui, era per lei una fonte di piacere infinito. Come non le sembrava avere mai provato nella sua vita. Era piena di sensazioni nebulose e voleva capire. Forse sarebbe stato meglio non farsi tante domande. Certamente era meglio accettare ciò che stava vivendo come un miracolo e cercare di vivere quel momento magico senza voler capire il perché e il come.

Alto, con una pelle bianca e liscia come la seta, le spalle larghe e muscolose, i fianchi stretti e le mani forti e ben modellate che le ricordavano un disegno di Leonardo anche se erano dure come la pietra, indurite per il lavoro; gli occhi neri dal taglio quasi orientale che emanavano uno splendore che le suggeriva un mondo di sensazioni. Erano sensazioni che lei non conosceva ed alle quali si stava avvicinando con esitazione e diffidenza. La bocca dalle labbra carnose era una delle caratteristiche più belle di Rom.

Lei lo guardava affascinata mentre lui camminava nudo per la stanza. E le sembrava una cosa naturale che non provasse vergogna. Era come un ritorno alle origini.

All' Eden di Adamo ed Eva. Rom si diresse verso la doccia e lei lo seguì. Quando si avvicinò lui la prese per la cintura e la mise sotto l'acqua con lui.

Gayet che indossava una camiciona gridò:

"Che fai? Mi bagnerò tutta... !"

"Non hai mai fatto la doccia con un uomo? Non posso crederlo..."

Era la verità: non aveva mai fatto la doccia con un uomo. Cominciava a capire che c'erano molte cose che non aveva mai fatto nella sua vita. E non rise.

Si faceva mille domande:

"Come devo amarlo?"

Fisicamente, con passione, con frenesia, con tutto l'impeto che le si era acceso dentro. Fino alla disperazione.

O spiritualmente, quasi platonicamente, con ammirazione, con rispetto per la sua intelligenza, la sua saggezza, la sua abilità e la capacità a volte sorprendente nel trasformare il niente nel tutto.

O piuttosto come una madre, consolandolo, spingendolo verso un futuro possibilmente migliore.

O forse come una schiava, servendolo e trattandolo come un re, il re della sua vita.

Forse rimproverandolo di non perdere il suo tempo in stupidaggini, come farebbe una vera amica; confortandolo nei suoi momenti tristi, ascoltandolo parlare del suo passato o del suo futuro e dei tentativi nel trovare una occupazione migliore oppure di alcune relazioni avute con altre donne e comprendendolo veramente.

O meglio ancora come una vera amante, adorando il suo corpo in ogni parte, adornandolo di fiori come faceva la famosa Lady Chatterley, la sua fonte di vita (le dava vergogna menzionare quella parte del corpo di lui che lo differenziava da lei...)

Era confusa. A volte le sembrava aver trovato il giusto equilibrio e al contrario era lontana da qualsiasi buonsenso. Aveva la testa e il cuore di una giovinetta e già da tempo non lo era più. Apparentemente viveva fuori dello spazio e del tempo. Il tempo? Ma se il tempo non esiste se non per distruggere i sogni, le illusioni e la voglia di vivere. Vivere? Sì, lei voleva vivere e non solo per lui, ma anche per tutto il mondo che la circondava, mentre si manteneva forte e lucida. Il dopo non le importava.

L'importante era amare ora perché forse lui aveva bisogno di lei anche solo per un giorno, una settimana o chissà. No, non importava perché adesso erano in due: amici, amanti, complici, non vedeva la differenza perché la nostra vita scorre veloce, passa inesorabile e cambia. Amicizia e amore: le due cose insieme. Se solo fosse possibile.

Se solo fosse stata un po' più giovane. Il suo corpo era ancora solido ma la faccia mostrava la sua età. E poi una donna non deve vendere l'anima al diavolo per ringiovanirsi. In questo nostro secolo esiste la chirurgia. Solo che è molto costosa. Pensare, pensare, ideare, progettare qualcosa che le facesse guadagnare il denaro sufficiente: dopotutto non era una gran somma però lei non l'aveva.

E si disperava e si spremeva il cervello per trovare una soluzione al suo problema. Lei voleva uscire con lui ma non voleva sentire la gente criticarli. Oh, i maledetti pregiudizi!

 

 

Febbraio 19....

Mio caro,

sento la necessità di materializzare per iscritto ciò che mi sta succedendo. Non credo che t'importi, però questa lettera è diretta a te. Puoi stracciarla senza leggerla o leggerla prima e poi gettarla nell'immondizia, però è solo ed esclusivamente per te. Ecco una donna matura, trasformata in una sciocca ragazzina. Dove è andata a finire tutta la mia saggezza acquisita con tante lotte e sofferenze. Dov'è il mio tanto ambito dominio dei sensi?

Dove sono finite la tranquillità e la serenità che avevo conquistate ad un prezzo così alto?

E dove la mia decisione di non lasciar parlare mai più il mio cuore? Sto scrivendo una lettera d'amore... diamine!

Non so ciò che provo per te, però so che non sopporto l'indifferenza che leggo nei tuoi occhi mentre qualcosa mi dice che sei cambiato.

A che scopo tutto questo fiume di parole?

No, non sono soltanto parole: sono pensieri, sentimenti, desideri concreti, fantasia ed immaginazione che mi scombussolano e m'impediscono di vivere la mia vita, il mio tempo, essere felice...

Felice? Sì, ero una donna felice e soddisfatta. Mi sentivo realizzata, in pace con me stessa e con il mondo ed improvvisamente incontro un tipo d'uomo che mi sconvolge... e addio a tutte le preziose vittorie. Improvvisamente mi trovo in alto mare sballottata da onde altissime che minacciano di sommergermi. E nessuno può salvarmi tranne me stessa. Però mi sento debole, amareggiata da immagini che non mi permettono di rilassarmi e di pensare a tutte quelle cose che avevo programmato già da tempo...

Gli arabi credono nel "maktub", cioè che tutto è scritto nella vita di ognuno di noi e pertanto non si può evitare che accada.

Forse c'è della verità nel "maktub", forse era il mio destino incontrarti e svegliarmi dal letargo nel quale ero caduta. Però sono ancora sufficientemente saggia per sapere che non posso amarti. Amore: una parola nella quale non ho mai creduto e non credo che esista ma in suo nome quante stragi e quanto dolore! Penso che se esistesse dovrebbe suscitare nella gente la voglia di cantare, di ridere e sentirsi realizzati. Ma non è così. Sfortunatamente.

Cerco di pensare, di riflettere a mente fredda e mi dico che dovrei essere grata al destino che mi ha fatto incontrare un uomo come te ma allo stesso tempo mi fa male dentro. Allora mi dispero per sentire nuovamente un dolore antico che credevo avere strappato, estirpato per sempre da me. Mi sembra invano.

Alcune ore più tardi.

Scusami, amico mio, se ti ho scritto tante stupidaggini ma ho sentito la necessità di farlo ed il tuo caso mi è parso proprio ad hoc.

Senti, non so bene cosa mi ha spinto a scrivere tutto ciò. Forse sono innamorata di te... però solo un po'. Con la mia fervida immaginazione e la mia fantasia, creo storie d'amore anche se non c'è amore e non esiste passato né futuro per i protagonisti.

Vorrei solo che tutto fosse ben chiaro tra noi e che non ci fosse mai il motivo per uno stupido sdegno (come il mio, per esempio, che ti chiede di restituirmi la chiave)... e se, per caso, qualcosa o qualcuno nuovo dovesse entrare nelle nostre vite, vorrei che ne parlassimo come fanno due buoni amici come mi piacerebbe che noi fossimo.

In verità non so bene ciò che provo per te: non certamente amore materno, non gelosia e non credo neanche che si tratti d'amore perché questo sentimento contempla molti piccoli dettagli che invece non esistono e non ci uniscono.

Forse è desiderio fisico. Può essere solo un desiderio di stare con te... ma forse spero che non si tratti solo di questo: deve esserci qualcosa di più magari nascosto nei meandri del mio cuore.

A questo punto il sonno mi sta sopraffacendo. Poi...

 

 

Feb, 19...

Caro,

forse sono solo una povera pazza ma tutto ciò che ti ho scritto nella mia ultima lettera mi sembra la brutta copia di un teleromanzo. Non corrisponde alla verità. Punto. E allora? Direi, come diresti tu con il buon senso e la saggezza ereditata dai tuoi antenati, che non esiste nessuna tragedia, che mi lascio trascinare dai miei voli fantasiosi che potrebbero dilettarmi e invece finiscono per farmi male. Sinceramente non capisco ciò che mi sta accadendo. Mi sono svegliata improvvisamente in una nuova Vita e voglio vivere ed essere amata.

Da te, se è possibile, se no da qualcun altro. Voglio che questo mio corpo non dorma più, non torni a vegetare ma che reagisca allo stimolo dei cinque sensi. Può essere troppo tardi. Forse no. Il mio corpo ha bisogno di te. La mia anima non so. Quando un corpo gode della vicinanza di un altro corpo e lo desidera non è forse una fusione perfetta dell'anima? Suvvia!

Parole, parole, parole! Forse risultano chiarificatrici o forse servono solo per confondere ancor più e far sprofondare una confusione, che già regna nella mia mente, in un vero caos. Per me è una necessità vitale poter distinguere e discernere ciò che passa per la mia mente, per il mio corpo e per questo mio cuore che vuole vivere e sapere come farlo nel modo migliore, senza molestare nessuno o invadere la vita di nessuno. Sicura di essere ben accetta.

Ci sono due fatti che mi molestano. Il primo è che non ho saputo consolarti questa notte quando sei venuto a casa mia ed eri inquieto o forse avevi bevuto per dimenticare qualcosa che ti aveva disturbato. La tua condizione mi ha molestato piuttosto che intenerirmi. Mi domando ora perché non ti ho prestato attenzione e perché non ti ho trattato come un amico quale ti considero. E' come se qualcosa si è congelato dentro di me. Sì, mi ha infastidito sentirti ripetere continuamente: charrak (stai zitta)... mi è sembrato volgare ed ordinario. Sì, decisamente poco educato. Forse perché non ti amo e ti ho visto per ciò che sei effettivamente o come non avrei voluto che tu fossi? Non lo so. Non credo che sia importante a questo punto. Però volevo chiederti scusa e basta. Il resto è superfluo.

Il secondo fatto è accaduto oggi quando mi hai domandato con tono gentile se aveva piovuto nella mia stanza visto che alcuni giorni prima mi avevi aggiustato il tetto. La mia risposta è stata negativa sotto qualsiasi punto di vista. E' stata una risposta poco amichevole e molto secca. A volte mi domando se quando parlo sono me stessa o un'altra persona. E mi meraviglio di me stessa perché, a volte, un qualcosa nella mia mente fa click e si ferma il filo dei miei pensieri. Come se perda il mio potere di concentrazione e ogni capacità di ragionare. Non so perché non ti ho risposto che avevo pensato a te durante la pioggia torrenziale che si era riversata sopra la nostra città. E poi che mi ero preoccupata se aveva piovuto anche nella tua casa che so essere sotto il livello della strada e magari, dopo una faticosa giornata di lavoro, avevi dovuto anche togliere l'acqua. Mi domandavo anche se tua madre fosse ancora con te e come aveva passato la notte con tutta quell'acqua che era caduta? Però, niente. Nel rivederti dopo alcuni giorni, durante i quali non sapevo se ti avrei visto di nuovo, qualcosa si è congelato dentro di me. E ti ho risposto con la prima stupidaggine che mi è passata per la testa. Orgoglio e superbia... tutte cose da ragazzina che credevo avere superato ma che evidentemente ancora mi affliggono.

Caro, so bene che non sono la prima donna che hai avuto e naturalmente non sarò la ultima ma, credimi, voglio esserti amica. Veramente! Charrak! Stai zitto!

 

 

Marzo 19...

Mio caro,

sto cercando di dimenticarti ma mi manchi molto. Mi fa male non poterti vedere durante il giorno come quando apparivi con il tuo simpatico sorriso e mi domandavi se avevo bisogno di qualcosa. E continuo ad aspettarti notte dopo notte. La tua presenza nella mia vita mi dava molta allegria: in verità la tua entrata nella mia vita è stata come la classica doccia rigenerante. Ero tornata a vivere e a sentirmi giovane e vibrante. Non voglio tornare a sentirmi come se fossi una morta in vita, morta fisicamente e spiritualmente. Mentalmente non penso perché grazie al cielo non mi sono mai sentita annullata mentalmente. La mia mente non mi ha mai tradito e, nonostante gli alti e bassi che ho avuto come chiunque altro, non mi sono mai sentita sola mentalmente. Ma la solitudine fisica m'incalza di nuovo e nondimeno non ho nessun rimpianto.

Sono una donna molto fortunata perché, quando pensavo che tutto era concluso dopo anni di astinenza, sono tornata ad essere una donna, mujer, woman, femme... e lo devo a te. Per questo ti sarò eternamente grata per i momenti felici che mi hai dato. Non so e non m'importa che tipo d'uomo tu possa essere perché mi sembra di conoscerti da sempre (scusa la frase obsoleta ma è così) con le tue virtù e i tuoi difetti. So soltanto che per me è stata una parentesi d'amore ed una sorprendente fonte di vita genuina, uno strumento che ha saputo fare risuonare il mio corpo dandole tutte le vibrazioni delle quali un corpo ha bisogno per sentirsi vivo e realizzato. Ho amato altri uomini però nessun altro ha saputo darmi i momenti magici che tu mi hai dato. Hai riempito la mia solitudine, hai alimentato il mio corpo con il tuo, mi hai dato una ragione per continuare a vivere una vita piena, una vita di donna. Grazie.

Ho scritto poche lettere d'amore nella mia vita forse perché ho avuto sempre un certo pudore nell'esprimere i miei sentimenti, non importa quanto profondi possano essere stati. Nel tuo caso mi sento più confusa che mai: tu sei lontano da me e naturalmente sento la tua mancanza.

Mi sento perduta. Ma non sono il tipo di donna che fa tragedie, mi chiedo soltanto: "Perché fare diventare tutto così difficile e complicato? Prendilo con soda, come dicono qui in Argentina.

"Carpe diem" come dicevano i miei antenati romani, "approfitta o vivi il giorno".

Il passato già non m'interessa più perché non voglio vivere d'immagini stinte e senza sostanza anche se a volte fanno compagnia. Non ho futuro, per lo meno con te. Allora non mi resta che vivere il presente, godere di ciò che ho in questo istante senza farmi troppi problemi.

Questo in teoria però la pratica, la realtà... quella sì che fa male.

Ti confesserò qualcosa che forse ti farà pensare che sono un po' pazza o forse che fingo, ma ti giuro che è la verità. Sono addolorata perché non ti vedo ed allo stesso tempo soddisfatta perché non ti vedo. Penserai che sono una masochista e forse lo sono, però quando le cose quotidiane della vita di una persona vanno bene, si acquista la tranquillità ed uno stato di grazia che fa prendere vita come se fosse tutto dovuto e si perde il senso. E allora? Mi rendo conto che non avrei dovuto scriverti certe cose, come invece ho fatto, in una delle mie ultime lettere, perché non avrei dovuto menzionare certe cose ma sono sempre stata una persona poco diplomatica (forse è ora che cambi?) perché per tutta la mia vita ho pensato che si deve sempre dire la verità qualunque essa sia.

Mi sto convincendo ora (forse sto maturando?) che è necessario addolcire i lati scabrosi cioè utilizzare una forma meno franca, diretta e dura. Sarà possibile?

 

 

2/10/19...

Mio caro,

ho paura, molta paura. Sono passate due settimane da quando sei venuto a casa mia. Avevi un colloquio per un probabile lavoro. E poi sei sparito. Cerco di non pensarci però è più forte di me.

Ho molta paura. La mia immaginazione non ha limiti e allora mi assalgono incubi orribili e spaventosi. Mi prende la disperazione nel non aver tue notizie e non sapere dove stai o se hai bisogno del mio aiuto. So che non ho nessun diritto però ti scrivo questa lettera non motivata da una stupida gelosia ma perché sono tua amica ed il mio più grande desiderio è di potere esserti utile particolarmente quando può succederti qualcosa. Forse grave.

E poi sei riapparso! Incredibile! Sei riapparso a mezzanotte proprio come i fantasmi. Però tu non sei un fantasma, sei un uomo del tutto imprevedibile del quale non so proprio nulla. Sparisci per due settimane, a volte tre settimane, e poi improvvisamente come "Jack-in-the-pot" eccoti di nuovo. Sei arrivato con la tua bicicletta, accompagnato dall'abbaiare dei cani che non rispettano la tarda ora. Sei una parte di me. Perché già non sei più un estraneo per me. Ti conosco da quasi un anno e conosco ormai il tuo corpo come il mio, così come i tuoi occhi e la tua maniera di guardare, la tua voce e la tua camminata che mi ha attratto fin dal primo momento che ti ho conosciuto. È il tuo comportamento niente affatto comune ciò che mi lega a te. Perché ti sopporto? Pensandoci bene, per molte ragioni, ma soprattutto una molto importante: perché tu sei un regalo che mi è caduto direttamente dal cielo. Un regalo che io non ho chiesto o forse l'ho chiesto mentalmente senza esprimermi chiaramente. Qualcosa nel mio subconscio deve aver comunicato con qualcuno lassù e mi ha fatto incontrare te nel mio cammino. Credo che avevo bisogno di qualcuno come te. E così tutto cominciò di nuovo: quei sudati contatti che avevo immagazzinato nella mia mente senza mai arrischiarmi a ricordarli. Ora si agitavano di nuovo le acque tranquille della mia esistenza come quando si getta il classico sasso in un lago profondo.

 

Nov. 19...

Continuiamo a vederci. "A quoi bon?" Non lo so. Però continuo ad aspettarti, notte dopo notte, con la stessa ansia dei primi giorni. O forse no? Sono confusa. A volte mi sembra di amarti e desiderarti come mai ho amato o desiderato nessun altro uomo. A volte, invece, sento come una repulsione verso di te e preferirei non vederti mai più. Sempre la stessa eterna benedetta o maledetta dualità! Certamente, la mia maniera di amare è cambiata: se fossi più giovane ti amerei con gelosia e diffidenza e persino minor desiderio fisico.

Quando ero una donna giovane, amavo egoisticamente, senza pensare o considerare i sentimenti o le esigenze dell'altro. Vivevo l'amore invaghita dall'idea del possesso e volevo essere felice: Io... e l'altro?

La Gayet di quel periodo non mi è simpatica e non mi piacerebbe tornare indietro perché sono sicura che commetterei gli stessi errori e vivrei la stessa mancanza di comprensione di allora.

È ora che voglio vivere, ora che sono più matura e conosco molte cose che prima ignoravo o semplicemente non vedevo: la cecità degli anni giovanili! Forse ora è troppo tardi ma non importa: ho scoperto un aspetto della vita che non conoscevo e che mi riempie tutta di preziose vibrazioni. Ti sono grata: devo a te se ho potuto cancellare l'altra Gayet, egoista, confusa, volubile e vulnerabile. Per sua colpa. Non era un essere generoso: viveva esclusivamente per se stessa. Fino a quando cominciò a capire che c'era tutto un mondo intorno a lei che emanava onde positive e negative (mi resi conto allora che anche le onde negative servono per apprezzare il giusto valore di quelle positive).

E dovetti ammettere che il mondo non esisteva solo in funzione della mia persona ma che c'erano altri esseri umani che avevano bisogno dell'aiuto di qualcuno. Forse del mio aiuto. E fu così che iniziò il processo di redenzione, che dura ancora. Fino a quando ?

 

15 Nov. 19...

Ho visto in tv "La società dei poeti morti". Ho pianto per il destino di tanti giovani la cui personalità non ha la possibilità di svilupparsi per colpa di padri che, invece di aiutarli a trovare la strada, gli impediscono di realizzarsi calpestando le loro idee e le loro tendenze. Senza logica ed obiettività.

Mi fa veramente male quando vedo un adulto maltrattare un bambino che non può difendersi. E, nondimeno, credo nella disciplina. La famosa dualità? Credo di avere pianto anche perché ti aspettavo e non sei venuto.

"Oggi che t'aspettavo, non sei venuta.

E la tua assenza so quel che mi dice...

dice che non mi vuoi amare..." come poetava il Cardarelli.

In verità non so perché sei sparito di nuovo. È passato un mese e non ho nessuna notizia di te. Ed io muoio dalla voglia di averti vicino. Solo che il pudore della mia età m'impedisce di chiederti di tornare con il tuo modo di vivere così stravagante e che sa riempirmi di allegria.

Mi fa male, non posso negarlo, mi fa molto male. Anche se sempre ho saputo che la nostra relazione sarebbe terminata. Sento però che il mio povero cuore e il mio corpo sono lacerati. Ti ho conosciuto un anno fa e durante questo periodo mi hai dato ore di grande felicità, come mai avevo sognato di poter vivere. Per questo ti ringrazio, mille volte e ancora più. Ti meriti tutto il bene del mondo ed io non sono la cosa migliore per te.

È la verità e vedo la realtà sufficientemente chiara per sapere ciò di cui hai bisogno. Mi piacerebbe vederti felice e soddisfatto. Per la prima volta, amo disinteressatamente e penso all'altro e non solo a me stessa. Vorrei offrirti tutto ciò che ti meriti perché sei un uomo speciale, un uomo saggio ed intelligente. Lotta per la tua vita, per il tuo futuro. Ti voglio bene, non ti amo ma ti voglio bene, tanto bene.

Charrak!

 

21/11/19..

Era tornato. Lei lo guardava mentre dormiva nudo disteso in mezzo al letto, con le braccia aperte e le gambe appena separate. Un sottile suono le saliva dalle labbra. Non era molesto.

Lo guardava dormire completamente rilassato e si domandava perché aveva dovuto aspettare tanto tempo nella sua vita per vivere un momento così perfetto. Tutto arriva a chi sa aspettare, era stato il suo dilemma per tutta la vita. Dimostrava che aveva avuto ragione. Forse tardi, però stava vivendo un momento come non avrebbe vissuto così intensamente, se fosse successo quando era più giovane ed immatura. Forse non lo avrebbe saputo valutare.

Sentiva dentro di sé una mescolanza di sentimenti che la lasciavano stordita. Lo guardava con ammirazione, affetto, perfino con rispetto, ma non con amore. Perché non lo amava. Non era innamorata di lui. Perché?

Forse perché non credeva nell'amore o perché in passato aveva sofferto nel nome di un sentimento che poi il tempo aveva cancellato. L'esperienza che stava vivendo era invece qualcosa di nuovo, qualcosa che la redimeva dagli amori del passato che erano stati castranti. Non era più capace di amare o forse si chiedeva se aveva amato veramente qualche volta o si era semplicemente illusa. Forse aveva chiamato amore il desiderio del possesso, o nel migliore dei casi, il desiderio di sentirsi parte dell'altro essere che per un momento ci appare come un dio. L'immaginazione ci fa vivere un romanzo che quasi sempre finisce per ferirci.

Per Gayet l'amore era come dio: non credeva alla sua esistenza ma non lo negava. Nel dubbio, preferiva astenersi. Per lei tutto era materia e il soffio magico che molti chiamano amore era solo una combinazione chimica che dura tanto quanto più forti sono gli ingredienti che le danno vita.

Però credeva nell'amicizia e nell'affetto. Ed era per questo che era sicura di volergli bene. Effettivamente le sarebbe che lui avesse una vita migliore: un lavoro meno faticoso, più sicuro e più remunerativo. Lui senza dubbio lo meritava per la grande abilità che aveva in tutto ciò che si proponeva di fare con le sue mani capaci. Inoltre erano affiancate da un cervello eccellente. Magari anche una donna che lo amava veramente. Forse chiedeva troppo.

 

 

Dic. 19...

Gayet aveva una nonna che era molto vitale ed intelligente. Era sempre rimasta giovane anche se gli anni erano passati anche per lei come passano per tutti. Aveva ottantasei anni quando morì. Qualche tempo dopo la sua morte, Gayet trovò in un libro una annotazione:

"Sembra che Allah divide ciascuna anima in due parti e mette una metà nel corpo di un uomo e l'altra metà nel corpo di una donna. E solo se questo uomo e questa donna s'incontrano nell'amore, le due metà si riuniscono nuovamente e formano una sola grande anima, capace di grandi cose". La nonna aveva scritto di sua mano: "È una leggenda bellissima ed il suo significato è molto profondo. Sono certa che tu sei una parte della mia anima e solo quando sono vicina a voi, mi sento viva".

La carta sopra la quale la nonna aveva scritto quelle parole apparteneva al tempo di quando Gayet lavorava in un certo ufficio e pertanto la nonna era già una donna matura.

Ora si domanda Gayet, a chi poteva riferirsi la nonna? Ad un amore misterioso e segreto, a qualcuno che doveva avere amato in silenzio e unilateralmente, sicuramente dopo che era diventata vedova... Povera!

Sua nonna era nata fuori della sua generazione e della sua epoca perché era luna persona moderna e profondamente onesta. La donna più moderna che Gayet abbia mai conosciuto.

Ora sente nell'anima di non aver cercato la confidenza di sua nonna per poterla aiutare a vivere un sentimento che forse l'aveva fatta soffrire. Ora che anche lei è una donna matura, solo ora può comprendere. Ora sa che una donna può sentire desideri e pulsioni a qualsiasi età ed un tempo era un tabù, era peccaminoso esprimere sentimenti da parte di donne che avevano superata una certa età... poiché sembrava che l'amore fosse monopolio esclusivo della gioventù.

Suvvia!

 

 

Dic. 19...

Mio caro,

ti dissi una volta che non credevo nell'amore e ora mi domando perché te lo dissi. Non so se credo esista o no l'amore? Come sempre la mia dualità mi porta per strade parallele e opposte. Sono ancora una volta sospesa nel limbo e non capisco chiaramente quale sono le mie idee, ciò che penso e ciò che credo.

Non voglio filosofare anche perché so di non essere all'altezza per un dialogo di quel genere, però voglio guardarmi dentro e cercare di scrutare nel fondo di questa matassa di sentimenti, sensazioni ed immagini che fluttuano e non mi lasciano vivere in pace.

Forse perché ho amato più di una volta e quindi non credo nell'amore eterno (fortunato chi può viverlo!). Ho amato e sofferto anche se poi il tempo ha coperto i ricordi quasi sempre dolorosi con il pietoso oblio. Quando tutto terminava, era il vuoto. O il niente assoluto. Naturalmente alla mia età, sono il risultato delle varie esperienze (e non solo amorose) ed anche se non credo troppo all'esperienza, visto che oggi faccio gli stessi errori di ieri, nondimeno ho cambiato atteggiamento nella mia condotta esterna. Per pressioni interiori forse causate da fatti che "volis nolis" mi hanno plasmato.

Mi sarò indurita o vedo le cose più chiare?

Ti voglio bene? Ti desidero? Cosa sento effettivamente per te? Se ti avessi incontrato quando ero più giovane, mi sarei innamorata di te... o no? Mi domando come posso sopportare la tua maniera zingara di portare avanti una relazione... Ho detto zingara? Ma se non so assolutamente niente degli zingari. Perché a volte si usa una espressione senza rendersi conto se la si usa a proposito o no? Portiamo attaccata addosso una educazione o una eredità che ci lasciarono i nostri antenati e transitiamo nella vita come ciechi, appoggiandoci a regole decisamente superate, a pregiudizi e a norme che non hanno senso o che non ci aiutano certamente a vivere meglio.

Ho cercato di svegliarmi e forse ci sono riuscita ma solo a metà. L'educazione ricevuta quando ero una ragazzina mi è entrata profondamente nella pelle e mi costa cercare di strapparmela da dosso. La vita passa e noi moriremo. E poi cosa?

È passato un altro anno, Gayet e Rom continuano a vedersi. È una relazione sui generis, in effetti è una relazione molto particolare.

Hanno passato insieme l'ultimo dell'anno ed hanno salutato il principio dell'anno nuovo ballando come due ragazzini, bevendo birra e sidro. Guardando il cielo stellato. Sono solo due esseri umani, senza età, vitali e pieni di voglia di vivere. Forse si vogliono bene anche se non sono innamorati, nel senso comune della parola, l'uno dell'altra. Per questo la relazione dura, imprevedibile, tenera, fuori del tempo e della routine. Sono soltanto due esseri umani che si incontrano quando hanno voglia, senza scene di gelosia o di diffidenza, due persone alle quali piace stare insieme, baciarsi, toccarsi e fare l'amore. E parlare.

Sì, perché parlano di tante cose. A Gayet piacerebbe. È diventata una sua idea fissa che Rom possa trovare un lavoro migliore che gli permetta di vivere una vita migliore. Rom è un bell'uomo, ha mani capaci di trasformare qualsiasi cosa dal niente ed un buon cervello: meriterebbe un presente ed un futuro diversi. Se lei fosse ricca, si sposerebbe con lui per assicurargli una vecchiaia senza preoccupazioni. A volte le sembra di essere una madre che vigila su di lui perché non getti via il suo tempo e le sue qualità.

Gayet cerca di essere obiettiva: il giorno che tutto finirà tra di loro, vuole essere sicura che Rom non finirà con una compagnia sbagliata o non adatta a lui e soprattutto con i problemi di sempre.

È come se sapesse che può morire da un momento all'altro e vuole lasciare la casa in ordine.

Come e quando finirà? si domanda Gayet. Non le piace farsi questa domanda perché crede che niente comincia e pertanto niente termina. Qualsiasi accadimento è un passaggio, una fase della vita importante o meno, un qualcosa che fluttua fin dall'origine che si perde nella nebbia della magia del vivere in un mare crepuscolare. Altre volte invece svaniscono in un mare brillante come il sole, in un mare di sensazioni che tutto assorbe e trasforma. Le piace anche sognare come ad ogni essere dotato di fantasia e di speranza. Sogna che un giorno diventerà sufficientemente ricca così che alcuni dei suoi sogni si materializzeranno.

Potrà comprarsi una casetta in campagna ma vicino al mare, dove vivrà con i suoi libri, i suoi animali, tra i quali un cavallo. Lì Rom potrà farle visita quando avrà voglia. E Rom? Lui avrà un grande camion per potere lavorare e viaggiare per tutto il paese, libero da tutti i problemi che attualmente lo affliggono. Libero nel corpo e nello spirito.

E tutti vivranno felici e contenti per molti anni. Fine di un sogno.

Gayet è cocciuta. Lo è sempre stata per tutta la sua vita. Solo grazie alla sua tenacia ha potuto realizzarsi quantomeno in parte. Lei crede:

"IF AT FIRST YOU DON'T SUCCEED, TRY, TRY, TRY AGAIN" (se in un primo momento non hai successo, tenta, tenta, tenta di nuovo).

Questo è stato sempre il suo motto che ha guidato la sua vita e che sempre ha consigliato ai suoi amici e alla gente che la circondava. Lottare con armi pulite per ciò che uno crede è la ragione della sua vita: con determinazione e senza arrendersi mai. Kipling docet. Vivere la vita con intensità, ogni secondo, ogni minuto: questa splendida esperienza, piena di dolore ma anche di momenti magici. Non perdere mai la magia della sorpresa. Tutto è alla nostra portata. A qualsiasi età si può stendere la mano e raccogliere ciò che si è seminato (è consigliabile naturalmente seminare qualcosa) ed usare il cervello. È vero che in alcuni casi anche chi ha lottato ha fallito lo stesso. Ma questo non vuole dire che ci si deve scoraggiare o desistere. Alla lotta. Per la vita.

Vi abbraccia tutti, tutte...

Vostra Gayet.

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agg. 15 novembre 2001