Autori contemporanei
inediti Online
"La vita come Mito e rappresentazione" di Paolo Ivan Tona inedito Online
- Niuiorkese
Canto tredicesimo: il fuoco - Canto quattordicesimo: Tra spazio e tempo - Canto quindicesimo:Lisania- Canto sedicesimo:Berlioz - Canto diciassettesimo: Il libro nero - Rondò
Per leggere dal canto sesto al canto dodicesimo "Niuiorkese"
Per leggere dal canto primo al canto quinto "Niuiorkese"
- Alessandrina
- Romana
- CANTO TREDICESIMO
- IL FUOCO
- Infine bruci!
- Bruci Alessandria la perduta notte
- che rimbomba nell'angolo distorto
- del labirinto, là ove la trama
- tesse il ragno agli inetti; se posticci
- nascondano fattezze di bellezza
- bruci la fiamma; ché se nel deserto
- se c'è goccia di acqua nasce vita
- come l'erba che se non passa l'uomo
- ricopre ogni vestigia, non restasse
- né cenere o ricordo, nascerebbero
- dal nulla intatti e sia lode al dio
- che dalla cenere rinnova la parola
- ogni parola che qui giace cenere
- ridarà forma all'uomo che l'ha fatta!!
- Infine bruci!
- Bruci la Legge sotto ogni forma
- in cui nasconde il potere, ché la Legge
- è retta dal sopruso vincitore.
- Si accoppiano tra loro e si snaturano
- né ibridi né mostri solamente
- incerte forme che opprimono la vita.
- Roma bruci la fiamma e con lei arda
- ogni giudizio e venga cancellata
- la sua sentenza, ché se non restasse
- né cenere o ricordo nascerebbero
- dal nulla intatti e sia lode al dio
- in cui tutto rinasce in cui la spada
- riuccide lo sconfitto e si perpetua
- eterno l'urlo di vinti e vincitori
- Infine bruci!
- Babele venga colta dalle fiamme
- i suoi intrecci inumani le sue luci
- che fendono il buio e lo stravolgono
- là che ove sgorghi
- un intelletto puro che s'imponga
- non gli sia ostacolo l'accordo tra i minori
- per questi non c'è dio che l'assecondi
- ma se non restasse
- né cenere o ricordo nascerebbe
- dal nulla intatto e sia lode al dio
- che ancora una volta fa incontrare
- gli esseri tra di loro
- quali biglie
- di una carambola infinita ove la vita
- di ognuno è intersecata dalle altre
- Tutto ciò bruci e rinasca
- dal fuoco che purifica la terra!!!!
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- CANTO QUATTORDICESIMO
- TRA SPAZIO E TEMPO
- Così io morirò!
- poco m'importa , se non conobbi la luce
- poco m'importa, se non conobbi amore
- oh il dolore conosco
- da me non lo distinguo
- e mi dura e mi pesa
- l'ieri, l'oggi, il domani
- prigioniero di me la corda vibra
- sulla stessa nota: non si esce dal tempo
- non sei che nello spazio, sei uno e gli altri
- I punti si scompongono, stanchi gli occhi
- di decifrare, la linea si interrompe
- Battuto in spazio e tempo questo temo
- che esista cosa che non abbia fine.
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- LISANIA
- Era dunque Lisania il termine dei tuoi anni; era dunque lei ciò che non chiedesti e non soffristi?
- Sii felice e si concluda il canto, se tratto fosti a viva forza dalla perdizione, se lei, unica al mondo di quanto il mondo produce, volle essere tua senza che tu chiedessi. Hai Lisania, non conta arrovellarsi. Lei è il tuo Mito diventato Essenza, il tutto non fu che una lunga preparazione a lei; ora , purificato, puoi attendere ai tuoi giorni. E' Lei Lisania che nessuno ebbe e ora è tua; quale gioia sapere che le infinite vicende non erano che Lei, che veramente non fu vano il Sogno.
- Chiudi il tuo canto, ora è tempo di silenzio e gioia.
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- CANTO SEDICESIMO
- BERLIOZ
Precipitato! Come da un abisso!
- precipitato! la lunga ala nera
- della notte, l'oblunga menzogna.
- C'è una storia che si snoda tra vicende
- di vicoli e delitti e c'è n'è un'altra
- di morte e amore e un'altra di dolore
- l'olio è versato, su questa Prospettiva
- la gente è indecifrabile, fa male
- fa male a non fidarsi, professore.
- Su due piani di logica supponga
- si svolga la vicenda: questo è il tema
- non è il giorno inattivo che è perduto
- ma una notte di sonno senza sogno,
- tema solo le notti in cui non dorme
- il rigirarsi, tema, sul suo letto
- Ci sono notti di insonnia in cui ritorna
- come dente di cane quella notte
- e io passivo la vedo sfilare
- la morte umana e la musica sul ventre
- le rose le orchidee e la risacca;
- si confondono i tempi nella mente
- il cavallo muove già sulla scacchiera
- ci sarà pianto e dolore ma non tema
- sul logoro terreno devastato
- la madre riconosce il proprio figlio,
- poi non così!
- Ciò che lei crede vero non è esatto
- c'è come un velo tra gli occhi e la mente
- comunque vada, l'olio è già versato
- addio, addio, o arrivederci a presto
- Sette paia di scarpe ho consumato
- sette fiasche di lacrime ho colmato
- il gallo canta e non ti vuoi...............
- Non c'è risveglio, è la lunga notte
- che stende le sue ali sui tuoi occhi
- la luce che t'abbaglia non è luce
- ciò che i tuoi occhi vedono è fallace
- Sino a me sono giunti i tuoi clamori
- Babilonia la Grande, a me lontano
- giunge la puzza del tuo sterco e tremo
- dei segni ridi, ti fai beffa di tutto
- chi ti richiama in realtà è tuo complice
- e non c'è spada che possa sottometterti.
- Oh, è ancora qui? Mi scusi , Professore;
- ma faccia presto Annuska ha già versato
- il poco olio che aveva, sù, coraggio
- addio ,addio, o arrivederci a presto
- Quello che avvenne dopo è raccontato
- in libri chiusi da sette sigilli
- non ne ebbi la chiave intuii solo
- di essere l'estensore di un racconto
- di cui non seppi né fine né principio
- Tra due notti di pace, il giorno atroce.
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- CANTO DICIASSETTESIMO
- IL LIBRO NERO
- Se scorrendo le immagini del tempo, ti restasse un ricordo che non faglia, quasi che esso fosse l'unica cosa , che resiste sporgendo dalla rupe, e l'onda sotto incessante si ritrae e ritorna d'un colore bianco, che è lo stesso colore della Luna, pensando che questo mare e questa rupe, videro altre notti in cui disteso, su di essi stette un viaggiatore, e pomeriggi estivi di un tepore
- cui nulla è paragone, e si visse, allora, sì si visse, credendo in qualche cosa che si è sfaldato, come la stessa roccia che calpesti, e ad occidente si stendeva il mare e verso oriente il mare, e mare a nord e a sud , e tu eri il centro dell'esistente, là dove la vita non appariva, ma tutto era vivo e pulsava, di un tremore che si imprime sul volto............
- " No problem, Mister Durrel, può darsi solo che rimanga l'immagine di copertina oppure solo "scritto in casa di......" no problem; che vuole, di questi tempi tutto è così sfasato"" Secondo me la figura fondamentale è il cane" "In che senso?" " Beh, sì, insomma il fatto che muoia proprio in quel momento significa che si è chiusa una disgressione che, insomma, tutto stava a significare che era il depositario del concetto e lo vedeva realizzato" "Quale concetto?"" Voglio dire il concetto di unità, cioè che tutto tende a prendere il corso naturale, che il mito diceva questo, che tutto dopo tornerà normale" "Svelti, per favore, si chiude!" "Lei mi ha tolto la parola" "M'avrà imbeccato!"" No, no, finisco di bere" "Svelti , per favore, si chiude!"" Ah, questi locali, quella volta che ti capita un bel discorso; beh, allora, good night; a proposito, What's your name?"
- "My name is Life!" "Incantato" "mi avevano parlato di lei ""Qualcosa di lei mi era giunto alle orecchie" "Ah, sì, Mario, quello strano dramma" "Lei era presente? ""Avrei voluto partecipare, ma l'Autore non è riuscito a trovare un posto per me" "Svelti, per favore, si chiude!"" Non si dolga, sarà stato da qualche parte a lei più congeniale" "Lei dice? Sarà!. Beh, buona notte , allora" "Good Morning, amico mio, non vede che è già l'alba!?" "Ah, già, Good Morning, allora"
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- IL FINITO
- Quest'oggi, penso, aspetterò il tramonto
- in quest'angolo di mondo dove il deserto
- è deserto e non sorgono ombre
- che invitino a pensieri paradossi.
- Qui è per noi, qui la rosa è rosa
- e non sfaccetta immagini infinite
- e la moneta ha identico il rovescio
- e senza effigi e l'orizzonte è chiuso da montagne
- che delimitano il mondo
- Questo ci basta e questo ci solleva
- qui si placano le ansie, si fa certo il destino
- nelle mani si chiude l'Universo.
- Nessuno, il mio nome? Nessuno
- 1989.
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Inserito il 25 gennaio 2000