- Il
caso
-
- Bologna, 1988.
Studio della dottoressa Adele Sastri, psicologa.
Musica rilassante, luci soffuse.
- Niente austero
lettino da psichiatra. Nessuna barriera. Dottore e
paziente siedono insieme sul divano. Sulla parete di
fronte sono proiettate tre diapositive. La prima
rappresenta un cigno, la seconda un'aquila, la terza
uno stormo di corvi.
- Eugenio scarta il
cigno. E' indeciso tra le altre due.
- -In realtà,
mi sento come un'aquila precipitata in mezzo ai
corvi-.
- La dottoressa
annuisce, sorride. E' bionda, minuta, un po' racchia.
Ha uno spiccato accento sardo.
- -Concentrati
sull'aquila. Immagina di spiccare un balzo da una
rupe. Pensa di volare in alto, sempre più in
alto. Prova la forza delle tue ali. Ogni mattina, al
risveglio, farai tre lunghi respiri, secondo la
tecnica yoga. Dopo dirai a te stesso: io sono
un'aquila. Ora parliamo della tua
famiglia-.
- Spegne il
proiettore. Estrae dal camice un mazzo di tarocchi.
Dispone sul tavolo gli arcani maggiori. La sua terapia
non è di tipo freudiano. E' una novità
importata dall' America. Serve a rafforzare
l'io.
- Eugenio sceglie la
torre che crolla. La dottoressa annota sul taccuino:
"Perdita dei valori familiari".
- Segue la carta
dell'imperatore. "Padre autoritario".
- Infine il matto.
"Personalità labile, insicura".
- -Distenditi adesso.
Lasciati guidare dalla musica-.
- Gli massaggia le
tempie, ed Eugenio avverte un principio di erezione.
E' il transfert. Ma se lei gli massaggiasse
qualcos'altro, non gli dispiacerebbe.
- -Quando è
crollata la torre?-
- -Con la morte di
mia madre. Forse ancora prima, quando ho scoperto che
mio padre aveva un'amante-.
- -Una storia
seria?-.
- -Molto seria. Si
sono sposati-.
- -Descrivimi la tua
matrigna-.
- -Una strega dai
capelli rossi-.
- -E tua
madre?-.
- -Una donna dolce,
incapace di affrontare il mondo. Ha vissuto all'ombra
del marito-.
- -Le volevi
bene?-.
- -L'odiavo e
l'amavo. Avrei voluto che fosse meno
remissiva-.
- -Devi liberarti dai
sensi di colpa nei suoi confronti. Ripeti: io non
potevo intervenire nelle sue scelte-.
- -Sì, io non
potevo intervenire, però potevo almeno andare a
trovarla-.
- -L'avresti
salvata?-.
- -No, sarebbe morta
comunque-.
- -Allora non hai
niente di cui pentirti. Ognuno ha il suo destino.
Guarda avanti. Che cosa vedi?-.
- -Le pagine bianche
della mia tesi di laurea-.
- -Perché non
riesci più a scrivere?-.
- -Sono ossessionato
dalla mania di contare. Cancello una frase, se le
parole sono di numero dispari-.
- -Quindi preferisci
i numeri pari, e questo è in relazione con
l'universo femminile. Le donne ti perseguitano. Tua
madre, le fidanzate scontente, la strega dai capelli
rossi. Fai un bel falò di tutte loro. Disegna
delle figurine di carta, ci metti sopra il nome, le
bruci. Usa qualche granello d'incenso.
Disperderà gli spiriti cattivi. Inoltre
scriverai venti cartelle senza contare le
parole-.
- -Non
posso-.
- -E' un ordine. Su,
riepiloga l'assegno per questa settimana-.
- -Io sono
un'aquila-.
- -D'accordo-.
- -Non ho colpe nei
confronti di mia madre-.
- -Sicuro-.
- -Brucerò gli
spiriti maligni e scriverò venti
cartelle-.
- -Senza barare.
Ricorda il nostro patto: tu ti fidi di me ed io
t'insegnerò a fidarti di te
stesso-.
- Sulla porta dello
studio, Eugenio incrocia una donna bruna, più
anziana, sofisticata. Se guardasse la televisione,
saprebbe che si tratta di Medea, alias Maddalena,
alias Euridice.
- Anche lei ha deciso
di farsi curare. Dopo la sconvolgente esperienza sul
set degli "Argonauti", è ossessionata dalla
visione di Patrizio. Egli le appare nel vano della
caverna, mentre le porge il vello d'oro. Un bracciale
d'argento gli scintilla al polso, colpito dagli ultimi
raggi del sole calante. Quel luccichio la ferisce come
una lama acuminata. Prova ripugnanza per il cibo.
Rischia di diventare anoressica. Pur non essendo
credente, è assalita da Satana.
- La dottoressa vuole
rieducarla. -Mia cara, sei lesbica. E' la spiegazione
naturale ai tuoi comportamenti anomali. Da bambina,
desideravi uccidere tuo padre e giacere con tua madre.
Inconsciamente, rifiutavi tuo marito. Nella sua morte
hai proiettato gli scrupoli per un delitto mai
commesso-.
- Maddalena accarezza
l'idea. Essere lesbica fa molto chic. Però,
quel compagno di sventura, quel ragazzo con gli
occhiali e l'aria da seminarista, tocca una corda del
suo istinto femminile. Le piacerebbe indagare su di
lui, scoprire cosa li accomuna. Magari proteggerlo,
consolarlo. Trovare un amico che sia anche uno scudo
contro gli attacchi del male.
- Perciò
trasgredisce il divieto affisso al muro, in sala
d'attesa: "Niente rapporti tra pazienti". Un
pomeriggio prende l'iniziativa, e gli fa scivolare in
mano un biglietto. Nome, cognome, indirizzo,
telefono.
- Eugenio è
imbarazzato. Gli sembra di tradire la dottoressa. Dopo
ogni capitolo della sua tesi, lei gli dimostra, sul
famoso divano, che nessun maschio dai sani appetiti
è impotente. La dimostrazione è pratica,
quindi efficace. Lo riscatta da umiliazioni del
passato. Gli offre una vita normale.
- Con Adele ha
raggiunto l'orgasmo. La gratitudine lo spinge al
matrimonio. La vanità lo spinge all'avventura.
Nella partita tra le due rivali, la bionda e la bruna,
la sapiente e la folle, sarà arbitro il caso.
Tutto può accadere.
- Il mondo è
governato dal caso, secondo Democrito. Gli atomi si
muovono nel vuoto. Si muovono e basta, senza un
perché. Non obbediscono alla provvidenza, non
sono frammenti di un mosaico divino.
- Democrito ebbe poco
successo tra i suoi contemporanei. Gli preferivano il
fato, le sibille, gli oracoli. Anche oggigiorno ha
scarsi seguaci. La gente legge l'oroscopo, consulta le
chiromanti, crede nel destino.
- Dalla morte di
Antonio Bianchi, Maddalena è un atomo, lanciato
vorticosamente nel vuoto. Non ha fissa dimora.
Girovaga tra Italia e Francia, ospite di amici
intellettuali. A Bologna alloggia in casa di un
filosofo.
- Quando li vede
insieme, sotto la torre degli Asinelli, Eugenio
comprende. Ella è una musa dello spirito. Una
Bettina Brentano, una Lou Adreas Salome.
- Si affretta a
telefonarle.
- -Sono il paziente
della dottoressa Sastri-.
- La voce di lei,
perennemente stanca, si rianima.
- -Di che ti
occupi?-.
- -Ecco, al momento
sto completando la mia tesi di laurea. Spero di finire
per l'anno prossimo-.
- -Come
s'intitola?-.
- -"La potenza della
volontà"-.
- -Interessante. Ti
sarai ispirato a Nietzsche, suppongo-.
- -Sì,
vagamente. Parto da Democrito per arrivare a
Nietzsche-.
- -E quale sarebbe il
collegamento?-.
- -Democrito ha
scoperto la cecità. Nietzsche ha inventato gli
occhiali. Nasciamo per caso, ma possiamo trasformare
il caso in un destino. Afferrare la cieca
volontà del mondo e sottometterla alla
nostra-.
- -Ricorda un po' le
teorie di Adele-.
- -Beh, sono stato
influenzato dalla terapia-.
- -Hai superato i
tuoi problemi? Scusami l'indiscrezione. Te lo chiedo
perché mi sento ancora al punto di
partenza-.
- -Parliamone. Sei
libera stasera?-.
- -Ho un paio
d'impegni, ma non importa. Vieni a prendermi verso le
nove-.
- Quella sera Adele
aspettò invano il suo amante. Aveva preparato
una cena a lume di candela. Era il loro primo
appuntamento fuori studio. L'aragosta si
afflosciò sul letto di verdure. Le candele si
consumarono fino allo stoppino. Lui non
l'avvertì, distratto dal nuovo orizzonte.
- In fondo, Adele era
una donna sola, con illusioni e speranze. Non ultima,
quella del matrimonio. Anche Maddalena è sola,
senza illusioni e speranze, come appunto sta
confessando ad Eugenio.
- -Ho l'impressione
di vagare in un oceano di nebbia. La vita che vivo non
è mia, non mi appartiene. Mi lascio trascinare
dagli eventi. Dovunque vada sono circondata da
fantasmi. Secondo la dottoressa, tutto questo accade
perché nego la mia sessualità. Dovrei
essere lesbica-.
- -Hai mai provato a
baciare una donna?-.
- -Sì, una
bruttissima sensazione. Le labbra così morbide
. Comunque il mio livello di libido è
sceso a zero anche sull'altra sponda. Sono entrata in
terapia per colpa di un uomo-.
- -Ti ha
violentata?-.
- -No, forse lo
l'avrei fatto io. Il desiderio mi è salito
dentro come una tempesta. Era un desiderio puramente
fisico, quasi brutale. Sono fuggita da lui. Io ho
bisogno di un uomo di cultura, capisci? Un uomo che
cita Heidegger mentre stiamo a letto. E' una questione
di stile-.
- -Se vuoi, conosco a
memoria "Sentieri interrotti"-.
- -Oh sì,
parliamo fino all'alba, solo tenendoci per mano.
Fingiamo di essere Hansel e Gretel, perduti nel
bosco-.
- Così
camminarono sotto i portici. Eugenio raccontò
del libro in cui la filosofia tace, abbandona la scena
in silenzio, e lascia l'ultima parola alla poesia,
che, a sua volta, la cede agli amanti.
- "Solo gli amanti
potrebbero, se sapessero come, dire meraviglie". Ma
Maddalena ed Eugenio non erano amanti. Erano angeli.
Senza cognizione di vita o di morte. Senza desideri
carnali.
- Nel giugno
dell''89, la famiglia Guglielmi festeggiò due
avvenimenti ormai insperati: la laurea di Eugenio ed
il matrimonio di Anella.
- Grazie agli amici
influenti di Maddalena, "La potenza della
volontà" fu pubblicata. Piacque poco al mondo
accademico, e molto ai profeti della new economy, a
cui forniva una teoria. Un imprenditore rampante
dichiarò l'autore meritava un posto nella sua
azienda. Eugenio esitava ad accettare.
- Allora il filosofo
bolognese lo ammonì: -Non sono più i
tempi di Che Guevara-. E gli spiegò quale vita
lo attendesse presso il cavaliere Della
Mole.
- -Abiterai a Milano,
tra gente che conta. Dovrai occuparti dei comunicati
alla stampa, relativi alle vertenze giudiziarie. Ce ne
sono parecchie. Tu sei un tipo orgoglioso. In capo ad
un mese, imparerai a redigere quelle risposte in tono
sferzante. I giornalisti tenteranno di ficcare il naso
negli affari del cavaliere. Qualcuno ti offrirà
ricompense per sbirciare le carte
-.
- -Oh no!-
replicò Eugenio arrossendo.
- -E' strano. Dopo
tanti anni da studente, sei ancora capace di
indignarti-.
- -L'onore è
la virtù dei forti, non degli
schiavi-.
- -Conoscerai la
seconda moglie del cavaliere. E' una donna bionda,
alta, ben fatta. Apprezza una sola qualità, il
successo. Dopo vengono i soldi. Non ti arrischiare a
parlar male di Mike Buongiorno in sua presenza. Quando
nomina un personaggio famoso, la sua voce si abbassa
religiosamente-.
- -Ho idea che non
resterò a lungo a Milano-.
- -Si vedrà.
Con il tuo carattere, o farai fortuna, o cadrai in
disgrazia. Non c'è via di mezzo. Comunque,
potrai sempre tornare all'università, ma dalla
porta principale, come mio assistente-.
- Colmo di
riconoscenza, Eugenio esclamò: -Sono stato
odiato da mio padre fin dalla nascita. Ora non mi
lamenterò più del caso, perché in
voi ho ritrovato un padre-.
- -Sta bene- lo
interruppe il professore. &endash;Basta col caso. Di'
piuttosto: la provvidenza. Maddalena è la tua
buona stella. Lei ti aiuterà a destreggiarti in
quel mondo ipocrita e losco. Ricorda, i filosofi hanno
bisogno dei potenti-.
- Tra sé lo
studioso pensava: "Se il ragazzo è una debole
canna sarà abbattuto. Se è un uomo di
polso, guadagnerà uno stipendio più alto
del mio".
- Malgrado la
gentilezza con cui fu accolto, Eugenio si sentì
spaesato nell'azienda. I milanesi erano freddi,
garbati, distanti. S'interessavano di politica solo in
rapporto agli affari. Ai problemi del nuovo ambiente,
si aggiunsero quelli di natura sessuale. Maddalena
giocava ancora ad Hansel e Gretel.
- Un anno prima, ella
aveva disperato d'incontrare un compagno fuori dal
comune. Ma adesso temeva l'ignoto, la
profondità del carattere di lui. Sarebbe
diventato il suo padrone. Probabilmente la
disprezzava. Forse rimpiangeva Adele. Forse non
l'amava.
- In quei momenti di
dubbio, alla sua coscienza ottenebrata si presentava
l'immagine di Patrizio, più viva, più
ardente che mai. "Niente è normale in una donna
come me" rifletteva con amarezza. "Lo spirito è
diviso dai sensi. Lui dovrebbe prendermi con la
forza".
- Da un tale atto,
Eugenio si guardava bene. Perché non
confessarlo? Aveva paura. Paura di finire in galera
con il cavaliere, paura di far fiasco con Maddalena.
Invano ogni mattina ripeteva a se stesso: -Io sono
un'aquila-. Soffriva le pene dell'inferno.
- Per mascherare
questo stato d'animo, rivolse le sue attenzioni alla
frivola signora Della Mole, che ne fu lusingata.
- Voleva vendicarsi
di Medea, rubandole il giovane amante. Anche lei era
stata attrice, ed ahimè, nessuno se ne
ricordava.
- In tali rischiosi
frangenti, la caduta del muro di Berlino fu un evento
provvidenziale. Peter ed Eugenio, in qualità di
osservatori, Maddalena e Patrizio, in qualità
di ospiti,
- parteciparono al
grande show, organizzato dalla RAI, nel museo dove
sono raccolte l'ara di Pergamo, l'agorà di
Mileto, la porta di Babilonia.
- Nel suo discorso,
Peter affermò che il comunismo non era
tramontato per sempre.
- -Ci resta una
grande utopia, verso cui dobbiamo dirigere i nostri
passi. Tra cento, mille anni, l'umanità
sarà rieducata e pronta a scegliere,
pacificamente, un nuovo stile di vita. Chi avrebbe
previsto, nel medioevo, l'abolizione dei privilegi
feudali e
- la fine della
servitù della gleba?-
- Eugenio
replicò che il comunismo è contrario
alla natura umana.
- -Una società
livellatrice nega i diritti dell'individuo, sopprime
le ambizioni, sacrifica il genio-.
- Il presentatore
troncò la disputa, annunciando: -Ecco il nostro
Giasone che scende le scale dell'ara, incontro alla
sua Medea. Patrizio Guglielmi reciterà alcuni
versi dal "Faust" di Goethe-.
- L'attore non
poté recitare. Medea gli svenne tra le braccia.
Era stata abbagliata dal luccichio di un bracciale
d'argento, quando lui aveva alzato la mano per
salutare il pubblico.
- La sera stessa,
dopo lo spettacolo, Maddalena convocò una
conferenza stampa.
- -Ho deciso di
lasciare il filosofo Eugenio Gugliemi per unirmi a suo
zio. Il collega non è stato ancora informato
del mio progetto, ma penso che l'accetterà di
buon grado-.
- Quella notte
Eugenio fece i conti con la sua coscienza e con il
fantasma di Adele. Gli tornarono in mente i suoi
vecchi ideali. Li aveva traditi. Aveva scelto la donna
sbagliata, ne aveva assecondato i capricci, e si era
comportato da debole, perché temeva di far
brutta figura.
- Anche verso il
padre era stato ingiusto. Lui, che si professava ateo
e nietzschiano, non gli aveva mai perdonato la
relazione con Wendy. Non era accorso al capezzale
della madre morente. Aveva disertato il matrimonio di
Anella, malgrado lei l'avesse supplicato
d'intervenire.
- "Non scrivi, non
telefoni, non mandi notizie. Sei venuto a stento al
funerale della mamma, sei ripartito immediatamente,
senza salutare nessuno. Ci consideri tuoi nemici, e
noi invece ti amiamo".
- Sì, aveva
trattato i suoi familiari da nemici, mentre covava il
peggior nemico in se stesso.
- All'alba si
affacciò alla finestra dell'albergo. &endash;Io
non sono un'aquila- mormorò, e si lasciò
cadere di sotto, schiantandosi contro il
selciato.
- Adele,
pietosamente, prese il primo volo da Bologna a Berlino
per raccoglierne i resti. Trovò la bara
già sigillata. Dovette accontentarsi dei
frammenti di occhiali, rimasti sul selciato. Li
conservò gelosamente in una teca.
- Quella tragedia
diede una svolta alla sua professione. Segnò il
ritorno al metodo freudiano, all'austero lettino, al
resoconto dei sogni. Intanto, il divano da salotto,
- le luci soffuse, la
musica celtica venivano archiviati.
- Vittorio
crollò, anche fisicamente. La sua bella figura
da normanno incominciò ad incurvarsi, il suo
solare ottimismo si offuscò, la sua passione
per Wendy prese la via del declino. L'olio, l'albergo,
la terra, andasse tutto in malora.
- Anella promise di
battezzare con il nome di Eugenio uno dei gemelli che
portava in grembo.
- Lady Gray
inviò un telegramma da Parigi, dov'era in luna
di miele. Il cavaliere Della Mole scrisse di suo pugno
il necrologio. La moglie versò qualche
lagrima.
- Ma tutte queste
premure non riuscirono a placare l'anima del defunto,
che continua a vagare ai confini di quest'atomo
oscuro, detto Terra, lungo le rive del grigio fiume
Oceano.
|