- Il
non-essere
-
- "L'uomo è
misura di tutte le cose" afferma
Protagora.
- Siamo entrati nel
regno dei sofisti, dove la morale è relativa e
ciascuno è giudice delle proprie azioni.
Pertanto, i sofisti erano bravi avvocati.
- Euripide ne
subì l'influenza. Nella tragedia "Medea" sembra
sostenere un'arringa,
- in difesa della sua
eroina. &endash;Signori giurati, considerate la
condizione della donna qui presente. E' sola,
straniera. Emarginata dalla gente del luogo, per
un'ingiusta fama di strega. Ha perso il padre ed il
fratello. E' vero, li ha uccisi lei. Ma quando i
delitti sono stati commessi, l'imputata era ancora
minorenne. Sono reati caduti in prescrizione.
Perciò sorvoliamo. Che cosa le resta? Un
bellimbusto che prima si è servito di lei, ed
ora minaccia di abbandonarla. Mettiamoci nei suoi
panni. Doveva pur vendicarsi. Fa scempio dei figli,
d'accordo. Però il dolore ricade anche sul suo
cuore di madre. E gli dei la perdonano, le mandano un
cocchio volante per salvarla. Siate clementi con
Medea, cittadini di Atene-.
- Siate clementi con
Maddalena, cittadini del villaggio
globale.
- Ha ritirato le
dichiarazioni fatte ai giornalisti. Si è
gettata tra le braccia di Adele. Ora assiste da sola
ai funerali di Eugenio, messa in disparte dalla
famiglia.
- Piove. Siccome
disdegna gli ombrelli, i capelli le si sono
appiccicati al viso. Sembra appena uscita dall'acqua,
come la lontana Euridice.
- Patrizio si accosta
per ripararla. Lei lo respinge.
- Veramente è
solo un gesto plateale, perché nell'intimo
vorrebbe consegnarsi a lui, tendergli le mani
insanguinate, deporre ai suoi piedi il fardello di
morte.
- -Ho ucciso mio
padre, ho ucciso Antonio Bianchi, ho ucciso tuo
nipote, per arrivare fino a te-.
- Ma esteriormente
è dura e fredda. Un blocco di ghiaccio. Non
prova rimorso. Non prova dolore. Avverte il peso della
solitudine, oltre alla spiacevole impressione di
essere estranea e malvista tra quella
gente.
- Piangerà
più tardi, quando sarà in grado di
capire i suoi sentimenti.
- I parenti che
circondano la bara si sostengono a coppie. Vittorio
con Wendy. Peter con Anella. Maddalena li osserva ed
un moto di collera la travolge. "Se mi mettessi a
singhiozzare, nessuno mi crederebbe".
- Non sa che qualcuno
si preoccupa sinceramente per lei. Prima di partire da
Berlino, Adele ha parlato con Patrizio.
- -Abbiate cura di
Maddalena. Non fatela sentire in colpa. Potrebbe
esserle fatale. Lei ed Eugenio hanno abbandonato la
terapia in una fase molto delicata. Purtroppo, un
tipico caso di follia a due-.
- Patrizio è a
disagio. Durante il viaggio in aereo, insieme alla
troupe televisiva, non hanno scambiato una parola.
Quando le ha offerto un passaggio in macchina, per
Palinuro, lei ha rifiutato.
- -Preferisco il
treno-.
- Ha accettato
l'ospitalità dell'hotel "San Michele"
perché gli altri alberghi d'inverno sono
chiusi. Il paese è deserto, e la pioggia
scrosciante rende lo scena ancora più
desolata.
- Ecco, tutto
è finito. Cenere alla cenere, polvere alla
polvere. Adesso, che ne sarà di
lei?
- Se avesse una casa,
ci tornerebbe. Con Eugenio, a Milano, abitava in un
residence. Il contratto è già stato
disdetto.
- Dovrà
pernottare in hotel. Chiudersi nella sua camera e
stordirsi con i tranquillanti.
- Ma mentre sta per
avviarsi, una mano salda le serra il braccio. Sotto il
velo funereo della pioggia, balugina un luccichio
d'argento.
- -Maddalena, sono il
proprietario dell'hotel "San Michele", e non permetto
ai miei clienti di ammalarsi. Sei fradicia fino alle
ossa. Vieni a scaldarti vicino al camino. Berremo
qualcosa di forte per tirarci su. E' stato un brutto
giorno per tutti-.
- -Una brutto giorno?
Io direi un incubo, piuttosto. Questi momenti non mi
daranno mai pace-.
- -Ti prego, non
tormentarti. Eugenio era un ragazzo un po'
fragile-.
- -La morte lo ha
reso molto forte. Perdonami, Patrizio. Ho combinato un
guaio senza rimedio. Vado soggetta a sbalzi d'umore.
Quella maledetta sera ho agito in preda ad un raptus.
Avevo perso il controllo sui nervi-.
- -Lascia stare. Sono
colpevole anch'io. Ti ho sognata ed aspettata per
vent'anni. Tu non lo sai, non lo ricordi. Ci siamo
incontrati qui, quando eri solo una ragazzina, in lite
con la tua famiglia e col mondo. Ti chiesi di dirmi il
tuo nome. Te ne andasti. Da allora sei stata Euridice,
la bianca sposa, chiusa in se stessa come un fiore.
Poi sei diventata Medea, la sposa
sanguinaria-.
- -E non mi consideri
impura? Non ti faccio orrore?-
- -No, provo
pietà. Per me, per te, per Eugenio. Siamo tutti
marionette nelle mani del fato-.
- Seduti accanto al
camino, nella calda intimità che si sprigiona
dalle fiamme, lei gli racconta la sua
storia.
- -Quando ci siamo
conosciuti, ero già infelice. La mia sciagura
è cominciata molto presto. Ricordo il Natale
del '66. Avevo quattordici anni. Tornando da scuola,
vidi l'albero addobbato da mia madre, e pensai: questo
è l'ultimo Natale che trascorro serenamente.
Infatti le ombre si addensavano sulla mia vita, ma non
la toccavano ancora. Due mondi vi si confondevano. Uno
luminoso, l'altro oscuro.
- Da una parte, volti
affettuosi, stanze piene di comodità e di
tepore, vacanze, feste, buoni voti a scuola.
- Dall'altra, la
musica dei Rolling Stones, le canzoni di Bob Dylan,
brividi, presagi di un regno sotterraneo, in cui
confluiva il piacere.
- Nel vecchio
focolare domestico non c'era più niente da
scoprire. Esso si dileguava nel suo mite splendore.
Era popolato dai genitori, dai nonni, da Dio.
Dipingevo fiori, scrivevo poesie. Assaporavo le gioie
di una coscienza tranquilla e non davo motivo di
preoccupazioni. Una strada diritta portava verso
l'avvenire.
- L'altro mondo,
invece, prometteva avventure belle e terribili,
scandalose e crudeli. Prometteva un biglietto d'andata
senza ritorno. Se avessi imboccato uno solo dei suoi
sentieri, sapevo che non ne sarei più uscita.
La favola del figliol prodigo non faceva per
me.
- Il primo pilastro a
cadere fu Dio. Tra i due mondi si scavò un
abisso. Un giorno fui costretta a scegliere.
M'innamorai di un ragazzo ribelle, che disprezzava la
società, il dovere, la legge, i buoni
sentimenti.
- Egli mise a nudo il
mio lato selvaggio. A sedici anni sperimentai la
passione come una donna di trenta. Tuttavia non avevo
imparato a difendermi.
- Restai incinta, lui
mi abbandonò.
- Dovetti chiedere
aiuto ai miei genitori. Li odiai ed essi odiarono me.
Mio padre non mi rivolse più la
parola.
- E' vero, quando
m'incontrasti, ero discesa nel regno delle ombre. Ma
nessun Orfeo mi aspettava per liberarmi.
- Così rimasi
sospesa tra la vita e la morte. Antonio, Eugenio sono
stati dei surrogati dell'amore. Succhiavo una linfa
spirituale dalle loro anime, senza curarmi dei sensi.
I sensi mi avevano tradita una volta. Poteva
bastare.
- Poi nel crepuscolo
violaceo, tra le rauche strida dei corvi, apparisti
tu. Ti stagliavi seminudo nel vano della caverna.
Reggevi tra le mani il vello d'oro.
- Sapessi quanto ho
pianto, come mi sono pentita, dopo il lieve, bruciante
contatto con la tua pelle.
- In seguito,
quell'immagine mi ha ossessionata. Non riuscivo a
dormire, a mangiare. Perciò sono entrata in
terapia. Il resto lo sai. Ho conosciuto Eugenio. L'ho
tolto alla dottoressa Sastri-.
- Maddalena sorride
nervosamente. Riempie il bicchiere di brandy, e
qualche goccia si versa per terra.
- Patrizio fissa
affascinato il liquore: riverbera l'oro delle
fiamme.
- -Che strana
coincidenza!- esclama. -Anche tu sbucasti da una
grotta, in riva al mare, di notte. Parlo dell'estate
del '69. Camminavo lungo la spiaggia, seguendo i
latrati di un cane randagio. Non indossavi costume.
Eri vestita di raggi lunari. Da principio, ti scambiai
per un fantasma-.
- -E poi lo siamo
diventati sul serio. Attori, finzioni, fantasmi. Corre
voce che sei omosessuale-.
- -E' vero. Ci sono
stati più uomini che donne sulla mia strada.
Quello che dici circa i due mondi, vale anche per me.
Ma io non ho avuto una madre, non ho avuto stanze
piene di comodità e di tepore. Ero un reietto,
un lupo solitario braccato dagli esseri umani.
Aspiravo soltanto alla mia indipendenza. L'ho ottenuta
grazie ad un vecchio signore, cieco e saggio come
Omero. Da lui ho imparato tante cose, soprattutto, ad
accettarmi.
- Dal belvedere della
villa, si udiva il canto delle sirene. "Vieni, mi
chiamavano. Siamo le tue sorelle. Da noi avrai pace,
conforto. Non ti sentirai più
solo".
- Ebbene, rispondevo,
che c'è di male ad essere soli?
- Ne ho fatto una
regola. In ogni rapporto non sono mai andato al di
là dell'avventura. Ho vissuto momenti di
felicità, in perfetta simbiosi con l'universo.
- Questo è un
momento perfetto. Ho paura di sciuparlo. Ho paura di
toccarti, Euridice, di farti diventare
realtà-.
- -Bene,
aspettiamo-.
- -Domani parto per
la Francia. Inizio le riprese della "Primula
rossa"-.
- -Non sei un po'
vecchio per la parte?-.
- -La gente non se ne
accorgerà-.
- -Dunque dobbiamo
separarci da amici-.
- -Amici, nemici,
amanti, fratelli. Quello che vorrai. E' la nostra
ultima occasione-.
- -E
domani?-.
- -Ti offro il
presente. Il futuro è in mano agli
dei-.
- Maddalena si alza.
&endash;Buonanotte. I sonniferi sono compagni
più fidati di te-.
- Il braccio di lui
si tende pigramente. &endash;Se ci ripensi, questa
è la mia chiave-.
- Nel prenderla, lei
gli sfiora il monile d'argento.
- -Perché lo
porti sempre?-
- -In ricordo di un
amico morto di AIDS-.
- Era stato questo ad
attirarla: il lunare bagliore della morte. All'alba,
finito l'effetto dei sonniferi, Maddalena s'infila la
vestaglia, percorre il corridoio silenzioso,
gira
- la chiave nella
serratura.
- La camera è
in penombra. La pioggia batte ritmicamente sui vetri.
Non è una notte profumata di viole. E' un'alba
squallida e grigia.
- -Dormi?- chiede lei
in un sussurro, scivolando nel letto.
- Lui volta la testa
sul cuscino, in direzione della voce. Scorge una
sagoma indistinta. &endash;Mi ha svegliato il cigolio
della porta. Dormivo un sonno leggero-.
- Poi resta immobile,
tace, per prolungare la magia dell'attesa,
finché una massa di carne, morbida e fresca,
gli cade sul corpo. Carne di donna. Seni pesanti,
natiche forti e voluttuose.
- Sebbene un po'
disorientato, Patrizio non si oppone a nulla. Quella
sensualità senza freno, senza ritegno, lo
scuote fino alle radici, lo spoglia fino all'estrema
nudità. Egli è uno schiavo fisico, un
oggetto passivo, consenziente. Il fuoco brucia i suoi
antichi timori, nei luoghi più segreti, ne fa
un uomo nuovo.
- Gli costa un certo
sforzo accettare che sia lei a dominarlo. Eppure la
passione lo lambisce, la fiamma gli attraversa il
petto, le viscere, e prova un'emozione simile alla
morte: una morte eccitante, meravigliosa.
- Credeva che
Maddalena fosse una donna fragile, e per certi versi
lo è, interiormente. Ma nell'amore è una
furia scatenata, una baccante. Bisogna essere forti
per dividere con lei gli ultimi e profondi recessi del
piacere. Come avrà fatto a reprimere per tanti
anni la sua vera natura?
- Quanto sono mendaci
i poeti. Dipingono creature eteree, evanescenti,
mentre è così raro trovare una donna con
il coraggio di osare, senza pudori, senza vergogna.
Ella lo ha esplorato intimamente, frugato, posseduto,
molto meglio di un uomo. Anzi, ad
- un uomo non lo
avrebbe permesso. Si sarebbe sentito defraudato del
proprio onore, della propria
dignità.
- E quando il suo
seme sprizza in lei, è come se le donasse anche
l'anima. Si trattiene a stento dal dirle: "Ti amo".
- Stelle cadenti
piovono dal cielo. La terra si frantuma. Il mare si
trasforma in vino. Un arcobaleno sorge per
loro.
- -Hai sconfitto il
lupo solitario ch'era in me-.
- -Adesso altre donne
potranno amarti, starti vicino-.
- -No, solo tu sei
capace di questo. Ci rivedremo non appena
tornerò dalla Francia-.
- Già, egli
è in procinto di partire. Maddalena
s'irrigidisce, diventa folle di terrore e di gelosia.
Stesa nel letto, osserva la snella figura di lui
trafficare tra armadi e cassetti, tirare fuori la roba
e ficcarla nel borsone da viaggio.
- Deve sbrigarsi.
L'aereo decolla alle undici. Dovrà guidare come
un pazzo.
- -Se ti prepari,
posso darti un passaggio alla stazione. Altrimenti sei
libera di restare qui quanto vuoi. Anche fino al mio
ritorno-.
- -Grazie, non
sarò la tua Butterfly. Ho trascurato per troppo
tempo i miei impegni di lavoro. Andrò via con
calma, nel pomeriggio-.
- L'ultimo bacio
è frettoloso. Lui vestito di tutto punto, lei
coperta da un lenzuolo. &endash;Mi spiace, non
facciamo neanche colazione insieme-.
- -Addio-.
- -Arrivederci-.
- Aspetta che l'eco
dei passi si allontani, per scoppiare a piangere. Ha
toccato la sfera luminosa, il cuore pulsante della
realtà. Ed eccola di nuovo nel deserto, nella
palude di ghiaccio. Non riesce a pensare al futuro. Le
importa solo del presente, e questo le offre un
albergo silenzioso, un mare visitato da fantasmi, un
paese spoglio.
- La pioggia riprende
a cadere, dopo l'illusorio arcobaleno.
- Dall'ebbrezza
è passata al dolore, bruscamente. I gabbiani
piangono insieme a lei. I sonniferi attendono sul
comodino. Dormire, morire. Non essere
nulla.
- Tutto svanisce,
tutto scorre, sospinto dal fato, verso la
morte.
- "L'essere non
è e non può essere. Anche se fosse, non
sarebbe pensabile e non si potrebbe tradurlo in
parole".
- Gorgia, il
più accanito dei sofisti, negò le teorie
di Parmenide. Alla fede nella verità
contrappose il nichilismo.
- Il nichilismo a
volte è una corazza, a volte una malattia. E'
un atteggiamento un po' snob, che esercita una forte
attrattiva sugli intellettuali.
- A Roma, tra le
varie proposte dell'impresario, la nostra amica non ha
dubbi. Sceglie d'interpretare Sartre, l'autore
più vicino al suo stato d'animo, il profeta
della nausea esistenziale.
- Tuttavia, persino
nel deserto la vita germoglia, ed è
tenace.
- Scena prima de "I
sequestrati d'Altona". Johanna, cioè Maddalena,
dovrebbe alzarsi dal divano e recitare la sua battuta.
-Sapete che cos'è un amore senza speranza?-. Il
suggeritore la ripete freneticamente. Siamo sul
palcoscenico di un teatro. L'attrice è assalita
da un conato di vomito, non può parlare. Cala
il sipario. Tra lo sgomento del pubblico in sala, il
regista annuncia che il dramma viene sospeso. Non si
prevedono repliche. I biglietti saranno rimborsati.
- Il trenta dicembre
del 1989, Maddalena si presentò sul set della
"Primula rossa". -Ti ho portato un regalo- disse a
Patrizio. -Ma non potrai vederlo fino ad agosto.
Allora nascerà il bambino-.
- -Un figlio!
Perché no? Spero solo che non sia una
gravidanza isterica-.
- La gravidanza era
reale. Lo confermarono i medici interpellati, i quali
imposero alla futura madre una serie di divieti.
Niente fumo. Niente alcool. Niente tranquillanti.
Sì a qualche incontro d'amore.
- Le forti braccia di
Patrizio sostennero il debole spirito di Maddalena
durante questo calvario. Senz'amore si può
sopravvivere. Lei l'aveva sperimentato. E' peggio fare
a meno dei tranquillanti, per chi li considera amici
fedeli. Le notti passano insonni, ed aumenta il
desiderio di fumare.
- Gettava con rabbia
le sigarette a metà. Cercava avidamente residui
delle sue gocce. Patrizio fu costretto ad assumere un
infermiere per controllarla. Trascorse gli ultimi mesi
chiusa in una camicia di forza.
- Era piombata nel
delirio. Evocava i personaggi del dramma
interrotto.
- -Vedo i tuoi
granchi, Franz, sulla parete. All'inferno saremo
felici. Sei tu il colpevole. Dio non ti
perdonerà-.
- Patrizio si
consolava guardando in TV le puntate della "Primula
rossa". Anche lì doveva sopportare le bizze di
una donna intelligente, che non sapeva di avere al
- suo fianco un eroe.
Alla fine la verità saltava fuori e l'amore
trionfava.
- Malgrado le crisi
d'astinenza della madre, il bambino nacque: sano,
bellissimo, con gli occhi grigi del padre.
- Maddalena, allo
stremo, si rifiutò di vederlo. -Me lo
mostrerete dopo. Adesso voglio dormire-.
- Le somministrarono
i suoi adorati tranquillanti.
- -Ancora-
supplicava, &endash;ancora-.
- Un'infermiera
pietosa le consegnò di nascosto un tubetto di
pillole.
- -Mi raccomando,
solo una in caso di necessità-.
- Lei
ingurgitò l'intero contenuto, e dormì
tre giorni filati. Al risveglio, perfettamente
reintegrata nelle sue facoltà, chiese agli
estranei di allontanarsi. Aveva bisogno di un
colloquio privato con il suo compagno.
- -Mi dispiace,
Patrizio, non ti amo più. Questi nove mesi
hanno logorato la passione. Ti ho dato tutto quello
che potevo, me stessa. Non vivremo felici e contenti
come in una fiaba-.
- Lui, sconvolto,
replicò: -Non pensi a nostro figlio? Se vuoi-
aggiunse esitante- sono disposto a
sposarti-.
- -Se me lo avessi
proposto nove mesi fa, avrei accettato. Ormai è
tardi. Il matrimonio non rientra tra le mie
aspirazioni, al momento. Ho troppo rimpianto la
libertà. Meglio sola che schiava. Siamo stati
due irresponsabili: abbiamo ucciso Eugenio, abbiamo
messo al mondo questa creatura, per il nostro
piacere-.
- -Piacere!
Perché vuoi degradarti così?
Perché vuoi svilire quanto di sacro, sublime,
c'è stato tra noi?-.
- -E' stato, è
passato. Non tornerà più. La mia
decisione è irrevocabile. Concedimi un ultimo
favore. Chiama il bambino Franz-.
- Ragazzo padre a
quarantotto anni. Quando i giornali diffusero la
notizia, molte delle sue ammiratrici gli scrissero,
offrendosi di sostituire l'infedele.
- C'era un fondo di
verità in quelle ingenue richieste: come
avrebbe fatto a cavarsela da solo?
- Con la morte
nell'anima, si chinò sulla culla.
- -Piccolo mio,
dobbiamo separarci. Il nostro destino è stato
crudele. Sarai allevato in una vera casa. Ti
affiderò ai miei parenti-.
- Passò in
rassegna le soluzioni possibili. Peter ed Anella
avevano già i gemelli di cui occuparsi.
Vittorio, con la sua tirchieria, avrebbe preteso la
proprietà dell' hotel, per ripagarsi delle
spese.
- Giunto sul ciglio
del burrone, Patrizio fece marcia indietro. La
saggezza dei suoi avi contadini prevalse. Gettare al
vento l'eredità di lord Gray? Mai più.
- Si sarebbe tenuto
il figlio e l'albergo, rinunciando al mestiere di
attore.
- -Piccolo mio, ho
cambiato idea. Tu ed io resteremo sempre insieme.
Formeremo un' autentica famiglia-.
- Così Franz
crebbe libero e selvaggio sulle spiagge visitate da
Enea. Nell'agosto del 2004 compirà quattordici
anni. Ha imparato poco dalla scuola e molto dalla
vita. La natura è l'unica madre che ha
conosciuto, e ne apprezza i semplici doni. La luna di
marzo, le rondini d'aprile.
- Come suo padre,
detesta il Natale. Saluta con gioia il bianco cielo di
gennaio, senza promesse. Inquieto, solitario e
vagabondo, si sdraia in qualche posto appartato, per
contemplare il lento viaggio delle nuvole d'oro.
- Se un giorno
scriverà i suoi pensieri, saranno poesie.
- Ma questo giorno
è ancora lontano. La gente del paese gli
mormora alle spalle: -Sua madre è una puttana e
suo padre un frocio-.
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