- La
leggerezza
- Anassimene comprese
che l'aria è il principio di tutte le cose. La
respiriamo, ci dà forza. Tutto l'universo
respira.
- Questo era anche il
segreto di Anella. Passava attraverso la vita come un
refolo di vento. Alle elementari fu una brava scolara,
alle medie di meno. In quinto ginnasio scoprì
che basta studiare poco per ottenere la sufficienza.
Il fratello sgobbava sui libri, con il medesimo
risultato.
- Amava i componenti
della sua famiglia, senza distinzioni: la madre,
perché era mite, il padre, perché era
bello, i nonni, perché erano vecchi e potevano
morire. Infatti, ad ogni Natale, Rosalba annunciava
con un sospiro: -Forse sarà l'ultimo che
passiamo insieme-.
- Malgrado le efelidi
ed i capelli rossi, crebbe con la convinzione di
essere bella. A tre anni si pavoneggiava davanti allo
specchio, nei vestiti cuciti dalla nonna. Sembrava una
bambola. Non c'è da stupirsi che fosse molto
vezzeggiata. Eugenio era un tipo irascibile e
scontroso. Lei un angioletto.
- Certe volte
approfittava del vantaggio, accusando il fratello
delle sue malefatte. Ma di solito si comportava
bene.
- Le piacevano giochi
tranquilli: ritagliare figure dagli abbecedari, o
disegnare storie di sua invenzione. A primavera,
però, si risvegliava. Correva all'aperto, in
cerca di gattini appena nati, di passerotti caduti dal
nido, di fiori. Ogni giorno ha un regalo, ogni
stagione porta meraviglie.
- Incominciò
la scuola a cinque anni, per compensare la differenza
d'età col fratello.
- Il padre aveva
previsto di mandarli insieme in città, al tempo
degli studi superiori. Avrebbero evitato spese
superflue, e si sarebbero sorvegliati a vicenda. Una
doveva correre. L'altro rallentare.
- Nell'anno d'attesa,
dopo la terza media, Eugenio concepì un odio
profondo verso la sorella. Per colpa di quella
smorfiosa, era costretto a marcire in paese, a
presentarsi al ginnasio in ritardo, come un ripetente.
- Un vero trauma, che
gli rovinò la vita, condizionando i suoi
rapporti con le donne. Una donna era stata il suo
peggior nemico. E le altre? Non racchiudevano per lui
una minaccia?
- Il '74 fu l'anno
fatidico della partenza. &endash;Perché non vai
con loro?- suggerì Vittorio alla moglie.
Rosalba si scioglieva in lagrime. Benché fosse
attaccata ai figli, non avrebbe mai abbandonato il
marito.
- I ragazzi vennero
collocati presso due sorelle nubili, originarie del
Cilento. Teresa e Maria, ancora in vena di frivolezze.
La loro grande ambizione era quella di accasarsi.
Dedicavano tutta la brutta stagione ai preparativi per
l'estate, quando, notoriamente, è più
facile trovare un uomo.
- L'appartamento, al
primo piano, comunicava col giardino. Un giardino
incolto, mal tenuto. Ma pur sempre un angolo di
paradiso. Ogni filo d'erba è benedetto. Senti
il richiamo delle viole, e capisci che la terra sta
sognando. Fino alla gloria di giugno, sovrastata dal
canto dei gelsomini.
- Ad Eugenio la
natura interessava poco. Pensava solo agli esseri
umani, e questi lo ricambiavano male.
- Prima lo derisero i
compagni, per l'abbigliamento un po' antiquato.
&endash;Guardate, porta ancora i pantaloni
corti!-.
- Poi si aggiunse il
professore, con una battuta sul suo passo pesante.
&endash;Mi aspettavo un reggimento di soldati, ed
invece arrivi tu, da solo-.
- I cittadini sono
cattivi. Imprevedibili anche. Gli stessi compagni,
così brutali con lui, facevano la corte a sua
sorella.
- -Lei è
diversa. E' un tipo originale-.
- -Anzi, direi che
è proprio carina-.
- Forse era questione
di carattere. Anella non si preoccupava di nessuno.
Indossava
- i vestiti
confezionati dalla nonna, senza vergognarsi. Andava
fiera dei suoi capelli rossi. Li portava sciolti sulle
spalle, o legati in due trecce, come se fosse uscita
da una fiaba.
- Nel giro di un anno
diventò una ragazza alla moda, assorbita da
impegni. Le feste in casa (perché non era nato
il mondo delle discoteche). Le passeggiate al corso,
nelle sere d'inverno; a lungomare, la domenica
mattina.
- Lei accoglieva gli
omaggi con sovrana indifferenza. Nutriva verso il
padre e lo zio un'ammirazione talmente sconfinata, che
nessun ragazzo le pareva degno di loro.
- Quanti cuori
infranti, sulla strada di Anella!
- Quante umiliazioni,
sul cammino di Eugenio.
- Eppure, a ben
guadare, anche lui aveva ereditato la bellezza della
famiglia paterna. I suoi occhi grigi, senza quello
sguardo torvo, da perseguitato, avrebbero fatto girare
la testa a molte ragazze.
- Al liceo "Torquato
Tasso" di Salerno non era più tempo di
contestazione. Qualche studente più anziano
rievocava, con nostalgia, le mitiche imprese del
Sessantotto: l'occupazione a porte chiuse, la
telefonata a Fidel Castro, la conquista di un lungo
intervallo tra le lezioni, fuori dalla scuola, in cui
si assaporava il frutto proibito della libertà
(unico successo tangibile dei rivoluzionari, poi
abrogato da leggi più severe, con il
riflusso).
- Sì, capitava
di vedere ogni tanto una bandiera rossa, ormai
sbiadita. La visione del relitto suscitava in Eugenio
un senso di sconforto. Come Julien Sorel o Fabrizio
del Dongo, si trovava in ritardo rispetto alla storia.
Ai personaggi di Stendhal mancava l'età
napoleonica. Lui era stato defraudato del libretto
rosso, dei cortei, e dei venti minuti di
ricreazione.
- Tuttavia il '77
provocò una nuova ondata di scioperi. Contro
chi, non si sapeva. Per che cosa, nemmeno. L'unica
certezza era quella di chiamarsi "indiani
metropolitani" e di fumare la pipa della pace, ossia
lo spinello.
- La droga è
dannosa. Nessuno lo mette in dubbio. Però, per
dovere di cronaca, non possiamo tacere i benefici
effetti esercitati sul nostro provinciale. Nella
promiscuità dei convegni, gli venne a tiro una
ragazza. La baciò, si spinse più oltre.
La mattina seguente non ricordava il suo nome,
né la sua faccia. Ma aveva messo le ali. Si era
dischiuso, come una farfalla, presso l'oscura laguna
del sesso.
- Poté
prendersi il gusto di chiamare la sorella "borghese",
esponente di una classe in declino, e di considerare
se stesso assolutamente moderno.
- La società
lo aveva emarginato. Lui si vendicava criticando il
sistema (da quello sociale a quello planetario). La
sua rivoluzione non era ideologica, ma
personale.
- Il suo profeta non
era Marx, ma il folle filosofo Nietzsche. La
libertà ha un grande vantaggio sul socialismo.
Essendo un ideale indefinito, vi può confluire
di tutto:
- dal sesso alla
droga, al dionisiaco "dir di sì" alla vita (o,
quando capita, anche alla morte).
- Vederselo comparire
davanti, con i capelli lunghi e la camicia fuori dai
pantaloni, rappresentò un duro colpo per le
sorelle Teresa e Maria. Per di più, il loro
ospite pretendeva la chiave di casa.
- Furono convocati i
genitori. Rosalba piagnucolò. Vittorio diede
ragione al figlio. &endash;E' maschio, ha
diciott'anni, ha diritto alla chiave-.
- -E se finisce nelle
mani di un malintenzionato?-. Per buona educazione,
non dissero "ladro".
- Si raggiunse un
compromesso accettabile. Le sorelle avrebbero
vegliato, a turno, per aspettare il nottambulo. Meglio
così, che farsi svaligiare. Il pendolo
rintoccava mestamente le ore, le palpebre ricadevano
sugli occhi, e quel supplizio non aveva mai
fine.
- Entrambe si
ammalarono di nervi. Trascuravano i preparativi per
l'estate. Ogni pomeriggio, alle tre, le assaliva la
depressione, con pensieri neri e tendenti al suicidio.
Invece di recuperare il sonno perduto, ciascuna
rifletteva sul proprio fallimento, ormai senza
rimedio.
- In mezzo a questa
guerra domestica, Anella continuò la sua
pacifica esistenza. Le passeggiate al corso,
d'inverno; a lungomare, nella bella stagione. Portava
i vestiti fatti in casa, come se fossero capi firmati.
Anzi, aveva imparato lei stessa a cucire, sotto la
guida della signorina Teresa.
- Se fosse vissuta
nell'età vittoriana, si sarebbe dedicata ad
altri svaghi: l'acquerello, il giardinaggio, il
ricamo. Ma siccome viveva negli anni Settanta, fu
contagiata dal fuoco della sua epoca.
- Tutto
incominciò con la morte dei nonni materni, i
coniugi Pesce. La Pasqua del '78 fu l'ultima festa che
trascorsero insieme. Poi il suocero litigò con
il genero, per la solita questione della terra.
- &endash;Tra
manodopera, tasse, lavori, la proprietà ci
costa un mucchio di fastidi. Conviene venderla.
Depositiamo la somma in banca, lasciamo intatto il
capitale, e preleviamo solo gli interessi-.
- Vittorio si oppose.
Era questa la ricompensa dopo tanti sacrifici? Su
quella terra ci aveva sudato, peggio di un
contadino.
- &endash;Io difendo
i diritti di mia moglie e dei miei figli-.
- -E allora non
chiedermi altri soldi-.
- La discussione
degenerò a tal punto, che il più anziano
dei due ne ricavò un infarto. Sopravvisse tre
giorni, prima di rendere l'anima al Signore.
- La nonna non
fiatò. Si tenne dentro il rancore accumulato
contro il genero, in anni di precaria convivenza.
- Ecco i bei frutti
della democrazia! Dall'avvento della repubblica in
poi, l'Italia era piombata nel caos. Lei, fervente
monarchica, aveva assistito impotente al trionfo
- dei "demoni
cristiani" (così chiamava i politici,
rappresentanti della plebe). Aveva tollerato il
matrimonio della figlia con uno spiantato. E fosse
stato almeno fedele! Tutto il paese conosceva la sua
amante straniera, tranne Rosalba. Quante offese!
Quante umiliazioni! Sempre inghiottite in silenzio,
sopportate con dignità, come si addice ad una
dama d'antico lignaggio.
- Per ultimo, l'era
toccato un nipote anarchico, ateo, che si proclamava
seguace di un certo Anticristo. La prospettiva di
restare da sola in quel manicomio non le garbava
affatto. Si arrese alla prima infermità della
vecchiaia, ben contenta di raggiungere il marito
nell'altro mondo, dove il Padreterno è ancora
rispettato, e persino gli angeli sono disposti a
schiere, secondo la gerarchia.
- Tornando a casa,
per le vacanze estive, Anella ebbe una brutta
sorpresa. I mobili nuovi, le pareti imbiancate.
Scomparsi i santi e le madonne, sotto le campane di
vetro. Scomparso il quadro di Gesù bambino, che
sovrastava il suo letto, e che la nonna credeva
miracoloso.
- Tutto le
sembrò terribilmente spoglio. Le bianche pareti
parlavano del vuoto. Era stata scacciata dal suo
paradiso. Su di lei si stendeva un cielo triste,
abbandonato dagli angeli, dalla bellezza, da Dio. Non
a caso, l'inferno sprofonda in una palude di ghiaccio.
- &endash;E' per il
bene di tua madre- le spiegò Vittorio.
&endash;Non la smetteva con i piagnistei. La poltrona
di papà, il rosario di mammà. Meglio
togliere di mezzo la roba, ed evitarle questi
dispiaceri-.
- Anella non avrebbe
mai criticato suo padre. Anche lei, come Rosalba, lo
venerava con fede cieca. Tuttavia vide la madre
più fragile, sotto gli strati di grasso, un po'
disorientata tra i mobili nuovi, benché fosse
d'accordo col marito.
- &endash;Vittorio si
è dato tanto da fare. Certo, bisognerà
abituarsi. Appena mi sveglio, ho l'impressione di
trovarmi in albergo, non a casa mia. Ma un cambiamento
ci voleva. Troppa polvere, ciarpame,
ricordi-.
- Insomma, tutti
contenti. Eppure Anella, che aveva sempre dormito
sonni tranquilli, fu perseguitata dagli incubi.
- Ogni notte,
puntuale, si presentava sua nonna, a chiederle conto
di qualcosa, ch'era andata persa.
- -Cerca il
fazzoletto di seta celeste con le farfalle. Era il mio
preferito. Apri il cassetto, in fondo
all'armadio-.
- Ma l'armadio non
esisteva più. Dove cercare? Anella si svegliava
da quei sogni con un senso di colpa. Come se l'ordine
ricevuto fosse reale, e lei non volesse eseguirlo per
pigrizia.
- La nonna defunta la
faceva girare in lungo e in largo per la casa.
Finché la ragazza non fu colta da crisi di
sonnambulismo. Comparve in camera dei genitori, ad
occhi chiusi, con le braccia protese in avanti.
- &endash;Che stai
facendo?-.
- &endash;Mi hanno
rubato tutti i vestiti. Non ho più niente da
mettermi-.
- La risposta era
stata data nel sonno. In seguito, Eugenio la
sentì balbettare un'altra frase
sconnessa.
- -Il lavamano di
marmo. Dov'è finito? Ci tenevo sopra le
boccette di cristallo azzurro, lo specchio
d'argento-.
- Anche da sveglia,
non era più quella di prima. Pareva avvolta da
un sopore, chiusa in se stessa. Lei, così piena
di vita, ora si protendeva verso i morti. Nella sua
dolce oscurità, ardeva solo il fuoco dei
capelli.
- -Sono disturbi
legati all'adolescenza. Passeranno- diagnosticò
il medico, consultato prontamente. La scienza è
ottimista, ha sempre una risposta, e non lascia spazio
al paranormale. Però, tutto faceva pensare ad
uno spirito del purgatorio, entrato nel corpo della
fanciulla.
- Oltre al
sonnambulismo, si verificarono episodi ancora
più inquietanti. L'impianto elettrico saltava
all'improvviso, diffondendo il buio nelle stanze. Poi
riprendeva a funzionare. Secondo l'elettricista, non
dipendeva da un guasto. Non era il caso di
ripararlo.
- Dalle mensole dello
studio caddero i libri. Qualcuno colpì sulla
testa Vittorio. Egli parlò di una scossa di
terremoto. Ma in paese nessuno l'aveva
avvertita.
- Il lampadario
dell'ingresso si staccò dal soffitto, con un
fragoroso boato, proprio la notte di ferragosto.
Quando tutt'al più ci si aspetta una stella
cadente, e non in casa propria.
- -Questa ragazza ha
bisogno di una benedizione speciale- sentenziò
il sacerdote. La innaffiò d'acqua santa, per
liberarla dagli spettri. Recitò preghiere in
latino, che solo un prete conosce.
- Rosalba,
però, acconsentì malvolentieri. Certi
sospetti la offendevano. L'anima buona di sua madre,
in paradiso, non avrebbe mai giocato simili
scherzi.
- -E il lampadario di
Murano?- chiedeva il marito. Il danno lo aveva
convinto della complicità di Anella con forze
oscure e minacciose. Attraverso di lei, temeva la
vendetta dei suoceri.
- Il 29 settembre,
giorno di San Michele, la condussero alla grotta
miracolosa.
- Il Santo ha la
prerogativa di sconfiggere i demoni, specie quelli
annidati nelle fanciulle.
- Una processione di
barche approda alla spiaggia, recando la statua. E' la
festa che segna la fine della bella stagione, annuncia
la partenza dei turisti, la chiusura degli alberghi e
dei negozi.
- L'indomani Palinuro
assomiglia ad una donna abbandonata. Le lagrime del
mare velano la rupe di Isabella. Le antiche
divinità pagane riprendono possesso delle
grotte, cacciando via i santi. Il vento scuote la
polvere dai fichidindia. La pioggia lava le strade.
Cancella le tracce di passioni, di amori, le storie
germogliate sotto
- il sole di giugno,
appassite ad agosto, le storie durate una stagione,
come il canto delle cicale.
- Quel 29 settembre
del 1978, il cielo era mite e sereno. Nulla lasciava
presagire il vortice di vento, che sbucò dalle
rocce, proprio quando il corteo delle barche si
profilava all'orizzonte.
- -La tempesta!-
gridò la gente inorridita. Poiché solo
una vergine può scongiurarla, le ragazze
illibate, o ritenute tali, tracciarono nell'aria
grandi segni di croce. La vecchia tradizione prevede
l'uso di una spada, almeno di un coltello. Mancando
sia l'una che l'altra, il risultato non era
sicuro.
- Anella
soffiò verso il promontorio, e la tempesta
prese il largo. Magia, coincidenza, miracolo?
- Provò a
ripetere l'esperimento in senso inverso, chiamando la
pioggia sulla terra assetata. Il mare rispose per
primo. Cambiò colore, s'incupì,
allungò le sue onde.
- La sera, una
pioggia scrosciante cadeva dal cielo.
- Un fatto non
è una certezza. Nel dubbio, si confidò
con lo zio.
- Patrizio non negava
mai niente. Accettava ogni fede, ogni superstizione, a
patto di evitare il fanatismo.
- Si comportò
da giudice imparziale.
- &endash;E' una
bella storia. Significa che in te sta crescendo una
persona nuova, capace
- di dominare le
tempeste-.
- -Però nei
sogni non comando niente. Lì sono un burattino.
La nonna mi ordina di cercare le sue cianfrusaglie-.
- -Continua. Le cose
perdute saltano sempre fuori. E Dio è nascosto
nei particolari-.
- Forse pensava ad
Euridice, mentre istruiva la nipote sulle infinite
possibilità della vita.
- Durante l'ultimo
anno di liceo, Anella studiò meno che nei
precedenti. Arrivava in ritardo a scuola, ma i
professori la perdonavano. Trascurò le
passeggiate al corso,
- a lungomare.
Perlustrò i vicoletti del centro storico, le
vie longobarde e normanne, in un quartiere fatiscente.
- Al pianterreno dei
palazzi decaduti, si aprivano botteghe di antiquari.
Nella vetrina della più malmessa, faceva mostra
di sé una credenza. Anella la riconobbe subito,
dai tralci d'uva che decoravano i vetri. La sua
ricerca era finita.
- All'interno,
scoprì molti altri oggetti familiari, compreso
il quadro di Gesù bambino.
- -Desidera?- chiese
un giovane bruno dall'accento straniero.
- -Vorrei soltanto
dare un'occhiata-.
- Il giovane le si
avvicinò. Aveva l'aspetto di un orientale. In
India sarebbe stato venerato come l'immagine vivente
di Krishna. Ma la nostra amica era piuttosto ignorante
in materia, per non parlare di altro. Quindi si
preoccupò unicamente d'indagare sulla
provenienza degli arredi.
- -Avete cose
originali. Chi ve le procura?-.
- -Dovreste
domandarlo a mia madre. E' lei la
proprietaria-.
- -Quando posso
trovarla?-.
- -Non lo so. Qui non
ci sta mai. Mia madre ha due passatempi: collezionare
oggetti d'arte, e mettere al mondo figli bastardi. Io
appartengo alla seconda categoria-.
- Con questa specie
di presentazione, Anella fu introdotta nel mondo
proibito, dove cresce l'albero della conoscenza (del
bene, per alcuni; del male, per molti).
- In seguito sarebbe
tornata spesso al negozio, non solo per rendere un
favore a sua nonna. Era stata colpita dalle brusche
parole di Peter, il figlio primogenito di
Wendy.
- Quel ragazzo
sconosciuto soffriva. Lei desiderava consolarlo,
portarlo dalle tenebre alla luce.
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