- Il
sole
- Peter aveva detto
una bugia. Wendy non amava gli oggetti d'arte. Se le
fosse capitato di vedere un Caravaggio, avrebbe
esclamato: -Puah! Com'è oscuro!-. Poverina,
l'era mancato il tempo d'istruirsi. Scriveva anche
l'inglese con errori d'ortografia.
- Del resto, ci
voleva coraggio a definire "oggetti d'arte" quei
mobili pacchiani. Un espediente di Vittorio per
lesinarle l'assegno mensile. Quante volte glielo
doveva ricordare! Intanto il conto del salumiere
cresceva, e chi pagava l'affitto arretrato?
- Michela andava a
scuola, frequentava il liceo scientifico. Peter aveva
ventun anni, molta boria, e nessun
mestiere.
- Pazienza. Lei
conosceva l'arte di arrangiarsi meglio dei napoletani.
Era scappata da casa a sedici anni. Se le chiedevano
perché, rispondeva: -Volevo girare il mondo in
bicicletta-.
- In realtà,
la decisione fu improvvisa. Stava tornando da una
scappatella nel bosco, quando avvistò da
lontano suo padre.
- Il paese di Wendy
era formato da un'unica strada, fiancheggiata da
modesti edifici a due piani. Questa circostanza le
diede un certo vantaggio. Le alternative erano due: o
proseguire, e gettarsi nel lago, o tornare indietro
verso il bosco. Tra la morte e la vita, scelse la
vita.
- Nell'Irlanda
cattolica degli anni Cinquanta non c'era posto per
lei, tranne in qualche istituto di suore, dove il
padre minacciava spesso di spedirla, con la
complicità del sacerdote. Tutti volevano
correggere le sue inclinazioni. Ci vedevano il
diavolo, non il progresso.
- I pitagorici
scoprirono la centralità del sole, rispetto ai
pianeti, molto tempo prima di Copernico, di Galilei,
della rivoluzione astronomica. Wendy comprese
l'importanza dell'orgasmo, prima della rivoluzione
sessuale. La sua scienza era in anticipo sulle mode.
Perciò sembrava esoterica, o addirittura
scandalosa.
- Bisogna diffidare
degli ignoranti. Pitagora, che lo sapeva,
ordinò ai suoi discepoli il
segreto.
- Ormai lo avrete
capito. Tra le vicende dei nostri personaggi, un filo
logico esiste, ed è la storia del pensiero
occidentale, ai suoi esordi. Dopo la scuola di Mileto,
adesso è il turno del filosofo
dell'Uno.
- Dall'Uno deriva
ogni cosa: i numeri dispari ed i pari, la luce e le
tenebre, perché non c''è armonia senza
contrasto. Dall'unità scaturisce il
molteplice.
- Anche Wendy
venerava un solo dio, nella varietà dei suoi
aspetti. L'amore è uno, gli amanti sono tanti.
Raggiunse l'apoteosi con il numero dieci, che è
appunto simbolo di perfezione. Raggiunse l'armonia
dell'universo, mai più ritrovata, con un
autentico sceicco.
- Ad Amalfi ricordano
ancora lo storico evento. Il 4 aprile del '56, un
panfilo lussuoso attraccò al porticciolo. Ne
discese un pittoresco corteo.
- Il principe
orientale era seguito da venti mogli velate, le sue
favorite (aveva lasciato le altre a rodersi
nell'harem), e da uno stuolo di servitori.
- Requisì
tutto l'hotel "Santa Caterina", dove la nostra Wendy
esercitava la modesta funzione di sguattera. Da
lavapiatti fu promossa ad interprete. Il suo italiano
non si distingueva molto dall'arabo. Annaspava a
metà di una frase, confondeva i termini,
impartiva ordini incoerenti. Ma comunicava
perfettamente in inglese con il nobile straniero,
laureato ad Oxford.
- Sì, c'erano
venti mogli di mezzo, non una sola. Ma questo rendeva
la sfida ancora più interessante. Per non
parlare del fascino esotico, che irradiava dagli
occhi, dai gesti, da ogni centimetro di pelle di lui,
e si ripercuoteva dolorosamente su Wendy. Un dolore
carezzevole. L'effetto di una lama affilata sul
velluto. Un dolore talvolta insostenibile. Il principe
era sempre così corretto, così discreto,
purtroppo, così gentiluomo.
- -Mia cara, giovane
signora- la chiamava, neanche fosse una lady.
- Una sera lo
accompagnò ad un concerto a Ravello. In
programma figuravano brani di opera lirica, e lei gli
traduceva le parole, almeno in parte.
- Il tenore cantava
di stelle lucenti. Affermava che all'alba avrebbe
vinto (che cosa?). Però, quest'idea della
vittoria solleticava Wendy. Lungo la via del ritorno,
s'inclinò sul sedile dell'auto, fingendo di
dormire, in modo da sfiorare la mano dello sceicco con
i suoi ardenti capelli rossi.
- -E' stanca, mia
piccola signora?-.
- -No, stavo
sognando-.
- -Mi concede il
privilegio di entrare nei suoi sogni?-.
- -Lei è
già nei miei sogni, tutte le
notti-.
- -Allora nella sua
realtà, se lo desidera-. Ed incominciò
ad accarezzarle quella ciocca impertinente, che gli si
era posata sulle mani, come un fuoco fatuo.
Rabbrividirono entrambi, non per il fresco della
notte, ma per la tempesta da cui erano avvinti, nella
febbrile attesa del dopo. Le loro labbra diventarono
aride, perché avevano sete l'uno e dell'altra,
ma non potevano placarla, data la presenza
dell'autista.
- Il viaggio
durò eternamente.
- -Guarda
lassù, dolce amica, anche la luna si è
tinta di rosso stasera, per imitare i tuoi
capelli-.
- La raffinatezza di
una persona si misura dalla sua arte di amare. Se lui
fosse stato delle nostre parti, le avrebbe strappato i
vestiti di dosso. Invece, oltre ad essere un
orientale, aveva studiato ad Oxford.
- In verità,
Wendy non fu da meno. Si lasciò spogliare
lentamente, assaporò ogni istante di piacere.
Quando lui si distese sul letto, lei lo condusse nel
paradiso di Allah.
- Oriente ed
Occidente si fusero insieme. Cavalcarono insieme nel
deserto in cerca di sorgenti. Raggiunsero la terra
promessa. E l'Occidente sognò la riconquista
del suo perduto regno d'oltremare.
- E' un sogno che
dura da secoli, alimentato dalla nostalgia. L'hanno
seguito soldati crociati, pellegrini, poeti. Il nostro
cielo è vuoto. I nostri dei sono morti.
L'amore, la guerra, la storia appartengono al dio dei
muezzin.
- Quarantasette anni
dopo, ormai rispettabile signora, Wendy si sarebbe
schierata in difesa degli arabi, contro gli Stati
Uniti.
- All'obiezione del
consorte: -Vuoi metterti coi terroristi?-, avrebbe
replicato: -Ci sono persone molto civili tra
loro-.
- Senza voler
anticipare gli eventi, questo episodio ci conferma la
serietà della sua fede. L'amore è uno,
gli amanti sono tanti.
- La notte del
concerto fu solo un preludio. Lo sceicco
trascurò le venti mogli, si fermò ad
Amalfi più del previsto. Ciascuno donò
all'altro tutto se stesso, in un oceano sconfinato.
- Però, del
futuro non si parlava, con grave preoccupazione di
Wendy.
- Lei aveva guardato
nella sfera di cristallo, e aveva visto immagini
meravigliose: le mille stanze del palazzo, aperte sui
giardini.
- Nei momenti di
appassionata intimità, il suo compagno le
appariva sottomesso, inerme, stremato. Allora
mentalmente gli urlava: -Sposami, sceicco, sposami!
- Sono disposta a
velarmi per tutta la vita, a dividerti con un mucchio
di galline starnazzanti, a sopportare il caldo, il
deserto, i morsi degl'insetti e quelli della gelosia.
Ma non separarmi da te. Ne morirei. Hai già
cento mogli, che ti costa prenderne
un'altra?-.
- A voce, non
osò dirglielo mai. Lui pensava in arabo, quando
facevano l'amore. Per cui non recepì l'accorato
messaggio, espresso in inglese.
- Era soddisfatto
della ragazza, così come un esploratore
è contento di aver scoperto nuovi confini.
Ormai poteva tornarsene a casa, tra le sue cento donne
mansuete, dai capelli scuri.
- L'idea di portarla
con sé gli sembrò inopportuna, quanto
quella di viaggiare con un carico di dinamite a bordo.
E poi, la sua filosofia lo invitava a godere della
fugacità. Solo il finito è perfetto. I
poeti persiani cantano la rosa, bella e caduca. I suoi
petali sono dispersi dal vento.
- -Sarai sempre con
me, nei miei pensieri-.
- Wendy avrebbe
preferito essere con lui, nelle mille stanze del
palazzo. Ma lo sceicco si chiamava Rashid, cioè
"ragionevole". Alla prima pioggia d'agosto
salpò, sul suo lussuoso panfilo e con il suo
pittoresco corteo.
- Le lasciò
una cifra ragguardevole, un ciondolo di smeraldo, un
biglietto.
- Il biglietto
diceva: "Dolcissima rosa d'Irlanda, se Allah volesse
benedirci con un figlio, lo riconoscerò da
questa pietra. Non disfartene mai. Bacio la tua
fronte, il
- tuo sorriso, le tue
mani".
- L'intervento di
Allah era superfluo. Infatti, non avevano usato
precauzioni. Lei per vergogna, di fronte a tale
personaggio. Lui in osservanza alla sua religione, che
prescrive, soprattutto ai più ricchi, di non
respingere i doni del cielo.
- Sotto il pallido
sole di settembre, Wendy accusò i primi
sintomi. Partì da Amalfi. Si trasferì a
Cetara, in una romantica torre sul mare. Lì
aspettò il ritorno dello sceicco (improbabile)
e l'arrivo del figlio (ineluttabile).
- I soldi bastarono
per tre anni. Durante questo periodo, Peter
assorbì tutte le cure e le attenzioni di sua
madre. Fu vezzeggiato come un principino. Del resto,
era il figlio dello sceicco.
- Esaurite le riserve
(di sogni, di ricordi, di danaro) Wendy capì
che doveva tornare alla vita reale. Addio giardini
fioriti di tulipani e di rose, addio fiabeschi
splendori d'Oriente.
- Attraverso
un'inserzione, accettò un posto di cameriera,
in un albergo sull'altra costa, quella
cilentana.
- Affidò il
suo rampollo ad una comunità hippy, con cui
aveva stretto amicizia. Da figlio dello sceicco, Peter
diventò figlio dei fiori. E all'improvviso si
vide privato della presenza materna. Crebbe annusando
l'odore acre dell'hashish, ascoltando litanie
orientali e musica rock. Dalla madre aveva imparato
l'inglese. I suoi tutori vi aggiunsero un po' di
tedesco e di olandese. D'italiano, nemmeno l'ombra.
Per cui, quando fu iscritto alla scuola elementare, lo
trattarono da somaro.
- -Vergogna!- gli
gridava la maestra. &endash;Vergogna!- le facevano eco
i compagni. Solo negli esercizi di educazione fisica
era insuperabile. Ne dedusse che il suo corpo valeva
più del cervello.
- All'albergo di
Camerota Marina, Wendy non arrivò mai. Lungo
l'ultimo tratto di strada, sostando ad un bivio,
ottenne un passaggio in auto.
- Il guidatore non la
importunò con scherzi grossolani. Si
presentò educatamente. Inoltre, era un tipo
niente male: capelli dorati, occhi
azzurri.
- -Si fermerà
qui per molto?-.
- -Tutta l'estate,
spero-.
- -Le piace tanto
Camerota?-.
- -Non la conosco.
Non ho mai frequentato questa zona-.
- -Ma allora deve
assolutamente visitare Palinuro. Ha tempo per una
passeggiata?-.
- -Penso di
sì. Mi fa piacere-.
- Vittorio le
offrì galantemente un gelato al bar "Paradiso",
da cui si godeva un bel panorama. Videro il cielo
arrossarsi al tramonto, mentre il promontorio
diventava bruno.
- -Quelle rocce fanno
quasi paura- disse Wendy, indicandole con la mano.
-Sembrano la fine del mondo-.
- -Ci sono molte
grotte. Uno di questi giorni la accompagno. Guardi
verso la cima: ha visto le rovine del
castello?-.
- -Sì, molto
tristi-.
- -Anche la storia
che racchiudono è triste-.
- E per incantare la
straniera, Vittorio raccontò la tragica vicenda
d'Isabella. Non poteva prevedere le reazioni della sua
ascoltatrice.
- Come! Un sultano
insegue per terre e per mari la donna rapita, e lei
gli si rivolta contro! Avrebbe dovuto gettarsi ai suoi
piedi, ringraziarlo di essere tornato. Chi
- ha la fortuna, non
l'apprezza.
- Ah, se fosse stata
Isabella, e se il sultano fosse stato Rashid. La
storia avrebbe avuto un finale diverso, molto
più lieto. E vissero felici e contenti
nell'harem. Si rammaricò al tal punto della
propria sorte (nessuno la reclamava, nessun uomo
sfidava per lei il mondo intero), che le lagrime
corsero sulle guance, coprirono le efelidi, inondarono
il viso.
- -Mi dispiace, l'ho
fatta commuovere-.
- -Non sono commossa,
sono arrabbiata-.
- -Ce l'ha con gli
arabi? Per caso, è ebrea?-.
- -Sono cattolica. Ce
l'ho con Isabella-.
- -Condanna il
suicidio? La capisco. Lei possiede un alto senso
morale-.
- Che la morale di
Wendy non fosse irreprensibile, su certi punti, si
dimostrò quella sera stessa.
- -Forse ci siamo
attardati un po' troppo. Stanotte le conviene dormire
a Palinuro. Mio fratello ha un hotel, sarà ben
contento di accoglierla-.
- -Ma io non ho soldi
da buttare- replicò la ragazza.
- -No, certo. Chi ha
parlato di soldi? Si consideri mia
ospite-.
- La invitò a
cena, la scortò fin sulla soglia della camera.
La salutò con una semplice stretta di mano.
Solo che Wendy prolungò la stretta oltre il
dovuto, e lui comprese di poter osare.
- Dopo tre anni di
astinenza, ed in mancanza dello sceicco, anche un duca
normanno andava bene. Siccome Vittorio non era
orientale, e non aveva studiato ad Oxford, fu lei ad
impartirgli un corso accelerato sull'arte di amare.
- Quante cose dovette
insegnargli! Per educarlo ci volle una stagione
intera. L'allievo studiò intensamente, con
ottimi risultati, tanto che la maestra, tra le sue
braccia, si sentì di nuovo appagata. L'amore
tornò ad essere un'esperienza mistica, sacra,
una fusione del cielo e della terra, di Oriente ed
Occidente, in cui ogni contrasto si placa, e regna
l'armonia dell'universo.
- Sotto le stelle
cadenti di agosto, Wendy concepì una bambina
(che fosse femmina si sarebbe saputo ad aprile),
stavolta non per incoscienza, ma per volontà
degli dei.
- In occasione del
lieto evento, Vittorio conobbe anche Peter, e si
accollò le spese di una seconda famiglia. Tre
bocche da sfamare. Una casa modesta, a Salerno, in una
zona di periferia.
- Peter non era un
cattivo soggetto. Malgrado il suo carattere poco
espansivo, voleva molto bene alla sorella. La
proteggeva dai ragazzi del quartiere e dalle loro
domande insidiose.
- -Come mai porti un
cognome straniero?-.
- -Tua madre è
vedova o non è sposata?-.
- Michela crebbe con
un dramma interiore. Aveva un padre ignoto,
all'anagrafe, che tuttavia veniva regolarmente a
trovarli, e da cui dipendevano.
- Questo enigmatico
genitore era estraneo al fratello, che lo chiamava
"sir". Inoltre, quando l'assegno mensile ritardava, la
madre si rivolgeva solo a lei: -Tuo padre è
- un
gangster-.
- Alle compagne di
scuola spiegò che il lavoro del padre li aveva
obbligati a trasferirsi in Italia. -Quale lavoro?-.
-Rappresentante-. Di una marca di olio, molto
apprezzata in Inghilterra. Negli ultimi tempi, il suo
commercio includeva l'antiquariato.
- Un po' per le
bugie, un po' per i jeans malridotti e le maglie
sdrucite, si vergognava, si sentiva diversa. Evitava
le amicizie femminili, scoraggiava i maschi.
- Su di lei circolava
la battuta: "Niente sesso, siamo inglesi".
- Una sera di ottobre
del 1978, Peter si ritirò con una notizia
straordinaria. &endash;Lo sai chi è venuta al
negozio? La tua sorellina. Ha fiutato da lontano i
suoi mobili. Tornerà di sicuro-.
- L'esistenza di
Anella rappresentava per Michela una realtà
irraggiungibile, come le fate e Babbo Natale. Qualche
volta l'aveva intravista, al corso, a lungomare.
Sapeva dove alloggiava, quale scuola frequentava.
- Fu incuriosita,
decise di conoscerla.
- Tra Peter ed Anella
era sorta una specie di amicizia. O meglio, lei gliela
offriva. Lui la accettava con degnazione, o la
respingeva con disprezzo, a seconda dell'umore.
Michela riuscì a conciliarli. Anche alla
sorella snocciolò la storia del padre inglese,
rappresentante di commercio.
- L'ignara cilentana
si affezionò talmente ai suoi nuovi amici, da
tralasciare le vecchie compagnie. In Michela trovava
un modo diverso di considerare la vita: più
profondo, più acuto, più interessante.
In Peter, semplicemente, riconosceva il principe
segreto dei suoi sogni.
- Ma un brutto
giorno, il velo le cadde dagli occhi. In una dolce
mattina di maggio del '79, sorprese il suo principe
seduto sui gradini di San Pietro a Corte. Aveva in
mano una siringa.
- -Non guardarmi
così. Non ho bisogno di un angelo
custode-.
- -Peter, mi
dispiace. Volevo dirtelo da tanto tempo. Ti voglio
bene-.
- -E' giusto. Lo sai
che siamo un'unica famiglia? Dobbiamo amarci tra noi.
Michela è figlia di tuo padre. Quindi io sono
quasi tuo fratello-.
- La ragazza sorrise,
incredula.
- -Se non ti sembra
possibile, vai nel negozio, tocca i tuoi mobili. Sono
proprio quelli che cercavi. Anche tu hai un cervello,
ragiona!-.
- -D'accordo, ti
credo. Ma getta quella roba-.
- -Basta. Vattene
via! Dovevi essere tu la bastarda, non mia sorella-.
- Così
dicendo, infilò l'ago nella vena, ne
risucchiò il sangue e lo spruzzò contro
di lei.
- Da quel momento non
si incontrarono più, fino al terremoto
dell'Ottanta, che cambiò il corso di molti
destini.
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