- L'universale
-
- "Tutto è
relativo" sostenevano i sofisti. -No, replicava
Socrate. &endash;Da qualche parte, non so dove, esiste
qualcosa di assoluto. Sediamoci in un angolo
tranquillo della piazza e ragioniamo. Dunque, tanto
per fare un esempio, se tutto fosse come dite voi,
relativo, non potremmo neanche comunicare,
perché ognuno intenderebbe a modo suo le
parole, mentre invece siamo d'accordo sul fatto che
Socrate è stolto,
- e voi siete
savi.
- Bene, non resta che
continuare su questa strada. Mi sai spiegare, Menone,
cosa sia la virtù?-.
- -Di quale
virtù vuoi sentir parlare? Perché ce ne
sono molte specie: dell'uomo, della donna, del
giovane, del vecchio-.
- -Eppure usiamo una
medesima parola per designarle. Chiamiamo virtuoso un
uomo politico che si astiene dal rubare, virtuosa una
donna che amministra la casa, alleva i figli e non
tradisce il marito-.
- -Beh, come vedi,
sono casi diversi-.
- -Secondo me, la
sostanza è la stessa. Virtuoso è colui
che compie il proprio dovere, in qualunque situazione
si trovi. Così chiamerei coraggioso tanto il
prode guerriero, quanto l'ammalato
paziente-.
- -Fin qui possiamo
anche concordare. Abbiamo in comune la lingua, i
costumi, le leggi. Ma come la metti con gli altri
popoli? Con i barbari? Gli stranieri? Dovresti
dimostrare l'esistenza di una verità
universale-.
- Socrate si
concentrò. Guardò il cielo azzurro di
Atene. Infine dichiarò: -Ovunque ci sono
sacerdoti e sacerdotesse. Ed ogni uomo ha nell'intimo
un daimon, il quale gli suggerisce la via del bene.
Molti non sanno ascoltarlo, o lo ignorano, frastornati
da richiami più allettanti. La fama, l'onore,
il denaro-.
- -Che ti consiglia,
invece, il tuo daimon?-.
- -Di cercare la
verità nelle anime, di farla venire alla
luce-.
- -E' una strana
religione la tua. Un giorno o l'altro sarai accusato
di empietà-.
- Nei secoli
successivi, il daimon socratico fu chiamato coscienza,
ragione morale, imperativo categorico.
- Ma gli uomini
continuano ad essere divisi. Cadono nei due estremi:
nel fanatismo o nello scetticismo.
- In tali pensieri
era assorto Peter, mentre sua moglie allattava uno dei
gemelli. Dopo la schiavitù della sedia a
rotelle, era cominciata quella del
matrimonio.
- Quando l'aveva
sposata, le gambe non lo reggevano ancora. Aveva
compiuto un grande sforzo, durante la cerimonia
nuziale, per alzarsi in piedi al momento della
comunione.
- La gente, commossa,
aveva applaudito.
- Adesso camminava
normalmente. Di questo ringraziava il Signore. Un uomo
giusto non ripudia una sposa fedele. Lei lo aveva
assistito come una santa.
- Indubbiamente era
bella. Dietro la pila di cuscini, ne intravedeva la
schiena candida, sovrastata da una cascata di capelli
rossi.
- Però l'amava
di un amore fraterno, senza passione, senza fuoco.
Obbediva per mero istinto al comandamento di Dio:
"Crescete e moltiplicatevi".
- Doveva convogliare
altrove il fuoco che gli ardeva dentro. Aveva
approfittato della sua gravidanza, per compiere un
viaggio in India e studiare da vicino la
spiritualità di quel popolo.
- -Hare Krishna!- lo
salutavano i mendicanti: gli chiedevano soldi e
miracoli. Apprese che la natività di quel dio
è una delle feste più sentite
dell'induismo. La paragonò al nostro Natale.
Allegoria di salvezza, un villaggio di fango, un
bambolotto cullato dai fedeli.
- Mentre s'immergeva
nelle sacre acque del Gange, notò sull'altra
sponda un gruppo di lebbrosi. Avrebbe voluto
attraversare a nuoto il fiume per andare in mezzo a
loro, abbracciarli. Lo trattenne il ricordo di Anella
e delle sue creature. A chi è sposato si
impongono delle responsabilità. Il matrimonio
è una catena al piede. Erige frontiere
invalicabili tra noi e la miseria. C'impedisce di
curare le piaghe del nostro prossimo, d'imitare
Gesù e San Francesco.
- Un uomo giusto non
ripudia la sposa. Tuttavia può servire il suo
daimon seguendo altre strade. Lottando in difesa del
Terzo Mondo, della sua civiltà, della sua
cultura, contro il potere dell'Occidente.
- Tornato dall'India,
Peter scrisse un nuovo libro: "Per una religione
universale". Gli sembrò anche un atto di
riconciliazione verso suo padre. Un tributo al Corano,
agli ideali della sua giovinezza.
- La tesi prendeva
spunto da una fiaba. C'era una volta un ricco signore
(cioè Dio) che possedeva un anello prezioso.
Non volendo deludere nessuno dei suoi figli:
cristiani, buddisti, maomettani, ebrei, ne
ordinò molte copie, in modo che ciascuno
credesse di aver ereditato l'originale.
- Nella nostra
società multietnica, non si può
pretendere la superiorità di una fede su
un'altra. Se tutti gli uomini sono uguali, la
tolleranza non basta. Occorre stabilire un patto tra i
credenti. La religiosità va vissuta nelle sue
varie espressioni, dovunque e comunque ci siano
sacerdoti e sacerdotesse.
- Dio gradisce le
cinque preghiere del musulmano, la comunione del
cristiano, i grani d'incenso bruciati davanti
all'immagine di Buddha.
- La rivelazione si
è compiuta presso ogni popolo nella forma
più confacente alla sua natura. Un arabo, un
cinese, un indiano porta al dito l'anello ereditato da
Dio, ha nel cuore un daimon che lo guida.
- "Fedeli di tutto il
mondo, unitevi!".
- Il libro di Peter
fu bollato dall' "Osservatore romano", perché
tacciato d'indifferenza teologica.
- Lo sceicco Rashid
el Harun, attraverso un'emittente televisiva araba,
lanciò al figlio un secondo anatema. -L'autore
è un servo della globlalizzazione e
dell'imperialismo USA-.
- In effetti, "Per
una religione universale" diventò un best
seller negli Stati Uniti, dove incontrò il
favore delle correnti new age. Peter fu invitato
dall'università di Berkeley, California, a
tenere un corso di filosofia della
religione.
- Dovendo trattenersi
parecchi mesi, stavolta portò con sé la
famiglia. Prese in affitto una casa con vista
panoramica sulla baia di San Francisco.
- Intorno a lui si
riunirono molti giovani. Erano accolti, ospitati,
nutriti, purché fossero adoratori della luce,
non delle tenebre, e contribuissero a pagare le spese.
- Ben presto la villa
sulla baia non li contenne più. Dovettero
traslocare in una grande tenuta, generosamente messa a
disposizione da un miliardario.
- C'erano seguaci dei
druidi, che si recavano a Stonehenge per festeggiare
il solstizio d'estate. C'era chi credeva negli elfi,
negli gnomi, raccoglieva erbe fatate e praticava
l'innocua magia bianca.
- Si confezionavano
amuleti, talismani. Si mescolavano lingue e preghiere
diverse. Si prediceva il futuro. SI udiva salmodiare
"Hare Krishna" e la sacra sillaba "Om". Non era
permesso evocare i morti.
- Anella continuava
ad andare a messa. Sfornava una coppia di gemelli ad
ogni nuova gravidanza.
- Peter vedeva in
questi segni la benedizione del Signore. La Cabala
spiega il mistero del cosmo attraverso metafore
sessuali. Il Kamasutra c'insegna che il ciclo divino
è incompleto senza il piacere.
- Ciò gli
consentiva di unirsi ad altre donne, generando una
stirpe numerosa come le stelle nel cielo, come la
sabbia sulle rive del mare.
- Dio diede a
Giacobbe due spose e due concubine. Lui si contentava
di una moglie e di qualche relazione extra.
- Lontana dal suolo
natio, Anella aveva perso i suoi poteri. Non scagliava
più fulmini. Non comandava le tempeste. I
figli, poi, la impegnavano troppo. -Pace- era il motto
della loro vita, il saluto scambievole, l'augurio
formulato ai neofiti.
- Eh già,
scaduto il contratto con Berkeley, Peter aveva messo
radici in America. La sua corte era benvoluta e
rispettata dalle autorità.
- La sera del
venerdì si accendevano le candele, secondo
l'usanza ebraica. Anella le benediceva, dopo aver
cucinato i cibi per il sabato insieme alle altre
donne. Vigeva una dieta strettamente vegetariana.
- La domenica Peter
teneva i suoi sermoni davanti ad una folla di esaltati
e di curiosi, accorsi non solo dalla California, ma
anche dagli Stati limitrofi. Parlava del principe
Siddharta e delle vie per liberarsi dal dolore. Oppure
di Santa Teresa d'Avila e delle piaghe di Cristo.
- I suoi opuscoli
venivano stampati e venduti, procurando ingenti
guadagni, che si sommavano alle offerte spontanee.
Inoltre la comunità coltivava i campi, allevava
- il bestiame,
produceva il necessario ai suoi bisogni, come in un
piccolo feudo, un piccolo reame incantato.
- Chi entrava nella
setta, cambiava la propria identità. Erano di
moda i nomi celtici. Derfel, Arwen, Eowin,
Ceinwen.
- Peter era chiamato
semplicemente "il re". Fungeva da giudice nelle
occasionali controversie, o quando tra loro
s'infiltrava un elemento sospetto. Un fuorilegge,
- un
drogato.
- Molte mani si
tendevano verso di lui.
- -Il mio corpo
è malato. La mia anima è cieca. Il mio
cuore è a pezzi-.
- Se una donna lo
incalzava, egli le ordinava di ritirarsi.
- -Rispetta il tuo
turno. La vita dei sensi è un riflesso di
quella dello spirito. Canta la gloria del creato,
arde, sfiorisce-.
- Più che
Giacobbe, ricordava suo padre, quand'era sovrano di un
harem, con cento mogli velate.
- La fattoria fu
battezzata "Il giardino". Anche il governatore della
California partecipò alla cerimonia inaugurale.
Tale notizia giunse oltreoceano, colpì il
sensibile orgoglio di lady Gray, che scrisse al
fratello.
- "Carissimo
Peter,
- mi stai rovinando
la reputazione. Mio figlio è l'erede di Marble
Halls. La principessa del Galles mi onora della sua
amicizia e della sua confidenza. E' molto infelice.
Non vorrei che le fosse impedito di frequentarmi a
causa delle tue stranezze.
- Circola voce che
sei diventato un impostore e ti arricchisci a spese
degli ingenui. Io non critico i buoni affari,
finché sono condotti con decoro. Tu, invece, ti
dai in pasto all'opinione pubblica. Non hai il senso
della privacy, tanto cara a noi inglesi.
- Da insigne
studioso, sei ridotto a fenomeno da
baraccone.
- Torna in Europa.
Lascia perdere questi americani selvaggi".
- -Vanità del
mondo- fu il brusco commento di Peter alla lettera
della sorella. Più tardi si sarebbe pentito. Se
le avesse risposto, chissà, forse l'avrebbe
convinta a salvarsi nel suo eden.
- Nemo profeta in
patria. Barba e capelli lunghi, vestito di un
caffettano, aveva proprio l'aspetto di un santone.
Così lo fotografarono gl'inviati di "Vogue", in
un servizio sui miti che fanno tendenza.
- L'idillio
durò circa dieci anni. La comunità
prosperava, anche se nessuno si fermava stabilmente.
Prima o poi, per ognuno dei giovani arrivava il
momento di affrontare la realtà: riprendere gli
studi interrotti, formare una famiglia, entrare in
affari, integrarsi nella società.
- Una ragazza,
salutando il maestro, gli disse: -Mi hai regalato una
sfera luminosa. La custodirò per
sempre-.
- La gente andava,
veniva. Volti nuovi sostituivano i vecchi.
- L'ultima predica di
Peter fu pronunciata il 9 settembre del 2001,
domenica. Il martedì successivo l'America
avrebbe guardato con terrore e sgomento ai grattacieli
di New York.
- Ascoltiamo dunque
il figlio dello sceicco:
- -Ho sognato di
camminare nel deserto. Pietre acuminate mi ferivano i
piedi. Il sole dardeggiava sulla mia testa.
- All'improvviso,
come accade nei sogni, il paesaggio cambiò. Ero
circondato da un'oasi verdeggiante. Davanti a me si
ergeva una sinagoga. Ne uscì un rabbino,
recando i rotoli della Legge. Stavo per allungare la
mano e toccarli, quando una voce mi trattenne. "Non
è qui".
- Proseguii verso una
moschea. Il muezzin intonava la sua benedizione ad
Allah. La voce ripeté: "Non è
qui".
- Alberi d'ulivo
presero il posto delle palme e dei datteri. Seguii un
suono di campane, finché mi apparve una
chiesetta bianca. Vi entrai. Una luce rossa, velata,
indicava la presenza del Santissimo.
- "Credi nella
divinità del Cristo?" domandò il
sacerdote cattolico.
- Esitai a
rispondere, ed egli mi scacciò
adirato.
- Infine giunsi sulla
riva del mare. M'inginocchiai sulla sabbia, rivolto
all'orizzonte infinito. "Ho un'unica certezza, mio
Dio: quella di non sapere".
- Cari amici, ho
peccato di presunzione. Un uomo ignorante non
può avere discepoli. Quest'estate il raccolto
è stato scarso. Il tempo delle vacche grasse
è terminato. Le galline producono gusci vuoti.
Molti prodigi ci fanno capire che la diaspora è
vicina. Dal cielo sono cadute stelle color sangue.
- L'umanità
non è matura per una religione universale. Lo
sarà tra cento, mille anni. Intanto dobbiamo
separarci, abbandonare il nostro paradiso, il
giardino. Abbiamo arato, seminato, per le generazioni
future.
- Dimenticate il mio
nome, la mia faccia. Vivrò come uno dei
trentasei santi nascosti, per amore dei quali Dio
regge il mondo-.
- La comunità
disapprovava la decisione del capo. I lavori di
sgombero cominciarono malvolentieri. Ma quando la
televisione trasmise le immagini delle due torri
distrutte dagli aerei, si placò ogni
protesta.
- L'evento
significava l'inizio della guerra globale, senza
frontiere. Gli ebrei partirono verso il muro del
pianto, i musulmani verso La Mecca. I cristiani fecero
ritorno nelle loro città pagane.
- Congedarsi da
Anella rappresentò una dura prova per Peter. Le
parlò dolcemente.
- -Ti lascio il mio
conto in banca e dodici figli, il numero perfetto
delle tribù d'Israele. Porto con me solo una
bisaccia.
- Fin dal momento in
cui mi hai conosciuto, nel negozio di mobili di tuo
padre, sapevi a che cosa andavi incontro. Io ti
sfuggivo e tu cercavi d'imbrigliare il vento nella tua
pace. Adesso ho assolto ai miei doveri coniugali, e
non ci saranno altre donne sulla mia
strada-.
- -Ti
aspetterò- replicò lei tra i singhiozzi,
stringendo in un vano, disperato abbraccio l'uomo
della sua vita, il ribelle senza pace, senza dimora.
Non avrebbe più invocato il suo nome nella
tempesta, non avrebbe lottato contro il vento. Il
paradiso terrestre era una landa desolata.
- Tornò in
Italia, dal padre. Tornò nella casa dei nonni,
in fondo al paese, sovrastata dalla rupe
d'Isabella.
- Vittorio sfiorava i
settant'anni e sembrava una quercia colpita dal
fulmine. I capelli diradati sulle tempie, le grosse
spalle curve, il fisico tozzo da contadino. Un tempo
era stato un seduttore. Ora si stentava a crederlo.
Camminava poco, parlava meno, per litigare o
lamentarsi. Era un vecchio sedentario e brontolone.
- Wendy reagiva
meglio. Accolse Anella come la figlia perduta. La
rimproverò, perché si era lasciata
scappare il marito. Ma poi la confortò.
- &endash;Un giorno o
l'altro lo vedremo arrivare. Lacero, stanco, con i
vestiti a brandelli. Gli faremo festa. Uccideremo per
lui il vitello grasso-.
- Ahimè, dopo
il fallimento del suo matrimonio, anche il Cilento le
riservava un'amara delusione. La proprietà
mostrava segni d'incuria. Piante d'ulivo invecchiate,
l'antico frantoio coperto da erbacce.
- L'olio "Rosalba"
serviva solo agli usi domestici. L'hotel "San
Michele", da centro di fitness internazionale, era
stato declassato. Ospitava villeggianti napoletani. I
ricchi cercavano altrove l'elisir dell'eterna
giovinezza.
- Per amore dei
figli, Anella decretò di abbattere gli ulivi,
demolire il frantoio, spianare il terreno, che fu
trasformato in un camping.
- Naturalmente il suo
nome è "Il giardino".
- Di Peter non si
hanno notizie. Forse si trova tra i lebbrosi sulle
rive del Gange. Forse aiuta profughi palestinesi, o
cura bambini denutriti in Somalia.
- Ci rassicura una
certezza: un giorno o l'altro lo vedremo arrivare,
lacero, stanco, coi vestiti a brandelli. Gli faremo
festa. Uccideremo per lui il vitello grasso. La sua
lealtà sarà ricompensata. Godrà
lunghi anni felici, insieme ai suoi cari.
- A questo punto,
prima di spostarci in Cornovaglia, da lady Gray,
sarebbe bello poter dire lo stesso di Maddalena.
Invece, il suo caso è irrisolto, è
fuggita per sempre, non si volterà indietro.
- Continua ad
ingerire dosi massicce di sonnifero. Considera la vita
un'anomalia della natura, e le dispiace avervi
contribuito.
- Patrizio conserva
la sua boccetta di profumo, da cui si sprigiona un
sentore di foglie appassite, di terra bagnata, di
nebbia.
- E' il ricordo di
un'alba d'amore, sotto la pioggia scrosciante. E' il
richiamo dell'Ade, dov'è prigioniera
Euridice.
|