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Varia e complessa è la gamma dei problemi di
natura contrastiva che lo studio della lingua spagnola
pone al parlante italiano principiantem sia dal punto di
vista grammaticale e sintattico sia da quelli semantico e
pragmatico; per una approfondita analisi di tale tematica
cfr. Carrera Díaz (1997) e Matte Bon (1992).
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Sullo sviluppo delle lingue romanze cfr. Meneghetti
(1997), Herman (1997) e (1998); sulla variazione in
spagnolo Penny (2000); sulla questione dei
dobletes, Gutierrez (1989).
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Una esauriente trattazione dell'espressione verbale
riguardante il possesso in castigliano è contenuta
nel. classico studio di Seifert (1930).
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Frequente sia in latino volgare sia in autori come Plauto
(Fernández Soriano; Táboas Baylín:
1999, vol. 2, 1756); conserva nella coniugazione la
presenza dell'avverbio y.
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Mi sia consentito ricordare l'importanza della rinata
corpus linguistics, che dall'enunciato
ricostruisce il significato del contesto, che aveva
conosciuto un periodo di stasi con l'avvento della
grammatica generativa. Ho
inoltre raccolto un corpus di spagnolo scritto di
estensione analoga a quello di C-Oral Rom (COR),
corrispondente alla settimana che va dal 1 al 7 marzo del
2002 del supplemento economico di El País
(EP); infine, ho consultato il demo del corpus
dell'italiano scritto CORIS/CODIS realizzato presso il
CILTA, elaborato e coordinato da R. Rossini Favretti
(CORIS). Vorrei sottolineare l'importanza della
costituzione di corpora come il C-Oral- Rom ai
fini dello studio dell'evoluzione pragmatica del
castigliano: il reperimento di dati come quello della
preponderanza della forma hay rispetto a
está può permettere lo sviluppo di
ricerche che mettano in luce il significato pragmatico
degli elementi sintattico-grammaticali e il loro valore
concettuale nelle varianti diastratiche della lingua. Nel
caso di hay/está che - come si vedrà
in 4. - incarnano pragmaticamente la dicotomia rema/tema,
si aprono a mio giudizio interessanti ipotesi di lavoro
riguardo all'evoluzione della percezione della lingua da
parte dei parlanti. Un confronto dei dati dell'intero
corpus che confermasse la maggiore presenza dell'uso
rematico di questi - come di altri operatori sintattici -
rispetto a dati diacronicamente meno recenti,
consentirebbe di estendere anche al versante sintattico
della lingua la marcata tendenza verso l'innovazione
così marcata nel lessico
castigliano.
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Ho preso in esame un demo di circa 90.000 occorrenze
consultabile in linea per le lingue spagnolo e italiano,
relativo al progetto europeo C-Oral Rom, coordinato dalla
Direzione Generale INFSO dell'Unione Europea, che
comprende corpora di lingua orale nei registri
formale e informale per lo spagnolo, l'italiano, il
francese e il portoghese.
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L'esame dei corpora di lingua spagnola permette di
notare che l'uso impersonale di estar sia nella
variante scritta sia in quella orale è
estremamente circoscritto, mentre viene fatto un largo
uso di hay. Per quel che riguarda
está, ho rilevato soltanto una occorrenza
nel corpus orale, mentre è stato necessario
raddoppiare le dimensioni di quello scritto perché
il numero delle occorrenze passasse da 2 a 4.
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Per una approfondita analisi della letteratura in materia
cfr. Pavlenko (2002).
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Per una trattazione esaustiva di questa tematica cfr.
Berruto (1986: 66-69); Renzi, Salvi, Cardinaletti (1998:
125-127).
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Grevisse (1986: 1585).
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Affrontare la questione dal punto di vista pragmatico
permette di giustificare l'esistenza di frasi che
sembrano contraddire quanto detto fino ad ora, ovvero la
non grammaticalità di costruzioni in cui compaia
haber + elementi di definizione. La
legittimità di esempi quali A) "Las personas,
las hay de muchos tipos"o B) "Te recuerdo que en aquella
situación hubo los problemas de todos los
días", dipende dal fatto che, malgrado la
presenza del clitico in funzione di complemento oggetto e
dell'articolo determinativo, i contesti presentano
informazioni di tipo rematico (A) o consistono nel
ricordare elementi conosciuti (B) in quanto "la
definitud, con la condición de unicidad, no es
incompatible con la presentación de
información nueva" (Leonetti: 1999, 817).
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Nel caso di discenti di età inferiore ai 15 anni,
invece, potrebbe essere più utile una
dimostrazione esclusivamente induttiva del fenomeno.
Infatti "[...] le strutture del lobo frontale
organizzano le componenti sintattiche di una lingua solo
se questa è acquisita entro una certa età
critica, dopodiché altre strutture del cervello si
incaricano di organizzare gli aspetti grammaticali di una
seconda lingua, ed è probabile che queste
strutture sostitutive permettano un apprendimento
soprattutto su base esplicita." (Fabbro: 1996, 113). Come
ipotesi di lavoro mi sembra interessante proporre la
verifica della relazione tra le modalità di
apprendimento in età precoce e il "grado en que
los individuos tienen tendencia a compartimentar su
experiencia." (Ehrman: 2000, 87).
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Non va trascurata la possibilità dell'italiano di
utilizzare 'il' al posto del partitivo come accade
nell'esempio 3), che torno a trascrivere per maggior
comodità di lettura: 3) c'è il
peperoncino (COR). L'articolo 'il' sta al posto del
partitivo 'del', e non rappresenta dunque un vero
indicatore di definizione.
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La riflessione di Schacter (1989) definisce come memoria
implicita quella che fa riferimento a situazioni
precedenti, in grado di influenzare eventi successivi
senza che i soggetti ne siano consapevoli. Le strutture
cerebrali che ne causano il funzionamento divengono
attive prima di quelle che sovrintendono alla memoria
esplicita. Questa, al contrario, che sfrutta i lobi
frontali del cervello dallo sviluppo più tardivo,
viene definita come memoria cosciente.
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Esempio ripreso da Hewings (1999: 230) così come
per 36) e 37).
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Ricordo comunque che, sia nel registro orale inglese -
soprattutto nella variante americana - sia in quello
francese, è possibile trovare questi impersonali
seguiti da nomi propri, fenomeno di tipo pragmatico che
modifica il senso della frase focalizzando il SN che
segue l'impersonale.
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A questo ambito sono collegati gli studi di Damasio
(1994) e Arnold (1999) riguardo il legame tra emozioni e
razionalità, e sull'influenza che la sinergia tra
queste due entità non separabili può avere
durante l'apprendimento di una L2.