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Francesco Sinibaldi
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Francesco Sinibaldi - Messaggio d'amore

 

 

 

Collana I gigli (poesia) 14x20,5 - pp. 65 - Euro 8,00 - ISBN 88-8356-410-3

Introduzione

Il Messaggio d'amore di Francesco Sinibaldi ha come fulcro la presenza di composizioni autenticamente sentite dal poeta costantemente teso ad elevare il sentimento al più alto valore: s'innalza nei cieli infinita la poesia e la magica voce del poeta. Canta e ricanta le sue liriche finché non entrano nel chiaro di luce del cuore. Una beata armonia, un cuor d'amore intenso, un rimembrar il passato: nostalgie vaganti in quel sole del fiorir della giovinezza.
Incanti irreali, candidi barlumi, sussurri d'ardore diventano fiocchi d'amore creando una soffice nevicata di prodigi.

Massimo Barile

Notte di misteri
 
Una chiara e limpida serata d'Agosto rifulge nello scintillìo di innumerevoli stelline fluenti nell'immensità di quel tenebroso firmamento che invoglia due baldanzosi bimbetti ad avventurarsi nel parco di un vetusto casolare divenuto il luogo in cui, secondo le voci del paese, dimorano spettri e biancastre visioni dalle spaventevoli sembianze. Con il passo agile e vellutato di chi si accosta ad un evento per lui nuovo ma oberato da striscianti timori, eccoli sbucare con l'occhietto fuggente oltre
una siepe ricolma di profumate rose anelanti un sonnellino ed aqquietarsi all'ombra di un giunco millenario che abbraccia il terreno con distesi e affilati ramoscelli cadenti, giungendo, sempre più impauriti, alla soglia di un uscio rinvigorito ma anche devastato per le intemperie che si scagliano di continuo su di lui sfogando l'ira dei cieli; scavalcato l'orlo arrugginito che si fascia intorno alla porta, si manifesta loro uno spazio ricolmo di fili e ragnatele intrecciate in mille modi come a formare una treccia argentata di una chioma vetusta, mentre sulle pareti, da cui pendono brandelli di carta stracciata, di tanto in tanto si notano quadretti simboleggianti paesaggi dispersi nello splendore di un fiammeggiante laghetto ed una ringhiera ascendente chiama l'animo ad esplorare quel posto perverso ed impenetrabile, ove anche le lievi folate del vento che fischia di fuori paiono fastidiosi ed ansimanti respiri umani.
Il mistero regna sovrano dove tace ciò che vive ma solamente nel fantastico ingegno di un intimorito fanciullo, e allorché tutto appare svanito nelle ombre delle più latenti sensazioni, quello è l'attimo in cui il pensiero rinasce tentando di far passare per vero ciò che non esiste o per glorioso ciò che appare sgraziato nelle forme e nei moti dell'animo.
Mentre le labbra tremano assaporando il gusto di una rinvenuta fede che li difende ora da insolite incognite, eccoli al culmine di quella marmorea scalinata che rimbomba il passo sempre più timoroso, ed al loro sguardo appannato si rivela il biancore etereo e vaneggiante di una scia ricolma di mille bagliori proveniente dallo stanzone ove in passato si era consumato il desiderio di lacerante passione, e che si posa dolcemente su di una sediola che dondola emanando un lieve sussurro di pace.
Tutto appare donato da un'inattesa magia, e mentre candide note si innalzano tra i cupoloni di quell'ambiente ora fresco, tutto d'un tratto rinascono frotte di angioletti dall'azzurrognola aureola e col capo chino a baciare il futuro, e così si dipinge nella quiete il momentaneo ristoro regalato per illuminare e render grazia a quegl'umili cuori.
 
 
Ad Elton Chameleon
In mattutina piova,
onde il passegger
s'affaccia e disdegnoso esulta
all'aperto giardino
in taciturne voci, odo presto
terreo il nugoletto
nel fior degli anni suoi più cari,
e ancor per uso canta
in fuggitiva fioca
al novellar d'incoronato augello
in fior la gallinella,
e già sdegnando s'apre amato l'usignolo.
Dipinta in candidi barlumi,
e canterina e bella
in fredda loggia ridente
al suon di giovinezza,
posata in pianto
al cuor di faticosa tela,
conforto crea in angelica passion
la femminetta,
e somiglianza vaga
ove imago al dì festoso
esulta e canta.
 
 
Il nettare della vita
Nella chiara e limpida mattinata di un giorno qualunque, un loquace gruppetto di donne anziane dalla capigliatura quasi totalmente argentina e con tersi e trasparenti veli stanno allegre a rievocare lustri immortali ed istanti di florida e fanciullesca età, mentre la rugosa mano che oscilla nel tentativo di far fiorire un'idea con l'ausilio di sottili maglie si alza di tanto in tanto ad onorare con lievi e ben curati cenni il volteggio di mille baldanzosi uccellini fluenti e danzanti nel chiarore di quel mattiniero zefiro di luglio. Il loro dolce e ponderato sorriso, riassunto in una autentica e ben pretesa saggezza, si dona in continuazione per incitare i più austeri bimbetti a separarsi da lugubri e foschi pensieri per accogliere con esuberante felicità le porte che si socchiudono vivendo accanto ai piaceri dell'anima ed all'ottimismo delle future avventure; ed allorché il primo e sano venticello sbuffa affannosi respiri inondando di quiete l'intero giardinetto dai mille colori, è quello l'attimo in cui la carminia e
spumeggiante altalena comincia a dondolare spostata dal soffio del maestrale, mentre il pannoso ed aromatico regalo di gentili e vetusti sorrisi goccia infinite sorprese, e tutto intornole siepi ricolme di rose ed i cespugli fioriti nel simbolo di un candido amore si fasciano col riverbero più gaio e lucente che casca dall'altezza di quella mattutina pioggia di sole, con il chiaro che pare rinascere più limpido e cristallino.
Poste in circolo su leggiadre panchine dai contorni legnosi un po devastati ed alquanto ruvidi, esse si dilettano a cinguettar commenti fuggendo nei meandri e nel baratro delle loro decrepite menti a donare nostalgie ormai svanite ed immagini che riescono a far rivivere con la stessa gioia e lucentezza del lontano passato. E mentre il profumo intenso e un po fastidioso di ricurve pipe si diffonde ad infarcire l'aria rendendola opprimente ed umida, liete cavallette dalle sottili zampine e dal mormorìo d'infantili ricordi saltellano di pensiero in pensiero, giungendo al fine di una marmorea scalinata ove si assiepano il disinganno e le fallaci chimere di tristi bimbetti che attendono la voce di perduti e sensibili suoni materni.
Passano i garzoncelli con latte e pane della veritiera e novella estate, e mentre i trilli di veloci bici-clette annunciano l'albeggiare di una ridente giornata, si odono più felici i sussurri della natura ed i nettari sgorganti da candidi bocci.
 
I tremori della dinastica Pechino
Il rumore assordante e pieno di vigore di una cascata nata nel cuore della valle rimbomba emettendo
i chiarori di un gocciolar continuo e tintinnante,mentre i fluttui cadenti dalla sommità di un masso
donano, tra mille infelicità, i colori dell'antica Pechino.
 
Un amore palpitante e profumato con aromi di un passato di cui vantarsi rifulge tra i lasciti e nelle
eredità della dinastia Yen, fautrice del sacrificio nel nome del progresso e del miglioramente della
condizione umana, ed il cuore del Palazzo Imperiale, o città proibita, batte il tempo di un pendolo adagiato tra sete raffinatissime giungenti dalla culla di un ambiente curato sin nei minimi particolari, con frotte di padiglioni uniti dolcemente ai chiarori degli immensi cortili interni, ove cumuli di rose
profumate disegnano nel cielo i contorni di un idillio cristallino. Sorrisi ricchi di splendori ed immagini di angeli bianchi nell'atto d'inventarsi strani rimorsi dimorano tra i silenzi perpetui del Tempio del cielo, sito amato dalle anime nascenti nelle ombre di una vita tenebrosa, e l'arte maestosa della
storia cinese par rifulgere tra le ampiezze del Museo Imperiale, colorato con soffi di solitudine provenienti dal nulla.
Nelle sere emananti sussurri d'ardore assopito nel vago, una luce fiabesca e dai contorni amorevoli
brilla tra i profumi di una cantilena, e tutto si mostra dorato, come donato dalla leggiadria di una fronda cadente.
 
 
Ad Hastings, tra dolori e sussulti
Il battito ferroso di quelle uniformi fluenti sin a toccare le sabbie incupite da attimi d'odio rimbombava tra grida e sussulti pervenendo, dopo aver girovagato tra i magici colori dei prati inglesi, tra le paure dei nemici Sassoni,guidati dalla prudenza del Re Aroldo, sostenitore di un potere immenso
ove covava l'ingiustizia e la mancanza d'imparzialità; ed il carisma dell'invasore normanno, Guglielmo il Conquistatore, permeava gli animi ribaldi di un gruppo di giovanotti dal labbro carnoso e con gli occhi infatuati nel lume di un'idea fuggitiva, consapevoli di rischiare la vita in nome di una volontà suprema ed insindacabile,divenuta ora la stella a cui aggrapparsi allo scopo di dimenticare le mille amarezze della vita e della solitudine. L'Ottobre appena sbocciato coi sapori dei vigneti in fiore e nel nome di una nuova età rifulgeva ad incantare anche i più astiosi degli animali notturni, ed il sole, che pareva un po' pallido ed angosciato dal morire della stagione più amata, emanava dei sorrisi talmente miti da far pensare all'arrivo di un sentimento di grazia simile alla luce spruzzata dalla mutevolezza di una rosellina tinta nei profumi di un'aroma vetusto.
Il fervore del prode Guglielmo prevaleva sulla schiera attonita delle forze nemiche, ed in quegli attimi, mentre lo stridolìo delle spade donava urla sgraziate e passioni d'inusitata veemenza, si notava una vecchietta sola adagiarsi tra i profumi di un praticello per poi morire incantandosi nei rossori del sole morente.
 
 
Il tempio ove regnan gl'intelletti
L'ultima goccia del temporale venuto sulla terra per dimostrare alle menti più raffinate la leggiadria
dei ricordi infantili penetra tra i chiarori adagiati sulle pelli di una mela circolare dall'andatura stanca, e nel cielo divenuto azzurro e biancastro nasce il profilo dell'arcobaleno da cui si distinguono i magici lineamenti dell'esoterica Bankok.
 
Il soffio leggero ed attinto dalla verità dimorante tra i grembiuli delle soffici lane appese al tempo proviene dalla limpidezza del mare nascente poco lontano codesta cittadina, che pare baciata dal terso dimorante nel cielo puro e ricco d'incanti, e la riva sinistra del fiume Menam dona all'intero paesaggio presagi di una chimera ospitata nella culla del suo candido profilo, lineare e unito alle sensazioni più degne. Nei vecchi agglomerati urbani frotte di rigagnoli dall'odore acre e dall'aspetto vispo e ridente s'intrecciano emanando brilli d'inusitata veemenza giungenti nelle ombrosità delle vecchie mura, mentre un insieme di barchette adibite con tendoni cadenti tra le smagliature di un tappeto rovinato e poco curato formano disegni naturali dai contorni simili alla tristezza dimorante nel palpitìo di un cuore sconsolato ed amato solo dallo splendore della fanciullezza.Dimorando nell'attesa che il rimbombo del campanile torni a segnare il passaggio degli attimi, si nota il mitico Palazzo Reale ove siedono i secoli delusi dall'approssimarsi di una nuova stagione e, poco oltre, tra i colori del Museo Nazionale,spruzzi d'ingegno misti all'incipiente amore rifulgono sostando nelle toghe di candidi poppanti.
 
 
Un immenso di pensieri (15/7/1992)
 
Fiorente e nostalgica notte che inondi
l'intera vallata di vive melodie,
ascoltami:io sono una poesia sola, e spesso,
quando torna la sera, mi fermo
a pensare alla tristezza che regna nell'animo mio
e che mi rende infelice,
e spossato di qualsiasi meta.Vago con la mente
a dei ricordi passati, vivo
nell'attesa che un cuore dolce mi voglia del bene
e pensi a me, di giorno
e di notte, e scrivo poesie, e rime d'infinita nostalgia,
ma poi mi deprimo,
e piango, piango a lei che mi odia,
e al suo casto sorriso.
 
 
La fiaba dei sogni irreali
 
Con mille tinture che si dilatano nel cielo e con l'ausilio di un pastello che ne ritrae i momenti più tranquilli, sono giunto nel paese delle meraviglie, culla dei fati ove sbocciano fiabe incantevoli e si disperde il soffio velato dei bimbi che si divertono a sguazzare nella candida ed arieggiata mattina
di un giorno irreale. Nel centro di questo magico paesello si staglia una guglia dorata a curvilinee intarsiature con dipinte sui lati i volti di imperatori di caritatevole purezza,ed in cima un marmoreo angioletto ritratto ad invitare nel volo gli uccelli con le braccia innalzate e con lo sguardo ridente nei lumi degli occhi spalancati. Dall'oscurità di tale torre dei desideri ne esce, ricolma e traboccante di un fascio di luminose stelline che dondolano nel turchino, una mirabile e leggiadra fatina dal riso radioso e con le guancette che sbuffano di un veemente vermiglio: un bastoncino argilloso ricoperto da solenni diamanti e da zaffiri di inusitato splendore l'accompagnano nel cammino at-
torno a fontane sprizzanti di quiete che brillano l'effimero sapore di una lieta magia, lungo un paesaggio che si è colmato di fuggenti gnomi dalle vesti colorate nel vago e dai cappellini curvati con un pomello finale di artistica fantasia. E gli alberi a fronde infelici ora si muovino con regolari passi danzando nel ritmo di una mite canzone che l'ingegno di uno strimpellato e arruffato vecchietto lancia nel chiarore baciando col suono i disegni dipinti da fosche e leggere nuvolette. Eccola arrivata, la
dolce fatina, ai piedi di una bronzea scalinata che conduce alla sommità di un palco; gloriosi ideali sono ritmati con il verso lieve di quel suo strano mormorìo, mentre da lontano una frotta di vocianti cincillà, assiepati nel roseo di un profumato cespuglio, si divertono coi pensieri a raggiungere quel suo ammiccare così nostalgico e al contempo vero.
Mentre le ultime e ponderate espressioni germogliano nel chiaro e colano sui visi dei mille fedeli,
una carrozza di divina parvenza e con le briglie incatenanti perviene alla soglia della scalinata ad
accogliere l'incanto, e la sua gonna ad onde verdicce è rialzata dal sussurro sereno di una lieve folata maestrale,ed accanto, nel chiaro che si apre nel celeste turchino, mille cuoricini dai palpitii veloci e dalle tonanti ed invidiose melodie, insieme ad un gruppo di lesti gnomi, si assiepano nel grembo del
velluto di millenaria ventura. Il popolo incantato, nell'ordine di tremolanti e poco ordinate file, segue
il barlume delle solite debolezze che rifulge come la stella più chiara nell'oscurità di una notte serena a tergo di quella comoda dimora delle fiabe sognate nelle sere pulite, accanto alla viva e spumeggiante fiamma di un focolare di un'infanzia adorata.
E tutti insieme si dirigono nella verde prateria che si proietta con sinuosi sentieri e rivoli di goccianti e candidi ruscelli sino alla cima di una maestosa montagna dalle rupi inondate dai rimbalzi del sole, mentre nel cuore dell'odoroso boschetto che nasce li vicino, viene allestita da novizi e da vetuste
magie la danza per le vicende proprie, che pare ora inventarsi di fulgidi e meritevoli intenti d'amore.
 
 
Sweet painted lady
 
Anzi il chiaror sovviemmi in lucerno e canterino sole di luminosa fonte onde flebile tace il nugoletto al suon della novella piova, e codesto e quello fan soffi d'imperituro canto.
Ed ancor tristemente, a scabro e selvaggio diletto mormorando d'augello mirato al fior d'umano passato,odo presto, in momentaneo credo,
la luce fugace, e seco d'ombroso in strazio e dolor d'affannato tormento il fiorir d'esanime diaccio, al nebbioso bagnato di chiaror dolcemente.
E intanto, qua e là saltellando, pe rime e cipressi, la luce del cuore.
 
 
Una nevicata di prodigi
 
Svelte e sollecite andature si susseguivano nel glaciale crepuscolo di un remoto inverno, e mentre penetranti fiocchi avvolgevano di un mite biancastro i profili di quella dimenticata cittadella di campagna, dall'altezza di un bronzeo campanile vociava un suono prodigo di rimpianti e di attese mai appagate, divenuto ora il segnale del ritorno di una vecchia e dolorosa afflizione.
Accasciata nella nudità di un desolato violone dai siepi inondati e velati sin alla cima di quella coltre di temporanea aspettativa, un'anziana signora dalle labbra increspate e coi sorrisi stentati tendenti a celare ricordi ormai sepolti, si incurvava a raccogliere gli esigui doni del cuore lasciati ruzzolare nel grembo del vellutato cappellino dagli animi buoni e sensibili all'altrui tormento.
Vicino a lei, tremolante e un po disteso tra gradini di poesie infinite, si riposava un cagnolino pensieroso e pago che il fato regalasse a quei suoi occhietti soffocati la parvenza di uno spirito solitario e di un ideale sognato nel chiarore dei pensieri illuminati; ed intorno a quelle due animelle
sperdute nell'immensità di una creata finzione,fiaccole di eterna leggiadria e di magici barlumi posavano il lume delle fascinose nostalgie sui tetti spioventi delle dimore degli uomini soli e delle donne abbandonate per l'illusione del soldo, mentre ritornelli di esuberante intensità sorgevano come per magia dalla coltre di neve assiepata ai limiti di un cespuglio sfuggente oltre il pio di un cadente cipresso.
Mille volte si era cullata nel progetto di un amore ritrovato che l'avrebbe invitata ad invaghirsi del colore dei tramonti e del sapore delle prime avventure mattutine dei sensi, ma il fato sempre l'aveva tradita donandole solo la fallace chimera di una minuzia di affetto e di briciole di speranzosa attesa.
Ed ora l'accento di un maltenuto ed un po fracassato violino di fine Ottocento si accostava lentamente a sussurrare a quei suoi tristi pensieri il segreto per anni taciuto per il timore di sfidare tali vicende emotive, ed un sorriso di meravigliosa apertura si spalancava ad infiammarla di ardente passione: era un giovane musicista coi vestiti intrisi di candido amore e con moti rimembranti l'oscillìo delle nubi più soffici che danzano nel chiarore di un celeste mattino; sedutosi accanto a lei, un'armonia vetusta ed una voce melodica si innalzavano coi prediletti fiocchi compagni di vive poesie ed allora, nell'oscurità tetra di quella notte per attimi e incanti, i luccichii dei loro ponderati propositi si univano a render grazie al Signore per la semplicità e per il calore emotivo di quei loro sguardi ora invaghiti l'un dell'altro.
E nel cuore di tale ridente e leggiadro racconto, la piuma di un silenzioso passero sfiorava il crine di un fringuello gioioso.
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