Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Francesco Sinibaldi
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Francesco Sinibaldi - Il tempo del sole

 

Collana I gigli (poesia) 14x20,5 - pp. 40 - Euro 6,46 - L. 12.500 - ISBN 88-8356-313-1

Retro Cover
Poesie

Retro Cover
 
Francesco Sinibaldi sa aprirsi a momenti riflessivi e a visioni liriche rendendo quasi concrete e tangibili le proprie immagini sognanti.
Questi frammenti di memoria diventano miracoli dell'Uomo evocante, canti di passione, struggenti e penetranti. Le lacrime e i palpiti d'amore, si fanno sapori dell'eternità ed una volta purificati prendono la via della parola scritta come fossero un delicato e raffinato sogno perpetuo di una storia indi-viduale. Tutto riluce dal profondo di un cuore che s'invaghisce e costanti suggestioni accompagnano pensieri fulminei ed effimere atmosfere di quiete, rese fedelmente da un Autore che porta con sé una invidiabile singolarità unita ad un profondo lirismo.
 
Massimo Barile
 
WARM AND BEAUTIFUL
 
Pallor d'incantevole chiaro par quella dolce collina,
cadente in fugace pensier desioso nel fresco alla torre
e al desolante fato, del nero micino che al fiore
vaneggia. Ricordo l'amore, doloroso accenno che al
lacrimante cuor parea di conforto, e riarso d'estroso
e intuitivo sì degno al paglierino canto fuggivo
contento al calar della pena, mirando in roseto e
quinci in profumato alloro dalla via corrente acquoso
il terriccio al suon dei cipressi, rimembranza dolce
al rugiadoso pianto. E il chiar di taciturna luna in
funereo spirto posasi or intima a lucerna a dimorar
sontuosa, che sua gaudenza esulta, al fioccar de
l'emozione.
 
 
 
 
MILANO NEL MIO CUORE
 
Seduta su di una panchina legnosa ed arrugginita per la neve discesa durante la stagione più gelida, la vecchietta respira l'alone di gioventù dimorante nell'ombra creata dal passeggiare di un nobile raggio, ed il suo viso, cinto dall'accennarsi di un velo sottile come il pregiudizio mai provato, pare illuminarsi coi contorni della fede ristoratrice, dipinta nel bagliore di quei cigli esitanti nell'attendere il sole; non appena il soffio di un leggero venticello si posa sulle candide vesti e tra i trecci odorosi d'antico, il velo accenna un movimento e da questo sussulto si sprigiona il profilo della mia Milano.
 
La maestria dominante dall'altezza dorata dell'imperiale Madonnina, esulta battendo l'aria intinta coi sapori soffici della limpidezza mattutina, e la cultura sita tra le trecce marmoree dell'incantevole Duomo, s'illumina di una luce leggiadra e svolazzante nelle indomite corse dei piccioni, innamoratisi tra i soffi del sole ed i drappelli vocianti posti nell'angolo ove dimorano i respiri di quiete ed i sussulti di un amore lontano; mormorando con rigoglii inusitati ed esprimenti le tinte di una visione nata negli sguardi delle donzelle ottocentesche s'ode il passeggiare delle acque piovane nel grembo dei Navigli, culle di pensieri attorniati ai lati da una schiera di lampioni e fiammelle profumate d'antichità, mentre poco lontano, tra immense distese di concetti e specchi fluviali baciati dal cadere dei larici appena sbocciati, si nota l'imponenza del Castello Sforzesco, ricolmo di occhi innamorati. Nel cuore della città domina il viso serio della Scala, simbolo della forza dell'intelletto nascente nelle menti più fini e raffinate, e tra i colori medioevali delle vie situate accanto alla amata Via Manzoni, si notano i bagliori cadenti dalla sommità dei balconi intinti d'amore e di passioni trattenute con la forza del senno.
Quando la sera penetra in ogni dove illuminando i profili della Villa Reale, dell'Accademia di Brera e di Santa Maria delle Grazie, tutto pare inchinarsi alla realtà splendente tra i rossori del tramonto ed allora, nella quiete notturna, si nota serpeggiante tra gli umili brusii dei milanesi il pensier per il lavoro di domani.
 
 
 
IL GALLETTO CANTERINO
 
Chiarori di inusitata vivacità e di ridente spessore a velare i paesaggi della campagna, e brilli di perpetuo suono fluenti sin al limite delle avventure più passionali di un gruppetto di pensierini miti; nella vivacità di una mattina colorata dai sospiri del primo venticello primaverile, ecco destarsi un galletto che par quasi anelare i sussulti della rinnovata stagione; il passo assai veloce e il becco a rincorrere i raggi variopinti di infinite leggiadrie, esso dona alla mite aria diffusasi intorno a lui l'illusione di una canzoncina fluente, piano piano, per l'intera vallata, ora divenuta la culla magica delle sue infelicità, mentre il sapore effimero di una stagione giungente alla fine del suo cammino di vita, si stende sin a ricoprire la luccicante sponda di un piccolo laghetto che sorge poco oltre, nella radura dei cipressi cadenti e delle fronde goccianti candide virtù. Nell'atmosfera di quiete così creata, e quando il mormorio dello scampanio di una lontana torre inizia a rumoreggiare scandendo il passaggio degli attimi, esso si allunga col barcollante collo sino a baciare le sensazioni più gradite e nascenti dalla reale sommità di un vetusto poggio ricolmo di profumi suadenti, che ora inneggiano a lontane immagini.
La sua dolce musica si diffonde ovunque, penetrando non solo tra i fiocchi di leggiadria sparsi per i campicelli, ma anche nei siti ove da sempre, tormentandosi, si cullano le sensazioni di vetusti decenni e di immagini quasi morte. Codesto è il momento magico in cui gli animali delle foreste, richiamati da tal fruscio di cadenti sogni, si ritrovano, come per incanto, ai piedi del galletto al quale, tra respiri autunnali e colori intensi, tutto pare dedicato, dalla brillantezza della giornata al fuggire delle speranze e delle castane fantasie.
 
 
 
 
SIENA DAI NOBILI PASSATI
 
Il velo trasparente e dai candidi profili si adagia sulle palpebre di quella vecchia vissuta tra inquietudini ed illusioni morenti, giunta nel punto del trapasso ad una vita che si annuncia col rimbombo degli scampani dondolanti nell'arietta pulita; rassegnata e vinta da morbo ella è morente e sui fiati dell'ultimo respiro sboccia la vista della nobile Siena.
 
Il sapor tenace della forza dei sensi abituati a vivere tra lotte intestine e ricche di passioni cammina di pari passo con gli stendardi variopinti d'accesa rivalità, e gli animi ora quieti si preparano alla festa del Palio delle Contrade, celebrazione estiva della brama di potenza residente nel cuore dei cittadini e trattenuta nel gelo invernale con la forza della volontà. Sulle linearità della Torre del Mangia dominano delle miti finestrelle da cui è possibile rivivere coi pensieri il passato lussureggiante e dimorante tra i silenzi delle viuzze cittadine, luogo d'incontro ricco di colori e di souvenir, mentre le tenebre dell'ombrosa oscurità innano un canto tra le pareti dipinte della Chiesa di Santa Maria dei Servi, simile alla leggiadria emanata dal cinguettio sonante di un beccuccio fuggitivo nel chiaro. Tutto appar soffieggiato dalla voce del celeste mattino, e nel Duomo, tra le vesti danzanti, pennellate da una mente geniale, s'ode il vociar continuo dei mille trascorsi nascosti nei marmi e tra le fessure odoranti di candida e magica quiete. L'accento di una melodia suonata dal tocco di un piano ingraziato dal sorriso di una casta donzella penetra nei pressi delle meraviglie di San Domenico, luogo ove i filari gareggiano ospitando tra i loro profumi, il tintinnio del raggio del sole. A sera. Tra i respiri della quiete, il paesaggio s'illumina emettendo barlumi d'incessante colore e gli innamorati, danzando negli sguardi della luna, s'invaghiscono di un fruscello emanante amore.
 
 
 
LA FANCIULLA DELLE TERRE INCANTATE
 
Il mormorio di un venticello dipinto coi sussulti della mattutina ed infiammata brezza autunnale, si diffondeva in ciasun luogo di questa mite isoletta, ove regnava una quiete intensa ed un silenzio rimembrante, tempi morti di un passato rigoglioso di ricordi e d'illusioni caste, mentre nel cielo, azzurro e risplendente di candide virtù, frotte d'uccellini dal crine assopito nel vago e con gli occhietti fuggitivi si dilettavano a rincorrersi sin a formare forme e disegni di tutti i generi; il rumore di una ottocentesca locomotiva emanante brusii e fischi, quasi muti, si adagiava nelle colline percorrendo l'intero contorno di quell'isola, che pareva donata dall'altruistica volontà di un Creatore, mentre raggi di leggiadra memoria si diffondevano ovunque penetrando tra i peri e nel profumato ventre di quell'attonita e triste vallata, divenuta ora la culla di un racconto e l'ispirazione per una futura rimembranza. Nel centro di tale passaggio, ricco di chiarori e colorato con le illusioni di un infantile ricordo, una fanciulla ben vestita soleva percorrere in lungo ed in largo l'isola, sin a giungere nel luogo più cupo ed ombroso, posto all'estremità dei praticelli profumati e nascenti dove un laghetto dai miti ondeggi sgorgava infinite nostalgie; quivi arrivata, tra suoni di una montagnola vetusta ed i silenzi cupi di un'aureola d'incantati uccellini di bosco, ella s'acquietava alla soglia di un masso situato all'inizio di un breve tragitto di quiete, mentre dalle armonie nascenti nel laghetto lì vicino, si formavano i contorni di un biancore quasi dimenticato, e che ora si tramutava in fosco presagio, indicativo dell'arrivo di una nuova stagione dall'eternità ed incantata età.
 
 
 
 
L'INGEGNO DI UN NOBILE ARTISTA
 
Uno spruzzo d'ardori geniale e fuggitivo si depositava a formare i contorni di una semplice parvenza di tranquillità interiore, e l'uso del chiaroscuro nell'atto di cogliere il nocciolo degli affetti umani dimoranti tra i barlumi di quel sorriso pensieroso, rendeva grazia alla figura della "Gioconda", donna umile, dalle chiome fluenti nell'immenso del suono e col viso ricolmo d'amore; la leggiadria presente nei dipinti di Leonardo emanava sensazioni di un tempo felice e ricco d'aspirazioni costruttive, ed anche la voce dei desideri, variopinta dall'umore delle passioni provenienti dalla lucentezza di una mente pronta e curiosa, spingeva il prode artista a ricercare nei suoi degni capolavori, il contrasto nascente da emozioni opposte il cui scopo era di far rivivere attimi d'illusione e di cosciente disinteresse per i risvolti della vita terrena. Ogni piccola pennellata s'intrecciava coi chiarori dell'amico sole rifulgente tra i rossori di un purpureo tramonto, ed ogni canto cinguettante nell'attesa delle ritrovate memorie gareggiava, come intensità e luce con le sue opere ricolme d'amore per i concetti e per il candore dell'astrattezza, divenuta il simbolo di un anelito d'eterno. Il sapore inquieto de "L'ultima Cena" ed il senso di quiete dimorante tra i riflessi de "L'Adorazione" e della "Vergine delle Rocce", incuteva all'occhio esitante del primo mattino un'angoscia sottile come lo spessore di un raggio radente dalla sommità di un'incantevole rosa autunnale. La precisione del pittore s'incontrava con la curiosità dello scienziato a formare, nel rispetto delle diversità, un idillio eccelso di nobili fantasie.
 
 
 
 
Per Elena
 
Elena, rammenti fior d'arte e florida
età di tuo casto allietare, e bella
armonia che il cuor tuo raggio divino
baciato dal sol che illude i pensieri,
s'alzava sereno e uscia lieto e puro
dal chiaro mattino che al roseo
sbocciò?
 
E tu, bimbetta solare che l'erba al
bel fascio schiarito dal sol del
peccato castano arguì festa in cuore,
varcava più lieta la siepe che appar
giù nel vallo bagnato col suono
che uscia dal tuo cuor, lo so che
sbagliai al chiar d'opre, e lunare
intelletto sorgea più schiarito
quand'estro sbocciò.
 
Sonavan di lonta armoniche voci,
e luci dei fiori a donzelle col piovo
che s'entra tramuta col vanto
grazielle in virtù, s'ammassa in viuzza
sorgente di fior e bagni di sogni
sgorgavan festosi com'arpe d'augelli
vetuste albeggiar tra il roseo lavando
e il cincio pio casto che al
cuor s'assopì.
 
Pastura di voci dal vello biancastro
varcavan più liete le soglie amene
del giovin patir e il fiume ch'appare
più chiaro al mattino rincorrea
veloce affanno d'artista. S'apria la
finestra e s'alzavan le vesti al tuo
lieto passar, e il ciglio ch'ardea
dentro il bello gradito intuir,
sgorgava esultante la prima novella
che il piovo fuggente donava a quel
pino ch'esulta ancor ora, pel verso
gioioso che il sol gli mandò.
 
Canta beltà che il grazio
invaghito d'un esil virtute
gradiva altezzoso sull'opre del
vin pastura d'orgoglio. Vigno
gradia tuo profil e ricciol sereno
dondolava di sera e di
notte, allietar mente e genio
d'un bimbo ch'ardea pel vero
tuo sguardo, e il terso ch'era
più chiaro or ora rammento
quand'animo mio sgusciava dal
buio per volger più lieto sua
trista sventura all'arte gradita
che al sole primeggiò e ancor
più tristo varcava il sorriso.
 
Domani andrò, e s'entro animella
beata com'irta collina che
s'apre nel vento tra il roseo
tramonto e il goccio del perso,
al luogo beato dal canto svanì,
donasti al mio sguardo fiducia,
speranza e altar di virtù. Ma ora
son solo e il cuor che mi sprona
risponde col pianto al bel vanto
tuo amar.
 
Amica mia cara, che t'alzi al
mattino e gioisci coi fiori, perdona
il fringuello che mesto miravi.
Quietato è il tempesto che il
penso sgorgò ed ora son calmo
e più gaio ch'esulti mio cor.

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Inserito 6 aprile 2002