Scrittori italiani contemporanei

Giuseppe Testa

Ha pubblicato il libro

 
Giuseppe Testa, Sandra, editrice Montedit, 1997,
pp. 32, Lit. 6.000, ISBN 88-86957-21-1.
 
Al mio amato scricciolino
 
 
 
La poesia più bella del mondo
 
Rimani
in silenzio
e il mondo
ti ronza intorno.
Ti chiedono
professionalità
con bande tricolori
ed amori castigati
senza libertà.
Offrono
nulla.
Piangendo
chiedi
sollievo
alla tua mente
e lei ti risponde
«Che?»
Sei vuoto,
sfibrato
sino al midollo
quando
all'improvviso
si riaccende
una fiammella.
E puro
irresistibile
sorge
un carme
di gioia
senza fine.
Ascolta:
è la poesia
più bella del mondo.
 

 
Perché no?
 
Basterà
un'alba
calda e colorata,
un sorriso di gatto,
uno sguardo trepidante,
un bacio sui capelli,
un abbraccio
dolce e sfrontato
per non smarrirti più?
Posso provarci.
Perché no?
 

 
Sotto una pallida luce lunare
 
Stanotte
la luna
è un occhiello
nella vastità
del sogno.
Pallida luce
come di milioni d'anni fa
rischiara
il mio volto.
Sto accarezzando
un'immagine diafana
e lontana,
ma incredibilmente viva.
«Come hai fatto
Maga Circe
a regalarmi
questo incantamento?»
Io ti penso
e non mi par vero
che il tuo amore
sia qui con me.
 
 

Alibi
 
Scherziamo
col fuoco
alla ricerca
di alibi
sempre
più inverosimili.
Sappiamo
di amarci
eppure
un filo
lieve
ci trattiene
fermamente
alla quotidiana
angoscia.
Ricordami
di ricordarti
dov'eri
ieri
e dove
non sarai
domani.
Scuse
sottili
e bugie
ingegnose
per non parere
troppo felici
agli occhi
dell'uomo.
 

 
Io brucio per te
 
Laggiù
nei viali aggrondati,
come pioggia
che macera
le mie vesti,
le foglie
hanno ripreso a cadere
ed il sonno
travolge
gli ebbri seguaci di Dioniso.
Maddalena
raccoglie i suoi stracci
invocando
un nuovo Messia:
sussulti e grida
non giungono
alle soglie
del ricco epulone.
Ricercano
stupore
nelle vie di Milano
convinti
che l'amore
non sia mai risorto.
Eppure
io brucio per te.

 
 
Né di terra né di mare
 
Il bianco signore
delle nuvole
mi disse:
«Perché
sei così triste?»
Il vento
mi arruffava
i capelli
ed in fini granelli
di polvere
giunse
la mia risposta.
«Nulla mi manca,
dolce signore.
Tutto mi manca,
però»
Le onde
si accavallavano
e fresca come spuma
era la voce del genio.
«Una donna?
Né di terra né di mare
la troverai
se prima
non scruti
a te intorno»
L'immortale
sparì
e la sua risata
divenne pioggia.
Ascoltalo,
pensai,
ed un tesoro
inestimabile
adesso stringo
fra le braccia.

 
 
A ritmo di Sandra
 
Dici
che non mi piace
ballare.
Discoteche,
balere,
dancing halls
e ritrovi assortiti
mi fanno venire il voltastomaco.
E portami dai!
Incontentabile
ragazzina
bilancia 61
lo sai
come
dove
quando
mi piace piroettare
a ritmo di Sandra.
 

 
Toccami
 
Il suono
cresce
nella mia mente,
interferisce
con gli accordi
in sol minore.
È l'alba:
il crollo
della borsa
mi lascia indifferente
e il gatto
mi addenta
un polpaccio.
Toccami!
Ripenso
ai testimoni di Geova:
mi hanno venduto
trentasei opuscoli
che non leggerò
mai.
Toccami!
Che c'è?
Il telefono scotta:
attacca
stacca
che depressione!
Quando
mi tocchi
di nuovo?
 

 
Solo due righe
 
Solo
due righe
per dirti
che mi manchi
da morire.
Una lettera
può essere facile,
forzata,
anche bugiarda,
ma questa
breve poesia
mi lega
per sempre.
Ti amo
dolcissima Sandra.
 

 
Curiosità
 
Ho aperto
un cassetto
e poi
un astuccio
ed ancora
un portafogli.
La mia donna
non c'è
ed io trafugo
i suoi grandi segreti.
Un rossetto color pesca
due cartoline di amici lontani
una raccomandazione della mamma
la lista della spesa
un orecchino spaiato
tre gettoni
un piccolo amuleto.
E un bigliettino
scritto in rosso:
«Com'è curioso il mio amore!»
 
 

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inserito il 3 marzo 1998