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Alessandro Montaguti

Alessandro Montaguti, nato a Castel di Serravalle il 22 gennaio 1949. Diplomato alle superiori in "elettronica industriale". Sposato, vive ed abita a Monteveglio con la moglie Marisa e due figlie: Federica (27) e Giulia (9). La sua irrequietezza e la voglia di conoscere, lo hanno indotto ad intraprendere diverse opportunità professionali.
Ha lavorato a Londra per la Motorola, a Karlsruhe per la Beker, a Milano, Trieste, Rimini e Roma per la Carisbo.
Nato con la passione della fotografia, è diventata col tempo una vera vocazione (lavorando di giorno e stampando di notte le fotografie nella camera oscura, ricavata in cantina). Ha partecipato a numerose mostre e concorsi fotografici ottenendo discreti risultati. Con la nascita della seconda figlia, arrivata nel 1991, ha limitato il suo hobby preferito all'essenziale per intraprendere quello letterario. Vocazione anch'essa presente in forma latente, uscita prepotentemente allo scoperto dopo la morte del padre (6 giugno 2000). Negli ultimi anni ha scritto poesie, racconti, articoli pubblicati sui giornali, brevi romanzi, preghiere e favole. Ha partecipato, ottenendo importanti riconoscimenti, a concorsi letterari su tutto il territorio nazionale.
Con questo suo primo libro con l'opera "La scala mobile" che rappresenta uno straordinario spaccato della sua vita e della sua letteratura, vuole farsi conoscere da un folto pubblico, uscendo dagli abituali confini, spostando l'orizzonte infinito.
Premi e riconoscimenti nell'anno che chiude il secondo millennio:
2° premio "Scrittori per il Terzo Millennio"; 3° premio "Premio Biennale Letterario Monti Lepini"; 4° premio "Poesia in lingua", Patti - Messina; 9° premio "C'era una volta" Amici dell'Umbria; Segnalato "Premio Artistico Letterario Città di Cava"; Finalista "Premio S. Valentino - Concorso di Pasqua", Pontedera.
 
Per leggere l'opera inserito nell'antologia del premio letterario La Montagna Vallespluga 2000
 
Per leggere l'opera inserita nell'antologia del Premio Il giro d'Italia delle Poesie in Cornice 2000
 
La neve
 
Una gioia irrefrenabile m'invade
scorgendo, di primo mattino
il paesaggio immacolato che la neve
cadendo durante la notte
ha dipinto e ci ha donato.
Col suo candore
come sempre
inaspettatamente è arrivata, imbiancando:
alberi, tetti delle case, strade e prati
attribuendo un alone di purezza
lontano anniluce dalla realtà
nascosta sotto la coltre di neve.
I fiocchi di neve
che il Padre Eterno
come fossero coriandoli
continua instancabile
a rovesciarci addosso
uno dopo l'altro
perfettamente distanziati tra loro
impercettibilmente, ma inesorabilmente
come le lancette dell'orologio
avanzano sul terreno
rimodellando con delicate pennellate
tutto ciò che incontrano.
Bambini e anziani, col naso all'insù
seguono i fiocchi di neve, distinti
fin quando scompaiono
posandosi e confondendosi con gli altri
in un ammasso indistinto e vellutato.
 
 
 
Pescatore
 
C'è sempre un pioppo
o un'acacia
che staglia l'ombra di sé
sull'acqua increspata
che si insinua
confondendosi e mescolandosi
nel suo grembo materno
nella corsa verso il mare.
Lì con i suoi problemi
con le sue contraddizioni
fuggendo la realtà
anche se solo per un pugno di minuti
c'è un uomo che rinasce
stringe in mano una canna
che volteggiando nel cielo
disegna con linee e curve
fantastiche fuggenti figure
invidiate dai poeti del pennello.
Lontano anniluce dal mondo moderno
dalle sue tecnologie e dallo smog
il pescatore
timidamente si avvicina ai pesci
confondendosi con la natura.
 
 
 
Il tempo
 
Il sole, ormai al tramonto
ancora vuole salutarci prima di spegnersi
e rinascere, chissà dove?
Ci invia gli ultimi flebili segnali, ma intensi
cromaticamente forti
che rimangono impressi, nelle nostre pupille
anche quando sono scomparsi, dietro le colline.
È il tempo che passa
per noi che siamo
che corriamo
che pensiamo
che amiamo
che soffriamo.
È passato un giorno, un mese, un anno, o molto di più
non importa
è passato.
Inesorabilmente, senza lasciare impronte, il tempo passa.
Solo il nostro cuore riesce a fermarlo
a ricordarlo;
lunghi tristi momenti di malattia
un orecchio o un dente che ci hanno fatto impazzire
la gioia dei figli, le vacanze trascorse, l'allegria di un compleanno
non importa
è il nostro tempo.
Un battito di ciglio, ed è passato.
Volevamo rompere il mondo
volevamo... ci è sfuggito di mano.
È passato.
 
 
 
La notte
 
Stanco, guidavo e pensavo
davanti a me, il mare
infinito, incolore, silenzioso
senza spiaggia, senza onde, senza vita
disperazione, inquietudine, paura
ad un tratto
apro gli occhi
buio, notte fonda intorno a me
sono le due, esco dal sogno
sudo, fa freddo, tremo
la luce artificiale
come un lampo mi acceca
mi riprendo e guardo
gli occhi socchiusi; colmi di paura
un pizzicotto, poi un altro da urlo
un acuto di dolore
oh!... che bello!
Sono vivo, sono sveglio
sono le due di notte
tutti dormono
leggo un libro
per riposare c'è tempo.
La vita è lunga.
 
 
Prefazione del libro"La scala mobile" e primo capitolo
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Non chiedeteci indirizzi dei soci: per disposizione di legge non possiamo darli.
©2000 Il club degli autori, Alessandro Montaguti.
Per comunicare con il Club degli autori:
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Agg. 21 agosto 2001