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Alessandro Montaguti
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Alessandro Montaguti-La scala mobile
 
Collana I salici (narrativa) 14x20,5 - pp. 80 - L. 17.000 - Euro 8,78 ISBN 88-8356-208-9
Prefazione
Capitolo I

Prefazione
Una Azienda dell'hinterland bolognese, costruisce una lunga scala mobile, utilizzabile per traslochi in palazzi alti e grattacieli. Per il lancio pubblicitario, viene eretta a Siena sulla piazza del Campo, durante la disputa del Palio. Sopra al cestello della scala vi trovano posto un regista della Rai ed una fotografa francese per le riprese di gara. Finito il Palio, la scala si blocca nella massima elevazione. Provano a farli scendere in tutti i modi, compreso l'intervento dell'elicottero della Protezione Civile arrivati da Roma, tutti i tentativi falliscono. I due sventurati protagonisti, dopo avere rotto il citofono per il collegamento diretto, esaurito le batterie dei loro telefonini si disperano perché costretti all'isolamento. Sono solo a 200 metri dal suolo, ma le circostanze avverse li hanno isolati dal resto del mondo, per tutta la notte. È il 2 luglio 2001, una giornata molto calda ...
 

Alessandro Montaguti

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La scala mobile

Capitolo 1

 
I lavori continuavano ad un ritmo frenetico. Le luci della fabbrica erano sempre accese; di giorno e di notte. Turni massacranti per coprire tutte le 24 ore della giornata per tecnici, montatori, progettisti, verniciatori ingegneri provenienti da Monteveglio e zone limitrofe, con la consulenza dell'ingegnere capo progetto Kawasaki, assieme ad altri shofthueristi, giapponesi. Molti dipendenti, al termine del proprio turno, si intrattenevano ancora in azienda per assistere alle prove di simulazione e tecnico/pratiche del gioiello che, con il loro lavoro, stava nascendo. Il desiderio di vedere ultimato il progetto li tratteneva in azienda per ore, dopo il loro turno, anche se non pagate. Gli ingegneri giapponesi, chiusi nel loro laboratorio asettico, isolati da rumori, polvere, da subdoli disturbi elettrici o da campi magnetici che potevano "drogare" i risultati, compromettendo le prove di affidabilità di ogni particolare della "scalamobile" (progetto a cui stavano lavorando), lanciavano i programmi dai computer e con una serie di sovrapposizione di grafici e calcoli infinitesimali controllavano ogni minimo particolare. Testavano il progetto nel suo insieme controllando ed eseguendo live-test su ogni particolare prima di assemblarlo. Computer e microprocessori potentissimi fatti arrivare dal Giappone, assieme ad una squadra di tecnici specializzati, in grado di elaborare miliardi di dati in un secondo, avevano rivoluzionato le metodologie applicate alla Almont in trentanni di attività. La fabbrica elettromeccanica "Almont spa" di Monteveglio, con soli 50 addetti era diventata nelle ultime settimane una piccola Cape Canaveral. In tutto l'hinterland bolognese cresceva la curiosità della gente di conoscere quale diavoleria stava per nascere all'interno della ditta Almont. La curiosità era motivata perché altre volte, l'uscita di un nuovo prodotto d'avanguardia, aveva provocato l'acquisto di azioni in Borsa da ogni parte del mondo, raddoppiandone il valore. Alcuni fotografi si appostavano nelle vicinanze per rubare e anticipare sui giornali economici la foto (lautamente pagata) della "cosa" che stava nascendo. Le maestranze, interrogate dai fotografi e dai curiosi, dicevano che non era altro che una "scalamobile". Dall'esterno, a volte si poteva scorgere una lunga torre metallica alta una sessantina di metri, ma nessuno immaginava che quella struttura unita/assemblata con altre due torri gemelle, anch'esse di 60 metri, con agganciato in testa un grosso cestello, cabinato per un quarto (pieno zeppo di apparecchiature elettroniche) e tre quarti scoperto a terrazza per l'utilizzo del piano di carico (di qualsiasi materiale) facesse, di tutta la struttura, la scala mobile di sollevamento più alta e funzionale del mondo. Una scala a movimento oleodinamico che permette una elevazione utile (di lavoro) fino ad una altezza di 201 metri. Da terra si spinge verso la massima elevazione in soli sette minuti e 30 secondi, e impiega solo sei minuti e trenta secondi per la discesa. L'elevata tecnologia dei materiali usati (studiati ed ampiamente applicati dalla NASA nelle sue navicelle spaziali per la costruzione dei moduli che tuttora girano nello spazio) ha permesso un sofisticato progetto, unendo meccanica ed elettronica, per dar vita ad una avveniristica costruzione.
L'uomo per mezzo di nuovi potenti processori con l'utilizzo su larga scala di materiali come il titanio ed altri, cento colte più leggero del ferro e cento volte più resistente, ha sviluppato e applicato tecniche fino ad oggi ritenute azzardate dalle tradizionali scuole ingegneristiche.
Lo studio, o meglio, l'insieme degli studi hanno spaziato dalla meccanica quantistica, alla fisica, alla chimica e biochimica, all'ingegneria balistica, all'ingegneria elettronica unita alla precisione di calcolatori superveloci che hanno assistito progettisti e disegnatori, per le particolari forme e spessori dei materiali usati. Il tutto, governato da un sofisticato programma, eleva la ditta Almont spa a ranghi di tutto rispetto, paragonandola veramente ad un laboratorio per la costruzioni di navicelle spaziali della NASA. Il mostro tecnologico, che stava nascendo, avrebbe permesso e rivoluzionato strategie operative in diversi settori: turismo, pubblicità, trasporti, emergenze di varie natura ed altro ancora, che l'Ufficio Marketing, vedendola compiere i primi passi, poteva suggerire o inventarsi. Ogni torre è composta di otto tratte telescopiche lunghe ognuna di otto metri. Le tre torri assemblate alla massima elevazione raggiungono complessivamente un'altezza di 192 metri. Da qui occorre aggiungere: 0.5 metri per il cestello (compreso la cabina comandi, alto complessivamente 2,5 metri), il giunto ruotabile di 3,5 metri che permette tramite due bracci meccanici, di agganciare la cabina, oltre ai 5 metri del carro scala, per il trasporto su gomma, dove è ancorata la torre. Tutto ciò, per una elevazione utile di lavoro di 201 metri, mentre compattata, a riposo per essere trasportata, ha un ingombro di soli 13 metri di lunghezza per una altezza di sei metri, compreso il carro rimorchiabile su strada. Dalla sua massima elevazione, la "scalamobile", in soli sei minuti e 30 secondi, compatta le 24 tratte telescopiche (una dentro all'altra), dopodiché due bracci meccanici robot, in quattro minuti, staccano la cabina posizionandola sul carro di trasporto ruotando contemporaneamente la torre, impacchettata, di 90 gradi (praticamente sdraiandola sul carro scala) in modo da poter essere trasportata su di un camion per le strade d'Europa. Con la scala a riposo, i tempi per l'aggancio della cabina e di posizionamento verticale dello stadio principale della torre, sono di 8 minuti, mentre l'erezione completa fino all'altezza di 201 metri avviene in sette minuti e trenta secondi. Diverse e molteplici sono le opportunità che si prospettano per l'utilizzo dell'elettroscala oleodinamica.
I dipendenti della ditta, ad ogni livello, si esercitano (come per un tacito concorso d'idee) ad inventarsi fantasiosi quanto improbabili utilizzi dell'elettro scala, ultimo gioiello tecnologico nato dalla Almont spa di Monteveglio.
Agli ingegneri è stato chiesto, oltre al normale impegno progettuale della scala, di avventurarsi con proposte concrete che sarebbero state vagliate da un gruppo di esperti. Il proprietario segue direttamente le diverse proposte di utilizzo, annotando, giorno per giorno, tutte le proposte d'utilizzo che scaturiscono dalle sue maestranze.
Rivolgendosi per la consulenza ad un amico, Zanet Giampo, che si occupa di marketing e pubblicità ad alto livello, annota con poca convinzione, l'ipotesi suggeritagli, ancora allo stato embrionale, di buttarsi sul turismo, garantendo altresì l'enorme e diversificato bacino d'utilizzo di detta "scalamobile".
Nata per la scommessa del titolare di portare a termine un progetto avveniristico, utilizzabile per fini commerciali e industriali, avvicinandosi la data di ultimazione dei lavori, il suo destino sembra indirizzarsi verso il concreto utilizzo per i traslochi di appartamenti situati ad altezze non raggiungibili con altri sistemi esistenti (fino ad una altezza di 201 metri), con il grosso vantaggio che un'inclinazione di 12 gradi gli conferisce uno sbraccio di 40 metri, permettendole di superare barriere architettoniche di qualsiasi genere. Ora, però, sono emerse nel concorso di idee tante altre possibilità di utilizzo; fattostà che il Proprietario della Almont, vedendo prossimo il completamento del progetto, organizza un gruppo di lavoro, con personale dipendente e professionisti esterni, per approfondire meglio le proposte di impiego. In soli sette minuti e trenta secondi, con il cestello già agganciato dai due robot (ricordo che l'operazione d'aggancio avviene in quattro minuti) si può salire in cielo avvicinandosi alla luna per ammirare il panorama, scattare fotografie, praticare Jumping, seguire in diretta avvenimenti sportivi (tennis, ciclismo, automobilismo, gare di vela o di wind-surf ecc.) oltre alla possibilità di utilizzare la scala per lanci pubblicitari di determinati prodotti nelle fiere di tutto il mondo.
Il businnes era alle porte: da ultimo correva la prospettiva di portare la scala in posizioni ad alto interesse turistico e farvi salire avventori di vario genere, con un ticket di 10 o 15 EURO, per provare emozioni, fotografare, guardare il mare sopra dallo smog o semplicemente curiosare dall'alto (vedi dentro la casa del Grande Fratello) ed altro ancora. Facendo salire 10 persone per volta, poteva rendere anche 500 EURO all'ora, prevedendo almeno tre salite/ora. Alla riunione settimanale del gruppo di lavoro, del venerdì sera, negli ultimi 30 giorni, ne viene aggiunta una seconda, nel mercoledì sera, per poter vagliare attentamente e scegliere fra il gran numero di proposte, la più valida e percorribile. Mentre i lavori d'assemblaggio procedono a gonfie vele sono messe ai voti, dal consiglio decisionale presieduto dal titolare della Almont, quattro proposte ritenute paritetiche. Dalle urna escono premiate, per l'esordio/inaugurazione della "scalamobile", due proposte votate all'unanimità e quasi a pari merito.
La prima ipotesi di lavoro (sposa l'idea del progetto iniziale) è di utilizzo pratico per arredare o traslocare da un appartamento tra i 20 e 200 metri di altezza, irraggiungibile con altri mezzi; la seconda è di esporre e pubblicizzare un oggetto in una piazza o fiera, d'interesse mondiale, incuriosendo i consumatori e magari organizzare la salita di gruppi a pagamento.
Il proprietario, convinto da Giampo, opta per la seconda ipotesi. I tempi per il completamento dell'opera, inizialmente previsti per poterla esporre alla mondiale
"Rassegna quadriennale d'ingegneria applicata" a Bonn in Germania, purtroppo si allungano a causa della messa a punto dei computer di bordo-macchina, per alcuni microprocessori dell'ultima generazione che hanno evidenziato alcune alee d'errore con una probabilità su 100.000.
I tecnici giapponesi, che hanno venduto ed installato tutta la parte elettronica, si fanno spedire altri processori integrati, rallentando inevitabilmente i controlli e la messa a punto di tutti i meccanismi, che necessitano di prove certe, affidate completamente al riscontro computerizzato, da eseguire solo dopo la sostituzione dei nuovi microchip.
Saltati i tempi, e quindi la possibilità di esporre la scala alla rassegna della tecnologia di Bonn, si cerca una nuova occasione pubblicitaria o, eventualmente, di ripescare la seconda proposta caldeggiata dal gruppo di lavoro. Segue una riunione con la società di consulenza e marketing, Zanet Giampo, per la ricerca di un'alternativa. Giampo chiede tre giorni di tempo per studiare la nuova situazione creatasi. Siamo a poco più di un mese dalle vacanze estive, nel piazzale della Almont, sotto un sole che cuoce le pietre, i lavori continuano frenetici. Aleggia un certo nervosismo per via del ritardo accumulato dal problema dei microchip, occorre trovare un'altra opportunità per il lancio pubblicitario prima delle vacanze, ormai alle porte. Al terzo giorno arriva Giampo con una proposta: "Il Palio di Siena". Zanet Giampo, sapendo che la "scalamobile" sarebbe stata completata entro la fine di giugno, propone ed espone il suo progetto d'utilizzo pubblicitario nella manifestazione della disputa del Palio di Siena del prossimo 2 luglio. Superate le iniziali perplessità, viene favorevolmente accolta, dal consiglio, in alternativa alla fiera di Bonn. Giampo, estrae alcuni documenti dalla valigetta e spiega: "Occorre portare la scala a Siena un giorno prima della corsa del Palio per posizionarla opportunamente, e fare salire sulla piattaforma cabinata, il giorno di gara, un regista ed un operatore della televisione Rai per riprendere la disputa del "drappellone" dall'alto con il notevole vantaggio di riprendere la corsa esattamente dal centro della piazza di tufo senza ostacoli di sorta. L'inclinazione di 12 gradi con uno sbraccio di 40 metri, infatti, permette di posizionare l'elettroscala dietro i palazzi di cinta della piazza, portando il regista in posizione invidiabile.
Se il regista sarà all'altezza, le immagini saranno apprezzate in tutto il mondo con particolare attenzione dall'Europa, che le vedranno in Eurovisione.
Se si verificheranno queste condizioni, il lancio pubblicitario della nostra "scalamobile", sarà garantito e sarà associato ad una perfetta e funzionale macchina tecnologica, nata dalla creatività della Almont portando il titolo in Borsa affari a quotazioni insperate. Il 2 luglio è il giorno della contesa del Palio di Siena, quindi, almeno tre giorni prima deve essere assolutamente terminata e collaudata la scala. Sono stato chiaro?" domanda Giampo. Gli risponde Kawasaki, il capo progetto, che assicura: "Tutte le parti meccaniche ed elettriche sono state testate in laboratorio e sono pronte per il montaggio, da tre settimane stiamo procedendo all'assemblaggio senza soste e soprattutto senza nessun problema, i nuovi processori stanno dando ottimi risultati. Se continua così, fra una settimana avremo finito, poi occorrono sei giorni per le prove di elevazione ed impachettamento a vuoto ed arriviamo al 25 giugno, infine l'agganciamo e la trasportiamo per strada ed eseguiamo prove complete e pratiche di utilizzo: diciamo che due giorni sono sufficienti. Confermo. Molto prima del 2 luglio noi ci saremo". Segue un fragoroso battimano e via al lavoro. Mentre gli ingegneri giapponesi ed i shofthueristi simulano tutte le possibili situazioni di lavoro, cercando di eliminare tutte le alee di eventuale incertezza, i montatori procedono al definitivo assemblaggio delle restanti tratte, montate e rismontate più volte per verificare la corrispondenza con i grafici di calcolo fatti dai progettisti, ed infine rimontate dopo l'ultimo trattamento di verniciatura.
Le prove d'estensione delle tratte della scala, l'impachettamento e il riaggancio della cabina procedono secondo i piani di Kawasaki. Tutto funziona come un orologio svizzero seguendo passo passo la tabella di marcia. Mancano soli tre giorni al Palio di Siena, sono state completate anche le prove di trasporto in strada, tutto lo staff impegnato in queste operazioni è entusiasta. La grande euforia che aleggia in tutta l'Azienda coinvolge il proprietario che, su proposta di Giampo, organizza una megafesta all'interno dei recinti aziendali, alla quale sono invitate le massime autorità politiche ed economiche provinciali e comunali: il presidente degli industriali, il Sindaco e amministratori di Monteveglio e tanta gente comune.
Dopo il taglio del nastro preceduto dalla benedizione del parroco, un breve discorso del Sindaco ed il brindisi, corrono fiumi di buon vino per tutti accompagnati da prelibati stuzzichini. Tagliatelle al prosciutto e porchetta calda sono servite da una folta squadra di camerieri. Sui tavoli posti attorno all'elettroscala, eretta alla sua massima elevazione, ci sono specialità locali, tigelle farcite con ogni tipo di salume, pizzette e stuzzichini vari. Avvicinandosi ai tavoli del buffet, tutti sono attratti da quella navicella che si trova sopra le loro teste a 201 metri di altezza e non possono che ammirarne l'imponenza. Unanimi i complimenti per l'ultimo gioiello nato nella ditta ALMONT.
I tecnici si mettono ai comandi dei computer, recuperano a terra la scala e fanno salire alcune personalità assieme al proprietario per la prima salita inaugurale. Arrivano fino al massimo dell'elevazione, guardando ininterrottamente la crescita dei numeri, sul display, finché con un sospiro di sollievo si blocca a: 201 metri. Si guardano tutt'intorno, ammirando il panorama e complimentandosi per l'azzardato progetto tenuto a battesimo. Poi salgono i tecnici e tutte le maestranze che hanno partecipato alla costruzione, infine anche le persone invitate alla cerimonia senza alcun titolo, che si sono già messe in fila per provare, salendo in un crescendo di sensazioni, paura alternata a forti emozioni allontanandosi da terra per approdare al godimento del panorama che da quell'altezza possono ammirare. Alcuni apprezzano il senso d'isolamento, quasi mistico/religioso che provano da lassù dove osano le aquile.
Ad ogni viaggio salgono 10 persone ed un tecnico operatore all'interno della cabina per intervenire in caso di bisogno. Da lassù l'Abbazia e il borgo medievale posto sul culmine della collina montevegliese si presenta in una veste sconosciuta per la maggioranza dei montevegliesi, vedendola più bassa rispetto alla loro posizione: un susseguirsi d'emozioni indimenticabili. Dal primo pomeriggio fino a sera la scala mobile porta ad ammirare il panorama di Monteveglio, e ad emozionare, ben 430 persone, alcune delle quali si portano la macchina fotografica per immortalare quel momento. Altri riscendono visibilmente soddisfatti con in serbo un'esperienza fantastica. Uno spettacolo d'efficienza durato fino a notte fonda.
Manca una manciata di minuti a mezzanotte, l'orchestra smantella gli strumenti e i tecnici recuperano la torre sganciando il cestello per preparare la "scalamobile" al viaggio per Siena del giorno dopo, con partenza prevista nel il primo pomeriggio del 30 giugno.
Di buon mattino, si trovano in Azienda per organizzare il primo viaggio di lavoro, caricano tanto materiale pubblicitario e casse di parti di ricambio per un'eventuale manutenzione sul posto. Il carroscala è agganciato al camion per il trasporto e, seguito da un paio di macchine, si instrada verso la meta. Ad una velocità massima di 60 km/ora mentre quella di crociera è molto più lenta, arrivano a Siena all'alba del primo luglio. In città ad attendere tutta l'équipe ed organizzare il lancio pubblicitario della elettroscala c'è Zanet Giampo. Sulla tarda mattinata, a Siena presso la base della "scalamobile" ed il suo equipaggio al seguito, si riuniscono anche il proprietario e gli ultimi ritardatari del gruppo aziendale bolognese. Giampo, che ha già dato le prime istruzioni ai tecnici per l'esatta collocazione del carro scala, convoca in un tipico ristorante per una colazione di lavoro: il proprietario, l'ingegnere capo del progetto Kawasaki, altri ingegneri e alcuni operatori della scala.
Giampo prende le carte ed espone in tutti i suoi dettagli il progetto che ha studiato in ogni minimo particolare.
Tutti si convincono del buon lavoro che ha confezionato. La colazione di lavoro al ristorante termina con l'arrivo di una torta alta quasi un metro, farcita di frutta fresca sulle tre terrazze circolari, equamente distribuite lungo la torre, e sopra una luna di cioccolato bianco con la scritta:
"Da oggi la luna è un po' più vicina". Un fragoroso battimano accompagna il taglio della torta.
L'arrivo di questo grosso camion con in serbo il suo misterioso carico, nei pressi della piazza del Palio, suscita l'attenzione di tanti curiosi e turisti; ci vuole l'intervento dei vigili urbani per allontanare l'assembramento creatosi per riuscire a posizionare la scala e lavorare in sicurezza. Con particolare cura livellano il carro scala, nella posizione studiata da Giampo e autorizzata dai Vigili Urbani di Siena. Regolano sei grosse zampe d'elefante, che estraggono dalla base del rimorchio, allungandole per diversi metri per aumentarne la stabilità della torre in elevazione.
Per mezzo di strumenti elettronici in due ore la scala è perfettamente livellata. Si preparano all'aggancio della navicella, per poi salire e fare un primo sopralluogo. Nel tardo pomeriggio, circondati da centinaia di curiosi, la scala con tutta la sua imponenza sale in cielo con il carico di tecnici per cercare la migliore posizione di ripresa del Palio. Decidono di inclinare la torre scala, prima di otto gradi, poi di dieci gradi, verso il centro della piazza, per collocarsi in posizione ottimale per riprendere al meglio la disputa del Palio. Lo staff alla base della scala, non potendosi muovere liberamente, chiede l'intervento delle forze dell'ordine per allontanare le centinaia di persone intorno ad essa che non permettono di eseguire in sicurezza, le operazioni necessarie di messa a punto. Estratti i computer di bordo, lanciano il delicato programma per inclinare la torre come richiesto. Viene provata più volte l'inclinazione della scalamobile e non si corrono rischi, ma l'oscillazione, provocata nel cercare l'angolo opportuno, che si avverte guardando il cestello a tutta altezza, crea sempre un tantino di preoccupazione. Trovarsi con la torrescala eretta per 200 metri, inclinata più della torre di Pisa con il cestello sospeso, diffonde uno stato d'animo colmo d'ansia, quantomeno d'inquietudine. La scala, godendo della possibilità di poter essere inclinata di ben 12 gradi, è stata parcheggiata dietro le mura di cinta della piazza, proiettando il cestello cabinato, quasi al centro della piazza di gara, in coincidenza della proiezione della linea verticale di arrivo. Zanet si avvicina alla base dell'elettroscala presentando al proprietario i dirigenti RAI, con i quali ha stipulato un contratto esclusivo delle riprese del Palio dall'alto della scala. Dopo i convenevoli di circostanza, i tecnici della televisione nazionale, con borse e valigie colme di attrezzature, guadagnano la zona di partenza della navicella per salire e predisporre le telecamere nel migliore dei modi. Alla base della scala ingegneri giapponesi, incollati ai computer collocati all'interno di un armadio estraibile di cable-system incorporato alla base del rimorchio, controllano ogni movimento della scala distratti continuamente dai curiosi dietro le transenne che chiedono informazioni o, addirittura, di poter salire o di vedere quel mostro tecnologico più da vicino. Il contratto con la RAI prevede l'utilizzo della scala mobile in esclusiva, per i loro tecnici ed operatori di ripresa televisiva, per tutto il tempo necessario al posizionamento delle apparecchiature, da circa tre ore prima del Palio, fino a tutto il periodo di gara. Poi, riportata la navetta a terra, con lo smantellamento delle apparecchiature, potrà essere utilizzata da altri e per qualsiasi scopo. In serata, una delegazione composta dal Sindaco di Siena e dal Prefetto, accompagnati da due gazzelle dei Carabinieri, raggiunge la base della scala chiedendo un incontro con il proprietario della torre-scala e i dirigenti RAI. Chiedono di esaminare la documentazione attinente la sicurezza della scala ed alcuni chiarimenti sui rischi che potrebbero sorgere alle persone che salgono sulla torre e per quelle che sono a terra. Tranquillizzati, estraggono un fax, pervenuto in Prefettura da pochi minuti, inviato dal presidente della comunità europea prof. Romano Prodi, con la preghiera di accogliere la richiesta avanzata dalla figlia di un ministro francese, di nome Clodie Mersenne, che ha l'hobby della fotografia ed è partita da Parigi per riprendere, fotograficamente, la manifestazione del Palio di Siena. La figlia del Ministro, vedendo alzarsi un cestello cabinato sulla piazza, ha chiesto a suo padre di trovare il modo di farla salire lassù perché, restando a terra, teme che la grande massa di turisti non le permetta di scattare fotografie decenti. Almont chiede a Giampo se il contratto esclusivo, firmato con il Dirigente RAI, permette di accogliere la richiesta pervenuta via fax dal Presidente Prodi!
Giampo trova un veloce accordo con il dirigente Rai, aggiungendo sul contratto un rigo dove dice che la compagna di salita può solo scattare fotografie, e questo basta al responsabile della Rai. Sindaco e Prefetto, ringraziando, si danno appuntamento al giorno dopo per la disputa del Palio. L'attesa fin dal mattino pare abbia dilatato il tempo. Alla base della torre c'è una giustificata agitazione: dopo tanti sacrifici, la "scalamobile" si accinge a debuttare in un bagno di folla impressionante. Tanta è la soddisfazione dei progettisti che instancabili, con l'onnipresente Kawasaki, continuano le prove di aggancio e di simulazioni, per intervenire ad ogni evenienza. I computer, alla base di controllo e gestione della torrescala, lavorano in dualità con quelli installati all'interno della navicella che permettono di governare direttamente la salita e la discesa della scala per ogni imprevisto o per migliorare l'avvicinamento dall'alto. Nel primo pomeriggio, accompagnata dai Carabinieri che le aprono un varco fra i curiosi, si presenta alla base la figlia del ministro francese Clodie Mersenne, di 23 anni.
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Inserito il 21 agosto 2001