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                  La
                  positività della negazione  Il neonato cerca attraverso
               il contatto fisico, cerca di valutare se un oggetto
               può essere utile ai propri interessi-bisogni.
               Essendo la bocca, cioè le labbra, il primo
               organo sensoriale che gli rivela un contatto positivo,
               quello con la mammella della madre è ovvio che
               cerchi, da subito, di utilizzare le sue labbra per
               "tastare" un oggetto comunque contattato e lo
               assaggi.Vista e tatto sollecitano il
               neonato a muoversi, tende verso le cose, quelle che
               più lo attraggono.Realizza così un
               circuito sensorio quasi interdipendente in cui
               visione, e contatto, spingono all'azione, cioè
               al movimento.Impara a rassegnarsi quando
               è impossibilitato a muoversi, a raggiungere
               l'oggetto e sente il desiderio di arrivare ad avere
               l'oggetto ugualmente.Lasciato libero quando
               è in grado di muoversi, rischia anche dei
               contatti dannosi che gli procurano dei dolori
               immediati, sono necessari perché impara a
               distinguere le differenze fra gli oggetti medesimi e
               così capire quali accettare.Ecco, da subito, si
               può e si deve aiutarlo a scoprire l'ambiente
               aiutandolo, anche "casualmente" a risolvere casi
               motori facili ma che ritenga essere lui a scoprirli:
               soluzioni già preparate.Attraverso il gioco, la luce,
               il suono.Solo dopo l'accertamento
               della sua capacità interpretativa dell'ambiente
               preparato solo al "positivo", si potrà
               procurare incontri con piccoli traumi, modesti
               ostacoli da affrontare.Deve imparare ad aprire le
               "porte", non trovarle sempre aperte.Non è vero che quando
               sarà grande imparerà, magari studiando
               italiano o matematica: l'intelligenza è un
               prodotto della materia, abbiamo detto, occorre
               sviluppare la capacità percettiva, sensitiva,
               addestrando la Sensibilità del ragazzo, solo
               così potrà dopo usarla anche per altri
               interessi (mestieri, arti); se non si addestra,
               l'intelligenza rimarrà così inespressa:
               un sacco bello, ma vuoto e l'individuo, pure
               percependo l'ambiente, non se ne renderà
               ragione del perché esiste, delle differenze,
               cioè non capirà.Così osservando il
               comportamento del bambino come risolve le
               contrarietà "predisposte", se ne rivela la
               forma d'intervento, od interventi così da
               maturarlo come futuro uomo, responsabile delle sue
               azioni perché comprende il valore delle scelte
               fatte.Il ragazzo comunque è
               totalmente sincero delle sue intenzioni (anche
               nell'uso dei primi "trucchi") e un attento osservatore
               saprà le cause vere del suo
               rifiutarsi.Il "No" dimostra che
               l'individuo pensa, e pensando valuta i presunti
               vantaggi o svantaggi di una proposta che lo coinvolga:
               cibo, movimento, ascolto, visione, ecc.È però il
               pensare, significa che si può dare inizio ad un
               dialogo, ad un confronto perché nel momento in
               cui lui si riconosce in una sua indipendenza, in una
               sua capacità di scegliere per interesse
               ritenuto tale, cioè si riconosce in una sua
               individualità, riconosce anche che all'esterno
               ci sono altre individualità.Logica vuole che bisogna
               prevenire eventuali scontri valutando le dissonanze e
               giustificare proposte alternative che evitino il
               confronto diretto in cui una parte si impone all'altra
               dando inizio a vittorie che poi sono sconfitte per
               l'altra parte, da cui usciranno alterati gli equilibri
               emotivi nelle memorie visive e ricordo.Quindi il dialogare, aggirare
               l'ostacolo, sviluppo culturale, confronto valutativo
               indiretto prima preparatorio di quello diretto poi
               quando il tempo si impone per una maturazione che deve
               essere graduale e "dolce" ma rispettosa di tempi
               certi.Il simpatico e il sentivo
               tecnico possono risolvere il confronto in soluzioni
               positive così che non si realizzino degli
               eventi eccessivamente traumatici.Sappiamo che normalmente
               l'adulto si impone al ragazzo con disposizioni
               perentorie, degli ordini spesse volte non "capiti":
               lui è forte e grosso e alto mentre il ragazzo
               è piccolo e debole ma quale effetto può
               produrre il dover compiere forzatamente
               un'azione?Ogni forzatura produce nel
               ragazzo, comunque, un'emotività Contro: contro
               se stesso e contro chi la impone, anche contro chi la
               permette, al quale o ai quali si rivolge, magari anche
               solo con lo sguardo, per ricevere aiuto.Ecco perché i traumi
               necessari devono essere preparati con cura,
               personalizzati con finalità allo scopo da
               raggiungere e "dolci" indotti con il
               gioco.Non solo, ma si potrà
               scoprire eventuali imperfezioni organiche.L'osservatore, l'addestratore
               ideale è il genitore, soprattutto quello
               Simpatico ma può essere anche un "tecnico":
               maestro, insegnanti.Se ha rapporti simpatici
               sensitivi sarebbe l'ideale istruttore perché
               abbinato alla tecnica, può interpretare anche
               le emotività più profonde, il profondo
               "Io" del ragazzo (che non è ancora del tutto
               veramente "profondo" data l'età) e così
               inserire dei correttivi emozionali (memoria-ricordo,
               memoria-visivo) capaci di contrastare ed anteporsi in
               quanto proposte perturbanti positive, ad altre
               già presenti ed attive ritenute negative ed
               "asociali", anche se in prospettiva una regola deve
               sempre essere tenuta presente: il ragazzo inizia a
               "Ragionare" quando "Rifiuta" o rinuncia a qualsiasi
               titolo un'offerta, una proposta di
               contatto.Perché? Nel momento in
               cui decide di rifiutarsi, riconosce due valori: il suo
               e l'altro.Riconosce un'avversità
               ad una sua aspettativa, ad una sua speranza:
               quantifica il suo valore e quello che protegge
               l'obiettivo o che quello stesso esprime.Bisogna scoprire le sue
               ragioni del suo rifiutarsi.Il cibo non è di suo
               gradimento, oppure si è sviluppata un'anomalia
               fisica, anche psichica (ma ciò è un
               problema più delle giovani...)?Non vuole attivarsi in
               attività motorie: è perché
               prevalgono produzioni tossiche eccessive (i movimenti
               del fanciullo devono essere "dolci", invitanti: un
               gioco) oppure non viene interessato di desideri di
               raggiungere oggetti quali controparti?Cerca il contatto fisico
               materno e non vorrebbe staccarsi, dimostrando effetti
               irritanti e nervosi quando si forza perché si
               distacchi: è perché qualche sua parte
               fisica ha bisogno di quelle energie che prima,
               all'interno del ventre della madre, aiutavano a
               maturare, a formarsi così che ora, immaturati,
               propongono il contatto materno? O
               quant'altro?Comunque il suo rifiuto
               dimostra che l'individuo valuta le differenze e fa
               delle scelte di comodo, più o meno
               giustificabili.La forzatura produce pensieri
               ribelli che, comunque, è un'elaborazione "dati"
               emotivi così che il risultato dovrebbe essere
               come risolvere a suo vantaggio e contro gli "Altri",
               compreso anche solo un "lui" un'eventuale reazione:
               c'è ricerca di una soluzione.Il ragazzo è costretto
               a pensare, ad elaborare soluzioni
               possibili.Ad una scontrosità
               iniziale subentra la logica del vantaggio preminente
               come il vivere in funzione del "lui" e del "lei".
               Degli altri.Inizierà così
               il compromesso "sociale" ma riconoscerà
               comunque la sua debolezza, la sua impotenza, la sua
               eventuale dipendenza che, se costantemente accentuato,
               cioè privato di spazi di libertà, di
               autonomia, possono danneggiarlo nella sua formazione
               psicofisica e quindi definire dei comportamenti,
               presenti o futuri, asociali.A questo punto entrano in
               concausa altri fattori, altre opportunità
               occasionali o "Locali", cioè diversi da
               ambiente ad ambiente con le quali si decideranno
               definitivamente le sue caratteristiche decisionali: il
               suo carattere.Se il padre è
               violento, il primo rifugio è quello cercato
               nella madre e poi in altri soggetti.Se è un coetaneo e non
               può allontanarsi dall'ambiente, cercherà
               in altri l'aiuto e se tutti lo condizionano
               finirà per impecorirsi: se trova aiuto
               costruirà con chi l'aiuta un gruppo reattivo di
               difesa e anche di attacco; così si formeranno
               alleanze, amicizie, ecc.Se crescerà forte pure
               lui "si" ricorderà di quelle forzature e
               sarà in funzione dei suoi Stati di
               necessità, anche usare i medesimi traumi per
               trarne vantaggi ed interessi personali convinto come
               è che ciò che lui ha provato
               emotivamente si possa ripetere "senz'altro" negli
               altri soggetti.Come dire che se lui ha paura
               del fuoco, dell'acqua, delle "botte", anche gli altri
               li temeranno.Ecco allora l'importanza
               della Cultura Etica successiva e della medesima Etica
               dell'ambiente più ampio, cioè la
               società. Se invece di crescere forte,
               crescerà debole o normalmente più debole
               cercherà in forme aggregate convenienti la
               soluzione del suo esistere.Anche l'uso di tecnologie che
               sopperiscono alla sua debolezza.Cercherà il quieto
               vivere rinunciando ad aggregarsi, sociali
               rivendicative se "allora" gli "altri" non l'hanno
               aiutato.Cercherà di nascondere
               le due debolezze, le sue paure nei più svariati
               modi offerti dalla società, anche l'alcool, il
               gioco, il sesso differenziato, rinunce sociali per
               paura di dimostrare le sue incapacità o
               giustificare quelle sue incapacità come lo
               è per l'appunto il rifugio nell'alcool,
               ecc.Ecco, per l'adulto, quello
               Normale sociale sapere che il ragazzo è una
               controparte che ragiona, anche se all'inizio,
               cioè che pensa, che riconosce le differenze
               alle proposte che gli si fa, dovrebbe indurre
               quell'adulto a produrre rapporti di dialogo, di
               confronto, usare l'intelligenza espressiva e di
               esempio comportamentali, piuttosto che la forza,
               l'inganno.Come dire: usare la forza
               dell'intelligenza.La Negazione è
               l'opportunità positiva per l'individuo in
               quanto dimostra di distinguere le
               Differenze.  Il capitolo "La
               positività della negazione" è tratto dal
               libro "Costruire l'uomo del terzo millennio..." edito
               nel 1988 dal Centro Programmazione Editoriale di San
               Prospero (Modena) |