- Essere
e tempo
- Dolce Wendy, verde
terra cantata dai poeti. In te Vittorio, non
più giovanissimo, ritrova l'energia di un
puledro. Galoppa instancabile sulle tue praterie.
Mentre tu
- ne hai abbastanza.
A quarantatre anni fare l'amore ti pesa. Sei assente,
distratta.
- Guardi smarrita
all'avvenire del tuo bellissimo figlio, il gioiello
d'Oriente. Che ne sarà di lui?
- Non temere. Nel
bene e nel male, egli è pur sempre l'eletto
degli dei. E poi Anella veglia su di lui come un
angelo.
- Diamo un po' di
tregua ai nostri amici. Occupiamoci di un'altra
storia, lasciata in sospeso dal '69, in una notte
d'agosto, su una spiaggia deserta, dove latravano i
cani randagi, ed una candida figura sbucava da una
grotta, con grande sorpresa dell'unico
spettatore.
- Anche lui
dovrà attendere. Il tempo si è fermato a
quella tragica domenica di fine novembre.
- Il terremoto
dell'Ottanta, che causò tante vittime, in un
caso particolare provocò l'unione felice di due
anime inquiete, errabonde. Ma la fortuna, nata sotto
cattiva stella, non può durare.
- Vi ricordate
Maddalena? No, perché l'avete chiamata
Euridice, secondo la favola, scelta per lei da
Patrizio.
- E' la ragazza di
Napoli, già tanto provata dalla vita a
diciassette anni. Quella di cui conoscemmo le
traversie giudiziarie e l'aborto.
- A ventotto anni non
era cambiata. Alternava momenti di euforia a stati
depressivi.
- Inetta nella vita
pratica, si dimostrò efficiente in circostanze
straordinarie.
- Il giorno
successivo al sisma, quando se ne comprese
l'estensione, fece domanda per l'assistenza
volontaria. Fu mandata in un paesetto dell'Irpinia:
Sant'Angelo dei Lombardi, dove "lombardi" sta per
longobardi, e l'Angelo è San Michele, il prode
e fedele guerriero.
- Il nome
"Michele"deriva appunto dal grido di battaglia.
Significa: "Chi come Dio?".
- Chi può
misurarsi con l'eterno?
- Gli ebrei si
sottomisero alla fede.
- I greci di Elea
sognarono una sfera luminosa, immobile, eterna,
perfetta, al di là del tempo che
fugge.
- "L'essere è,
e non può non essere. Il non essere non
è, e non può essere".
- Con questo celebre
motto (non uno scioglilingua) Parmenide fondò
la metafisica. Da allora in poi ci chiediamo se
è possibile raggiungere la sfera luminosa.
- Siamo o non siamo?
Che cos'è la morte?
- Maddalena aveva
sempre immaginato la morte come un'amante, come una
madre capace di consolarla. Una coppa di vino
stregato. A Sant'Angelo la vide nella sua
nudità. Priva di gloria, di eroismo.
Impassibile, indifferente.
- Su uno spiazzo
erboso si allineavano le bare. Rustiche bare di legno,
dove venivano deposti i corpi, estratti dalle
macerie.
- -Quelle persone
sono diventate delle cose- mormorò.
- -Esatto- convenne
il suo accompagnatore.
- -Lei non crede in
una forma di sopravvivenza?-.
- -Io sono un medico.
Dovrebbe consultare un prete-.
- Una pioggia
insistente cadeva su di loro, e già faceva
presagire la neve. L'autunno aveva ceduto il passo
all'inverno.
- Lui indossava un
trench, con il cappuccio tirato sulla testa. La parte
superiore del volto era nascosta dietro gli occhiali.
Restava visibile la parte inferiore, col mento aguzzo,
le labbra sottili, il sorriso ironico.
- -Questo prato, che
ora vede cosparso di cadaveri, è il campo di
Marte. Qui un tempo si svolgevano i tornei tra i duchi
longobardi e normanni. Le donne si strappavano le
maniche dalle vesti e le lanciavano ai loro campioni.
Dono molto apprezzato, perché
unisex-.
- Il dottor Bianchi
parlava a scopo terapeutico. Cercava di distrarre
Maddalena. Per la prima volta passeggiavano insieme.
Era nata tra loro una reciproca simpatia, anche a
causa dell'ostilità che li circondava. Lei
troppo bella e superba. Lui colto, pedante,
noioso.
- -Le farei visitare
la cattedrale, se i vigili non l'avessero
puntellata-.
- -Abita da queste
parti?-.
- -No, vengo da Roma.
Ma m'informo sui posti in cui vado, per non
dimenticarli-.
- -Viaggia
spesso?-.
- -Più di uno
zingaro. E' il mio lavoro-.
- Antonio Bianchi non
sembrava un eroe. Sembrava un giovane seminarista.
Invece aveva quarant'anni, era sposato e non credeva
in Dio. Che fosse un intellettuale si capiva dal
sorriso ironico. Mentre le mani lunghe, dai gesti
sobri, denotavano in lui l'aristocratico.
- Come Aristotele,
dipinto da Raffaello, le tendeva verso il basso,
indicando la terra.
- -Questo è il
nostro mondo. Qui dobbiamo lottare-.
- Tale materialismo,
professato a parole, non si accordava con la sua
figura d'asceta, vegetariano, con la sua tempra di
paladino, votato alle nobili imprese, al servizio dei
deboli.
- Aveva abbandonato
la clinica del padre (illustre ginecologo), i soldi,
il successo, per aderire all'organizzazione "Medici in
prima linea".
- Antonio Bianchi era
un santo laico, senz'aureola, senza frontiere sulla
terra e senza posto in paradiso.
- Peccato! L'avrebbe
meritato. In un caso estremo, quando nessuno osava
tentare, lui solo rischiò la vita.
- Dal seminterrato di
un edificio distrutto proveniva un fievole lamento.
- -Salvate la mia
vecchia madre!- urlava il sindaco del paese.
&endash;E' rimasta bloccata in cantina-.
- Con aristocratico
distacco, il medico si fece imbracare. Si calò
tra le rovine, afferrò saldamente l'anziana
signora, la trasse in superficie. Ma, a missione
compiuta, una trave lo colpì sulla
testa.
- -Non è
niente- balbettò, asciugandosi il sangue, che
sgorgava copioso dalla ferita.
- Poi vacillò,
e cadde proprio ai piedi di Maddalena, come lo
sfortunato vincitore di
- un torneo, mentre
s'inchina dinanzi alla dama.
- Lei conservò
in apparenza la calma. La sua angoscia s'intuiva dal
pallore del viso, dal tremito delle mani.
- Sì, quella
trave, in fondo provvidenziale, rivelò ad
entrambi i loro sentimenti. Non appena l'eroe fu
guarito dal trauma cranico, si amarono con la passione
misurata,
- e tuttavia
profonda, di due spiriti eletti.
- Nell'attesa del
divorzio di lui, si recarono in Somalia, a curare
bambini denutriti, in Libano, a soccorrere profughi
palestinesi; oltre a seguire le varie calamità
naturali, terremoti, alluvioni, nelle zone povere del
mondo.
- Cinque anni dopo,
nel 1985, legittimarono la loro unione. Si concessero
un viaggio di nozze distensivo, nella Russia asiatica,
sull'antica pista percorsa dai mercanti in mezzo al
deserto.
- A Leningrado la
guida li avvertì: -E' un viaggio difficile, per
cui è richiesta una sana e robusta
costituzione. Siete molto coraggiosi ad
affrontarlo-.
- La coppia sorrise
divertita. Maddalena aveva appreso da Antonio il gusto
dell'ironia. Una vacanza da turisti: quale sorpresa
poteva riservare?
- Certo, l'acqua era
inquinata. Ed il termometro registrava 40 gradi
all'ombra. Ma loro erano abituati a ben altri
disagi.
- Eppure, nel
tragitto in treno da Buchara a Samarcanda, Antonio
usò frequentemente la toilette. Diede qualche
segno d'inquietudine. Infine si contorse tra spasimi
atroci. Accusava una febbre da cavallo.
- -Dissenteria-
diagnosticò.
- -Tifo- replicarono
i medici dell'ospedale, dov'era stato ricoverato
d'urgenza.
- Maddalena
visitò da sola la città. Ammirò
le maioliche azzurre ed i fantastici animali dorati,
dell'architettura arabo-persiana.
- All'ospedale
tornò spensierata. Combattere le malattie era
il mestiere di suo marito. Perciò non credette
ai suoi occhi, quando se lo trovò morto
stecchito nell'obitorio.
- Con potenti
anfetamine la ricondussero da uno stato catatonico ad
uno più o meno normale. In lei si era
risvegliata la vecchia Euridice.
- Stavolta non si
trattava di un'estate. Stavolta avrebbe messo tra
parentesi il resto dei suoi giorni, il suo futuro di
donna. Mai più scommesse sulla vita. L'amore
non aveva vinto la morte.
- Dal viaggio di
nozze riportò le ceneri di Antonio, sigillate
in un'urna.
- Lui aveva sempre
espresso due desideri: essere cremato ed essere
sepolto in cielo. La seconda parte del programma
incontrò la decisa opposizione del suocero, che
si impossessò dell'urna e la depose nella tomba
di famiglia.
- Maddalena
affittò un elicottero, e sparse nel cielo una
manciata di coriandoli. Meglio di niente.
- Intanto la sfera
luminosa si era frantumata. Il suo orizzonte
sconfinava nel vuoto. Questo ci insegna a non riporre
tutta la nostra fede in una fragile creatura, in una
canna agitata dal vento.
- Non aveva perso
soltanto la guida, aveva perso la realtà. La
terra le franava sotto i piedi, priva di asse e di
equilibrio. L'umanità le appariva falsa,
bugiarda. La vita era diventata finzione, inutile
schermo. Per cui decise, a trentatre anni,
d'intraprendere la carriera d'attrice.
- A Roma, grazie alle
conoscenze del marito, contattò molta gente del
cinema, registi, produttori. Vedevano in lei un volto
nuovo, l'autentica bellezza mediterranea, adatta a
ruoli drammatici.
- Interpretò
la parte di una prostituta albanese, salvata da un
carabiniere; di una santa greca, orrendamente
torturata da un imperatore iconoclasta; di un'ebrea
innamorata di un arabo, che, in precedenza, l'aveva
violentata.
- In Francia ottenne
un certo successo. A Berlino guadagnò l'Orso
d'oro.
- Naturalmente
accettava solo film impegnati, poco noti al grosso
pubblico, tenuti in visione un paio di giorni nelle
sale cinematografiche, per il piacere e la noia di una
ristretta cerchia d'intellettuali.
- Patrizio non ebbe
alcuna notizia della sua fama. Eppure camminavano
lungo binari paralleli.
- Anche lui era stato
assorbito dal mondo dello spettacolo: in un genere
diverso, per niente raffinato, destinato alle
masse.
- In quel fatidico
giorno di novembre dell'Ottanta, si trovava a Berlino.
Precisamente nella zona orientale della città,
presso l'ara di Pergamo.
- -Sei ancora
più bello di quanto ti ricordavo. Sembri un dio
greco- esclamò una voce alle sue
spalle.
- Era Rubìa,
sempre arzilla, dagli eterni capelli arancioni.
- -Eccolo là,
il tuo Alessandro!- disse ad un tizio della sua
compagnia.
- L'interpellato,
grassoccio, d'aspetto grave, con una barbetta
mefistofelica, osservò attentamente il
soggetto.
- Patrizio, a sua
volta, li scrutava dall'alto in basso, con
l'espressione imbronciata, di chi ha litigato con il
genere umano e non ammette eccezioni.
- Rubìa gli si
avvicinò: -Cerca di essere un po' carino. Quel
signore è un regista. Non ti piacerebbe fare
carriera?-.
- -Non ho di queste
ambizioni. E poi c'è gente che promette mari e
monti per portarti a letto-.
- - Come sei
schizzinoso! Che ti costa un piccolo sacrificio? Con
lord Gray eri molto indulgente-.
- -Ti prego, lascia
stare il passato. Sono un uomo libero, senza
legami-.
- -Mi consente?
Massimo Valeri-. L'amico della pittrice si era
intromesso furtivamente tra loro, ed ora tendeva la
sua mano grassoccia, umida di sudore.
- -Sto preparando uno
sceneggiato su Alessandro Magno. Mi manca solo
l'interprete principale. Se lei volesse sottoporsi a
qualche provino
-.
- -No, sta perdendo
il suo tempo. E sta sprecando anche il mio. Ho visto
ben poco di questo meraviglioso museo-.
- -Superbo, sublime!
Proprio il piglio sdegnoso del grande condottiero. Lei
non deve recitare. Le basta esprimere se
stesso-.
- Anche il più
saggio degli uomini, il più solitario, il
più anarchico, non resiste a lungo alla
tentazione di farsi conoscere, amare, di varcare la
soglia del proprio anonimato. Insomma, di apparire in
televisione.
- Patrizio
accettò malvolentieri l'invito a cena.
Subì malvolentieri le lusinghe. Ma poi, nella
sua camera d'albergo, si chiese stupefatto il
perché di tante inibizioni. Gli era stata
offerta un'altra possibilità dalla vita. Non
era da lui rifiutare.
- Invece di
proseguire verso il nord, verso gli amati fiordi
scandinavi, tornò in Italia. Dovette sostare un
mese a Roma: le prove, il contratto. Ad ogni sua
intemperanza,
- il regista
esclamava: -Superbo, sublime!-.
- Lo scritturò
senza nemmeno tentare di portarselo a letto. L'avrebbe
posseduto con l'occhio sovrumano
dell'arte.
- -I muscoli vanno
rafforzati. Qualche esercizio di body building non ti
farebbe male- gli consigliò la segretaria di
produzione. Pratica, autoritaria, immune da entusiasmi
superflui, vaccinata contro il fascino degli attori.
- La stessa lo
obbligò a lunghe sedute dal parrucchiere.
Patrizio aveva trentotto anni, capelli bianchi sulle
tempie.
- A dicembre, in
forma fisica perfetta, raggiunse la compagnia nelle
isole greche, per le riprese esterne. Alloggiavano in
un club male attrezzato. I tetti di paglia dei tucul
non riparavano dalla pioggia e dal vento.
- -Semplicità!-
ordinava il regista. &endash;Dobbiamo ispirarci
all'eroismo dei greci-.
- In realtà, i
fondi erano pochi. Bisognava limitare le spese.
- L'esercito,
sterminatore dei persiani, era formato da dieci
comparse, che giravano in tondo davanti
all'obiettivo.
- Patrizio si
buscò una bronchite. In compenso, nel costume
succinto di Alessandro, diventò l'idolo del
pubblico femminile.
- La segretaria di
produzione lo giudicava: "bello ed impossibile".
Sciocchezze! Non esiste il bianco, né il nero.
Patrizio apparteneva al grigio.
- La sua
notorietà venne consacrata da una serie di
mille puntate. Titolo: "Il profugo". Storia di uno
scienziato tedesco, scappato dalla Germania dell'est,
perseguitato dal KGB.
- Nel 1988, la storia
terminò bruscamente. Il protagonista fu
catturato, perché doveva di nuovo indossare le
corte tuniche greche, i panni di Giasone,
stavolta.
- Per Medea si
pensò ad un'attrice drammatica, emersa da poco,
ma di sicuro talento. Aveva vinto l'Orso d'oro a
Berlino, nella parte dell'ebrea innamorata,
così devota al suo amante palestinese, da
immolarsi con lui come kamikaze.
- Alla critica era
piaciuta l'espressione intensa del viso, quando la
testa salta via dal collo.
- -E' intensa-
ripeté il regista Valeri e la volle per i suoi
"Argonauti".
- -Non ho mai
recitato in televisione- precisò Maddalena,
appena arrivata sul set. Il suo snobismo le
procurò l'antipatia della troupe.
- Giasone, invece,
era incuriosito da Medea. Riservata, taciturna,
vestiva sempre di nero, dentro e fuori la
scena.
- La superstizione
è un male diffuso nel mondo dello spettacolo.
Ogni incidente si attribuiva a Medea, dalla rovinosa
caduta del regista, che continuò a dirigere con
una gamba ingessata, all'invasione di
cavallette.
- -Sei una
strega?-.
- -Faccio del mio
meglio. Speriamo-.
- -Che cosa ti
amareggia tanto?-.
- -Ho perduto tre
anni fa mio marito, durante il nostro viaggio di
nozze-.
- -E non ti sei
più guardata intorno-.
- -A che servirebbe?
Io non esisto. Esisto solo sullo schermo-.
- Nel terzo episodio,
Giasone usciva seminudo da una grotta, reggendo tra le
mani il vello d'oro. Medea doveva
abbracciarlo.
- Era l'ora del
crepuscolo. Neri corvi gracchianti volteggiavano nel
cielo viola.
- Patrizio
uscì dalla grotta, seminudo come previsto dal
copione. Maddalena lo fissò ipnotizzata.
- -Un momento di
pausa, per favore. Ho mal di testa-.
- -Aspetta. Abbiamo
quasi finito-.
- -Più tardi.
Adesso non mi sento bene-.
- Medea si sedette su
una panca. Giasone la seguì.
- -Hai un segno rosso
sul fianco- notò lei.
- -E' il punto in cui
si allaccia l'armatura-.
- Ella non
poté impedirsi di sfiorare, con le dita
incerte, malferme, la pelle arrossata. Per quel lieve
tocco, l'universo tremò, le stelle caddero dal
cielo, il mare si mutò in caldo
vino.
- Patrizio riconobbe
Euridice. Ma non fece in tempo a fermarla. Era
già fuggita. Per due giorni restò chiusa
nella sua roulotte, adducendo la scusa di
un'influenza. In quei giorni, pianse disperata. La
vedova di Antonio Bianchi, la nobile sposa della
morte, come poteva cedere ai sensi?
- Riprese il lavoro
imbottita di tranquillanti. Abbracciò Giasone,
lo baciò, ricordando di essere un'ombra, una
finzione, non una donna vera.
- Del resto, anche
Patrizio dubitava di sé. La sua esperienza, in
campo femminile, si limitava a Rubìa, mentre
includeva parecchi esemplari del suo
sesso.
- Può darsi
che Maddalena fosse un sogno, oppure una
verità. Che racchiudesse la sfera luminosa,
immobile, eterna, o la follia. I vent'anni d'attesa
non sono scaduti. Ne manca uno. E forse l'impossibile
accadrà.
- Nell'ultima
puntata, Medea uccise i suoi figli, la sua carne, il
suo sangue. Con parole di odio si congedò da
Giasone. Salì sul cocchio mandato dagli dei per
salvarla. Partì verso il regno dello spirito,
dove avrebbe incontrato un giovane
filosofo.
- L'unico uomo in
grado di sostituire Antonio Bianchi, sia per l'aspetto
di seminarista, sia per l'enorme erudizione,
accumulata in otto anni di studi universitari.
- Ateo, materialista,
nietzschiano, imitava il gesto di Aristotele,
indicando con le mani la terra. -Questo è il
nostro mondo. Qui dobbiamo lottare-.
- La storia dei
popoli e degli individui è compresa in poche
metafore. L'eterno ritorno di Nietzsche e la sfera di
Parmenide sono parte di uno stesso mito. E' il
desiderio di confutare il tempo, qui, sulla terra, o
nell'al di là.
- Addio, Euridice. Ci
consola il proverbio: non c'è due senza tre.
- Intanto, dopo il
record degli "Argonauti" (dieci milioni di
telespettatori), il divo rese un grande servizio al
fratello. Intervistato dalla rivista "Noi donne",
svelò la formula segreta del suo elisir di
giovinezza.
- -Signor Gugliemi,
lei ha quarantasei anni. Ci dica, ha stretto un patto
col diavolo?-.
- -Niente affatto.
Uso l'olio "Rosalba". Oltre ad essere un sano
alimento, è un rimedio efficace, semplice,
naturale, che mantiene lucidi i capelli, preserva la
pelle dai segni dell'invecchiamento-.
- La notizia apparve
su "La vostra salute", "Il medico in casa", ed altre
pubblicazioni del genere.
- Senza spendere un
soldo, Vittorio ottenne la pubblicità tanto
sperata, e Michela, con il suo innato senso degli
affari, seppe sfruttarla meglio di lui.
- Sono accadute molte
cose di cui non siamo al corrente. Michela, per
esempio, ha cambiato cognome, ed ignoriamo il
perché. In questi otto anni, abbiamo seguito le
tracce di una schizofrenica e del suo platonico
amante, trascurando le vicende più modeste di
Anella, di Rosalba, di Peter. Il matrimonio di Wendy.
- E' il momento di
tornare a Palinuro, al nostro luogo di partenza e di
arrivo. Infatti, le sue case moderne, i suoi villaggi
turistici, i suoi hotel sorgono nei pressi dell'antica
Elea: colonia greca, patria della
metafisica.
- Da Elea si
elevò, come un aerostato, la tonda
verità di Parmenide. Vola ancora su di noi,
miraggio luminoso dell'eterno.
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