Sommario Culture 2003

NOTE

 

1 "Come in Menzogna e sortilegio, anche nell'Isola di Arturo i fatti raccontati hanno inizio con la descrizione di un alloggio. (...) E in seguito, colpisce la natura di una descrizione che arriva ad essere non solo un campionario di oggetti, osservati come tanti cimeli, ma anche una minuziosa topografia" (Garboli: 1995, 84-85).

 

2 "In fact, anxieties about space sometimes seem to dominate the literature of both nineteenth-century women and their twentieth-century descendants" (Gilbert e Gubar: 1979, 83).

 

3 Ecco la presentazione della figura di Cesira nelle pagine di Menzogna e sortilegio: "Quanto a mia nonna, possedeva una camera sua propria, così stretta che, oltre al letto, non c'era posto per un armadio" (Morante: 1988, 45).

4 Così è introdotta la figura della vecchia in Il ladro dei lumi: "Con mio stupore, avevo scoperto che si fasciava il petto e i fianchi, come si fa ai bambini, e, su tutte queste fasce, poneva degli ampi stracci grigi" (1410), ma tratti analoghi ha anche la nonna che compare in Innocenza: "per tenere insieme quei suoi quattro ossicini di legno, ella era costretta a fasciarsi stretta stretta sotto le sottane, come un fantolino"(1593).

5 Il secondo racconto citato prosegue su toni ancora più espliciti: "le sue mani, quando mi ebbero ucciso, restarono flosce come cenci". Sulla dialettica prigionia-fuga nella letteratura femminile si vedano Gilbert e S. Gubar (1979: 45-103 e passim) e Horner e Zlosnik (1990).
6 " - Mi pareva - ella mormorò, con la voce soffocata dalle coperte - di vedere il bambino. Batteva all'uscio e mi chiamava: "Mamma!" (Morante: 2002, 113).


7 Sull'oscillazione tra claustrofobia e claustrofilia nell'opera morantiana si veda Nava (1995: 55).

8 Solo a fronte di queste precisazioni, ove si tenga ben ferma la strutturale compresenza di connotazioni positive e negative dell'immagine della stanza, pare condivisibile, nel caso di Mansfield, l'osservazione di S. Gubar, secondo cui Preludio sarebbe "a story not only about the move of a family from one house to another but also about the move from imagining the womb as a store, a cavity, a hump, a riddle, or a bleeding wound to imagining the womb as the trasformative matrix of a primordial change" (Gubar: 1983, 34).

9 Come nota Gubar, nel racconto "domestic disease or sickness of home is imaginatively reconstructed as sickness for home in what amounts to a revisionary domestic mythology" (1983: 39).

10 Si noti peraltro che i due racconti, entrambi appartenenti al ciclo Burnell, costano di dodici sezioni ciascuno, in una voluta simmetria di impaginazione.

11 Come nota Ian Reid, "it is not, at any rate, a world of actions", per poi aggiungere: "Description here is not a surface ornamentation attached subordinately to events. What may appear to be only evoking a static sense of place is serving to interlink different parts of the story through figurative substitutions" (1985, 92). Anche Don Kleine parla, a proposito di Mansfield, di "anti-temporal use of place throughout the story" (1978: 426).

 


Torna all'articolo
Vai alla Bibliografia