Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
Antologia del premio letterario
Angela Starace 2001

INDICE
 
Introduzione-Prefazione di Claudio D'Aquino-Ciro Altieri-Paola Ambrosio-Vincenzo Andraous-Ariel - Giovanni Aruta-Daniela Bargagna-Anna Bartolomucci-Pierubaldo Bartolucci-Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò-Egidio Belotti-Margherita Biondo-Anna Bor-Renato Brunetti-Angela Caccia-Sara Cagnani-Enrico Calenda-Vera Cantini-Lina Carrieri-Alberto Cerbone-Davide Omar Comini-Stefano Cortellessa-Alessandra Crabbia-Paola Cuomo-Pasqualino Cutolo-Massimiliano D'Aloiso-Maria De Michele-Alessandro De Vita-Cristiana Del Bello-Gaetano Dell'Isola-Alessandro Dezi-Liliana Dato-Francesca Di Nola-Emilia Fevola-Maria Anna Filosa-Marco Forcina-Marco Galli-Marco Galvagni-Maddalena Gatto-Maria Glovi-Simonetta Gravina-Fabrizio Griffa-Alfredo Landi-Conte Ettore Lomaglio Silvestri - Anna Luches- LetiziaLusito-Fabio Mastelloni-Dino Valentino Moro-Giovanni Nappa-Iolanda Narciso-Marialuisa Nicodemo-Loredana Nugnes-Christian Pasini-Carla Pepe-Fernanda Pieretti-Nicola Pragliola-Ermano Raso-Margherita Rimi-Daniela Rizzo-Raimondi Rocchetti-Annunziata Romeo-Antonio Rossi-Mariano Saturno-Monica Savoia-Roberto Silleresi-Mario Terminelli-Clelia Toso-Maria Vicentini
 
Come avere l'antologia
Prefazione
 
 
 
 
Ai tutti i principi dei nembi…
 
A tutti gli albatros che hanno ali troppo grandi per soltanto camminare
 
"Solo quando si riconoscerà che nel simbolo si riflette una realtà più vasta di quella che si riflette nell'astrattezza esclusivamente razionale della coscienza, la capacità simbolica degli uomini potrà conquistare il posto che le compete. Finché il simbolo sarà considerato come il modo di vedere tipico di uno stadio in cui la coscienza concettuale e razionale non è ancora sviluppata, il mondo creativo del simbolo, come l'uomo creatore di simboli, correranno l'enorme pericolo di vedersi sottovalutati proprio in quelle funzioni che sono decisive per la capacità e dignità vitali della specie umana".
(Erich Neumann, "L'uomo creativo e la trasformazione")
 
 
 
 
Nulla quaestio, dunque, se nei mercati, in mezzo agli schiamazzi, l'uomo creatore di simboli viene sottovalutato nelle funzioni decisive per la dignità della specie umana.
 
Ma Dio protegga tutti gli albatros da coloro che, per loro scelta e volontà, quindi senza alcuna costrizione o imposizione, organizzano premi di poesia. Più che altro essi sembrano pronti a rispondere al richiamo dell'assorbimento nel canone culturale, senza nulla comprendere della necessaria e travagliata esposizione alla tensione degli opposti che è l'unica condizione in grado di predisporre proficuamente alla creatività poetica.
 
Mi spiego.
 
Erich Neumann, uno dei più fecondi interpreti di Karl Gustav Jung, indica tre soluzioni possibili al destino psichico di un individuo.
 
Il primo è l'assorbimento nel canone culturale e nelle soluzioni prefabbricate dei conflitti.
 
Il secondo è la dolorosa sopportazione della conflittualità che porta alla sintesi creativa.
 
Il terzo è la deriva nella malattia mentale.
 
I partecipanti ai concorsi letterari, in tutte le salse conditi, sono (o si sforzano di essere) felicemente collocati sulla seconda sponda. E, ancor più che la terza, aborriscano la prima "ipotesi di lavoro".
 
Credo, invece, che gli organizzatori dei concorsi letterari, in tutte le salse conditi, siano (loro malgrado e malgrado i partecipanti che chiamano a raccolta) più spesso collocati sulla prima sponda, rare volte sulla terza, quasi mai sulla seconda ipotesi.
 
Cos'è insomma che distingue l'essere creativo dagli altri esseri umani se non il saper sfuggire all'alternativa tra "disastro psichico" e rigidità del canone?
 
A lui riesce d'avere il coraggio di sottrarsi alla cappa immobilizzante ma protettiva del canone culturale e, al contempo, al naufragio nella conflittualità irrisolta.
 
All'uomo creativo strettamente riesce di tradurre in forme e in linguaggio universale il suo collegamento con il Sé, la sua centroversione.
 
Solo nell'uomo creativo l'ombra diventa un coefficiente indispensabile dell'espressione e si converte in forma.
 
Solo l'uomo creativo riesce a convertire il caos in cosmo.
 
Chi è degno del nome di poeta ha la capacità di servirsi dell'inconscio personale e della sua caoticità come porta di accesso al cosmo universale degli archetipi.
 
E gli altri?
 
Ricorrono a rigidità, fissità, immutabilità e univocità per sentirsi al sicuro in se stessi, nella loro certezza di sé.
 
Dove, però, per dirla tutta, al termine sé andrebbe sostituito il termine io.
 
 
 
Claudio D'Aquino
 
Presidente della Giuria del Premio
 
 
 
 
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Paola Ambrosio
 
I nostri odori
 
I tuoi occhi profondi
come il mare d'inverno,
il tuo corpo
racchiuso nella tua età,
la tua voce,
a volte,
mi tiene compagnia
insieme ai ricordi,
la vita ci invita
ma i momenti son rari
come il cuor tuo,
dolce il vento
che i nostri odori fa incontrare.
 

 
Bocca
 
Quando bacerai la bocca mia
le nubi copriranno il sole
perché il mio cuore
non si vergogni
dell'ardire tuo,
amore che fu
di un tempo amore
 
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Ariel
 
L'incanto
 
Lascia andare…
la vela nel Mare ormai in piena.
Non esitare .
Ardi d'Eterno!
Qui, ora, nel balzo dell'onda.
Senti… l'incanto?…
Magia di un momento!
Sei solo un frammento…
di acqua che scende
e fiamma che sale;
ed ora la Rosa può anche sbocciare!
Un battito d'ali si perde nel Vento…
neanche un lamento;
intorno è Silenzio,
c'è solo il Suo intento!
 


 
Nostalgia
 
Tracce di gioia ormai persa
confuse nell'ombra di una faccia stanca…
la nostalgia mi assale in questa notte troppo tersa
e avvolge nell'umido suo manto ciò che manca!
 
 

 
Dolce attesa
 
Tenero amico a me di fronte,
fruscio soave che increspi quest'onda,
attendo serena che torni a quel ponte
sfiorando coll'Ala la mia fertile sponda!
 
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Giovanni Aruta
 
Per te
 
Ho imparato a leggere il buio,
e alla notte ho consegnato il mio pensiero.
 
Ho imparato a leggere l'acqua,
e alle onde ho consegnato il mio cuore.
 
Ho imparato a leggere il vento,
e al suo soffio ho consegnato il mio sentimento.
 
Ho imparato a leggere il fuoco,
e alle fiamme ho consegnato il mio dolore.
 
Ho imparato a leggere i fiori,
e alla margherite ho consegnato il mio amore.
 
Alla fine ho tentato di leggere il tuo cuore,
non l'ho capito e ho perso l'amore.
 

Domani
 
Usciva solo allegria dal mio cuore,
oggi se ne sta in silenzio, se ne muore.
 
Le mie mani, le mie mani davano solo oro, in quantità,
oggi costruiscono cancelli in ferro, per rinchiudersi.
 
Con pochi piaceri e senza fortuna,
la gioventù oro della vita, passò come una chimera.
 
Passò la gioventù, la prima gioventù,
la prima? Ma che dico è una sola la gioventù.
 
Per poco tempo la senti nella vita,
poi il motivo passa e non lo senti più.
 
Questa vita mia, si è saziata solo di vita,
e la mia anima si è saziata di bontà.
 
Ma il mio cuore, non è sazio no,
esso aspetta sempre, domani… …domani… …domani?
 
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Pierubaldo Bartolucci
 
O fior gentile
(La ginestra di Leopardi)
 
Dolcissimo odore della ginestra
 
Arriva perfino a lambire
l'involucro tenue dell'anima tua
chiusa finora ai richiami vitali.
 
Anche t'accorgi di respirare
di nuovo; dell'aria il profumo,
quando viene l'Estate, cancella
le paure invernali…
Tutto quanto sai degli errori
degli uomini, degli orrori
dei secoli, si confonde adesso
con la brezza leggera che
accarezza il Vesuvio…
 
Taciturno il vulcano, come te
ha dormito per anni; guai a
ridestare gli spettri infuocati:
nel fondo del cuore s'agita
informe il magma d'ignoti pensieri.
 
D'intorno, stupite, le pupille s'abituano
ai colori del cielo e del mare, laggiù.
 
La Natura è uno specchio più grande
e fedele riflette le immagini
strane della tua fantasia,
senza chieder perché.
 
 

 
La Rondine
 
Nell'Estate più volte
sorseggiavo la notte
mai stanco.
 
All'erta restavo, per
sorprendere i sogni
col libro aperto
sulle liste remote
dei sovrani di Sumer.
 
Quell'incerto mattino
ho alzato in volo la rondine:
se ne andava elegante
e veloce a cercar l'orizzonte…
 
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Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò
 
Ostinata Primavera
 
Sotto l'ombrello nero
la tua faccia chiara
di ragazzo
&endash; una faccia da figlio &endash;
ha incrociato
il mio sorriso
spavaldo, allegro,
incredulo, per nulla materno
sotto il mio ombrello
denso
di grandine gelida di primavera.
Il mio sfrontato sorriso
privato
ha contagiato
i tuoi denti giovani
la tua bocca fresca
i tuoi occhi
malandrini.
Ed io, fradicia di gratitudine
ho continuato
ad attingere
alla tua fonte mattutina
dandoti solo, in cambio,
questa mia tarda,
ostinata primavera.
 
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Pasqualino Cutolo
 
Irpina magica
 
In sotterranei ricordi
Tra brulle alture
La verde Irpinia,
getta magici
sguardi
su emigranti teneri
e orgogliosi.
 
Tra Lioni e Teora,
tra Sant'Angelo dei Lombardi
e Sant'Andrea di Conze
la terra dei lupi,
parla di
tratturi arcani
e di ferite secolari
 
Irpinia magica,
l'acque delle tue fiumare,
e lo sciabordio
di accenti dialettali
sanno
catturare
diafane rimembranze
sotto il sole
di
un sud borbonico.
 
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Cristiana Del Bello
 
 
Rozzi lembi di terra
con poca colla
che la vita dimentica in eterno
siamo
 
il vento di un attimo
ci solleva appena
ed è già finita
 
scomparire in un'idea
solo questo la vita perdona
e incolla
 
unire il tempo
in un pensiero che non esiste
questo forse
rende la morte
meno morte.
 

 
Deve essere come il mare
una lacrima
dopo tanto navigare
perde il sale
allora non sa più nuotare
 
come squarciare il silenzio
con il silenzio
e il buio
con il riflesso di una lama
non esiste sai quel riflesso
se non lo guarda almeno
l'ultimo raggio
superstite accidentale del giorno
 
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Gaetano Dell'Isola
 
Cammino
 
Cammino. Ti conduco
per acciottolati pensieri.
Il sole pomeridiano
bagna di luce i tuoi piedi.
Tu guardi dal profondo
il mio stanco sorriso.
La tua mano scarna
ferma sulle labbra
una pigra parola.
Non la dirò.
Sono pensieri distanti
il dire ed il tacere.
Il tuo gesto
non pone distanze.
 

 
Cieli bigi
 
Cieli bigi d'ali solcati.
Accarezzo il tuo volto.
Non c'è più primavera.
C'è, invece, uno sguardo,
lontano, perduto, segnato.
Due piccoli astri nel cielo,
bigio, solcati da ali.
Quasi incorporee, religiose
presenze d'una vita passata,
di un sogno che dura.
E soltanto un barlume
svela, rivela, si spegne.
 
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Emilia Fevola
 
Poesia acrostico
 
Dittico
 
Droga (dDisperazione)
 
Dolenti testimoni di una vita senza scopo,
Rotolano i giorni riempiti di effimeri sogni.
Oppresso, lo spirito anela a ritrovar la luce;
Gravato da un corpo che la luce teme,
Al buio per sempre chiederà l'oblio.
 

 
Droga (Speranza)
 
Dura è la tua esistenza di valori priva e, pian piano scivolando, ti abbandoni.
Rifugio cerchi in un mondo su misura ideato, ove l'ansia è bandita e la paura,
Ove illusorie si creano certezze cui ancorare le latenti angosce bruci la
Giovane tua vita, ad un futuro migliore dell'abulico presente, tu rinunci.
Agisci, invece, chiedi aiuto, ché forse troppo tardi non è per risalir la china!
 
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Maria Glovi
 

Ulisse non tornò ad Itaca

 
La furia di quel mare tempestoso,
da venti ostili combattuto e vinto,
spinse ai confini di un ignoto lido
lo scarno legno ondeggiante e ardito.
Si guardò attorno nel chiaror dell'alba
il naufrago spossato e derelitto,
grande la meraviglia che lo colse
e ancor più forte lo sgomento al core.
Al sommo olimpo crede d'esser giunto,
e il suo peregrinar terreno ormai concluso.
Tanta l'amenità del luogo e dolce l'aria,
e rigogliosa e fiera la natura,
che avvolta da quell'acque incantatrici
pace trova e pace altrui promette.
Attorno a sé volge lo sguardo e cerca
divine effigi oppur presenza umane.
Ecco che vede a lui giungere incontro
mortali volti e scopre il suo destino:
a Procida è giunto il guerriero Ulisse,
che finalmente al viaggio pone un freno.
E dunque lasci la maree e il sole
segnar dei giorni suoi lo scorrer lento,
ormai dimentico dell'isola natia
su questo scoglio viva in armonia.
 
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Simonetta Gravina
 
L'arcipelago del malessere
 
Qualche volta mi sento un'aliena,
persa in un mondo agnostico, che non so capire.
Qualche volta vorrei dimenticare, poter ignorare.
Qualche volta mi vorrei sbarazzare di robot, fretta,
pillole killer e male.
Qualche volta, vorrei azzittire,
quell'astratto signore, che in virtù della notizia,
con voce pacata narra,
storie di sangue di pazzia e di orrore.
La conoscenza della realtà è forza troppo grande,
per l'ignorante stupore.
E talvolta la mente fiacca nella follia si esalta,
e al mostro dona allori e lo eroicizza.
E nell'emularlo poi, di sangue e fango,
le sue mani imbratta.
Qualche volta, vorrei parlare con un adolescente,
fragile fiore senza passato,
figlio di un arcipelago ignoto,
dove il linguaggio dei sentimenti è stato dimenticato.
"Vorrei conoscere la radice del tuo male.
Di quel gorgo profondo che ti risucchia il cuore.
La matrice dell'odio, il perché del rancore!"
E al mio dire accorato, si leva con sdegno,
un vecchio fanciullo, di malessere pregno.
"Non giudicare, ragiona col cuore.
Ti voglio parlare del mio dolore.
 
Perché non si spoglia del suo sussiego,
e non cresce con me. Non mi fruga nel cuore?
Perché non si ferma e si sforza di capire?
Perché non combatte con me, il mio dolore?
Ma no, non ha tempo. È troppo impegnato.
Mio padre è importante.
Lui è un uomo arrivato!"
 
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Fabrizio Griffa
 
 
Carezza d'autunno
 
Carezza d'autunno
sospesa nell'aria
che sospiri leggera
e ti posi e ti sposi
come foglia di quercia
alla terra che trema
sul far della sera,
intensa amante dai profumi d'oriente
che respiri il mio cuore
dalle lande incantate
e ricuci il mio strappo
con ricami d'amore
sia tu felice per l'eterno viaggiare,
e di soffici piume d'oca
siano le ali
dell'anima che ti guida,
docili e plasmate di purezza infinita
come il cuore
di chi nel sole e nel vento
un giorno lontano ti ha concepita.
Oh dolce compagna
di quel volo al tramonto
sugli oceani immensi
abbracciata al mio sogno
di parole preziose
e di carezze antiche,
dolce amore
arcobaleno dei miei pensieri
posa il tuo spirito leggero e soave
come carezza d'autunno
sul far della sera,
io in silenzio
sarò come la terra
che aspetta la foglia
e di brividi trema.
 
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Alfredo Landi
 
Labbra
 
Un sospiro levato dalle tue labbra
verso la mia tristezza.
Uno sguardo su questi tetti
arsi dal sole
sullo sfondo del mare blu, intenso.
L'aria calda tra bianche mura
in un gruppo di case,
in una macchia verde…
in un'isola amena.
Sole nel mare.
Frinire di grilli assonnati e stanchi che…
nella luce intensa odono…
un sospiro levato dalle tue labbra
verso la mia tristezza.
La calma s'interromperà
con l'annegar del sole in fondo al mare
per diventare quiete.
Lontano non distinguo cose.
 

 
Alta marea
 
Davanti sto
al silente mare
dei miei pensieri.
 
Ma per bagnar le membra
l'alta marea m'occorrerà
quando
allettato dal sole dell'estate
non muoverò neanche
palpebre socchiuse.
 
Verrà da me quel mare
e non avrà sentito d'ingoiarmi.
E non avrò paura di bagnarmi.
 
Nell'infinito ciclo
sulla sponda.
 
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Conte Ettore Lomaglio Silvestri
 
Le voci di dentro
 
Dolcissimi sguardi sulla mia vita
Posano la loro infinita leggerezza;
mi riempiranno di vita,
me, escluso,
me dolcissimo sguardo,
meglio di Babeli
svuotate violentemente
ai miei poveri timpani,
cascate insensate di parole
che stordiscono,
che non toccano il cuore,
che affannano volontà;
meglio , certamente,
un dolce intenso poggiare lo sguardo
dei tuoi occhi sui miei,
e i nostri cuori,
il tuo e il mio,
grideranno più forte di un megafono,
che io ti amo,
che tu mi ami,
e il mondo rimarrà silente
ad ascolare le parole,
ma per un attimo,
gli altri non ascolteranno
la voce dei nostri cuori,
non hanno occhi per ascoltare
le voci di dentro.
Per questo
Ogni tuo dolcissimo sguardo
È una dichiarazione d'Amore,
ed io ti fisso per ascoltare
i tuoi occhi in ogni momento
che essi vorranno parlarmi,
sublime Amore mio.
 
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Fabio Mastelloni
 
Il mare
 
Odo la brezza dei miei sogni parlare,
sfiorar le mie labbra, sentirmi abbracciare
il suo profumo mi porta lontano,
laggiù dove tutto appare profano.
 
Gli amori, i dolori non hanno più amici
perché gli uomini qui son tutti felici
hanno capito che sono i pensieri
che alla mente arrivan dai cieli
a dir a noi miseri mortali
al mondo noi siam come gli animali.
 
Viviam la vita senza più affanni,
il prima, il dopo, son solo inganni.
 
Sono contento perché questo ho capito
e già da ora ne sono stupito
come ho potuto per tanto tempo
andare a spasso e non udire il vento
che sia dal mare che dall'altare
mi richiamava a ritornare
su quella strada che avevo intrapreso
quando il decider non era ancora un peso
cantare, ballare, sognare, amare,
son tutte parole che sapean di mare.
 

 
A Geppino
 
L'ombra dei giorni si allunga lontano
ora tutto mi appare più chiaro
è il presente che mi da la mano
e percepisco, così andrò lontano
dove un giorno avrò sempre vicino
quello che allor sembrava piccino
dopo che tu mio caro Geppino
mi allontanasti per sempre dal vino
per gustare quel che è genuino
il mio esser ancora bambino.
 
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Loredana Nugnes
 
Sguardo antico
 
posso guardarti… come me stessa…
…graffiami!
fiume nel fiume… accade tanto…
tanto… tanto…
accade che non potevo attenderti…
…fronteggiami!
fardelli ai margini del mondo… tondo
e in tondo… come me stessa
scolpivo le montagne…
…abbracciami!
e non è stato facile passare come un haikù
tra le maree di carta… tanto… tanto… tanto…
tanto così per cambiare…
cambiare…
 
…posso guardarti dolce amore mio…
e non è stato facile amarti come me stessa
quando anche un'onda scolpiva le montagne
e riversava nel fiume il fiume stesso
ai margini del mondo…
non ho scelto fardelli per fuggire
già non sapendo fuggire a me stessa
e nel delirio… i miei deliri di carta
strada facendo… facendo…
accade che si illumina lo sguardo
e riesco solo a carezzarti oltre il dolore…
per avere accarezzato me per prima…
non riscopro nulla che non sia
già tuo o già mio…
forse riscopro solo in fondo al fiume
tracce di haikù e d'aurora
per uno sguardo antico.
 
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Christian Pasini
 
Un grande fuoco
 
Voglio vedere un grande fuoco
un grande fuoco
un grande fuoco
sotto un azzurro sorridente
 
Voglio vedere pensieri che si sfiorano
 
Una ragazza balla nuda
in mezzo alla strada
fra gli sguardi spenti
di lapidi sgargianti
 
Voglio vedere un grande fuoco
 
ed un bambino che non nascerà
mi chiede di essere sepolto
 
Voglio vedere un grande fuoco
mentre accarezzo i miei gatti
mentre i pensieri si accalcano…
…e le mie visioni…
si infrangono
 
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Mario Terminelli
 
Coi miei cinquant'anni…
 
Non finirò di scrivere mai i miei versi per una Donna,
per gli occhi di una Donna;
e vedrò in essi il verde dei prati,
dove avrei voluto correr sano,
e l'Azzurro del Cielo, a intervalli, come i sogni,
per i giorni di Domani:
vedrò "l'Amore",
e forse la Speranza!
 

 
La Voce tua
 
Se una Campana
suonasse in Cielo
sola nel Tempo,
sola nel Vento,
forse in Silenzio
"io sentirò la Voce tua"!
 
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Maria Vicentini
 
Terremoto
 
La terra trema, tremano le case, le chiese l'uomo.
Forze nascoste che crediamo dormire si destano.
Come il contadino semina il grano,
loro seminano disastri, rovine, morte.
Per l'uomo ogni controllo è inutile,
la vita sfugge, si inabissa giù, giù sino alla morte,
due tipi di morte, corporale e spirituale.
Quando perdi ogni ideale,
Quando la tua vita diventa vuota,
allora sei morto due volte.
Nulla può la scienza il progresso
le alte tecnologie hanno perso valore
e l'uomo perde la fiducia nell'uomo.
Son queste le energie nucleari
che ti inn'alzano alla gloria; in un sol colpo non puoi più controllare?
e ti sprofondono giù negli abissi.
Se non ti uccidono vivi
ma come vivi, svuotato di tutto
senza orizzonti, non puoi più sperare.
Oh! Misericordioso RE del mondo, tu l'hai creato
non permettere, la distruzione,
è denunciare il tuo fallimento.
Quelle energie non più nucleari,
ma di solidarietà aiuteranno i fratelli
con la forza dell'amore e VINCERAI.
 
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Un ringraziamento particolare a tutti coloro che hanno partecipato a questa seconda edizione del «Premio Angela Starace» ed a coloro che mi hanno aiutata ad organizzare questo Premio letterario.
Angela è mia sorella: è stata strappata alla vita da un cancro otto anni fa. Non è stata un'artista, come molti avranno pensato, era una persona come tante: docente, madre, moglie, figlia, sorella.
Angela rappresenta tutte quelle donne che in silenzio soffrono, sottraendo giorno dopo giorno attimi di vita ad un male devastante che prendere tutto il corpo, ma non il pensiero, che rimane libero di volare, di sognare, di sperare.
Ciao Angela
 
Un ringraziamento caloroso va anche a tutte le persone che hanno appoggiato questa seconda, riuscitissima, edizione:
 
Claudio D'Aquino, responsabile Arte e cultura de «Il Denaro», presidente della sezione Poesia
Ermanno Corsi, presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Campania, presidente della sezione Narrativa
Aldo Spina, attore
Antonella Neri, soprano
Rosa Terralavoro, pianista
Il Club degli autori, Giuseppe e Marco Ferrigno, Arte della terracotta napoletana dal 1839 , Rosalba Starace
Presidente dell'Associazione Aedo
 
Se non la trovi nella tua libreria puoi ordinarlo direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi al venerdi dalle ore 10.00 , 12.30 15.00, 17.00 al numero 0298233100
 

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ins. 8 febbraio 2002