Le
            antologie 
            dei concorsi de Il Club degli autori
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Antologia
               del premio letterario 
               Città di Monza 2001  
             
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               - Prefazione a cura
               di Antonino Cusumano Assessore
               alla Cultura,
               Prefazione di Beppe
               Colombo,
               Introduzione di Maria
               Organtini,
               Nicla
               Agostoni,
               Andrea Alioto, Piera Alloatti, Cristina Allodi,
               Gianluca Altese, Paola Ambrosio, Antonio Amenta,
               Gianantonio Arioli, Augusto Arrigoni, Maurizio
               Balbiano, Alba Maria Ballerini, Adriano Barghetti,
               Paola Barni, Pierubaldo
               Bartolucci,
               Alessandro Michele Basso, Maria
               Luisa Beck
               Spanò,
               Abell, Umberto Belluco, Adele Belviso, Virginia
               Benvenuti, Fausto Beretta, Cristina
               Bertollini,
               Paola
               Bettelli,
               Paola Bevini, Massimiliano Bianchi, Domenico Bisio,
               Chiara Bollani, Emanuele
               Bombardi,
               Pinuccia Bonora, Sandra Borgis, Bertilla
               Bortolon,
               Liliana Boschetti, Clara Cafaro Caimi, Daniela
               Camisasca, Loriana Capecchi, Claudio
               Capponi,
               Antonio Capriotti, Emanuele Capuozzo, Silvia
               Caramazza, Roberto Cardarelli, Ivo
               Carletton,
               Giuseppe
               Carnabuci,
               Carlo Carrea, Franco Catalano, Marina Cattaneo, Alba
               Cavalli, Daniela Chiappetta, Paola
               Chiappini Guerina,
               Francesca Colombo, Riccardo
               Colombo,
               Alessandro Corrias, Massimiliano Corti, Romina
               Cristallo, Pasqualino Cutolo, Laura D'Abrosca,
               Marcella Dalla Valle, Giacomo Damiani, Santina De
               Amicis, Giovanna De Capitani, Antonio De Lucia, Pietro
               De Rose, Laura
               Degrassi,
               Riccardo Dellosta, Filippo Giuseppe Di Bennardo,
               Chiara Di Giannuario, Concetta
               Di Nardo,
               Francesco Di Ruggiero, Aldo Renzo Duranti, Elisa
               Fadda, Simone Fagioli, Diego Fantin, Michele
               Favaretto,
               Patrizia Fedeli, Angelo Feggi, Carmine Ferrara, Ettore
               Fiorina, Matteo
               Forgiarini,Teresa
               Formenti, Paola Fossati, Carlo Fumo, Simone Galaurchi,
               Paolo Galimberti, Marco Galvagni, Ines
               Gastaldi Carretto,
               Luciano
               Gatti,
               Antonino Genovese, Gerardo
               Genovese,
               Marcello
               Ghilardi,
               Armando Giorgi, Giuseppe Gittini, Gian Piero Grasso,
               Simonetta
               Gravina,
               Piera Grimoldi, Giusy Guarino, Federico Guerrini,
               Aurelio Invernizzi, Laura Isenghi, Sandro La Barbera,
               Simona Lambertini, Andrea Lamolinara, Milvia Lauro,
               Lidia Lazzerini, Carlo Leoni, Mariano Luccero,
               Domenico
               Luiso, Silvo
               Luzietti, Francesca Marchino, Fiorenza
               Marino,
               Teresa
               Marino,
               Katia Marionni, Stefano
               Maroli,
               Maurizio Mattioli, Ludovica Mazzuccato, Marco
               Mazzuccato, Gian
               Paolo Mele Corriga,
               Vittorina Menozzi, Donatella Merlin, Paola Monguzzi,
               Dino Valentino Moro, Maria
               Luisa Nicodemo,
               Fernanda Nicolis, Fabrizio Giuseppe Orma,
               Franco
               Ottolenghi,
               Andrea Pacini, Alberto
               Padovani,
               Mario
               Antonio Pagaria,
               Gualtiero Palermo, Carmine Palmieri, Lucia
               Panascì, Cristian Pandolfi, Federico
               Panetti,
               Laura Panighel, Francesco Papapicco, Liliana Paparini,
               Umberto Parentini, Matteo
               Pazzi,
               Cinzia
               Pedroni,
               Livia Perfetti, Gil
               Pezza,
               Fausta Pezzino Atanasio, Ivan
               Pianura,
               Vinicius F. Pichuante, Fernanda Pieretti,
               Iolanda
               Pieroni,
               Chiara Pinton, Daniela
               Pitti,
               Francesca Milena Pizzo, Sara Poggialini,
               Mariella
               Potocco Barbato,
               Nicola Pragliola, Francesca Premi, Luca Previtali,
               Guido Procino, Franca
               Prosperi,
               Elisa Puntin, Michele Radice, Laura Ranzi, Ermano
               Raso, Giulia Riboli, Annunziata Romeo, Antonio Rossi,
               Giorgia
               Rossi, Luca
               Rossi, Luciano Rossi, Sara Rota, Vito
               Russo, Linda
               Salvador, Camillo
               Sangiovanni,
               Micaela Sansevero, Maria Teresa Santalucia Scibona,
               Carlo
               Mariano Sartoris,
               Francesca Sassoli, Alessandro Saviolo,
               Marco
               Saya,
               Luciana
               Scaglia Grenna,
               Adriano Scandalitta, Marcella Scopelliti, Angelo
               Scotto, Barbara Sedici, Andrea
               Selva, Laura
               Sergio, Fausto
               Serpagli,
               Claudio Sica, Carlo Elio Simoncini, Francesca
               Simonetti, Ambrogina Sirtori, Bruno
               Sparpaglione,
               Rosaria Stasolla, Otaso, Simona Tosti,
               Silvana
               Varotti,
               Maria Vicentini, Maddalena Visalli, Ezio Zanetti,
               Cosima Zanni, Samina Zargar,
 
               
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               - Come
               avere l'antologia
 
             
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            Prefazione  
            
             La realizzazione
            di questo concorso letterario, giunto alla terza
            edizione, è stata possibile grazie alla preziosa
            attività svolta dal Cenacolo dei Poeti e Artisti
            di Monza e Brianza. La calda accoglienza dimostrata dai
            partecipanti, anche stranieri, ci ha dato il segnale
            forte della validità dell'iniziativa ed ha
            incoraggiato e motivato l'Amministrazione Comunale a
            proseguire nel progetto ambizioso di istituire nella
            nostra città un evento «poetico»
            ricorrente.Parlare di poesia mi fa riflettere su
            un'affermazione di Kant a proposito dell'arte della
            parola: «...la poesia è l'arte di dare ad un
            libero gioco dell'immaginazione il carattere di un
            compito dell'intelletto».Il gioco sottolinea la
            libertà dell'attività poetica da qualunque
            scopo utilitario e il compito dell'intelletto sta a
            significare la disciplina che la poesia si dà, pur
            nel suo gioco. La poesia ha la funzione di liberare il
            linguaggio.Infatti, essa diviene il mezzo per potersi
            esprimere con parole non di uso corrente, che siano
            intensive, brevi, condensate; parole quindi che abbiano
            una grande energia di espansione. La poesia è la
            ricerca dell'ineffabile, di ciò che non si
            può toccare, cioè delle sensazioni, delle
            emozioni. È la necessità di tradurre un
            dialogo intimo con se stessi con un linguaggio
            appropriato, che riesca a dare spessore a quanto è
            solo percepibile. La validità artistica del
            messaggio poetico si concretizza proprio quando
            un'impressione, un'illusione, una irrealtà viene
            interiorizzata e genera nell'ascoltatore una
            corrispondente tensione emotiva. Platone osservava che,
            poiché «necessariamente le emozioni altrui
            diventano nostre», il lato emotivo dell'arte non
            è da sottovalutare. Credo che l'uomo abbia sempre
            avuto bisogno di fare poesia, di dare una voce al proprio
            animo, a cose, a fatti che lo coinvolgono al di là
            del quotidiano.Anche nella nostra epoca, pur vivendo
            sempre più compressi da impegni che ci impongono
            il massimo della velocità, dell'organizzazione,
            della razionalità, tante persone, giovani
            compresi, sentono la necessità di trovare uno
            spazio, un momento di pausa per «giocare ad
            ascoltare se stessi». 
            
            Dr. Antonino
            Cusumano
            
            Assessore alla
            Cultura del Comune di Monza 
          | 
      
      
         
            
                     - Prefazione
 
                   
               
  
            
            
               - La poesia è
               un fiore delicato. Se se ne parla troppo si
               sciupa.
 
               
               - La poesia è
               un fiore silenzioso, dal profumo impercettibile. Se
               non se ne parla la si dimentica. Un concorso di poesia
               serve anche a parlarne, a far conoscere alla gente
               distratta che ci sono centinaia di persone che si
               aprono agli altri non in modo chiassoso ma con parole
               meditate, sommessamente cantate, su argomenti che
               spesso toccano i valori fondamentali della
               vita.
 
               
               - I concorsi di
               poesia sono tanti, e molte città ne fanno un
               vanto. A Monza mancava una iniziativa costante e di
               ampio respiro. L'interesse era limitato alla scuola.
               Del resto, sebbene non manchino cultori di poesia, si
               deve risalire a metà Ottocento per trovare a
               Monza un nome noto come è quello di Giovanni
               Raiberti, medico poeta.
 
               
               - Per questo lo
               sforzo intrapreso nel 1999 dal Cenacolo dei Poeti e
               Artisti di Monza e Brianza è
               meritorio.
 
               
               - I risultati dei
               primi tre concorsi sono lusinghieri sia per
               quantità che qualità.
 
               
               - Le adesioni sono
               state centinaia da ogni parte d'Italia e anche
               dall'estero. Questo convergere verso Monza di tanti
               scritti poetici provenienti da lontano ha già
               un suo fascino, così come è interessante
               l'estrema varietà degli autori, giovani e
               anziani, insegnanti e impiegati, professionisti e
               pensionati. L'ispirazione poetica non ha
               preclusioni.
 
               
               - Ma l'aspetto
               più sorprendente sta nella buona qualità
               delle opere. Anche se le esigenze concorsuali
               richiedono una selezione, sono molti gli scritti non
               premiati che meritano di essere conosciuti. È
               per questo meritoria l'antologia che raccoglie buona
               parte dei testi pervenuti.
 
               
               - È
               l'occasione per avere una panoramica dei problemi, dei
               sentimenti, delle aspirazioni di molti italiani. Se la
               lirica esprime soprattutto il mondo interiore degli
               autori, dove si intrecciano gioie, dolori, amori,
               speranze, non manca l'attenzione ai temi sociali e
               alle rievocazioni descrittive, dalla famiglia allo
               straniero, dal luogo natio al paesaggio
               lontano.
 
               
               - L'insieme dei testi
               poetici pervenuti ha finito così per comporre
               un unico variegato poema collettivo sul mondo
               d'oggi.
 
               
               - Forse è vero
               che l'interesse alla poesia è racchiuso nella
               cerchia di chi scrive poesie. Ma certamente questa
               cerchia è ampia e la sua presenza nella
               società è significativa.
 
               
               - Oggi non esiste il
               vate che parla a nome di tutti, ma molte voci danno
               espressione a sentimenti comuni e servono a richiamare
               le cose più alte.
 
               
               - In una
               società dove predomina lo spettacolo leggero e
               passeggero, dove i gravi problemi del vivere comune
               sono spesso affrontati con superficialità,
               abbiamo bisogno di soffermarci su ciò che
               è essenziale, sui grandi temi che affratellano
               gli uomini.
 
               
               - La poesia è
               un mezzo per fare riflessioni meditate e per far
               risuonare all'interno, attraverso la melodia dei
               versi, quei sentimenti sui grandi valori della vita
               che non sopportano di essere banalizzati con
               chiacchiere vane.
 
               
               - La poesia invita al
               silenzio. Un silenzio colmo di parole
               vere.
 
               
               -  
 
               
               - Beppe
               Colombo
 
               
               -  
 
               
               - Presidente
               della Giuria del Premio Città di
               Monza
 
             
          | 
      
      
         
            
               - La
               poesia è «critica della vita»
               così si esprimeva Ezra Pound e noi pensiamo che
               sia vero specialmente se ne applichiamo il concetto
               alla terza edizione del Premio Internazionale di
               Poesia «Città di Monza 2001», vinto
               da Giorgio Armando di Genova con la poesia
               «Homeless». La storia dei «senza fissa
               dimora» è una «critica» seppure
               descritta con affettuosa partecipazione, ma è
               la vita che si vive nelle nostre città. Noi
               cerchiamo sempre, attorno, nel mondo, i parametri
               della nostra esistenza. I poeti osservano, descrivono
               e ci porgono le emozioni filtrate dall'onda nostalgica
               della memoria.
 
               
               - Tante, tantissime
               poesie recano questo messaggio. E non importa se a
               scrivere sia stato un «giovane» o un anziano
               poeta. Il tempo è identico e canta per tutti il
               suo «Valzer triste» come nella poesia di
               Laura Panighel risultata prima nella sezione
               giovani.
 
               
               - È stata
               ancora una volta un'esperienza importante, l'incontro
               con tante voci poetiche che scelgono liberamente
               l'espressione a loro più congeniale per far
               sentire la presenza: «ci sono anch'io!».
               Bravi, bravi a tutti, perché avremmo voluto
               potervi premiare tutti.
 
               
               -  
 
               
               - Maria
               Organtini
 
               
               -  
 
               
               - Presidente
               del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e
               Brianza
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Nicla
               Agostoni
 
               
               -  
               
               
 
                  - Noi... in
                  divenire
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Assaporo di noi
               questo momento
 
               
               - come un frutto
               succulento e dolce
 
               
               - rubato nel giardino
               del tempo
 
               
               - ...sa di
               novità 
 
               
               - ...ha il colore del
               sole e calde sementi d'altro sole futuro.
 
               
               -  
               
               
 
                  - Abbiamo tanto...
                  poco tempo
 
                  
                  - lascia
                  germogliare dentro di noi l'incanto
 
                  
                  - del più
                  puro abbandono
 
                  
                  - Respira
                  dolcemente l'attimo presente
 
                  
                  - cogli
                  meravigliato il fiore del nostro
                  sorriso
 
                
               
               
               -  
 
               
               - E... felice senza
               porti limiti
 
               
               - così come
               l'anima esige
 
               
               - scendi a piombo nel
               cuore della vita.
 
               
               -  
               
               
 
                  - Seppur
                  così lontani ci veniamo incontro
 
                  
                  - tutto ha voce,
                  riempiremo questo momento solo di noi
 
                  
                  - E sempre in
                  divenire... fieri di essere
 
                  
                  - di un mitico
                  senso coroneremo ogni frammento della
                  realtà.
 
                
               
             
          | 
         
            
               - Maria
               Luisa Beck-Peccoz
               Spanò
 
               
               -  
               
               
 
                  - Assenza
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Ancora,
 
               
               - quasi senza
               accorgercene,
 
               
               - abbiamo perso un
               giorno.
 
               
               - E una
               sera.
 
               
               - La luna, la stretta
               falce di luna,
 
               
               - cresce
               velocemente
 
               
               - sulla curva del
               cielo,
 
               
               - ma non può
               illuminare
 
               
               - la nostra
               vicinanza.
 
               
               - Dal buio della
               notte,
 
               
               - dal fresco acuto
               della notte,
 
               
               - vestita
               solo
 
               
               - delle ombre dolci e
               dell'aria
 
               
               - del mio
               giardino,
 
               
               - osservo
               l'oscurità
 
               
               - salire e
               avvolgermi,
 
               
               - come un mantello di
               tenebra.
 
               
               - Dove
               sei?
 
               
               - Tento di inseguire
               le tue parole
 
               
               - che non
               sento.
 
               
               - Sono troppo lontane
               le tue parole.
 
               
               - Il crepuscolo ne ha
               cancellato le tracce.
 
               
               - Cerco i tuoi gesti
               e i tuoi pensieri
 
               
               - col bianco bastone
               della memoria
 
               
               - come un cieco cerca
               un varco
 
               
               - in una strada
               affollata
 
               
               - e mai
               percorsa.
 
               
               - Anche i tuoi
               pensieri mi sfuggono
 
               
               - aquile lontane che
               non si lasciano catturare.
 
               
               - Aspetto che il
               vento mi porti
 
               
               - in mezzo agli aromi
               dei fiori
 
               
               - il tuo profumo
               inebriante, salato e selvaggio.
 
               
               - Ma questa notte
               è sterile,
 
               
               - priva di
               brividi,
 
               
               - cattiva,
               malata
 
               
               - e
               indifferente.
 
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Cristina
               Bertollini
 
               
               -  
 
               
               - Siamo pelle su
               pelle, amore mio,
 
               
               - quando t'abbraccio
               qualcosa di languido
 
               
               - simile a
               miele
 
               
               - si fonde, ci fonde,
               ed io comprendo.
 
               
               - Comprendo il senso
               della vita:
 
               
               - gioia, dolore,
               odio, amore, dualità perfetta
 
               
               - Perciò
               dolorosa nel suo esistere.
 
               
               - Dolore sarebbe
               perderti o non averti:
 
               
               - non avere una
               pelle, un braccio, un ventre contro il mio
 
               
               - che si agita e
               s'unisce e
 
               
               - quella linea di
               contatto fra pelle e pelle
 
               
               - si fa tenue che
               quasi non la distinguo:
 
               
               - informe, incongruo,
               incomprensibile muoversi,
 
               
               - sincronia accordata
               al battito del mio cuore,
 
               
               - del tuo
               cuore.
 
               
               - Che differenza
               c'è, dolcezza della mia vita,
 
               
               - fra te ed
               io?
 
               
               - Non siamo forse
               un'unica spirale di vita
 
               
               - Che giunge su, fino
               al Paradiso?
 
               
               - Non siamo forse il
               molle anemone di mare
 
               
               - giunto alla deriva
               trasportato
 
               
               - dalle onde in
               tempesta?
 
               
               - Non siamo vita,
               pelle su pelle?
 
               
               - In attesa, in
               evoluzione,
 
               
               - in via di
               trasformazione
 
               
               - tesi alla pura
               simbiosi?
               
               
 
                  
                
               
             
          | 
         
            
               - Paola
               Bettelli
 
               
               -  
               
               
 
                  - Respiro
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Raccolta
               nel tuo respiro affannoso
 
               
               - decidi di
               dare l'ultimo tiro
 
               
               - è la
               tua sfida.
 
               
               - Caparbia
               come la notte
 
               
               - preziosa
               come il fulmine
 
               
               - assapori lo
               scontro.
 
               
               - Vortice
               scaltro
 
               
               - e
               intenso
 
               
               - colpisci.
 
               
               - Affronti
 
               
               - e difendi
               il tuo respiro
 
               
               - poco
               compreso.
 
               
               - Tenacia e
               convinzione
 
               
               - superano
               minuscoli ansimi
 
               
               - ed aprono
               porte insperate di ossigeno...
 
               
               - Tu
               respiri
 
               
               - tutto e con
               gioia
 
               
               - proprio
               come "esagera" qualche tempo fa.
 
               
               -  
               
               
 
                  - 
                  
                  
 
                  
                  Creato dal
                  nulla, inizi a cadere 
                
               
               
               -  
 
               
               - "Miseria
               Ricca" di acidi malati
 
               
               - guardati in
               faccia e dimmi cosa vedi!!
 
               
               - Lo specchio
               appoggiato al muro
 
               
               - delinea una
               striscia opaca poco definita.
 
               
               - (l'importante
               è apparire)
 
               
               - Inganni per
               non essere scoperta
 
               
               - vivi per
               essere felicemente triste.
               
               
 
                  
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Emanuele
               Bombardi
 
               
               -  
               
               
 
                  - L'incastro
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Ma ti accorgi
               quanto siamo riflessivi?
 
               
               - Mi vieni incontro,
               sì mi vieni incontro
 
               
               - Ti osservo,
               sì ti osservo
 
               
               - Io copio i tuoi
               istinti e tu i miei
 
               
               - Te ne
               accorgi?
 
               
               - Ripeto: te ne
               accorgi?
 
               
               - Te ne accorgi che
               sono istinti indotti?
 
               
               -  
 
               
               - Impercettibili
               vibrazioni accompagnano i tuoi gesti
 
               
               - ed anche i
               movimenti della corteccia cerebrale
 
               
               - dal midollo osseo
               fino alle ultime falangi
 
               
               - Sono vibrazioni
               indotte
 
               
               - Indotte
               capisci?
 
               
               - La tua induzione mi
               esaspera
 
               
               - preferisco la
               deduzione o forse l'abduzione
 
               
               - Non riesco
               più a vivere
 
               
               - Non riesco
               più ad essere ciò che sono sempre
               stato
 
               
               - e questo
               perché ho imparato la tua lingua
 
               
               -  
 
               
               - I suoni e gli
               accenti semplicemente
 
               
               - Le articolazioni di
               sillabe all'apparenza afone
 
               
               - I prefissi dello
               spiritualismo che anima parole
 
               
               - La precedenza del
               significato sulla struttura
 
               
               - La lingua ha
               relazionato i corpi
 
               
               - ha forgiato la
               materialità dei movimenti
 
               
               - le sovrapposizioni
               e le giustapposizioni
 
               
               -  
 
               
               - Tra i nostri corpi
               non esiste più il sopra e il sotto
 
               
               - non esiste
               più il confronto
 
               
               - Esiste solo ed
               unicamente
 
               
               - L'incastro.
 
             
          | 
         
            
               - Bertilla
               Bortolon
 
               
               -  
               
               
 
                  - E
                  domani...
 
                
               
               
               -  
 
               
               - La notte
               tesse
 
               
               - ragnatele di
               fantasmi
 
               
               - nella
               mente.
 
               
               - S'imprigionano
 
               
               - le
               stelle
 
               
               - nei miei
               voli.
 
               
               - Ogni
               attimo
 
               
               - è un
               incubo
 
               
               - dove il
               tempo
 
               
               - si
               perde.
 
               
               - Invecchio
 
               
               - in questo
               dedalo
 
               
               - di guizzi
               fugaci...
 
               
               - E
               domani...
 
               
               - M'aspetta un
               tonfo!
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  - Notte
                  insonne
 
                
               
               
               -  
 
               
               - La notte
               insonne
 
               
               - trattiene le
               angosce
 
               
               - come gocce di
               rugiada
 
               
               - rilucenti nella
               prigione
 
               
               - d'una
               ragnatela.
 
               
               - Il sole che
               sorgerà
 
               
               - disperderà
 
               
               - le fragili
               gemme.
 
               
               - Nell'anima il
               tempo
 
               
               - tesse la sua
               tela.
 
               
               - Avvinghiati ai
               ricordi
 
               
               - i pensieri fan
               nido.
 
               
               - La luce non
               trapela
 
               
               - tra i fitti
               ricami:
 
               
               - sogni
               prigionieri
 
               
               - senza
               possibilità
 
               
               - d'un
               volo...
 
               
               - Finiscono
               così gli aneliti
 
               
               - d'un cuore
               già solo.
               
               
 
                  
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Claudio
               Capponi
 
               
               -  
               
               
 
                  - Idillio
                  notturno
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Nera è la
               notte, e fresca vien la brezza
 
               
               - che riempie il cuor
               di pace e di sollievo.
 
               
               - Vola nell'aria
               calda il mio pensiero
 
               
               - vibrando come corda
               di violino,
 
               
               - fluttua leggero,
               libero e vitale
 
               
               - sui tetti delle
               case e nelle piazze.
 
               
               - Quanti ricordi
               vivono nel buio:
 
               
               - vaghi, confusi,
               sempre li presenti
 
               
               - come reperti d'un
               tempo passato.
 
               
               - Strani fantasmi
               infestano la mente
 
               
               - degli uomini, alle
               prese con un mondo
 
               
               - ostile, folle, che
               tutto distorce
 
               
               - in mero vorticare
               d'astrazioni.
 
               
               -  
 
               
               - C'è quiete
               nel mio animo stanotte,
 
               
               - il dolce vento fuga
               la tristezza
 
               
               - cullandomi al
               tepore dell'estate. 
 
               
               - Non vi son spettri
               a tormentarmi il cuore:
 
               
               - potrei morir
               così, lieto e sereno,
 
               
               - ebbro d'un'emozione
               surreale
 
               
               - che obnubila
               problemi e dispiaceri.
 
               
               -  
 
               
               - Ma tu t'accenderai,
               o notte, al sole
 
               
               - del mattino che
               t'insegue incosciente
 
               
               - di ciò che
               m'ha lasciato il tuo passaggio;
 
               
               - già nasce
               nel tuo grembo all'orizzonte
 
               
               - quel vivido
               albeggiar che trascolora
 
               
               - portando nuova vita
               e nuove pene.
 
               
               - Solo un vago
               ricordo rimarrai
 
               
               - nel mio pensiero;
               come un talismano
 
               
               - che magico guarisce
               lo sconforto,
 
               
               - lucente brillerai
               nel mio cammino.
 
             
          | 
         
            
               - Ivo
               Carletton
 
               
               -  
               
               
 
                  - La strada del
                  bosco
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Ricordi la strada
               che porta nel bosco?
 
               
               - Lente sorgevan
               quell'anno le albe
 
               
               - E tarde volavan le
               gazze sull'alberi.
 
               
               - Noi due camminando,
               le mani discoste
 
               
               - Cercavano pigre il
               sapore del tempo
 
               
               - E tutto - rammenti?
               - rideva soltanto
 
               
               - D'un lucente
               lontano caldo futuro.
 
               
               -  
 
               
               - Ora la strada
               è coperta d'arbusti,
 
               
               - Uccelli più
               cupi affollan la selva,
 
               
               - Attimi magici il
               sole non dona.
 
               
               - Là dove la
               mente spaziava lontano
 
               
               - Torri di bronzo
               coprono il prato.
 
               
               - Che resta dunque
               dell'anno che fugge?
 
               
               - Questo sol dirti io
               so: ch'esso non torna.
 
               
               -  
 
               
               - E spalle ricurve
               disegnan l'ultimo passo.
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  - Maria
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Sottilmente
               distesa
 
               
               - Nelle sere d'ambra
               autunnale
 
               
               - Mi guardi e
               taci
 
               
               - Come se il vento
               recasse conforto.
 
               
               -  
 
               
               - Tu sai: e io tenue
               lamento
 
               
               - Rilascio supino al
               chiarore del cielo.
 
               
               -  
 
               
               - Ma non venire,
               languida angoscia,
 
               
               - Rispetta la vita
               ch'attende smagliata.
               
               
 
                  
                
               
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Giuseppe
               Carnabuci
 
               
               -  
               
               
 
                  - Fantasmi
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Echi di memorie
               interagiscono
 
               
               - su disanimate zone
               di ricordi,
 
               
               - infondendo
               prospettive sconosciute
 
               
               - con frammenti di
               rivelazioni inaspettate.
 
               
               - Lampeggiano
               fantasmi
 
               
               - venuti da un
               passato remoto,
 
               
               - ad inseguire scie
               di spavento e di paura
 
               
               - miste a sobbalzi di
               raggi incandescenti,
 
               
               - di luci che
               vorrebbero attivare
 
               
               - immagini di piena
               briosità.
 
               
               - Tra macerie di
               ricordi
 
               
               - affiorano ombre
               imperfette,
 
               
               - tenuti
               rimpianti
 
               
               - di cui s'è
               persa la faccia di luce,
 
               
               - ed è rimasto
               il contorno scuro d'una minaccia.
 
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  - Domande
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Domande
 
               
               - poste
 
               
               - partendo
 
               
               - da
               lontano
 
               
               - per
               girare
 
               
               - intorno
 
               
               - a
               problemi
 
               
               - insoluti,
 
               
               - insolvibili.
 
               
               - Affrontare
 
               
               - o
               ignorare
 
               
               - illusioni
 
               
               - di
               compromesso
 
               
               - per non
               sentirsi
 
               
               - sconfitti,
 
               
               - per non
               cadere
 
               
               - senza
               salvezza.
 
             
          | 
         
            
               - Paola
               Chiappini Guerina
 
               
               -  
               
               
 
                  - Il
                  dubbio
 
                
               
               
               -  
 
               
               - S'insinua nel tuo
               pensiero
 
               
               - e sembra tutto
               vero
 
               
               - tu lo cacci ma lui
               leggero
 
               
               - domina ogni tuo
               respiro
 
               
               -  
 
               
               - Provi a
               pensare
 
               
               - cerchi di
               ragionare
 
               
               -  
 
               
               - Inutile
               farlo
 
               
               - come un
               tarlo
 
               
               - non puoi
               lasciarlo
 
               
               -  
 
               
               - Niente
               riesce
 
               
               - a farti
               desistere
 
               
               - lui solo sa
               vincere
 
               
               -  
 
               
               - Piano ti prende la
               mano
 
               
               - il pensiero
               così lontano
 
               
               - diventa
               sovrumano
 
               
               -  
 
               
               - Prende forma e
               colore e continua farti male.
 
               
               -  
 
               
               - Allora ti decidi
               Titubante Tremante
 
               
               - Niente solo buio
               nella tua mente
 
               
               - L'aria è
               troppo pesante
 
               
               -  
 
               
               - Il dubbio non
               perdona
 
               
               - ogni giorno ti
               bastona.
 
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Riccardo
               Colombo
 
               
               -  
               
               
 
                  - L'ombra di mio
                  padre
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Tu che giri attorno
               alla casa non più tua
 
               
               - in ombra scura come
               figura di vita
 
               
               - parla,
               padre.
 
               
               -  
 
               
               - Non posso andare
               avanti col mulino rotto e 
               
               
 
                  - i figli in
                  guerra.
 
                
               
               
               - Nessuno mi
               dà aiuto.
 
               
               - Il mulino di ferro,
               la macina di sasso,
 
               
               - le pompe, le ruote,
               il ponte.
 
               
               - Il fracasso
               dell'acqua e dei ferri rugginosi
 
               
               - che inciampano
               nelle pietre del canale,
 
               
               - lo studio scuro, la
               casa tremolante
 
               
               - con le tegole che
               scivolano giù nel fiume
 
               
               - e portano la
               pioggia nelle stanze di sopra.
 
               
               -  
 
               
               - Sei morto da tempo,
               padre.
 
               
               - La casa non
               c'è più.
 
               
               - Riposa in pace,
               anima inquieta di sempre
 
               
               - volto scuro, fronte
               arcuata di nero,
 
               
               - occhi penetranti,
               sorriso incerto. 
 
               
               - Allontanati da
               questa casa vuota di anime...
 
               
               -  
 
               
               - Ancora un poco,
               figlio...
 
               
               - Tua madre inferma,
               i fratelli in guerra
 
               
               - l'orrido del
               canale, le ruote cigolanti
 
               
               - le cinghie
               strappate, le pompe disfatte,
 
               
               - il torchio
               schiacciato,
 
               
               - il fumo
               dell'incendio, l'acqua invasata
 
               
               - del fiume che entra
               dalle crepe del muro
 
               
               - e allaga il suolo
               di sotto.
 
               
               - Lassù,
               lassù, verso il cielo per non vedere
               più.
 
               
               -  
 
               
               - Addio,
               padre,
 
               
               - il topo aspetta
               l'uscita,
 
               
               - lo scarafaggio
               copre di nero,
 
               
               - l'umidità
               avanza nel buio radendo il suolo
 
               
               - e tutto rientre
               nell'untuosa polvere
 
               
               - che copre i fili
               del ragno.
 
               
               - Sarai lodato in
               cielo...
 
               
               - Riposa in pace,
               anima inquieta di sempre.
 
               
               -  
               
               
 
                  
                
               
             
          | 
         
            
               - Laura
               Degrassi
 
               
               -  
               
               
 
                  - Madre
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Nei silenzi
               profondi ha attecchito il seme.
 
               
               - Senza recarti
               offesa ha ridestato il vuoto
 
               
               - di desideri antichi
               e si fa coscienza.
 
               
               - Nasce la vita tra
               confusione e amore.
 
               
               - Nel tuo corpo
               affonda le sue radici,
 
               
               - soldato senz'armi,
               in terra sconosciuta.
 
               
               - Accetta la tua
               realtà di donna!
 
               
               - Atomo, fiammella,
               seme;
 
               
               - mondo, luce, pianta
               sarà nel tuo domani.
 
               
               - Raccogli già
               le mani, saranno la sua culla;
 
               
               - prepara gli occhi
               al pianto.
 
               
               - Madre, dal magico
               tuo corpo,
 
               
               - pur tra violenze e
               inganni,
 
               
               - nel grande suo
               mistero,
 
               
               - nasce la speranza
               di un miglior domani.
 
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - Michele
               Favaretto
 
               
               -  
               
               
 
                  - Lo
                  spazzacamino
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Conosco il mondo
               dall'alto dei tetti
 
               
               - li raggiungo
               passando tra i camini più stretti
 
               
               - porto la fuliggine
               sui miei vestiti
 
               
               - storie di fuoco e
               di sogni infiniti
 
               
               - ritorna la notte
               sto ancora quassù
 
               
               - oramai a casa non
               mi aspettano più
 
               
               - prendimi pure un
               poco per matto
 
               
               - divido la cena
               assieme ad un gatto
 
               
               - mi parla tra i
               baffi "sai cosa ti dico
 
               
               - questa notte
               sarò il tuo unico amico"
 
               
               - ora lo prendo e lo
               tengo vicino
 
               
               - gli racconto i miei
               sogni di vecchio bambino
 
               
               - tra il fumo nero la
               mia storia si snoda
 
               
               - lui ascolta
               sornione rigirando la coda
 
               
               - "ho ancora sete
               dammi da bere"
 
               
               - riempio di nuovo il
               suo bicchiere
 
               
               - salta dal tetto da
               vero felino
 
               
               - si siede sulla luna
               assieme al mio vino
 
               
               - mi porge la zampa
               mi invita al salto
 
               
               - mi tira con le
               unghie portandomi in alto
 
               
               - mi mostra il mondo
               con le sue magie
 
               
               - cade la pioggia
               delle lacrime mie
 
               
               - ci osserva curiosa
               la stella del mattino
 
               
               - il gatto ubriaco e
               lo spazzacamino.
 
               
               -  
 
               
               -  
               
               
 
                  
                
               
             
          | 
         
            
               - Concetta
               Di Nardo
 
               
               -  
               
               
 
                  - Ecco il
                  dolore...
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Ecco il dolore che
               giunge
 
               
               - e l'anima
               assedia!
 
               
               - A lungo lo abbiamo
               atteso
 
               
               - smarriti
 
               
               - stremati da notti
               insonni;
 
               
               -  
 
               
               - ma ora che è
               qui
 
               
               - con
               sollievo
 
               
               - lo
               accogliamo
 
               
               - perché
               più nulla può sorprenderci.
 
               
               -  
               
               
 
                  - 
                  
                  
 
                  
                  Il
                  mare 
                
               
               
               -  
 
               
               - Guardo il mare
               all'imbrunire,
 
               
               - fruscio di
               acque
 
               
               - e lontana la prima
               stella
 
               
               - sospesa.
 
               
               -  
 
               
               - I miei anni
               perduti
 
               
               - alle onde
               affido,
 
               
               - come
               naufrago,
 
               
               - sperando che Dio li
               raccolga
 
               
               -  
 
               
               - e mi conceda di non
               dimenticare
 
               
               - ciò che ho
               veduto
 
               
               - ciò che ho
               amato
 
               
               - ed ho
               imparato.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Matteo
               Forgiarini
 
               
               -  
               
               
 
                  - Sinfonia
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Il vento soffiava
               fra i miei pensieri,
 
               
               - portando l'estate
               ad ascoltare le mie emozioni;
 
               
               - la musica
               dell'armonia e l'armonia della musica
 
               
               - guidavano il canto
               dei miei sentimenti.
 
               
               - Quella sera ovunque
               attorno a noi si udiva danzare la musica,
 
               
               - ma il suono
               più vicino al mio cuore nasceva dai Suoi
               occhi;
 
               
               - sopra di noi il
               pentagramma del tempo
 
               
               - ci avvolgeva con
               volti di muse lontane.
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               -  
               
               
 
                  - Pianto di
                  luce
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Era una notte
               speciale,
 
               
               - il sole e la luna
               si baciarono, un soffio d'amore, fu magia.
 
               
               - la luna si commosse
               e pianse a lungo;
 
               
               - da quelle lacrime
               sulla Terra, nacque la vita.
 
             
          | 
         
            
               - Ines
               Gastaldi Carretto
 
               
               -  
               
               
                  - Sogno d'un
                  momento
 
                
                
               
               -  
 
               
               - Lame taglienti di
               sole
 
               
               - annientano alberi
               di cristallo
 
               
               - sorpresa d'un
               mattino d'inverno.
 
               
               - Mandan barbagli di
               luce
 
               
               - fiori di ghiaccio
               delicati
 
               
               - stagliati nel cielo
               turchino.
 
               
               - Bacche di rosa
               canina
 
               
               - son preziosi
               rubini
 
               
               - in scrigni
               trasparenti racchiusi.
 
               
               - Esili steli
               d'acciaio
 
               
               - da raggi luminosi
               trafitti
 
               
               - s'afflosciano al
               primo tepore.
 
               
               - Fitte gocce
               iridescenti stillano
 
               
               - da frange
               arabescate
 
               
               - su lunghi fili
               distese.
 
               
               - È rotto da
               tonfi attutiti
 
               
               - il magico
               silenzio
 
               
               - d'una straordinaria
               atmosfera.
 
               
               - Ciuffi di betulle
               s'infrangono
 
               
               - con scrosci
               improvvisi
 
               
               - in mille frammenti
               di vetro.
 
               
               - Svanisce al sole
               che s'alza
 
               
               - il sogno d'un
               momento
 
               
               - incantata visione
               surreale
 
               
               - magia d'una gelida
               notte.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Luciano
               Gatti
 
               
               -  
               
               
 
                  - Canzone
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Così inizia
               il volo
 
               
               - che l'airone, in
               questo dire,
 
               
               - accorre
               libero,
 
               
               - senza
               canto
 
               
               - nel sogno del
               cielo.
 
               
               - Ora tutto il
               mare
 
               
               - riscopre la
               traccia
 
               
               - di quando ero
               paziente.
 
               
               - Ferisce la
               verità
 
               
               - di una terra
               amata,
 
               
               - di cedri
               ottomani,
 
               
               - dalla scorza
               scura
 
               
               - color della
               ruggine,
 
               
               - con me in attesa di
               luce,
 
               
               - nel ritaglio
               quotidiano
 
               
               - carico di
               vicende;
 
               
               - con la certezza di
               vivere
 
               
               - nella buona
               fortuna
 
               
               - per non
               appassire...
 
             
          | 
         
            
               - Gerardo
               Genovese
 
               
               -  
 
               
               -  
               
               
 
                  - L'uomo delle
                  poesie
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Stupide
               Malinconie
 
               
               - di Mille
               poesie
 
               
               - che rifioriscono su
               rami
 
               
               - come
               ricami.
 
               
               -  
 
               
               - Stupide
               Gelosie
 
               
               - di Tante
               poesie
 
               
               - Che hanno nutrito
               amori
 
               
               - e
               batticuori.
 
               
               -  
 
               
               - Sciocche
               Poesie
 
               
               - Tutte
               Mie
 
               
               - che nel
               cuore
 
               
               - e nella mente senza
               onore
 
               
               - il
               sonno
 
               
               - in sogno si
               riprende.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Marcello
               Ghilardi
 
               
               -  
               
               
 
                  - Preghiera
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Non fragile al
               dolore
 
               
               - vorrei essere, ma
               come
 
               
               - salice, che
               piegandosi
 
               
               - al vento ed al
               peso
 
               
               - della neve cede il
               passo,
 
               
               - e nel ritrarsi si
               prepara
 
               
               - a nuovo slancio:
               poi
 
               
               - che questa vita,
               che
 
               
               - mi è grave,
               è come una
 
               
               - rincorsa, e verso
               un'altra,
 
               
               - più piena,
               mi proietta.
 
               
               - Ed ogni male,
               ogni
 
               
               - più
               recondito soffrire, 
 
               
               - è come piolo
               sulla scala
 
               
               - che mi avvicina a
               Te.
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
             
            
            
          | 
         
            
               - Simonetta
               Gravina
 
               
               -  
               
               
 
                  - A Cristo
                  risorto
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Tu,
 
               
               - che hai
               amato,
 
               
               - aldilà del
               compenso,
 
               
               - e della
               vendetta.
 
               
               - Tu, 
 
               
               - che
               abbandonasti,
 
               
               - la casa di Tuo
               Padre,
 
               
               - presso le
               rive
 
               
               - del Fiume
               Eterno.
 
               
               - Tu,
 
               
               - che hai
               vestito
 
               
               - la
               materia,
 
               
               - per
               salvarci.
 
               
               - Tu,
 
               
               - che hai
               mescolato,
 
               
               - le Tue
               lacrime,
 
               
               - alla nostra
               miseria.
 
               
               - E,
 
               
               - il Tuo
               pane,
 
               
               - che ha grondato
               sangue.
 
               
               - E,
 
               
               - la sete
               Tua,
 
               
               - che s'appagò
               d'aceto.
 
               
               - E il Tuo
               Amore,
 
               
               - che riscattò
               la vita.
 
               
               - Ma il terzo
               giorno,
 
               
               - risorgesti,
 
               
               - risalendo dalla
               profondità
 
               
               - delle
               tenebre.
 
               
               - E
               dappertutto,
 
               
               - si irraggiò
               la Tua luce.
 
               
               - E l'acqua
               dell'Amore,
 
               
               - sgorgò dalle
               Tue ferite,
 
               
               - per lavare le
               nostre colpe,
 
               
               - e placare la nostra
               arsura.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Domenico
               Luiso
 
               
               -  
               
               
 
                  - Sull'onda stanca di un
                  cavalcavia
 
                
               
               
               -  
 
               
               (Cruciverba)  
               
               -  
 
               
               - Sull'onda stanca di
               un cavalcavia
 
               
               - si dimenava astioso
               un fiume d'ombre
 
               
               - tra gli orologi e
               gli accendini stesi
 
               
               - sui letti d'ambra
               d'una stuoia untuosa.
 
               
               -  
 
               
               - In basso un logorio
               di treni e ferri,
 
               
               - binari anagrammati
               in sei caselle
 
               
               - e voci sparse con
               definizioni
 
               
               - alla rinfusa (privi
               di riscontri
 
               
               -  
 
               
               - i suoni articolati
               con due segni).
 
               
               - Un uragano di
               rimorsi assenti
 
               
               - e di cartacce, un
               nugolo di passi
 
               
               - e un calpestio di
               sagome affannate.
 
               
               -  
 
               
               - Sul cruciverba del
               cavalcavia
 
               
               - sillabe sciolte
               sopra le abrasioni.
 
               
               - In uno spazio
               bianco in abbandono
 
               
               - mi sei venuta
               incontro o stavi ferma.
 
               
               -  
 
               
               - Avevi gli occhi
               spenti (lo scirocco
 
               
               - sciamava la sua
               fame di ferite),
 
               
               - ti dissi che ti
               amavo e il vento bieco
 
               
               - spruzzò due
               foglie secche sullo schema.
 
               
               -  
 
               
               - Una parola definita
               male,
 
               
               - un motto
               rattrappito su una croce
 
               
               - di legno divorato
               dalle tarme
 
               
               - o un rebus
               gorgogliato nell'asfalto.
 
               
               -  
 
               
               - Oh questo amore un
               lungo scioglilingua
 
               
               - e la mia bocca
               screpolata al sole.
 
               
               - E scrissi che ti
               amavo in due caselle
 
               
               - non calcolate per
               definizione.
 
             
          | 
         
            
               - Teresa
               Marino
 
               
               -  
               
               
Dietro un
               sentiero  
               
               - tramonti - composti
               -
 
               
               - scomposti
               attraverso i vuoti dell'anima.
 
               
               - Linee che non si
               congiungono.
 
               
               - Sogni che non si
               pronunciano. 
 
               
               - Lontananze
               impercettibili.
 
               
               - - Ho abbandonato
               una certezza -
 
               
               - - Camminando seguo
               l'istinto -
 
               
               - Aspetto di
               arrivare.
 
               
               - I ricordi volano
               bassi.
 
               
               - Corro credendo di
               rimanere immobile.
 
               
               - Tutto si ferma per
               un istante.
 
               
               - I suoni non si
               diffondono.
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               - Immagino - dietro
               l'orizzonte l'insieme dei perché.
 
               
               - Rottami di un
               manichino sorridente.
 
               
               - Onde smarrite nel
               vento.
 
               
               - Conchiglie nascoste
               dentro sabbia irraggiungibile.
 
               
               - Profondità
               dietro simili superfici.
 
               
               - Mani nascoste nelle
               loro azioni.
 
               
               - Pensieri incuranti
               delle spiegazioni.
 
               
               - Immagino.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Fiorenza
               Marino
 
               
               -  
               
               
 
                  - Lourdes
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Ho fatto un
               viaggio
 
               
               - che non volevo fare
               ma...
 
               
               - ho visto un fiume
               che scorreva veloce
 
               
               - e con un grande
               frastuono
 
               
               - ma diventava
               incredibilmente silenzioso
 
               
               - davanti alla
               grotta
 
               
               - anche se scorreva
               ancora veloce
 
               
               - ho visto volontari
               lavorare senza sosta ed
 
               
               - assistere i
               malati
 
               
               - senza mostrare mai
               segni di stanchezza e
 
               
               - mi hanno insegnato
               ad amare
 
               
               - per il solo piacere
               di dare
 
               
               - ho scambiato il
               segno di pace con gente
 
               
               - proveniente da
               diverse parti del mondo
 
               
               - alla messa
               internazionale
 
               
               - ho visto malati
               viaggiare per 33 ore
 
               
               - senza mostrare mai
               segni di sofferenza
 
               
               - li ho visti
               affezionarsi ed amare senza riserve
 
               
               - come nessun uomo
               sano
 
               
               - avrebbe il coraggio
               di fare
 
               
               - li ho visti
               piangere e stringermi forte
 
               
               - al momento dei
               saluti
 
               
               - per non lasciarmi
               andare
 
               
               - ora... so di voler
               tornare.
 
             
          | 
         
            
               - Stefano
               Maroli
 
               
               -  
 
               
               - Suoni
               spaziali,
 
               
               - esagerati,
 
               
               - fronzoli di
               lunghi
 
               
               - addii
               inespressi;
 
               
               - nostalgie di
               parenti
 
               
               - o più
               forse
 
               
               - responsabilità
 
               
               - in
               affetti.
 
               
               -  
 
               
               - Idee in bianco e
               nero
 
               
               - d'un futuro
               non
 
               
               - lontano
               nauseano
 
               
               - l'olfatto,
               saturo;
 
               
               - i sorrisi
               isterici
 
               
               - tradiscono
 
               
               - nitida
               l'onniscienza.
 
               
               - Immediata.
 
               
               -  
 
               
               - Sorde
               grida
 
               
               - la
               voglia
 
               
               - di una
               storia
 
               
               - finita,
 
               
               - la
               vita.
 
               
               - Saporito
 
               
               - monologo
 
               
               - del
               suicida.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Gian
               Paolo Mele Corriga
 
               
               -  
               
               
 
                  - Iscopile
                  (Taverna-Bettola)
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Il canto d'Autunno
               rianima sagome di pietra dura
 
               
               - perdute nel vuoto
               della stanza.
 
               
               - Ho parlato al cuore
               che chiede ricordi di luce.
 
               
               - Un sorriso ormai
               spento, duro,
 
               
               - come pane perduto
               in pungenti bisacce d'orbace,
 
               
               - cerca ancora i
               colori
 
               
               - di un giorno
               nascosto in un tempo di fiaba.
 
               
               - Ho raccolto il
               silenzio dei vinti
 
               
               - e ingoiato boccali
               di buio
 
               
               - nella stanza dove
               ho tante volte riso e pianto,
 
               
               - dove aliti di fumo
               amaro
 
               
               - riscaldano un tempo
               senza fine.
 
               
               - Il canto culla due
               ricordi
 
               
               - il cuore dorme nel
               passato.
 
               
               - Sbatte una
               porte.
 
               
               - un amico
               
 
               
               - entra con i profumi
               della sera.
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               -  
               
               
 
                  - Miserere per la
                  tristezza
 
                
               
               
               -  
 
               
               - La notte insipidiva
               nel bagno scialbo di luna.
 
               
               - Duro era vegliare
               senza canto.
 
               
               - Scricchiolando si
               animavano le foglie graffiando tenere la
               via.
 
               
               - Ancorati i pensieri
               all'inferriata della chiesa sulla valle
 
               
               - frugai nel costato
               dove il cuore arrogante pretendeva
               tenerezze.
 
               
               - Raccolsi il tiepido
               carminio della mia ferita.
 
               
               -  
 
               
               - Colava il sangue,
               marea di una infinita tristezza,
 
               
               - imbrattando pietre,
               alberi, bronzi di santi;
 
               
               - ingoiava le diafane
               luci della piazza, archi, seminari,
 
               
               - sommerse ogni
               cosa.
 
               
               - Ululavo, solo, alla
               luna.
 
               
               - Per compagna una
               falena cieca impiastrata nell'umida
               fronte.
 
               
               - A Te pensai, ultimo
               approdo.
 
               
               - Miserere Signore
               per le mie sirene esauste
 
               
               - consunte come
               gualdrappa di ronzino,
 
               
               - miserere Signore
               per i sogni rubati e mai vissuti
 
               
               - per i giorni
               perduti nell'attesa
 
               
               - miserere Signore
               per la mia tristezza.
 
             
          | 
         
            
               - Maria
               Luisa Nicodemo
 
               
               -  
               
               
 
                  - Piccadilly
                  Circus
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Sola, in un mondo
               non mio,
 
               
               - che corre
               violento,
 
               
               - che beve, che
               suona, che grida,
 
               
               - che guarda senza
               vedere,
 
               
               - che sottrae alla
               mente il pensiero,
 
               
               - dolce, dall'angolo,
               una musica arriva
 
               
               - di acque, di clivi
               boscosi,
 
               
               - di amene radure
               isolate.
 
               
               - Salta la moneta nel
               piatto di rame.
 
               
               - Frena la corsa,
               respira, l'ascolta
 
               
               - anche il boy
               sgangherato!
 
               
               - Desta è
               l'anima sua;
 
               
               - ma... un colpo di
               vento
 
               
               - e l'eco del suono
               svanisce lontano
 
               
               - ed insieme la
               vita
 
               
               - nella frenesia
               dell'andare.
 
               
               -  
 
               
               
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Franco
               Ottolenghi
 
               
               -  
               
               
 
                  - Settant'anni
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Settant'anni,
 
               
               - guardare avanti o
               indietro?
 
               
               - dilemma
               manicheo;
 
               
               - vale
               solo
 
               
               - il presente che
               vive
 
               
               - dentro di sé
               il passato
 
               
               - e che
               vorrebbe
 
               
               - fabbricare il
               futuro
 
               
               -  
 
               
               - Come
               tanti
 
               
               - fanciullo ero
               già vecchio,
 
               
               - nutrito d'idee
               altrui
 
               
               - rispettoso e
               devoto,
 
               
               - ma
               invecchiando
 
               
               - addio agli
               allineamenti,
 
               
               - sono
               ringiovanito
 
               
               - ed
               affrancato
 
               
               -  
 
               
               - So che non
               so,
 
               
               - che ai
               perché si rinuncia
 
               
               - e servendo
               l'amore
 
               
               - si
               risveglia
 
               
               - la
               responsabilità,
 
               
               - più nulla
               è certo
 
               
               - ma intenso è
               il canto
 
               
               - della
               vita
 
               
               -  
 
               
               - Basta
               sostare,
 
               
               - attoniti
               ascoltare
 
               
               - e
               incantati
 
               
               - proseguire il
               cammino
 
               
               - sempre
               ringiovanendo
 
               
               - fino alla gran
               chiamata
 
               
               - e
               sparire
 
               
               - giovanissimi
 
             
          | 
         
            
               - Alberto
               Padovani
 
               
               -  
 
               
               - Quando
               capirai che
 
               
               - le parole e
               i gesti
 
               
               - degli
               uomini
 
               
               - sono pure
               formalità,
 
               
               - senza
               profondità?
 
               
               - e che
               l'unica forza dell'uomo
 
               
               - è la
               consapevolezza di appartenere
 
               
               - ad un
               disegno in movimento?
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Mario
               Antonio Pagaria
 
               
               -  
               
               
 
                  - Tormento
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Con nerbo di
               baleno
 
               
               - indiscreta su
               artigli acuminati
 
               
               - t'appresti a violar
               i miei cheti sensi
 
               
               - che deboli or si
               destano largendoti agio
 
               
               -  
 
               
               - Tu nera ombra al
               crepuscolo
 
               
               - scombini
               l'equilibrio all'esser mio
 
               
               - già pendulo
               tra bene e male
 
               
               -  
 
               
               - Immane il
               firmamento
 
               
               - in fronte a me
               vulcano
 
               
               -  
 
               
               - Sbotto di
               magma
 
               
               - a devastare il
               bosco verde
 
               
               -  
 
               
               - Erutto lapilli e
               fuoco verso l'aere
 
               
               - prima
               tersa
 
               
               - e poi
               incinerea
 
               
               - mia metamorfosi
               d'accesa passione
 
               
               -  
 
               
               - D'impeto mi
               rivolto
 
               
               - ma tu con forza di
               valanga
 
               
               - travolgi e rendi
               vano il mio tentare
 
               
               -  
 
               
               - Inane cavaliere di
               ventura
 
               
               - contro mulini a
               vento
 
               
               - cercando il mio
               dominio
 
               
               - su te che impavida
               e irruenta
 
               
               - mi
               possiedi
 
               
               -  
 
               
               - S'accende il mio
               universo
 
               
               - al turbinio del
               desiderio
 
               
               - che senno mi
               leva
 
               
               - e di te folle
               divengo
 
               
               - rendendomi
               vivo
 
               
               -  
 
               
               - Perseveri mia
               spietata sovrana
 
               
               - ma quando ormai
               l'ultima speme
 
               
               - il passo arresa
               cede al tua impero
 
               
               - tu sei benevola
               verso il nemico vinto
 
               
               - concedendomi
               d'essere imbrigliato
 
               
               - dalla quiete al suo
               soave giogo
 
             
          | 
         
            
               - Federico
               Panetti
 
               
               -  
               
               
 
                  - Perché
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Perché
               avere.
 
               
               - È meglio
               cercare
 
               
               - Tra rovi di
               rose
 
               
               - Passeri
               sperduti
 
               
               - In
               marzo
 
               
               - Pungersi la
               mano
 
               
               - Ritrarla
 
               
               - E
               riprovare.
 
               
               - Perché
               temere.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Matteo
               Pazzi
 
               
               -  
               
               
 
                  - Assenza in una mano di
                  mare
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Un sole
               giallo,
 
               
               - Limoni
               ardenti,
 
               
               - Come uno sguardo di
               graffi
 
               
               - Sopra farfalle
               luccicanti...
 
               
               -  
 
               
               - Oscillanti liquide
               sbarre...
 
               
               -  
 
               
               - Piccole
               reti,
 
               
               - Labbra ondose
               scottate dal cielo
 
               
               - E caviglie di
               strade solitarie
 
               
               - Ricolme di scogli
               nereggianti,
 
               
               - Le
               case...
 
               
               -  
 
               
               - Sfogliare i giunchi
               bianchi
 
               
               - Di quella luna
               affiorante,
 
               
               - Le sue molli redini
               morenti
 
               
               - Che l'orizzonte
               calpesta di colori...
 
               
               -  
 
               
               - Un sole
               giallo
 
               
               - Legato a un melo
               sgualcito,
 
               
               - Diga
               d'azzurro
 
               
               - Soffocata
 
               
               - Da un mansueto
               soffitto,
 
               
               - Orchestra
 
               
               - Di candele
               fuggite...
 
             
          | 
         
            
               - Cinzia
               Pedroni
 
               
               -  
 
               
               - Sono dentro
               l'abbraccio del mondo
 
               
               - nutrita dagli
               eventi
 
               
               - scaldata dalla
               luna
 
               
               -  
 
               
               - mi considero un
               fiore
 
               
               - ma forse sono
               ape
 
               
               -  
 
               
               - provo a
               volare
 
               
               - ma mi
               accorgo
 
               
               - che ho petali e non
               ali.
 
               
               -  
 
               
               - Spero che nessuno
               mi calpesti
 
               
               - ma vorrei essere
               raccolta.
 
               
               -  
 
               
               - Vorrei che il mio
               profumo
 
               
               - fosse per un
               istante
 
               
               - il tuo
               respiro
 
               
               - e non mi
               importa
 
               
               - se
 
               
               - e
               quando
 
               
               - se 
 
               
               - e poi
 
               
               - la luce della
               luna
 
               
               - potrà solo
               illuminare
 
               
               - petali
               caduti.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Gil
               Pezza
 
               
               -  
               
               
 
                  - Unum
                  Deum
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Nicea
               Nicea,
 
               
               - mormorio
               assordante
 
               
               - d'infinite voci
               iscariòte,
 
               
               - in Lui -di sopirsi
               ansiose.
 
               
               -  
 
               
               - Nicea
               Nicea,
 
               
               - àfono
               mistero
 
               
               - e crocesegno, da
               noi uncinato,
 
               
               - in campi nuovi
               d'Ajalon.
 
               
               -  
 
               
               - Apostola
               d'apostoli,
 
               
               - Sua destra dal
               Vinci assisa,
 
               
               - dante causa, forse,
               del quarto vangelo:
 
               
               - Dicci, invero... fu
               Lui tuttuno?
 
               
               -  
 
               
               - Oh, vento di
               Elohim,
 
               
               - che
               eterno,
 
               
               - le vele di popoli
               antichi spiegando,
 
               
               - sospiri nel
               tempo.
 
               
               -  
 
               
               - Che sempre vacilli
               tra Scilla e Cariddi,
 
               
               - e che di Cesare, il
               calco, in un sol respir cancelli:
 
               
               - Aldilà
               tramandaci del capital frangente,
 
               
               - ove l'onda che si
               schianta e muore... rinasce e presto
               ritorna.
 
               
               -  
 
               
               -  
 
               
               - 1 - Ajalon: in
               italiano Aialon. Giusuè 10: 12-13
 
               
               - 2 - Elohim: "Dio"
               in ebraico, per inciso, non Yeshuah
               (Gesù)
 
               
               - 3 - "Vento di
               Elohim": Genesi 8: 1-2
 
               
               - 4 - "Apostola
               d'apostoli": Apostoli apostolorum
 
             
          | 
         
            
               - Ivan
               Pianura
 
               
               -  
               
               
 
                  - Dal
                  Nulla...
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Estenuante marcia
               tra i mille pensieri del momento,
 
               
               - forse del
               quotidiano grigio.
 
               
               - Dove nasce il
               desiderio del colore? dove si nutre il coro degli
               angeli?
 
               
               - La risposta sembra
               sempre tardare;
 
               
               - ogni non risposta
               è l'inquietante fotogramma senza
               luce.
 
               
               - La vita come un
               treno rapido che non sosta
 
               
               - diritto fino a
               destinazione, senza la pausa per
               rifocillarsi.
 
               
               - Come fermare
               l'inesorabile Tic Tac di giorni in cui i sogni si
               scoloriscono?
 
               
               - È il cammino
               stanco di chi vive nei rumori
 
               
               - di piccoli sordi
               dal passo frenetico, assordante!
 
               
               - Basta! Proprio
               là, in quel punto impensato,
 
               
               - varcato il confine
               dell'ultimo asfalto e gli alti muri,
 
               
               - il passo rallenta
               ad ogni particolare.
 
               
               - È il cammino
               silenzioso di chi non è sordo e di chi non
               è cieco.
 
               
               - Sono i colori che
               si mischiano al verde;
 
               
               - altre volte il rivo
               d'acqua posatosi tra le braccia della
               terra.
 
               
               - È il fruscio
               delle foglie alle carezze del vento,
 
               
               - la musica che si
               ode in quel luogo.
 
               
               - Grandi amici dalle
               insolite forme quasi a vegliare.
 
               
               - Il cuore comincia a
               battere come un tamburo:
 
               
               - è la dimora
               della coscienza e del sogno.
 
               
               - Il luogo del
               sacrificio:
 
               
               - ogni sporcizia
               verrà sacrificata nel vento che
               soffia,
 
               
               - mentre il corpo
               freme, al sol desiderio di esserne
               avvolto.
 
               
               - Piccoli fili d'erba
               si uniscono alla danza
 
               
               - e gli amici
               guardiani si inchinano bisbigliando.
 
               
               - Donano il ritmo ad
               una danza antica, forse un canto tribale,
 
               
               - forse... della
               scorporazione di se stessi,
 
               
               - del cuore che dona
               alla mente,
 
               
               - dove l'Io rende
               grazie al Tutto.
 
               
               - Un sorriso
               può nascere dal nulla
 
               
               - e come tale sparire
               nel nulla:
 
               
               - solo da noi dipende
               la sua vita.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Iolanda
               Pieroni
 
               
               -  
               
               
 
                  - Le
                  nuvole
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Al
               tramonto
 
               
               - le nuvole
               bianche
 
               
               - soffici
 
               
               - come la
               neve
 
               
               - formano una
               corolla
 
               
               - di un
               fiore
 
               
               - senza
               profumo
 
               
               - sopra la
               città
 
               
               - ormai quasi
               quieta.
 
               
               - Attraverso i rami
               intrecciati del glicine,
 
               
               - tu ed
               io
 
               
               - le abbiamo
               osservate insieme
 
               
               - le abbiamo
               fotografate:
 
               
               - l'immagine
               irreale
 
               
               - ha colpito le
               nostre menti
 
               
               - ed ha aperto le
               porte
 
               
               - al nostro
               spirito
 
               
               - per
               liberarsi
 
               
               - delle
               fragilità terrene.
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               - Insieme
 
               
               -  
 
               
               - Quando la vita
               finirà
 
               
               - ed uno di noi
               due
 
               
               - rimarrà
               solo,
 
               
               - la musica
               dell'alba
 
               
               - e la voce del
               tramonto
 
               
               - richiameranno alle
               nostre menti
 
               
               - gli attimi
               più belli
 
               
               - della nostra
               esistenza.
 
               
               - Il nostro
               spirito
 
               
               - di
               comunione
 
               
               - ci spronerà
               a vivere
 
               
               - consapevoli della
               felicità
 
               
               - vissuta
               insieme.
 
             
          | 
         
            
               - Daniela
               Pitti
 
               
               -  
               
               
 
                  - 20/08/2000
 
                
               
               
               -  
 
               
               - È
               forte!
 
               
               - Mi
               prende,
 
               
               - mi
               tortura,
 
               
               - mi fruga dentro, mi
               svuota
 
               
               - ... e se ne
               va
 
               
               - lasciando
               squarci
 
               
               - e brandelli di vita
               passata.
 
               
               - Con pazienza e
               rassegnazione,
 
               
               - ricucio la
               pelle
 
               
               - con fili di
               speranza,
 
               
               - tampono le
               ferite
 
               
               - con la freschezza
               dei giorni nuovi...
 
               
               - So che
               tornerà!
 
               
               - So che
               distruggerà nuovamente tutto!
 
               
               - Ma non potrà
               cancellare
 
               
               - il
               ricordo
 
               
               - dei momenti
               felici,
 
               
               - il gusto intenso
               della vita!
 
               
               - Basterà!
 
               
               - per darmi la
               forza
 
               
               - di riemergere dalle
               ceneri
 
               
               - e riprendere il mio
               volo.
 
               
               - Come Araba
               fenice
 
               
               - ritornerò a
               librarmi nel vento
 
               
               - aspettando
 
               
               - che una nuova
               
 
               
               - emozione
 
               
               - faccia vibrare il
               mio
 
               
               - corpo
 
               
               - e tinga le
               mie
 
               
               - ali
 
               
               - di
               felicità!
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Mariella
               Potocco Barbato
 
               
               -  
               
               
 
                  - Lontananza
                  forzata
 
                
               
               
               -  
 
               
               - C'è tanta
               sofferenza nel mio cuore!
 
               
               - La diagnosi
               purtroppo è mal "d'amore",
 
               
               - amor per quella
               terra desolata
 
               
               - chi è la mia
               Istria abbandonata.
 
               
               -  
 
               
               - Per quella terra
               rossa ormai perduta,
 
               
               - indegnamente a noi
               tolta e ceduta.
 
               
               - Era un lembo
               d'Italia l'Istria mia,
 
               
               - senza ritegno l'han
               portata via.
 
               
               -  
 
               
               - L'Istria è
               lontana, oh lontana assai,
 
               
               - ma il suo ricordo
               non mi lascia mai.
 
               
               - Sogno la casa, il
               mare, le saline...
 
               
               - Vorrei tornar
               laggiù, ma c'è un confine.
 
               
               -  
 
               
               - Ci divide il
               confine maledetto,
 
               
               - ma io confido:
               tornerò al mio tetto.
 
               
               - È grande la
               mia Fede e mi sorregge:
 
               
               - Signore, non
               disperdere il tuo gregge.
 
               
               -  
 
               
               - Son rimasti i miei
               morti a vigilare,
 
               
               - attendon che io
               possa ritornare.
 
               
               - Se ritorno, mi
               martella il petto,
 
               
               - perché non
               sento parlar il mio dialetto.
 
               
               -  
 
               
               - Chi non lo parla,
               colpa non ne ha,
 
               
               - ma per me è
               assai triste la realtà.
 
               
               - Affido la mia
               Istria a Te Maria,
 
               
               - proteggi noi, Suoi
               figli. Così sia.
 
             
          | 
         
            
               - Franca
               Prosperi
 
               
               -  
               
               
 
                  - Magico
                  Concerto
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Candide morbide
               mani
 
               
               - aleggiano
               incantevoli
 
               
               - sulla bianca
               tastiera,
 
               
               - vibranti e
               leggere
 
               
               - come ipnotiche
               ali
 
               
               - di fremente
               farfalla...
 
               
               - rapita dalla
               primavera!
               
               
 
                  - Fluttuante,
 
                  
                  - nell'acrobatico
                  volo
 
                  
                  - sul profilo
                  dell'orizzonte,
 
                  
                  - screziato di
                  intensa
 
                  
                  - ritmica
                  danza
 
                  
                  - leggiadra e
                  luminosa...
 
                
               
               
               - in palpitante
               proiezione
 
               
               - sul
               palcoscenico
 
               
               - tempestato
 
               
               - di ondeggiante
               avorio,
 
               
               - cangiante
 
               
               - come cristallina
               madreperla
 
               
               - riflessa
 
               
               - in movenze di
               fuoco!
               
               
 
                  - ... Fino a
                  fondere
 
                  
                  - e
                  ricomporre
 
                  
                  - nel centro del
                  mio cuore,
 
                  
                  - le calde fluenti
                  note...
 
                  
                  - in nuove
                  inquietanti emozioni!
 
                
               
               
               - E la tua
               anima
 
               
               - diventa pulsante
               farfalla,
 
               
               - viva per
               sempre
 
               
               - nel giardino
               rifiorito
 
               
               - della mia
               mente...
 
               
               - dove i magici
               ricordi
 
               
               - irrorano
               eterne
 
               
               - preziose
               memorie.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Giorgia
               Rossi
 
               
               -  
               
               
 
                  - L'inizio
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Nel buio, Angeli
               sussurrano impronunciabili segreti.
 
               
               - Acqua troppo fredda
               mi culla maternamente,
 
               
               - un odore strano
               nell'aria, un sapore forte in bocca.
 
               
               - Particolarmente
               leggera, eppur non muovo un muscolo;
 
               
               -  
 
               
               - Ascolto.
 
               
               - Per la prima volta
               Silenzio assoluto, non un battito.
 
               
               - Ora anche gli
               Angeli tacciono.
 
               
               - Una stella è
               comparsa lontana.
 
               
               - Sempre più
               vicina, la sua luce bianca e calda, come un'alba del
               passato,
 
               
               - invade il mio
               corpo, ma non solo.
 
               
               -  
 
               
               - L'anima sfugge,
               scivola via,
 
               
               - inutile sarebbe
               provare a trattenerla,
 
               
               - e poi non ci riesco
               (...o non voglio ?!)
 
               
               -  
 
               
               - Adesso il bianco mi
               circonda,
 
               
               - l'acqua si scalda,
               ma non mi culla più.
 
               
               - Tutto
               immobile.
 
               
               - Attorno: il Vuoto,
               però non sono sola.
 
               
               - Qualcuno
               m'abbraccia,
 
               
               - io non Lo vedo, io
               non mi vedo.
 
               
               -  
 
               
               - Dopo, l'incredibile
               sensazione, la Scoperta,
 
               
               - so tutto, le vere
               certezze.
 
               
               - Anchi'io, come gli
               Angeli, conosco i Segreti,
 
               
               - segreti che
               esistono da sempre.
 
               
               -  
 
               
               - Ora comprendo
               ciò che per la vita m'ero chiesta,
 
               
               - ora sono libera,
               ora non ho più paura.
 
               
               - Così ritorno
               alle antiche e meravigliose origini,
 
               
               - che non conoscevo
               sino a poco fa (...o è tantissimo?)
 
               
               -  
 
               
               - Finalmente,
 
               
               - sono Angelo a mia
               volta.
 
             
          | 
         
            
               - Vito
               Russo
 
               
               -  
               
               
 
                  - Ultimo
                  Anelito
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Le
               bandiere
 
               
               - si stanno
               ammainando,
 
               
               - i fuochi nella
               notte
 
               
               - si stanno
               spegnendo,
 
               
               - il sipario
               rosso
 
               
               - si sta
               chiudendo,
 
               
               - il volto
               adulto
 
               
               - si sta
               rigando
 
               
               - e gli occhi
               chiari
 
               
               - si stanno
               incupendo,
 
               
               - il
               giavellotto
 
               
               - dopo aver rotto
               l'aria
 
               
               - sta
               calando,
 
               
               - il pallonetto
               dolce
 
               
               - si sta spegnendo
               sul fondo
 
               
               - e sugli
               spalti
 
               
               - il pubblico
               ammicca,
 
               
               - i
               birilli
 
               
               - stanno
               cadendo
 
               
               - come vecchi
               brilli,
 
               
               - con un
               soffio,
 
               
               - come fossero solo
               granelli
 
               
               - di sabbia sul
               davanzale:
 
               
               - presto saranno
               polvere
 
               
               - e in periferia
               c'è già tristezza
 
               
               - nascosta
               appena
 
               
               - da un'ipocrita
               carezza.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Camillo
               Sangiovanni
 
               
               -  
               
               
 
                  - Altrove (In
                  Valgrana)
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Questi
               boschi
 
               
               - sono
               lastricati
 
               
               - di
               fiori
 
               
               - come
 
               
               - tappeti
               volanti.
 
               
               - I
               castani
 
               
               - allombrano
 
               
               - coriandoli di
               luce
 
               
               - discontinua
 
               
               - su
               questa
 
               
               - striscia
               d'acqua
 
               
               - che
               scivola
 
               
               - e
               scivola
 
               
               - velocemente
 
               
               - altrove!
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               -  
               
               
 
                  - Valgrana (Settembre
                  2000)
 
                
               
               
               -  
 
               
               - A
               quest'ora
 
               
               - del
               giorno
 
               
               - inizia
 
               
               - a
               respirare
 
               
               - già la
               sera.
 
               
               - Le
               ombre
 
               
               - anticipano
 
               
               - la
               malinconia
 
               
               - della
               paure
 
               
               - e il loro
               tremolio
 
               
               - illanguidisce
 
               
               - gli
               umori.
 
             
          | 
         
            
               - Carlo
               Mariano Sartoris
 
               
               -  
               
               
 
                  - Lamenti dal
                  cuore
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Lise memorie
               di
 
               
               - Languide ore
               d'amore
 
               
               - Lunghe carezze e
               fini
 
               
               - Lucide stille
               amare
 
               
               - Liriche frasi e
               canti,
 
               
               - Labili e dolci
               giorni
 
               
               - Limpide notti
               chiare
 
               
               - Libera
               gioventù
 
               
               - Lievi moniti e voci
               di
 
               
               - Laceri istanti e
               poi
 
               
               - Lampi
               furenti
 
               
               - Lacrime fino ai
               denti
 
               
               - Livide ombre
               scure
 
               
               - Logori tempi
               duri
 
               
               - Luridi
               impedimenti
 
               
               - Lerci e
               violenti
 
               
               - Ladri
               impuniti
 
               
               - Del tempo che
               fu
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               -  
               
               
 
                  - Da un punto
                  dentro
 
                
               
               
               -  
 
               
               - perché
               cerchi il tuo ieri
 
               
               - se lo pesti ad ogni
               passo?
 
               
               - Ha poche tracce il
               tuo sentiero
 
               
               - Guarda in
               alto!
 
               
               - Perché
               frughi nei pensieri
 
               
               - per snidare gialli
               odori
 
               
               - di oscure e
               sbiadite speranze?
 
               
               - Colori del
               tempo
 
               
               - Perché fermi
               il tuo domani
 
               
               - tu che sai quello
               che eri
 
               
               - e fuggi ciò
               che sei adesso?
 
               
               - Viviti
               ora!
 
               
               - Dove muore il tuo
               sguardo
 
               
               - sentirai aspro
               sapore di vero
 
               
               - e rumori di anni
               ruvidi,
 
               
               - ma solo là
               troverai
 
               
               -  
 
               
               - il tuo
               volto.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Marco
               Saya
 
               
               -  
 
               
               -  
               
               
 
                  - Sono
                  contento
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Non scarabocchio
               più il tuo nome dove capita
 
               
               - Riflesso lontano di
               un amore offeso
 
               
               - Naufragato e
               affondato senza superstiti.
 
               
               -  
 
               
               - Sono
               contento
 
               
               -  
 
               
               - Il risentimento
               cede il passo all'indifferenza
 
               
               - Panacea di
               rimpianti assopiti
 
               
               - Sepolti da giovani
               cicatrici.
 
               
               -  
 
               
               - Sono
               contento
 
               
               -  
 
               
               - Immagini di un
               volto nuovo, pulito, sincero
 
               
               - Aspettano da
               qualche parte...
 
               
               - Questo maledetto
               tempo, ora non più
 
               
               - Il nemico da sempre
               temuto e osteggiato.
 
               
               -  
 
               
               - Sono
               contento
 
               
               -  
 
               
               - Un blues sospirato
               in dodici battute
 
               
               - Dodici i battiti di
               passione per una diversa stagione
 
               
               - Improvvisazione di
               pause incerte follemente da vivere
 
               
               - Note lunghe per
               arrivare alla fine dell'assolo.
 
               
               -  
 
               
               - Sono
               contento
 
               
               -  
 
               
               - Liberato dalla tua
               assenza
 
               
               - Finalmente libero
               dalla tua presenza.
 
             
          | 
         
            
               - Luciana
               Scaglia Grenna
 
               
               -  
               
               
 
                  - Smarrirsi
 
                
               
               
               -  
 
               
               - I tuoi occhi
               smarriti,
 
               
               - invetriati,
 
               
               - cercavano,
               avidamente,
 
               
               - dietro la
               porta,
 
               
               - ma... lei non
               c'era.
 
               
               - Aspettavi,
               ansiosamente,
 
               
               - ma... lei non
               c'era.
 
               
               - ...Non arrivava
               più.
 
               
               - I giorni
               passavano,
 
               
               - lentamente,
 
               
               - sempre
               uguali
 
               
               - ma... lei non
               arrivava.
 
               
               - Come era
               possibile?
 
               
               - si era forse
               dimenticata
 
               
               - di te?
 
               
               - Lei non
               sarebbe
 
               
               - mai
               mancata
 
               
               - ...all'appuntamento
               solito
 
               
               - ma... lei non
               arrivava.
 
               
               - Decidesti tu,
               allora,
 
               
               - di andarle
               incontro.
 
               
               - Il vostro
               incontro
 
               
               - fu un
               attimo
 
               
               - lei si
               svegliò
 
               
               - e tu...
 
               
               - ti
               addormentasti
 
               
               - per
               sempre.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Andrea
               Selva
 
               
               -  
               
               
 
                  - La
                  donna
 
                
               
               
               -  
 
               
               - La donna è
               come una farfalla:
 
               
               - la guardi mentre
               vola alta,
 
               
               - libera, nel cielo
               azzurro di primavera.
 
               
               - La osservi, la
               ammiri, la desideri,
 
               
               - così decidi:
               la voglio far mia.
 
               
               - Allora la lusinghi,
               la illudi,
 
               
               - le prometti il
               giardino dei sogni.
 
               
               - Lei crede alle tue
               parole,
 
               
               - lei ti dona il
               cuore
 
               
               - e da quel giorno
               volerà solo per te.
 
               
               - Ma tu sei geloso,
               insicuro,
 
               
               - ti domandi come
               può,
 
               
               - una così
               rara bellezza, accontentarsi di te.
 
               
               - I dubbi ti
               assalgono,
 
               
               - i sospetti
               crescono,
 
               
               - decidi così
               di chiuderla in gabbia,
 
               
               - nessuno la
               vedrà più volare,
 
               
               - nessuno te la
               potrà più rubare.
 
               
               - Lei, avvolta nel
               suo sogno d'amore,
 
               
               - ti concede anche
               questo,
 
               
               - richiude le sue
               ali
 
               
               - e smette di volare
               per amor tuo.
 
               
               - Il tempo passa e tu
               dimentichi il passato,
 
               
               - inizi a guardarla
               con "sospetto"
 
               
               - cominci a pensare
               che ti abbia ingannato:
 
               
               - perché da
               tempo lei non vola più alta nel
               cielo.
 
               
               - Ti chiedi
               perché e pensi che non ti ami
               più
 
               
               - e la odi per averti
               ingannato.
 
               
               - Un giorno come
               tanti
 
               
               - vedi un' altra
               farfalla volare in cielo
 
               
               - ed abbandoni lei al
               suo destino.
 
               
               - Ora la splendida
               farfalla non vola più,
 
               
               - il suo amore l'ha
               tradita,
 
               
               - il suo cuore si
               è inaridito,
 
               
               - ha perso le sue
               meravigliose ali
 
               
               - e non si
               alzerà mai più in volo.
 
             
          | 
         
            
               - Fausto
               Serpagli
 
               
               -  
               
               
 
                  - Luce
                  divina
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Animo ansioso
               triste e inquieto
 
               
               - per un ineluttabile
               destino
 
               
               - vivi momenti gelidi
               e dolenti
 
               
               - mentre quelli
               graditi del piacere
 
               
               - già
               finiscono sull'incominciare
 
               
               - come quando movenze
               di nuvole
 
               
               - fan apparire e
               scomparir le stelle
 
               
               - e non te le
               lasciano contemplare.
 
               
               - L'immagine di un
               divin disegno
 
               
               - traspare alla luce
               d'un pensiero
 
               
               - L'amore si
               rispecchia nell'immenso
 
               
               - muove emozioni e
               sentimento.
 
               
               - I sogni possono
               colmare il cuor
 
               
               - di speranze e
               timori d'illusioni,
 
               
               - ma una
               verità più ti aggrada;
 
               
               - la luce che lo
               spirito emana
 
               
               - genera e suggella
               quell'amore
 
               
               - fonte e promessa di
               felicità.
 
               
               - Di timor e dubbi
               non ti dar pena
 
               
               - dal purgatorio
               sempre si risale.
 
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Bruno
               Sparpaglione
 
               
               -  
               
               
 
                  - Sahara addio
                  (1)
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Cento passi verso
               il porto
 
               
               - e polvere su
               polvere alle spalle.
 
               
               - Cuore
               inespresso,
 
               
               - muto nel
               tragitto,
 
               
               - prima del
               molo
 
               
               - vedran luce i tuoi
               pensieri?
 
               
               -  
 
               
               - Si
               muove
 
               
               - si muove il
               carro:
 
               
               - segue innanzi il
               solco tracciato.
 
               
               - Lento e vicino
               è l'addio,
 
               
               - le navi van
               salpando.
 
               
               -  
 
               
               - Dieci gocce di
               tempo
 
               
               - non potranno darti
               la voce,
 
               
               - due sospiri non
               pronunciano un commiato...
 
               
               - il velo del
               silenzio non si spoglia
 
               
               - e indugia nelle
               maglie di un'ultima corazza
 
               
               -  
 
               
               - Gridano i
               gabbiani
 
               
               - e con le ali si
               congedano al tramonto
 
               
               - Gonfio il tacito
               cuore prende il largo,
 
               
               - ma nel profilo che
               svanisce all'orizzonte
 
               
               - resta privo di
               parole il saluto delle vele
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               -  
               
               
 
                  - Sahara addio
                  (2)
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Cento passi a
               finire.
 
               
               - Quanta polvere alle
               spalle.
 
               
               - Si
               muove...
 
               
               - si muove il
               carro,
 
               
               - il percorso
               è innanzi tracciato.
 
               
               - Salpano al porto le
               navi
 
               
               - pronte
               all'addio,
 
               
               - prendono il largo
               in un sospiro,
 
               
               - ma non escono
               parole
 
               
               - al saluto delle
               vele.
 
               
               -  
 
             
          | 
         
            
               - Silvana
               Varotti
 
               
               -  
               
               
 
                  - Immobile
 
                
               
               
               -  
 
               
               - Immobile, supina
               sulla sabbia
 
               
               - m'abbandono inerte
               allo scorrere
 
               
               - dei pensieri in un
               cielo arancione
 
               
               - sotto le palpebre
               chiuse al sole.
 
               
               -  
 
               
               - Immobile, lascio
               scorrere
 
               
               - questo tempo senza
               tempo
 
               
               - sul mio corpo,
               sulla mia pelle
 
               
               - in un oblio
               rasserenante.
 
               
               -  
 
               
               - Immobile, in un
               mondo che corre
 
               
               - osservo l'altrui
               vita come si osserva
 
               
               - una commedia:
               spettatrice non 
 
               
               - protagonista di
               spettacoli quotidiani.
 
               
               -  
 
               
               - Immobile, all'ombra
               nel giardino
 
               
               - m'abbandono pigra
               sull'amaca
 
               
               - osservo le foglie
               degli alberi
 
               
               - danzare spinte dal
               vento.
 
               
               -  
 
               
               - Immobile senza
               nulla cercare
 
               
               - nell'estate
               esuberante di sé
 
               
               - come una stella
               fissa che brilla
 
               
               - di luce propria e
               tutto attorno gira.
 
             
          | 
      
      
         
            
               
                
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
          | 
      
      
         
            
               - Se
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               al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
               numero 0298233100
 
             
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                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                  RISULTATI
                  DEI CONCORSI 
                  
                  - RITORNA
                  ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei
                  mesi)
 
                  RITORNA
                  ALLA PRIMA PAGINA DEL
                  CLUB 
                  E-Mail: concorsi@club.it
                   
                  
                  -  
 
                  
                  - ins.
                  15-07-2002 
   
                
             
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