Risultati di concorsi
Concorso Letterario

"Premio Internazionale di Poesia
Città di Monza"

CLASSIFICA

 
Sezione Poesia in lingua italiana:
 
RISULTATI DEL CONCORSO Città di Monza:
 
 
Il Comitato promotore della terza edizione del "Premio Internazionale di Poesia Città di Monza" composto da: Roberto Colombo, Sindaco di Monza; dr. Antonio Cusumano, Assessore alla Cultura; Maria Organtini, Presidente del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza; Umberto Montefameglio, Presidente de Il Club degli autori; Luigi Losa, direttore del settimanale Il Cittadino; prof. Pier Franco Bertazzini, critico letterario; arch. Francesco De Giacomi, Presidente della Pro Monza; informa che la Giuria del Premio composta dal presidente Beppe Colombo, già direttore della Biblioteca Civica di Monza; Maria Organtini, presidente del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza; Anna Robiati, vice presidente del Cenacolo P.A.M.B.; prof.ssa Tina Beretta Trezzi, accredité a La Sorbonne; Mario Biscaldi, poeta-pittore; Elisabetta Bosisio, pittrice; prof. Sergio Gandini, poeta-pittore; Antonello Sanvito, giornalista redattore de Il Cittadino; Rita Nobili, segretaria, dopo attenta valutazione individuale, unanimamente è giunta alla seguente classifica finale:
 
1° classificato "Homeless" di Armando Giorgi, Genova. .
2° classificato "Una strada di Memorie" di Loriana Capecchi, Quarrata (Pistoia). V
3° classificato "Un istante" di Pierubaldo Bartolucci, Fossombrone (Pesaro/Urbino).
4° classificato "Genova" di Massimiliano Bianchi, Cesena (Forlì).
5° classificato "Cartoline del Garda" di Adriano Barghetti, Viareggio.
6° classificato "Non so se tra cumuli di stelle" di Andrea Pacini, Roma.
7° classificato "Il matrimonio della figlia" di Luciano Rossi, Brugherio (Mi).
8° classificato "Corro l'attesa" di Augusto Arrigoni, Monza (Milano).
9° classificato "Noi siamo scogli" di Piera Alloatti, Chiusa Pesio (Cuneo).
10° classificato "Amadriade" di Domenico Bisio, Fresonara (Alessandria).
 
Sezione Poesia Giovani:
1° classificato "Valzer triste" di Laura Panighel, Motta di Livenza (Treviso).
2° classificato "Andare" di Chiara Bollani, Tradate (Varese).
3° classificato "Vento" di Marcella Scopelliti, Vercelli.
4° classificato "Senza confine" di Sara Poggialini, Buonconvento (Siena).
5° classificato "Lampi d'ignoto" di Antonino Genovese, Barcellona P.G. (Messina).
6° classificato "Ho bisogno" di Laura Sergio, Lecce.
7° classificato "Bocciolo di rosa" di Simona Lambertini, Senago (Milano).
8° classificato "Canzone di Kiomm" di Angelo Scotto, Foggia.
9° classificato "Fedi sepolte" di Sandro La Barbera, Belmonte (Palermo)
10° classificato "Bella, fragile barca" di Lucia Panasci,
 
La Cerimonia di Premiazione si terrà sabato 24 novembre 2001 alle ore 21 presso il Teatrino di Corte della Villa Reale del Parco di Monza.
 
 

 
 Armando Giorgi
 
1° classificato
 
Homeless
 
In processione, gli "homeless"*
sbandierano toppe di generazione
dagli occhi tristi,
sotto le mancine del porto.
Scambiano fragili richiami,
graffiati dal brusio delle parole
rabbiose ampolle di sillabe,
ragioni arrestate tra pareti d'osteria.
Dividono sussulti, scremano angosce
comuni, raccolte nei cassoni
degli scarti sui perimetri dei mercanti.
Esiliati delle calate,
scalano altezze di lusinghe
nell'ora della clessidra vangelo
e pasoliniani tumulti
nell'arcipelago delle navi attraccate.
Poi, accostano palpebre
per avere collane di sonno,
in mezzo alle discariche di carbone
e il fagotto degli stracci
forma il guscio di un tetto,
dove l'arco di luce della lanterna
scopre perimetri di rossi container.
 
*Homeless, espressione anglosassone per indicare i senza casa.
 
 
 
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Loriana Capecchi
2° Classificato
 
Una strada di memorie
 
Strade di fuga s'aprono in quest'aria
di primavera.
Cercano memorie
di una campagna arresa fatalmente
all'onda di lavanda dei suoi colli.

 

Padre

oltre la soglia Ë il canto degli uccelli

la folla dei papaveri nel vento

e fieni su cui grande il cielo scende.

 

Per te queste nevi del mandorlo in fiore
oziosi origami di nuvole bianche.
Per te son le braci di lucciole quando
salgono ai poggi silenzi di luna.

Riciclano sere lontane presenze

perdute sull'aia nel conto di stelle.

 

Adesso sei padre l'odore dell'erba
la terra assetata
talvolta nel sogno

la sagoma scura dell'uomo che torna

dai campi portando negli occhi tramonti

e dentro le tasche ha l'odore del vento.

Poggiata alle spalle
riposo di falce.

 

Solo una foto sul muro e uno sguardo

di te
padre

dentro il vestito buono della festa

per questa mia struggente nostalgia

che sa di te una strada senza tempo

oltre apparenza di silenzi spinta.

 

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Pierubaldo Bartolucci

 

3° classificato

 

Un istante

 

Taci un istante:

il coro di abeti è pronto

ad aprire il concerto voluto

dal vento, al calare del sole.

 

Una strofa regalo al signore

dei boschi: forse vedremo

schizzi tardivi di luce

benevola e calda.

 

Compie, la terra, il suo giro

ovvero t'accorgi se la notte

verrà. Nemmeno si ferma

la mano del mago: i sassi

si muovono per farti spavento.

 

Momenti di gioia, purissima,

non hanno scadenza, per te:

sorridi alle nuvole, stanche

del giorno e parli la lingua

dei gatti; non pensi al balletto

cubista del russo Leonid...

 

Pallide chiacchiere evadono

presto dal ricco buffet;

i lampioni metallici, fuori,

rubano ancora i ricordi.

 

Fiabe di seta son quelle

che sento e che vedo salire

sull'orlo sottile dei monti;

puoi anche ripetere ora

ragionevoli frasi d'amore:

la cornice mi pare perfetta.

 

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Massimiliano Bianchi

4°Classificato

 

Genova

 

Piangono gli occhi bruciati dal fumo,

fra echi di trombe al suon del tamburo,

il vento che scuote bandiere

portando le urla sulle barriere.

 

Visi arrossati al fiato che manca

fra gli sputi lanciati sugli asfalti grigiastri.

Le scelte sbagliate nei credi perfetti,

voluti e cercati, ma anche obbligati.

 

Rotolano i caschi senza le teste,

corrono insieme figure impazzite,

tinte di nero, di bianco,

tinte di rosso di giovane sangue.

 

Anni bruciati buttati al macello,

terrore che insegue i volti celati

da fasce di sete e sgargianti bandane,

dalle vitree visiere nascoste da scudi,

nei nerbi serrati fra mani sudate.

 

Poi piange il silenzio all'ombra dei viali,

nelle spire nerastre di fumi violenti,

fra i cupi rottami morenti a bruciare,

nelle pietre divelte lasciate nel sole,

fra le poche parole, di rabbia e dolore.

 

Gente comune che pensa, che piange cercando ragione.

 

Per pochi che parlano molti hanno fatto,

ora si aspetta se tutto Ë giovato,

le mani alla testa in segno di resa,

leccando ferite che non guariranno,

lasciando nel sasso da poso lanciato

dubbi, speranze e un rimorso affogato.

 

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Adriano Barghetti

 

5° classificato

 

Cartoline del Garda

 

La languida pelle del lago

trafitta da spilli di pioggia

e verdi labbra di coste

in controcanto sulle tue lacrime:

tremenda tristezza quella sera!

 

Lo specchio tranquillo del lago

raddoppia lo squarcio di sole

sui bocci ghibellini di Sirmione

in contrappunto sulla tua lettera:

"Sto bene". Che pace stasera!

 

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Andrea Pacini

 

6° classificato

 

Non so se tra cumuli di stelle

il tuo rossore di gioia

intriso ho intravisto

benefico splendido dell'anima

che trabocca

la chiara immagine

dal tempo sbiadita

regina rugosa e succosa

in vesti morbide di meriggio.

Non so se tra il gioco del mondo

magico e purpureo

il tuo molle abbandono di vita

intristito ho intravisto

come un pendolo di fumo

in perenne nera oscillazione

e vacuità indistinta

giugno così abbraccia la fame

di riaverti gioiello

al mio stupito candido collo

leggendo scandendo il tuo

dolce nome che risucchia.

Tra nuvole di foglie e sciami

di scintille la scia bruna

del percorso passato

tra rovi spinosi e ortiche

di noia il falso gioco della gioia

cieco caduto

rannicchiato nei vortici

sfumando il rossore

ho pianto.

 

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Luciano Rossi

 

7° classificato

 

Il matrimonio della figlia

 

Nel verde tenero d'erba sottile,

sull'acqua rapida, tra masse d'ombra,

scintilla l'aureo raggio solare.

Le foglie fremono d'aceri ombrosi.

Punti di brace lampeggian trèmuli:

dolce tepore di fine estate,

quasi d'autunno, nell'aria quèta.

Nell'acqua chiocciano comari querele,

ciottoli tondi accarezzati

da brezza ròrida che porta al fiume

profumi saturi di bosco in fiore.

Le felci oscillano sull'orme lievi

di piede piccolo, in sabbia fine.

Un orso in panno, gioco d'infanzia,

affonda un poco e turba i vortici

lenti e rotanti dell'onda ritmica.

Raccolgo il gioco: gòcciola appena.

Tra l'oro antico dei suoi capelli

sfuma il profilo di figlia amata.

Anima d'aria, umor di luce,

sul collo pulsa l'ultimo miele ambrato.

 

L'ombra d'un giovane ora s'allunga

in moto lento a mutar dell'ora.

Ora s'avviano di là dal guado.

Io li osservo, dolore e gioia;

camminan lievi, tra ombre e sole.

Il prato buio ora è deserto.

Il sole cala, l'orsetto è solo.

Un filo teso mi unisce a loro,

brilla tra i raggi, tenace e tenue,

trema nell'aria, sparisce, torna...

Quanto tessemmo, in comunione,

fiaba d'ordito, trama d'amore.

 

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Augusto Arrigoni

 

8° classificato

 

Corro l'attesa

 

È questo freddo

che spiove

d'azzurri anfratti

è la robinia

che vibra l'arpa delle sue dita

è la neve

che specchio di gelo

s'è fatta

al volgere

di due tramonti

è tutto questo

che mi fa sentire

l'inverno degli anni.

 

Il declino

del pallido sole

mi pesa

dentro gli occhi

ad usate sponde sbarrati.

 

Corro l'attesa della sera

per un tuo smagato sorriso

che m'accoglie

ed un mare di turchino

m'annega

guardando

il tuo volto sereno:

domani, amore,

è una nuova primavera.

 

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Piera Alloatti

 

9° classificata

 

Noi siamo scogli

 

Questo tempo polverizza le strade

di una stagione senza più colore,

baluginano smaglianti emozioni,

legate a chi non le sa più sentire.

Tremenda è la mia notte di fantasmi

ricorrenti fra incubi ed illusioni,

flaccido è il giorno quando la fatica

strema il corpo, quando la mente geme.

Grandiosa è questa vita che ci appare

ora sogno, ora sofferenza atroce,

Ci percuote la furia dei marosi,

impetuosi ci sferzano uragani,

ci accarezza talvolta caldo sole.

Rinsecchiti da salsedine bianca,

imbrattati da liberi gabbiani,

annaspiamo fra flutti ed onde quiete.

Respirando alti brandelli d'amore,

proseguiamo, noncuranti di schegge,

rimarginando abituali ferite.

Così per noi tutti, finché viviamo.

 

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Domenico Bisio

 

10° Classificato

 

Amadriade

 

Quando le mie foglie

accarezzano i tuoi capelli,

quando i miei fiori

ascoltano la tua voce,

quando il mio tronco

sfiora le tue labbra,

allora il Bosco

profuma di suoni

e morbide ciglia

si uniscono al canto.

 

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SEZIONE GIOVANI

 

Laura Panighel

 
1° classificata
 
Valzer triste
 
Il cielo è grande
che sovrasta
la vasta pianura;
dove lavavano vesti
scorre la fontana;
i salici sono verdi
nell'aria che li coccola,
leggeri: lusinga
di vento va nel vigneto,
moina all'uva raccolta
fra poco. Racconta ogni cosa
l'incedere del tempo,
il lento valzer della vita
quando una vita è spenta,
quando svanito è l'estremo confine,
quando il calice è versato,
quando buia è la luce flebile che guida.
Teresa: madre di madre
di padre di me,
addio! Tutti i tuoi figli a te!
Sono giunti dal mondo
sull'orma del calmo corteo
e in tutti tace l'ordine, il fine, il principio.
 
Il cielo è grande
come gli occhi
del bambino che ha il tuo volto, oh Teresa!
Gli insegno a guardare bene
perché tolto il caro luogo
del primo respiro,
assopito nel tempo il ricordo,
saremo radici spezzate,
vibrazioni irregolari.
 
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Chiara Bollani
 
2° classificata
 
Andare
 
Sguardo trafitto di buio
dall'incanto nel cielo di marmo
cuscino d'arancio e voli
tenera marea di nubi.
 
Cheto passaggio
l'accendersi di stelle nell'ombra
tenebra appoggiata alla sera
coperta fredda di sole e profumi.
 
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Marcella Scopelliti
 
3° classificata
 
Vento
 
Ascoltami, o vento,
quando ti grido addosso.
Ascoltami,
quando proclamo libertà
non zittirmi con i tuoi gelidi sussurri.
 
Accarezza nervoso,
queste mie mani frenetiche.
 
E sciogli le catene invisibili,
lascia che scivoli in terra,
o portale con te
tra le verdi valli
e i monti corvini
che s'increspano in cime capricciose.
 
O vento,
disgrega delicato la luna,
ch'io domani possa trovare
una goccia d'argento
sotto il cuscino.
 
Sospingi il mio corpo,
zattera della mia anima,
verso limpidi orizzonti
marcati d'azzurro.
 
Rendimi Isola in mezzo al mare.
 
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Sara Poggialini
 
4° classificata
 
Senza confine
 
Il buio e la luce,
la forza e la dolcezza,
l'infinito e il limitato
dov'è il confine?
Barriere incomprensibili
spezzate dalle ali della fantasia
in frammenti di colore,
inesorabili prove di infinite speranze
di fanciulli affascinati
dal desiderio di toccare il cielo.
 
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Antonino Genovese
 
5° classificato
 
Lampi d'ignoto
 
Un fuoco
mi asfissia,
penetra nel silenzioso io,
giunge sino alle vene
in un'unica violenta esplosione
di tramonti,
di ricordi,
di gioie rapide,
troppo fulminee.
Lampi d'ignoto
imprimono
il loro passo scattante,
le loro virgole leggiadre,
i loro punti sospesi,
e nel vuoto
immagini bianche d'oblio.
 
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Simona Lambertini
 
7° classificata
 
Bocciolo di rosa
 
Un istante tra sogno e realtà
un bocciolo di rosa, si schiude
sotto gli occhi del mondo
rosa di un cuore
di chi diventato pazzo di fantasia
muore di realtà.
Un immenso sogno
onde impetuose infrangono i confini della realtà
lasciando, a chi ricolmo di sogni,
la possibilità di desiderarli,
di realizzarli.
Un bocciolo di rosa, muore
sotto gli occhi dell'indifferenza
morte causata da chi,
col cuore gelido,
non capisce.
L'essenza magica della misteriosa luna
l'infinità del cielo
una realtà senza giorno né notte.
Sfumatori stravaganti
dipingono il volto delle stelle
un granello di vita, vola
attraverso tutto questo
sogno e realtà.
La vista si offusca.
Gli occhi, di chi non ha smesso
di credere nell'impossibile.
Una dolce musica
attraversa il vento.
L'inganno dei pensieri.
I desideri appagati.
Arrivare. Andare.
Un dono dal cielo.
Un rosa, sta crescendo
con coraggio.
Nell'amore di chi la cura.
 
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Angelo Scotto
 
8° classificato
 
Canzone di Kiomm
 
Si dice che i giovani
cerchino qualcosa:
la loro esistenza
o una vita gioiosa;
chi ero, e come, io non lo sapevo,
eppure ogni giorno ridevo, ridevo.
E quando gli amici
che mi guardavano
pensando a sé stessi
un po' mi invidiavano,
mi sentivo strano, o così mi dicevo,
però non cambiavo e ridevo, ridevo.
Vivendo così,
una notte d'inverno
Dio o qualcuno volle
mandarmi all'Inferno:
con la mia moto, per non colpire un cagnetto,
sbattei la testa dritto contro un muretto.
Non so dirvi
se fu un bene o fu un male,
so solo che ebbi
un bel funerale,
qui all'inferno tutto è triste e muto,
prima di morire non ci avrei mai creduto,
ma quella notte, sul muretto,
quando ormai lo sapevo,
ancora nel cuore ridevo, ridevo.
 
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Lucia Panascì
 
10° classificata
 
Bella, fragile barca
sbattuta dal vento
quanto è amaro il vedere
la tempesta proseguire
nonostante i lamenti
dei tuoi legni stanchi.
 
Onde! Fermate il violento
vostro andare
contro i miei scogli!
Le buie nuvole sopra
continuano a mostrare
il loro terrore
e l'angoscia in me non cessa.
 
A poco servirà
cambiare spiaggia:
il mio scoglio
ha la medesima
pietra, la tempesta
il medesimo vento.
 
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