LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

 

Sandro Tizianello
 
Colori contrastanti
 
Il buio avvolge, accarezza, incute paura, nasconde.
La luce denuda, mette in risalto, è spietata.
La penombra dovrebbe trovarsi fra i due, potrebbe andare bene, ma non è completa, non ha un proprio carattere.
Il negro desidera la donna bianca.
Il bianco desidera la donna nera.
Le razze si mescolano come i colori del pittore che crea.
È pura la vergine?
Dove sta la risposta?
Chi preferisce un Cristo bianco?
 
 
Alla Vigilia del Giubileo
 
Ah!
Pirati della strada
 
in collaudate automobili truccate
senza freni
senza ritegno sfrecciano lungo autostrade aperte
coperte di cemento e spavalderia
autostoppisti sdentati e armadilli
ai loro bordi
cercano di arrivare in Messico
 
Ah!
Overdose d'ipecacuana
 
pazzi col viso coperto di croste
in compagnia di donne dal seno prosperoso
sostano in piedi aspettando che la provvidenza
compia il miracolo
 
Ah!
Bottiglie di scotch vuote
 
ancora nascoste
dentro i loro sacchetti di carta marrone
ridicola discrezione agli angoli delle strade
e persone ed esseri umani che camminano
per i vicoli delle città avvolti
in una coperta d'oscurità assassina
 
Ah!
Ragazzine imberbi violentate
 
dal tempo e dai negri col setto nasale
di plastica e collane d'oro da 2 etti e anelli coi rubini
grossi come noci
fanno le commesse
in anfetaminici negozi di velluto post punk
 
Ah!
Pall Mall schiacciate sul pavimento di locali jazz
 
torbidi riff di sax tenore applauditi solo da
grasse matrone e da papponi con la dentiera ingiallita e
sigari a buon mercato tra gli incisivi incapsulati
parlano di politicanti corrotti
alle 5 del mattino mentre lasciano il night club
in mano alla gelida brezza di una
sfortunata giornata che si appresta a stuprare l'america
alla vigilia del giubileo
 
Ah!
Apparecchi per la lobotomia
 
maneggiati da servitori in livrea in stanze con
raffigurazioni antiche e quadri dal significato
latente - Signore e Signori questa è arte - lascive nobildonne
con le mutande d'oro portano a passeggio i loro
setter irlandesi fino alle loro cascine trasformate in bordelli
settecenteschi dove si fanno prendere da dietro
dai cani e dai boscaioli rozzi e maneschi
 
Ah!
Caos e disordine
 
in megalopoli con l'atmosfera infetta
salotti senza tetto all'aperto dove i sopravvissuti fumano
lunghe sigarette stracolme di cocaina
mentre siedono su divani di velluto rosso bordeaux
sottofondo di cannoneggiamenti e di centrali nucleari
che scoppiano
 
Ah!
Peculiarità peccaminose
 
infestano l'ambiente con perigliosa abbondanza
seguaci di divinità sconosciute inventano le loro
leggi per scavalcare le regole del sistema che ormai
non vengono più rispettate da nessuno
e questo sarà il mondo
 
 
Norvegia
 
Mi sento male.
Sarà dall'84 che mi sento male.
Bianco o rosso, mi sento male.
Alcova o talamo, mi sento male.
Notte o giorno, mi sento male.
 
Mi sembra di essere in Norvegia tanto è il freddo che mi si arrampica per le ossa.
E dunque mi sento male.
Il vino non disseta la mia anima (ci vuole ben altro).
Le donne non alleviano la mia sofferenza (ci vuole ben altro).
La notte non mi fa dimenticare il dolore nel cervello (ci vuole ben altro).
 
Mi sento proprio male.
Non finirà mai.
Penso che il dolore abbia ormai solcato un binario indelebile che passa lungo il percorso della mia anonima durata. Senza abbandonarlo mai.
Lo segue fino al capolinea.
Le nuvole non scompariranno mai.
Il cielo rimarrà sempre oscurato dal bisogno.
È un fluido bianco e granuloso.
 
Salvezza e pericolo.
Pericolo e salvezza.
Come Dio e il Diavolo. Come il Diavolo e Dio.
Mentre tutto si fa nero e dipinge la musica e il cielo di nero, liquido bianco che rende nero il pensiero.
Il nero vincente. Nero come la pece che scorre nelle vene del Signore.
Anelito e tentazione.
Si prende quello che c'è e si prova tutto.
Quello che è meglio lo si tiene.
Mi sento male dall'84.
 

 
Pensando alle cose che dovrebbero fare gli altri
 
Crudo. Come la vita
Come la vita della nazione
Della nazione e del sistema
Del sistema
Non conosciamo nulla
Non conosciamo nulla
Di quello che dovremmo conoscere, perché è bene che sia così altrimenti sarebbe la fine.
 
La fine degli uomini che amano il Paese, che vivono nella mondezza e che non l'abbandonano mai.
Il Paese non la mondezza.
Che si tengono aggrappati alle fondamenta della vita sociale con la speranza che qualcosa cambi, pur sapendo che non succederà mai.
 
Cercando di diventare pazzi il più tardi possibile.
 
 
 
17 minuti
 
Soca, vino rosso e cielo azzurro crepitante nell'attesa dei personaggi famosi,
seduti sull'erba schiacciata da quelli prima noi...
Maria Giovanna sorrideva contenta, col largo cappello in testa, i suoi lunghissimi e nerissimi capelli le scendevano lungo il viso e addosso alle spalle nude.
Sigaretta fra le labbra, bicchiere in mano.
Cartelloni pubblicitari enormi che passavano dietro a lei e Bobby Watson che voleva comprare il suo cappello...
Le grasse cantanti nere riempivano Cimiez con la loro mole gigantesca.
Vino rosso a fiumi...
Poi ci alzavamo e gironzolavamo felici e beati, cingendosi i fianchi, per i banchetti a curiosare la merce artigianale e i capezzoli duri delle venditrici in canotte attillate.
Magrissime vecchie raggrinzite civettavano veloci trascinandosi i mariti mezzi morti o i compagni, che non avevano resistito alla loro selvaggia sprizzante voglia di non finire la vita.
Maria Giovanna assaggiava il crepuscolo e abbracciava e perquisiva le note estive, verdi, tra gli alberi e le radici e la birra e i semi di zucca...
...i mulatti dal fisico e dalla figura semplicemente perfetta, dalla forma longilinea, coi pantaloni stretti, la salutavano...
...il suo seno spuntava agilmente dalla maglietta bianca che faceva risaltare, in maniera quasi fosforescente, il suo intenso viso abbronzato e dolcemente lentigginoso.
Le sue dita affusolate parevano suonare un invisibile pianoforte e creavano una melodia squisita che si sposava giurando amore eterno al luogo-giardino delle meraviglie dai colori iridati.
Contemplazioni scintillanti come gioielli luccicanti che gingillano.
Note colorate saettavano pazze tra le focose braccia scure di Maria Giovanna che posava scalza sull'erba come il grande nudo americano N# 3 del 1961, mentre io, seduto sotto un grosso albero, mangiucchiavo soca col piatto di carta appoggiato sulle cosce e il piccolo, colmo bicchierino di vino rosso sopra una radice, accanto a dei rami secchi, vicino al ginocchio.
 
Nizza, Luglio 1992
 
 
 
 
Osservazioni dopo che il sole è calato all'orizzonte.
 
Troie coi baffi mi guardano di sbieco con aria di sfida.
A che cosa può sfidarti una troia?
E una coi baffi?
Batto sulla tastiera per non sostenere lo sguardo, sono un imbelle.
Loro coi bicchieri colmi di liquore, le bibite colorate,
pensieri antichi, ricordi di clienti generosi.
Un'altra sigaretta lunga e sottile, bruna.
Il pensiero ossessionante di durare.
Credo che appartengano ad una categoria molto sfortunata,
tranne qualche romantica eccezione.
Scopate larghe fra sudore straniero e puzzo.
Uomini nudi coi calzini ancora infilati ai piedi, pance flaccide che ti strusciano contro,
affari fra le gambe e tutto il resto.
Io lavoro 9 ore per notte e mi lamento con veemenza.
E fuori gli alberi sono immobili
e gli spazzini scopano le strade dall'immondizia notturna,
dal terrore buio della notte, dalle siringhe infette.
E la magnifica strada lunga, aperta, si fa percorrere dalla gente di tutto il mondo,
accostando appartamenti in affitto e ville da sogno,
tenendo compagnia ai barboni cenciosi.
E io sono rinchiuso fra 4 mura bianche, stupide e inutili, come le tasse e le cravatte sottili.
Le puttane sono donne che non so neanche io ma mi piacciono più dei politici,
più dei portieri d'albergo, più degli uomini,
più dei preti, e conoscono la gente meglio dei preti,
sono meno volgari dei preti e sopportano la vita meglio dei preti
e fanno ciò che fanno perché è così che va il mondo
e gli uccellini incominciano a cantare,
il sole sorgerà a momenti e anche il ragazzo del pane si farà vivo fra un po'.
E io credo che non mi lagnerò, per un po'.
 
 
 
Vedi se funziona
 
Spingi lo stantuffo
Vedi se funziona
Sguardo vacuoÖ
Sembra di sì
Aspetta un momento
Mentre i piccioni
Scelgono la loro vittima
OK! Positivo
Potrei mischiare le frasi
Qualcuno lo faceva
Burroughs & Bowie
Le scorie sul muso
Cadono ai tuoi piedi
Come diamanti che rimbalzano
Sul pavimento di un fetido cesso
Di un bar di terza categoria
Spingi lo stantuffo
Vedi se funziona
 
 
 
 
 
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Aggiornato il 16/05/1998