| 
                     Rivista
                     Club degli
                     autori
                     n°
                     181-182-183Maggio
                     2008 
 
                    | 
         
            | 
                  
                    |  | 
         
            | 
                  
                     
                        | 
 | 
                              Testi
                              diOctavio
                              Paz
 |  
 | 
         
            | 
                  Tratto
                  da "Salamandra" (1969)Vento
                  cardinale e altre poesie
                  
                  
 
 Tratto
                  da "Giorni Feriali" (1958-1961)
 
                           
                              SPARO
 Salta la parola
dinanzi
                           al pensierodinanzi
                           al suonola
                           parola salta come un cavallodinanzi
                           al ventocome
                           un vitello di zolfodinanzi
                           alla nottesi
                           perde per le vie del mio
                           craniodappertutto
                           le tracce della fierasulla
                           faccia dell'albero il tatuaggio
                           scarlattosulla
                           fronte del torrione il tatuaggio di
                           ghiacciosul
                           sesso della chiesa il tatuaggio
                           elettricole
                           sue unghie sul tuo collole
                           sue zampe sul tuo ventreil
                           segnale violettoil
                           tornasole che vira fino al
                           biancofino
                           al grido fino al bastail
                           girasole che gira come un ahi
                           scorticatola
                           sigla del senza-nome lungo la tua
                           pelledappertutto
                           il grido che accecal'ondata
                           nera che copre il pensierola
                           campana furiosa che rintocca sulla mia
                           frontela
                           campana di sangue nel mio
                           pettol'immagine
                           che ride in cima alla torrela
                           parola che fa scoppiare le
                           parolel'immagine
                           che incendia tutti i pontila
                           fuggitiva a metà
                           dell'abbracciola
                           vagabonda che uccide i bambinil'idiota
                           la bugiarda l'incestuosala
                           cerva inseguitala
                           mendicante profeticala
                           ragazza che nel mezzo della
                           vitami
                           sveglia e mi dice ricordati.
 
 
 
 
                           
                              SALAMANDRA
 Salamandra
 armatura
                           il fuoco indossa)
                           
                           calorifero
                           a lenta combustione
                           
                           tra
                           le fauci della ciminiera
                           
                           -
                           mattone o marmo -
                                 (nera
 o
                           rannicchiato guerriero
                           giapponese
                           
                           e
                           l'una o l'altro
                                    testuggine
                                    statica
 impassibile
                           nella tortura
                                    -
                                    il martirio è riposo
                                    -
 nome
                           antico del fuoco
                           
                           e
                           antico antidoto contro il
                           fuoco
                           
                           e
                           pianta scorticata sulle braci
                           
                           amianto
                           amante amianto
                                    Salamandra
 Salamandra
 fra
                           vorticose geometrie
                           
                           -
                           vetro cemento pietra ferro -
                           
                           formidabili
                           chimere
                           
                           sollevate
                           dal calcolo
                           
                           moltiplicate
                           dal lucro
                           
                           a
                           fianco del muro anonimo
                           
                           papavero
                           improvviso
                                 nell'astratta
                                 città
 granfia
                           gialla
                                    Salamandra
 sul
                           muro di sale
                                 rossa
                                 scrittura
 sul
                           cumulo d'ossa
                           
                           Salamandra
                                 granfia
                                 di sole
 
                              nell'infinitudine
                           dell'opale sanguigno
                           
                           sepolta
                           
                           sotto
                           le palpebre della selce
                           
                           fanciulla
                           perduta
                           
                           nel
                           tunnel dell'onice
                           
                           nei
                           cerchi del basalto
                           
                           seme
                           sotterratostella
                              caduta nel
                           midollo del granito dormiente
                           
                           Salamandra
                                    grano
                                    di energia
 nel
                           petto azzurro e nero del ferro
                           
                           esplodi
                           come sole
                           
                           ti
                           apri come ferita
                           
                           parli
                           come sorgente
                           
                           Salamandra
                                 fanciulla
                                 dinamitarda
 figlia
                           del fuoco
                           
                           spirito
                           del fuoco
                           
                           addensamento
                           del sangue
                           
                           sublimazione
                           del sangue
                           
                           evaporazione
                           del sangue
                                 spiga
 Salamandra d'aria
                           
                           la
                           roccia è fiamma
 vapore
                           rosso
                                    la
                                    fiamma è fumo
 alta
                           parola di elogio
                           
                           esclamazione
                                 preghiera
                                 retta
 sulla
                           testa dell'inno
                           
                           regina
                           scarlatta
                           
                           (e
                           fanciulla di calze violette
                           
                           che
                           corre spettinata per il bosco)
                                 corona
                                 d'incendio
 Salamandra
 panno
                           nero di lacrime di zolfo
                           
                           (un'estate
                           umida
                           
                           tra
                           le piastrelle sconnesse
                           
                           di
                           un cortile pietrificato dalla
                           luna
                           
                           sentii
                           vibrare la tua coda
                           cilindrica)
                           
                           Salamandra
                           caucasica
                           
                           sulla
                           schiena cinerea della roccia
                           
                           appare
                           scompare
                           
                           piccola
                           lingua nera
                           
                           macchiata
                           di zafferano
                                 animale
                                 taciturno
 nero
                           animale brillante
                           
                           brivido
                           del muschio
                           
                           divoratore
                           d'insetti
                           
                           minuto
                           araldo dell'acquazzone
                           
                           parente
                           della scintilla
                           
                           (Fecondazione
                           interna
                           
                           riproduzione
                           ovipara
                           
                           la
                           nidiata vive nell'acqua
                           
                           e
                           cresciuta nuota torpidamente)
                           
                           Salamandra
                           
                           Ponte
                           sospeso tra le ere
                           
                           ponte
                           di sangue freddo
                           
                           asse
                           del movimento
                           
                           (Le
                           mutazioni della specie alpina
                           
                           quella
                           più agile
                           
                           avvengono
                           nell'alvo materno
                           
                           Di
                           tutte le piccole uova due sole
                           maturano
                           
                           e
                           fino alla nascita
                           
                           gli
                           embrioni crescono in un liquido
                           nutriente
                           
                           massa
                           fraterna d'uova abortite)
                           
                           La
                           salamandra spagnola
                           
                           montanina
                           rossa e nera
                           
                           Non
                           batte il sole impiantato in mezzo al
                           cielo
                           
                           non
                           respira
                           
                           la
                           vita non comincia senza il
                           sangue
                           
                           senza
                           la brace del sacrificio
                           
                           non
                           si muove la ruota dei giorni
                           
                           Xólotl
                           rifiuta di esaurirsi
                           
                           si
                           nascose nel mais ma lo
                           trovarono
                           
                           si
                           nascose nell'agave ma lo
                           trovarono
                           
                           cadde
                           in acqua e fu il pesce
                           axólotl
                           
                           l'essere
                           doppio
                                       Salamandra
 Iniziò
                           a muovere percorse il mondo
                           
                           la
                           processione di date e di nomi
                           
                           Xólotl
                           cane guida dell'inferno
                           
                           colui
                           che esumò le ossa dei
                           padri
                           
                           colui
                           che mise a cuocere le ossa
                           
                           colui
                           che accese il lume degli anni
                           
                           il
                           creatore d'uomini
                           
                           Xólotl
                           penitente
                           
                           l'occhio
                           esploso che piange per noi
                           
                           Xólotl
                           larva di farfalla
                           
                           controfigura
                           della Stella
                           
                           chiocciola
                           marina
                           
                           l'altra
                           faccia del Signore dell'Alba
                           
                           Xólotl
                           l'axólotl
                                       e
                                       "poi l'uccisero"
 dardo
                           solare
                                       Salamandra
 colonna
                           del mezzodì
                           
                           nome
                           di donna
                           
                           bilancia
                           della notte
                           
                           (Il
                           peso infinito della luce
                           
                           un
                           briciolo d'ombra sulle tue
                           ciglia)
                           
                           Salamandra
                                 lampada
                                 della luna
 eliotropio
                                 fiamma
                                 nera
 
                              e
                           luna che giri sempre intorno a
                           te
                           
                           melagrana
                           che si apre ogni notte
                           
                           astro
                           fisso sulla fronte del cielo
                           
                           e
                           battito del mare e luce ormai
                           quieta
                           
                           mente
                           aperta sul respiro del mare
                           
                           Stellione
                           
                           rettile
                           di all'incirca otto centimetri
                           
                           color
                           polvere vive nelle crespe
                           
                           Salamandra
                           di terra e d'acqua
                           
                           pietra
                           verde nella bocca dei morti
                           
                           pietra
                           d'incarnazione
                           
                           pietra
                           focaia
                           
                           sudore
                           della terra
                           
                           sale
                           bruciante fiammeggiante
                           
                           sale
                           della distruzione
                           
                           e
                           maschera di calce che consuma i
                           volti
                           
                           Salamandra
                           d'aria e di fuoco
                           
                           vespaio
                           di soli
                           
                           parola
                           vermiglia delle origini
                           
                           La
                           Salamandra è una
                           lucertola
                           
                           la
                           sua lingua finisce in dardo
                           
                           la
                           sua coda finisce in dardo
                           
                           E'
                           inafferrabile E' indicibile
                           
                           riposa
                           sulla brace
                           
                           regna
                           sui tizzoni
                           
                           Se
                           scolpisce se stessa nella
                           fiamma
                           
                           incendia
                           il suo monumento
                           
                           Il
                           fuoco è la sua passione la sua
                           pazienza
                           
                           Salamadre
                                                       
                           Acquamadresolo
                              tu stessa 
 
 
 Tratto
                  da "Versante est" (1962 - 1968)
 
                           
                              IL
                              BALCONE
 
 Quieta
                           
                           nel
                           colmo della notte
                           
                           non
                           alla deriva dei secoli
                           
                           non
                           distesa
 come
                           un'idea fissa
                           
                           nel
                           centro dell'incandescenza
                           
                           Delhi
                                 inchiodata
 
                              circondate
                           da sabbia e insonnia
                           
                           A
                           voce bassa le dicoDue
                              sillabe alte eppure
                           l'ora cresce
                                       Nulla
                                       si muove
 È
                           l'estate
                           
                           marea
                           che si sparge
                           
                           Odo
                           la vibrazione del cielo basso
                           
                           sulle
                           pianure in letargo
                           
                           Enormi
                           masse osceni conclavi
                           
                           nubi
                           piene d'insetti
                           
                           schiacciano
                                    si
                                    dilata
 (Domani
                           avranno un nome
                           
                           si
                           ergeranno e saranno case
                           
                           saranno
                           alberi domani)
                                 nane
                                 sagome incerte
 Nulla si muove
 io
                           più solo
                           
                           infisso
                                    L'ora
                                    è più
                                    grande
 Se
                           stendo la mano
                           
                           corpo
                           soffice l'aria
                           
                           essere
                           promiscuo senza volto
                           
                           Appoggiato
                           al balcone
                                 nel
                                 centro del vortice
 (Non
                           appoggiarti,
                           
                           se
                           sei solo, alla balaustra,
                           
                           dice
                           il poeta cinese)
                                          vedo
 Non è l'altezza né la notte
                           e la sua luna
                           
                           o
                           gli infiniti che si offrono alla
                           vista
                           
                           è
                           la memoria e le sue vertigini
                           
                           Questo
                           che vedo
 sono
                           le insidie le trappole
                           
                           dietro
                           non c'è nulla
                           
                           sono
                           le date e i loro turbini
                           
                           (Trono
                           d'osso
                                    questo
                                    che gira
 quell'isola
                                    trono
                                    del mezzogiorno
 per
                           un attimo vidi la vita vera
                           
                           Aveva
                           il volto della morte
                           
                           erano
                           lo stesso viso
                                 Nei
                                 suoi bordi lionati
 nello
                           stesso mare scintillante)
                           
                           Ciò
                           che vivesti oggi ti disvive
                           
                           non
                           sei là
                                       dissolto
 sono
                           qui
                                 qui
 Non
                           mi rinnego
                                 nel
                                 mio principio
 Appoggiato
                           al balcone
                                    mi
                                    reggo
 nuvoloni
                           e un pezzo di luna
                           
                           ciò
                           che è visibile qui
                           
                           case
                           gente
                                       vedo
 vinto
                           dall'ora
                                 il
                                 reale presente
 invisibile
                                 ciò
                                 che è qui
 
                              Se
                           questo inizio è un
                           inizio
                           
                           non
                           comincia con meil
                              mio orizzonte in
                           lui mi perpetuo
                                       con
                                       lui
                                       cominciò
 vedo
                                    Appoggiato
                                    al balcone
 
                              Non
                           so come chiamarla
                           
                           benché
                           la tocchi col pensiero
                           
                           La
                           notte che va a picco
                           
                           la
                           città come un monte
                           franato
                           
                           bianche
                           luci azzurre gialle
                           
                           fari
                           improvvisi muri d'infamia
                           
                           e
                           i grappoli terribili
                           
                           mucchi
                           d'uomini e bestie per terra
                           
                           e
                           l'intrico dei loro sogni
                           intrecciati
                           
                           Vecchia
                           Delhi fetida Delhi
                           
                           viuzze
                           piazzuole moschee
                           
                           come
                           un corpo accoltellato
                           
                           un
                           giardino sotterrato
                           
                           Piove
                           polvere da secoli
                           
                           il
                           tuo manto turbini di polvere
                           
                           un
                           mattone spezzato il tuo
                           guanciale
                           
                           Su
                           una foglia di fico
                           
                           mangi
                           gli avanzi delle tue
                           divinità
                           
                           i
                           templi tuoi sono bordelli di condannati a
                           non guarire
                           
                           sei
                           coperta di formiche
                           
                           recinto
                           abbandonatoquesta
                              lontananza così
                              vicina sei
                           nuda
                                       mausoleo
                                       sgretolato
 
                              ti
                           strapparono sudario e gioielli
                           
                           Eri
                           coperta di poesie
                           
                           tutto
                           il tuo corpo era scrittura
                           
                           ricordaticome
                              un cadavere profanato 
                              sei
                           bellariacquista
                              la parola 
                              Delhisai
                              parlare cantare ballare 
                              piantate
                           nella pianuradue
                              torri A
                           voce bassa le dico
                           
                           appoggiato
                           al balcone
                                       due
                                       sillabe alte
 non
                           nel suolo
                                       infisso
 nel
                           centro dell'incandescenza
                           
                           Sono
                           stato là
                                 nel
                                 suo vortice
 Sono
                           qua
                                 non
                                 so dove
 Non
                           la terra
                                 Il
                                 non so è il
                                 dove
 nelle
                           sue mani vuote mi sostiene
                           
                           Notte
                           e luna
                                 il
                                 tempo
 tremore
                           d'alberi
                                 movimenti
                                 di nubi
 infinito
                           e violenza nell'aria
                           
                           polvere
                           iraconda che si sveglia
                           
                           luci
                           s'accendono all'aeroporto
                           
                           mormorio
                           di canti lungo il Forte Rosso
                           
                           Lontananze
                                    stupore
                                    dello spazio
 su
                           questo fragile ponte di parole
                           
                           L'ora
                           m'innalza
                           
                           fame
                           d'incarnazione patisce il
                           tempo
                           
                           Oltre
                           me stesso
                           
                           in
                           qualche luogo attendo il mio arrivo.
                                 passi
                                 d'un pellegrino sono
                                 errante
 
 
 
 
 
                              VILLAGGIO 
 Le pietre sono tempo
 secoli
                           di vento
                                       Il
                                       vento
 gli
                           uomini sono pietre
                                 Gli
                                 alberi sono tempo
 si
                           avvolge su se stesso e si
                           sotterra
                           
                           nel
                           giorno di pietra
                                       Il
                                       vento
 Acqua non c'è ma gli occhi
                           brillano
 
 
 
 
 
                              VRINDÃVAN 
 Circondato dalla notte
                           
                           fogliame
                           immenso di rumori
                           
                           grandi
                           cortine impalpabili
                           
                           aliti
 
                              scrivoscrivo
                              mi fermo 
                              tutto
                           frana in silenzio
                           
                           sulla
                           pagina)(Tutto
                              c'è e non c'è correvo
                           in macchina
                           
                           tra
                           case spente
                                 Pochi
                                 istanti fa
 tra
                           i miei pensieri accesi
                           
                           In
                           alto le stelle
                                    Correvo
 Ero
                           un albero e parlavo
                           
                           coperto
                           d'occhi e di foglie
                           
                           Ero
                           il mormorio che avanza
                           
                           lo
                           sciame di immagini
                           
                           (Ora
                           traccio alcuni segni
                           
                           increspati
                                 giardini
                                 serenissimi
 giardinetto
                           di lettere piantato
                           
                           alla
                           luce di una lampada
                           
                           L'auto
                           correva
                           
                           per
                           i rioni sopiti io correvo
                           
                           dietro
                           ai miei pensieri
                                 nero
                                 su bianco
 Reminiscenze
                           sopravvivenze figurazioni
                           
                           nomi
                                       miei
                                       e degli altri
 
                              e
                           altri luoghi comuni
                           
                           Credo
                           negli uominiI
                              resti delle scintillee
                              le risate della seratala
                              danza delle orela
                              marcia delle costellazioni Credo
                                    o
                                    negli astri?
 
                              di
                           sospensione)(qui
                              appaiono i puntini 
                                    Vedo
 Portico di colonne erose
                           
                           statue
                           scolpite dalla peste
                           
                           la
                           duplice fila di mendicanti
 re
                           sul trono
                                          e
                                          il fetore
 come
                           fossero concubine
                           
                           da
                           un viavai d'aromi
                           
                           puri
                           quasi corporei ondulanti
                           
                           dal
                           sandalo al gelsomino e i suoi
                           fantasmi
                           
                           Putrefazione
                                 circondato
 estasiato
                           nelle sue combinazioni
                           
                           Coda
                           di pavone l'intero universo
                           
                           miriadi
                           d'occhi
                                 febbre
                                 di forme
                                 
                                 
                                          febbre
                                          del tempo
 modulazioni
                           riverberazioni d'un occhio
                           unico
                           
                           un
                           sole solitario
                                    in
                                    altri occhi riflessi
 dietro
                           il suo manto di trasparenze
                           
                           la
                           sua marea di meraviglie
                           
                           Tutto
                           fiammeggiava
                                 nascosto
 Tutto
                           era scolpito
                                    pietre
                                    acqua donne
 dalla
                           forma all'incendio
                                    dal
                                    colore alla forma
 Musica
                           di legni e metalli
                           
                           nella
                           cella del dio
                                       Tutto
                                       svaniva
 Musica
                           
                           come
                           acqua e vento che si
                           abbracciano
                           
                           e
                           sopra i suoni allacciati
                           
                           la
                           voce umana
                           
                           luna
                           in amore per il mezzodì
                           
                           scia
                           dell'anima che si disincarna
                                    matrice
                                    del tempio
 (Scrivo ignorando l'esito
                           
                           di
                           ciò che scrivo
 La
                           mia immagine è la lampada
                                    Cerco
                                    tra le righe
 nel
                           pieno della notte)
                                          accesa
 scimmia
                           dell'Assoluto
                                       Saltimbanco
 accovacciato
                                       scarabocchio
 un
                           sadhu mi guardava e rideva
                           
                           Dalla
                           sua sponda mi guardava
                                 coperto
                                 di pallide ceneri
 come
                           i santi e gli animali mi
                           guardava
                           
                           Nudo
                           sudicio arruffato
                           
                           un
                           fulmine fisso gli occhi
                           minerali
                           
                           Volli
                           parlargli
                           
                           mi
                           rispose con borborigmi
                                          lontano
                                          lontano
 Dove?
                                       Andato
                                       andato
 
                              in
                           quale esistenza all'addiaccio di quali
                           mondi
                           
                           in
                           quale epoca?in
                              quale regione dell'essere ogni
                           lettera è un germe
                                    (Scrivo
 rilancia
                           la marea
                           
                           e
                           il suo mezzodì)
                                       La
                                       memoria
 Andato andato
 estasi
                           di fame o di droga
                           
                           Ha
                           forse visto Krsna
                                 Santo
                                 picaro santo
 sorgente
                           notturna che sgorga
                           nell'arsura
                           
                           Forse
                           nel taglio di una pietra
                           
                           palpò
                           la forma femminile
                                       albero
                                       azzurro e
                                       scintillante
 il
                           vortice informe
                                       la
                                       sua lacerazione
 vive
                           sul molo dove bruciano i morti
                           
                           La
                           vie deserte
                           
                           le
                           case e l'ombre
                           
                           Tutto
                           era uguale eppur era diverso
                           
                           L'auto
                           correva
                                    Per
                                    questo o per quello
 fra
                           i miei pensieri in fuga
                                 io
                                 stavo fermo
 (Andato andato
                           
                           Santo
                           pagliaccio santo mendico monarca
                           maledetto
                           
                           è
                           lo stesso
 Essere
                           sempre in se stesso
                                 sempre
                                 lo stesso
                                 
                                 
                                          dentro
                                          lo stesso
 dentro
                           lo stesso
                                          racchiuso
 idolo
                           putrefatto)
                                    Chiuso
                                    in se stesso
 dalla
                           sua sponda mi guardava
                                    Andato
                                    andato
 dal
                           suo mezzogiorno senza fine
                           
                           Sto
                           nell'ora instabile
                           
                           L'auto
                           corre tra le case
                           
                           Alla
                           luce di una lampada io scrivo
                           
                           Gli
                           assoluti le eternità
                           
                           i
                           loro confini
                                          mi
                                          guarda
 Ho
                           fame di vita e anche di morte
                           
                           Conosco
                           ciò in cui credo e lo
                           scrivo
                           
                           Avvento
                           dell'istante
                                 non
                                 sono il mio tema
 movimento
                           in cui si conforma
                           
                           e
                           si sfalda l'essere intero
                           
                           Mani
                           e coscienza per cogliere il
                           tempo
                           
                           sono
                           una storia
                                       l'atto
 Mai
                           sono solo
                           
                           parlo
                           sempre con te
                                    una
                                    memoria che s'inventa
 Cammino
                           nel buio e pianto dei segni.
                                    parli
                                    sempre con me
 
 
 
 Tratto
                  da "Verso l'inizio" (1964-1968)
 
                           
                              LE
                              ARMI DELL'ESTATE
 
 Ascolta i palpitii dello
                           spazio
                           
                           i
                           passi della stagione in estro
                           
                           sulle
                           braci dell'anno
 Rumore di ali e crotali
                           
                           lontani
                           tamburi d'acquazzone
                           
                           ansia
                           e crepitio della terra
                           
                           sotto
                           la veste d'insetti e radici
 La sete si sveglia e
                           costruisce
                           
                           le
                           sue grandi gabbie di vetro
                           
                           ove
                           acqua incatenata è la tua
                           nudità
                           
                           acqua
                           che canta e si scatena
 Con le armi dell'estate
                           
                           entri
                           nella mia stanza nella mia
                           fronte
                           
                           a
                           sciogliere il fiume del
                           linguaggio
                           
                           guardati
                           in queste rapide parole
 A poco a poco il giorno brucia
                           
                           sul
                           paesaggio abolito
                           
                           la
                           tua ombra è un paese di
                           uccelli
                           
                           che
                           il sole sperde con un gesto
 
 
 
 
 
                              CIMA
                              E GRAVITÀ 
 Un albero immobile
                           
                           un
                           altro che avanza
 colpisce
                           il mio petto
                                    un
                                    fiume d'alberi
 il
                           verde mareggiare
                           
                           Di
                           rosso vestita
                                    È
                                    la gioia
 il
                           sigillo dell'anno bruciato
                           
                           tizzone
                           carnale
                                    sei
 In
                           te come sole
                                    astro
                                    fecondo
 sopra
                           un abisso di splendori
                           
                           Mucchi
                           d'ombra gli uccelli
                           
                           i
                           loro becchi innalzano la notte
                           
                           le
                           loro ali sostengono il giorno
                                    L'ora
                                    riposa
 Infissa nella cresta della
                           luce
                           
                           tra
                           fermezza e vertigine
 la
                           diafana bilancia
                                    sei
 
 
 
 
 
                              ASSE 
 Nella noria di sangue
                           
                           il
                           mio corpo nel tuo
 la
                           mia lingua di sole nel tuo bosco
                                    sorgente
                                    notturna
 grano
                           rosso io
                                             madia
                                             il tuo corpo
 io
                           notte io acqua
                                    Nella
                                    noria d'osso
 io
                           lingua
                                    io
                                    bosco che avanza
 nella
                           noria di notte
                                 io
                                 corpo
                                 
                                 
                                    io
                                    osso di sole
 tu
                           notte del grano
                                    sorgente
                                    di corpi
 tu
                           acqua in attesa
                                    tu
                                    bosco nel sole
 Nella
                           noria di sole
                                    tu
                                    madia d'ossa
 il
                           mio sole nel tuo
                                    la
                                    mia notte nella tua
 il
                           tuo bosco nella mia lingua
                                    il
                                    mio grano nella tua
                                    madia
 l'acqua
                           nella notte
                                          Nella
                                          noria del corpo
 Sorgente
                           d'ossa
                                    il
                                    tuo corpo nel mio
 
                                    Sorgente
                                    di soli
 | 
         
            | Per leggere l'articolo di Massimo
               Barile
 Octavio Paz «La
               sfida poetica al tempo»
 
 
 |