Edizione cartacea
È uscito il n° 101 - 102 Gennaio - Febbraio 2001 dell'edizione cartacea de
Il Club degli autori
è stata spedita ai soci del Club degli autori il 26 gennaio 2001

 

 

Il sommario

 
Poesia Cortigiana e lirica dell'amore nel Rinascimento italiano
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In vendita nelle seguenti librerie

Editoriale
 

Più di 400mila visitatori su www.club.it nel 2000:

Il Club compie dieci anni e continua a crescere
 
Oggi vi racconto un aneddoto. Complice il clima, che invita a starsene al calduccio, magari davanti a un camino con una bella tazza di tisana (ma per quanto mi riguarda vanno benissimo anche un termosifone o uno scaldino, e naturalmente un buon bicchiere a gradazione alcolica variabile) mi sento in vena di raccontare storie, come ogni nonno che si rispetti. L'aneddoto è questo. Dieci anni fa, una fredda sera di dicembre, mi trovavo a casa di amici. La cartolina era quella che ho appena evocato: fuori dalla finestra rami induriti dal gelo, azzurro ghiaccio contro il cielo buio. Dentro, fuoco scoppiettante, ottimi vini, chiacchiere piacevoli. Si parlava di tutto, e com'è ovvio tra giornalisti soprattutto di libri e carta stampata in genere. A un certo punto una graziosa fanciulla che non conoscevo mi si sedette accanto e cominciò a farmi delle domande. Con molto garbo, devo dire. E poi, ero contento di essere, per una volta, l'intervistato e non l'intervistatore; così la conversazione diventò fitta fitta, anche perché le mie rotelle di vecchio (allora un po' meno, ahimé) lupo dell'editoria avevano cominciato a girare vorticosamente. Venne fuori che la fanciulla era una poetessa che da poco aveva deciso di fare il grande salto, ovvero di pubblicare, e pertanto aveva estratto le sue poesie dal famoso cassetto e le aveva mandate a svariati grandi editori, ricevendone in cambio, quando era andata proprio bene, un cortese diniego; che stufa di bussare a porte che non si aprivano mai era passata al contrattacco consultando le pagine gialle alla voce Editori e trovando un sacco di indirizzi. Da lì erano iniziati i suoi guai. Perché il primo tra gli editori contattati le aveva fatto un sacco di complimenti, dicendole che stavano proprio cercando una poetessa come lei, che il mondo intero stava proprio aspettando una poetessa come lei e che lui (l'editore) era lì apposta per far sì che il mondo la conoscesse. Tra un complimento e l'altro, l'editore le fece balenare la prospettiva dei lauti diritti d'autore che le sarebbero stati versati, a confronto dei quali la cifra che la poetessa doveva sborsare subito, per coprire le spese di stampa di un certo numero di copie, era poca se non nulla cosa. La giovane poetessa, felice dell'incontro, diede alle stampe la silloge e fiduciosamente aspettò il rendiconto delle vendite. Che non arrivò mai. Dopo un po' ne fece esplicita richiesta, e le risposero che non c'era perché nessuna copia era stata venduta; allora chiese che almeno le copie pagate da lei in moneta sonante le fossero consegnate (perché aveva già parecchie richieste da parenti e amici che non aveva potuto soddisfare con le copie che le erano state consegnate), ma le fu detto che non c'erano neanche quelle. Perché? "Ma signorina, cosa crede, il magazzino è un costo, le sue copie ormai sono andate al macero".
Fine della storia della giovane poetessa. E inizio della mia. Diciamo che i soprusi mi agitano, è sempre stato così, non posso farci niente. Seduta stante le consigliai di telefonare all'"editore" (a questo punto lo metto tra virgolette, è il minimo) minacciandolo di ricorrere a un avvocato se non le fossero stati consegnati i libri pagati, o un elenco delle librerie che avevano ricevuto il suo libro dal distributore, o i soldi versati nel caso mancassero le prime due cose. Poi mi precipitai fuori nel buio e nel gelo (non è vero, aspettai il mattino dopo, ma ve l'ho detto che sono in vena di raccontare, e il romanzesco è sempre stato la mia passione) e corsi da stampatori e cartai - alcuni li conoscevo già, altri no - che tempestai di domande su tempi, modi, costi di lavorazione. Seppi così, e prontamente riferii alla giovane poetessa, che la cifra pretesa dall'"editore" - e debitamente versata - non aveva alcuna possibile giustificazione se non la necessità dell'"editore" stesso di arricchirsi il più velocemente possibile per poi partire alla volta di qualche paradiso tropicale;appresi anche che di editori di quel genere ce n'erano parecchi: gente che campava - e campa tuttora - speculando su speranze e progetti dei tantissimi autori dilettanti che hanno in mente di pubblicare alla faccia dei grandi editori.
Allora lavoravo anch'io da un grande editore, e ne avevo le tasche abbastanza piene, come ho già avuto modo di dirvi. Colsi la palla al balzo, ottenni la sudata e meritata pensione e inventai la Montedit, cui seguì a ruota Il Club degli autori. Per inciso, la giovane poetessa, divenuta mia buona amica, riuscì a farsi ridare dal suo primo pseudo editore almeno parte dei soldi.
Oggi, a dieci anni di distanza, sono assolutamente certo di aver preso, forse impulsivamente, una saggia decisione. Ho conosciuto un sacco di autori, gente in gamba con molte cose da dire e ancora più da scrivere, e ho potuto pubblicarli senza far loro spendere cifre folli (per la verità, con il meccanismo della vendita diretta molti hanno anche guadagnato qualcosa; e in ogni caso molto di più di quanto non avrebbero incassato come diritto d'autore); nel mio piccolo, che ora è il nostro piccolo (nostro di editore e autori insieme), ho dato voce e spazio alla cultura degli autori meno noti e che raramente ha avuto diritto di cittadinanza nei cataloghi dei grandi editori. Da quando abbiamo acquisito gli stabilimenti per la stampa in digitale le cose sono andate ancora meglio: ora davvero tutti hanno la possibilià di pubblicare con una minima spesa e il massimo della soddisfazione reciproca (vi butto lì una cifra: da giugno a oggi abbiamo editato più di 100 libri). Se me lo consentite, visto che l'atmosfera è quella delle confidenze, vi rivolgo una preghiera: cari autori, io sono qui apposta per darvi chiarimenti, suggerimenti, consigli per pubblicare senza essere turlupinati. Ma scrivete solo se avete davvero in mente una pubblicazione, se avete un progetto preciso, un manoscritto pronto nel cassetto; non fatelo, per piacere, se siete solo curiosi (nel qual caso la rivista è lì apposta per soddisfarvi) perché io rispondo con lo stesso impegno a tutti, ma talvolta mi accorgo che la serietà non è la medesima. Fine del mini-sfogo, punto. La vostra risposta, in questi anni, è stata più che lusinghiera. Grazie ai soci in costante aumento la rivista è passata dalle 32 pagine dei primi tempi alle 128 attuali; alla copertina a colori, ai servizi sempre più ampi e completi. La distribuzione in libreria ha rappresentato un nuovo, importante passo avanti, e l'avvento di Internet ci ha dato un'altra notevole spinta.
Siamo sempre più visitati (400.000 visitatori nel 2000) e siamo sempre più in grado di offrire uno strumento agile, veloce, affidabile.
Da dicembre abbiamo un nuovo Server tutto nostro. La "navigazione" diventa così più veloce. E' stato anche realizzato un nuovo motore di ricerca con cui potete trovare rapidamente le pagine che vi interessano (ne abbiamo oltre 6mila!). Abbiamo potuto predisporre anche un nuovo sito tutto dedicato ai concorsi, merce ghiotta per gli autori che, com'è noto, amano le competizioni letterarie (specie se mettono in palio pubblicazioni, come tutte quelle targate Il Club degli autori).
A proposito di premiazioni. In questo numero troverete anche le foto del nostro appuntamento annuale con i vincitori dei concorsi, che quest'anno si è tenuto il 16 dicembre qui a Melegnano, in una sala nuova, più spaziosa e comoda per poter ospitare tutti, senza lasciare gente in piedi o addirittura in strada (come purtroppo è accaduto l'anno scorso, quando il numero dei partecipanti ci ha sorpreso pur avendo cercato di prevedere e pianificare tutto). Come sempre siete accorsi numerosi, e anche di più, da tutta Italia. Siamo stati insieme un pomeriggio, abbiamo ascoltato belle poesie e chiacchierato piacevolmente. Del resto, siete stati proprio voi a chiederci di fissare un incontro annuale, per conoscersi meglio e fare un po' di festa insieme. Detto fatto, a noi piace accontentare questo genere di richieste. Se non ci avevamo pensato fin dall'inizio è solo perché non siamo malati di protagonismo. Vale a dire che i nostri concorsi avevano e hanno sopra ogni altra cosa lo scopo di pubblicare dei libri premio con nuovi e validi autori, non di fare bella figura con il microfono in mano.
Se poi qualche vincitore proprio non è potuto venire niente paura: a differenza di altri - succede anche questo, lo sappiamo - inviamo sempre i premi (cioè quel che sta più a cuore a voi e anche a noi). Solo che, in questo caso, ci vuole un po' più tempo, e le spese postali sono a carico del destinatario.
Scrivete, allora, e mandateci i vostri manoscritti. Dopo tanti anni, la fame di scrittura non mi è ancora passata. Sarà perché ogni manoscritto che arriva è sempre una scoperta?
Buon 2001 a tutti.
 
Umberto Montefameglio
 
 

 
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