Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Lidia Pieri
Con questo racconto si è classificata undicesima nel concorso Concorso Letterario Marguerite Yourcenar 2000 sezione narrativa col racconto Parole di mare pubblicato qui sotto
 
Per leggere il racconto vincitore del quarto premio del concorso Angela Starace 2000, sez. narrativa
Per leggere l'opera 3° classificato classificato al concorso Parole in Movimento Fonopoli 1998 sez. poesia
 
Parole di mare
 
Cosa faccio qui? Parole di mare, forse niente altro...
 
un faro rosso
e proiettili di tramonto
su un mare solitario
e triste come neve
come un sogno che cade
e basta.
 
Fa un po' freddo. Avrei dovuto dar retta a mia moglie e comprarmi un cappotto nuovo. Chissà che freddo deve avere un pesce appena pescato... quegli occhi... mi tormenteranno per tutta la vita. Gli occhi che vedono la morte. Quando hai freddo negli occhi, quando hai paura. Sono solo occhi di pesce pescato. Si dice sempre: "che gli occhi non siano opachi" ... forse chiudiamo gli occhi ai nostri morti perché non siano opachi... sono solo pesci senza nome, per il gatto zitto vicino agli ormeggi, in posa per la sua parte, per il bambino, per tutti quelli che un po' di opacità, negli occhi, ce l'hanno già... come una certa tristezza nel cuore che sembra arrivata oggi, proprio oggi... senza nome, come quando arriva quella risposta... che strozza il dolore di una vita nelle gambe... ecco perché torniamo al mare. Vecchio mare... con tante parole... tanti pesci... e poi dicono che i pesci non hanno un'anima. Come ti possono diventare opachi gli occhi se non hai un'anima? No, troppo difficile per me. Allora, quanti siamo a cena? I figli, le famiglie, noi due... e mia moglie mi dice: "Fai te!". Si fa presto a mandarti al mercato del faro, che cosa romantica poi... il faro, il mare, il tramonto, le barche di pescatori... e io quanto pesce compro? Bella storia però, l'anima dei pesci! Io e lei... povero mare, quanto tempo... a te mica si vedono le rughe però... però sai che ti dico? Io vorrei essere un pesce. Per essere dimenticato. Con gli occhi opachi e niente più domande. Che domande poi possa farsi un vecchio... con tutto quello che ha dentro... tanti rumori come tutti questi rumori del mare a cui alla fine ti abitui, e ti sembrano silenzio...
 
testimone silenzioso
di un sole senza tempo
...che cade
e basta in una sera
in una notte come una vertigine
in un cielo oscuro
dall'altra parte nascosta
del mondo dall'altra parte
nascosta dell'anima dove
finisce e inizia
il mare nella parte nera
dell'anima in un punto
di un orologio
appeso
alla luce nera
delle stelle
senza nome di un mare
dal colore livido
del sangue
dell'anima
 
...uno sfinimento che agli altri è nascosto tra le ombre della mano... quelle che si vedono solo attraverso il mare. Come un muro di ombre... ecco, adesso vado lì e glielo dico: "Scrivi del muro di ombre del mare". Chissà che scrive su quei fogli! Ragazza dai capelli nero rame... chiusa nella solitudine del faro solo perché somiglia così tanto a quella del tuo cuore... ci metterai una vita a capirlo... e intanto scrivi, arrabbiata come una bambina... non dimenticherai, non te ne preoccupare, tutto quel vuoto e quel freddo così distratta dal mare... magari scrivi di me... cosa ci fa un vecchio appoggiato al faro? Chissà se ti ricordi dei pesci... ecco cosa ci fa: ascolta le parole dei pesci... il mare è così semplice che si fa presto ad odiarlo...
 
...cade
e basta, un faro rosso
e un segreto nel sonno
...la bianca semplicità del mare,
di una realtà
sdrucciolosa
ferma nel silenzio
disarmato
di un pensiero,
di quell'infinità trasparente
e pallida del vento di mare...
 
vorrei le tue parole ragazza, per scrivere del mare... scriverei del mare come un pesce, ci ballerei, dentro il mare. Sai quello che mi incanta nel mare... non è nemmeno l'infinitezza... bella questa, adesso mi metto a parlare di infinito... non sono nemmeno poi tutti i suoi colori, e nemmeno che sia un po' la casa della nostra luna, nemmeno che sembri così immobile da essere lago, eppure sempre così sul punto di... piangere... come adesso. Ha l'anima dentro, il mare, nella sua rabbia. Non mi incanta nemmeno il fatto che sia come me... ma la sua spudorata semplicità. È acqua, tanta tanta acqua. E nonostante tutti i suoi colori e tutte le sue notti, è trasparente. Prova a prendere il mare in una mano, e non dirmi che non si può... scommetto che qui ci sei arrivata anche tu, ma sai a cosa serve essere vecchio? A dirti: "e i pesci?". Non capisci che questa è tutta la tua colpa? Sono belli i colori sopra l'acqua, bellissimi e scuri quelli sott'acqua... ma sono riflessi vuoti di mondi vuoti... ogni mondo vuoto a suo modo, chiuso a suo modo in una battaglia continua... riflessi di ombre... mi sembra di essere tornato in guerra... ma immagina di vedere le nuvole di pioggia... da sotto il mare... non ti apparirebbero che in tutta la loro bellezza... in tutto il loro dolore... e immagina di vedere il mare da sopra... in tutto il suo incostante muoversi... piangere... a un tratto tutto il mare non ti sembrerebbe che un muro d'ombre. Ecco vedi, te l'ho detto, che il mare è un muro d'ombre. Tieni in mano il mare allora... un fantasma del faro che impasta tra le mani i colori della sua tela, una città impastata nei ricordi e affogata nella sabbia, la città di chiunque abbia lasciato le sue parole nel mare... Darai la colpa a tutto il resto del mondo per discolparti... e poi tornerai qua, e troverai i pesci... bella la vita, vieni mandato a comprare il pesce fresco per la cena, e ti ritrovi a ridere di te, perché ti sei ricordato dei pesci... il mare è morto senza pesci, ricordati questo, e anche l'occhio opaco di un pesce ha la sua vita dentro. Una vita bellissima. È tutto molto più semplice di come sembra... tutto più leggero, nel mare. A proposito, se non voglio essere cucinato io stasera, qualche pesce lo devo pur comprare...
ciao mare
 
della parte nascosta
di notte dell'anima
tra le lancette di un orologio
appeso
agli occhi distratti
e lontani di un vecchio
col cappotto stretto
che dal mercato del pesce
va da solo verso la notte
bianca del mare
e appoggia al faro rosso
tutta l'ombra della sua vita
perché non pesi troppo
 

 

Concorso Marguerite Yourcenar 2000 a sez. narrativa
 
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agg. 3 novembre 2000