Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Claudio Calvi
 
Con questo racconto ha vinto il primo premio del concorso Vittorio Tolasi 2000, sezione nerrativa
per leggere il racconto vincitore del quarto premio del concorso Città di Melegnano 2000, sezione nerrativa
 
Ignoti
 
Lucia, io stanotte l'ho sognata e da questa notte so quanto profondamente Lei sia entrata in me...
 
Una fanghiglia appiccicosa ha coperto gli scarponi, le divise, gli uomini. Ogni cosa si possa vedere.
Una brodaglia ocra e pesante è stesa al suolo a riempire le impronte, le tracce, le buche e gli scavi del terreno, a bagnare i detriti e le baracche, i sentieri scavati e buttati a casaccio nel fango.
Sullo sfondo, una fila interminabile di soldati cammina lenta, puntando verso il sipario di nuvole chiare e di cielo sereno.
Davanti, in primo piano, è un fante seduto su di un legno mezzo sommerso dal fango.
Il giovane con un bastone stretto nella mano sinistra traccia righe dritte sul terreno devastato.
Nella mano destra ha un foglio stranamente bianco e pulito, piegato fra le sue dita.
 
Lì.
Seduto davanti ad un cratere rotondo che sprofonda dolcemente nel terreno.
Seduto davanti alla piana cosparsa di piccoli affossamenti circolari che scuriscono e punteggiano qua e là il terreno rossiccio, arido.
Intorno a me è il silenzio, solo rotto da qualche canto d'uccelli e spalmato del ripetersi uguale ed eterno degli insetti.
D'improvviso il rombo devastante di un caccia supersonico attraversa come un'ombra violenta l'immobile tranquillità ed il cielo.
Alzo la testa, a seguire la striscia di fumo bianco e denso che si va allargando tra le nubi.
Non riesco a scorgere gli uccelli che hanno cantato con insistenza fino a poco fa.
 
...Lucia, ho ritrovato la sua presenza questa mattina. Mi ha allontanato per un attimo da questo posto, da questo sovrapporsi di uomini, di sangue, di morte.
Questa mattina mi è parso di risentire la sua mano inguantata che stringeva la mia. Ho avuto la sensazione che quelle dita fossero la stretta che io stesso avrei dedicato ad un altra persona...
 
Una scarica di mitragliatrice, distante, svogliata. Poi ancora un silenzio ostinato, pesante.
La teoria di soldati continua a sfilare inesorabile sullo sfondo.
Si notano ammassi di rocce, qua e là punteggiati dalle strisce scure dei reticolati e dalle file bionde dei sacchi di sabbia.
Il fante porta con un gesto lento il foglio alla bocca.
Si libera la mano destra, reggendo la carta ripiegata fra le labbra.
Poi incomincia a slacciarsi lento la giacca della divisa.
 
Sento il rombare dell'aviogetto sparire lontano.
Gli insetti ricominciano a riempire il silenzio. Torno a guardare il paesaggio, segnato da una strada in terra battuta. Qualche metro più avanti la via disegna un'ampia curva di tono più scuro.
Matasse di filo spinato arrugginito punteggiano qua e là la pianura, accanto ai crateri e agli arbusti. Riprende timido il canto degli uccelli. Schegge di legno, imbiancate dal sole, sono sparse tra le rocce chiare.
 
...Credo che questo ritrovare Lei in me sia la forza che mi sta donando il coraggio di scriverle.
E oso immaginarla seduta mentre legge le mie povere righe.
E oso immaginare, Lucia, che da queste povere righe traspaiano almeno in parte i sentimenti che mi stanno travolgendo...
 
La carta stretta tra le labbra trema leggermente mentre il soldato estrae dalla tasca interna della giacca una fischietta.
Si sente da qualche parte un colpo d'artiglieria, poi un sibilo e un tonfo distante.
Il soldato non se ne cura, apre la borraccia e se la pone fra le ginocchia.
Dall'interno della giubba estrae una busta che sembra di cuoio. Versa dell'acqua sulle mani e con gesti delicati pulisce la tasca di pelle dal fango di cui era ricoperta.
Poi si versa altra acqua sulla mano, a lavarsela.
Soffiando leggero, asciuga le sue dita.
Prende il foglio e con gesti lenti lo pone nella busta.
La rimette nella tasca interna della divisa.
Si sente un'altra esplosione, lontana, poi un sibilo che si fa più vicino.
 
Sento un clacson d'automobile risuonare da qualche posto lontano.
Delle strisce rocciose segnano i limiti della pianura.
Roccia chiara, che ritrovo sparsa e frantumata ai miei piedi. Disseminata in schegge ovunque, a punteggiare il terreno argilloso.
Il bianco di quelle pietre nello scontrarsi col sole mi provoca d'improvviso quasi un senso di vertigine.
D'istinto distolgo gli occhi dal suolo, guardando il cielo.
Vengo distratto da un muoversi fulmineo e rumoroso.
Ritorno a guardare in basso, verso uno stormo d'uccelli che s'alza in volo da una buca.
Li seguo nel loro spostarsi. Gabbiani che puntano il cielo. Verso l'impronta ormai quasi illeggibile lasciata dal caccia militare.
 
...Lucia, lei è così distante da tutto questo orrore che mi circonda, è così distante da questo assurdo essere uomini, è così distante da questo morire per la Patria, ed è così distante da questa Patria per cui gli uomini stanno morendo, che scriverle è come se mi portasse in volo un po' lontano da qui...
 
Il sibilo diventa un trascinarsi lancinante.
Poi un'esplosione di fango e fuoco copre tutto il paesaggio.
Scintille. Polvere. Acqua. Odore pesante di zolfo.
Poi, dietro al fumo che si va diradando, più niente.
 
Alzo la testa seguendo lo stormo bianco che vola leggero finché non sparisce nell'orizzonte, in un punto abbagliato di sole.
Accecato e infastidito, mi alzo.
Abbraccio lentamente con lo sguardo il paesaggio nudo e silenzioso.
Cammino.
Mi fermo solo un istante, davanti ad un cippo.
Pietra e parole ormai sbiadite dal tempo.
Tempo che è sottrazione fra me, lì, e una guerra. Lì.
Mi allontano.
Non mi volto più.
Chiudo gli occhi. Sforzandomi di sentire il respiro esplodere dentro di me.
 
Lucia, Le chiedo di poter incontrare ancora una volta le sue labbra, di poter incontrare ancora una volta il suo sorriso, Le chiedo di poter sfiorare ancora le sue dita.
Lucia, glielo chiedo disperato.
Per il rispetto che Lei, come l'universo, dovete ad una vita pur piccola e insignificante come è la mia. (Lettera rinvenuta su ignoto - Carso - 1916)
 

 

Classifica Concorso Vittorio Tolasi 2000 sez. narrativa
 
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inserito il 19 dicembre 2000