Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Barbara D'Amico
Con questo racconto ha vinto il decimo premio del concorso Marguerite Yourcenar 2003, sezione narrativa

Fantasie di uno scrittore
 
Ma quale fantasia spinge uno scrittore a scrivere? Che cos'è che ti anima quando vedi un foglio di carta e senti odore di inchiostro? Stai attento aspirante scrittore, l'altro giorno hai avvertito il desiderio irrefrenabile di strappare il quotidiano dalle mani di quel povero pendolare sul tram solo per riempire quel lembo bianco, candido non raggiunto dai caratteri di uno sprovveduto giornalista. Ah, se solo ci fossi stato tu al suo posto: non avresti lasciato neanche uno spazietto libero. Scrivere, scrivere, scrivere. Dì la verità, sei talmente disperato che scriveresti su un muro pur di vedere delle parole impresse su qualcosa, sul tuo palazzo, su tutti i palazzi della città e perché no, su tutto il mondo. Un mondo ricoperto di parole in corsivo, stampatello maiuscolo, stampatello minuscolo, con tutti gli inchiostri, di ogni alfabeto, di ogni lingua. Ma che cosa scriveresti, scrittore? Un romanzo d'amore, un giallo, una storia vera, una biografia, un saggio, una commedia, una sceneggiatura, una raccolta di bugie ...no, non ti ingannare, non sei ancora pronto per farlo. Sei stanco e confuso, forse è meglio non pensarci. I veri scrittori sono ispirati, cercano lo spunto senza braccarlo perché lo fiutano laddove i comuni insensibili non ne sospettano la presenza. Quindi esci. Il bar è un buon posto per distrarsi dai propri chiodi fissi. Sì, ma è meglio che tu non dia troppo a vedere cosa ti passa per la testa: il barista ti chiederebbe se va tutto bene e tu sei troppo ingenuo per rispondere che niente ti preoccupa: niente ti preoccupa? Sei così paranoico che scambieresti il barista per l'analista, aprendogli il tuo cuore di aspirante scrittore affranto e rovinando tutto. No, non si fa così. E lo sai bene che i tuoi sentimenti più profondi potrebbero essere in realtà il romanzo del secolo, quindi perché sprecarli, gettarli al vento, trasformarli in parole non scritte e darle in pasto a qualcuno che potrebbe arrogarsi i diritti d'autore? Un giorno non troppo lontano uscendo per fare una passeggiata consolatoria potresti imbatterti nella vetrina di una libreria e vederlo: il libro, il tuo libro, quello a cui avevi tanto pensato, con il colore della copertina come volevi tu e anche il titolo e...il nome dell'autore che non è il tuo. Non ti chiami Gianfranco, non hai scelto quel sottotitolo...poi la folgorazione: ma sì! Il barista! Quello a cui avevi spifferato tutte le tue intenzioni, tutte le verità che sono finite in quel libro. Ora però stai esagerando, non è accaduto ancora nulla di tutto ciò e non accadrà se terrai la bocca chiusa. Hai bisogno di qualcosa di forte. Sei affranto perché a corto di idee, e questo ti procura un turbine di sensazioni: capita a tutti, anche ai grandi scrittori. Devi solo imparare a sfogarle in qualche modo, farle entrare in una penna e poi inciderle su un foglio di carta.
"Un whisky, per favore".
Su non dirlo così, aggiusta il tono, sii pensieroso ma impenetrabile
"...volevo dire: un bicchiere di whisky con ghiaccio, molto ghiaccio; ghiacciato come la morsa del gelo invernale sulle montagne del Colorado..."
No, no!! Così sembri la caricatura di Heminguay! Non sprecare le parole, usale sulla carta.
Dì la verità, aspirante scrittore, non sapere cosa scrivere e come scriverlo è la sensazione più brutta del mondo. Il fatto è che sei partito in quarta volendo imitare i grandi geni della letteratura e non hai pensato che l'entusiasmo iniziale andasse alimentato come il fuoco dal mantice. Credevi sul serio che l'ispirazione ti sarebbe venuta dal cielo? Solo i grandi hanno questo dono, solo loro riescono a trasformare la realtà in periodo bellissimi, leggeri, eleganti, appassionati...Eh, sì quando pensi alle pagine incalzanti di un Melville o alla magia dei racconti di un Màrquez non puoi fare a meno di sospirare come davanti ad una visione celestiale. Allora coraggio, non stare lì a piangerti addosso, prendi esempio dai tuoi maestri anche loro avranno pur cominciato da qualche parte! Magari inizia con qualcosa di semplice, di poco complesso...una lettera! Ti vengono in mente tutti i romanzi epistolari che conosci, passi in rassegna le frasi d'amore più belle - perché le lettere più famose sono lettere d'amore, che diamine - e poi senti qualcosa di strano. Eccola, la tanto aspirata aspirazione ti sta aspirando e risucchiando nel mondo della scrittura. Scoli il tuo whisky, il barista non capisce perché il tuo volto ha cambiato espressione tutt'a d'un tratto, ma non hai il tempo di dargli spiegazioni, non lo hai fatto neanche prima. Le scale, i pianerottoli, ci sei quasi... dove hai messo le chiavi? Forza apri, altrimenti le tue idee voleranno via da qualcun altro e sai quanto ti costerebbe caro. Il suono della porta che si apre è quasi trionfale: eccola, pronta a saggiare le tue dita e tuoi pensieri la penna ti aspettava. Niente destinatario, al massimo lo deciderai dopo, niente frasi sdolcinate solo quello che senti adesso. Sarà una lettera rivelatrice, profonda, incisiva...
"...Non c'è nulla a questo mondo che possa frenare le passioni umane perché queste sono turbini, sono mari in tempesta, sono calamità naturali di fronte alle quali si hanno solo due alternative: lasciarsi travolgere o cavalcarle..."
Niente male. È un incipit ispirato. Forse un po' troppo passionale, se non mitighi il tono rischi di cadere nel retorico, nel pomposo. Perché non continuare con un
"Ma che ne posso sapere io di passioni travolgenti, non ho vissuto abbastanza per poterle provare veramente e l'unica fonte che mi abbia mai ispirato non è stata l'amore ma le parole di scrittori innamorati, ispirati..."
Sì, continua così, sarà davvero un piccolo capolavoro. Potrebbe essere l'inizio di una carriera folgorante, da vero scrittore. Potrebbe diventare un pezzo da collezione ricercatissimo per i bibliofili delle tue opere e tutti i testi scolastici citerebbero La Lettera come un exploit letterario, una spaccatura tra i generi precedenti e il tuo genere, l'inizio di una nuova scuola, di una nuova corrente. Ma non divagare, concentrati, ora arriva il difficile: devi dare corpo a questi pensieri, devi strutturarli in qualcosa di più concreto, non puoi rimanere sul vago altrimenti il lettore si stancherà. Prova con una figura retorica, cerca un elemento della vita reale e rendilo il più letterario possibile. Il segreto dei grandi scrittori è quello di saper scrivere su qualunque cosa. Anche la più banale. C'è qualcosa di banale intorno a te? Osserva la tua stanza, cosa vedi, cos'è che può dire qualcosa di te? Il vasetto dello yogurt che hai mangiato a metà stamattina è una bella sfida umanistica. Quel vasetto rappresenta la tua indecisione, il fatto di non averlo finito il tuo blocco psicologico, la tua insicurezza verso la vita, verso la scrittura...
"...guardo quel vasetto di yogurt alla banana, lasciato a metà come gran parte della mia vita: il pessimismo mi invade. È banale paragonare la propria esistenza ad uno yogurt? No, non l'esistenza, solo la mia frustrazione...".
Ci siamo, ma non è ancora tutto. Colpisci, batti il ferro finché è caldo, stupisci con un passaggio decisivo. La parte dello yogurt non era niente male, forse una similitudine chiarirebbe ulteriormente il concetto
"...ma ho preso coscienza di me stesso e delle mie capacità e come l'atleta che rimontata la sua corsa dopo interminabili momenti di contesa si lancia verso il traguardo per l'ultimo scatto finale così il mio animo si risolleva dallo sconforto e a testa alta taglia il traguardo della stima e della consapevolezza di sé..."
Ti senti più leggero, sollevato. Il peso che ti sei portato addosso per tanto tempo te lo sei scrollato in pochi istanti, grazie al potere delle parole. Che sensazione magnifica... e l'hai scritto di getto, con un lessico chiaro, scorrevole, senza ripensamenti. Rileggi la tua opera, il prodotto della tua mente; lo rileggi, credi che sia meglio inserire una pausa nell'incipit, così per conferire il senso della riflessione. Adesso suona meglio...rileggilo da capo, senti come fila. Magari cancellare quel 'ispirati' non sarebbe una cattiva idea, il periodo è ridondante. Lo rileggi ancora e ancora e ancora. Ma che stai facendo, hai cambiato i punti essenziali del tuo scritto!? Sì, sarà sempre lui, ma ora è diverso. Che c'è? Non ti ricordi più che cosa hai cancellato? E se non ti venisse più in mente? Se non trovassi più le parole. Ti sforzi, ma più ti sforzi e più ti si crea il vuoto intorno. Perché hai avuto i ripensamenti? Non si torna mai indietro, la prima stesura è l'espressione genuina dell'animo di uno scrittore e non si violenta in questo modo barbaro! Quel che è peggio è che la tua ispirazione, indignata, ti ha abbandonato e potrebbe non tornare mai più. Allora ti senti strano, cominci a respirare più forte...no, non è un attacco di panico è un attacco di rabbia. Il sangue ti ribolle in corpo, vorresti prendertela con quello che ha combinato questo disastro. Ma non c'è nessun altro. La colpa è tua, solo tua perché hai voluto strafare, hai voluto i 'ripensamenti' come se fossi un grande scrittore, ma non lo sei. Quindi afferri l'oggetto della vergogna, lo accartocci, lo appallottoli digrignando i denti e lo scaraventi per terra perché non merita nemmeno l'onore del cestino della spazzatura. Sei disperato, sei un fallimento, a questo punto tanto vale che tu pianga: è lo sfogo più sano. Del resto anche Leopardi avrà pianto chissà quante lacrime amare, per non parlare di Elsa Morante o di Ugo Foscolo. Ma loro sono grandi scrittori. Tu, no. Sei solo un apprendista. Piangi, piangi piccolo apprendista, la sofferenza aiuta ad essere più forti, tempra lo spirito. Sprofonda pure nella poltrona, i fazzoletti sono proprio lì accanto. E nel soffiare via tutte le lacrime dal tuo naso con la vista ancora annebbiata ti cade l'occhio sulla tua libreria, colma stracolma di libri, testi, libelli, fotocopie e recensioni e per un attimo ti senti orgoglioso: tu hai letto tutto di ogni cosa che sia stipata su quei ripiani. I classici che ti porti dietro dal liceo, la raccolta di Kafka, i prodigi di Wilde, la saga di Tolkien, le cronache e gli studi su tutte le guerre di questo secolo, i manuali di bricolage, persino i resoconti sulla mortalità delle scimmie dell'Honduras e il tuo preferito, il libro che ti ha affascinato, l'opera che leggeresti miliardi di volte senza mai stancarti perché è la tua medicina, il tuo karma, è 'Vero scrivere' dell'ungherese Ubel Zheretlidivek che custodisci nell'ultimo scaffale in alto a destra... e che adesso, inspiegabilmente non c'è. Ti avvicini perché non ci vedi ancora molto bene e palpi la libreria perché forse lo hai messo da qualche altra parte, ma dove? Non lo porti mai in camera, né in cucina, tantomeno in bagno allora dov'è? Riprovi a tastare il loculo vuoto dell'ultimo ripiano in alto a destra e... sbuca un foglietto di carta di cui non ti eri accorto e leggi:
"Ciao tesoro. Se hai trovato questo biglietto vuol dire che finalmente ti sarai accorto della mia assenza. No, non sono andata a fare la spesa, ti ho piantato in tronco. Pensi che dedicare tutte le tue attenzioni a penne, libri e fogli di carta sia stato un incentivo per la nostra relazione? Comunque non ha importanza. Ho capito che tra noi non poteva funzionare quando ho scoperto che avevi scritto un sonetto su uno dei miei vestiti firmati.
Non te la prendere, vedrai che troverai la tua musa ispiratrice! Baci baci, Lulù
P.S. Sapendo che era l'unico modo per vendicarmi di te ti ho preso quel libro che (come lo hai definito?) per te è catartico e purificatore. Consideralo una sorta di risarcimento..."
La tua fidanzata. O meglio ex-fidanzata. Ricordi? In effetti ti sembrava di aver avvertito una sensazione strana da qualche giorno a questa parte, come di silenzio innaturale dentro casa ma non avresti mai immaginato che fosse dovuto a lei. Dov'eri quando ti ha piantato? Forse immerso nella tua crisi ossessiva da scrittore mancato. È per questo che hai scritto anche sul suo vestito firmato; chissà che non avessi combinato qualcosa di interessante. Dovrebbe essere nell'armadio... e infatti eccolo qua: ovvio che non se lo sia ripreso è completamente impiastrato. Ma non è questo il punto. Devi pensare a recuperare il tuo libro, non puoi farne a meno. Puoi rinunciare all'amore, ma non ai tuoi libri.
Potresti telefonarle, ma figurati se accetta di vederti. No, meglio l'effetto sorpresa degno dei migliori romanzi gialli. Ti precipiti giù dalle scale e ti metti a correre perché sono solo pochi isolati. Stai per raggiungere il portone ma datti una sistemata prima di suonare. Prendi fiato, non farti vedere agitato perché lei se lo aspetta, dovrà invece sembrare una visita normalissima... Coraggio, il campanello.
"Sì, chi è?" È lei, ma non è venuta ancora ad aprire, dì qualcosa.
"Em... controllo caldaie!"
Ma che vai blaterando... niente panico, ormai l'hai detto e devi recitare la parte sino in fondo, cerca di sembrare convincente.
"Ma io non ho richiesto il controllo della caldaia!?"
"È un servizio gratuito signorina, perché... dalla sicurezza della propria caldaia... dipende il futuro della sua casa!" Bella mossa, sponsor rassicurante con sorriso smagliante! Ha funzionato, ha aperto la porta... Non darle il tempo di riconoscerti, inventati qualcosa... Bè, che male c'è, nel furgone ti sei scordato di avere ancora in mano il vestito firmato... da te, puoi mettertelo addosso, sulla testa, per camuffarti... una specie di beduino del deserto, sì! A mo' di turbante, fa molto chic.
"La prego, entri pure... Oh, ma lei è così... arabo! Non ricordo di aver mai visto un assistente delle caldaie arabo..."
Ora fai l'accento arabescante, calati nel personaggio:
"Oh, molti di noi essere assistenti di caldaie. Il gas è nostro... elemento naturale, dopo petrolio ovviamente..."
Hai una fortuna sfacciata se la caldaia si trova sul terrazzino vicino al salotto e alla libreria.
"Faccia pure con calma, mi chiami quando ha finito!"
Perfetto, ora hai tutto il tempo che vuoi. Cerca meglio, magari l'ha infilato in un ripiano di testi poco importanti, che non legge mai. Ma quando mai ha letto un libro quella. Sicuro che hai controllato bene? Bé, non è nella libreria, quindi devi perlustrare tutta casa ma la tua ex ha una passione per il 'barocco' e non c'è uno spazio libero da ninnoli, ninnoletti, statuine di Buddha che beve il latte, Buddha in posizione yoga, Buddha con le manine giunte e una collezione completa di inutili ceramiche in miniatura. Cercare in questo caos di oggetti sarebbe una follia. E se non fosse in casa? Se... l'avesse gettato via in un raptus di vendetta femminile? Non lo sopporteresti, non potresti fargliela passare liscia, ma è così; hai la scena davanti agli occhi: quella femmina illetterata che ti scrive il biglietto, poi nota il libro e un ghigno le compare sul volto. Sì, ti ruberà quello che hai di più caro e poi disseterà la sua vendetta gettando il 'Vero Scrivere' in pasto alle fiamme della cucina. Potrebbe averlo torturato in forno prima di avergli dato il colpo di grazia... Ah, quanto deve aver sofferto! Ti senti di nuovo strano, hai i pugni chiusi e gli occhi fuori alle orbite... c'è un vaso cinese pesantissimo vicino a te. Aspetta un attimo. Che vuoi fare, a che pensi? Ti stai trasformando in un mostro, un assassino solo per un libro. Vuoi sporcarti di sangue? Sei veramente un essere indegno, un personaggio uscito da un romanzo di Stephen King, orrore!
Meglio scappare, prima che ti assalga qualche altro irrefrenabile desiderio omicida. Ma come ti sei ridotto in questo stato. Che fine ha fatto la tua passione per la letteratura, la poesia, la magia delle parole? È diventata un'ossessione, ti ha soverchiato perché la penna è un'arma grande ma bisogna saperla gestire altrimenti sarà lei a impossessarsi di te. Mentre pensi tutto questo sei già arrivato a casa. Hai rallentato il passo, non sei per niente affannato. Per il libro pazienza, forse è stato lui che ti ha portato a tutto questo e te ne sei liberato. Sprofondi in poltrona, con il turbante in testa. Su, non far finta che non ci sia...sì, la penna e anche quel foglio di carta. Hai letto da qualche parte che le storie migliori sono quelle tratte dalla quotidianità, allora perché no. Dai retta alla tua coscienza.
L'inchiostro comincia a scivolare sulla pagina...
"Ma quale fantasia spinge uno scrittore a scrivere? Che cos'è che ti anima quando vedi un foglio di carta e senti odore..."
Sì, sarà davvero un grande successo.

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Premio Marguerite Yourcenar 2003

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Ins. 21-10-2003