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- Ellissi
- (Con amore, a
S.F.)
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- Una sottile figura.
- Sul limite estremo di sabbia fra la terra e
l'acqua.
- Il profilo di un corpo, forse l'eco di un'ombra
che si muove in riva al mare.
- Sfiora le onde con i piedi, accarezza l'acqua
che l'accarezza, poi ne solleva un lembo fino al viso.
Una veste di schiuma bianca opalescente l'avvolge
impetuosa, la scuote facendone oscillare le
membra.
- Ombra di due compassi sovrapposti. L'uno,
capovolto, tende le sue braccia verso l'alto, trovando
proprio perno nel secondo, che le sue gambe muove in
lentissime rotazioni sull'asse della vita.
- Disegna così divine circolarità,
prima lenta, poi veloce, poi rapida fino alla
rapsodia, all'ebbrezza ultima.
- Improvvisamente, l'eccesso di mobilità
si fa silenzio mortale d'immobilità.
- Improvvisamente, il silenzio esplode e la donna
d'ombra inizia a danzare.
- Disarticolata ed aritmica. Tacita,
afasica.
- Trafitta dall'argento lunare.
- D'onice iridescente, in fiamma e in morbido
velo di stelle, appare il manto di cielo notturno che
tutta la fascia stretta, come inquietante amplesso di
luce e tenebra.
- I suoi capelli neri. Il suo corpo
bianco.
- Onice e cristallo da passione strappati alle
viscere della terra, rapiti al più profondo
ventre e vortice marino.
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- Un uomo. Da quanto tempo la guarda.
- Un istante, l'eternità.
- Un istante: l'eternità.
- Cammina sulla spiaggia. Zoppica un
po'.
- Inquieto e distaccato, la guarda. È la
sua passione ciò che la tormenta. La passione
del suo sguardo. La passione dei suo piedi e delle sue
mani che si avvicinano.
- La guarda, ma ancora non la vede.
- Troppo lontani, i suoi occhi da quelli di
lei.
- La sola potenza aurea ella sua passione la
può toccare.
- Quell'uomo di vento invernale. Il suo corpo di
terra. Estrema concentrazione d'energia
solare.
- La tocca senza sfiorarla. Si avvicina.
- Lo sente, non può vederlo. Non
può guardarlo.
- La sente. Non può vederla. La
guarda.
- Come il visibile cerca l'invisibile.
- L'uomo cammina, madido di pioggia, seguendo il
ritmo del suo respiro.
- Può sentire, ora, il suono del suo
respiro.
- Si inoltra nell'invisibile. La passione gli
rivela il percorso.
- Tace. Urla.
- L'ombra si affloscia nell'acqua. Dopo la
vertigine della danza, si affloscia. Sulla liquida
superficie fluttuano tristi i suoi lunghi capelli
scuri.
- La guarda con improvviso dolore. Ed è
paura.
- Scorge solo un piccolo puto fisso nella notte:
l'unico annegato nella luce lunare.
- L'ombra riprende a tremare, a scuotere il capo.
I capelli neri come lamenti, come lunghe collane di
lacrime.
- Emerge e ricade.
- Lui non guarda più.
- Teme l'inevitabilità di un incontro che
sa assoluto, che sa definitivo.
- Non può non guardarla.
- Cometa del mare. La chiamerà
Elettra.
- Abissale e celeste, incoronata di stelle, come
il mare feconda.
- La chiamerà Urania.
- Spazi di forme che dello spazio inspirano ed
espirano l'essenza più pura ed
elevata.
- La chiamerà Etere.
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- Piove ghiaccio in squame d'argento.
- Un istante dopo pioverà grandine di
gocce di sole.
- La porta d'oro dell'alba si apre.
- Mostrerà una donna, padrona dell'acqua
che all'acqua appartiene.
- Mostrerà un uomo.
- Capelli biodi. Intarsi di rugiada su cammini di
sabbia.
- Mani e piedi d'ossidiana. Oscurati ed opachi
nel vagare e nell'attesa.
- Attesa di ritornare fili dorati di
quarzo.
- La pelle chiara fino a trasparire abbagliante,
all'alba.
- Occhi di zaffiro. Blu, verde,
stellati.
- Si riflettono in sicuro moto dei suoi piedi e
delle sue mani.
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- Un tempo &endash; fruscia la memoria &endash;
la chiamavi Iride. Ricordi?
- Con lei hai navigato e solcato ogni possibile
via di questa stella spenta. Fino alle nubi hai inciso
l'aria della sua bellezza e la stella hai
infiammato.
- Vagabondi gitani, vi siete chinati ad
assaporare ogni istante di suolo raggiunto.
- Sul suo volto primordiale di fonte sorgiva con
liquido argento i luna avete scritto, decifrato e
cifrato l'eternità del tempo e la sua
impossibilità.
- Avete sognato i vostri corpi in sacra forma di
tempi e con la fine materia dello spirito così
li avete innalzati.
- Nel corpo d'astro d'Iride il tuo corpo di terra
ha smesso di zoppicare.
- In quegli invisibili templi avete partorito
figli.
- Figli di quella stessa passione con cui avete
dato anima agli alberi dei boschi, al muschio, alle
felci, alle pietre e alle acque, ai grani di polvere
delle strade fino alle stelle, ciechi occhi del
cielo.
- Diaspro sanguigno e pietra di luna delle vostre
anime avete lasciato a ciascun testimone dei vostri
amplessi.
- Amanti indomabili
- Come vanesi eliotropi del sole invaghiti,
troppo tardi avete cessato di nutrire quell'abbraccio
di rovi notturni che i vostri corpi nell'amplesso
uniti con vitale godimento mortalmente
lacerava.
- Da passione stessa ingannati e feriti, forse da
voi stessi dannati
l'oracolo delle vostre anime
avete voluto tormentare.
- D'amore umano conoscere il segreto.
- Di mancanza e d'inevitabile perdita vi ha dato
risposta ed enigma.
- Clessidra, ha detto, ed una clessidra è
apparsa.
- Senza esitazione alcuna, con mani ed occhi
d'amore l'avete cinta e capovolta.
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- Il primo passo dell'alba nel cielo.
- È ormai così vicino
all'iride.
- Si siede sulla spiaggia.
- Lei si contorce, sembra sanguinare consonanti e
vocali.
- Oscilla come pendolo che fra cielo ed acqua
scandisce dolore in singulti di carne.
- Convulsioni d'anima tentano di generare nuovo
corpo di passione.
- L'ombra scura corre sulla spiaggia. Quasi lo
raggiunge.
- Cade, rotola nell'acqua. Morde e bacia l'ultima
oda violenta.
- Striscia, si aggrappa alla sabbia umida e
salata.
- Sogna: allontanarsi dal mare.
D'eternità, solo un istante.
- Lui sta lì seduto, non accenna ad
alzarsi. Perché.
- Lei si lascia ribendare dall'acqua.
- Ricade, corpo immobile e freddo che al nulla si
abbandona.
- I lunghi capelli neri si aprono come un
ventaglio sulla lingua d'aria tra acqua e
terra.
- La vestono. La spogliano.
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- All'improvviso, dopo tanta inquieta, errante
attesa, l'improvviso accadde.
- L'alba possiede il cielo e verso terra cammina
fiammante.
- Repentino si alza e corre fino a lei. Non
zoppica più.
- Immersi i piedi nell'acqua, avanza di qualche
passo.
- Indietreggia. Co un piede le sfiora la mano
serrata.
- La sua schiena s'inarca e dalle sue vertebre
sbocciano tutte le arterie dell'arcobaleno.
- Il viso, nella sabbia celato, emana luce di
perla tremante di verdi lampi, come braccia incerte
protese ad accogliere un abbraccio.
- Non lo vede, né lui può vederne
il viso.
- Si stende accanto a lei. Dita d'amore errante e
sapiente scivolano e risalgono lungo la linea sottile
e tesa del collo.
- Sta tornando all'indicibile di un mondo di vite
che mai ha lasciato. Troppo a lungo ne ha vissuto la
morte.
- Il viaggio di ritorno esige l'arte della
pazienza, e dell'amore, i più rarefatti
aromi.
- La paura di errare rende atroce la
cautela.
- Affonda il viso tra i suoi capelli.
- Lentamente, li afferra e stringe tra i
denti.
- Si fa vento il suo respiro, e quel corpo
d'alabastro rigira, a sé rivolgendone il
volto.
- Il volto d'Iride.
- Schiude palpebre d'arcobaleno fluorescenti, a
lui offre lo smeraldo dei suoi occhi d'immenso, che
ancora piovono sangue di parole amanti troppo a lungo
taciute e da memoria prostrate.
- Lo bacia, a lui s'avvolge come neonata edera a
salda materia d'anima.
- A lui si lega con trecce di capelli che nulla
può sciogliere.
- Nulla può sciogliere nodi di
libertà.
- Lei sa. Vede la clessidra capovolta. Vede
cedere al tempo le ultime gocce di sabbia.
- Lui non sa. Non vede. Iride è il suo
immortale enigma e la sua unica umana
verità.
- Così legato a lei, viene trascinato in
acqua.
- Fra le correnti marine, sempre più in
basso è trascinato, fino al risorgere in
esplosione di respiro nel compiersi
dell'amplesso.
- Piccola morte hanno vissuto.
- Grande miracolo hanno infine
conosciuto.
- Ancora per poco, Iride saprà.
- Ancora per poco, lui non saprà.
- Tra le sue braccia la raccoglie, in abbraccio
di mortale certezza la solleva sopra le acque e con
lei a lui annodata lentamente cammina uscendo dal
mare.
- Dal trasparente splendore d'Iride distoglie gli
occhi per guardare lo spazio intorno.
- Ovunque può vederla, senza
guardarla.
- Quello spazio è vibrazione ascendente
della luce d'Iride.
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- Un uomo biondo, dagli occhi di zaffiro stellati
e blu come notturni deserti d'oriente cammina sulla
spiaggia.
- Tiene fra le braccia una donna dai lunghissimi
capelli neri e dagli occhi di smeraldo
incandescente.
- I suoi lunghi capelli strisciano sulla sabbia
bagnata. Scrivono tutte le parole taciute.
- Respirano ancora.
- L'uomo abbassa gli occhi umidi e lucenti di
verità.
- Sta tenendo fra le braccia un verde corpo
d'alga marina che al suo collo si è
annodato.
- Si gira e verso il mare ritorna con passo
d'assoluto silenzio.
- Ad esso restituirà il verde palpito
d'anima.
- Ogni passo è verità ed
enigma.
- Iride.
- L'uomo ama.
- Sorridendo di nulla, all'acqua abbandona la
verità.
- Di tutto spogliato, in solitudine
cammina.
- Gli occhi di zaffiro trattengono solo
l'enigma.
- Ora sa. E ferocemente piange.
- La verità con occhi d'Iride.
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