LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Marco Proietti

Marco Proietti, nato ad Attigliano (Terni) il 23 Marzo 1961, vive a San Donato con moglie e due figli.
Ha ricevuto premi come segnalato (nel 1998 e nel 2000) al concorso nazionale "B.V. in Arcagna" di Montanaso e nel 2001 al concorso "Poeti dell'Adda 2001"; secondo classificato (1998) e terzo classificato (1997) al concorso "Simona Orlandi" di San Donato Milanese; due volte primo classificato (1995 e 1998) un secondo posto (1997) e un terzo posto (1996) al concorso "E.N.I. & WWF sud Milano" di San Donato Milanese.
Recentemente si è avvicinato alla narrativa classificandosi secondo (2001) e terzo (2003) al concorso del Comune di San Donato Milanese.
Nel 2001 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie "Khamsin" per la casa editrice Montedit.
Nel giugno 2003 ha pubblicato sempre con Montedit il libro "Moto Variabile" - Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 14x20,5 - pp. 52- Euro 6,20 - ISBN 88-8356-488-X in quanto finalista nel concorso letterario "J. Prévert" 2002


Novembre
 
Ti cercavo
nel crepuscolo annegato dal dolore
tra volti sconosciuti
brama di una preghiera,
ti cercavo.
Tra i miei passi lenti sul viale
e i cipressi come scudieri
tra stelle tremolanti in terra
unico fuoco all'imbrunire.
Ti cercavo mia dolce amica
tra i ricordi che grondano lacrime
un brivido, un sussulto, un viso angelico,
all'improvviso un sorriso spezzato
e in terra i suoi balocchi
conficcati nel mio cuore.
Ti cercavo
tra le mie mani tremanti
a ghermire polvere sollevata dal vento,
un contatto rassicurante
i capelli dei figli miei tra le dita.
Ti cercavo,
qui tra le stelle tremolanti
che ancora illuminano il sentiero
ed in fondo oltre il cancello
dove lentamente si fa notte.
 

 Il coraggio di vivere
 
Il coraggio di vivere,
è il brivido di un attimo
la scintilla oltre la morte appesa,
come chiave di una idea distorta,
in un mazzo di rose dimenticate
ormai impolverate dietro la porta.
È la fredda consuetudine
che ci riporta, a masticare
il duro pane e l'orribile scorza
la pallida malinconia
di piccoli corpi martoriati
i sorridi sbiaditi sulle foto
e manine, che non si scalderanno più
davanti al fuoco.
Il coraggio di vivere
è l'amore che si prova,
come un gioco
la mano distesa senza scopo
e il cuore aperto ancora
oltre il buio che s'inghiotte
la notte senza luogo.
 

 
Battito di ali
 
Ali si agitano nel cielo
non c'è squarcio di sereno,
non c'è aria oltre il grigio
senso di disgrazia.
Ali si affannano senza respiro
nervose evoluzioni
di un'airone senza più grazia,
corpo senza più ombra.
Ali squarciate da un'equivoco
la pena infinita è un abbaglio,
la sofferenza che ti adombra
il breve volo di uno sbaglio.
 

 
 
La preda
 
Lo vedo, sei più radiosa
il cielo che più non s'affossa
sotto il peso delle nubi
e strali neri di perplessa
inquietudine volano via
come rondini, ad arruffarsi
nel tiepido umore dei loro nidi.
Io vorrei essere preda dei tuoi artigli,
ma è la tua ombra che mi sorvola
e nella terra i crampi distruggono
ciò che resta della mia fantasia.
Lo so ti ho già persa
senza neanche averti avuta mia,
tu unica rondine sopra la tempesta
così gaia e così eletta,
mi guardi e risoluta voli altrove
mentre solo rimango
disteso nella mia stessa utopia
la fine mesta di una preda
che neanche tu hai voluto portarti
via.
 
 
 
 
Leggerezza di un sogno
 
L'ho inseguita
nel crepuscolo fiammingo
di un quadro di Van Gogh
e cadevano d'insieme i miei panni
le fragili certezze, le solide paure
il corso degli affanni.
L'ho inseguita
e respirata
l'emozione breve di un vichingo
sulla terra nuda di conquista
la carezza inaspettata
per il cuore di un mendicante.
L'ho inseguita sulle note
di un valzer dimenticato
il peccato di un minuto
per i pensieri distolti
dal quotidiano e monotono incalzare
dei doveri programmati.
L'ho inseguita
e nudo di ogni altro pendente
l'ho raggiunta e mi sono sdraiato insieme a lei
sull'erba bagnata di gelo incombente
la leggerezza di un bambino
lo sguardo sul suo aquilone.
Ancora mia per questa volta
la spensierata età dell'innocenza
il sapore di un sogno infantile
mentre lontano scorrono in fila indiana
le meste luci della routine.
 
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Agg. 08-06-2003