Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Marco Proietti
Ha pubblicato il libro
Marco Proietti - Moto Variabile
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 14x20,5 - pp. 52- Euro 6,20 - ISBN 88-8356-488-X

Pubblicazione realizzata con il contributo de

IL CLUB degli autori in quanto l'autore è finalista

nel concorso letterario "J. Prévert" 2002
Prefazione
Poesie  

Prefazione
...è la seconda opera di Marco Proietti, poeta sandonatese, che già da qualche anno ha varcato la soglia della notorietà locale.
La sua opera prima "Khamsin", non era certo passata inosservata; ricevendo buon'accoglienza e positive recensioni.
Oggi Marco ci riprova con "Moto Variabile", un secondo atto fondamentale nella sua crescita poetica a nostro parere frenata in passato da un eccessivo senso di modestia.
Pur mantenendo un filo logico di continuità con le atmosfere di "Khamsin" si percepisce l'acuirsi della ricerca introspettiva, venata ancor più da quella traccia di malinconia esistenziale, che contraddistingue la produzione poetica dell'autore, senza peraltro mai scivolare in forme negative di espressione decadente o modelli di censurabile autocommiserazione.
È una malinconia figlia del pessimismo razionale, frutto di oggettive riflessioni ma, si intuisce dai versi, superabile.
Superabile con la forza dei sentimenti che come fuochi d'artificio esplodono tra le righe con felici passaggi di colorazioni emotive.
Si staglia ancora più netto, rispetto all'opera prima, l'elemento passionale, restituito in splendidi versi che lontani dalla ricerca estetica e, senza mortificare la costruzione, sorprendono per la loro freschezza evocativa.
Al punto da divenire accorate dichiarazioni d'amore in "Fuoco che arde" e "Piove, sopra di noi", nelle quali la potenza espressiva è inoltre rafforzata dalla cura nella scelta delle parole.
Il "fil rouge" della raccolta ci pare però la ricerca accurata delle ambientazioni; in questo l'autore ha fornito una superba prova ed i risultati sono sotto i nostri occhi; "Cielo d'Agosto" e "Notturno" ne sono forse le espressioni migliori e riescono a richiamare alla mente del lettore situazioni emozionali che hanno tutto il sapore del dejà vu.
Né ci pare il caso sia da trascurare la dimensione onirica, a volte evocata con vigore, come nella delicata "Danza sul mare", a volte appena percepibile.
È come se nel fraseggio essa fosse sostenuta da una musica, che può raggiungere note alte ma che principalmente si sgrana in una gradevole sordina.
Affermavamo che nei versi non c'è autocompiacimento stilistico, ci pare il caso di aggiungere che i brani sono privi di qualunque affettazione linguistica.
Conoscendo l'autore possiamo ben dire che questa non è una scelta bensì un tratto distintivo del suo carattere.
Ci pare, per concludere, che l'autore abbia dato molto di sé in questa riuscita "silloge"; è come se si fosse presentato al giudizio del lettore vestito solo dei propri sentimenti, ben sapendo però quale forza essi riescano ad esprimere.
Ci auguriamo che la navigazione di Marco Proietti nel mare della poesia sia ancora molto lunga e fruttuosa e se consideriamo la relativa giovane età saremmo portati a concludere che il meglio debba ancora venire.
Più che un augurio è un desiderio.
Il desiderio di immergerci ancora una volta in atmosfere quali quelle di "Khamsin" e "Moto Variabile", beandoci di emozioni vere, quelle che fanno cedere un battito al nostro cuore e che ci fanno chiudere gli occhi per catturare una visione.
 

Francesco Castorina

 


Moto Variabile
 
 

La tua arte
 
Mi stai creando,
nuova vita dalle tue mani
fantastiche di artista
dal tuo sorriso stupendo
intriso di splendidi colori,
ti ho incontrata
ch'ero nuda tela
dipinta di nulla,
imbrattata di vacue emozioni,
tu m'hai preso
senza dire niente
senza chiedermi niente,
hai posato su di me
le tue pennellate di grazia
hai acceso coi tuoi occhi
i miei colori spenti
mi sono immerso
nella tua anima esaltante
ho sentito nascere in me
nuovi paesaggi e nuove certezze
mentre le tue dita scorrevano
sulla mia nuda pelle deserta,
hai gettato nuovo seme
nel mio cuore vuoto
finché la mia tela è apparsa
capolavoro della tua bellezza
finché la mia tela s'è trasformata in vita
e ancora adesso ogni giorno mi rinnovi,
ogni giorno che mi sento ormai parte
pieno e grato
della tua splendida arte.

Cielo d'Agosto
 
Ricordo immutabile
l'aria scabra di oleandri
il denso profumo
del mosto nei pertugi,
e il fragrante lievitare
del grano dentro i forni.
Ricordo il tuo sguardo tosto
passato per la cruna dei rifugi
ed ora che tuo figlio
s'avvia sulla strada dei ritorni
mi ritrovo, io figlio del tuo figlio
disperso come un cane nella macchia.
La mia giovinezza compie rapide virate,
l'esatta dimensione di un volo maldisposto
è il mio sogno che si perde in lacrime salate
nel caldo e sterile azzurro del cielo di Agosto.

Come se niente fosse
 
Sulla strada
le voci stanche in un bisbiglio
s'imbrigliano,
lucide d'argento,
nelle pozze sature
di lacrime,
lontane
dalle affamate notti
africane,
stupite
dai detriti e la calda pazzia
dell'Occidente in pezzi,
sulla strada
come se niente fosse
s'accendono luci a festa
un effluvio d'inutili gesta
contro la paura,
l'ombra che scivola
negli angoli solitari
e nella testa dei dannati
il cuore rimane spento e muto
come se niente fosse
oltre l'ultimo saluto.

Danza sul mare
 
Non eravamo più corpo
né carne, né dramma terreno
né sogno divino
non eravamo più qui,
non era più dolore
né un guizzo d'amore
né un fantastico immaginare,
altrove, come spirito immortale
un'esplosione di luce
una danza notturna sul mare,
la passione ci consumava
nell'eterna unione senza ritorno
via, senza un lamento
né una imprecazione
né un sogno da sopportare,
insieme senza più corpo,
senza più mente,
nell'abisso ingordo di luce.

Dove il tempo si è fermato
 
Mi confonde
il tuo profumo,
la luce dei tuoi occhi
è una strada che mi conduce
dove il tempo si è fermato
e la tua bellezza eterna
è il brivido intenso dell'aria che respiro.
Posso tenerti così, forse per sempre
dentro come un'anima di seta,
il tuo sorriso che mi seduce
il tuo corpo che si plasma come creta,
oltre gli anni che seguiranno stanchi
ti avrò come un caldo sussurro nel mio cuore,
qui, dove il tempo si è fermato.

Fiore
 
Sono un fiore,
presto ... presto!
Devo sbocciare,
altra acqua, un gesto
un alito di calore!
Non vedete che ho fretta ?
Per un giorno meno funesto
per un tocco di colore,
per il mondo che mi aspetta.
Finalmente...ecco...luce...cuore
ma...sogno o son desto ?
Non si può neanche respirare
che scherzo è mai questo ?
E' già buio dopo due ore...
è la vita ... è senza resto
tanta attesa, tanto ardore
due attimi di luce , un pretesto
e dopo un po' si muore!

Ho fatto finta di non amarti
 
Ho fatto finta di non amarti
voltandomi verso l'orizzonte
bianco come il colore di niente,
la strada era dritta e vuota
priva di suoni e di profumi
la percorrevo desolato,
stanco e solo.
Ho fatto finta di non amarti
è stato un gioco crudele e inutile
una perdita di tempo
l'esercizio sterile di un pazzo
in realtà anche adesso
mi scorri infinita nelle vene,
non posso fingere di non amarti
e ti aspetterò
come la terra spaccata dal sole
che brama la pioggia che viene.

Ho immaginato
 
Ho immaginato
il profumo dei tuoi capelli
sciolti nel vento,
inebriarmi e lasciarmi muto
il petto ansimante
nell'istante del tormento,
il tuo corpo danzava nudo
riflessi di luna
sulla tua pelle di velluto,
ho immaginato
le tue mani su di me
e la spuma bianca delle onde
perpetuo rifluire
sulle tue cosce accese.
Ho immaginato
due cavalli fuggire sudati
sulla spiaggia d'ambra
proscenio di amanti felici
dispersi tra le orme risucchiate
dal mare venuto a ricoprirci
come un sudario,
ho immaginato
noi due nel buio incombente
i nostri occhi si fissavano
appagati e riconoscenti
vividi come le stelle in cielo,
pulsanti e tremanti
come i nostri corpi
avvinghiati in un lampo
di luce eterna.

Il masso
 
Contro il masso
s'infrange la marea
sull'ultimo baluardo
prima della terra nuda,
la spuma s'impenna violenta
si disperde nel cielo
ricade lieve
e poi ritorna,
più violenta e ancora e ancora
sul masso lucido d'argento
s'infrange e si disperde
cristalli impazziti nel cielo,
oltre la nuda terra che aspetta
all'ombra del masso,
la vergine terra,
la promessa
strusciata appena
dall'onda ripugnante e densa
di un mare sporco e greve,
mare di niente,
di falsità e deliranti inganni,
che s'infrangono contro il masso
guardiano di Cristo,
custode senza tempo.
 



 
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Ins. 08-06-2003