LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Home Page di
Eliana Perotti
Nasce a Novara il 12 luglio 1960. All'età di quindici anni inizia a scrivere le prime poesie, lunghe riflessioni e qualche racconto. Solo recentemente scopre attraverso internet l'esistenza del ricco mondo poetico odierno e decide di partecipare al suo primo concorso Poesia a Chiaromonte 2001 nel quale si classifica al terzo posto con la poesia Vite. Altre due opere verranno inserite in altrettante antologie. Da poco trasferita a Peschiera Del Garda è sposata e madre di due figli.

Perotti Eliana è inserita nell'antologia del
Premio Ottavio Nipoti Ferrera Erbognone 2002
 
Vite
 
Segreto profilo
nel buio distendi le fredde membra antiche
di pace e saggezza
dal dimentico dipinte.
 
Rugosa ed acre è la tua storia
che chi ancor non nato
anela invano il tuo ricordo,
che chi ancor non morto
dimentica e tace;
rifugge velando di cemento la tua ombra
ma paventa e sa,
d'incontrarti ancor nel suo cammino.
 
E già la rugiada
ricopre il velo appassito della sposa
che legge nell'iride dell'amato la sua stirpe
che gonfia di stupore
chiede d'esser assolta.
 
Chiede in nome dell'amore
di non essere mai nata,
chiede in nome dell'amore
di non esser mai morta.
 
 
Mi nutro d'infinito
 
È vero, sono come il mare
Fa risacca, a volte
Ed in alcuni punti è così profondo...
Un grande buco che attende invano d'esser empio
ma empio è già
di Tesori, Ricordi, Forme trasfigurate...
 
La superficie è in movimento, continuo.
Se si chetasse, morirebbe lentamente tutto ciò che vive di quel
movimento.
In burrasca, altre,
così forte, a tratti, da rimescolarne tutto l'interno,
da esser tutt'uno col cielo, il vento, le stelle
ed i pensieri naufraghi che incrocian le loro rotte.
 
Son viva, son grande.
Non scorgo il mio orizzonte, a volte, non vedo la mia riva e nei
giorni di bonaccia mi tedio del mio uniforme colore.
Ma di notte svanisco le mie brame nel nulla, estasiata,
sotto il manto dei lontani mondi che giacciono
al di là del conoscibile terreno
Al di là di questo tempo.
 
Son grande, infinita come l'oceano
ma per quanto grande io sia
Mi nutro d'infinito.
 


 
Il mio fischio del treno
 
Ed io voglio restare seduta qui
su questo scomodo duro macigno.
L'inverno mi gira attorno,
gelato come la punta delle mie immobili dita.
Sto qui, come la nebbia leggera,
ad aspettare il passaggio ed il fischio del treno.
 
Ma quanti treni passeranno e quanti treni fischieranno!
 
Di questa mia vita vedo chiaro il presente,
come i binari davanti ai miei occhi ora.
Il passato ed il futuro, scompaiono a poco a poco nella nebbia,
diventando tutt'uno col nulla.
 
Questa vita che corre lungo i binari,
ora gelidi ed irrigiditi dal freddo del cuore,
una volta caldi e languidi d'una primavera inoltrata...
 
Ma quanti treni passeranno e quanti treni fischieranno!
 
Aspetto il fischio del treno,
questo treno che passa veloce, come tutta la vita
e fischia, fischia forte ogni tanto.
Mi fischia dentro ed interrompe tutto il mio rumore del nulla.
Me ne sto qui, aspettando che la vita mi scorra così vicina,
da poterla annusare, da poterla toccare.
 
Ma quanti treni passeranno e quanti treni fischieranno
che mi vedranno sempre qui, ferma,
ad aspettare il mio fischio del treno!
 
Stanotte ho sognato:
camminavo forte, correvo forte lungo il binario,
e fischiavo, fischiavo forte ogni tanto,
verso una nube spezzata dal sereno.
 
 
Ai creatori di poesia
 
A volte parole sgorgano
dai più remoti anfratti
attecchiscono tenaci teneri virgulti
portavoce di nuove speci
aggrappate al filo dell'immaginazione.
 
Altre volte
pensieri veloci
come frecce scagliate senza meta
vanno a perdersi nell'etere della malavoglia
o indugiano planando
verso le paludi e le rovine della quotidianità.
 
Oggi si accalcano come fiumane informi
girando e rimestando e premendo forte
contro una porta chiusa
morendo senza neppur esalar
il primo respiro.
 
Affinché nulla si perda
affinché ogni silenzio non sia vano
nutrite il nostro affamato spirito
e fateci poesia.
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 Ins. 15-09-2003