- Le
               antologie
 
               dei concorsi de Il Club degli
               autori 
             
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Antologia
               del premio letterario 
               Ferrera Erbognone 2002  
             
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               - Sommario
 
               
               - Prefazione
               a cura di Umberto De Agostino - Marco
               Agazzi -
               Marco
               Angella -
               Magdalena
               Aparta -
               Antonia
               Astarita -
               Marco Baiotto - Rosa Ballini - Alessandro
               Barbato -
               Paola Barni - Paola Basso - Maria Luisa Beck-Peccoz
               Spanò - Franco Antonio Bella - Mario
               Benatti -
               Luciana Bergamin - William
               Bertucci -
               Lisa Bicego - Margherita Biondo - Eko
               - Vincenzo Bolia - Maria Antonietta Borgatelli -
               Andrea Bucaioni - Maurizio
               Bucaioni -
               Marco Buzzetti - Enza Calcagno - Claudio
               Calzolari -
               Paola Camino - Claudio Capponi - Daniela
               Cargnelutti
               - Paola Carroli - Alfonso Cataldi - Anna
               Cerisola -
               Mariangela Cioria - Francesco Cocchi -
               Germano
               Costa -
               David Di Cara - Andrea Di Paolo - Katiuscia Digiacomo
               - Dino Dorsi - Roberto Fabris - Alessandro
               Fanfani -
               Francesco
               Ferone -
               Bruno Filippi - Angela Fullone - Giulia Maria Giardini
               - Amedeo Giordani - Alberto
               Guaschi -
               Miranda Haxhia - Pasquale La Torre - Andrea Lamolinara
               - Diego
               Laurenti -
               Arianna Lenzi - Enrico Mancini - Mandy
               - Pietro Manzella - Cinzia Marchese - Ernestina
               Mazza -
               Claudia Minchiotti - Adriana Montemartini - Enrica
               Paola Musio - Luca
               Nardini -
               Leonardo
               Nardo - Eros
               Nava - Simona Pagliari - Francesco Papapicco -
               Maria
               Rosa Pedinotti
               - Eliana
               Perotti -
               Andrea Pierantozzi - Francesca Pierini - Maurizio
               Pivatello - Silvia Pizza - Marta Pugno - Dionisia
               Puoti - Ermano Raso - Rina Ravera - Gianluigi
               Redaelli -
               Gabriele
               Rosati -
               Gualtiero Rota - Francesco
               Russo -
               Giovanni
               Salvatore -
               Micaela Sansevero - Adriano Scandalitta - Federica
               Scarrione - Rita Claudia Scordino - Kledia
               Sheme -
               SE
               ES -
               Giuseppe Spazzafumo - Ombretta Suardi -
               Federico
               Topa -
               Margherita
               Tramontano -
               Claudia Manuela Turco - Massimo Turini - Luigi Vento -
               Alfredo Vestrini - Tiziana Zago - Ines
               Zanotti
 
               
               -  
 
               
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               - Antologia del Premio Ferrera
               Erbognone 2002 - formato 14x20,5 - pagg. 104 - Euro
               18,00 - ISBN 88-8356-545-2
 
               
               - 
               
               
 
               
                
               
               - Risultati
               del concorso Ferrera
               Erbognone
               2002
 
             
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               -  
 
               
               - Come
               avere l'antologia
 
             
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               - Prefazione
               
 
               
               - La scadenza del
               concorso nazionale era stata fissata al 30 ottobre
               2002: il vincitore del concorso nazionale "Ottavo
               Nipoti, Federico Topa vi aveva partecipato mantenendo
               fede al suo appassionato amore per la poesia, ma
               purtroppo qualche mese dopo è morto. È
               stata quindi una cerimonia inconsueta la premiazione
               della settima edizione del concorso nazionale di
               poesia "Ottavio Nipoti": alla fine, la commozione era
               palpabile sul volto di tutti i presenti.
 
               
               - Sabato 21 giugno
               2003, alle 18, nella biblioteca di via Roma la giuria
               ha consegnato la coppa nelle mani della figlia di
               Federico Topa, l'autore bresciano di "Villa Torre di
               cingoli ore 12 del 11.8.2002". Alle sue spalle si sono
               classificati Enrico Mancini di Arezzo con "Male
               oscuro" e Maria Rosa Pedinotti di Casorate Sempione
               (Varese) con "Piuma". Ecco invece i poeti dal quarto
               al decimo posto: Pietro Manzella (Palermo), Eros Nava
               (Calcinato, Bs), Bruno Filippi (Casale Monferrato),
               Paola Basso (Cervignano), Rina Ravera (Voghera), Maria
               Antonietta Borgatelli (Balzola, Al) e Luciana Bergamin
               (Pistoia). I segnalati sono Paola Bavera (Vigevano,
               Pv), Vincenzo Bolia (Albenga, Sv), Eduardo Delahaye
               (Napoli, Alessandro Fanfani (Pesaro), Giuseppe Gittini
               (Camparada, Mi), Cinzia Marchese (Formia, Lt), Andrea
               Pierantozzi (Porto d'Ascoli, Ap), Francesca Pierini
               (Corridonia, Mc), Adriano Scandalitta (Mortara, Pv),
               Giuseppe Spazzafumo (San Benedetto al Tronto,
               Ap).
 
               
               - Al di là
               dell'evento luttuoso che ha colpito la famiglia Topa
               e, indirettamente, anche il concorso "Nipoti", la
               valutazione delle cento e più opere pervenute
               all'organizzazione è stata ricca di emozioni.
               Come succede ormai dal 1996, i componenti della giuria
               (Carlo Pusineri, Maria Santina Sozzani, Giuseppina
               Michini, don Alberto Fassoli, Chiara Zucca e Umberto
               De Agostino) non percepiscono di fronte a sé
               una strada in discesa mentre si accingono a leggere le
               opere inviate da poeti sparsi per l'Italia e anche in
               tutta Europa. Un compito decisamente arduo, sia per le
               tematiche trattate - sempre profonde, acute,
               impegnative - sia per il consistente numero di
               partecipanti, che rende lustro a un'iniziativa
               lanciata sì con entusiasmo ma con l'intimo
               timore di veder naufragare speranze e aspirazioni di
               coinvolgimento reciproco quando l'ambiente sociale
               circostante si dimostra distratto o addirittura
               freddo.
 
               
               - "Quando sento
               qualcuno parlare di cultura, la mano mi corre al
               revolver": è una frase attribuita al gerarca
               nazista Ermann Göring. Senza ombra di dubbio, nei
               minuscoli centri di provincia questi eccessi, sia pur
               intenzionali, vengono con tutta probabilità (e
               per fortuna...) frenati dallo stretto legame che
               intercorre fra i rappresentanti della comunità,
               ma non si è lontani dalla verità se si
               riflette sull'estrema difficoltà a dilatare
               l'amore per i versi, per tutto quanto è
               elevazione spirituale, nel maggior numero di persone
               possibile. Da anni ormai la biblioteca comunale di
               Ferrera Erbognone si impegna a sensibilizzare la
               popolazione esaltando anche i lusinghieri traguardi di
               immagine raggiunti grazie alla nascita di questa
               iniziativa culturale, ma il richiamo dell'anima cade
               purtroppo nel vuoto. Forse bisogna modificare la
               composizione poetica del Petrarca - "Vedrai che i
               poeti son rari, poiché la natura fa sì
               che sian rare quelle cose che sono anche preziose e
               luminose" - sostituendo "poeti" a "persone partecipi"
               per raggiungere uno stadio di consolazione sufficiente
               a far dimenticare ostacoli e amarezze.
 
               
               - Uno spiraglio di
               luce giunge comunque dalla massiccia (e costante)
               partecipazione di autori che, anche nel 2002, hanno
               animato il concorso poetico. Riunirsi quelle poche ore
               nel palazzo nobiliare degli Strada, sede della
               biblioteca cittadina, per vagliare i testi e
               consegnare agli annali cittadini il vincitore ha
               rappresentato ancora una volta un motivo di confronto
               ideale e di scambio di emozioni.
 
               
               -  
 
               
               - Umberto
               De Agostino
 
               
               -  
 
               
               - Presidente
               della Biblioteca Comunale di Ferrera
               Erbognone
 
               
               -  
 
               
               
             
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            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - MARCO
               AGAZZI
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Ti chiamerò
                     silenzio
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - "Ti
                  chiamerò silenzio
 
                  
                  - quando la
                  lontananza
 
                  
                  - diventa
                  confine,
 
                  
                  - abisso
                  profondo
 
                  
                  - e
                  sconosciuto.
 
                  
                  - E ogni
                  volta
 
                  
                  - che
                  l'ombra
 
                  
                  - della
                  solitudine
 
                  
                  - seduta tra i
                  miei pensieri
 
                  
                  - mi farà
                  piangere
 
                  
                  - ti
                  chiamerò silenzio".
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
               
                     - Il
                     mare
 
                   
               
  
               
               -  
 
               
               - "Affacciato alla
               finestra
 
               
               - del mio
               animo
 
               
               - guardo il
               mare:
 
               
               - una grande
               lacrima
 
               
               - posata sulla
               terra".
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
                  
                  
 
                     - Paesaggio
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - "Prato verde in
                  solitudine
 
                  
                  - un pensiero
                  fatto di nuvole
 
                  
                  - Il mio corpo
                  è un prato
 
                  
                  - la mia mente
                  è il vento
 
                  
                  - Sprofondo nello
                  spazio e penso,
 
                  
                  - parte nel
                  paesaggio, vivo".
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
 
                  
                  
                
               
             
          | 
         
            
               - MARCO
               ANGELLA
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Al tempio
                     francescano di Pontremoli
 
                   
                  
                  
                  - (1503-2003)
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Dicon tutti sian
                  passati cento lustri
 
                  
                  - da quel giorno
                  della tua dedicazione
 
                  
                  - Fu Opicino, un
                  certo Galli, il celebrante:
 
                  
                  - così
                  narra quell'epigrafe che mostri
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Porti il nome
                  del patrono dell'Italia,
 
                  
                  - quel sant'uomo
                  che vorrebbe tradizione
 
                  
                  - fosse stato, per
                  la Lombardia viandante,
 
                  
                  - qui da noi, in
                  quei panni di chi ammalia
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Tu ne hai viste
                  sì di cose in questi anni
 
                  
                  - Hai vissuto
                  ormai tanti Giubilei
 
                  
                  - Sulla faccia tua
                  campeggiano gli stemmi
 
                  
                  - della villa che
                  divisa ebbe gran danni
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Tanti artisti ti
                  abbellirono di fino
 
                  
                  - Quanta gente ha
                  ammirato proprio Lei
 
                  
                  - Sì, la
                  Vergine di marmo dai bei cenni
 
                  
                  - che il Carrocci
                  disse del buon Agostino
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Come poi tutte
                  le chiese del paese
 
                  
                  - anche tu avesti
                  a far con il barocco
 
                  
                  - Quegli stucchi
                  che son stati restaurati
 
                  
                  - sono tutti di
                  bottega ticinese
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Quando fecero
                  nel borgo un altro ponte
 
                  
                  - nuova gente
                  richiamasti col rintocco
 
                  
                  - Al tuo nome
                  infatti furono affiancati
 
                  
                  - San Giovanni e
                  Colombano come fonte
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Si' lodato, mio
                  Signore, si' lodato
 
                  
                  - Grazie a Dio,
                  San Francesco t'ha fondato
 
                  
                  - Opicino, grazie
                  a Dio, t'ha consacrato
 
                  
                  - E Don Pietro,
                  grazie a Dio, t'ha restaurato
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - MAGDALENA
               APARTA
 
               
               -  
 
               
               - Il
               sogno
 
               
               -  
 
               
               - Hai detto
               che ami lo sguardo intenso
 
               
               - sorride il
               sole con i suoi raggi
 
               
               - abbracciando
               l'orizzonte immenso
 
               
               - pieno di
               cose carine e sagge
 
               
               -  
 
               
               - hai detto
               che ami la mia voce
 
               
               - cristallina
               rugiada di diamanti
 
               
               - che
               accarezza il mondo con le gocce
 
               
               - accompagnando
               il canto dei viandanti
 
               
               -  
 
               
               - ami il
               profumo della mia pelle
 
               
               - la
               primavera sbircia attraverso i
               fiori
 
               
               - si distende
               larga come le stelle
 
               
               - scivolando
               nei sospiri dei cuori
 
               
               -  
 
               
               - hai detto
               che sogni di accarezzarmi
 
               
               - nel soffio
               del vento primaverile
 
               
               - vola la
               mimosa che dovevi darmi
 
               
               - è il
               mio sogno che sta per svanire
 
               
               -  
 
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
         
            
                  - ANTONIA
                  ASTARITA
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Ferrara nel mio
                     cuore
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Fresco fine
                  settembrino
 
                  
                  - Di un sole
                  raggiante
 
                  
                  - Sotto cieli
                  azzurrini
 
                  
                  - E venti
                  passati
 
                  
                  - Come scia dietro
                  le mie spalle
 
                  
                  - E come soffi di
                  vento mi sentivo leggiadra
 
                  
                  - Come nel cuore
                  di una foglia volante
 
                  
                  - E con canti
                  d'uccelli
 
                  
                  - Che poco a poco
                  volteggiavano in cielo
 
                  
                  - Osservavo con
                  occhi ricolmi d'ebbro amore
 
                  
                  - Scendere in
                  picchiata su arse spiagge desolate
 
                  
                  - Non
                  affollate
 
                  
                  - Come liberi
                  evasi sulla spiaggia
 
                  
                  - Camminavano
                  passi di gente spensierata
 
                  
                  - Ed io poco
                  distante dalla riva felice d'esser
                  lì
 
                  
                  - Lasciando dietro
                  di me un passato già andato
 
                  
                  - Vivendo
                  l'emozione di un giorno semplice e
                  profondo
 
                  
                  - Umile ma
                  gioioso
 
                  
                  - Con lo splendore
                  di una meraviglia
 
                  
                  - Che brillava nei
                  miei occhi dietro grandi occhiali scuri
 
                  
                  - Ricordo di
                  Ferrara di un tratto sabbioso adagiato
                  sull'Adriatico
 
                  
                  - Con sé
                  ogni bellezza a me sconosciuta
 
                  
                  - E tanto
                  patrimonio da scrutare:
 
                  
                  - Dal Palazzo
                  Comunale al Palazzo Roverella
 
                  
                  - Dalla Chiesa di
                  San Paolo al Castello Estense
 
                  
                  - Meraviglia su
                  meraviglia
 
                  
                  - Tutto nel cuore
                  di questa piccola ma grande cittadina
 
                  
                  - Un paesaggio da
                  offrire e una storia da raccontare
 
                  
                  - È ancora
                  oggi Ferrara per me
 
                  
                  - È ancora
                  per me il cuore del mio cammino...
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
             
            
            
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - ALESSANDRO
               BARBATO
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Sulla tomba del
                     nostro amore
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Come un autunno
                  precoce
 
                  
                  - ha gelato sui
                  rami
 
                  
                  - i primi
                  messaggeri dell'estate,
 
                  
                  - così tra
                  noi che cominciavamo a scaldarci
 
                  
                  - al sole della
                  passione
 
                  
                  - è scesa
                  la fredda indifferenza;
 
                  
                  - un ospite non
                  invitato
 
                  
                  - in una casa
                  incompleta
 
                  
                  - ha ucciso le
                  nostre speranze.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Come un freddo
                  vento di settembre
 
                  
                  - spalanca le
                  porte ai cavalieri di pietra
 
                  
                  - d'un inverno di
                  attese
 
                  
                  - così il
                  gelo delle nostre rinunce
 
                  
                  - ci ha chiusi in
                  una gabbia dorata
 
                  
                  - di una
                  solitudine mascherata di libertà
 
                  
                  - ad aspettare
                  qualcuno che blocchi questo flusso
 
                  
                  - di giorni di un
                  solo colore.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
                
             
            
            
          | 
         
            
               - MARIO
               BENATTI
 
               
               -  
 
               
               -  
 
               
               - Dov'eri?
 
               
               -  
 
               
               - Devo
               colpirti nel volo
 
               
               - vivace
 
               
               - colomba.
 
               
               - Devo
               imbronciarmi la sera
 
               
               - per
               corti
 
               
               - pensieri.
 
               
               - Devo
               badarti nei lunghi
 
               
               - sospiri
 
               
               - di
               notte.
 
               
               - Devo
               rubarti sorrisi
 
               
               - sul
               farsi
 
               
               - dell'alba.
 
               
               - Devo
               spedirti un regalo
 
               
               - delizia
 
               
               - di
               giorno.
 
               
               - Devo venire
               a trovarti
 
               
               - per
               dirti
 
               
               - che
               t'amo.
 
               
               - Devo
               portarti una rosa
 
               
               - ma
               priva
 
               
               - di
               spine.
 
               
               - Devo
               toccarti le mani
 
               
               - per
               farti
 
               
               - carezze.
 
               
               - Devo
               baciarti le gote
 
               
               - per
               dirti
 
               
               - mi
               spiego.
 
               
               - Devo
               lasciarti un gioiello
 
               
               - non
               troppo
 
               
               - pesante.
 
               
               - Devo
               volerti per sempre
 
               
               - dorata
 
               
               - dimora.
 
               
               - Era la
               notte dei sogni,
 
               
               - doveri.
 
               
               - Dov'eri?
 
             
            
            
            
             
            
            
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - WILLIAM
               BERTUCCI
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - L'anima
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Svegliati,
 
                  
                  - svegliati,
 
                  
                  - ma non
                  aprire
 
                  
                  - gli occhi della
                  mente,
 
                  
                  - ma quelli del
                  cuore.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Svegliati,
 
                  
                  - svegliati,
 
                  
                  - l'ora è
                  più vicina
 
                  
                  - di quanto tu
                  possa pensare.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Svegliati,
 
                  
                  - svegliati,
 
                  
                  - converti il tuo
                  cuore
 
                  
                  - perché il
                  corpo muore.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Svegliati,
 
                  
                  - svegliati,
 
                  
                  - ama come
                  Dio
 
                  
                  - ha amato
                  l'uomo.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Svegliati,
 
                  
                  - svegliati,
 
                  
                  - il corpo che
                  oggi hai
 
                  
                  - con il tempo
                  cambierà,
 
                  
                  - ma l'anima che
                  ora sentire non puoi,
 
                  
                  - prima o poi si
                  sveglierà
 
                  
                  - e
                  ricorda
 
                  
                  - che ciò
                  che conta è lei.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
 
                
               
             
            
            
          | 
         
            
                  - EKO
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Opaca e
                  repentina
 
                  
                  - l'immagine
                  ossessiva
 
                  
                  - del tuo folle
                  passionale respiro
 
                  
                  - che s'allontana,
                  obbligato, dal mio.
 
                  
                  - Resta una scia
                  complicata
 
                  
                  - di folli trame
                  di lacrime
 
                  
                  - e strazianti
                  grida
 
                  
                  - che l'udito
                  dell'amato assassino non potrà
                  udire.
 
                  
                  - Ma ciò
                  esiste,
 
                  
                  - sentono,
                  obbligati a sentirlo,
 
                  
                  - forte e vicino
                  alle loro ipocrite membra,
 
                  
                  - questi viscidi
                  spiriti violentatori.
 
                  
                  - Sopraffatti
                  dall'invidia
 
                  
                  - e dall'egoismo
                  di dimostrare
 
                  
                  - un povero sporco
                  falso potere!
 
                  
                  - Proprio
                  domani
 
                  
                  - il folle giorno
                  del giudizio,
 
                  
                  - proprio ieri il
                  folle giorno
 
                  
                  - delle lotte e
                  delle gelosie...
 
                  
                  - follie e follie
                  continuano a invasare,
 
                  
                  - a violentare le
                  menti già provate,
 
                  
                  - già
                  freneticamente di questi spiriti
                  bambini
 
                  
                  - e
                  paradossalmente prematuramente morti!
 
                  
                  - Tristezza,
                  amarezza, timore, solitudine,
 
                  
                  - prematuro
                  traumatico abbandono!
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  - All'ombra della
                  notte
 
                  
                  - sotto il fatale
                  chiaror di luna
 
                  
                  - danzavo rapita
                  da un'infinita
 
                  
                  - varietà
                  di forme e dimensioni
 
                  
                  - ... magici spazi
                  sempre più caotici!!!
 
                  
                  - Palese la
                  sorte...
 
                  
                  - ora giaccio
                  immobilizzata
 
                  
                  - all'ombra d'ogni
                  triste notte
 
                  
                  - imbozzalata fra
                  i lunghi filamenti ossessivi
 
                  
                  - che
                  inconsciamente mi sono stretta
                  tutt'intorno
 
                  
                  - nel caos della
                  mia danza dannata!!!
 
                
             
            
            
            
             
            
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - MAURIZIO
               BUCAIONI
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - Invocazione
               d'Horne il Saque 
 
               
               - in Santa
               Croce
               
               
 
                  -  
 
                  
                  - Cavallini rossi
                  e neri,
 
                  
                  - Non
                  andate.
 
                  
                  - Ombre,
 
                  
                  - Non vi
                  staccate.
 
                  
                  - Né
                  morite
 
                  
                  - Giochi,
 
                  
                  - Sulla
                  gradinata.
 
                  
                  - Gatti, voci del
                  miele,
 
                  
                  - Palla e fiore
                  giallo,
 
                  
                  - Non lasciate che
                  muro al muro
 
                  
                  - Unisca
                  l'inferriata.
 
                  
                  - Eppure, è
                  tempo già.
 
                  
                  - Trafiggono le
                  siepi
 
                  
                  - Gli ultimi tre
                  raggi,
 
                  
                  - e sera
                  scoppia.
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                
               
             
            
            
          | 
         
            
               - CLAUDIO
               CALZOLARI
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - La strada che
                     sale
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - La fioca luce
                  lunare rischiara quel tanto
 
                  
                  - ch'appare una
                  strada che sale.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Sale dalla
                  sperduta pianura
 
                  
                  - tra vaste
                  distese di frumento maturo
 
                  
                  - tra i grandi
                  fiori volti al nascere del sole
 
                  
                  - ai lati gli
                  alberi dai dolci pomi odorosi.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Sale tra i
                  filari delle generose viti
 
                  
                  - tra gli alti
                  steli del grano turco
 
                  
                  - tra i pioppi
                  piegati al vento ed i salici lamentosi
 
                  
                  - vicino agli
                  umidi specchi in cui ella si mira
 
                  
                  - durante il suo
                  vagare notturno.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Sale e
                  ridiscende la via
 
                  
                  - tra i campi di
                  grano e d'avena
 
                  
                  - tra le acacie ed
                  i carpini
 
                  
                  - i radi cipressi
                  dalle snelle figure
 
                  
                  - ed i vermigli
                  papaveri di fianco a sentieri e fossi
 
                  
                  - con il profumo
                  del muschio
 
                  
                  - che tutt'attorno
                  si spande.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Sale ancora tra
                  noccioli e prati
 
                  
                  - tra biancospini
                  e boschi
 
                  
                  - e tra sperduti
                  vigneti
 
                  
                  - tra rocce e
                  brulle zolle scure
 
                  
                  - erba medica e
                  ginestre dorate
 
                  
                  - tra le robuste
                  querce
 
                  
                  - accanto l'acque
                  dei ruscelli montani.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Se ne sta la
                  luna con gli astri d'attorno e fissa
 
                  
                  - sale la strada e
                  poi sale ancora
 
                  
                  - le nubi
                  somigliano ora all'acqua del mare
 
                  
                  - sale ed in
                  ultimo si perde nel cielo senza fine.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
                  - DANIELA
                  CARGNELUTTI
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Com'è nel
                  suo procedere
 
                  
                  - Ritmica in
                  continua oscillazione
 
                  
                  - Raggiustando
                  modi spigolosi
 
                  
                  - Ma scintilla di
                  luce
 
                  
                  - Appiattisce
                  impassibile fierezza
 
                  
                  - Rattrappita
                  ampiezza sgretola
 
                  
                  - Corpo violato
                  versato nel vuoto
 
                  
                  - Scansato nel
                  sonno
 
                  
                  - Intrappolato
                  nell'attimo.
 
                  
                  -  
 
                
             
            
            
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
 
                  
                  - La signora della
                  merceria
 
                  
                  - Ha chiuso le
                  serrande
 
                  
                  - Dismesso il
                  grembiule
 
                  
                  - Tolto i
                  denti
 
                  
                  - Ora
                  guarda
 
                  
                  - Passare la
                  merce
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                
               
             
            
            
          | 
         
            
               - ANNA
               CERISOLA
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Undici
                     settembre
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Lo
                  schianto
 
                  
                  - la
                  tenebra
 
                  
                  - che ci ha
                  condotti lontano
 
                  
                  - fra brandelli di
                  grattacieli
 
                  
                  - e pur dentro
                  ognuno di noi
 
                  
                  -  
 
                  
                  - nelle viscere
                  sconquassate
 
                  
                  - dell'incomprensibile
 
                  
                  - per ciò
                  ancor più lacerante
 
                  
                  - l'eterna memoria
                  che
 
                  
                  - oscura l'anima,
                  che
 
                  
                  - annega
                  l'innocenza
 
                  
                  -  
 
                  
                  - lumi
                  accesi
 
                  
                  - dentro il nostro
                  essere
 
                  
                  - preghiere
                  dette
 
                  
                  - con la voragine
                  delle menti
 
                  
                  - sussurrate o
                  invocate da
 
                  
                  - una caverna di
                  disperazione
 
                  
                  -  
 
                  
                  - e, di
                  fronte,
 
                  
                  - in una via del
                  mondo
 
                  
                  - divisi da un
                  solco
 
                  
                  - cuori di
                  ghiaccio
 
                  
                  - menti dal ghigno
                  oscurato
 
                  
                  - di chi non
                  conosce preghiera.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - L'assurdo umano
                  trascinare
 
                  
                  - fatto di
                  singhiozzi e di illusioni
 
                  
                  - non sa
                  rispondere alla propria coscienza
 
                  
                  - costruita su
                  cattedrali che si sfaldano
 
                  
                  - specchiata in
                  maschere di cera
 
                  
                  -  
 
                  
                  - sa solo chiedere
                  il riposo
 
                  
                  - fra le braccia
                  amorose
 
                  
                  - sulla coltre di
                  nubi argentee
 
                  
                  - lungo i pascoli
                  del cielo
 
                  
                  - del dolce
                  sonno
 
                  
                  - degli
                  angeli.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
      
      
         
            
            
             
            
            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - GERMANO
               COSTA
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Assaliti
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Siamo tutti
                  conquistati
 
                  
                  - Siamo tutti
                  manovrati
 
                  
                  - Da questo mondo
                  imperativo
 
                  
                  - E superlativo ma
                  frivolo
 
                  
                  - Solitudine che
                  avanza
 
                  
                  - Tristezza negli
                  sguardi Sorridenti
 
                  
                  - Ma
                  scontenti
 
                  
                  - Tutto questo
                  continuerà
 
                  
                  - Solo dio lo
                  sa.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Caldissimo
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Nudo venni al
                  mondo
 
                  
                  - Il primo calore
                  sentii
 
                  
                  - Dalle nude
                  mani
 
                  
                  - Che mi
                  attorniavano
 
                  
                  - Quando ella mi
                  abbracciò
 
                  
                  - Il suo calore mi
                  riscaldò
 
                  
                  - Mi
                  rinfrancò
 
                  
                  - Amore più
                  grande mai sentii
 
                  
                  - La sua dolce
                  carezza mai cercai
 
                  
                  - Mai la
                  trovai
 
                  
                  - D'un tratto mi
                  mancò
 
                  
                  - Il sonno eterno
                  con sé la portò
 
                  
                  - Solo mi
                  lasciò
 
                  
                  - Il tempo
                  passava
 
                  
                  - L'amore verso
                  lei mai cessava
 
                  
                  - Quando l'autunno
                  anche per me arrivò
 
                  
                  - Il suo nome
                  chiamai
 
                  
                  - Essa non
                  arrivò
 
                  
                  - Solo io
                  restai
 
                  
                  - Come al
                  principio arrivai
 
                  
                  - Dal mondo nudo
                  me n'andai.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  
                
               
             
          | 
         
            
               - ALESSANDRO
               FANFANI
 
               
               -  
 
               
               - OPERA SEGNALATA
               DALLA GIURIA
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Polvere di
                     vita
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Polvere di
                  vita
 
                  
                  - dispersa nel
                  tempo
 
                  
                  - lavata via da
                  lucide
 
                  
                  - lacrime di
                  pioggia,
 
                  
                  - come foglia nel
                  vento
 
                  
                  - vola il
                  pensiero
 
                  
                  - ogni
                  volta
 
                  
                  - ricadendo su se
                  stesso.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Le ossa della
                  terra
 
                  
                  - sono ora
                  fragili
 
                  
                  - corrose da
                  millenni
 
                  
                  - di dolorosa
                  sopportazione,
 
                  
                  - un tumore
                  maligno
 
                  
                  - sta piagando il
                  pianeta
 
                  
                  - divorandolo
                  lentamente
 
                  
                  - senza
                  pietà.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Un formicaio
                  impazzito
 
                  
                  - questo è
                  l'umanità
 
                  
                  - razza
                  dominatrice
 
                  
                  - schiava di se
                  stessa,
 
                  
                  - incatenata a
                  pregiudizi
 
                  
                  - prigioniera
                  dell'indifferenza
 
                  
                  - impregnata di un
                  putrescente
 
                  
                  - tanfo di
                  morte.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Cosa sarà
                  dell'uomo
 
                  
                  - quale destino
                  per i suoi figli
 
                  
                  - generati in
                  un'epoca
 
                  
                  - satura di
                  metallo avariato,
 
                  
                  - cosa
                  resterà
 
                  
                  - della nostra
                  breve esistenza
 
                  
                  - forse solo
                  polvere di vita
 
                  
                  - divorata dal
                  tempo.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  
                
               
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - FRANCESCO
               FERONE
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Ma un giorno
                     capirai...
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Ma un giorno
                  capirai
 
                  
                  - di non dover
                  temere le tenebre che ti avvolgono,
 
                  
                  - poiché
                  sono anch'esse parte di te,
 
                  
                  - l'oscurità
                  dei tuoi sentimenti celati
 
                  
                  - che ti
                  accompagna nei momenti ebbri di vita.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - A tastare il
                  mondo con i sensi,
 
                  
                  - un gioco
                  d'istinti e magnetici impulsi,
 
                  
                  - e comprendendo
                  oltre i miraggi,
 
                  
                  - amplierai i
                  confini dell'anima,
 
                  
                  - dove la
                  coscienza dell'Essere
 
                  
                  - e l'Io si
                  annientano
 
                  
                  - in eterna
                  unità cosmica.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Quando poi le
                  stagioni riempiranno il tuo cuore
 
                  
                  - l'anima le
                  avrà già rese indelebili,
 
                  
                  - e sarà
                  sempre pronta a distaccarsi e ripartire
 
                  
                  - confidando nel
                  divenire delle speranze
 
                  
                  - che conducono a
                  nuove esperienze.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Un mondo meno
                  illogico della fatalità
                  razionalizzata,
 
                  
                  - porta aperta per
                  la fine di squallide larve programmate,
 
                  
                  - prigionieri
                  ignari di ingannevoli felicità
                  riciclate,
 
                  
                  - intrappolati in
                  proiezioni di Maja,
 
                  
                  - senza più
                  vie d'uscita alla cecità
 
                  
                  - spacciata
                  consumisticamente
 
                  
                  - sotto le spoglie
                  dell'"Eterna favola del presente".
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ma un fine
                  autentico sarà celato dietro ogni
                  cambiamento,
 
                  
                  - mimetico ma in
                  ogni tempo, racchiuso nella vita
                  stessa,
 
                  
                  - fino
                  all'ambizione dell'anima,
 
                  
                  - un senso che si
                  rifletta oltre i limiti del tempo.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Altri argonauti
                  ancora ricercheranno
 
                  
                  - un senso che si
                  rifletta oltre il vuoto scaturito
 
                  
                  - dalla limitata
                  dimensione spazio-tempo tutta umana.
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
         
            
               - ALBERTO
               GUASCHI
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Salmo
                     2002
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Finalmente ti
                  invoco, o Signore!
 
                  
                  - nel mattino del
                  mondo
 
                  
                  - intriso di
                  speranza e fiaccato di delusione,
 
                  
                  - per i violenti
                  seduti su vette di sopraffazione
 
                  
                  - e per i deboli
                  che ti disprezzano e non hanno che te.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - In questo
                  mattino io grido per loro
 
                  
                  - ed anche per me
                  che sono come loro
 
                  
                  -  
 
                  
                  - perché
                  non sia crepuscolo: ti prego!
 
                  
                  - Tu sai che io mi
                  maledico,
 
                  
                  - ma si fa strada
                  la speranza poiché tu non mi
                  maledici.
 
                  
                  - Ti
                  offenderò innalzandomi al posto
                  tuo,
 
                  
                  - giudicando gli
                  altri e me con perversa intransigenza?
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ti
                  sminuirò non credendo alla giustizia del tuo
                  amore?
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Salvaci
                  dall'autocommiserazione
 
                  
                  - che ci fa
                  migliori di Dio!
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Puniscici per la
                  nostra inflessibilità
 
                  
                  - che ci fa
                  migliori di nostro fratello!
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Donaci la
                  pace
 
                  
                  - poiché di
                  pace si può vivere
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  -  
 
                
               
             
            
            
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
                  - DIEGO
                  LAURENTI
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Oasi
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Nell'Oasi di
                  pace
 
                  
                  - trovo albergo e
                  ristoro.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Sempre in
                  cerca
 
                  
                  - dell'oro della
                  vita
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ho
                  visitato
 
                  
                  - le più
                  buie contrade,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ...
                  sopravvissuto
 
                  
                  - ai corsi della
                  luna...
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ma la
                  fortuna
 
                  
                  - va man mano
                  scemando
 
                  
                  -  
 
                  
                  - come alla
                  vita
 
                  
                  -  
 
                  
                  - la
                  candela
 
                  
                  - d'un gioco
                  d'amore
 
                  
                  - a notte
                  fonda.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Cielo
                     grigio
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Un cielo
                  grigio
 
                  
                  - e l'aria
                  già fredda
 
                  
                  -  
 
                  
                  - da neve
                  incipiente
 
                  
                  - quasi fosse
                  Natale,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ma
                  mancano
 
                  
                  - - è vero
                  -
 
                  
                  - le
                  luci
 
                  
                  -  
 
                  
                  - e non è
                  tempo
 
                  
                  - di udire
                  canzoni
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ... che
                  giova...
 
                  
                  - chi
                  sente?...
 
                  
                  -  
 
                  
                  - le luci poi
                  spente
 
                  
                  - le inturbina il
                  vento
 
                  
                  -  
 
                  
                  - - lo sento
                  -
 
                  
                  - costringer le
                  ossa.
 
                  
                  -  
 
                
             
            
            
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
 
                  
                  
                
               
             
          | 
         
            
               - ERNESTINA
               MAZZA
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Mentre mi sei
                     accanto
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Fragile se ne va
                  il giorno
 
                  
                  - nei suoi tenui
                  colori.
 
                  
                  - Mentre mi sei
                  accanto,
 
                  
                  - corrono le
                  parole sul filo delle voci,
 
                  
                  - e gli occhi le
                  accompagnano in fondo all'anima.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
                  
                  
 
                     - Silenzio
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Silenzio, mai
                  completamente silenzio.
 
                  
                  - Le voci dei
                  pensieri
 
                  
                  - nel silenzio
                  della stanza
 
                  
                  - fanno rumore
                  nella mente.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
                  
                  
 
                     - Momenti e
                     pensieri
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Non possiedi
                  nessuno,
 
                  
                  - ma solo momenti
                  e pensieri
 
                  
                  - ti
                  appartengono.
 
                  
                  - Legami sottili
                  allacciati al tempo dal ritmo
                  irregolare
 
                  
                  - della mente e
                  del cuore.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  
                
               
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
                  - LUCA
                  NARDINI
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Il chitarrista
                  mano di cigno unghiata
 
                  
                  - o il pescatore
                  in secca,
 
                  
                  - fra i cordami,
                  la stella bruna e ossuta
 
                  
                  - di mari
                  lontanissimi,
 
                  
                  - è in
                  questo e altro che mi riconosco
 
                  
                  - quando disvesto
                  l'abito
 
                  
                  - più
                  congeniale, scriverti e scriverti
                  leggero.
 
                  
                  - Vedi? Quella che
                  chiami vita
 
                  
                  - per me è
                  un mistero, è l'ansia grave
 
                  
                  - del ritorno,
                  è come un porto d'acqua
 
                  
                  - chioccia di
                  nafta e di catrame. Io sono qui,
 
                  
                  - sono il ricordo
                  del nuovo da venire,
 
                  
                  - sono l'oggetto
                  più inservibile
 
                  
                  - che ha vomitato
                  il mare.
 
                  
                  -  
 
                
             
            
            
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
 
                  
                  - Non siamo noi la
                  polvere ma sabbia
 
                  
                  - che si imbeve,
                  opalescente resina
 
                  
                  - una volta
                  essiccata in ambra dura
 
                  
                  - ci
                  trasformeremo. Corre la vita
 
                  
                  - a precipizio non
                  per questo meno
 
                  
                  - credibile,
                  addirittura vera,
 
                  
                  - falso non
                  è quel che finisce ora.
 
                  
                  - Puoi credermi,
                  scintillante calia.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  - I
                  corpi,
 
                  
                  - nella
                  distrazione dei ragionamenti,
 
                  
                  - l'un l'altro
                  stringono se stessi,
 
                  
                  - mai
                  riposano
 
                  
                  - in via
                  definitiva, sognano alleanze
 
                  
                  - o
                  combattimenti,
 
                  
                  - si cercano,
                  incrociano radici e rami
 
                  
                  - a tua
                  insaputa,
 
                  
                  - e saltano i
                  fossati, i muri,
 
                  
                  - un fitto di
                  trame e ragnatele
 
                  
                  - sono i
                  corpi.
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
         
            
               - LEONARDO
               NARDO
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Il tempo
 
                      
                   
                  
                
               
               
               - Vorrei fermare il
               tempo
 
               il tempo andato 
               il tempo dell'amore 
               il tempo della poesia 
               dei giuramenti - delle certezze 
               delle sicurezze su ogni ti amo 
                
               Ho fermato il tempo 
               il tempo dei ricordi 
               Tu sei già passata 
               sei andata oltre 
               indolente e abulica 
               incurante di me!!!
               
               
                  -  
 
                
                
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
                  
                  
 
                     - L'illuso
 
                      
                   
                  
                  
                  - Ho scritto
                  tanto
 
                  per te e su dite 
                  Quasi tutto e di tutto 
                  ma tu come fa il vento 
                  raccogli-passi e te ne vai 
                  ed io nel mio pensar 
                  dormiente e credulo 
                  mi chiedo: 
                  Ho dedicato tutto questo 
                  a un sogno!!! 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - MARIA
               ROSA PEDINOTTI
 
               
               -  
 
               
               - OPERA 3^
               CLASSIFICATA
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Sia
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Il buio è
                  frantumato!
 
                  
                  - La luce
                  genera
 
                  
                  - ombre.
 
                  
                  - La luce
                  genera
 
                  
                  - drammi di
                  colore.
 
                  
                  - Il buio è
                  frantumato!
 
                  
                  - La luce
                  racconta
 
                  
                  - voci e
                  sospiri.
 
                  
                  - Il buio diviene
                  penombra.
 
                  
                  - La luce
                  genera
 
                  
                  - Amore.
 
                  
                  - Il nulla
                  è sconfitto
 
                  
                  - la luce
                  urla,
 
                  
                  - vince l'estremo
                  silenzio
 
                  
                  - e partorisce la
                  vita.
 
                  
                  - Il buio è
                  frantumato,
 
                  
                  - sia
                  benedetta
 
                  
                  - la
                  luce!!!
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Piuma
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Il
                  vento
 
                  
                  - ha ripulito
                  l'aria
 
                  
                  - e le
                  cose
 
                  
                  - lucidate a
                  specchio
 
                  
                  - riflettono
                  sull'anima
 
                  
                  - una gioiosa
                  euforia.
 
                  
                  - È un
                  trasporto di aquiloni
 
                  
                  - che il mio cuore
                  desidera.
 
                  
                  - È un
                  ricordo
 
                  
                  - di voli
                  incantati.
 
                  
                  - Seguo
 
                  
                  - Il turbinio
                  leggero
 
                  
                  - di una foglia
                  strappata al suo ramo.
 
                  
                  - Invidiosa
 
                  
                  - rabbuffo
                  pensieri scintillanti,
 
                  
                  - e li soffio
                  nel
 
                  
                  - vortice infinito
                  delle ore
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - ELIANA
               PEROTTI
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Il mio fischio del
                     treno
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Ed io voglio
                  restare seduta qui
 
                  
                  - su questo
                  scomodo duro macigno.
 
                  
                  - L'inverno mi
                  gira attorno,
 
                  
                  - gelato come la
                  punta delle mie immobili dita.
 
                  
                  - Sto qui, come la
                  nebbia leggera,
 
                  
                  - ad aspettare il
                  passaggio ed il fischio del treno.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ma quanti treni
                  passeranno e quanti treni fischieranno!
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Di questa mia
                  vita vedo chiaro il presente,
 
                  
                  - come i binari
                  davanti ai miei occhi ora.
 
                  
                  - Il passato ed il
                  futuro, scompaiono a poco a poco nella
                  nebbia,
 
                  
                  - diventando
                  tutt'uno col nulla.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Questa vita che
                  corre lungo i binari,
 
                  
                  - ora gelidi ed
                  irrigiditi dal freddo del cuore,
 
                  
                  - una volta caldi
                  e languidi d'una primavera inoltrata...
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ma quanti treni
                  passeranno e quanti treni fischieranno!
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Aspetto il
                  fischio del treno,
 
                  
                  - questo treno che
                  passa veloce, come tutta la vita
 
                  
                  - e fischia,
                  fischia forte ogni tanto.
 
                  
                  - Mi fischia
                  dentro ed interrompe tutto il mio rumore del
                  nulla.
 
                  
                  - Me ne sto qui,
                  aspettando che la vita mi scorra così
                  vicina,
 
                  
                  - da poterla
                  annusare, da poterla toccare.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ma quanti treni
                  passeranno e quanti treni fischieranno
 
                  
                  - che mi vedranno
                  sempre qui, ferma,
 
                  
                  - ad aspettare il
                  mio fischio del treno!
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Stanotte ho
                  sognato:
 
                  
                  - camminavo forte,
                  correvo forte lungo il binario,
 
                  
                  - e fischiavo,
                  fischiavo forte ogni tanto,
 
                  
                  - verso una nube
                  spezzata dal sereno.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  -  
 
                
               
             
            
            
          | 
      
      
         
            
               - 
               
               
 
               
               TORNA
               ALL'INDICE 
             
          | 
      
      
         
            
               - GIANLUIGI
               REDAELLI
               
               
 
                  -  
                  
                  
 
                     - Prigioniero
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Ho
                  visto
 
                  
                  - negli occhi del
                  sogno
 
                  
                  - una bianca
                  prigione
 
                  
                  - ovattata da
                  desideri e aspirazioni
 
                  
                  - che se
                  appagati
 
                  
                  - formano
                  catene.
 
                  
                  - Ho
                  capito
 
                  
                  - che la fuga
                  è vana
 
                  
                  - se ha la losca
                  smorfia
 
                  
                  - del
                  compromesso,
 
                  
                  - e se anche
                  riuscisse
 
                  
                  - la
                  risultante
 
                  
                  - sarebbe una
                  linea grigia
 
                  
                  - maculata da
                  infiniti dubbi.
 
                  
                  - Mi
                  perdo
 
                  
                  - nei meandri del
                  pensiero
 
                  
                  - mentre nuovi
                  obiettivi
 
                  
                  - si addensano
                  come nuvole
 
                  
                  - nel mio cielo
                  cupo
 
                  
                  - battuto da
                  sferzanti raffiche.
 
                  
                  - Mi
                  illudo
 
                  
                  - di essere a
                  prova d'urto
 
                  
                  - forte di
                  asseriti decisi propositi
 
                  
                  - ma ben
                  presto
 
                  
                  - si rivelano
                  nient'altro
 
                  
                  - che fragili
                  cascate di vetro...
 
                  
                  - Allucinazioni
 
                  
                  - mosse da
                  caroselli
 
                  
                  - di indicibili
                  fantasie
 
                  
                  - di ripetuti
                  interrogativi
 
                  
                  - di mulinanti
                  ossessioni...
 
                  
                  - Beffarde
                  sfuggenti
 
                  
                  - immagini di
                  vittoria
 
                  
                  - che
                  svaniscono
 
                  
                  - appena apro gli
                  occhi.
 
                  
                  - Allora
                  stramazzo
 
                  
                  - sui
                  tasti
 
                  
                  - e mi dichiaro
                  prigioniero.
 
                
               
             
            
            
            
             
            
             
          | 
         
            
               - GABRIELE
               ROSATI
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Se per giorni e per
                     anni e per secoli lunghi
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Se per giorni e
                  per anni e per secoli lunghi,
 
                  
                  - nel profugo
                  fluire delle ore,
 
                  
                  - nel viaggio che
                  proseguo stanco,
 
                  
                  - nel passo deciso
                  della notte nelle notti,
 
                  
                  - ancora ti
                  riscopro accanto
 
                  
                  - e non
                  scancello
 
                  
                  - - non so se dono
                  o pena del destino -
 
                  
                  - le vicende, le
                  memorie, gli atti,
 
                  
                  - l'ombra del
                  delirio nostro;
 
                  
                  - e se intere mi
                  tornano le immagini immutate:
 
                  
                  - ciò che
                  fummo, che siamo, che saremo,
 
                  
                  - ancora
                  inconsapevole ti scelgo,
 
                  
                  - dal pozzo della
                  memoria ti sollevo,
 
                  
                  - ove provai
                  sovente ad occultarti.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - A questo cuore
                  pazzo,
 
                  
                  - fatto a
                  brandelli, ucciso
 
                  
                  - dalle vicende
                  assurde,
 
                  
                  - che non è
                  un pezzo se non di macerie
 
                  
                  - - e non
                  più lo sazia la carità d'un ricordo
                  -
 
                  
                  - ora sei tornata
                  incontro
 
                  
                  - a questo cuore
                  pazzo
 
                  
                  - proprio
                  ora
 
                  
                  - sei tornata
                  incontro:
 
                  
                  - ora che non ti
                  sognavo,
 
                  
                  - ora che volevo
                  vivere.
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
               - FRANCESCO
               RUSSO
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Pensiero!
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Dove sei
                  pensiero?
 
                  
                  - Tu che accarezzi
                  il
 
                  
                  - cuore,
 
                  
                  - e come un
                  fiore
 
                  
                  - lasci il
                  profumo;
 
                  
                  - che infoltisce
                  l'anima.
 
                  
                  - Entri nel
                  vuoto
 
                  
                  - della mente,
                  come un ladro,
 
                  
                  - e nel buio
                  tenebroso
 
                  
                  - riversi la luce
                  nel
 
                  
                  - logo della tua
                  Festa.
 
                  
                  - Seduci i
                  colori
 
                  
                  - nel mistero
                  incantato,
 
                  
                  - vendi i
                  bollori
 
                  
                  - all'amore
                  proibito,
 
                  
                  - e sulle vesti
                  del
 
                  
                  - canto,
 
                  
                  - ti assopisci nel
                  sogno
 
                  
                  - di un desiderio
                  lontano!
 
                  
                  - Forza
                  inebriante
 
                  
                  - sui riflessi
                  degli occhi,
 
                  
                  - cavallo
                  marciante
 
                  
                  - sul potere che
                  tocchi;
 
                  
                  - regime di
                  vita
 
                  
                  - all'ignoranza
                  dei venti.
 
                  
                  - Dinanzi alla
                  luce
 
                  
                  - sei l'oro e
                  l'argento
 
                  
                  - abbandoni il tuo
                  trono
 
                  
                  - ai virosi
                  lamenti
 
                  
                  - fuggi
                  all'insegna di
 
                  
                  - un nuovo
                  castello;
 
                  
                  - sulla tempesta
                  dei tuoni
 
                  
                  - hai sviscerato
                  la morale
 
                  
                  - le tue ali
                  scrollano,
 
                  
                  - i
                  frammenti;
 
                  
                  - sulla tua
                  creatura mortale.
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  
                
               
             
          | 
         
            
                  - GIOVANNI
                  SALVATORE
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Invidia
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Distendi le
                  gambe mio giovane figlio,
 
                  
                  - i tuoi fantasmi
                  girano nella cameretta
 
                  
                  - mentre i pupazzi
                  odorano di cuoio.
 
                  
                  - La mamma ti ha
                  raccontato e tu, ora,
 
                  
                  - sogni
                  favole,
 
                  
                  - immagini mondi
                  di cartapesta profumata,
 
                  
                  - colori i disegni
                  dell'animo con un secchio di sfumature.
 
                  
                  - Come vorrei
                  essere te figlio,
 
                  
                  - un fanciullo,
                  primitivo senso d'istinto e paure,
 
                  
                  - un inventore di
                  realtà.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Il
                     pianto
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - C'è una
                  goccia che mi sfiora
 
                  
                  - è
                  strana,
 
                  
                  - non è che
                  non si possa notare,
 
                  
                  - ma luccica solo
                  per un attimo in su
 
                  
                  - la mia faccia,
                  fumiforme mela,
 
                  
                  - e la goccia si
                  confonde nel vapore,
 
                  
                  - sfiora senza
                  fine e dà timore
 
                  
                  - ma è
                  aspro, amaro e agro il suo odore,
 
                  
                  - sfiora l'ardua
                  pelle come arduo e ardente è
                  l'animo.
 
                  
                  - Sfugge alla
                  mente per trovare gloria e trionfo
 
                  
                  - nei nervi di uno
                  sbiadito fatto,
 
                  
                  - Ora,
                  ecco!
 
                  
                  - Tutto pare
                  chiaro, semplice, fragile e potente.
 
                  
                  - Credevo che non
                  lo fosse, chiaro,
 
                  
                  - almeno quando un
                  pianto sfoggia,
 
                  
                  - nella remota
                  virtù della speranza,
 
                  
                  - le sfumature in
                  bianco e nero.
 
                  
                  - Credevo che
                  fosse fragile e semplice,
 
                  
                  - perlomeno se si
                  ama un sogno.
 
                  
                  - Perennemente
                  è potente.
 
                  
                  - Troppo tardi, si
                  suol dire,
 
                  
                  - ho sentito il
                  mio volto,
 
                  
                  - svanito il
                  vapore, la goccia
 
                  
                  - era una
                  lacrima.
 
                  
                  - C'è una
                  lacrima che mi sfiora
 
                  
                  - se ne bagno il
                  cotone svanirebbe un'idea.
 
                
             
            
            
            
             
            
             
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               TORNA
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                  - STUDIO
                  MANDY
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Ed
                     ora
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Ed ora, che ho
                  dato nome ai miei sentimenti
 
                  
                  - E al verme che
                  mi divora
 
                  
                  - Che ho dato
                  parola, voce
 
                  
                  - All'abisso che
                  ho dentro,
 
                  
                  - che queste
                  parole sono così risonanti
 
                  
                  - da avere un
                  corpo,
 
                  
                  - che mi ritrovo
                  sopraffatta,
 
                  
                  - terrorizzata
                  davanti a questa realtà
 
                  
                  - che
                  tocco;
 
                  
                  -  
 
                  
                  - che mi resta da
                  fare per salvarmi?
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Se non tacere e
                  ributtare indietro
 
                  
                  - Nella voragine
                  questi mostri orrendi?
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Come si fa ad
                  annientare fuori, esorcizzando
 
                  
                  - Le profonde
                  fogne, senza togliersi la vita?
 
                  
                  - Qual è il
                  maledettissimo rituale?
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ora che non
                  posso far finta di non aver
 
                  
                  - Visto, udito,
                  toccato...
 
                  
                  - Ora che amarti
                  è così pesante,
 
                  
                  - Che voler morire
                  è così consapevole
 
                  
                  - Ora che non
                  riesco più a respirare
 
                  
                  - Soffocata dai
                  miei demoni
 
                  
                  - Che mi resta da
                  fare?
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Divoratemi fauci
                  infernali... sono qui... eccomi!
 
                  
                  -  
 
                
             
            
            
               - 
               
               
 
               
               www.studiomandy.com 
             
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               - KLEDIA
               SHEME
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Crepuscolo
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - T'ho aspettato a
                  lungo
 
                  
                  - mentre le nuvole
                  versavano
 
                  
                  - le ultime
                  lacrime nel crepuscolo
 
                  
                  - il vento
                  diffondeva i loro sussurri
 
                  
                  - come un prato di
                  sentimenti,
 
                  
                  - perso nei
                  ricordi.
 
                  
                  - Il bacio restava
                  sospeso
 
                  
                  - nella sabbia
                  bagnata
 
                  
                  - delle mie
                  labbra,
 
                  
                  - Io e Te,
                  lontano,
 
                  
                  - ai margini del
                  crepuscolo...
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
                  
                  
 
                     - Lacrime di
                     donna
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Quando
 
                  
                  - gli uomini
                  saranno
 
                  
                  - ospiti del
                  pianto di una donna
 
                  
                  - la loro
                  anima
 
                  
                  - nelle lacrime si
                  perderà
 
                  
                  - come un
                  vagabondo stracciato
 
                  
                  - per lavare il
                  peccato
 
                  
                  -  
 
                
               
               
               - 
               
               
 
               
               
               
                
                  -  
                  
                  
 
                     - Risveglio
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Non svegliarti -
                  m'hai detto - senza di me
 
                  
                  - Ho paura di
                  iniziare
                  
                  
                        - solo
 
                      
                  
  
                  
                  - il
                  giorno
 
                
               
               
               - Dormi tranquillo -
               t'ho risposto!
 
               
               - Al mattino
               uccideremo
               
               
                     - insieme
 
                   
               
  
               
               - la
               paura...
 
               
               -  
 
             
            
            
            
             
            
             
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               ES
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - Tempesta
                     marina
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - Ti
                  piomberò sulla testa
 
                  
                  - come una
                  montagna di sale.
 
                  
                  - La pioggia
                  limerà
 
                  
                  - le imperfezioni
                  sul mio corpo
 
                  
                  - lavando via le
                  alghe ed i coralli,
 
                  
                  - indosserò
                  il vestito di ghiaccio
 
                  
                  - d'acqua di
                  tempesta,
 
                  
                  - ai piedi scarpe
                  di ricci
 
                  
                  - frantumati dai
                  naufragi.
 
                  
                  - Ti
                  piomberò sulla testa
 
                  
                  - per sbriciolarmi
                  su di te
 
                  
                  - nella nebbia
                  soffocata
 
                  
                  - di cristalli
                  d'arcobaleno.
 
                  
                  - Tu blocca se
                  puoi la mia mano
 
                  
                  - sulle punte
                  degli scogli
 
                  
                  - macchiate di
                  sangue,
 
                  
                  - lecca queste
                  gocce di vita
 
                  
                  - prima che si
                  confondano sul tuo seno.
 
                  
                  - Ti
                  piomberò sulla testa
 
                  
                  - per sciogliere
                  la glassa dei sensi
 
                  
                  - sui sentimenti
                  che calpesti,
 
                  
                  - come fossero
                  carboni ardenti
 
                  
                  - fra i denti del
                  tempo.
 
                  
                  - Ti
                  regalerò il mio vestito di
                  ghiaccio
 
                  
                  - d'acqua di
                  tempesta
 
                  
                  - per trascinarti
                  con me
 
                  
                  - nell'abbraccio
                  delle onde.
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
          | 
         
            
               - MARGHERITA
               TRAMONTANO
               
               
 
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
                  
                  
 
                     - La Quarta
                     Strada
 
                   
                  
                  
                  -  
 
                  
                  - La quarta strada
                  è quella della madre
 
                  
                  - che culla a
                  sé milioni di morti
 
                  
                  - abbraccia e
                  prega entrambi i contendenti
 
                  
                  - Da che parte
                  stai mamma?
 
                  
                  - Tutt'e
                  due
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Con l'uno, con
                  l'altro
 
                  
                  - con nessuno dei
                  due, solo per me
 
                  
                  -  
 
                  
                  - È il
                  quarto dove ce ne sono tre
 
                  
                  - è il
                  quarto che conta
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Il quarto che
                  trasforma il cerchio in sfera
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Il quarto che
                  impariamo a non vedere
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Non neutrali,
                  no, mai.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Utraquali?
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                   
                
               
             
            
            
          | 
      
      
         
            
               - FEDERICO
               TOPA 
 
               
               -  
 
               
               - OPERA 1^
               CLASSIFICATA
               
               
                     -  
 
                     
                     -  
 
                     
                     -  
                     
                     
 
                        - Villa Torre di
                        Cingoli 
 
                        
                        - ore 12 del
                        11.8.2002
 
                      
                      
  
                     
                     -  
 
                     
                     - Mi stringono
                     il cuore e mi affliggono
 
                     
                     - queste
                     bianche strade polverose
 
                     
                     - ricche di
                     sognanti ciottoli
 
                     
                     - che
                     attraversano gli ulivi
 
                     
                     - ed i coppi
                     pensosi di borgo S. Flaviano;
 
                     
                     - un cane
                     percorre la bianca strada
 
                     
                     - portandomi un
                     ricordo di fionda
 
                     
                     - e un canto
                     mattutino di tortore;
 
                     
                     - ma non mi
                     riconosce.
 
                   
               
               
               
               
                
               
               
            
            
            
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            TORNA
            ALL'INDICE
          | 
      
      
         
            
               - Se
               non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla
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               al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
               numero 0298233100
 
             
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                  -  
 
                  
                  - 
                  
                  
 
                  
                  RISULTATI
                  DEI CONCORSI 
                  
                  - RITORNA
                  ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei
                  mesi)
 
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                  CLUB 
                  E-Mail: concorsi@club.it
                   
                  
                  -  
 
                  
                  - Ins.
                  15-09-2003 
   
                
             
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