LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Edoardo Roncatti

È nato il 4 marzo 1954 a Bondeno (Fe), dove vive e lavora. La scrittura è sempre stata la sua amica di vita, ama infatti scrivere racconti, poesie e si diletta anche a comporre versi e brevi storie nel vernacolo locale. Dal 1999 ha deciso di partecipare a concorsi sia di narrativa che di poesia, riuscendo a piazzare ai primi posti le sue composizioni in oltre trenta concorsi. Con tre racconti ha vinto il primo premio in tre edizioni del concorso nazionale di narrativa di Biella: 1999, Il Davide Innamorato; 2001, Il sentiero dei passi perduti; 2002, La pettinatrice calva. Intende pubblicare una raccolta di poesie.


  • Clicca qui per leggere l'opera, inserita nell'antologia Olympia - Città di Montegrotto Terme 2001
  • Clicca qui per leggere l'opera, inserita nell'antologia Poeti Adda 2001
  • Clicca qui per leggere l'opera, inserita nell'antologia Il Club dei Poeti 2002

Acqua
 
Nascosta
in una nuvola di muschio,
correva al suo fiume,
linfa rigogliosa
nei profumi dei campi,
poté scorrere
libera
in ogni anfratto.
Emozione
di carezza in un sasso:
infinita essenza.
Melodia
in bocche riarse,
d'incanto apparse.
Raccolse
ombre per i giorni assolati:
luce
immersa nel rivo.
Danzò leggera
in mani innocenti,
lavò sincera
cuori dolenti,
scavò altera
animi potenti.
Gorgogliò in flutti
negli occhi di tutti...
... guardando la sera,
divenne Chimera.

Cos'è una poesia
 
Traccia d'amore,
sparsa su un labbro
dimenticato socchiuso
in un dolore
conficcato nel cuore,
uncino d'acciaio:
il tuo addio.
 
Amore in fette sottili,
quasi invisibili;
coltelli troppo affilati:
futuro senza sentiero,
cenere sparsa,
fogli bruciati.
 
Disinteresse,
solo fast food:
quale amore?
 
Cerco luce d'emozione
nell'anima devastata,
maledico
ogni tua orma dentro me,
per poterti amare
fino all'ultimo sospiro:
silenzioso.

È ancora giorno
 
Un bimbo senza età,
verso sera,
rincorreva falene nei cespugli estivi:
dal tuo incolmabile stupore,
tu lo guardavi sorridendo.
 
La notte
fu illuminata dai lampi,
sconvolta dai tuoni,
bagnata da un grappolo di pioggia silenziosa:
dalla veranda fiorita,
tu la guardavi sospettosa.
 
Il sonno non portò serenità.
La stanza, a tratti,
fu inondata da lingue di fuoco:
Calvario nei giorni del dolore,
tu la guardavi sbadigliando.
 
In tralice,
fra stucchi ed antiche stoffe,
timido il Sole diventò nuovo giorno,
uscisti per raccogliere il suo tepore:
"È ancora giorno",
tu lo guardavi stupefatta.
 

L'organza e l'olifanza
 
Il fiore dai petali
di cristallo
s'inerpicò nel deserto
del prezioso dono.
 
La rosa nera
dipinta dal vento
volle spine irsute
di delicatezze sconosciute.
 
Tu, nascosta
in un labbro di mare
ti copristi il volto con schiume vigorose.
Posasti il tuo corpo
nell'impalpabile organza
fatta di naturale sostanza.
 
Nell'eremo devozionale meditasti a lungo,
elevasti il cuore,
comprendesti il dolore,
imparasti ad amare.
 
Nei segni eterni
uniti nel cielo
cogliesti l'essenza:
preghiera e pazienza.
 
Nell'immenso spazio
collocasti il pensiero,
innalzasti il corpo in dolorosa spirale d'amore.
Dorata sul viola
d'inebriata olifanza
cogliesti l'assoluta sostanza.
 

Con te, Signore
 
La tua casa ha porte larghe,
Signore
anch'io ho potuto entrare.
 
Mi hai chiamato,
dal buio dei giorni desolati,
hai aperto le tue braccia,
il tuo sorriso;
in un'unica vera parola
hai messo ogni verità:
amore.
 
Ho percorso i sentieri
dei giorni dissipati nel nulla,
dei silenzi senza ragione,
delle parole nascoste alla dignità.
 
So che non mi darai
cenere per ricordo,
tu conosci il verbo
ed io ascolterò
il tuo canto,
Signore,
che dal cielo risuonerà
in ogni luogo.
 
Canterai
Per gli amori senza avvenire,
per quelli che mai finiranno,
per il mio,
che ancora non ho compreso.
 
Se ti piacerà,
Signore,
farò con te il viaggio verso la luce;
tu che sei pura luminescenza,
m'indicherai il giusto cammino,
seguirò le tue orme,
la tua mano,
per non perderti più.
 

Riposa mio sognare
 
Riposa mio sognare:
nel nido d'aquila
che domina
l'anelito di vita,
 
nei fili d'erba
ingialliti
dal cuscino di brina,
 
nel tiepido soffio del vento
che sulle labbra
sussurra parole d'amore.
 
Riposa mio sognare:
nella luce
che in tralice sul tramonto
attende l'oscurità,
 
nella passione che sopisce
dimentica d'Inferno
di smodati tormenti,
 
nel canto della ragione
che è umana dignità
in ogni colore.
 

Desiderio
 
Giovani
gli occhi ancora,
guardano estasiati
la falce messoria:
consumata,
arruginita,
silenziosa
e senza canto
appesa,
nel buio fienile.
 
Inarcato
corpo di donna:
tremante bastone,
mani consumate,
gambe malferme;
campo biondo,
non sarà falciato!
 
Inutile,
inappagato desiderio,
solo vivo ricordo;
pensiero sul passato,
raccolto sudato.
 

Le voci dentro
 
Sera,
scesa dai vetri,
fredda compagna
di un'altra notte,
silenziosa.
 
Rumori,
inascoltati suoni
di messaggi
non risposti,
demenziali.
 
Timori,
vuoti riporti
di vari ricordi
non riposti,
inessenziali.
 
Vera,
la voce che sento,
vecchia compagna
di antiche lotte,
maliziosa.
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Agg. 10-02-2004