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Sono 434 le edizioni della fiera più importante di tutto il sud Milano che richiama ogni anno a Melegnano, durante le festività Pasquali, 30 mila visitatori.
Le origini di questo avvenimento così importante dal punto di vista economico, culturale e sociale sono da ricercarsi proprio in quel che accadde quasi cinquecento anni fa e di cui è fedele testimone lo storico melegnanese don Cesare Amelli.
Il cardinale milanese Giovanni Angelo Medici, zio del più celebre San Carlo Borromeo, giunge una sera, a ora tarda, nell'antica Marignano dov'è marchese suo fratello Giangiacomo. Avendo inviato un servo a chiedere alloggio, si sente rispondere che in quella casa i preti non sono ben accetti. La tradizione vuole che il porporato trovi allora accoglienza presso il prevosto, suo amico, don Giovanni Pavesi. Non solo: il giorno seguente tutti gli abitanti del borgo si recano da lui per rendergli omaggio. Cosa che fa piacere al Medici il quale non dimentica l'episodio quando il giorno di Natale del 1559, a 60 anni, viene eletto Pontefice. Tra i membri di una delegazione milanese recatasi a rendergli omaggio vi sono alcuni Medici del castello di Marignano e il prevosto don Giovanni Pavesi, che in quell'occasione chiede al Papa un'indulgenza plenaria a favore dei suoi concittadini.
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La Basilica di S.Giovanni in cui è esposta la Bolla del Perdono. Già i cronisti dell'epoca raccontano della predilizione che il Papa, col nome di Pio IV, ha per tutto il territorio di Milano, terra che considera sua patria e alla quale si sente legato da affetto sincero. Il Pontefice valuta dunque attentamente la richiesta e decide di accoglierla, anche perché nel frattempo ha ereditato da Giangiacomo il castello di Marignano e, pur cedendo il titolo di marchese al fratello Agosto, ne mantiene la proprietà. Inoltre, essendo laureato in legge ed esperto in materia di fisco, affari e tasse, prevede, grazie al suo senso pratico, che l'accorrere della gente per acquisire il perdono potrebbe favorire i commercianti marignanesi. Scrive così di suo pugno la preziosa pergamena concedendo la remissione dei peccati a tutti coloro che si recheranno a visitare la chiesa di San Giovanni Battista a Marignano nei giorni dal Giovedì Santo al Venerdì di Passione.
La sua intuizione si dimostra più che mai veritiera.
Un cronista dell'800 scrive che, nei giorni della Fiera del Perdono, i commercianti melegnanesi registrano un incasso pari a quello di un intero anno.
Nei secoli la manifestazione subisce varie trasformazioni, prolungandosi da uno a più giorni in sintonia con la crescita economica e l'evoluzione del territorio. L'agricoltura, prima predominante, ora ha una presenza ridimensionata. La fiera commerciale, invece, si propone come importante vetrina per l'economia locale.
E, nel tempo, l'immagine di questo evento, che assume anche la connotazione della sagra, viene sempre più consolidandosi come espressione corale cittadina, accompagnata da iniziative culturali, sportive e ricreative che da marzo a giugno - nell'arco della primavera melegnanese - ne fanno ormai la festa di tutti.... e di Melegnano
Cerniera fra il Milanese e il Lodigiano (dista 17 km da Milano, 16 da Lodi e 35 da Pavia), Melegnano sorge a 88 metri sul livello del mare ed è attraversata dal fiume Lambro. Ha una superficie di circa 5 chilometri quadrati e una popolazione di 17 mila abitanti.
Una forte presenza associativa e di volontariato caratterizzano attualmente la città, le cui origini storiche sono probabilmente da riferire all'epoca romana, quando sorge una stazione di scambio dei cavalli fra Milano e Piacenza.
Completamente distrutta nel 1239 dopo essere stato al centro dei conflitti fra Federico II e i milanesi, il borgo trova nuova vita nel XIV e XV secolo grazie ai Visconti, in particolare a Bernabò, che fa costruire il suo castello sulle rive del Lambro, vicino alla sua zona di caccia.
Principale teatro della "battaglia dei giganti", dove gli svizzeri, alleati con gli Sforza, vengono sconfitti dai francesi di Francesco I, questo centro agricolo è anche palcoscenico della disastrosa battaglia fra francesi e austriaci del 1859 (8 giugno, seconda guerra d'indipendenza), in ricordo della quale è stato costruito l'ossario.
Non va dimenticato, infine, l'importante ruolo svolto da Melegnano nella lotta antifascista durante la resistenza.