Luigi Forte
 
DEL POVERO BERTOL BRECH OVVERO L'ARTE DELLA SIMULAZIONE
1. H. Müller, Notate zu Fatzer, in: Die Zeit, 17.3.1978, p. 50.
("Brecht parla molto di sé. Ma anche quando dice:"Io, il drammaturgo", non è mai
Brecht. Non è la persona Brecht, è sempre anche un ruolo - dunque anche sempre il
personaggio"). Si veda anche la calzante affermazione di Hermann Kesten:"Er war
der Regisseur seines Lebens, seiner Person, seiner Stücke und fremder Stücke und
Einfälle, die er mit seiner Laxheit in Dingen des geistigen Eigentums so begeistert übernahm, wie
er gern Schule machte", cit. in J. Fuegi, Brecht & Co., Hamburg 1997, p. 25-26.
2. U. Eco, La Repubblica.
3. Genette, Figures, II, p. 157. ("è sempre mascherato o travestito").
4. B.Brecht, Schriften zur Kunst und Literatur, 1920-1932, I, Frankf. a. M. 1967, p. 30. ("L'atteggiamento di una persona di fronte al mondo dovrebbe essere il più possibile di tipo letterario
(...) Tutti i grandi uomini furono letterati").
5. F. Kafka, Briefe an Felice, p. 226 ("Il romanzo sono io, le mie storie sono io") e Tagebücher, p. 200 ("nient'altro (...) che letteratura").
6. B. Brecht, Tagebücher 1920-22, Frankf. a.M. 1975, p. 131 ("Se in una persona si esaurisce il gusto per la letteratura, essa è perduta; infatti di fronte a tutti gli avvenimenti umani una persona colta si interessa sempre e soltanto della loro veste letteraria, del loro stile, della loro etica, della levigatezza della loro pointe o della brutalità della loro raffinatezza", in: B.B., Diari 1920-22, trad. di B. Zagari, Torino 1983, p. 127.
7. R. Jakobson, "Was ist Poesie", in: W.-D. Stempel (Hrsg.), Texte der russischen Formalisten, Bd. II, München 1972, p. 407 (" Ogni espressione verbale stilizza e trasforma in un certo senso il fatto
rappresentato. Determinante è la tendenza, il pathos, il referente, la pre-censura, la provvista di schemi precostituiti").
8. J. Starobinski, J.J. Rousseau - La trasparence et l'obstacle, Paris1971, p. 236. ("Non ha molta importanza quel poco di verosimiglianza aneddotica dell'autoritratto, perché l'anima del pittore s'è manifestata nella maniera, nel tocco, nello stile".
9. B. Brecht, Journale, I, Bd. 26, p. 108 ("Sono cattivo, frequento bettole, la fiera e i soldati e conosco canzoni sboccate...") e Tagebücher, op. cit., p. 90 ("Sono io che corrompo giovinetti e divoro le giovani donne" in: B.B., Diari 1920-22, op. cit., p.87).
10. Si tratta nell'ordine delle seguenti citazioni: B.B., Journale, op. cit., p.1O9 ("Sono già un po' corrotto, selvaggio e duro e avido di potere"); B.B., Gedichte 1, in: Werke, Bd. 11, hrsg. von W. Hecht (u.a.), Frankf. a. M. 1988 p. 17 ("Ho riempito troppi ventri..."); BBA 1504/36: si tratta di un appunto inedito, che così prosegue:"Wie unsittlich wäre das öffentliche Leben ohne diese beiden Einrichtungen!" ("Il borghese è importante quanto il pisciatoio.Quanto sarebbe immorale la vita pubblica senza queste due istituzioni!"); B.B., Gedichte 3, op. cit., Frankf. a. M. 1993, p. 229 ("Qui c'è Bertolt Brecht su una bianca pietra/asino carnivoro, maiale contrito/metà idolo nero e metà scimmia/fanfarone..., leccapiedi e pretaccio").
11. B. Brecht, Journale, op. cit., p. 108. ("So scrivere, so scrivere testi teatrali migliori di quelli di Hebbel, più sfacciati di quelli di Wedekind...").
12. B. Brecht, Tagebücher 1920-22, Frankf. a. M. 1975, p. 138. ("Rilevo che comincio a diventare un classico").
13. E. Goffmann, Wir alle spielen Theater. Die Selbstdarstellung im Alltag, München
1973, p. 231("...un effetto drammatico, che si sviluppa da una scena rappresentata").
14. B. Brecht, Journale, op. cit., p. 67 ("Ho la sensazione, Eugen, che lei un
giorno diventerà un grande del nostro popolo").
15. B. Brecht, Tagebücher, op. cit., p. 110 ("Il padre è un genio, il bambino è avvolto in panni puliti...", op. cit., p. 107).
16. R. Ezra Park, Race and culture, Glencoe (Ill.) 1950, p. 249, cit. in: E. Goffman, Wir alle spielen Theater, op. cit. p. 21.
17. B. Brecht, Tagebücher, op. cit., p. 208 ("Come paesaggio eroico ho scelto la città, come punto di vista la relatività, come situazione l'ingresso in massa del genere umano nelle grandi città all'inizio del terzo millennio, come contenuto gli appetiti...", op.
cit., p. 203).
18. Cfr. W.Jens, Der Lyriker Brecht, in: W.J., Zueignungen, München 1962, p. 28. Per quanto riguarda H.-Th. Lehmann, cfr. Das Subjekt der Hauspostille. Eine neue Lektüre des Gedichts Vom
armen B.B, in: Brecht-Jahrbuch, p. 22-42.
19. J. Starobinski, Montaigne et la dénonciation du mensonge, in: O. Marquard-K. Stierle (Hrsg.), Identität, München 1979, p. 478 ("affidata all'opera scritta, al libro, alla letteratura" "...occupava il posto lasciato vuoto dal declino delle autorità tradizionali").
20. R. Caillois, Les jeux et les hommes (Le masque et le vertige), Paris 1958, p. 39 ("gioca a credere a farsi credere o a far credere agli altri che lui è uno diverso da se stesso.Scorda, maschera, spoglia temporaneamente la sua personalità per simularne un'altra").
21. G. Vattimo, Il soggetto e la maschera, Milano 1974, p. 215.
22. B.Brecht, Gedichte 1, op. cit., p. 120 ("Di queste città resterà: il vento che le attraversa!", in: B.B., Libro di devozioni domestiche, trad. di R. Fertonani, Torino1964, p. 132).
23. Fr. Nietzsche, Also sprach Zarathustra, in: F.N., Werke in drei Bänden, hrsg. von K. Schlechta, Bd. II, München 1966, p. 294
("Prendersi il diritto a nuovi valori è (...) per lui un predare e
un atto da animale da preda", in: F.N., Così parlò Zarathustra, a
cura di F. Masini, Roma 1980, p. 18).
24. B. Brecht, Baal...("Vivo di ostilità. Mi interessa tutto ciò
che posso divorare").
25. W. Benjamin, Schriften, Bd. II, hrsg. von Th. W. Adorno/ G. Adorno, Frankf. a. M. 1955, p. 361 ("Banchettare non significa soltanto nutrirsi, significa anche mordere, distruggere", in: W.
B., Commenti ad alcune liriche di Brecht, in: W. B., L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, Torino 1966, p. 149.
26. Fr. Nietzsche, op. cit., p. 281 ("Quel che è grande nell'uomo è che egli è un ponte e non una meta; quel che si può amare nell'uomo è che egli è transizione e tramonto", op. cir;, p. 7).
27. Fr. Nietzsche, scheda Lit.: Leben 4,1.
28. G. Vattimo, op. cit., p. 29.
29. H.v. Hofmannsthal, "Das Theater des Neuen", in: Lustspiele IV, GW, hrsg. von H. Steiner, Frankf. a.M. 1956, pp. 4O5-426. Cfr. anche H.P. Hermann, "Von Baal zur Heiligen Johanna der Schlachthöfe. Die dramatische Produktion des jungen Brecht als Ort gesellschaftlicher Erfahrung", in: Poetika, H.2, Bd. V, April 1972 p. 205.
30. B. Brecht, Baal. Drei Fassungen, Frankf. a. M. 1976, p. 17.
31. Fr. Nietzsche, Die fröhliche Wissenschaft, op. cit., Bd. II, p. 113-114 ("...non c'è nulla che ci faccia tanto bene come il berretto del monello (...) Dobbiamo poter sovrastare anche la morale: (...) inoltre, ondeggiare e giocare su di essa! Come potremmo perciò fare a meno dell' arte, e anche del giullare in: F.N., La gaia scienza...
32. B. Brecht, Briefe, hrsg. von Günter Glaeser, Frankf. a.M. 1981, p. 44 ("essa sottrae l'elemento ludico alla vita...").
33. J. Starobinski, Portait de l'artiste en saltimbanque, Genève 1970, p. 136 e 143.
34. BBA, 214/17.
35. Cfr. in proposito Arnolt Bronnen, Tage mit Bertolt Brecht. Geschichte einer unvollendeten Freundschaft, Wien/München/Basel 1960, p. 43.
36. Béla Grunberger, Vom Narzißmus zum Objekt, Frankf. a. M. 1977, p. 77 (tit. orig. Le narcissisme. Essais de psychoanalyse, Paris 1971).
37. I. Kant, Antropologie, Akademie-Ausgabe, Bd. XV, p. 94.
38. G. Vattimo, op. cit., p. 36.
39. Ibid., p. 140.
40. Béla Grunberger, op. cit., p. 310.
41. B.Brecht, Journale, op. cit., p. 116 ("Quarant'ani e la mia opera sarà la strofa d i commiato dal millennio. Provo amore per coloro che tramontano e piacere per il loro tramonto, in: B.B., Diari, op. cit., p. 191.
42 B.Brecht, Tagebücher 1920-22, op. cit., p. 205 ("Vorrei però che tutto venisse
mangiato, trasformato, consumato fino in fondo", in: B.B., Diari, op. cit., p. 200).
43. J. Starobinski, Montaigne et la dénonciation du mensonge, art. cit., p.
472 ("Diventare il proprio teatro di se stesso").
 
 
 

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