- XXIV
EDIZIONE DEL PREMIO NAZIONALE DI NARRATIVA
BERGAMO
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- VINCE
ANDREJ LONGO con "DIECI"
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- "Dieci"
di Andrej Longo, pubblicato da Adelphi, ha vinto la XXIV
edizione del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo. Nelle
preferenze della Giuria popolare il libro dello scrittore
Andrej Longo che ha ottenuto un totale di 37 voti, ha
preceduto ""Se consideri le colpe" " di Andrea Bajani
(Einaudi), accreditato di 24 voti. Al terzo posto con 21
voti, "L'Acchito" di Pietro Grossi (Sellerio), segue
"L'illusione del bene" di Cristina Comencini
(Feltrinelli) con 16 voti. Chiude la cinquina "Sirene" di
Laura Pugno (Einaudi) con 11 voti. Non si tratta comunque
di una vera e propria graduatoria, in quanto il
regolamento del Premio prevede che tutti i finalisti
siano considerati "vincitori a pari merito fino
all'assegnazione finale".
- Ecco
dunque il verdetto tanto atteso, così come
è emerso dallo spoglio pubblico delle schede di
votazione che s'è svolto nel tardo pomeriggio di
oggi a Bergamo. Com'è ormai consuetudine, una
rappresentanza di "fedelissimi" del Premio s'era fatta
trovare per tempo Presso il Centro di Formazione UBI
Banca messa a disposizione dalla Banca Popolare di
Bergamo desiderosa di prendere parte a un piccolo rito
sempre dispensatore di qualche emozione.
- Poco
dopo le 18 - alla presenza del presidente
dell'Associazione Premio Nazionale di Narrativa Bergamo,
avvocato Massimo Rocchi, dello scrittore Lucio Klobas in
rappresentanza del Comitato scientifico, del Segretario
del Premio Flavia Alborghetti e della Prof.sa Adriana
Lorenzi, coordinatrice degli incontri con gli autori -
sono state aperte le buste contenenti le schede di
votazione. Alle preferenze espresse dalla Giuria popolare
nell'ambito della "cinquina" finalista, il regolamento
assegna infatti il potere insindacabile di decretare il
vincitore assoluto del Premio Nazionale di Narrativa
Bergamo.
- Le
schede pervenute compilate alla Segreteria del Premio,
entro il termine tassativo del 14 aprile scorso, sono
state in tutto 109 su 124: i voti ritenuti validi sono
stati 109. A suo tempo erano state distribuite, per
l'esercizio del voto, ai 60 giurati "over 25", ai 40
membri della "giuria giovane" e a una ventina di "gruppi
di lettura", costituitisi nell'ambito di istituti
scolastici, biblioteche e centri culturali della
città e della provincia.
- Concluso
lo spoglio dei voti, effettuato ad alta voce, pochi
minuti prima delle 19 il presidente Massimo Rocchi ha
potuto annunciare ufficialmente la vittoria di Andrej
Longo e del suo libro "Dieci". In coda a questo
comunicato, ripropongo le note (con la scheda di lettura
a cura del Comitato scientifico) sul libro e sull'autore
vincitori, già diffuse in occasione dell'incontro
che lo ha visto a Bergamo lo scorso 13 Marzo.
- Con
la designazione del vincitore, anche la XXIV edizione del
Premio Nazionale di Narrativa Bergamo si avvia verso la
sua conclusione. Ricordiamo che il Premio deve ancora
celebrare il suo momento più solenne, che
avrà luogo Mercoledì 23 aprile alle ore
17:30 con la premiazione del vincitore. Nella cornice
della splendida Sala Viterbi del Palazzo della Provincia,
l'autore del libro più votato avrà l'onore
di essere premiato, dall'importante critico letterario
romano ANDREA CORTELLESSA, che quest'anno è stato
nominato membro del Comitato Scientifico
dell'Associazione Premio Nazionale di Narrativa Bergamo,
sostituendo Alfredo Giuliani scomparso la scorsa
estate.
- Già
facente parte della Giuria Tecnica del Premio Giovane
Critica, Cortellessa è dottore di ricerca in
Italianistica presso l'Università "La Sapienza",
collabora ai programmi culturali di RAI - Radio Tre e con
numerose riviste letterarie ("Alias", "L'Indice",
"l'Unità", il mensile "Poesia") ha pubblicato il
volume "Le notti chiare erano tutte un'alba" ('98) ,
"Ungaretti" con videocassetta ('00), "La fisica del
senso. Saggi e interventi su poeti italiani dal 1940 a
oggi (Fazi). Ha curato diversi volumi fra i quali di
Giorgio Manganelli La favola pitagorica. Luoghi italiani
(Adelphi 2005) e L'isola pianeta e altri Settentrioni
(ivi 2006) nonché il numero monografico di Riga
sullo stesso Manganelli (con Marco Belpoliti, Marcos y
Marcos 2006); di Giovanni Raboni La poesia che si fa.
Cronaca e storia del Novecento poetico italiano 1959-2004
(Garzanti 2005), di Elio Pagliarani Tutte le poesie
1946-2005 (ivi 2006). Inoltre, in collaborazione con
altri sette critici, l'antologia Parola plurale. 64 poeti
italiani fra due secoli (Luca Sossella 2005). Collabora
ad Alias (supplemento del Manifesto), ttL (supplemento
della Stampa), L'Indice dei libri del mese, Poesia e Il
Caffè illustrato. Fa parte del comitato di
redazione del Verri.
- Nel
corso di questa cerimonia, il trionfatore della XXIV
edizione riceverà fra l'altro un assegno di
duemila e cinquecento Euro, mentre cinquecento Euro
andranno a ciascuno degli altri autori finalisti: un
montepremi che ricalca, in valore assoluto, quello
distribuito già a partire dalla prima edizione del
Premio. Nella stessa occasione, verranno attribuiti anche
gli speciali riconoscimenti istituiti - grazie al
sostegno di due sponsor storici della manifestazione, la
Fondazione Banca Popolare di Bergamo Onlus e il Credito
Bergamasco - per premiare i migliori giudizi critici
espressi rispettivamente dai giurati "over 25" e dalla
componente "giovane" della Giuria popolare. A chiusura
seguirà un intervento musicale di Robi Zonca
Band.
- Solo
all'indomani della cerimonia di premiazione potrà
dirsi consegnata agli archivi anche l'avventura della
XXIV edizione del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo:
una vicenda entrata nella sua fase più
appassionante verso la metà di febbraio quando, su
indicazione del Comitato scientifico, sono stati
annunciati gli autori e i titoli dei libri
finalisti.
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- Bergamo,
17 aprile 2008
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- SITO
WEB UFFICIALE:
- www.premiobg.it
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- SEGRETERIA
ORGANIZZATIVA E DIREZIONE ARTISTICA
- Flavia
Alborghetti
- info@premiobg.it
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- UFFICIO
STAMPA:
- Paola
Colombelli
- Ufficio
Stampa Fleisch
- Via
Libertà 1/C, 24050
- Zanica
Bergamo
- mob.
+39 333 2931776
- paola@fleisch-agency.com
- www.fleisch-agency.com
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- "Dieci"
- Andrej
Longo
- (Adelphi)
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- Brevi
note biografiche:
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- Andrej
Longo è nato a Ischia. Si divide tra la scrittura
di testi per la radio, il teatro e il cinema, e il
lavoro
- di
pizzaiolo. Il suo nome e' un omaggio del padre a Guerra e
Pace di Tolstoj. Ricevette molti rifiuti prima di
incontrare l'editore Meridiano Zero che gli ha pubblicato
"Piu' o meno alle tre", una raccolta di racconti. In
seguito la Rizzoli gli ha pubblicato Adelante. Nel 2007
l'Adelphi riconosce la sua bravura e pubblica il suo
romanzo, sotto forma di racconti: "Dieci". Longo spedi'
proprio l'opera Dieci a 12 case editrici, 11 lo
rifiutarono. E' stato accettato da Adelphi. Longo, in
un'intervista al quotidiano la Repubblica ha
detto:"Quando mi hanno rifiutato non ho provato nulla, in
fondo fa parte della vita. E io di no ne ho
avuti
- una
valanga.
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- La
"scheda di lettura" a cura dell'Associazione Premio
Nazionale di Narrativa Bergamo:
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- Andrej
Longo è uno scrittore di piccole storie, frammenti
in cui si riflette, come in un caleidoscopio, il cosmo
intero. Sin dal suo esordio in Più o meno alle
tre, costruisce i propri racconti attraverso la
compressione progressiva della narrazione che si sviluppa
non mediante descrizioni, bensì utilizzando solo
il dialogo. Nel parlato napoletano, stretto ma non
strettissimo, c'è già tutto lo svolgimento
della storia. La lingua funziona come una molla che si
comprime via via, sino a che non scatta con un colpo
secco nel finale. L'energia è nel ritmo delle
frasi, nella cadenza delle voci, nella polifonia che
paradossalmente è sempre una musica per voce sola.
Longo è bravissimo a riattivare ciò che
giace inerte nel linguaggio collettivo e privato. Questo
perché in ogni singola voce dei suoi racconti
c'è sempre qualcosa d'altro, un mondo, quello
esterno, che è privato e pubblico nel medesimo
tempo. Longo sembra amare i titoli con i numeri: Dieci
sono i comandamenti di cui egli ci dà la sua
particolare versione. L'abilità dello scrittore
nato a Ischia consiste nell'evitare il patetico, il
ridondante, e al tempo stesso di chiudere il racconto
prima che la tragedia ricada su se stessa. C'è
qualcosa in lui del narratore orale, quello che Walter
Benjamin diceva scomparso. Ognuno dei personaggi che
mette in scena - la ragazzina incinta, il cantante da
matrimonio, il guappo, l'innamorato, ecc. - possiede il
tono del perdente radicale: sconta la propria
identità già nella prima frase,
nell'attacco e negli intercalari, nelle frasi fatte. In
quel tratto linguistico c'è tutta la delusione
dell'essere al mondo, in questo mondo che è poi
Napoli. Alcuni di questi racconti valgono un'inchiesta
sociologica, pur non avendo nulla a che fare con la
sociologia. Forse perché ogni personaggio di Longo
è già esso stesso una società a
sé: la società della solitudine e della
sconfitta.
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- Andrej
Longo, Dieci, Adelphi, pp. 144, ¤
15,00
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-
- Dal
sito Adelphi:
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- Vanessa
che «quando si mette le calze nere e la gonna corta
di pelle pare proprio 'na femmina»; il tredicenne
che di fronte alla sofferenza della madre è capace
di un gesto terribile: «perché qualcuno
doveva farlo», perché «ci sta un limite
a tutto»; la ragazza che a una sola persona, un
gatto di stoffa chiamato Monnezza, può raccontare
che cosa significhi subire sul proprio corpo la violenza
di un adulto; il piccolo malavitoso costretto ad
abbassare gli occhi davanti a un anziano pensionato
pacatamente deciso a non abbassare i propri;
Reibàn, che nel corso di una notte balorda in
compagnia dei suoi amici Panzarotto e Rolèx ruba
la macchina sbagliata e dovrà pagarla cara: sono
solo alcuni dei personaggi che il lettore
incontrerà in questi dieci racconti - dieci come i
dieci comandamenti - e che difficilmente riuscirà
a dimenticare. Perché ognuno viene fuori dalla
pagina di Andrej Longo con una esattezza quasi dolorosa -
con le sue paure e i suoi rimorsi, le sue viltà e
la sua grazia -, in virtù di una scrittura
asciutta ed esigente, tutta costruita su dialoghi
rapidissimi, scarni, a volte brutali. Nei racconti di
Longo non c'è mai una parola superflua, ma ci sono
tutte quelle che servono a darci, di quell'universo
metropolitano che si chiama Napoli, un'immagine
radicalmente nuova - e folgorante.
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