Le
            antologie 
            dei concorsi de Il Club degli autori
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               - Antologia del
               premio letterario
 
               M. Yourcenar 
                
             
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               - INDICE
 
               
               -  
 
               
               - Prefazione
               a cura di Maria
               Organtini,
               Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò, Giuseppe
               Bellucci, Domenico Bisio, Franca Bossi, Mariano
               Canò, Andrea Caputo,
               Delio Carnevali,
               Carlo Carrea, Caterina Rossi Mandrini, Alessandra
               Crabbia, Filippo Giuseppe Di Bennardo, Marisa Elia,
               Marco Forni, Giovanna
               Fozzer,
               Marco Galli,
               Pietro Garanzini,
               Elisabetta Ghiglieri,
               Giovanni Ghirga, Ilaria Giaconi, Simonetta
               Gravina,
               Denis La Commara,
               Alessandro
               Latrofa,
               Stefano
               Mallardi,
               Livio Malusà, Giovanni Mangano, Lucia Maddalena
               Mastrosimone, Elena Matta, Luca Melani, Cristina
               Meloni, Anna Maria Monchiero, Yvonne Moosmüller,
               Dino Valentino Moro, Marta Murari, Maurizio
               Nascimbene,
               Eleonora Negri,
               Giuditta Ongaro,
               Lorenzo
               Panelli,
               Claudia Pastorino, Matteo Pazzi, Luciano Postogna,
               Daniela Raimondi, Ermano Raso, Benedetta Rigoli,
               Antonio
               Rossi,
               Luciana
               Scaglia Grenna,
               Giuseppe Scigliano, Maria Antonietta Sozio, Stefano
               Valeri, Carmine T.A. Verazzo, Giovanni
               Zappalà,
               Antonio Zocchi
 
               
               -  
 
               
               
             
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               -  
 
               
               - Come
               avere l'antologia
 
             
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                     - Prefazione
 
                     
                     -  
 
                     
                     - L'evento
                     che si esplicita in un concorso di poesia, pare
                     sempre già avvenuto eppure è
                     sempre in divenire: suscita stupore e perenne
                     attesa.
 
                     
                     - Ogni
                     volta è un'immersione totale nell'anima
                     del poeta che ci partecipa i suoi intendimenti,
                     le sue ansie racchiusi nei versi, e ce li
                     consegna demandando a noi di farci interpreti di
                     una metamorfosi che si esplicita nel vivere
                     quotidiano.
 
                     
                     - Nel
                     Premio Marguerite Yourcenar 2000 si evidenzia
                     una selezione tematica notevole, lo sforzo di
                     partecipare i "bisogni" dell'umanità: la
                     Vita stessa che costruisce il tessuto dove si
                     addensa la trama di una realtà
                     generazionale che chiede di essere
                     ascoltata.
 
                     
                     - Ogni
                     testo di questa edizione meriterebbe di essere
                     commentato, ma poiché questo non è
                     possibile, vorrei soffermarmi almeno su taluni e
                     non importa la classifica perché questa
                     è in riferimento al sistema di
                     autovotazione tra i dodici
                     finalisti.
 
                     
                     - ...Ascoltalo
                     il silenzio/mentre sussurra nel cuore/parole mai
                     ascoltate/tradotte da primordiali emozioni...
                     (da Silenziosi venti dell'est di Stefano Valeri)
                     è un invito ad approfondire i nostri
                     sentimenti, le nostre emozioni, a non fermarsi
                     alla superficie, ma bensì a "grattare"
                     sotto la scorza che resiste sotto il morso della
                     propria soddisfazione.
 
                     
                     - E
                     questo è un'invito che ritroviamo anche
                     da altre parti, in altri testi e ciò ci
                     conforta perché è segno che
                     l'evoluzione del pensiero si fa sempre
                     più pressante.
 
                     
                     - La
                     dolce tenerezza di un amore ci viene incontro
                     nella poesia Veli di Denis la Commara Presi la
                     tua mano nella mia mano / mentre l'allodola
                     cantava i sentieri di sempre... Hai mai pianto
                     l'amore per celebrarlo?
 
                     
                     - Nel
                     mistero della Pasqua un destino tragico si
                     compie, ma il poeta fa suo l'urlo di un gabbiano
                     e scioglie così le ultime resistenze a
                     fronte del mistero che la vita medesima
                     c'impone. È questo il messaggio della
                     poesia di Marisa Elia. La ricerca del nostro
                     vivere, le motivazione per cui ogni giorno
                     torniamo a sperare è il leit-motiv della
                     poesia E disse di Delio Carnevali e proprio qui
                     che la nostra storia di uomini ci appare come un
                     continuo travaglio. Il tempo è fecondo
                     nelle attese e si stempera nell'immagine che
                     ogni di noi porta dentro. In questo tempo di
                     attesa mi piace ricordare una frase di
                     Marguerite Yourcenar nel suo libro Alexis
                     ...Vinsi. A forza di pietose cadute e di
                     più pietose vittorie, giunsi a vivere un
                     intero anno come avrei voluto vivere tutta la
                     vita.
 
                     
                     -  
 
                     
                     - Maria
                     Organtini
 
                     
                     - Presidente
                     della Giuria sezione Poesia
 
                     
                     -  
 
                     
                     -  
 
                   
                
               
               
                  -  
                  
                  
 
                     -  
 
                     
                     - TORNA
                     ALL'INDICE
 
                   
                  
                
             
            
            
          | 
      
      
         
            
                  - Delio
                  Carnevali
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Opera
                  8° classificata
 
                  
                  -  
 
                  
                  - E
                  disse (1)
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ci
                  sono giorni che non so che sia
 
                  
                  - il
                  pianeta terra.
 
                  
                  - Mi
                  guardo intorno a sera
 
                  
                  - appena
                  il sole dorme, e vedo
 
                  
                  - impressionati
                  a fondo nello spazio
 
                  
                  - opaco
                  del crepuscolo segni infiniti,
 
                  
                  - alberi,
                  colline, uccelli, oscure forme
 
                  
                  - e
                  i fantasmi discreti della luce
 
                  
                  - che
                  s'appressa alla morte quotidiana.
 
                  
                  - Quasi
                  non riconosco i miti
 
                  
                  - di
                  questo globo così poco adatto
 
                  
                  - alla
                  vita, ed ecco torna il terrore
 
                  
                  - d'essere
                  altrove, viaggiatore
 
                  
                  - di
                  spazi inesplorati,
 
                  
                  - senza
                  casa né patria.
 
                  
                  - Cerco
                  uno specchio per fermare il dubbio
 
                  
                  - alla
                  figura che ricordo
 
                  
                  - e
                  mi chiedo chi sono, rinnovando
 
                  
                  - quell'antica
                  parola della Genesi
 
                  
                  - che
                  mi quietò le ansie adolescenti.
 
                  
                  - Ma
                  non so a chi somiglio,
 
                  
                  - non
                  so dov'è l'immagine promessa
 
                  
                  - che
                  dovrebbe ricondurmi ai sogni,
 
                  
                  - quell'infinito
                  ovale che ricordi
 
                  
                  - la
                  mia faccia, dov'è un pensiero
 
                  
                  - che
                  conosca il mio pensiero,
 
                  
                  - un
                  cuore che del mio sveli il linguaggio.
 
                  
                  - Quello
                  che so dell'uomo è quanto
 
                  
                  - dicono
                  i libri, quello che mi torna
 
                  
                  - con
                  l'eco dell'infanzia,
 
                  
                  - quello
                  che vedo quando conto gli anni
 
                  
                  - della
                  storia e spio quelli che vivo.
 
                  
                  - In
                  nessun luogo mai un segno che dia
 
                  
                  - una
                  dimensione umana oltre il reale.
 
                  
                  - Allora
                  mi nascondo alla luce
 
                  
                  - e
                  piango sul Dio che mi somiglia.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - (1)
                  E disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine
                  
 
                  
                  - e
                  somiglianza". Genesi: 2,26
 
                  
                  
                
             
          | 
         
            
                  - Giovanna
                  Fozzer
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Opera
                  9° classificata
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Sequenza
 
                  
                  -  
 
                  
                  - La
                  mente un arabesco di ramages,
 
                  
                  - intreccio
                  di vene palpitanti
 
                  
                  - che
                  diramano da un unico pensiero,
 
                  
                  - pensiero
                  dolcissimo possente.
 
                  
                  - Vietato
                  da ragione ed esperienza,
 
                  
                  - sognare
                  è ancora sgranare
 
                  
                  - sequenze
                  di parole fiamma-ardente,
 
                  
                  -  
 
                  
                  - oppure
                  inventare soave,
 
                  
                  - affondare
                  le radici nell'antico,
 
                  
                  - ondate-dolcezza
 
                  
                  - d'incantate
                  filastrocche balbettate,
 
                  
                  - chiamare
                  chiamare con nomi amorosi di cose,
 
                  
                  - d'uccelli
                  e d'animali e fiori,
 
                  
                  - invocare
                  invocare
 
                  
                  - &endash;
                  amiche fantasie giocose della mente.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Propria
                  di voi è anche
 
                  
                  - grande
                  tenerezza segreta,
 
                  
                  - fuga
                  visibile dal dolore altrui,
 
                  
                  - visibile
                  astensione dal proprio;
 
                  
                  - "ci
                  diremo un addio senza propositi",
 
                  
                  - sentimento
                  della soglia o forse
 
                  
                  - necessità
                  dell'abbandono, della perdita.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Libere
                  forme cangianti appena
 
                  
                  - quasi
                  lenti densi colori
 
                  
                  - su
                  lastra di marmo,
 
                  
                  - nitidi
                  in voi si compongono
 
                  
                  - elementi
                  potenti di pensiero, silente
 
                  
                  - vita
                  interiore.
 
                  
                  - Misura
                  cavalleresca, celata nei segni sottili,
 
                  
                  - nell'arabesco
                  di svagatezza e silenzio.
 
                  
                  
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
            
            
          | 
      
      
         
            
                  - Marco
                  Galli
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Sagome
                  nere
 
                  
                  -  
 
                  
                  - La
                  luce bianca della Luna staglia
 
                  
                  - un
                  bolero di sagome nere danzanti
 
                  
                  - sui
                  fianchi languidi della collina.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Risalgono
                  ininterrotta spirale
 
                  
                  - vorticosa
                  il colle fin alla sommità
 
                  
                  - del
                  cono, e lì sostano, e libano
 
                  
                  - intorno
                  alle antiche are, muschiose
 
                  
                  - vestigia
                  del perduto mondo.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - In
                  nove giorni, al più,
                  scomparirà
 
                  
                  - la
                  Luna, e con essa, sorelle, anche
 
                  
                  - le
                  sagome nere danzanti morranno.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - L'Allegria,
                  26 marzo 2000
 
                  
                  
                
             
          | 
         
            
                  - Elisabetta
                  Ghiglieri
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ricordi?
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Un
                  tintinnio di campanelle giapponesi
 
                  
                  - era
                  il cuore
 
                  
                  - quando
                  il tuo respiro
 
                  
                  - soffiava
                  lieve
 
                  
                  - tra
                  sguardi incantati
 
                  
                  - e
                  calde carezze.
 
                  
                  - Sopiti
                  e raccolti
 
                  
                  - nel
                  cavo delle tue mani
 
                  
                  - riposavano
                  i pensieri
 
                  
                  - non
                  più sperduti
 
                  
                  - nella
                  raffica impietosa
 
                  
                  - dell'ultima
                  tempesta.
 
                  
                  - Ricordi?
                  il baluginare d'argento
 
                  
                  - su
                  lunghe onde
 
                  
                  - increspate
                  da brividi
 
                  
                  - di
                  brezza notturna,
 
                  
                  - ricordi?
                  l'attesa
 
                  
                  - ed
                  i silenzi vibranti,
 
                  
                  - emozioni
                  nuove
 
                  
                  - solo
                  sognate nelle notti
 
                  
                  - di
                  un tempo già dimenticato.
 
                  
                  
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - Simonetta
                  Gravina
 
                  
                  -  
 
                  
                  - La
                  scala in salita
 
                  
                  -  
 
                  
                  - C'è
                  una scala
 
                  
                  - che
                  conduce alla pace
 
                  
                  - e
                  i suoi gradini
 
                  
                  - sono
                  di brace.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ogni
                  scalino
 
                  
                  - è
                  un sospiro del cuore.
 
                  
                  - In
                  ciascuno
 
                  
                  - c'è
                  un po' di dolore.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Gradino,
                  gradino
 
                  
                  - arranchi
                  in salita
 
                  
                  - per
                  ogni passo
 
                  
                  - un
                  ricordo stonato.
 
                  
                  - Su
                  ogni piolo
 
                  
                  - un
                  sogno finito.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Non
                  devi voltarti,
 
                  
                  - il
                  passato è perduto,
 
                  
                  - il
                  presente è già nel
                  passato.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Su
                  ogni scalino
 
                  
                  - c'è
                  una lacrima antica.
 
                  
                  - La
                  vita percorre una strada in salita.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Non
                  ti crucciare
 
                  
                  - mia
                  carissima amica
 
                  
                  - la
                  fatica
 
                  
                  - fa
                  più dolce la vita.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Stringi
                  i denti
 
                  
                  - e
                  aguzza l'ingegno.
 
                  
                  - L'impegno
                  gratifica il sogno.
 
                  
                  
                
             
          | 
         
            
                  - Denis
                  La Commara
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Opera
                  6° classificata
 
                  
                  -  
 
                  
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                  -  
 
                  
                  - Presi
                  la tua mano nella mia mano
 
                  
                  - mentre
                  l'allodola cantava i sentieri di sempre
 
                  
                  - in
                  un bosco giallo filtrato di rosso
 
                  
                  - guardavo
                  i tuoi occhi incoronati da piccoli
                  fiori
 
                  
                  - e
                  la candida veste scendeva come un abito
                  talare
 
                  
                  - e
                  lieve sottolineava il tuo incedere
                  leggero.
 
                  
                  - Frizzante
                  e fresca l'alba interruppe il fiero
                  pianto
 
                  
                  - che
                  amò la notte ed i nostri corpi
 
                  
                  - e
                  sgorgava caldo e sincero dagli occhi
                  appagati
 
                  
                  - rigando
                  le guance e mischiando le essenze,
 
                  
                  - come
                  due fiumi addolciscono il mare.
 
                  
                  - Hai
                  mai pianto l'amore per celebrarlo?
 
                  
                  
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - Alessandro
                  Latrofa
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Si
                  stronca
 
                  
                  - In
                  ritirata
 
                  
                  - Il
                  cuore
 
                  
                  - Si
                  perpetra
 
                  
                  - In
                  fuga
 
                  
                  - Come
                  l'ultimo tiro
 
                  
                  - Che
                  non finisce mai
 
                  
                  - Fino
                  a bruciare
 
                  
                  - E
                  secco
 
                  
                  - A
                  cadere in cenere
 
                  
                  - Gustando
                  ancora
 
                  
                  - Ciò
                  che è passato
 
                  
                  - Ma
                  il fu è già morte
 
                  
                  - Ma
                  come stella
 
                  
                  - Arriva
 
                  
                  - In
                  tardi
 
                  
                  - Defunta
 
                  
                  - Ai
                  nostri occhi
 
                  
                  - Ignari
 
                  
                  - S'annuncia
 
                  
                  - Viva
 
                  
                  - E
                  cancrena
 
                  
                  - In
                  fondo
 
                  
                  - Accascia
 
                  
                  - Di
                  luce
 
                  
                  - E
                  scaglia
 
                  
                  - Nell'annuncio
 
                  
                  - Un
                  folle
 
                  
                  - Di
                  sopravvivenza
 
                  
                  - Dai
                  tempo al tempo
 
                  
                  - Mi
                  spegnerò
 
                  
                  
                
             
          | 
         
            
                  - Stefano
                  Mallardi
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ti
                  amo
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ti
                  amo, o sera,
 
                  
                  - quando
                  silente
 
                  
                  - mi
                  mostri tutta intera
 
                  
                  - l'immensa
                  cupola nera;
 
                  
                  - quando
                  mi fai sentir parte
 
                  
                  - dell'infinito
                  mistero;
 
                  
                  - e
                  quando m'incantano
 
                  
                  - la
                  luna, le stelle
 
                  
                  - e
                  quelle piccolissime
 
                  
                  - remote
                  fiammelle.
 
                  
                  
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - Eleonora
                  Negri
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Notti
                  a Milano
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Luci.
 
                  
                  - Miriadi
                  di stelle
 
                  
                  - offuscate
                  dal fumo di costellazioni alla deriva.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Notti
                  a Milano.
 
                  
                  - Locali
                  come prigioni per 
 
                  
                  - nostalgiche
                  evasioni
 
                  
                  - a
                  rincorrere profumi di emozioni mischiati ad alcol,
                  riso, solitudine.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Sei
                  lì.
 
                  
                  - Al
                  centro dell'universo, alta, sinuosa.
 
                  
                  - Anonimo
                  sole.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Balli.
 
                  
                  - Funambolica
                  musica ti attraversa come adrenalina.
 
                  
                  - Volteggi
                  farfalla intrisa dal nero di seppia.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Indifferente.
 
                  
                  - Cerchi
                  un raggio d'amore che trafigga
                  l'oscurità
 
                  
                  - e
                  ti avvolga come seta perenne.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Questa
                  sera,
 
                  
                  - sono
                  solo voci, occhi, gesti,
 
                  
                  - fruscii
                  di abiti appesantiti dai calumet
 
                  
                  - e
                  dalle solite storie metropolitane.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Dormi,
 
                  
                  - dama
                  leggiadra.
 
                  
                  - Domani
                  calerà un'altra notte.
 
                  
                  - Un
                  tiepido incontro.
 
                  
                  - Vedrai,
                  non è un sogno...
 
                  
                  
                
             
          | 
         
            
                  - Giuditta
                  Ongaro
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Se
                  tu fossi qui
 
                  
                  -  
 
                  
                  - A
                  volte penso che se tu fossi qui
 
                  
                  - tutto
                  sarebbe diverso
 
                  
                  - se
                  tu fossi qui
 
                  
                  - vedresti
                  le mie mille candele accese
 
                  
                  - le
                  mie mille speranze svanite
 
                  
                  - le
                  mie mille solitudini
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Niente
                  di tutto questo
 
                  
                  - nonostante
                  i miei sforzi cambia
 
                  
                  - niente
                  sembra passare
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Non
                  si può tornare
 
                  
                  - alla
                  fierezza&endash;alla pienezza
 
                  
                  - di
                  quei giorni di tarda estate
 
                  
                  - quando
                  tutto sembrava così semplice
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Sembra
                  un sogno il solo pensiero
 
                  
                  - poter
                  tornare a passeggiare
 
                  
                  - per
                  quelle spiagge infinite
 
                  
                  - per
                  quelle strade infinite...
 
                  
                  - Null'altro
                  aveva importanza
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Perché
                  mi cerchi ancora...
 
                  
                  - perché
                  non mi cerchi più...
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Il
                  pavimento rosso
 
                  
                  - il
                  vento caldo
 
                  
                  - le
                  risate e le stelle
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Qual
                  è la vita?
 
                  
                  - Quale
                  sarà il momento
 
                  
                  - in
                  cui mi verrai a prendere
 
                  
                  - e
                  mi porterai ancora su quello scoglio
 
                  
                  - dove
                  il rumore del mare era assordante?
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - Lorenzo
                  Panelli
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Obbligo
                  mondano
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Chissà
                  perché l'innocenza (peccato)
 
                  
                  - dilaga
                  lontano da me
 
                  
                  - nel
                  mondo (nuova strada)
 
                  
                  - Si
                  apre realtà
 
                  
                  - La
                  Bellezza Divina dell'Ingenuità
 
                  
                  - (madre
                  pura?)
 
                  
                  - per
                  lei vivo che mi bruci
 
                  
                  - l-e-n-t-o/a
 
                  
                  - conto
                  alla rovescia.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Chissà
                  come sarebbe
 
                  
                  - (quanto
                  varrebbe?)
 
                  
                  - Il
                  Rifugio Segreto dell'Anima
 
                  
                  - dalle
                  ortiche profanato
 
                  
                  - (ingiustificatamente
                  esaltato)
 
                  
                  - forzato!
 
                  
                  
                
             
          | 
         
            
                  - Antonio
                  Rossi
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Adesso
                  il sogno è spento
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Adesso
                  il sogno è spento,
 
                  
                  - nessuno
                  canta per le vie di Montmartre,
 
                  
                  - i
                  ballerini non hanno più
                  caviglie,
 
                  
                  - le
                  figlie della luna hanno chiuso le
                  finestre.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Adesso
                  il cane magro ha da mangiare,
 
                  
                  - il
                  vaporetto insanguina la Senna,
 
                  
                  - il
                  fagiano ha un occhio un po' svagato,
 
                  
                  - l'iride
                  del falco indora un pesce gatto.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ma
                  il vecchio mendicante non ha amore
 
                  
                  - e
                  testardo si addentra nei cortili,
 
                  
                  - cerca
                  colombe verdi da nutrire,
 
                  
                  - odia
                  la melma e danza sulle spine.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - E
                  danza e ride come un gallo pigro,
 
                  
                  - zampilla
                  come l'acqua di una fonte stravagante,
 
                  
                  - sospira
                  come un rospo farcito di ghirlande,
 
                  
                  - respira
                  come un candido usignolo inconcludente.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Adesso
                  il sogno è spento,
 
                  
                  - nessuno
                  geme nella Maison Teilleur,
 
                  
                  - le
                  guance incipriate sono orrende
                  tartarughe,
 
                  
                  - le
                  labbra lussuriose sono piante
                  rinsecchite.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Adesso
                  la fortuna rischiara anche le ombre,
 
                  
                  - le
                  rane moribonde insorgono panciute,
 
                  
                  - i
                  corvi amareggiati si saziano di miele,
 
                  
                  - il
                  fiele delle volpi diventa un dolce
                  fiore.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Ma
                  il vecchio mendicante non ha amore
 
                  
                  - e
                  testardo si addentra nei cortili,
 
                  
                  - cerca
                  giovani meduse da scoiare,
 
                  
                  - odia
                  le belve e danza coi serpenti.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - E
                  danza e ride come un bimbo senza denti,
 
                  
                  - rincorre
                  le lucertole sfuggite alle poiane,
 
                  
                  - esplora
                  le caverne scavate con violenza,
 
                  
                  - inonda
                  di innocenza la strada del peccato.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Adesso
                  il sogno è spento.
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Nessuno
                  si ricorda della morte.
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - 
                  
                  
 
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE 
                
             
          | 
      
      
         
            
                  - Luciana
                  Scaglia Grenna
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - ...
                  Occhi...
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Occhi
                  che osservano,
 
                  
                  - divertiti,
 
                  
                  - per
                  mettere alla prova,
 
                  
                  - occhi
                  che assomigliano a due grandi fari
 
                  
                  - pronti
                  ad illuminare,
 
                  
                  - occhi
                  neri come il carbone
 
                  
                  - che
                  guardano
 
                  
                  - in
                  attesa di una parola dolce
 
                  
                  - perché
                  sentono il bisogno
 
                  
                  - di
                  gratificazione
 
                  
                  - per
                  continuare il complicato cammino
 
                  
                  - che
                  hanno deciso di intraprendere,
 
                  
                  - occhi
                  luccicanti e interessati
 
                  
                  - a
                  ciò che avvertono
 
                  
                  - perché
                  sanno
 
                  
                  - che
                  c'è tanta verità
 
                  
                  - nelle
                  parole fluide e sincere
 
                  
                  - non
                  complicate,
 
                  
                  - non
                  difficili da essere capite.
 
                  
                  - Occhi
                  imploranti,
 
                  
                  - a
                  volte attraversati
 
                  
                  - da
                  una luce melanconica
 
                  
                  - che
                  sembra
 
                  
                  - vogliano
                  sussurrare
 
                  
                  - non
                  abbandonatemi:
 
                  
                  - ho
                  bisogno di voi.
 
                  
                  
                
             
          | 
         
            
                  - Antonio
                  Zocchi
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Opera
                  12° classificata
 
                  
                  -  
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Di
                  cosa Morrai, 
 
                  
                  - cosa
                  ardua è saperlo 
 
                  
                  -  
 
                  
                  - 25/12/1999
 
                  
                  -  
 
                  
                  - Di
                  cosa morrai,
 
                  
                  - cosa
                  ardua è saperlo
 
                  
                  - perché
                  la tua mente
 
                  
                  - cancella
                  la morte,
 
                  
                  - nel
                  soffio immortale
 
                  
                  - che
                  è la tua anima.
 
                  
                  - Nel
                  soffio scomposto,
 
                  
                  - dell'indecisione
                  di un gatto
 
                  
                  - ho
                  visto l'incertezza
 
                  
                  - scontrarsi
                  con la follia,
 
                  
                  - d'istanti
                  sconosciuti
 
                  
                  - che
                  provocano scuro.
 
                  
                  - Se
                  fuggo con la ragione
 
                  
                  - ritorna
                  il sentimento
 
                  
                  - che
                  consuma quelle briciole
 
                  
                  - che
                  la vita mi ha lasciato.
 
                  
                  - Il
                  folle è come un intimo respiro
 
                  
                  - che
                  m'assale in attimo remoto
 
                  
                  - mi
                  lascia pensare.
 
                  
                  - Di
                  cosa morrò non voglio saperlo
 
                  
                  - perché
                  la mia vita
 
                  
                  - voglio
                  che resti
 
                  
                  - un'eterna
                  domanda.
 
                  
                  
                
             
          | 
      
      
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               al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
               numero 0298233100
 
             
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                  RISULTATI
                  DEL CONCORSO M. YOURCENAR 2000 
                  
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