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Alcuni racconti tratti dal
libro "Racconti del cuore"
- Vorrei del tempo anche per
me:
- uno spazio per vivere e
sognare
- senza l'angoscia di
ritrovarmi esclusa
- da quella parte di
immenso
- che tanto amo e
continuamente cerco.
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- Il richiamo
dell'arte...
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- Nutrivo da tempo il vivo desiderio di
scrivere.
- L'idea mi entusiasmava: fermare qualche soffio
di vita su anonimi fogli di carta era una sensazione
grande alla quale sentivo di non dover
rinunciare.
- Avrei finalmente creato qualcosa!
- Creare: scrivendo.
- Sarebbe stato un po' come evadere, raggiungere
un'altra dimensione e non per schivare la
realtà, bensì per prenderne coscienza,
conquistarla e in silenzio gustarne ogni
briciola.
- La parola più banale e il più
fugace degli attimi sarebbero passati attraverso la
magica metamorfosi della fantasia: intima occasione
per tuffarmi completamente nel gioco della
vita!
- Sì, il bisogno sentivo: di scrivere, di
comunicare e... finalmente poter liberare ogni mio
pensiero.
- Era forse una sfida al tempo, lento roditore
che senza pietà ingoia porzioni di vita che non
gli spettano?
- No, non era solo questo: qualcosa d'altro
accendeva il mio slancio.
- Da sempre avevo cullato una sommessa
aspirazione che in varie circostanze mi aveva spinta a
misurarmi con la mediocrità a me
vicina.
- Mi aveva spinta a convincermi di non
appartenere a quella sfera di cui, nel parere di
tanti, sarebbe stato un bene accontentarmi.
- No, non potevo riscoprirmi in tale condizione
di precarietà umana ed esistenziale.
- Il solo pensiero mi spaventava: minacciava il
mio attaccamento alla vita.
- Un'esistenza all'ombra dello stesso vivere si
sarebbe mutata in un misero vivere a
metà.
- Per chi scrivere e perché?
- Forse per inventare all'infinito la mia stessa
vita, tentando di varcare anche la soglia di quelle
porte che altrimenti sarebbero rimaste per sempre
chiuse in fondo al cuore.
- Ciò che più mi affascinava del
mondo poetico era la possibilità di mescolare
luci ed ombre, chiarezza e mistero.
- Realtà e fantasia si sarebbero rincorse
sul foglio come onde nell'immensità di un
oceano.
- ... e come, fissando quell'infinità, non
si riesce a capire dove un'onda cominci e l'altra
finisca, così nell'azzurro dell'inchiostro
sarebbe stato difficile intuire il confine tra
verità e menzogna.
- Compivo diciassette anni il giorno in cui nel
mio diario scrissi:
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- Volerò tra le nubi
- da stille sempre
- di luce dorate
- per sentire sulla pelle
- - di sole inebriata! -
- del cielo
- i suoi colori pastello.
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- ... e nell'abbraccio
- della brezza marina
- sull'azzurro dell'acqua,
- in dolcezza dall'onda baciata,
- in coro i gabbiani
- - le stelle aspettando! -
- al mio anonimo canto
- una voce uniranno.
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- Chi mai si sarebbe interessato alle mie
fantasie?
- Quei fogli avrebbero umilmente riempito un
altro cassetto della mia scrivania.
- Eppure non mi arresi dinanzi alla
possibilità di intraprendere il mio viaggio:
quel viaggio del cuore nell'incanto del sogno,
ignorando che, a distanza di anni, sarebbe stata
proprio quella passione, segreta e quasi inconscia, a
permettermi di ritrovare il contatto con la mia stessa
esistenza.
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- Segreti
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- Era molto amareggiata: aveva scoperto quanto
fosse difficile vivere tra le indiscrezioni della
gente, prigioniera dei giudizi altrui.
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- La forza delle parole
- può liberare un cuore
- o renderlo schiavo.
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- Tale pensiero compariva spesso tra i suoi
appunti, un po' anche per rammentare a se stessa che
l'arma più efficace da usare contro le
devastanti e restrittive barriere imposte dall'esterno
era la poesia.
- Grazie alle illimitate possibilità che
l'inchiostro della fantasia poetica le offriva, lei
riusciva ad interpretare il mondo circostante e a
difendersene.
- La poesia rappresentava per lei uno spazio
privato che nessuno poteva violare.
- Lì, proprio come un bimbo ancora in
grembo, si sentiva al sicuro, forte,
protetta.
- Lì, dimenticava di essere considerata
pazza, emarginata da quella realtà che pure le
apparteneva e, al riparo dalle ondate di
incomprensione, nel silenzio del cuore tornava ad
essere Francesca.
- Le avversità riuscivano ad intaccare il
suo corpo, ma non lo spirito.
- Il suo pensiero volava troppo in alto per
essere percosso dalla mano dell'ignoranza e della vile
menzogna.
- Un anno prima un gruppo di uomini si era
appellato all'autorità del podestà per
chiedere che "quella donna", Francesca, venisse
allontanata perché di intralcio all'ordine di
vita secolare che il tempo stesso aveva
suggellato.
- «È matta e pericolosa», si
sentiva sussurrare alle spalle, perché solo una
dissennata avrebbe potuto ribellarsi e respingere quel
marito nobile e stimato che lei accusava di turpe
adulterio.
- ... e lui, ignorando i suoi sentimenti, per
salvare l'onore, aveva sepolto l'imbarazzante
verità dietro le squallide e vuote parole di un
certificato che attestava la demenza di
Francesca.
- Non vi era posto per lei: per una donna che
pretendeva di vivere oltre che di esistere, una donna
che osava protestare, denunciare e sognare.
- La radio aveva intanto annunciato l'entrata in
guerra dell'Italia: ancora morte, ancora sangue,
ancora dolore!
- Se il destino del mondo fosse stato affidato
anche all'ingegno e alla creatività delle
donne, sui sentieri della storia vi sarebbero state
meno tombe e crisantemi e molte più rose
profumate e bianche margherite.
- Quante volte lo aveva pensato e quante volte,
vedendo il sole sparire dietro le colline, Francesca
si era detta: "Quel sole domani sorgerà anche
per me".
- ... e il giorno seguente si era svegliata come
sempre nel buio, inciampando e annaspando nel crepitio
polveroso di una struggente realtà.
- «Ma perché non torni da tuo
marito?» chiese all'improvviso Marianna,
sciogliendo quel funereo silenzio, «non hai
sentito? Siamo in guerra e conviene ricorrere ai
ripari finché si ha tempo. Accanto a lui non
avrai alcun problema e tu lo sai bene. Chiedigli scusa
e torna in quella casa».
- Marianna, cresciuta tra le mura del silenzio,
aveva una visione molto limitata di sé e della
realtà.
- Questo dispiaceva a Francesca, perché
era convinta che quella donna, come tante altre,
avesse invece delle qualità squisite: aveva
solo bisogno di scoprirle, uscendo dal guscio in cui
era stata relegata.
- «E poi cerca di essere concreta»
aggiunse ancora Marianna «a cosa serve ciò
che scrivi? Se solo tua madre potesse leggere questi
tuoi versi...».
- «Ne sarebbe orgogliosa» proruppe
Francesca «quando mi incitava a leggere, a
studiare e ad ascoltare le mille voci del mondo, mi
stava insegnando ad essere diversa dalle donne della
sua generazione ed è questo il dono più
grande che io abbia ricevuto da lei. Ed ogni giorno la
sua energia torna a risplendere come gemma tra gli
anfratti del mio stanco cuore. Non sono sempre gli
uomini, ma le donne rassegnate e fragili come te ad
aiutare la perpetuazione di un sistema che recide ogni
aspirazione femminile, riducendo all'ubbidienza, alla
sottomissione e poi alla guerra».
- «Cosa c'entra con tutto ciò la
guerra» esclamò Marianna «e poi, cosa
dovrei fare? Sovvertire forse le regole di buon
costume con il rischio di apparire una donna poco
seria o... ».
- «Una matta» avrebbe voluto
aggiungere, ma le sembrò crudele
farlo.
- «Dovresti solo fermarti ogni tanto ad
ascoltarti, imparando a gustare senza paura le
sensazioni che nella vita il tuo cuore ti porge.
Perché continui a schivarle invece di
rincorrerle? Esci da quella gabbia e inébriati
di tutto ciò che all'esterno puoi trovare.
Impara ad amare un po' di più te stessa e ad
apprezzare le tue potenzialità. Se vuoi anche
tu una società libera, inizia a costruire la
tua libertà!».
- Marianna tacque, mentre dalla strada giungeva,
intanto, un canto di bambini che continuavano il loro
girotondo, ignari del buio che presto li avrebbe
soffocati.
- Non era la prima volta che Marianna ascoltava
simili discorsi e, doveva ammetterlo, quelle parole la
scuotevano.
- Anche lei era stanca di subire, di tacere e poi
dimenticare.
- Francesca poteva aver ragione e forse anche lei
valeva molto più di quanto gli altri le
lasciassero immaginare.
- Doveva solo crederci, crederci con tutta se
stessa. Il segreto per vivere e per far sentire anche
la propria voce era racchiuso in quella piccola e
semplice verità.
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