- Seguire le
acrobazie di una moto Kawasaki KLR 650 da enduro,
senza farsi seminare né avvicinarsi troppo, non
è per niente facile.
- La guida di
Alessandro Aspun è sempre più nervosa.
L'auto procede a scatti, con rapide accelerate e
brusche frenate. Rocco Penati al fianco di Aspun
abbassa di tre dita il finestrino, infine rivolto
verso l'amico collega inizia a
gesticolare.
- "Aspun, se qualcuno
ti dice che guidi bene non credergli!"
- "Rocco, non ti ci
mettere anche tu per favore. Ti sembra facile stare
dietro a questo tizio ? Se lo vuoi sapere mi sono
già rotto le scatole; inoltre sto morendo di
fame e questo idiota continua ad andarsene in giro su
quella moto del ciufolo. Se sapevo che finiva
così, con il cavolo che accettavo questo
incarico. D'altro canto ma chi ce lo fa fare ? La
nostra Agenzia Investigativa Tabù sta andando
discretamente, anzi piuttosto bene. Ma allora dico io
santo Dio, ma chi ce lo fa fare a prenderci queste
rogne.......e adesso dove è finito ?" Rocco
osserva il socio divertito poi sorridendo torna a
gesticolare." Ha svoltato laggiù, oltre
l'insegna del ristorante sardo".
- Salvo imbocca Corso
V. Emanuele ed accelera a fondo facendo sfrecciare la
moto sul lungo vialone sguarnito dal
traffico.
- La golf grigia
chiara segue ad una trentina di metri.
- "Secondo te si
è accorto che lo stiamo seguendo ?" Chiede
Aspun gesticolando.
- Rocco risponde con
un cenno di diniego.
- "Senti Rocco, io
inizio ad averne abbastanza di questo tipo. Capisco
che la madre è in pena per lui e che sospetti
che il figlio commerci in sostanze illecite; ma ora
basta ! Ora lo blocco e mi faccio raccontare la sua
versione. Magari sto tipo....come si chiama....Salvo
si fa solo qualche canna, roba da
poco...."
- "Non credo che
convenga !" Risponde gesticolando Rocco.
- "Non credo e non
credo. Intanto gli andiamo dietro come due idioti ed
in tutta la giornata abbiamo scoperto poco o quasi
nulla". La moto si piega a sinistra e gira per Via
Cesarini. Poi svolta ancora a sinistra e si ferma a
Piazza dell'Orologio. La golf fa il suo ingresso nella
stessa piazza proprio quando Salvo sta inserendo il
blocco sulle ruote della moto.
- "E adesso cosa
facciamo ?" Chiede Aspun.
- "Vai dritto" indica
Rocco "Facciamo il giro della piazza e lo becchiamo da
dietro. Lo sai che anche a questa zona è stato
esteso lo ZTL ? Se ci beccano i vigili
.............."
-
1
-
-
- Aspun accelera e
contemporaneamente inizia a sbuffare ed imprecare.
Quando sbucano di nuovo dietro la moto vedono Salvo
che sta per imboccare a piedi Via del Governo Vecchio.
Rocco veloce apre lo sportello e gesticola verso
Aspun.
- "Tu cerca un posto
per parcheggiare, io intanto lo seguo".
-
- Il locale "Sole
Nero" ha aperto da poco tempo, ma è diventato
subito uno dei posti più frequentati a Roma. Si
trova a Piazza Pasquino proprio sulla destra
dell'omonima statua dedicata al personaggio storico e
misterioso di Roma. E' un locale su tre piani ed
è frazionato in diversi ambienti un po' per
tutti i gusti. L'ingresso è
gratuito.
- Dalle 8 di sera
alle 3 del mattino, ci passano migliaia di
persone.
- Vincenzo è
arrivato da quasi un'ora ma è già stufo
della ressa che rende l'aria irrespirabile. Si sta
chiedendo che fino ha fatto Salvo, ed ora ha quasi la
convinzione che il suo amico stia prendendo questo
affare un po' sottogamba. Ha appena ordinato un
cointreau quando lo vede entrare. Salvo fa ruotare lo
sguardo cercando di individuarlo nella ressa generale.
Vincenzo resta immobile con il bicchiere tra le mani.
Prima o poi lo vedrà. "Vicino al bancone del
bar dell'ingresso principale" gli aveva detto. Ecco,
ora l'ha individuato e gli ha fatto perfino un cenno
con la testa.
- Vincenzo gira lo
sguardo nella direzione opposta, è meglio
essere prudenti.
- Poi lentamente fa
roteare il bicchiere nell'altra mano, così
può vedere l'amico con la coda dell'occhio.
Inspira a fondo, scende dalla poltroncina e si dirige
verso il bagno.
- Vedendo la
confusione che si accalca davanti all'ingresso, Rocco
rallenta il passo con una smorfia disgustata. Proprio
in un posto del genere doveva finire quel tipo ? E se
alla fine Aspun avesse ragione ? In ogni caso è
inutile stare a rimuginare. Riesce a fatica ad entrare
tra un capannello enorme di ragazzi che entrano ed
escono.
- Inizia a guardarsi
intorno per localizzare Salvo. Ma è impresa
tutt'altro che semplice. Avanza a fatica ricevendo
spinte e spallate da ogni parte. Quello è anche
il piano per fumatori e nella palpebra sente gonfiarsi
una lacrima che presto scivola sulla
guancia.
- Quando capisce che
il locale è suddiviso su tre livelli sente la
rabbia iniziare a salire.
- Ripescare Salvo
sarà difficile. Sempre che non ci siano altre
uscite...perché allora....il pedinamento
sarebbe bello che finito. Ma darsi per vinto non
è da Rocco.
- Inizia a spintonare
anche lui e prosegue la sua ispezione sfogando in
quegli urti il nervoso.
-
- 2
-
-
- Nota anche la
presenza di tante belle ragazze. All'improvviso
qualcuno lo stringe per un braccio; si volta di scatto
e si ritrova davanti il viso tutto sudato di
Alessandro Aspun che gli sta gesticolando qualcosa.
"Dov'è ? L'hai visto entrare qui ? Rocco, qui
mi scoppiano le orecchie; altri venti minuti qui
dentro e divento sordo anch'io...."
- "Vai al diavolo
Aspun. Qui è entrato ma non so proprio dove
cavolo sia finito !"
- Aspun fa cenno
d'assenso, poi inizia a guardarsi intorno cercando con
lo sguardo tra le centinaia di corpi che si muovono a
ritmi frenetici. Davanti a loro un capannello di
ragazze non fa altro che sorridere ed ammiccare verso
i due investigatori.
- Aspun sorride a
Rocco indicando le ragazze. Quest'ultime attendono un
loro cenno.
- Rocco si porta la
mano sull'occhio che sta colando lacrime di nuovo.
Aspun gli stringe ancora il braccio. " Senti, io devo
mangiare altrimenti svengo. Vado al bar a prendere un
toast, lo vuoi banche tu ?". L'amico
annuisce.
- "OK, vado e torno.
Tu aspetta qui". Le ragazze continuano a ridere senza
controllo. Rocco le guarda infastidito. Però ne
nota una piuttosto carina, con i capelli scuri ed un
gran seno che ride coprendosi la bocca con la mano.
Qualche metro più in la porta dei bagni. Forse
Salvo è andato al cesso. Si lascia tentare
dall'idea di dare una sbirciatina anche per togliersi
di mezzo a quel marasma.
-
- Vincenzo è
in piedi dentro l'ultimo bagno della lunga fila. Sente
rumori vari e le voci confuse di due ragazzi che
stanno parlando di una certa Teresa. A starsene li
dentro immobile con quel brutto odore è
veramente irritante. Quanto impiega Salvo a
raggiungerlo ? Mentre attende si gira verso il muro e
legge le scritte impresse sul rivestimento di
laminato. Poi finalmente arriva un cenno.
- "Vincenzo sei li ?"
E' Salvo. "Si, era ora, tutto bene ?"
- "Si, tutto Ok. Te
la passo da sopra" Vincenzo alza gli occhi verso
l'alto poi allunga una mano e la fa scorrere sul bordo
del muro. Le sue dita incontrano la carta.
- "L'hai presa
?"
- "Si l'ho presa, ora
ti passo il foglietto con i dati. Chi esce per primo
?"
- "Vado io. Tu
aspetta un minuto"
- "Ok, ed in bocca al
lupo. Ci vediamo tra tre giorni come
stabilito"
-
- 3
-
-
- Appena entrato
nella stanza dei bagni, Rocco ha un impressione di
sollievo. Finalmente respira. Sulla destra gli specchi
ed i lavabi, sulla sinistra sei porte che danno sulle
latrine. L'ultima in fondo è chiusa, la osserva
bene, poi si lava le mani e la faccia. Quando solleva
lo sguardo vede Salvo uscire dalla stanza dei bagni.
Ancora con la faccia bagnata si catapulta verso
l'esterno. Sulla porta la tizia di prima, con i
capelli scuri gli sorride e lo blocca. " Ciao, sono
stata indecisa se essere invadente o meno, poi ho
deciso. Io a te ti ho visto a Fregene al Gilda,
l'estate scorsa. Io sono Giorgia e tu...tu...dai
vienimi incontro e che proprio......". Rocco si sente
frastornato e l'ambiente gli appare sempre più
fastidioso, inoltre non riesce a liberarsi della tipa
e intanto Salvo se l'è bella che
filata.
- Aspun attende con
impazienza il suo turno per ordinare dei toast. " Ora
tocca a me, porco diavolo !" Il cameriere lo guarda
male. "Si mi dica, dai che c'è
fila"
- Aspun lo fissa a
muso duro. "Quattro toast. Due tonno e pomodoro e due
prosciutto e formaggio, questi ben caldi, capito ?"
Accanto gli sorride una rossa alta e magra,
giovanissima ma con due tette enormi. Indossa una mini
nera ed una maglietta rosa mezza trasparente. E' sul
punto d'attaccar bottone con qualche menata,
perché la tipa gli fa frizzare le vene per
l'eccitazione, quando un tipo stempiato si avvicina
alla ragazza e abbracciandola la trascina via. La
rossa si lascia portar via ridendo, non prima di aver
gettato un'ultima lasciva occhiata all'investigatore.
Aspun è attraversato da un'onda di rabbia.
Quando riappare il cameriere con i toast, ordina due
lattine di coca cola ed in quel momento gli compare
davanti l'amico che inizia a gesticolare. " Ma che fai
? L'hai visto passare ? Andiamo muoviti che non lo
prendiamo più". Aspun afferra al volo toast e
lattine e si butta dietro il collega che oramai ha
guadagnato l'uscita.
- Vincenzo controlla
l'orologio, si sente euforico ed anche l'ambiente che
lo circonda gli sembra gradevole. Gli viene in mente
di ordinare un altro cocktail. Il locale è
pieno di belle ragazze ed allora perché
andarsene ? Vale la pena di festeggiare; inoltre la
busta dovrà consegnarla il giorno
dopo.
- " Sai una cosa ?"
Dice Aspun con la bocca piena " Mi sono rotto ! Mi
capisci Rocco ? Non possiamo continuare a stare dietro
a questo imbecille ! Ma tu sei sicuro che l'hai visto
uscire ? La moto è qui nel punto esatto dove
l'aveva lasciata prima, forse è tornato dentro,
tu cosa pensi di fare ?"
-
-
- 4
-
- Rocco lo guarda,
poi strappa la linguetta della lattina e manda
giù il boccone con una sorsata di coca cola
infine gesticola "Torniamo dentro deve essere ancora
là ! Quando l'ho visto uscire veloce dai bagni
ho creduto che se la stesse svignando. Credo che abbia
parlato con qualcuno....non so. Certo se quella scema
non si fosse messa in mezzo.."
- Appena usciti dal
locale, Vincenzo la prende sottobraccio. Non ha perso
tempo e nel giro di 15 minuti è riuscito ad
agganciare una bella biondina. Dall'accento
sembrerebbe straniera. " Ce l'hai la macchina ?"
chiede lei.
- Vincenzo le
sorride, poi le risponde di aver parcheggiato a Piazza
dell'Orologio proprio li dietro. La calca nel locale
"Sole Nero" ha raggiunto il livello di
guardia.
- Sono quasi dieci
minuti che Aspun è nel locale. Rocco lo attende
fuori e tiene lo sguardo sulla porta di legno
d'ingresso. L'insegna luminosa cambia continuo di
colore. Aspun esce sbuffando. " Quando si fa un buco
nell'acqua bisogna avere il coraggio di ammetterlo.
Questo è sparito, dentro non c'è. Tu
l'hai visto ?"
- Rocco muove il capo
in segno di diniego. Anche lui ora è stanco, ma
non gli va di ammettere l'errore, né di lasciar
perdere, ma alle volte occorre saper
rinunciare.
- " Senti caro
fratello, domattina chiamo la signora e gli spiego
come stanno le cose. Il figlio non è un
lestofante e non c'entra nulla con giri di droga. Noi
abbiamo fatto una stronzata. Pace. A volte capita. Tu
hai un'idea migliore ?". Rocco stringe le labbra, poi
muove il capo in cenno d'assenso. Non resta che
tornare a casa. Mentre s'incamminano l'attenzione di
Aspun è catturata da due tipi di cui uno
è una sua vecchia conoscenza. Quelli dei
servizi segreti, hanno fatto la loro entrata in scena.
- Uno dei due
è Giuseppe Sorzi del Sisde; Aspun lo ricorda
bene, son passati quasi cinque anni dal caso di Nicola
Notarnicola, ma quel tipo con quella faccia non si
dimentica facilmente. Ha messo un po' di chili da
allora e ha perso i pochi capelli che gli restavano.
Il secondo è giovanissimo. Mai visto. Aspun
indugia, strattona l'amico verso destra e velocemente
lo mette a conoscenza della sua scoperta.
- " Non lo so ! Credo
che siano qua per tutta altra faccenda. Infatti, cosa
c'entrano i servizi segreti con un tipo come Salvo ?
Qui c'è un casino di gente. Comunque senza dare
nell'occhio vediamo cosa fanno, certo sarebbe una
seccatura aver a che fare con uno come Sorzi. Ricorda
che Sorzi è stato il padrino di Augusto del
Bufalo, il tuo caro amico; lo ha affiancato per due
anni insegnandoli il mestiere. Ora spero che sia qui
per tutt'altro, sai non fa piacere ritrovarsi quei due
tra i piedi. Chissà !".
-
- 5
-
- Sorzi e collega
imboccano nel locale guardandosi attorno con
attenzione. Poco più indietro Aspun e Penati.
"Tu credi che se ti vede ti riconosce ?"
- "Uhm, non lo so.
D'altro canto noi mica siamo ricercati. Ed ora non
gesticolare più potresti dare
nell'occhio".
- L'auto è
parcheggiata attaccata al muro, Vincenzo deve compiere
sei manovre per liberare la macchina dall'incastro.
Scende e corre ad aprire lo sportello, così
può osservare con comodo le gambe, mentre lei
si siede e la minigonna si solleva quasi del tutto
sulle cosce.
- Sorzi sorride e
scuote la testa. Non ha mai capito perché per
lui quasi tutti i ragazzi di oggi sono dei fannulloni,
drogati o mezzi finocchi anarchici. C'è poco da
fare, sembra che non riescano a sopportare le regole.
Sono allergici alla legge e di solito anche allo
Stato. Guarda l'orologio. Il tempo sta volando. Si
gira e cerca il giovane collega, alza la mano per
attirare la sua attenzione. Quello lo vede e lo
raggiunge subito. " Trovato nulla ?" L'altro risponde
urlando. " Niente di niente, quei due non sono qui.
Che facciamo andiamo via ? Hai notizie da fuori
?".
- Intanto il brano
successivo è iniziato e proprio allora Sorzi
nota nella confusione un uomo di sua conoscenza che
sta dirigendosi verso i bagni. Si, ma dove l'ha visto
?
-
- Hanno parcheggiato
in un vicolo piccolo e buio a ridosso di Via Giulia.
Poche ma garbate frasi poi un primo tiepido approccio
al quale ne sono subito seguiti altri molto più
energici. Infine Vincenzo si è ritrovato mezzo
nudo ed imbottito di sonnifero. A malapena riesce a
socchiudere gli occhi, giusto il tempo per accorgersi
che la busta non c'è più. Cerca di
riordinare le idee ma la sua testa gira come una
trottola impazzita, non riesce a ricordare cosa cavolo
gli è capitato. Calma, deve sforzarsi di
riflettere; ma non è facile se ti trovi mezzo
nudo nella tua macchina...poi quel profumo di donna.
Vincenzo lascia cadere la testa in avanti, la scuote
adagio singhiozzando, proprio nel momento che capisce
che c'è cascato come un pivellino.
-
- Quando apre la
porta della latrina, si trova di fronte Giuseppe Sorzi
che gli punta un silenziatore avvitato su una 45 in
acciaio. " Eccoti qua caro Aspun, è passato un
po' di tempo dal caso Notarnicola".
-
- 6
-
- " Si" risponde
Aspun balbettando " quasi 5 anni, di un po' cosa ci
fai qui ?".
- "Lascia perdere,
è una storia ingarbugliata quasi da film. E'
inutile che ti dica che sono qui per Vincenzo e
Salvo"
- "Ho capito. Anch'io
sono qui per Salvo. Ma solo per lui. L'altro non so
chi sia"
- Sorzi socchiude gli
occhi, poi alza il mento ed inspira fiutando,
rimettendo sotto la giacca il lungo cannone. " Usciamo
qui c'è puzza, voglio crederti, raccontami
tutto ma non provare a fregarci o ti ritrovi a
chiedere l'elemosina". Aspun si rende conto di essere
coinvolto in una faccenda enorme e di esserci
ritrovato per caso, comunque è meglio
raccontare tutto a Sorzi. Ma chi cavolo è in
realtà Salvo ? E cosa c'entrano quelli dei
servizi segreti con un tipo come lui ? Questo è
quanto si sta chiedendo l'investigatore. Sorzi guarda
l'orologio, poi scuote la testa con aria rammaricata.
- " Uhm, che bella
storia Aspun, adesso raccontami il resto, se non ti
conoscessi forse riusciresti perfino a darmela a
bere".
- All'improvviso il
collega di Sorzi gli appoggia una mano sulla spalla,
Aspun osserva Rocco, mentre sente un brivido
attraversargli la schiena.
- Sorzi e collega si
tirano in disparte, allontanandosi per un attimo dai
due investigatori. Che fare ? Tentare una disperata
fuga ? Meglio attendere.
- Sorzi ascolta con
attenzione il giovane collega, senza però
distogliere lo sguardo dai due, infine sorride e fa
loro un cenno.
- " Scusami, credo di
doverti una spiegazione. Però per un attimo ho
pensato che....." Aspun alza le spalle, le gambe gli
formicolano per la tensione, Rocco tira un sospiro di
sollievo.
- Sorzi cerca un
cameriere, alza un braccio per attirare la sua
attenzione. In breve racconta l'intera vicenda ad
Aspun che simultaneamente traduce all'amico
collega.
- "Quindi Vincenzo
era il socio di Salvo. I due hanno iniziato
riproducendo illegalmente programmi software di uso
commerciale; dopodiché sono riusciti tramite un
nuovo e potente programma ad entrare nella rete
informatica privata di un potente stato.
-
- 7
-
- Una volta avuto
accesso alle informazioni commerciali più
riservate, hanno iniziato a carpirne alcuni
interessanti segreti; ed ora erano pronti a vendere
queste informazioni al miglior offerente
rappresentando una seria minaccia per le economie
nazionali e gli Stati membri dell'UE. A questo punto
entriamo in scena noi, ed iniziamo ad indagare verso i
pirati informatici più conosciuti. Di passo in
passo siamo arrivati fino a Vincenzo, poi scoprire la
complicità con Salvo è stata la logica
conseguenza. I due si sentivano braccati per questo
non si vedevano più assieme, ed avevano deciso
di scambiarsi le ultime informazioni in questa casba
infernale. Vincenzo aveva ricevuto le codifiche di un
programma per vendere informazioni riservate sul conto
di uno stato estero orientale, mentre Salvo aveva un
biglietto con le coordinate bancarie per accedere ai
codici di un conto corrente in Svizzera. Conclusa la
transazione sarebbero volati in Brasile.
- Poco fa una nostra
collega ha recuperato da Vincenzo la busta con le
informazioni. Adesso mancano solo i codici in possesso
di Salvo. Lo stiamo braccando e presto lo
acciufferemo". Aspun scuote la testa.
- " E pensare che la
madre di Salvo ci ha ingaggiato perché credeva
che il figlio fosse impelagato in giri di droga,
invece....certo vedendo quegli strani movimenti, ma
soprattutto osservando certi atteggiamenti misteriosi,
la preoccupazione della madre è caduta subito
nel più facile dei sospetti. Ed ora la pena
sarà molto più severa che non quella di
una denuncia per probabile uso e spaccio di droghe
leggere. Hai visto Rocco ? Cosa ti avevo detto io ?
Quel tipo in vita sua non si è fatto mai
neanche una canna".
-
- Salvo si piega in
avanti con il respiro troncato e barcolla rovinando a
terra.
- Si alza lentamente
e schiaffeggia i pantaloni sporchi di
fango.
- Prima di suonare il
campanello si guarda attorno, poi attende un attimo
per riprendere fiato, infine preme il bottoncino nero.
Lunga attesa.
- "Si, chi è
che bussa a quest'ora ?"
- "Buonasera sorella
sono Salvatore Liggia, ho prenotato ieri da voi ma
sono arrivato in anticipo. Sono qui per il ritiro
spirituale.........................."
-
- 8
-
- "Ok, amici
dell'Agenzia Tabù è stato un vero
piacere rivedervi. Sono quasi le tre del mattino e
credo di meritare un po' di riposo, scusatemi ed
arrivederci alla prossima volta, magari in circostanze
migliori".
- Sorzi e collega
stringono le mani ai due investigatori. Aspun e Rocco
si guardano sorridendo e si avviano verso Piazza
dell'Orologio per recuperare la vettura.
- Il caso è
chiuso. " Guarda, la moto di Salvo è ancora
parcheggiata nello stesso identico punto di ieri sera.
Cosa ne deduci ?"
- Aspun osserva
l'amico perplesso, poi gesticola lentamente con aria
stanca.
- "Salvo deve aver
lasciato di corsa il locale, magari perché si
era reso conto di essere pedinato, così per non
correre rischi inutili ha preferito lasciare la sua
motocicletta qua per dileguarsi a piedi o con qualche
altro mezzo di fortuna, data l'ora...."
- "Sono d'accordo con
te, ma se le cose sono andate così, il ragazzo
deve essersi in qualche maniera sbarazzato dei codici
di accesso al conto svizzero riservato; sarebbe stato
troppo pericoloso rischiare di essere preso con quegli
elementi tra le mani......"
- I due proseguono
per qualche altro metro in profonda
riflessione.
- Aspun si chiede
dove cavolo avrà messo quella busta quel
bell'imbusto di Salvo.
- Rocco ripensa a
tutta questa storia, l'intera vicenda gli torna in
mente. Anche questa indagine è risultata assai
complicata; se è per questo nel loro lavoro ci
sono sempre complicazioni impreviste. Poi
un'intuizione. Il colpo di genio.
- Rivolto verso
Aspun, inizia a gesticolare.
- "Cavolo so io
dov'è la busta ! Chi era Pasquino ? Cosa diceva
? " Aspun osserva il collega meravigliato ed
incredulo. " Rocco è uscito di senno" pensa tra
se.
-
- "Sorella Virginia,
io sono rammaricato per essere piombato qui a
quest'ora di notte, ma mi creda non avevo nessun altro
posto dove andare. Ho finito il lavoro tardi, non
rendendomi conto di che ora fosse realmente. D'altro
canto come ho detto a suor Rachele, al momento non ho
una fissa dimora......"
- "Suor Rachele ora
dorme e faresti bene a filare a nanna anche tu, almeno
per queste due ore che ci separano dalla Novenia del
mattino. Spiegherai tutto a lei più
tardi...."
- "Mi scusi se
insisto suor Virginia. Le ripeto che è
importante. Dovete mandare qualcuna delle vostre
sorelle a Piazza Pasquino a ritirare una busta. E'
importante ed io non posso andarci......"
-
- 9
-
- "Aspun, non ricordi
? Pasquino è divenuto famoso per essere la voce
di Roma, il satirico misterioso. Cosa diceva ? Me
maschero da scemo per sviare i sospetti, ma intanto
denuncio il marcio er popolo pia nota.....leggendo i
miei messaggi.
- La busta è
li corri Aspun, è sopra la statua, accanto ad
altri messaggi che oggi il popolo rende comuni alla
memoria di Pasquino. Una sorta di paradosso storico
epocale. Salvo non poteva che nasconderla la, chi ci
avrebbe fatto caso ? Il tutto nell'attesa di inviare
qualcuno per riprendersela."
- Davanti e sopra la
statua spiccano molti messaggi e lettere.
- Rocco ne apre
qualcuna, la legge poi la rimette al giusto posto. Ad
un certo punto il suo viso s'illumina di
felicità, legge e rilegge, infine cede il
foglietto ad Aspun:
-
- So le
lingue che contano quelle che
parleno
- Dicono che
gli svizzeri so smammati da Roma
- E vivono
solo a guardia de li Papi.
- Ma li
codici loro io li conosco e li dico qui
appresso.
- Metti
l'anno de nascita der Papa bono,
- Levace
l'età de morte dell'ultimo Papa
Santo,
- Aggiungece
i giorni dell'anno bisestile,
- Poi ancora
i giorni der mese de nascita
mio,
- Si avete
capito bene,
- Er codice
pe prelevà c'iavate
appresso,
- Sinnò
a contà famo n'artra
vorta,
- Io d'altro
canto mo m'ensinuo,
- Perché
li tempi so cambiati,
- Se so
troppo modernizzati,
- Ma li boia
non so cessati.
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