- Passavano lontani
i temporali
- Passavano
lontani i temporali
- lasciandoci
di sé solo un indizio,
- come la
bianca scia degli aeroplani
- un indistinto
solco di cotone:
- distrattamente
a quello se n'aggiunse
- un altro e un
altro ancora e ancora uno
- sino a che
fu, la mente, un campo arato
- di memorie:
- scese
improvviso il fiume e ci travolse:
- non ci
restò del sogno che il ricordo
- di quello
più affilato tra gli amori.
-
-
-
- Come
l'onda
-
- Anche mia
questa nausea,
- in fondo:
- niente da
dire.
- Non tua la
colpa
- né
mia, credo,
- del mio lento
svanire
- di
colori,
- e musica
stonata
- è
questo vento:
- concerto di
gabbiani.
- Se è
vero che nel mezzo
- l'Uniforme ci
accomuna
- di correnti
marine,
- per il resto
come l'onda
- me ne resto:
- prosciugato
alle rive,
- e risacca
è questa noia
- di vivere.
-
-
-
- Ad ogni moto
dell'anima
-
- Ad ogni moto
dell'anima
- si chiude il
mio giro:
- ad ogni
invito si rintana;
- e m'avvicina
e m'allontana
- a un tempo,
da Te
- una smania di
mollezze.
- E' il
monologo del mare
- il mio
delirio,
- è
l'onda che s'infrange
- sullo
scoglio:
- e il vetro
che si frange
- sulla pietra,
la mia febbre.
-
-
-
- Quotidiano
-
- I mille gesti
quotidiani l
- la voce, le
risa, le mani,
- il modo di
parlare e tutto ciò che resta
- negli occhi
di chi guarda e troppo spesso
- coglie,
quando non è più il tempo,
- il sale dei
ricordi.
- Ma se uno
specchio un giorno ti rimanda
- il profilo di
un'immagine sbiadita,
- Tu seguine il
contorno con le dita,
- come
l'impronta lasciata sulla spiaggia
- da un'onda di
maestrale:
- vi relega
talvolta il mare ora a fatica
- ora giocondo,
una nuova conchiglia,
- che alcuno
può trovare originale
- e cogliere
per giuoco:
- la
getterà può darsi dopo un poco
- o la
custodirà come reliquia.
-
-
-
- Fioche luci
dell'alba
-
- Fioche luci
dell'alba
- rischiarano
la terra,
- svelandone i
confini.
- Il minuto
è come l'ora a questo tempo.
- S'aprono
pigramente le creature
- alla carezza
tiepida del sole:
- ognuno resta
solo col suo sogno
- dal mite
raggio d'oro appena infranto.
-
-
-
- Infinite onde
-
- Infinite onde
s'infrangono
- sulle
banchine,
- s'aprono su
piatte sabbie
- in un cerchio
di schiuma,
- si chiudon,
levigandoli,
- sui
bagnasciuga,
- riveston le
scogliere
- di bianca
spuma:
- le inzuppano,
risplendono,
- le cingono
d'assedio...
- scivolan via,
errabonde,
- risucchiate
dal mare.
-
-
-
- Istanti
-
- Le foto che
di te, ignara, raccolgo
- reperti di un
mondo
- che fu,
- del nostro
mondo
- per quando
solo quelle resteranno
- istanti di
vita
- fissati nel
ricordo
- dal basso
continuo
- della tua
voce tranquilla
- che insiste
nel presente
- tra gli echi
dei ricordi
- e le voci dei
morti:
- fantasmi
ormai compagni
- dei tuoi
giorni:
- a loro doni
il frutto
- del tuo
alacre dolore
- ché
per poco ti incarni
- nel loro
santo protettore,
- e li senti
figuranti
- di uno
spettacolo più grande
- di cui anche
tu sei artefice
- a tuo modo.
- Io rincorro i
tuoi tratti
- nel trucco
leggero, e mi sorprendo
- a vederli
ancora intatti,
- che il tempo
che tha offeso
- è
dileguato per vergogna;
- e io stesso
vedendoti
- di serena
acquiescenza
- risplendere,
ho vergogna
- di non essere
così
- di ogni
giorno, come te
- uno scrigno
di bellezza.
- Così
proseguono i miei giorni
- tutti eguali
- sentiero che
sinerpica o inabissa
- in questo
cielo vuoto
- in questo
mare
- pieno
- dei secchi
colori dell'autunno.
-
-
-
- La danza
-
- Tu guarda
- la danza
- di un pezzo
- di carta
- qualunque
- portato
- dal vento
- e l'albero
muto
- che parla
- col tempo
- e non pensa;
-
- in questo
silenzio talvolta
- mi pesa il
mio passo
- e invidio le
piante
- la pioggia ed
il sasso
-
- il grido
distante
- del giorno
che muore
- il mondo
loquace
- che di notte
tace;
-
- eppure giace
- la mia voce
- al centro
della terra:
-
- m'opprime di
parole
- di pace
- di parole di
guerra.
-
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