LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

 

Raimondo Venturiello
 
La voce del mare
 
Allor che il sole si spegne nel cielo
ad occhi chiusi mi piace ascoltare
la cupa e languida voce del mare,
se pur tristezza m'annebbia d'un velo.
 
Da sempre è vivo il ricordo ch'io reco
di quell'immenso respiro profondo:
venir mi par dai confini del mondo,
lontana quasi impercettibil eco
 
d'arcano sfuggente ad ogni desio.
Un'ansia dentro nell'animo muove
per cose che tu m'apprenda sì nuove
 
che plachin tanta brama al pensier mio:
son qui, poi non vi sarò, ma non so
se tutto ciò che sai mai lo saprò.
 
 
 
L'ispirazione
 
Il cupo fragore
del tuono, o di lampi
il fosco bagliore
che vivo divampi;
 
la brezza leggera
che s'alza improvvisa
calante la sera
e giungemi intrisa
 
di cento profumi;
di tremula stella
i primi barlumi
qual esil fiammella:
 
rimota contrada
sul colle che aprico
giù lieve digrada
da l'eremo amico;
 
il raggio di sole
che caldo blandisca
un ciuffo di viole
o pur che svanisca
 
in coltre di nubi
che luce alla via
con ombre derubi:
m'ispiran poesia.
 
Prodigi reali:
desìo d'indugio.
Trasposti ideali:
caduco rifugio.
 
 
 
Tramonto di Settembre
(selezionata al Premio «M. Yourcenar» 1997)
 
Ovunque stasera io sento
de la natura la bellezza
e m'inebrio alla carezza
tiepida del vento
che lieve
smuove
degli alberi le fronde
e del mare increspa l'onde
mentre le rondini in garrulo coro
or vicino or lontano
sembrano inseguirsi invano
nel cielo di porpora e d'oro.
È bello star qui solo
- ma che tal io mi senta chi può dire? -
e seguire
il vertiginoso volo
di mille pensieri
o per silenti sentieri
mirare la volta d'azzurro
e coglier de le cose l'arcano sussurro.
 
 
 
Contrasto
(segnalata al Premio «Poeti dell'Adda» 1997)
 
Negli alberi spogli
del lungo viale
un'eco
rimbalza:
sommessa
ripete
quei passi
che incerti
la curva figura
lontano trascina.
 
Nel verde dei prati
intanto s'avanza
un coro
giulivo
di grida
variate,
vibranti:
le note
d'un inno gioioso
di risa argentine.
 
 
 
Nuvole
(nel 1997 segnalata al Premio «Poeti dell'Adda»
e selezionata ai Premi «Il Giunco» ed «Auxilium»)
 
Dimentica
che oscurano
il cielo.
 
Rammenta
che dietro
v'è il sole.
 
 
 
Disillusione
 
Col cuore felice
io vidi i tuoi occhi ridenti
fissarmi
 
le labbra dischiudersi
e dirmi sommesse
di sì
 
Ero sveglio,
eppur mi parea di sognare.
 
Mi svegliai:
sognavo.
 
 
 
Solitudine
 
Lungi a valle
sonnecchia il fiume
nel serpeggiante
quasi asciutto greto
onde nasce declive
un languor
di colline riarse
mentre scalzo
chino
solingo
all'opra sen va
l'ultimo villico.
 
 
 
Queste poesie sono tratte da «Inerzia e solerzia dei Lari»
 
Poesia è
 
Di diapason nei cuori
ed inni che son fuori
carpire palpitante
l'unisono vibrante.
 
 
 
Filigrana
 
Non devo chi sei imparare
ma sol il filo dipanare
dal tempo intessuto
perché so
che non t'ho
conosciuto
ora e che
ogni giorno
scopro te
nel ritorno
d'un'immagine
infine sovrana
nella filigrana
delle pagine
senza storia
tralasciate
e finora non ritrovate
negli intrichi della memoria.
 
Attesa
(nel 1997 selezionata ai Premi «Il Giunco» ed «Auxilium»)
 
Si muove, si sente,
in te c'è una vita
nascente
pian piano
che chiama ed invita
a darle la mano,
condurla tra noi,
e sa che tu puoi
cui palpita il cuore
contando le ore.
 
 
Tante volte primavera
 
Tante volte
primavera
estate
autunno
inverno.
 
Ed il ciclo
si ripete
sempre
senza fermarsi
mai.
 
Anche noi così
non ci fermiamo,
incontro andiamo
a nuove primavere:
 
ora
come allora
ancora
insieme.
 
Lontana
la meta,
ogni nostra primavera
è solo una tappa:
 
per riprendere fiato
e guardare indietro,
guardare avanti,
guardarsi negli occhi,
 
ricordare
qualcosa che si dimentica,
dimenticare
qualcosa che si ricorda.
 
E continuare
in un abbraccio di certezze
rinnovate nella rincorsa
di tante altre primavere.
 

 

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Aggiornato il 16/05/1998