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                           CIAO
                           MAMMA
 
                        
 Vivere dentro il bozzolo materno
è
                        stata un'esperienza irripetibile.Ricordo:ero il
                        confidente dei
                        dialoghi intimi di mia madre,pranzavamo,
                        dormivamo,giocavamoa
                        quattr'occhi.Lei, mi
                        adagiava all'ombradel
                        cordone ombelicalee mi
                        serviva il plasma giallastrosu piatti
                        di alabastro:che vita,
                        ragazzi!Vestivo di
                        bianca tunicadi lino
                        pieghettata,la
                        chiamavano placenta...,per me,
                        era un'ampia collana indoratadall'Amore
                        Materno.Lei, mi
                        nominava Reggentedegli
                        organi suoi, dei miei, dei
                        suoi...,finchè
                        non ci travolse un terremotoed una
                        mano rovente mi estraniavaserrandomi
                        il collo, fin quasi a soffocarmi.Ed io, nel
                        mio primo gemito di dolore
                        urlavo:«Ciao,
                        mamma, non mi abbandonare!.»
 
                       
                     
                     
                        Il pennello di Dio
 Nella
                        beata armoniadi febbre
                        giovanile,abbandono
                        la vecchiaianei
                        deserti di ghiaia.Offro la
                        tavolozza al soleche mi
                        pennellaa nuova
                        vita il corpo.Cambia il
                        tremulo argentodella
                        canuta chiomain molti
                        fili d'acqua.S'allargano
                        d'ognitorno,rinverdisce
                        il deserto... e,da ogni
                        sassolino,nasce un
                        bel bambino"FRA
                        GUERRE E KAMIKAZEPESTILENZE
                        ED AUTOBOMBE".Intrepida,
                        ogni trespola d'ondairrora a
                        nuova luceogni mente
                        robusta.Rinvergina
                        d'amoredel
                        tenerissimo affettoche
                        avidamente suggeda madre
                        ancor fanciullache,
                        mentre allatta, implora:PACE!Uomini,
                        sono la madre Terra,ho i bimbi
                        fra le braccia!Così,
                        quel calmo soleci colma
                        di coloriche mai
                        saran ritratticon tali
                        verità,se non dal
                        pennarellodi Dio,
                        verso l'umanità.   
                     
                     
                        Il boss
  Sono il boss
                     del quartieregiusto lo
                     scorso luglio ho compiuto dieci
                     anni.Fra scippi,
                     spaccio, ricatti ed estorsioni,divenni
                     comandante di una banda specialea soli sette
                     anni.Una tassa per
                     tutticompresi i
                     miei parenti,loro mi hanno
                     spronato,lo voglio
                     confessare a diventare il Bossnon solo del
                     quartiere,come dice mia
                     madre;di tutta la
                     Campania mi debbo impadronire.La nostra
                     casa è misera,da anni siam
                     sfrattati,ma provino a
                     toccarcia noi
                     terremotatici provino, e
                     poi vedono:do fondo ai
                     miliardi che il giro mi ha fruttatomi compro
                     tutta Napoli, il governo e lo stato.Marì
                     è a femmana mialo ammetto,
                     son geloso, e guai a chi la tocca.Seduti
                     stretti fumiam la sigarettafacciamo
                     quattro contidosiamo le
                     bustine di coca e di eroina,abbiamo un
                     grosso giroche gran
                     soddisfazione!Scuole,
                     asili, istituti, son nostri
                     compratori.Marì,
                     dolcezza mia, non bastano gli
                     incassi,mi secca sai
                     aspettare:ma dieci anni
                     son pochi per poterti sposare.Marì,
                     che tiene? Responneme!Gennarì,
                     sto male assaie;non sento
                     più le mani,non sento
                     più la pelle,è
                     tutto buio intorno.Ma cosa
                     sarà mai, sei stata sempre
                     bene!Non posso
                     respirare, mi sento venir menosu dai fatt'
                     curagge pe nu' poco e fummoalla nostra
                     età non si può diventà
                     tossicodipendenti.Ti prego non
                     morire,non posso
                     restar soloMarì
                     non mi rispondefra le mie
                     braccia muore.Fra bustine
                     smistate per donare illusioni,le accarezzo
                     i capelli, sorrido con le lacrimedella
                     disperazione.Piango i miei
                     dieci annipiango la mia
                     compagna,unica mia
                     ricchezza,in un mondo
                     schifosodove appena
                     nasciti voglion
                     già mafioso.Ormai non ho
                     più nullasenza la mia
                     compagnache per farla
                     felice le bastava un tarallo.Svegliatevi
                     scugnizzi, vi parla il vostro Boss.Facciamo
                     un'altra lotta,basta con le
                     estorsionie lo spaccio
                     di droga.Diventiamo
                     difensori di tante vite umane,giuro sulla
                     mia donnagiuratelo
                     anche voi,che da questo
                     momento saremo uomini veri,faremo
                     un'altra Napolie di una
                     banda onesta saremo i condottieri,e, parola di
                     Boss,gli Italiani
                     migliori. 
                     
                     
                        Il
                        caldarrostaro  Fermo fra
                     nebbia e gelocoperto da un
                     pastranoc'è il
                     caldarrostaro.Mentre arde
                     la braceinvade
                     viottoli e piazzedelle
                     castagne arrosto il profumo
                     speciale.Penetra
                     nell'olfatto,ad uno ad uno
                     invitaa poterle
                     comprare.Lento,
                     attizzi, mescoli, e porgi i cartocci
                     fumanti.Oh, nobile
                     figura dal braciere ambulante!Noi tutti ti
                     chiediamo:rimani nella
                     piazzafra auto e
                     confusionetu solo, ed
                     il lampionesei l'ultimo
                     rimastoche lotta al
                     consumismo del tutto surgelato.Scomparso
                     è il maniscalco,il cocchiere
                     e il cavallo,le note
                     musicali di timide serenate.Avvolto nella
                     nebbia della grande cittàtu, sei
                     l'ultimo stemmadi un'era
                     ormai passata.Cosa sarebbe
                     mai la nostra civiltàsenza quel
                     buon profumod'arte e
                     semplicità? 
 
                  
               
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