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- Voglio
perdermi
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- Voglio perdermi
- in questi silenzi
- dove il soffio del vento
- dondola la tenda di lino,
- e il sole, tra ricami intagliati,
- entra e si ferma
- sullo scaldino della nonna,
- sugli ovali di antiche foto
- di avi alle pareti,
- immortalati tra cavalli,
- ombrellini e colli di volpe.
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- Voglio perdermi
- tra gli occhi dei girasoli,
- scoprire dove dormono i caprioli
- e dove il fagiano fa la corte
- alla sua femmina.
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- Voglio cullarmi
- nel silenzio del cuore
- dove congelati sono i tuoi sorrisi
- le tue carezze,
- gli attimi sublimi
- dell'amore vissuto,
- da centellinare
- quando arriverà la malinconia.
- Voglio i fiori che mi portavi,
- per sentirmi dire ancora: «Sei
bellissima».
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- Un quarto di
luna
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- Rideva l'estate
- e il mare di cobalto
- spumeggiava
- regalando conchiglie.
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- Nella rena ondulata
- che lascia la bassa marea,
- noi due, camminavamo
- inseguendo sogni d'arcobaleno
- come iridescenti pesciolini.
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- Allora, rideva l'estate!
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- Lentamente ora,
- vedo il sole morire.
- Si chiudono gli ombrelloni,
- trattengo ricordi infuocati
- e accendo
-
- un quarto di luna
- per farmi compagnia.
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- La giacca di camoscio
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- Figlio mio, se ti vedesse tuo padre
- indossare la sua giacca di camoscio!
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- Se sapesse che quelle piccole braccia
- che strinse l'ultima volta a otto
anni,
- ora entrano nelle sue maniche!
-
- Quella giacca unisce due generazioni
- e porta ancora nelle tasche i suoi
ricordi:
- un biglietto del parcheggio e mille
lire.
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- Padre, potessi vedere
- tuo figlio cresciuto,
- andare a scuola
- col suo incedere elegante,
- con la tua giacca,
- voltarsi indietro
- e salutar sua madre!
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- Il fiore
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- Non era primavera,
- ma di gennaio e
- grigio il cielo.
- Lontano l'orizzonte
- schiariva lentamente;
- debole anelava
- un fil di sole.
- Un lunedì mattina
- ci scambiammo gioielli
- tu, un fiore di brillanti,
- io, un fiore di bambina:
- Elisa.
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- La scatola di
latta
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- Ho aperto adagio,
- quasi per non violare
- i tuoi respiri,
- la scatola di latta.
- Dentro, una vita vissuta,
- tra cucito e rammendo.
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- Le forbicine, gli aghi, il ditale.
- Un puntaspilli
- con stelle alpine ricamate,
- bianche su fondo nero.
- Ahimé sono tarmate!
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- Occhi guardinghi
- sembrano i bottoni
- di madreperla,
- a guardia dei rocchetti
- colorati,
- in fila ancora,
- come li hai lasciati tu.
- Sotto di questi,
- un metro arrotolato,
- dei pizzi vari
- e un ago già infilato.
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- Cara nonna Giovanna,
- ho ritrovato
- la tua lunga vita
- dentro una scatola
- di latta.
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- Non costa niente
- la muffa che ne sale,
- ma il sacrificio tuo sì,
- donna immortale!
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- Sai, nell'angolino
- a destra, dimenticato,
- c'era un biglietto:
- sottana mia,
- larghezza cm. 82
- lunghezza cm. 67.
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- Ho chiuso adagio,
- la scatola di latta.
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- Vagabondar di gabbiani
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- Vagabondar di gabbiani
- sull'onde azzurrate;
- giochi d'ombre
- la sera.
- Cerco gli zoccoli sepolti
- trovo conchiglie chiuse,
- dentro: sogni d'amore.
- Lontano ancora,
- vagabondar di gabbiani
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