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               Pasquale Schiano Di Cola, è nato a Monte
               di Procida il 18 gennaio 1954. Attualmente risiede a
               Pozzuoli.Ha esordito come autore teatrale nel 1977.
               Infatti in quegli anni scrisse "Piccola Storia della
               Scienza" un testo liberamente tratto dal "Galileo" di
               B. Brecht e da "La signora è da buttare" di
               Dario Fo. Il testo fu rappresentato presso
               l'Università degli Studi di Napoli nello stesso
               anno, con un collettivo teatrale universitario di cui
               l'autore era anche regista. Nel 1978 fonda il "Gruppo
               Teatro Pozzuoli" e scrive "Un Viaggio" messo in scena 
               in molte scuole dell'area flegrea e di cui cura la
               regia.Pubblica nel 1990 "Sensi incompiuti" piccola
               raccolta di poesie.È autore del romanzo "Antinoo di Kyme"
               nel 1999 in corso di pubblicazione.Compare nell'Antologia Poetica "Canti di
               Sirena" in onore di Raffaele Viviani, edizioni ACAS
               Napoli, aprile 2000.Attualmente è impiegato presso il
               Ministero per i Beni e le Attività Culturali in
               qualità di Documentalista.Nell'ambito delle attività ricreative
               sul luogo di lavoro previste dalla VI Commissione del
               Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha
               fondato il Gruppo Letterario "Il Castello" con alcuni
               colleghi di lavoro della Soprintendenza Archeologica
               di Napoli, con sede presso il Castello di Baia.
               Attualmente sta lavorando con un gruppo di poeti alla
               fondazione di un Laboratorio di Scrittura Creativa e
               alla realizzazione di un Ipertesto sulla poesia che
               sarà rappresentato nell'ambito della rassegna
               di Teatro Flegreo.Titolo provvisorio "Dual Band". | 
      
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                     Il cielo era
                     vicinissimo  Contrario andavogirando il mondomuovendomi per lo piùcon vistosi girotondi.Rimanevo poi fermoper varie ore:pensavo, riflettevo,guardavo il mare. Ero calmo,ormai mi interessavosolo della mia persona,di cose banali dette bene,di costruite frasi di plasticastese su fogli bianchiimpregnati diinchiostro nero. Poi tutto cambiò.Il respiro ansimantetendeva a fermarsi,il cuore pulsavacontento di dare qualchebattito in più,la mia sicurezza fuggiva,il cielo era vicinissimoe mi piegava in due,e una forza spaventosami sollevava da terrae mi sbatteva di colpolontanonel cosmodove ogni cosa che accadeha un senso.   
                  
                  
                     Lama
                     d'acciaio  Sto facendo esperimenticon la vita,mi sottraggo,tento di fermare il tempo.M'innamoro, sognante mi nascondonelle pieghe dell'Universo,nelle parti più scure,non ho più pauradel buio. Io artigiano maledettogioco continuamente con la morteanzi le offro dei fiori,tento di ingannarla,cerco poi di adularla,mi espongo continuamente ad essa:voglio essere risparmiato. Non c'è più l'ansiache un tempo mi spingevaverso trappole amorosepreparate ad arteda puttane incallite,ma una lama d'acciaioche mi ha spaccatol'animain due parti.   
                  
                  
                     Il non
                     detto  Perchénon riesco a dire?Come raccontaretremila ricordie il crepitio del fuocoe le forze eternedella naturache un giornomi furono d'aiutoper sopravviverenel campo di sterminiodella violenzaurbana? Come discuteredi questoo di quelloquandotutto scorre cosìin frettae salevorticosamenteil ricordo di una vita vissutacontro la Storia? Sperare.Le fibre muscolariottimiste lottano all'infinitocontro ciò che non si muove.Faticosamente il risvegliomi dà energiepositiveper affrontareuna miriadedi gente e di non-sense. 
 
               
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