- Poesie del
libro
- Alessandro Parbuoni, La rosa
del deserto, ed. Montedit, 1997, pp. 64,
lit.12.000, ISBN 88-86957-02-5
- Rosa
-
- Rosa,
- il mio canto è per te, dolce
rimpianto,
- è per te che arde la fiamma,
- unica meta miseria di un amore.
- La tua passione nascosta,
- struggente dietro un velo scuro
- è un pianto amaro e non
lieto,
- labirinto del mio disperato
sguardo.
- Rosa,
- questa che penso non è vera
fede,
- questa che sogno non è pia
illusione.
- Ardo nel fuoco, focoso e
distratto
- guizzo scontento in un sangue
pastoso,
- inquieto,
- sussulto forte ma solo,
- l'ultima noia in un'alba briosa.
-

-
- Fontemaggio
-
- Seduto al solito posto,
- nell'umida sera di un giugno
fugace,
- alzo gli occhi al cielo
- e dipingo con sguardo suadente,
- una mezza luna annoiata,
- che sotto le nubi tristi
- e sopra le stelle scolpite,
- accompagna nel sonno,
- il canto del grillo
- e il tormento di cicale,
- che lampeggianti e volteggianti,
- scolpiscono l'aria di mille
figure.
- Poi,
- abbasso lo sguardo,
- e dopo l'ennesimo bicchiere di
vino,
- capisco quanto Dio sia stato
immenso
- a donarci questo show,
- di seta e di lino.
-

-
- La scelta
-
- Così
- il bambino sceglieva il suo
mondo,
- tra capricci,
- lamenti
- e pupille velate,
- i ricordi stracciati,
- i fantasmi agitati,
- la musica incerta,
- odori e colori sfumati.
- Così
- il bambino sceglieva il suo mondo,
- sfuggendo ai richiami
- di sirene oscure,
- tra boschi di betulle
- e faggi fluorescenti,
- scivolando su cascate di acque
gelate.
- Così
- il bambino sceglieva il suo
mondo,
- insieme a stelle alate
- in notti stanche,
- dove il lupo ululava
- canzoni cupe,
- e l'angoscia saliva
- in quei lunghi momenti.
- Così
- il bambino sceglieva il suo
mondo,
- tra sogni,
- poeti,
- e magici eventi.
-

-
- Scende la
pioggia
-
- Scende la pioggia,
- e tu,
- nei riflessi di uno strano
inverno,
- alzando lo sguardo al cielo,
- scopri che il mondo è molto
più bello;
- se poi chiudi gli occhi
- e provi a sognare
- che esiste una vita di soli ideali,
- scuoti l'orgoglio,
- risveglia i tuoi sensi,
- ti troverai a volare
- in immensi universi.
-

-
- La luce
-
- Com'è bella,
- com'è sensuale quella
luce,
- così sola,
- così fioca,
- quando esce timidamente
- dalla vecchia ed arrugginita
lanterna,
- appoggiata silenziosamente
- sopra quella lucida madia di
legno.
- Il vetro che la fascia
- è così opaco da inglobarne i
pensieri,
- è così flebile da proiettarla
nel vuoto.
- Mentre da lontano
- il soffio del vento,
- spazza tutto ciò
- che la ricopre di sporco.
- Come è dolce,
- come è tenera quando sorride al
tempo,
- allietandone il senso
- in quel soave momento.
- Come è indifesa
- quella luce,
- così ingannata dal volare
orrido
- di una falsa passione,
- che in un solo attimo ne cura,
- il suo spento grigiore.
-

-
- Il cambio di
pelle
-
- Poi
- il cambio di pelle annunciato,
- il ritorno di isteriche notti,
- il sogno di albe tornate,
- e adesso sussurriamo primavera.
- Poi il simulacro di pioggia caduta,
- il segno di spenti tramonti,
- il distillare di pigre giornate;
- e adesso parliamo con voci rauche
- e adesso pensiamo con menti
annebbiate
- e adesso piangiamo con sguardi
rassegnati.
- Poi ripensiamo a quello che è
stato,
- e allora giriamo,
- poi vaghiamo,
- forse amiamo,
- fino a quando
- il cambio di pelle annunciato,
- tornerà
- dal viaggio insensato e
distratto.
-

-
- Farfalle
-
- Schieratevi farfalle,
- la luna è bella e
travolgente,
- agitatevi, pregate,
- udite il suono della notte.
- Opponetevi alle intese
- di voci piane e rimeggianti,
- posate le ali d'oro
- sul mondo oramai ribelle.
- Il fascino che cercate
- è tetro e allucinante,
- affidate all'aria
- ogni utopia di libertà.
- Voi favola stupenda
- di colore quasi fuoco,
- mutate i venti,
- dorate le stelle,
- cullate le acque,
- velate le nubi
- di sogni nascosti,
- nelle ombre di teneri cieli.
-

-
- Lei
-
- Lei,
- supina, ebbra d'amore.
- Io,
- sfinito guardandola ancora;
- nel sogno
- svaniva la sua fronte arrossata,
- nel mio cuore
- la rosa dal sangue fluente,
- rotolava nel sonno
- più sbiadito di sempre.
- Ancora io,
- angelo della sua giovane anima,
- custode del suo corpo poetico,
- faro del suo inebriante sorriso,
- scrittore del suo vibrante candore.
- Nei miei ricordi
- sfuocati da soffici ardori,
- i lontani canti della sua voce
persuadente,
- sono desideri
- di felici passioni,
- che scoperte le virtù
- della nostra intesa,
- sconfiggono il nulla
- di ogni astratta sentenza.
-

-
- Città
-
- Città senza tempo,
- metafora di libertà,
- con quel potere di pensare,
- di trasmettere,
- d'abbagliare.
- Città senza tempo,
- stato d'animo d'indipendenza,
- con quell'acume di percepire
- gli umori, i pudori, i misteri.
- Città di cultura,
- così poco assidua,
- così meno cruenta.
- Città magica,
- libro da sfogliare,
- affascinante immagine
- d'atmosfere suggestive,
- unico luogo di sogni e di fiabe;
- rapisci il mondo,
- frequenti l'universo,
- evadi dai corpi
- di squallidi cantori.
- Città surreale,
- metafisico enigma
- di effluvi abituali,
- rendi vive le parole,
- spezza il vuoto ed il dolore,
- calati in un'assurda e crudele
emulazione.
- Tu città,
- ebbrezza ed illusione,
- suggestioni, coinvolgendo,
- gli ignoti pazzi attori,
- in questa brutta storia,
- terribile dolore,
- di un'immensa scia di fuoco.
-

- Donne
-
- Donne,
- radici di suoni
- nell'ombra solitaria.
- Donne,
- contemplazioni estetiche
- di artisti vuoti,
- incantesimi effimeri,
- anarchie innocenti
- svincolate dalle oasi
- di puritane cere.
- Appagate, immobili,
- i dolori del momento,
- illudete i sensi,
- avvolgete il gran tormento.
- Voi,
- forme di cuori,
- eros egoistico,
- falso amore o sogno mistico.
- Ipnotizzate il desiderio di
esistere,
- estirpate l'inutile purezza,
- annientate l'innocua ribellione,
- datemi per sempre
- un libertino godere.
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-
- Poesia
-
- Poesia,
- unica ancora di salvezza
- da ogni profondo abisso
esistenziale,
- ti inoltri nei meandri
- della psiche,
- ti appropri
- di ogni vibrante coscienza.
- Eterea sensazione,
- esule fluido informe,
- schizofrenica
- a volte snobistica,
- sei la voce e la vita
- di ogni artista,
- sei il ribrezzo
- di un'arcigna e perenne pazzia,
- che solo tu puoi raccontare
- in fiumi d'inchiostro.
- Poesia,
- ossessionata dai falsi ricordi,
- straziata da inique menti
taglienti,
- terrore di strenue consolazioni.
- Solo tu puoi limitare
- i dolori dell'uomo,
- ai tuoi piedi cadono
- i frutti di una qualsiasi passione.
- Poesia,
- artiglio esplorativo dell'anima,
- crocevia di una balbettante
interiorità,
- adolescente dominio
- di un'unica visione,
- flusso continuo
- di ogni struggente sentimento.
- Le sonde del tuo essere
- scavano nelle grotte
- dei piccoli cuori:
- nessuno le potrà ingabbiare,
- solo un poeta le può
ricordare
- nell'astratta
incontrollabilità,
- di una sciocca
- ed acuta follia.
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