IL CLUB DI

LETIZIA

Dedicato alla lesione cerebrale infantile

A cura di Maria Simona Bellini

 

LAURA E FRANCESCA

Una famiglia che non ha ceduto alla disperazione

 

Mi chiamo Francesca e sono la madre di Laura, una bambina nata il 26/8/96 con una diffusa e complessa malformazione cerebrale.
I medici mi dicevano che non dovevo preoccuparmi, perché Laura avrebbe al massimo avuto qualche crisi epilettica ma quando, verso gli otto mesi, mi sono accorta che Laura non era come i suoi coetanei ma indubbiamente più in ritardo, l'ho ricoverata in un Istituto di Milano. Dopo la risonanza magnetica la diagnosi dei medici è stata lapidaria: "non faccia investimenti sul futuro di sua figlia perché con ogni probabilità rimarrà un vegetale in preda a incontenibili crisi epilettiche".

Quello che più mi mandava il sangue alla testa era però il senso di impotenza che continuamente mi inculcavano; Laura non era normale, e questo era innegabile, pero' era lontana dall'essere un vegetale.

Ha fatto nove mesi di fisioterapia senza alcun successo: i piccolissimi progressi che faceva erano dovuti ai continui stimoli che riceveva in casa da noi e non ai 3/4 d'ora che 2 volte alla settimana passava alla ussl. La fisioterapista diceva che tanto era inutile portarla lì, che il suo era un problema di carattere cognitivo e non motorio e che quindi Laura sarebbe stata una neonata a vita.

Non ho mai voluto credere a questa ipotesi e tra le tante letture nelle quali mi sono imbattuta ho avuto la fortuna di trovare, grazie alla mia vicina di casa, un libro scritto da una mamma. L'ho letteralmente divorato, mi sembrava di vivere la medesima situazione descritta nel libro.

E' stata l'illuminazione, mi sono attaccata al telefono e tramite il 12, dopo aver disturbato tutti i Martone di Napoli, ho rintracciato il numero del giusto signor Martone e parlando con lui in me si e' riaccesa la speranza; finalmente mi stava abbandonando quell'oppressivo senso di impotenza che mi aveva rovinato la vita fino ad allora, finalmente avrei potuto fare qualcosa di concreto per mia figlia.

Laura in quel periodo gattonava appena, si isolava dal resto del mondo, sembrava guardasse costantemente dentro di se', viveva in una dimensione tutta sua e ci graffiava in continuazione.

Ho incontrato l'équipe di Delacato qualche mese dopo, prima a Monza poi a Sorrento: ero agitatissima ma il trio "Bonomo-Martone-Parisi" mi ha subito messo a mio agio, più che a una visita neurologica mi sembrava di essere tra amici.

Non ho perso tempo, ho iniziato subito a lavorare per mia figlia, aiutata da mio marito e dal piccolo Alessandro che per Laura, più che un fratello maggiore rappresenta il sole, e mi sembrava di essere rinata.

I miglioramenti di Laura non hanno aspettato a farsi vedere, non avrei mai immaginato che il fatto che graffiasse fosse dovuto ad un problema di ipotatto ma dopo 10 giorni ha smesso di farlo.

Nel giro di due mesi ha smesso di isolarsi dal mondo ed era molto più partecipe alla vita familiare, ha iniziato a gattonare in modo più spedito e il giorno di Natale, dopo 5 mesi di terapia, come un bellissimo regalo, ha iniziato a camminare.

Tutto questo era magnifico, ma la cosa più importante, quella che vorrei rinfacciare a tutti i luminari che l'hanno visitata é che mia figlia capisce, capisce tante cose, cose che nemmeno io mi sarei aspettata.

Ha ancora tanti problemi, soprattutto di carattere visivo, non mastica e so che la strada da percorrere e' ancora molto lunga e faticosa ma si fa per la vita della propria figlia e questo appaga qualsiasi sacrificio.

La terapia del Prof. Delacato non é poi cosi' impegnativa, occupa circa tre ore suddivise nell'arco della giornata e questo permette a Laura di frequentare due ore di nido, di giocare con suo fratello e di fare lunghe passeggiate all'aria aperta, di vivere insomma una vita relativamente normale.

Credo che mia figlia sia una miracolata, che i progressi che fa non siano del tutto merito nostro ma anche di un intervento divino però la testimonianza che porto vuole essere un ringraziamento a chi ha creduto in lei (Bonomo, Martone, Parisi) e vuole soprattutto essere uno sprone a tutte quelle mamme che come me si sono sentite dire "lasci perdere, non serve a niente".

Mai lasciare perdere se in gioco c'é la possibilità di far vivere ai nostri figli una vita dignitosa.

Non posso inoltre fare a meno di ringraziare quella mamma che col suo libro mi ha permesso di entrare in contatto con questa realtà.

Chi volesse mettersi in contatto con me lo può fare inviandomi una e.Mail. Per quanto mi riguarda invece non perderò occasione di divulgare a gran voce i meriti di questa terapia sperando di rompere l'ostracismo che da queste parti impedisce a chi vuole fare qualcosa di più concreto per i propri figli, di agire.

Francesca, Laura Alessandro e Fiorenzo, e.Mail fafusina@tin.it


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