IL CLUB DI

LETIZIA

Dedicato alla lesione cerebrale infantile

A cura di Maria Simona Bellini

 

LA PAGINA DI ISABELLA

Poesie e Racconti di una ragazza

veramente speciale

 

MI PRESENTO: SONO ISABELLA

Io non sono un genitore e di figli non ho esperienza, sono una figlia con una storia incredibile da raccontare: ho subito due operazioni, di cui una sbagliata perché la diagnosi non era giusta, e 9 anni di collegio: non vi dico come ne sono uscita.

Nonostante questo ho sempre dovuto lottare, e tuttora lotto, con mentalità sbagliate in famiglia: invece di darmi una mano, stimolarmi, incoraggiarmi, per poter migliorare no! niente! mi schiacciavano dicendomi che dovevo rassegnarmi tanto le cose non sarebbero cambiate.

«Non parlare al telefono, non sai parlare, non ti capiscono» e così tante altre cose ed io mi rifugiavo in camera mia a piangere in silenzio per non farli soffrire.

Non solo questo, anche l’U.S.L. del mio paese, non vuole sentire i miei problemi, ho una situazione un po’ difficile in casa. L’U.S.L. vuole risolvere tutto dandomi una carrozzina a motore che rifiuto da quattro anni.

Nel mio paese avevo fatto un tentativo con un logopedista per poter riuscire a parlare meglio, non avevo ottenuto alcun risultato. Come avrete capito mi devo gestire da sola, l’U.S.L. non mi dà nessuna mano.

Dopo alcuni anni ho voluto ritentare. Insieme ad un mio amico, abbiamo preso l’elenco del telefono, si è trovato un centro ortofonico convenzionato con l’U.S.L. Ho preso appuntamento e sono andata. Sapeste con quanto timore, perché i medici mi mettono molta agitazione.

Alla visita neurologica la dottoressa quando mi ha visto è rimasta meravigliata perché camminavo: secondo lei sarei dovuta stare su una sedia a rotelle o in un letto perché i miei muscoli sarebbero dovuti essere rigidi e atrofizzati. Questa dottoressa mi disse che era un tentativo, una prova che facevano nell’accettarmi lì, non mi garantivano nulla.

Dopo tre mesi avevo ottenuto già dei risultati, andavo tre volte la settimana, all’insaputa dei miei, mi pagavo il viaggio e tutto procedeva per il meglio.

La cosa vergognosa è che l’U.S.L. del mio paese non mi ha rinnovato la convenzione accusando il centro di avermi plagiata.

Mi fissarono due appuntamenti a mia insaputa con il fisiatra e la logopedista e, a malincuore ci, sono andata. L'incontro con il fisiatra sembrava una messinscena: mi disse che non ci voleva entrare in "questa storia", lui non c’entrava nulla.

La logopedista, invece, mi schiacciò subito dicendomi che la mia patologia è irreversibile, quindi mi dovevo mettere il cuore in pace, ma mi avrebbero dato la carrozzina e la patente. Mi sono sentita tanto umiliata, avevo fatto tanto sforzi per nulla, perché loro si basavano solo su di un pezzo di carta dove c’è sbattuta sopra una diagnosi, che è sbagliata, non hanno mosso un dito per darmi un aiuto!

Che vergogna! Se io cammino (ho imparato a camminare per una mano, ora sto imparando a camminare da sola, faccio dei tratti di qualche centinaio di metri) è per la mia volontà e con l’aiuto del mio amico che ha la costanza di farmi fare degli esercizi; e ora il mio sforzo sta dando dei frutti, cammino percorrendo sempre più strada con una persona che mi sta dietro, pronta a riprendermi se perdo l’equilibrio.

Non ho mai voluto accettare la proposta dell’assistente sociale che vuole darmi una carrozzina a motore. Ma che cosa me ne faccio? Abito in condominio al 3° piano, l’ascensore è piccolo, mia madre è anziana.

Questo l’assistente non arriva proprio a capirlo: POSSO RIUSCIRE A CAMMINARE CON LE MIE GAMBE!!!


LE MIE POESIE

 

IL SOLE NEL TUO CUORE

Non abbatterti mai.

Trova sempre la forza che c’è in te.
Dona sempre un sorriso, una parola
con semplicità, una mano.
Se ti senti triste, chiamami, serve
molto un amico.
Non scivolare mai nel tunnel
della depressione.
Fai splendere ciò che hai dentro,
è così bello dà molta forza a chi lo riceve.
Porgi la tua mano in segno d’aiuto,
d’amicizia, con affetto sincero.
Se ti capitano dei momenti bui, non
arrenderti mai, c’è sempre chi è disposto
con tutta la forza che ha, ad aiutarti.
Esprimi ciò che senti, non tenerti dentro
la tristezza, fa tanto male.

 

SOLITUDINE

Guardo fuori dalla finestra c’è il sole.

Il suo calore mi da gioia.
Vorrei uscire, andare incontro al sole,
non posso, mi serve una mano, quando
ho la mano del mio amico posso correre
non solo con lui ma anche con le mie
gambe. Che bello com’è stupendo tutto
questo! Non solo questo, posso anche volare,
parlare, ridere: che gioia. Sì oggi c’è il sole e
dovrò stare in casa ma non importa, so che
il mio amico può uscire, avere la compagnia
che desidera, questo mi fa stare bene, non mi
fa pensare alla mia solitudine. Quando verrà
il mio amico sarà bello uscire, e la
solitudine svanirà come se fosse un sogno.
 

STORIA DI SALLY

Presentazione:

In queste pagine Sally vuole lanciare un messaggio. Non lasciatevi prendere dallo sconforto, per gli ostacoli che vi capita di incontrare durante questa vita. Sì, non è facile per nessuno ma non scoraggiatevi mai, cercate sempre un amico con cui parlare, anche solo per dire semplicemente: «Ciao, come stai?»
Chi ha la libertà di muoversi come vuole, di farsi una compagnia, non pensa mai quanto è bello: poter correre, saltare, stare con la persona che ama, forse non apprezza tutto ciò.
Sally si accontenta di sentire la voce del suo amico anche solo per telefono, è un modo per andare avanti.

Solitudine

Questa è la storia di una ragazza che chiamo Sally.
Ha sofferto molto.
Nella sua sofferenza ha cancellato odio, gelosia, rancore.
Venne messa in un collegio a 6 anni, per cura, così dicevano. I suoi genitori facevano i coloni, era una famiglia numerosa, con una mentalità molto chiusa. Il padre preferiva fare il colono, anziché farsi una strada in città, cercando un lavoro in una città, e lasciare perdere le mentalità tramandate di generazioni in generazioni.
La bimba aveva dei problemi, non camminava, e problemi nel parlare, ma era un tipo molto allegro, non piangeva mai. La misero in collegio, la prima notte fu molto triste, le mancavano i suoi genitori, soprattutto la madre.
Dal grande dolore si rifiutava di parlare.
Quando la madre le chiedeva: - Perché ti comporti così?
Lei rispondeva: - Ho tanta paura che non capiscano ciò che dico. Questo andò avanti per un anno, si faceva capire a gesti, come meglio poteva. I primi tempi che si trovava in collegio quando la sera mangiava, dopo andava a letto vomitava sempre, questo per molto tempo che Sally era diventata anoressia. Si sentiva abbandonata.
Nel collegio, c'erano bambini con grossi problemi anche mentali, la cosa non faceva bene alla piccola bimba; soffriva moltissimo, era terrorizzata dalla paura delle botte, non poteva andare in bagno quando aveva necessità, doveva farlo di nascosto, perché se veniva scoperta erano rimproveri e botte, se si bagnava erano botte lo stesso.
Quante iniezioni gli facevano, non si sa per quale motivo, lì non si sapeva niente, era terrorizzata da queste.
A Sally piaceva molto il latte a colazione, ma lì dentro gli faceva male, lo evitava scappando al piano di sotto a gattoni, si nascondeva nei bagni. Il latte faceva schifo, da all'ora non ne ha più bevuto una tazza: il latte fumante la disgusta.
Dopo un po' di tempo che Sally rifiutava il latte, le venne cambiata colazione, il tè con il pane: che gusto!!!
Prendeva qualche cucchiaiata di tè ma lasciava tutto il pane nel piatto, non gli andava giù, la faceva vomitare. Vedeva le suore, che si comportavano in un modo che le sembrava molto strano, perché usavano le maniere molto forti, loro che avevano fatto una scelta coraggiosa. Una volta Sally non stava molto bene. Le venne la febbre, non aveva appetito e non le andava di mangiare la frutta. Per questo stupido motivo una suora le diede una sberla ben tirata. Sally ci restò tanto male da non poter trattenere le lacrime: perché questo?
Da quel momento ogni volta che vedeva alzare le mani si riscuoteva per il ribrezzo, i suoi occhi erano terrorizzati.
Quando andavano a mangiare e ci mettevano di più, o perché non gli piaceva, una suora li prendeva per i capelli per fargli aprire la bocca: che tristezza, quanto dolore per niente!
Questi ragazzi venivano accuditi, oltre che da suore, anche da laici, ma anche fra queste persone c'era chi lo faceva con passione e ci metteva il cuore, e chi usava le botte.
La domenica venivano i genitori, quelli della piccola Sally venivano due volte al mese, quasi sempre solo la madre, che ci stava due ore.
A volte la domenica, veniva una signora da fuori, alla Messa.
Questa signora vedeva che Sally era sempre sola, le si leggeva nello sguardo tanta tristezza, anche se cercava in tutti i modi di nasconderla.
Propose alla piccola Sally: - Vuoi venire a casa mia a pranzo?
Alla bimba si illuminarono gli occhi da quanto era contenta: - Si - rispose.
Ma era insieme a un'altra bambina, che le sentì; anche lei era sola, anche lei voleva andarci, ma questa signora non le poteva portare tutte e due.
Sally le fece capire: - Va bene porta lei, sarà per un'altra volta.
Questa signora da quella volta aveva preso in simpatia la piccola. Quando portò Sally a casa sua, a questa bimba sembrava di sognare, tutti le volevano bene, le dimostravano tanto affetto, le facevano un monte di coccole e Sally era felice, raggiante.
Non pensava di dover ritornare in quella prigione. Sognava ad occhi aperti cose molto belle, tipo correre con le sue gambe, parlare molto bene senza problemi e altre cose meravigliose. Soffriva molto di solitudine, cercava l'amore, l'affetto che non trovava. Per non pensare a cose brutte, scriveva molte, poesie.
A casa andava tre volte l'anno: Natale, Pasqua e un mese d'estate. Una domenica Sally aspettava con ansia la mamma, che sarebbe dovuta venire a trovarla; invece non venne e la bambina percepì qualcosa che le avrebbe fatto tanto male.
Quando la madre venne a trovarla, le chiese: - Perché non sei venuta?
- Sai, siamo stati alla comunione della tua cugina, siamo andati al ristorante.- Perché non siete venuti a prendere anche me? Non mi sembra giusto.
- Sai, non ci abbiamo pensato.
Sally si sentì rifiutata, la facevano sentire diversa, lei che cercava in tutti modi di cancellare dalla sua mente queste cose; ma la realtà era ben diversa.

Intervento chirurgico

Passarono gli anni, Sally cresceva in questo inferno; si poteva muovere a gattino (che fortuna!) ma le sue gambe non si potevano allungare quasi più.
Venne operata una seconda volta alle gambe, perché la prima operazione era stata sbagliata (tanta sofferenza per niente: in questa operazione la tennero per due mesi ingessata da sotto le braccia fino alla punta dei piedi, con un bastone in mezzo alle gambe, ecc...)
In quest'altra operazione, trovarono un macello alla gamba sn., non riuscirono a operare tutte e due. Dopo una settimana Sally doveva ritornare sotto i ferri, era già pronta, capitò un caso urgente e Sally la dovettero rimandare alla settimana successiva che angoscia, rabbia, sconforto.
Dopo si sentiva molto a terra, perché non poteva muoversi come voleva; doveva dipendere dagli altri, oltre al dolore fisico che non era poco: le avevano fatto male il gesso, alla gamba sinistra con conseguenze molto brutte. Sally diceva agli infermieri dell'ospedale che le faceva molto male il tallone sinistro, non veniva creduta, perché le dicevano: non è possibile li non ti hanno fatto niente, le facevano le iniezioni per farla dormire.
Questo andò avanti per parecchi giorni, poi per fortuna smise di farle male. Dopo un mese venne riportata nel collegio li non avevano maniere molto gentili, il tallone ricominciò a farle di nuovo male, non davano peso alla cosa.
Passarono altri quindici giorni Sally non ce la faceva più dal dolore, una notte si mise ad urlare e a piangere molto forte perché il dolore la martellava intensamente, venne rimproverata molto duramente perché in quel modo non faceva dormire nessuno.
Le fecero una iniezione per il dolore, il mattino seguente la riportarono in ospedale. Le aprirono il gesso, il medico che fece questo si mise le mani nei capelli vedendo com'era ridotto il tallone di Sally, le era venuto un buco pieno di materia.
Non descrivo il dolore che aveva Sally. Venne ripulita con l'alcool, ci volle molto tempo per guarire. Un giorno aveva bisogno del bagno, ce la tennero più di due ore, perché si era bagnata; le gambe le facevano molto male a stare lì.
Sally si consolava con il mangiare, ma più di tanto gli veniva impedito. A volte pativa la fame, se trovava un pezzetto di pane secco se lo mangiava di nascosto: come era buono!

Prima Comunione

Il giorno dalla sua Prima Comunione al mattino Sally aspettava la madre che non arrivava; arrivò tardi mentre la bambina si trovava sola nella camerata. Quando arrivò la madre Sally tiro un sospiro di sollievo. Dopo la messa una signora gli fece delle foto che non sono venute. Sally la portarono a casa per due giorni. Sally si aspettava il pranzo con tutti i parenti come avevano fatto alla sorella, invece no perché il fratello non si trovava a casa allora niente festa (che mentalità sbagliate!).
Tra paure, botte e violenze, passarono 9 anni, ed anche per lei arrivò il momento di lasciare quell'inferno.

Rientro in famiglia

Rientrata in famiglia, Sally non era molto felice:non veniva capita, cercava l'amore che le era mancato, l'affetto, le coccole. Capiva che veniva trattata come se fosse un peso.
Sally volle in, tutti i modi fare le scuole medie: oltre che in famiglia, trovò ostacoli anche nel preside, che non voleva ammetterla nella scuola pubblica, perché essendo stata in un collegio per malati di mente pensava che anche Sally fosse così.
Volevano che Sally andasse di nuovo in un luogo dove c'erano ragazzi e ragazze malati mentali: Sally fece capire all'assistente sociale di una altra città quello che pensava: - Se mi mettete qui mi uccidete, non voglio stare qui.
Il padre di Sally gli disse: - Sarai contenta ora che ti hanno preso!!!
ma questo le veniva detto in senso di rimprovero non di incoraggiamento. Sally si rifugiava a piangere. Successivamente venne accettata e riuscì ad ottenere grossi risultati.
La cosa che la umiliava di più era che i bidelli facevano a "scarica barile": siccome Sally non camminava dovevano portarla in braccio, e questo li scocciava molto, poi era costretta a dover chiedere un aiuto per muoversi (ci volevano due persone per farla camminare, altrimenti cadeva).

Una sorpresa

Una domenica, Sally ricevette una visita: con grande gioia, la "signora della domenica" la venne a trovare a casa. Rimase molto colpita da quante cose poteva fare Sally se le avessero dato la possibilità, ma vedeva che la ostacolavano, quando voleva fare qualcosa i suoi si commiseravano sempre, ma Sally le disse: - Ci riuscirò, vedrai.
Terminate le scuole medie, in cuor suo voleva continuare a studiare, ma non trovava nessun sostegno né fisico né morale, con tanta tristezza decise di abbandonare le scuole.
Queste cose lasciarono un segno indelebile in lei che aveva una gran voglia di comunicare di fare tante cose; veniva sempre ostacolata, per mentalità sbagliate, tramandate da generazioni, come se fosse una vergogna, una colpa, una profonda ferita che non si sarebbe mai rimarginata.

La casa in paese

Cambiò casa e andò ad abitare in periferia; era molto sola, stava anche sei mesi senza uscire; quando usciva si sentiva tanto diversa, reagiva in modo sbagliato e le altre persone potevano pensare che aveva problemi mentali. Quanta umiliazione, tristezza, commiserazione! Se usciva era solo con un familiare.
Non aveva nessun amico con cui parlare, i suoi la scoraggiavano sempre, dicendole che non sapeva parlare, che non la capivano, non volevano che parlasse al telefono per le stesse ragioni. Sally allora si rinchiudeva in camera a piangere in silenzio perché nemmeno questo poteva fare, gli dicevano "ti sentono", il solito discorso!
Questa ragazza si sentiva tanto umiliata, emarginata; le faceva molto male quando i suoi familiari si commiseravano con persone che venivano in casa. Cercavano la compassione degli altri, perché la vedevano diversa, una persona minorata.
Per Sally era come una pugnalata al cuore, non si faceva mai vedere dai suoi piangere, non voleva dar loro un dolore in più, anche se non risparmiavano di ferirla in continuazione. Pensava che tutto questo non era giusto, non voleva la compassione di nessuno, anche se si rendeva conto che aveva dei piccoli problemi, ma a volte non ci pensava nemmeno, voleva solo una mano.

Rifiutata

Sally andava in un luogo pubblico per vedere gente scambiare due parole, come un semplicissimo: "ciao come stai?" voleva in tutti i modi imparare a stare con la gente senza vergognarsi senza timore di non essere accettata. Venne rifiutata, perché la sua presenza dava fastidio! Dicevano che, se c'era lei, non andato venuto nessuno in quel luogo. Un altro trauma, fu un durissimo colpo.
Sally si sentì nuovamente schiacciata, tradita, umiliata, si sentiva un verme, una cosa inutile, nel suo animo c'era tanta tristezza, sofferenza, angoscia.
Questo trauma le costò molto, perché doveva far finta di niente come se tutto andasse bene, specialmente con suo padre che aveva un carattere molto debole e bastava poco per farlo andare in crisi (soffriva di esaurimento nervoso).
Questa sofferenza la portò a rinchiudersi e non voleva più uscire, per farla uscire di casa ci volle la forza. Quando usciva fuori e incontrava qualcuno che rivolgeva la parola a chi la accompagnava ma non a lei, Sally, che con la sua volontà era riuscita a sostenersi un po' meglio sulle sue gambe e le bastava solo una persona, si sentiva una forte angoscia dentro, tanto che se avesse potuto sarebbe fuggita via per non incontrare nessuno.
Si nascondeva dietro alla persona per non farsi vedere, reagiva molto male, si gettava in terra quasi volesse scomparire, le persone fraintendevano lo strano comportamento di Sally.
Non riusciva più a mangiare, si vergognava a farsi vedere mangiare, sembrava che non le piacesse il cibo, perché si sentiva molto diversa, non potete immaginare che cosa uno prova in quei momenti, non riusciva nemmeno ad andare in bagno. Questo problema del bagno lo ha portato dietro per tanto ma tanto tempo: era un trauma del bel collegio!
Non dava ascolto a chi le diceva: "che ci vuoi fare? Sei così, ci vuol pazienza, bisogna rassegnarsi". A Sally questa parola (rassegnarsi) non piaceva nemmeno un po'. Rassegnazione per lei significava quando una persona non ha nessuna speranza di nessun genere ma se uno ha anche una piccola possibilità bisogna che la sfrutti.

Comunicare

Un giorno volle mettere un telefono in camera sua, così pensava: "potrei imparare a comunicare con gli altri".
Incontrò una signora e fecero amicizia. Sally le chiese se avrebbe potuto telefonarle e la signora rispose che le avrebbe fatto tanto piacere poter comunicare con lei.
La cosa risultò molto ma molto difficile la prima volta per l'emozione, la gioia di poter comunicare con qualcuno le sembrò tanto difficile perché non si capiva quasi niente ma Sally diceva "aspetta" e ripeteva la cosa che non si capiva. Stette più di un'ora al telefono, con fatica riusciva a farsi intendere anche se erano poche frasi. Dopo questa telefonata si sentì come se avesse vinto un miliardo.
Questa signora riuscì a trovarle un ragazzo come sostegno per farla uscire di casa, i suoi non volevano, pensavano chissà cosa, ma Sally riuscì ancora una volta a farcela. Non fu una cosa per niente facile.
Con tanta fatica riuscì a farsi accettare da questo ragazzo, che ben presto capì quali erano le capacità di Sally. Per il suo compleanno volle portare Sally in pizzeria. Sally era molto impacciata e non sapeva come fare a mangiare, con molto imbarazzo ci riuscì.
Dopo quella volta volle portare Sally al teatro in un'altra città. A Sally sembrava quasi un sogno, anche se la commedia non le piaceva tanto, Sally si diverti lo stesso. Seguì anche il cinema, che a Sally non piaceva molto perché doveva stare in silenzio: questo le restava tanto difficile, si sentiva come in prigione e avrebbe voluto fuggire via.

Un incontro

Un giorno quando si trovava fuori con il suo accompagnatore, che chiamerò Franchy, incontrarono un amico di questo, a Sally sembrò un tipo molto in gamba, e chiese a Franchy: "mi piacerebbe tanto fare amicizia anche con lui." Franchy le disse "ti porto in paese dove ci ritroviamo, così potrai chiedergli ciò che vuoi."
Portò Sally in paese, e quando vide questo ragazzo, che chiamo Davide, Sally voleva parlare ma non le usciva una frase dalla bocca, stettero più di un'ora a guardarsi in faccia, senza dire parole.
Sally tornò a casa molto triste, non si volle dare per vinta, prese l'elenco telefonico e cercò il numero di Davide. Nella settimana successiva, prese il coraggio a quattro mani, prese il telefono e chiamò Davide. Era molto emozionata e riusciva solo a dire chiaramente "va bene".
Gli fece capire: - "mi puoi dare una mano?"
Davide, restò tanto sorpreso dalla buona volontà di Sally che accettò con molto piacere. Davide andava a trovare Sally la portava fuori, la faceva molto camminare, le faceva un sacco di compagnia. Sally imparò molto a comunicare per telefono.
Dopo Franchy gli venne affidato un altro accompagnatore, che non voleva accettare questo compito, lo faceva di mala voglia e Sally cercava in tutti i modi di andargli incontro. Un giorno quando riaccompagnò a casa Sally le disse: -"mi hai rotto........"-
Sally gli chiese: - "che cosa ho fatto ora?"
Lui rispose: - niente, semplicemente perché cammini troppo piano, e ci metti molto a parlare".
Sally si sentì profondamente umiliata, trovò la forza di rispondere:
- "scusami non ho colpa io se cammino piano e parlo un po' male, devo imparare, se non ti va di fare questo puoi andartene, io non ti obbligo".
Da quella volta cambiò sistema e fece amicizia con Sally.
Dopo questo accompagnatore ne venne uno simile che la , trattava molto male, perché doveva camminare sempre e Sally non doveva mai sbagliare, se si bloccava quando incontrava la gente, questo smetteva di parlare, tenendole il muso come se avesse commesso chissà quale cosa: Sally ne soffriva molto.
Con il passare dei mesi Sally riuscì a farsi accettare, dicendogli: "guarda che se non la smetti con il tuo comportamento è meglio che da me non vieni più perché mi fai del male, io sono una persona non un animale."
Lui gli disse: "accidenti a me, Sally, e sai perché? Mi sono affezionato a te perché hai resistito a tutte le mie problematiche idee che ti facevano stare male.
Venne quindi un altro accompagnatore che chiamo Jack. Quando Sally lo conobbe le sembrò molto bravo e Sally non si era sbagliata: si trovava molto bene.

Amicizie

Sally trovò un sacco d'amici che spesso la portavano a delle cene di compleanno degli amici. A una di queste cene Sally incontrò Gin.
Gin vide Sally e scambiarono due parole. Sally le chiese che cosa faceva e Gin le disse che studiava all'ISEF e se a Sally avrebbe fatto piacere, lui le avrebbe fatto fare ginnastica.
Sally accettò molto volentieri. Gin le insegnò molti esercizi a casa sua, Sally andava da lui tre volte la settimana, mentre lei doveva sempre arrangiarsi per trovare chi l'accompagnasse a casa di Gin.
Fece dei grossi miglioramenti che non avrebbe immaginato nemmeno Gin. Insieme ad altri amici Gin portò Sally a fare la via Crucis, si divertì un sacco, veniva trasportata a cavalluccio per tutto il tragitto.
Dopo quella ne seguì un'altra di notte. Sally stava benissimo: che gioia! Gin portò Sally a un concerto in un altra città. Gin la fece anche visitare da due professori di medicina per vedere se gli esercizi che le faceva fare erano giusti o no.
Il responso fu positivo, doveva continuare per quella strada, andava benissimo. Con quegli esercizi Sally stava imparando a stare sulle sue gambe. Dopo un po' lei già faceva dei piccoli tragitti da sola con tantissima paura. Gin le dava molta fiducia e era convinto che avrebbe potuto migliorare ancora.
Dopo diverso tempo Gin si sposò, il tempo da dedicare a Sally non c'era più per continuare a fare ginnastica, dovette smettere. Per Sally fu un grande dolore, era contenta che Gin si facesse una famiglia, ma sentiva come un vuoto dentro come se ancora una volta venisse abbandonata: che tristezza, quanto pianse!
Un giorno Jack portò Sally a casa sua, lui stava in un'altra città. A Sally sembrava di sognare, le sembrava di essere un'altra persona, era molto tranquilla, a casa di Jack, prepararono il pranzo insieme, perché i suoi genitori erano andati a fare una gita: che gioia per Sally si sentiva come se i suoi problemi fossero scomparsi come in un sogno, non pensava di farcela. Dopo pranzo Jack portò Sally a conoscere la sua ragazza, poi andarono in giro per la tutta la città, cosa che le piacque moltissimo.
Migliorò molto con questa persona. Per Sally era l'amico con cui poteva parlare.
Sally volle fare una visita da uno psichiatra, perché si sentiva moltissimo giù: il padre stava tanto male e non aveva speranza di guarire. Come sempre Sally veniva a sapere le cose da altri, non dalla sua famiglia e pensava: "perché? Che cosa ho che non va? Forse non sono normale di testa."
Decise di andare a questa visita e volle Jack ad accompagnarla, si fidava di lui e sapeva che avrebbe mantenuto questo segreto. Sally era terrorizzata quando doveva andare dai dottori, professori ecc.. ma con Jack si sentiva molto sicura, volle sentire anche questo parere. Lo psichiatra quando vide Sally le disse:
- Perché sei venuta da me?
- Forse lei può aiutarmi.
- Tu non hai bisogno di venire da me, sei sana e intelligente, bisognerebbe che venissero da me altre persone che tu conosci molto bene.
Suo padre stava sempre più male, Sally gli cercava sempre qualche persona che andasse a trovarlo: parenti o persone che lo conoscevano, così pensava Sally, non si sente solo. In questa ricerca qualcuno trattava molto male Sally e le riattaccava il telefono in faccia, perché non voleva andare a trovare il padre. Che dolore provava ! E si chiedeva perché la trattavano in questo modo. Sally doveva sempre fare finta di niente, doveva sempre farsi vedere sorridente e tranquilla.
A volte Jack, quando non faceva più l'accompagnatore di Sally la domenica veniva a prenderla, la portava a pranzo a casa sua, c'erano i suoi genitori e la sua ragazza. Tutti accettarono Sally con molto affetto e grande gioia, si sentiva un po' in imbarazzo, ma Jack la tranquillizzava. Sally aveva imparato a stare tranquilla. Ai suoi non diceva prima se andava fuori, lo doveva dire solo quando stava per uscire di casa, se lo diceva prima di uscire, le mettevano addosso tanta insicurezza che non riusciva nemmeno ad andare in bagno, per paura di bagnarsi, il tempo che stava fuori ci stava con molta tensione si sentiva male. Con questo sistema invece stava tranquilla e non pensava a niente.
Arrivò ad un punto che suo padre non si poteva più muovere e stava a letto quasi immobile. Sally riuscì a trovare due persone che in qualche modo lo aiutavano a muoversi e a fare ciò di cui aveva bisogno. Quando portarono il padre in ospedale, Sally si sentì smarrita, ebbe la forza di portare in camera sua la bimba di sua sorella, così non vedeva ciò che succedeva. Che brutti momenti. Sally chiamò Davide, che venne a tenerle compagnia.
Quando Jack si sposò volle Sally al suo matrimonio. Ma Sally non voleva andarci, perché si sentiva sola, non conosceva nessuno oltre agli sposi. Ma Jack insistette molto, Sally gli scrisse una lettera spiegandogli i motivi per cui non voleva andarci, gli chiese se poteva portare una persona che conosceva, perché aveva paura di fare qualcosa di sbagliato. Sally andò al matrimonio anche se si sentiva un po' triste (perdeva un po' l'amico che aveva trovato), non andò tutto bene, ci fu qualche imprevisto, ma in fondo tutto sommato andò bene.
Jack invitò Sally a passare un fine settimana a casa sua, non sapeva come fare a dirlo in casa, che stava fuori due giorni, riuscì a cavarsela anche questa volta, siccome non aveva una valigia che le andasse bene, telefonò a una sua amica, le chiese:
- Mi puoi prestare una valigia, sto via due giorni - Che bello che vai via, ti divertirai!
Questa amica arrivò con la valigia e Sally aspetto questo momento per dirlo avendo già preparato tutto ciò che le serviva, se la cavò molto bene.
Sally si sentiva un po' imbarazzata in casa di Jack, sua moglie fece di tutto per farla sentire a suo agio, Sally rimase molto contenta.
Dopo Jack, seguirono altri due accompagnatori, con uno di loro Sally non si trovava per niente bene, era sempre stanco, quando arrivava al mattino si metteva sul letto e diceva che era stanco. Quando Sally gli chiedeva di uscire gli diceva che lei era troppo pesante. Sally capiva che questo tizio aveva molto bisogno di parlare e Sally era molto abile in questo campo (avrebbe dovuto fare la psicologa ).
Sally l'ha fatto per molte volte poi quando si è resa conto che non serviva a niente e il "tizio" voleva mandare Sally dal neuropsichiatra per fargli avere la carrozzina, Sally si risenti molto e a quel punto prese la decisione di non farlo più venire perché l'avrebbe messa in un bel guaio: non voleva subire sempre!
Il successivo veniva da un paese un po' lontano, si chiamava Alan. Lui fece amicizia con Sally e le disse che non le piaceva come le istituzioni gestivano i vari casi: "perché non si preoccupavano nemmeno un po' di Sally, perché le offrivano così poco?, lui a questo si ribellava.
Ma Sally pensava: "se lui fa casino, dopo mi tolgono anche questo. "
Alan, mise alla prova Sally volle farle fare un piccolo lavoro dove lui impiegava il resto del tempo. Sally svolse il lavoro come doveva essere e Alan si incavolò con i dirigenti dell'u.s.l.: perché non si erano presi cura di Sally lasciandola abbandonata a se stessa.
A Sally piaceva andare in questo posto dove stava Alan, c'era il computer, le piaceva molto. Un giorno si mise al computer e volle provare a fare il lavoro di Alan, ma Al non volle spiegarle più di tanto e Sally si arrangiava da sola. Diceva ad Alan: "va bene stavolta ho sbagliato, ma ce la farò la prossima volta."

Una pizza indimenticabile

Un sabato che Sally è stata in pizzeria per un compleanno di amici incontrò un ragazzo che chiamo Andrek, lui non si sentiva molto bene, aveva un abbassamento di voce, nonostante questo si mise a parlare con Sally. Parlò molto e Sally era contentissima per questo, era la prima volta che dialogava in modo così tranquillo e allegro. Per Sally era una vittoria poter parlare con Andrek le sembrava un sogno a occhi aperti.
Una domenica che Sally era andata a Messa, con Rick, il fratello di Gin, amico di Sally, lei era molto triste perché veniva sempre trattata male dall'accompagnatore che aveva in quel periodo. Sally non resistette più e scoppiò a piangere all'uscita della messa, Rick non resistette più (perché sapeva il motivo). Chiamò il cappellano dicendogli: dategli una mano voi, altrimenti io gli spacco la faccia a quello!
Il cappellano rispose: "ci penso io, non ti preoccupare."
Sally era molto triste, nella disperazione disse a Rick se poteva chiedere a Andrek se le poteva dare una mano, lo aveva visto in mezzo a un gruppo di gente.
Rick le disse: prova! Rick chiamò Andrek: Sally gli chiese se poteva darle un aiuto. Andrek era rimasto molto male per quello che era successo, rispose: "certamente ti do una mano, se ti va bene in settimana vengo a casa tua e andiamo fuori a camminare, stai tranquilla."
Nella settimana Andrek. andò a prendere Sally per uscire, era tanto impacciata, sentiva che anche Andrek tremava dall'emozione. Andarono a camminare, dopo chiese a Sally se le piaceva andare alle giostre, Sally accettò molto volentieri, era molto contenta di aver passato un pomeriggio stupendo!
Sally comunque riuscì a sopportare Alan, lui, aveva un carattere non facile, a volte quando uscivano e stavano tutto il giorno fuori, perché andavano in un altra città, non faceva parola e Sally ci stava male. Perché faceva cosi? Sally non faceva nulla che potesse portare a questo. Alan portava Sally a fare le gite in alcune città, camminavano molto.
L'assistente sociale voleva mandare Sally di nuovo da un neuropsichiatra, ma Sally non ci volle andare.
Sally si trova molto bene con Andrek insieme facevano esercizi. Un giorno Sally volle arrampicarsi su un ramo, per gioco, per provare un senso di libertà: si lasciò andare con le mani, se Andrek non fosse stato pronto a riprenderla avrebbe fatto un bel volo, dallo spavento si fecero un sacco di risate a Sally bastava poco per divertirsi.
Dopo diverso tempo Sally riprese a camminare da sola, da primo dei piccolissimi tratti, poi prese più confidenza e ora riesce a fare dei lunghi percorsi senza cadere.
Con Andrek riuscì a superare diversi traumi che si portava dentro: sono diventati molto amici, insieme hanno vinto tante cose brutte.
Sally era andata con il suo amico dal suo medico curante per chiederli un consiglio su come fare con l'assistente sociale che voleva far visitare Sally dal neuropsichiatra per farle avere la carrozzina a motore.
Il dottore gli disse: "Vai pure a questa visita, e fai la pazza"!
Sally ci restò di sale e chiese: "ma dottore e dopo cosa succede? Lei lo sa che quando hanno scritto non si cancella!"
Un giorno a Sally le venne in mente di provare a cercare un centro ortofonico, con il suo amico iniziarono le ricerche ma tutte erano a vuoto. A Sally venne l'idea di prendere l'elenco del telefono, e cercare un centro convenzionato con l'u.s.l., dopo varie ricerche lo trovarono.
Sally volle prendere appuntamento e fare la visita. Alla visita Sally si sentiva molto impacciata e emozionata, quando la dottoressa incominciò a farle le domande Sally scoppiò a piangere, perché erano domande molto delicate, a Sally fecero molto male.
Lei aveva fatto tutto questo praticamente solo con il sostegno di amici, senza una guida. Questa dottoressa si meravigliò molto perché pensava che Sally avesse dei maggiori problemi cioè avesse gli arti molto rigidi, invece non era così, erano normali.
La dottoressa le disse: - sai tu dovresti essere immobile in un letto, o in carrozzina e invece no!
Che bello, non si spiegava questa cosa, che fosse lì in quel modo e tutto questo solo con le sue forze.
- "Perché non sei venuta prima da noi?" - "Se sapesse quanta fatica ho fatto, sono qui in incognito: i miei non sanno niente."
Iniziò il trattamento, la dottoresse le disse che era una prova, poteva andare male e Sally lo sapeva, ma volle tentare lo stesso.
Sally lavorava con due logopediste, con una faceva due giorni e con un'altra un giorno. Le cose stavano andando molto bene, Sally riuscì a fare dei miglioramenti, era felice, per lei riuscire a parlare contava molto. Dopo tre mesi ci fu l'esame che risultò positivo.
Passarono quattro mesi, una mattina le telefonò a casa la responsabile dell'u.s.l. dicendo: - " tu vai senza autorizzazione? Non puoi andare più: ti richiamo dopo"
Sally pensava che fosse uno scherzo essendo il 1°' d'aprile. Il giorno seguente richiama la u.s.l. per dire che Sally doveva andare a passare due visite: una dal fisiatra, l'altra dalla logopedista, aveva già fissato gli appuntamenti senza aver consultato Sally.
Sally si incavolò e pensava: - che sistema è questo? Non sono un pacchetto da sbattere qua e là.
Non voleva andare a questi appuntamenti, stava molto male, le toglievano quello che lei aveva conquistato, che brutto tutto questo! Quanto ha pianto.
Sally voleva riuscire a parlare meglio con tutte le sue forze, era importante per lei, il suo amico lo sapeva molto bene. Andò a malincuore a fare queste visite, sperava di poter ritornare al centro.
La prima visita che fece, dalla logopedista, la schiacciò subito, le venne detto:
- la tua patologia è irreversibile, non puoi migliorare, ma ci sono tante altre cose: la carrozzina a motore, una sedia a rotelle, la patente ecc.
"Che cavolate sono queste? -ensava Sally - loro non mi conoscono nemmeno, che cosa sanno di me, niente, non sanno chi sono, che cosa ho dovuto fare per arrivare fin qui, loro si basano solamente su un foglio di carta dove c'è scritto la diagnosi che è pure sbagliata, e basta!"
Quella della carrozzina la aveva già sentita dall'assistente sociale. Come faceva Sally a prendere la carrozzina? Sally vive con la madre che è anziana con un monte di problemi, uno zio molto anziano (fratello del padre) che ha bisogno d'assistenza, ma l'assistente sociale non vuole sentire questi problemi (che cavolo ci stanno a fare?) Sally per alleviare questo problema non indifferente ha dovuto prendere un ragazzo a pagamento senza dire niente in casa sennò non funzionava (in questo modo va bene) che viene ad assistere lo zio.
Inoltre vivono al 3° piano e l'ascensore è molto piccolo.
Fece anche la seconda visita, era tutta una messinscena, questo medico diceva che lui non ci voleva entrare, e non sapeva cosa fare. Quanta umiliazione, quanto dolore che Sally ha provato!
Sally fece un altra visita dalla logopedista, questa le disse che non aveva bisogno di fare niente, solo di parlare.
Lasciò quindi perdere tutto questo che le sembrava tanto una presa in giro. Nel frattempo arrivò la risposta della visita che Sally aveva fatto per avere un accompagnatore. Sally quando la lesse ci restò di sasso: c'era scritto che Sally aveva difficoltà d'apprendimento, ecc., problemi che Sally non ha proprio. Come ci rimase male! Non riusciva nemmeno a dirlo al suo amico.
Sally andò dall'assistente sociale con il suo amico molto incavolata, non riusciva nemmeno a parlare, e le disse che quello che avevano fatto non era giusto, che trattavano le persone come oggetti senza valutare la dignità di una persona, poi Sally scoppiò a piangere dalla rabbia e se ne andò senza dire niente altro.
Sally decise di cambiare medico curante, ha trovato uno che almeno ci può parlare.
Ebbe un altro colloquio con l'assistente sociale, (doveva andare sempre Sally dall'assistente, perché l'assistente non aveva il garbo di muoversi: lei è pagata per questo!!!). Sally andò con una amica, l'assistente faceva un sacco di discorsi e basta e questa amica, le rispose: - E' diverso tempo che conoscete Sally: non avete fatto nulla, solo discorsi, parole e basta! Datevi un po' daffare e trovatele qualcosa da poter fare. Le avete tolto anche quel poco che aveva: gli accompagnatori.
Le trovarono un inserimento terapeutico, che non era adatto a Sally, si trattava di andare in una Cooperativa Sociale che trattava handicappati con problemi psichici molto gravi. A Sally davano da ricopiare al computer le relazioni di quei ragazzi. Quanto ci stava male! Riviveva la sua storia, quanti pianti ha fatto!
Non vedeva l'ora che il suo amico la venisse a riprendere, lì faceva un freddo boia e quando usciva non ce la faceva a camminare, tremava tutta. Capitava che si dimenticano che stava lì. A volte succedevano degli episodi da rabbrividire: non sapevi chi era il malato, il famigliare o il figlio. Dopo cinque mesi smise, per lei era come un incubo. In quel periodo le capitò un piccolo imprevisto che le impedì di camminare da sola: Sally era caduta mentre camminava da sola, non è stata ripresa in tempo dal suo amico.
Sally rassicurava il suo amico e gli diceva di stare tranquillo ma si era fatta un po' male. Andrek la portò in ospedale, qui videro che si era rotta una clavicola in due punti, le mettono un sostegno per bloccare la spalla, nel frattempo vennero i genitori di Andrek e Sally li rassicurò dicendo loro: "non è niente state tranquilli sto bene."
Mandarono Sally in un altro ospedale per sapere se era tutto a posto. Andrek l'accompagnò in questo ospedale sapeva che Sally era tranquilla se c'era lui. Qui le cambiarono il sostegno con uno più robusto. Ci volle un po' di tempo prima di ricominciare a camminare, ma Sally anche con il bloccaggio stringeva i denti e voleva camminare.
Poi Andrek portò Sally a fare una gita a Ravenna, presero il treno al mattino e stettero fuori tutto il giorno. Sally rimase incantata da questa bella città! L'hanno visitata quasi tutta e Sally era entusiasta di aver camminato per tutto il giorno e avercela fatta con le sue gambe: erano molto contenti.
Quando capita Andrek porta Sally a fare delle gite, prendono l'autobus e vanno a visitare altre città, monumenti e Sally si diverte un sacco.
Forse un giorno Sally realizzerà il suo grande sogno e il primo a saperlo sarà senz'altro Andrek che sarà sempre il suo grande amico.
Per Sally ora le cose sono un po' cambiate, non ha più gli accompagnatori. Per uscire si deve arrangiare come può, non smette mai di lottare, anche se le difficoltà non le mancano, sa sempre trovare la soluzione ai problemi che le si presentano, anche se non può risolverli ma cerca in qualche modo di poterli alleviare per sopportarli.
Sally comunica molto con il suo amico Andrek per telefono, in questo modo ha imparato molto bene a parlare serve molto questo.
In seguito Sally ebbe una riunione con l'assistente sociale e altre persone tra cui la responsabile delle assistenti, questa riunione venne fatta perché avevano detto a Sally che c'era un lavoro e invece era tutta una bugia. Non solo questo ma la responsabile delle assistenti sociali trattò molto duramente Sally chiedendole che cosa voleva, aveva un monte d'amici, usciva, aveva la pensione... Sally non sentiva più da come stava male e avrebbe voluto scoppiare a piangere.
Peccato che non c'era il suo amico, come avrebbe voluto che sentisse anche lui che gente incapace c'è a gestire queste cose!!!
Sally gli amici se li è conquistati a fatica, ma ognuno ha da fare, ognuno ha i suoi impegni e Sally li vede ogni tanto a qualche compleanno. Solo Andrek l'aiuta, spera tanto che non l'abbandoni mai, anche se un giorno si farà la sua strada.
E quella fa discorsi!!!!

Una trasmissione televisiva

Una sera Sally vide una trasmissione televisiva in cui si parlava di persone cerebrolese che avevano recuperato il 90% delle proprie capacità. Sally fu molto felice di poter raccontare a Andrek che questa cosa gli sembrava eccezionale e si sarebbe messa in contatto con questa signora. Così è stato. Sally non riusciva a mettersi in contatto per telefono, dopo tre giorni decise di comunicare per lettera senza perdere tempo. Dopo due settimane ebbe la risposta che gli dava il suo numero di telefonico e così Sally si mise in comunicazione con questa signora che le diede degli esercizi da fare. Sally si mise subito al lavoro ma dopo due settimane Sally peggiorò, non riusciva più a camminare e era molto giù di morale.
Andrek non sapeva cosa fare per poterla aiutare, ci stava male anche lui, gli disse di smettere tutto questo. Sally non si volle dare per vinta, comunicò alla dottoressa che era meglio poter fare una visita di persona non per telefono. Sally volle fissare un incontro e ci andò molto volentieri. La visita durò due ore, e finalmente potè sentire con le sue orecchie che la sua diagnosi era sbagliata, per tutti questi anni le avevano diagnosticato Paraparesi spastica o Tetraparesi invece di "Atetoide".
La dottoressa le diede da fare altri esercizi e una dieta particolare.
Sally ritornò al suo paese ma nel sentire tutto ciò erano tutti molto scettici riguardo questa terapia. Sally chiese di provare lo stesso ma aveva bisogno di un aiuto per permettessi di fare questo.
Dopo una settimana Sally vedeva già dei miglioramenti: che gioia. Il suo amico è rimasto meravigliato dei progressi di Sally.
Al controllo Sally volle che ad accompagnarla fosse il suo amico, la dottoressa rimase meravigliata dei miglioramenti e diceva "come parli bene". La ragazza era raggiante e quando uscirono erano entusiasti entrambi. Che vittoria! Sally parla molto bene, con tutte le persone senza problemi, ma vuol riuscire a camminare meglio.
E ora è sulla strada giusta per poter realizzare il suo grande sogno.

Se volete mettervi in contatto con Isabella questo è il suo indirizzo di e.Mail Em74@hotmail.com

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