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- Luciana
Bressan
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- Alcune considerazioni
ispirate dalla lettura dei saggi concernenti la Cina in Paroles
à dire, paroles à écrire: Inde, Chine,
Japon. A cura di Viviane Alleton, Paris, école de
hautes études en sciences sociales,
1997.
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- 1. Prima pubblicazione nata da tali
seminari: Lien de vie, noeud mortel. Les répresentations
de la dette en Chine, au Japon et dans le monde indien, Paris,
EHESS, 1988.
- 2. V. "Introduction" di V. Alleton, p.
9.
- 3. Sull'origine indiana delle tecniche
di analisi fonologica delle sillabe cinesi cfr. Wen Hou, "The
first step toward phonological analysis in Chinese:
fanqie", in Journal of Chinese Linguistics 23, 1,
1995. Sugli apporti da Ovest a Est, con particolare riguardo al
ruolo del buddismo nell'evoluzione della scrittura e dello stile
scritto in vari paesi dell'Asia Orientale v. Victor Mair,
"Buddhism and the Rise of the Written Vernacular in East Asia: the
Making of National Languages", in The Journal of Asian
Studies, 53, 3, 1994.
- 4. "Introduction", p.
11.
- 5. Su questi aspetti cfr. anche Marshall
J., Unger, "The Very Idea: The Notion of Ideogram in China and
Japan", in Monumenta Nipponica 45, 1990.
- 6. William Wang, "The Chinese Language",
in Scientific American, 228, 2, 1973.
- 7. P. 190.
- 8. Cita per esempio Mark Seidenberg,
"The time course of phonological code activation in two writing
systems", in Cognition, 19, 1985. Questa tematica è
sviluppata più dettagliata mente dalla stessa autrice in
"Est-ce que l'écriture chinoise se lit différemment
des écritures alphabétiques?" in Revue bibliogra
phique de sinologie, XIII, 1995.
- 9. P. 195.
- 10. V. Luciana Bressan, "Ideografia e
neurologia. Il ruolo del mito in campo interdisciplinare",
comunicazione al VI Convegno Nazionale di Studi Cinesi, Venezia,
21-23 maggio 1998.
- 11. Pp. 198-199.
- 12. "Metafora e semiosi", in Umberto
Eco, Semiotica e filosofia del linguaggio, Torino, Einaudi,
1984.
- 13. P. 199.
- 14. Umberto Eco, op. cit., p.
19.
- 15. P. 234
- 16. P. 233.
- 17. P. 227. Djamouri mi sembra qui
accogliere implicitamente l'accezione di "segno" e "simbolo" della
tradizione linguistica che parte da de Saussure. In precedenza
aveva affermato che "Tout signe graphique chinois est
associé de manière stable et conventionnelle
à une ou plusieurs unités lexicales définies
chacune par un contenu sémantique et une expression
phonique spécifique" (p. 226). Secondo Umberto Eco
"[...] ciò che Saussure e Hjelmslev chiamano
/simboli/ costituisce ancora un genere assai vasto le cui specie
sottostanti possono differire per molte caratteristiche
contrastanti" (op. cit. pp. 212-213). Va anche tenuto presente che
non si tratta dell'unica accezione ancora oggi impiegata da autori
diversi o in settori disciplinari diversi. Sempre secondo Eco,
"Abbiamo visto [...] come già Aristotele riservasse
il termine /simbolo/ per i segni linguistici in quanto
convenzionali e arbitrari. Quest'uso non si è mai perso del
tutto e nella tradizione matematica e logica (nonché in
altre scienze esatte) si è usato /simbolo/ per espressioni
convenzionalizzate come i simboli chimici o
algebrici.
- Peirce definisce come simbolo ogni segno
legato al proprio oggetto in virtù di una convenzione.
[...] è certo che in Peirce il termine /simbolo/
non suggerisce mai la presenza di un significato vago o
impreciso." op. cit., pp. 210-211.
- 18. P. 236.
- 19. P. 233.
- 20. P. 226. Djamouri cita a questo
proposito Jacques Gernet, "Aspects et fonctions psychologiques de
l'écriture en Chine", 1963, rist. in L'intelligence de
la Chine: le social et le mental, Paris, Gallimard,
1994, pp. 361-379 e Léon Vandermeersch, Le Nouveau Monde
sinisé, Paris, PUF, 1986; di questo autore v. anche "La
langue graphique chinoise", in Etudes sinologiques,
1994.
- 21. "Prefazione", in Sun Tzu (Sunzi),
L'arte della guerra, a cura di Renato Padoan, Varese,
Sugarco Edizioni, 1980, pp. 14-16.
- 22. Umberto Eco, op. cit. p. 211.
Per maggiori dettagli sulle diverse interpretazioni della natura
della scrittura cinese da parte di diverse scuole sinologiche
contemporanee rimando a Luciana Bressan, "Sulla mitizzazione della
scrittura cinese", in Culture 10/2, 1996.
- 23. Jacques Pimpaneau, Histoire de la
littérature chinoise, Paris, Picquier, 1989, pp.
7-8.
- 24. Pp. 51-81.
- 25. Rischio cui si espongono alcuni
"partigiani" dell'alfabetizzazione della scrittura: cfr. ad
esempio William C. Hannas, Asia's Orthographic Dilemma,
Honululu, University of Hawai Press, 1997.
- 26. Pp. 157-182.
- 27. Pp. 139-155.
- 28. P. 141.
- 29. Cfr. Luciana Bressan, "Il seminario
di avviamento alla videoscrittura in cinese (giugno 1993)", in
Culture 7, 1993.
- 30. P. 197 nota 21.
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1998