Georgia Santangelo

 
LA RÊVE PÉTRIFIÉ DE C.-N. LEDOUX
 
Introduzione
 
Claude-Nicolas Ledoux nasce a Dormans nel 1736 da una famiglia di roturiers, e, pur non potendo vantare privilegi di nascita e protezioni, grazie ai brillanti risultati nel seminario parrocchiale della sua città natale, ottiene una borsa di studio al Collège Beauvais di Parigi. Scaduta la borsa, intraprende gli studi di disegno e di architettura presso Jacques François Blondel (1705-1774) e Trouard, riuscendo ad acquisire in breve tempo una certa fama che non smetterà di accrescersi sino alla Rivoluzione, evento traumatico, soprattutto per un architetto che aveva costruito il Pavillon de Louveciennes per la favorita del re Luigi XV, Mme du Barry, e le Barrières d'octroy di Parigi per la Ferme Générale, gli odiati appaltatori della gabella.
Anche in qualità di assiduo frequentatore dell'Académie Royale d'Architecture, una delle istituzioni-chiave della Francia della fine del XVIII secolo, in seno alla quale era stato ricevuto grazie all'interessamento della du Barry, Ledoux è dunque legato indissolubilmente ai destini dell'Ancien Régime, alla sua élite finanziaria e ai temutissimi Fermiers, dalla caduta dei quali sarà inevitabilmente trascinato.
Non solo la sua vita, ma anche la sua carriera, la sua fama e la sua ascesa sociale, inseguita e costruita abilmente au fil des années, saranno bruscamente interrotte dagli eventi dell'89: Ledoux verrà infatti imprigionato come sospetto aristocratico, allontanato dalla vita pubblica e neppure l'arrivo di Napoleone e il nuovo cambiamento di regime muteranno la sua sorte.
Egli sconterà i rapporti personali e di committenza istituzionale intrattenuti ai massimi livelli dell'amministrazione politica e finanziaria degli ultimi anni di crescita economica urbana. Non gli si potrà forse perdonare di aver legato la sua fama ad opere che, per la notorietà e il rango dei committenti, erano il simbolo, molto visibile, dei costumi e delle politiche dell'Ancien Régime.
Tra le numerose opere (hôtels particuliers, pavillons, teatri) costruite da Ledoux in molte regioni francesi, è importante soffermarsi su quella che è considerata, a ragione, la sua opera più compiuta: la Saline Royale d'Arc et Senans, vicino a Besançon, oggi monumento Unesco.
La Saline, una fabbrica di sale c.d. ignigène, cioè prodotto a partire dall'acqua ricca di cloruro di sodio disciolto che viene riscaldata e portata all'evaporazione, venne commissionata da Luigi XV in seguito alla denuncia da parte dei Fermiers Généraux dell'improduttività e delle carenze della Salina originaria e più antica di Salins nel Jura, carenze dovute ad una ormai bassa concentrazione di sale, alla mancanza di combustibile che impediva il funzionamento ottimale degli impianti ed alla localizzazione della fabbrica che non permetteva un ulteriore ampliamento.
Dopo un primo progetto a pianta quadrata che non ottiene l'approvazione reale, Ledoux opta per una pianta semicircolare orientata est-ovest, rispondente a criteri di ordine e utilità, oltreché estetici.
Nella scelta di disporre i dieci edifici (5 sul diametro e i restanti sull'arco di cerchio) ben distanziati l'uno dall'altro per evitare il surriscaldamento ed il pericolo di incendi dovuto all'impiego del fuoco nel processo di produzione, Ledoux mostra la sua conoscenza dei criteri di igiene e sicurezza che venivano già sperimentati a livello ospedaliero e vi aggiunge le sue conoscenze delle teorie penitenziarie.
Per evitare i furti ed il contrabbando di questo prodotto, chiamato sin dal medioevo "or blanc", Ledoux sceglie di posizionare la Maison du Directeur, sorta di palazzo-santuario, in posizione centrale e "strategica": in questo modo tutti i viali della Salina, percorsi dai lavoratori per raggiungere le bernes, i luoghi di trasformazione del sale, sono facilmente controllabili dal rappresentante del re.
Dal punto di vista puramente architettonico, l'autore coniuga arte classica e architettura regionale rurale e l'ispirazione è tratta chiaramente dall'Antichità, dai templi di Atene, di Paestum, ma anche da Ercolano e Pompei recentemente riportate alla luce.
La Salina fu trattata dal nostro autore con tutta la reverenza, il rispetto ed i tributi architettonici destinati ad un palazzo reale o ad un monumento ufficiale: questo creò grande scandalo e suscitò le critiche e le ironie degli appartenenti ai tradizionali centri di elaborazione del gusto a causa dell'uso ingiustificato dell'ordine colossale in un impianto industriale, uso che contravveniva alla regola della convenance che avrebbe dovuto reggere ogni architettura. Il risultato è un insieme degno della "commande royale", che unisce funzionale e utile a nobiltà estetica, "équipements" a "embellissement"; un monumento al lavoro, alla comunità produttiva, ma anche una glorificazione della monarchia.
Ma la Saline costituisce anche il punto di partenza realmente edificato delle rêveries utopistiche di Ledoux: sarà infatti a partire dall'impianto industriale1, che il nostro architetto creerà la Città ideale di Chaux2, che costituisce l'oggetto, unitamente alla Salina, del suo traité De l'architecture considérée sous le rapport de l'art, des mœurs et de la législation, nel quale porta a maturazione le riflessioni di una vita intensa, la sua capacità retorica, la sua carica inventiva.
Il libro di Ledoux non è propriamente un trattato di architettura per la presenza di elementi che esulano dagli ambiti di tale disciplina, non è un'opera letteraria per lo stesso motivo, ma è "à la fois témoignage idéal de trente ans d'activité de constructeur et vaste fresque épique consacrée à la gloire de son art... incompris"3.
È il suo tentativo di dar un senso logico alla moltitudine di edifici realizzati o solo immaginati, di organizzarli attorno ad un nucleo reale, la Salina, costruita nel 1775 e funzionante per più di un secolo, di trasformarli in un progetto utopico di città ideale. È dunque attraverso un'alternanza irregolare di edifici esistenti o progettati4 che Ledoux "costruisce" Chaux, la sua città perfetta, dagli edifici nuovi, sia per la loro estetica che per il connubio ricercato tra forma e funzione, edifici nuovi, dicevamo, ma rispondenti alle "regole" dell'architettura dei Lumi.
Ledoux è, infatti, un grande innovatore formale dal punto di vista dell'ideazione degli edifici, ma dal punto di vista delle idee, egli attinge a tutto il vasto repertorio del 1700: come fa ben rilevare Baczko, il traité di Ledoux è un vero e proprio "monument élevé à l'Utopie des Lumières "5, poiché riproduce tutti quegli elementi diventati, nel corso del secolo, veri e propri stereotipi dell'utopia. In Chaux coabitano monumenti e costruzioni ispirate alle più diverse e forse opposte utopie dell'epoca, quasi come in un "musée architectural des Utopies"6.
Cercheremo in questo studio di rendere conto di queste intime interdipendenze, di vedere al di là dell'originalità del nostro architetto e di ritrovare alcuni temi ricorrenti del XVIII secolo, senza per questo dimenticare quel carattere di singolarità di espressione tipica di Ledoux e mettendo invece in risalto lo splendido risultato della città quale la vuole l'urbanesimo progettato dalla ragione, con le sue luci e le sue ombre.
 
Il traité di Ledoux è pubblicato a Parigi nel 1804, "à une époque de réaction à l'architecture révolutionnaire"7, in un momento in cui l'architetto non riceveva commandes da oltre un decennio, quando ormai l'autore è alla fine della sua vita, dopo essere passato attraverso gli eventi rivoluzionari ed aver assistito al fallimento dei suoi progetti architettonici e della sua riabilitazione come architetto sotto Napoleone. Il traité sembra quasi il veicolo cui Ledoux, désabusé, ma anche oltremodo lucido nella critica alla società e a se medesimo, ormai convinto dell'impossibilità di poter un giorno realizzare il suo progetto ed allo stesso tempo materialmente libero da ogni vincolo di commande, ha affidato quella funzione didactique e morale 8 che non aveva potuto direttamente afficher in monuments réels.
 
Il titolo del recueil, che non è "un livre prophétique, en rupture avec son siècle... [mais qui] en charrie toutes les obsessions"9, è già di per sé istruttivo per quanto riguarda le intenzioni enciclopediche dell'autore nonché la sua concezione dell'architettura e dell'architetto. Il libro ha anche un intento pedagogico poiché attraverso le piante degli edifici e di Chaux, il testo scritto, i disegni, Ledoux persegue diversi scopi: non solo visualizza fisicamente la sua Città e cerca di spiegare ai legislatori, i soli committenti ideali, che l'architettura può costituire un ottimo veicolo di educazione civica, ma cerca anche di istruire i giovani architetti su come dedicarsi con passione e creatività a quest'arte, in una sorta di iniziazione morale e sentimentale alla professione. Il traité potrebbe essere definito "un nouvel Emile où l'éducateur cherche à former la personnalité de l'architecte en confrontant l'élève à tous les aspects de la vie sociale au travers d'une expérience architecturale imaginaire qui fait l'objet de commentaires et d'effusions lyriques"10.
L'opera, considerata a lungo illeggibile11 dal punto di vista della difficoltà linguistica e della complessità che diventa talvolta oscurità delle idee contenute, rappresenta per gli appassionati di Ledoux una miniera di informazioni e di indicazioni sulla via da percorrere per avvicinarsi a quest'autore così composito, così singolare (nelle opere e nei progetti), ma anche così legato al suo secolo, alle idee dominanti, alle sue querelles, ai suoi dibattiti. Possiamo senza dubbio affermare che le sue riflessioni sono anche le riflessioni del tempo sulla morale, sul benessere e sulla felicità, sulla città, e che la sua architettura è a pieno titolo una architecture révolutionnaire 12, una utopia figurativa13.
 
Il titolo dell'opera, dicevamo, è a più di un titolo anticipatore, in primo luogo perché permette di individuare la pretesa di Ledoux di affrontare l'architettura in maniera globale, e dunque la complessità, l'interrelazione e interdipendenza delle tematiche affrontate: l'architettura (deve essere) considerata in rapporto alle arti, ai costumi e alle leggi.
La sua concezione di un'architettura "pervasiva", di un'arte totale, fu ereditata direttamente dal suo maestro Blondel, che, nella sua Ecole des Arts in Rue de la Harpe, oltre a moltiplicare gli insegnamenti teorici e sperimentali per colmare le lacune dell'insegnamento accademico dalla pedagogia troppo rigida, aggiunse persino dei corsi di scherma, di musica e di danza, "afin que l'architecte soit un homme accompli "14 "et l'architecture un art total "15. "Rendons s'il peut, Messieurs, son éclat à cet art; que la protection des personnes du premier ordre et leur amour pour le bien public instruisent les nations les plus éloignées; qu'à l'exemple des siècles d'Auguste et de Louis le Grand, nos ministres, nos prélats, nos magistrats ne dédaignent pas de donner quelques instants de leur loisir à l'étude de l'architecture, qui concourt plus que toute autre à faire fleurir l'Etat et la patrie; qui met seule en mouvement toutes les autres sciences et tous les genres de talents, ou du moins qui, dans son origine et ses progrès mêmes, a donné lieu à plusieurs grandes découvertes "16.
Architettura, dunque, come arte legata ai costumi e alla legislazione, ma anche mezzo attraverso cui si esprime l'artefice per eccellenza del destino e della felicità umana. "... Dans les vues extensives (de l'architecte) tout est de son ressort, politique, morale, législation, culte, gouvernement "17 e non esiste niente "que l'Architecte doive ignorer, lui qui est né au même instant que le Soleil, lui qui est le fils de la terre, lui qui est aussi ancien que le sol qu'il habite "18. Ancora a proposito di architettura, inoltre, Ledoux afferma che essa "rassemble toutes les connaissances" ed è legata all'"administration générale, à la politique des cours, aux mœurs publiques et particulières, aux sciences, à la littérature, à l'économie rurale, au commerce "19.
Da queste considerazioni sull'architettura e sul suo potere, che s'inserisce nella riflessione del secolo sull'arte, sul "linguaggio energico dei segni" (Rousseau) e sull'environnement, nasce il traité e la stessa riflessione "sociale" del nostro autore: per ritrovare la felicità, l'uomo deve ritrovare la semplicità di una vita a contatto con la natura, moralmente sana e virtuosa.
Deve ritrovare se stesso in un quadro di vita mutato, in uno spazio nuovo, istruttivo e morale, dove anche il luogo di lavoro sia gradevole; e poiché l'imperativo rimane quello di lavorare e produrre, bisogna creare un habitat che trasformi l'attività quotidiana se non proprio in un piacere, almeno in un'attività non "alienante", si direbbe oggi.
A questo scopo Ledoux immagina di riformare la città, corrotta fisicamente e moralmente, malata, "gotica"20: egli decide dapprima di riformare la fabbrica (nella progettazione della Saline Royale d'Arc et Senans mette già in pratica le diverse concezioni spaziali degli igienisti), luogo di lavoro, e poi, non accontentandosi più di un semplice embellissement e di trovare rimedi, decide di rifondare ex novo l'architettura di Chaux, di operare chirurgicamente, diremmo, mutuando un'espressione da Le Corbusier21, perché fondare un'architettura nuova e una città nuova avrebbe significato anche la nascita di un uomo nuovo.
 
Quando redige l'opera, Ledoux ha davanti, o meglio, dietro di sé una serie di modelli urbani realizzati da cui intende prendere le distanze e una serie di modelli ideali teorizzati da urbanisti, utopisti, letterati in genere e politici. In questo studio analizzeremo le realtà urbane, che, come vedremo, sono il punto di partenza della elaborazione di Ledoux, e i modelli teorizzati, ai quali egli non fa esplicito riferimento, ma che, invece, costituiscono il suo background culturale, e con i quali condivide una serie di elementi caratterizzanti.
Tra i tanti teorici, abbiamo scelto di riportare alcune parti degli scritti di architetti (Blondel, Laugier, Patte, Boullée) e di letterati (Restiff de la Bretonne, Louis-Sébastien Mercier); questi testi, le citazioni dell'opera di Ledoux insieme ad altri documenti dell'epoca (di Détournelle, Kersaint, Grégoire e altri) sono stati riprodotti, ove possibile, in lingua originale e in carattere corsivo, per evidenziare una maniera comune di sentire, una certa unicità d'esprit delle molte voci, e per creare una sorta di dialogo tra i diversi interlocutori contemporanei e il nostro autore.
 
 
La città classica
Le cités-usine: le saline
 
Il modello negativo da evitare dapprima nella costruzione della Salina, e poi nella progettazione della città utopica di Chaux, che ne sarebbe l'ideale completamento, sono le altre saline costruite precedentemente nella regione della Franche-Comté, ad esempio Moyenvic e Château-Salins, anch'esse, usando la terminologia di Ledoux, cités du vice et du malheur, che si apparentano alle città classiche, pur essendo di dimensioni inferiori, a causa della loro morfologia, del disordine che vi regna e del caos che le ha generate. "Les salines de Moyenvic, de Château-Salins 22, de Lons-le Saunier, offrent des surfaces discordantes, un amas de matières insolites, abandonnées au caprice. Celle de Dieuze, aussi importante par son étendue qu'elle est profitable par l'abondance de ses sources, présente au premier aspect des bâtiments somptueux. Hélas! si on avoit prévu ces accroissements, si on les avoit assemblés sous des formes avouées, on auroit pu bâtir une ville considérable"23.
Il problema è dato dunque dal fatto di non aver saputo prevedere accrescimenti, di non aver progettato una crescita ordinata, avvenuta poi casualmente.
Il loro primo difetto è quello di non "conoscere" il sole a causa della insensata lunghezza delle loro strade: "Voyez les rues incisées dans des longueurs indéfinies, ne croirait-on pas que les ombres qui les noircissent ont été préparées dans les urnes funéraires pour peindre le deuil qui couvre le genre humain"24.
Le vecchie saline, visitate nei dintorni dei monti Jura in occasione del viaggio di studio per conoscere la regione e per scegliere il sito nel quale impiantare la nuova struttura per la produzione, erano buie, noires, con edifici sporchi, senza aria e il rumore era intollerabile: "j'avance dans les ténèbres, et je découvre la pierre énorme qui y forme le gouffre sanguinaire de Pandémon... ici le malheur enfante des héros de tous genres, et les forfaits se confondent avec les vertus"25.
Con queste critiche puntuali ai diversi impianti industriali, Ledoux in realtà, ci introduce nella città classica del XVIII secolo, patologica, oggetto delle sue riflessioni e delle sue riforme, "un des mondes de Fontenelle"26, un'agglomerazione urbana apparentemente vivibile, dotata di porte e muri che, per quanto "moins épais que ceux de Babylone", sembravano "plus étendus"27.
La cité du vice anche se all'apparenza sembra aperta, accogliente e moderna, e pare annunciare "la magnificence qui reçoit son lustre des beaux arts"28, in realtà, avvicinandosi, mostra solo l'illusione della bellezza, costruita ad arte per attirare l'uomo e pervertirlo: all'interno si notano "des jeux publics, des salles de vente qui déshonoraient les palais"29, dove sono concentrati tutti i "fléaux de la société "30.
Al centro si erge il tempio di Perfica, "déesse infâme, révérée à Rome... Les compagnes groupées autour des colonnes du péristyle, agacent le désir "31 e persino le maisons de prêt abbondano: "ici je m'arrête devant une maison de prêt; j'avance; encore une maison de prêt "32.
Gli edifici religiosi sono accerchiati da case che per la loro altezza, la loro estetica e per le attività illecite che si svolgono all'interno, sfidano la sana morale e la corrompono: "Les temples de la divinité sont adossés à des maisons où la corruption tolérée entasse les vices sur huit étages: les palais des princes, des grands, tout est enchaîné à ces prestiges destructeurs de la saine morale "33.
Le strade sono lunghe, strette e impediscono il ricambio dell'aria, a detrimento della salute dei suoi abitanti: "le mur opposé est si près qu'il comprime les poumons, restreint les facultés, et répercute les souffles contagieux qu'il renferme "34.
Le case sono costruite addossate le une alle altre, senza luce, spazio né separazione, facilitando in questo modo il pericolo di contagio e rendendo, in caso di incendio, il fuoco più disastroso: "Les nombreuses cités ont accumulé les adhérences, elles ont élevé des étages confidents de la nue, bâti des villes les unes sur les autres aux dépens de la race insouciante qui a privé la moitié du monde de la bienfaisance journalière que le soleil prodigue à l'autre moitié "35: alla resa dei conti, il pauvre non può mai approfittare della luce solare che viene monopolizzata dai ceti superiori.
La città è attraversata da "souterrains remplis de bitumes " che, rendendo sgradevole l'esistenza, la minacciano continuamente.
Non esiste nulla di maggiormente degradante di un urbanismo disastroso, che aggredisce la natura circostante, rende l'aria stagnante, "entretient tous les vices destructeurs " e, in un certo senso, snatura l'uomo. "Déjà l'aquilon sulfuré divise l'air, allume les torches célestes ", mentre dei marais putridi circondano le case e "dévorent les habitants "36; la natura e gli alberi cercano di ribellarsi, di difendersi, "les roses piquent comme les épines "37. La speculazione non ha ormai più limiti: si vendono "l'air libre au prix de la propriété envahie, et l'eau en raison de son insuffisance "38.
L'acqua non scorre più, i ruscelli sono vuoti e la sporcizia divora uomini e cose: "Une partie de la rivière est à sec pendant la canicule; le flot indigné abandonne le rivage: les bois souterrains qui conduisent l'eau ont le coeur rongé de pourriture "39.
In queste città gli uomini non vivono, si accontentano di esistere, di sopravvivere, se possibile; la specie umana degenera, invecchia a dismisura, perde la naturale bellezza: "Les vieillards n'y voyaient plus; les jeunes gens portaient des lunettes et n'avaient plus de cheveux; les vertèbres en avant, ils affichaient... un dos voûté "40, mentre gli spettacoli della sera sono spesso interrotti dalla "toux bruyante qui naît de l'irritation "41.
L'uomo ha perso le sane abitudini, è trasandato anche negli abiti, che tradiscono la mancanza di cura, di igiene e la depravazione morale oltreché materiale: "leurs habits étaient empreints de teintes lugubres et portaient le deuil des manufactures ensevelies sous des goûts mensongers "42.
La vita è vissuta all'insegna di espedienti, di vizi: giochi d'azzardo, scommesse clandestine, amori irregolari, soldi guadagnati illecitamente; l'avvenire non conta, si vive alla giornata, non avendo alcuna certezza del domani: "Chacun se pressait de vivre; incertain de l'existence du jour, on s'inquiétait peu du lendemain "43.
Le arti e la cultura sono assenti, anzi, sconosciute; non c'è tempo che per vivere frettolosamente: "C'est ici le séjour du crime et du désespoir; on y trafique de l'innocence... ici on vend le sang humain en attendant qu'on le boive "44.
La cité du vice innanzitutto è una città progettata male, costituita da un insieme di spazi chiusi, murs, rues étroites, maisons serrées, nel quale l'insalubrité è la regola, mentre in un circolo vizioso la degenerazione urbana genera quella dei costumi e delle istituzioni: le leggi non esistono più; l'autorità è assente, poiché il principe è occupato, lui per primo, con le numerose cortigiane.
La religione è concurrencée dalle case di tolleranza, che sostituiscono numerose i templi e la dea Perfica regna en maîtresse su sale da gioco, maisons de ventes e botteghe di usurai; l'organizzazione sociale è stata distrutta da una sete diffusa di piaceri a breve termine; niente ha più valore; l'economia, il progresso, l'arte sono sconosciuti in questa cité nella quale l'ingiustizia è il solo fatto sicuro.
Il tessuto sociale delle relazioni umane e la solidarietà non esistono più; la famiglia è sparita, divisa in tanti rivoli quanti sono i figli di unioni illegittime: "Il est ainsi que l'innocent se trouve enveloppé dans le supplice des coupables "45.
 
 
Progetti di édilité publique
 
L'idea di Ledoux di proporre delle soluzioni alternative alle cattive condizioni in cui versavano le affollate realtà cittadine, e quindi l'idea di elaborare un progetto utopico di una città nuova, complementare alla Salina di Arc et Senans, che facesse da antidoto alla città malata e patologica, non costituiva una novità.
Negli anni che avevano preceduto la Rivoluzione, l'architettura civile urbana era stata chiamata a prendre le pas sull'architettura religiosa, aristocratica, e persino militare; i dibattiti dell'Académie Royale d'Architecture, o i sujets dei concorsi banditi, le preoccupazioni degli édiles municipaux, testimoniavano di questo lento mutamento: "la fin de l'Ancien Régime [consacrait] l'architecte-urbaniste "46 e testimoniavano del "divorce qui s'est installé entre les hommes et l'espace construit qu'ils habitent "47.
Nel corso della seconda metà del XVIII secolo fu proprio la città con le sue problematiche ad entrare a far parte degli oggetti di riflessione della pensée architecturale, volta alla ricerca di uno sviluppo armonioso delle aggregazioni urbane, e che occuperà soprattutto édiles, savants e techniciens. "Il faut repenser la structure urbaine, corriger les tracés des rues, creuser des égouts, construire des quais et des ponts, afin que l'air, l'eau, les hommes et les voitures puissent circuler librement "48. Queste preoccupazioni propriamente urbanistiche raggiunsero un inconscient collectif già affascinato dall'idea dell'influenza benefica o malefica dei fluidi di ogni genere, dall'elettricità o dai baquets di Mesmer, un inconscio che credeva nell'aria e nelle esalazioni avvelenate e venefiche dei cimiteri. Il movimento di aria e di acqua diventava allora sinonimo di igiene e salute, al punto che le Barrières d'octroy costruite da Ledoux a Parigi per la Ferme Générale, tra le varie critiche49, erano anche accusate di empêcher l'air de circuler 50.
Nel campo dell'aménagement, però, la trasformazione in senso moderno e illuminato delle città si scontrava con le numerose difficoltà di portare a termine delle politiche urbane coerenti e di largo respiro in un contesto ancora ampiamente classico, caratterizzato dalla frammentazione e dall'interconnessione dei poteri. La realtà urbana stava lentamente modificandosi: si costruiva un po' dappertutto, si speculava, si parcellizzava, si creavano avenues e quais, ma si stentava a decidere di rivoluzionare la struttura esistente, a trancher dans le vif.
La tendenza corrente era piuttosto quella dell'embellissement: arricchire la città di places royales, aprire qualche strada, sistema-re le entrate, come accadde a Parigi e a Bordeaux51, in una funzione ancora piuttosto tradizionale: l'embellissement era ancora "destiné à exprimer la souveraineté du prince en prenant possession de la ville et en la façonnant à son image "52.
Con i progetti per la ristrutturazione del centro di Metz a opera di Blondel e le riflessioni di un altro architetto dell'epoca, Pierre Patte nei Mémoires sur les objets les plus importants de l'architecture (1769), l'embellissement prese però una nuova direzione, diciamo speculativo-operativa, quella della città come progetto: lo scopo non era più solo quello di abbellire ma si pensò anche a qualche operazione più in profondità, ad una creazione ex novo della città, ad operazioni che poi Le Corbusier definirà di chirurgia53. La riflessione si finalizzava a qualcosa di produttivo; si dedicava finalmente alla pars construens.
Patte nei suoi Mémoires, appunto, definiva le caratteristiche di quella che avrebbe dovuto essere una città ideale, una ville conçue en accord avec les préceptes de la raison 54, ragione che doveva guidare innanzitutto la scelta dell'emplacement: luogo e clima dovevano essere vagliati con molta attenzione, ma altrettanta cura doveva essere posta nell'interessarsi della ricchezza del territorio circostante, delle facilità di comunicazione, potenzialmente sviluppabili per rendere florido il commercio.
Patte, che nella distribuzione si riferiva ai precetti di Laugier55, affermava che la nuova agglomerazione avrebbe dovuto avere una forma regolare, esagonale o ottogonale, allo scopo di minimizzare le distanze da percorrere e avrebbe dovuto essere dotata di ampi viali intorno alla città, relegando nelle periferie le attività inquinanti o pericolose; le porte sarebbero state ornate in modo monumentale con archi di trionfo e avrebbero meravigliato il viaggiatore in entrata, annunciando una grande nazione.
La preoccupazione primaria era anche quella di aprire delle piazze o degli sbocchi, "l'essentiel [...] est que tous ses abords soient faciles, qu'il y ait suffisamment de débouchés d'un quartier à l'autre, pour le transport des marchandises, et la libre circulation des voitures "56. La pianta della città doveva dunque rispondere ai nuovi bisogni urbani di circolazione, doveva essere commode, e le reglès d'édification erano dettate anche da preoccupazioni igieniche e da un souci d'assainissement: gli immobili dovevano essere limitati in altezza, pochè troppi piani avrebbero significato una perdita considerevole di luminosità e di ensoleillement; per evitare rischi di incendio, l'architetto consigliava l'uso dei mattoni e di sostituire i tetti en charpente con terrasses dissimulées derrière les balustrades 57.
Nonostante questi preziosi suggerimenti innovatori, né Blondel nelle sue ristrutturazioni di Metz né Patte nel suo traité, arrivarono a produrre un sistema unitario: in particolare, la città ideale di Patte "ressemble à un catalogue de techniques juxtaposées "58 e restava "dans l'anonymat visuel des traités de l'âge classique "59, anche se vi figuravano già delle innovazioni rispetto al passato, tra le quali il plan e la coupe type delle strade.
La ville di Patte rimaneva ancorata ai principi tradizionali, alla convenance, rifiutando un cambiamento totale e radicale dei rapporti tra l'architettura e l'urbano; era artificiale, pensata come città statica, improduttiva, basata sulla teoria fisiocratica, per la quale solo le terre agricole e le risorse minerarie costituivano la ricchezza di una nazione. Lo spazio urbano, di conseguenza, non poteva essere che interamente dedicato allo scambio e al consumo distribuendosi "en fonction des nécessités de la circulation, laissant de côté tout impératif de production "60.
La ville de Chaux, invece, "comme la ville que Choiseuil faillit édifier à Versoix sur le lac Léman, ou le village de Maupertuis qu'avait imaginé Ledoux pour le marquis de Montesquieu "61, non venne realizzata, ma il progetto presenta la novità di una integrazione delle due funzioni economiche, la produttiva, grazie alla presenza della raffineria reale di sale, e quella commerciale.
 
 
Parigi nel XVIII secolo nella letteratura e nei "traités" di architettura
 
Nonostante la grande quantità di progetti e di riflessioni sulla città, l'Abbé Laugier verso la metà del secolo62 affermava che "nos villes sont toujours ce qu'elles étaient, un amas de maisons entassées pêle-mêle, sans système, sans économie, sans dessein " e in nessun altro luogo tale disordine è invivibile e urtante quanto a Parigi. Il centro di questa capitale non ha subito quasi nessun mutamento da trecento anni a questa parte; vi si vede sempre lo stesso numero di viuzze strette, tortuose, che trasudano soltanto sporcizia e rifiuti e in cui l'incrociarsi delle carrozze provoca ad ogni istante degli intralci63.
Il disordine delle aggregazioni urbane aveva come diretta conseguenza la mancanza di hygiène e di commodité.
Nella scia dei libri che si occupavano di Parigi, Louis-Sébastien Mercier, attirando l'attenzione sulla sua "physiologie morale"64, pubblicò, tra il 1781 e il 1788, Le Tableau de Paris, nel quale descriveva la capitale in una luce apocalittica, attardandosi sulla saleté des rues, insalubrité des habitations, embarras de la circulation. All'incirca nello stesso periodo Patte65 descriveva Parigi come un amas di "immondices, exhalaisons des hôpitaux et des cimetières, infection des ruisseaux et des sources, boue et piétinements d'une population citadine désemparée "66.
Ricorrente in queste descrizioni è la nozione di "caso", che è individuato come il primo responsabile di questa situazione estrema, caso che ha presieduto sia alla distribuzione generale che alla scelta della posizione delle grandi capitali. "En examinant attentivement une grande ville, ce qui frappe d'abord, c'est de voir de toutes parts couler les immondices à découvert dans les ruisseaux, avant de se rendre dans les égouts, et exhaler dans leur passage toutes sortes d'odeurs malfaisantes: ensuite c'est le sang des boucheries ruisselant au milieu des rues, et offrant à chaque pas des spectacles horribles et révoltants. Ici c'est tout un quartier empesté par les vidanges des latrines; là c'est une quantité de tombereaux crottés qui s'emparent journellement des rues pour enlever les ordures, lesquels, indépendamment de leurs vues sales et dégoûtantes, occasionnent toutes sortes d'embarras: plus loin vous observerez au centre des lieux les plus fréquentés les hôpitaux et les cimetières perpétuant les épidémies, et exhalant dans les maisons le germe des maladies et de la mort. Ailleurs vous remarquerez que les rivières qui traversent les villes, et dont les eaux servent de boisson aux habitants, sont continuellement le réceptacle de tous les cloaques et de toutes les immondices. Tantôt à cause du peu de largeur des rues et de leur disposition vicieuse, ce seront des citoyens exposés à être foulés aux pieds des chevaux, ou à être écrasés par les voitures, qui attireront votre attention: enfin, lorsqu'il pleut vous apercevrez tout un peuple inondé d'une eau sale et mal-propre, provenant de la lavure des toits qui, par leur disposition centuplent l'eau du ciel, ou bien couvert d'un déluge de boue par le piétinement des chevaux ou le roulement des voitures dans les ruisseaux. En un mot les villes vous présenteront de toutes parts le séjour de la malpropreté, de l'infection et du mal-être "67. Pertanto, "qui ne croirait, en voyant le tableau effrayant de tous ces désastres, qu'un génie malfaisant et ennemi du genre humain, n'ait été le moteur de la réunion des hommes dans la Cité? "68 e altrove "on a tout sacrifié à la grandeur, à la magnificence, mais [...] on n'a jamais fait d'efforts pour procurer un véritable bien-être aux hommes, pour conserver leur vie, leur santé, leurs biens et pour assurer la salubrité de l'air de leur demeure "69; sono state "des causes étrangères au bonheur des hommes qui ont guidé (les législateurs) dans cet établissement. [...] On ne songe qu'à des vues politiques et presque jamais au but que l'on devrait se proposer en pareil cas. Voilà pourquoi les villes n'étaient jamais distribuées convenablement pour le bien-être de leurs habitants; perpétuellement on y est la victime des mêmes fléaux, de la malpropreté, du mauvais air et d'une infinité d'accidents que l'entente d'un plan judicieusement combiné eût pu faire disparaître "70.
Le città del XVII e del XVIII secolo erano senza dubbio degradate, dei ricettacoli di miasmi di ogni genere, nei quali le pessime condizioni ambientali, la povertà materiale, la fame, la promiscuità e la quantità dei nuovi immigrati71 provocavano anche una grande povertà morale e dissolutezza dei costumi. Esse erano dunque afflitte da prostituzione72, coabitazioni irregolari o concubinages, abuso di alcool, (sidro o vino), miserie, mendicità e abbandono di neonati73.
Purtroppo le parole dell'abate d'Expilly che scriveva, nel 1768, che Parigi era considerata "a ragione la più ricca, la più piena di vita ed una della più grandi e belle città d'Europa"74, non rendevano conto della totalità degli aspetti della grande capitale. Si può essere certi che non la pensava allo stesso modo "la massa di coloro che in città tiravano avanti alla meno peggio"75, alloggiati nelle mansarde degli stabili76, quasi piccionaie, cages à poules, in condizioni igieniche impensabili, nella promiscuità e nel sovraffollamento77.
Tutti gli strati della popolazione, inoltre, come ci racconta Patte, condividevano le medesime condizioni viarie: strade sporche e piene di buche, maleodoranti, fangose e prive di trottoirs; la situazione delle fognature non era molto mutata da quella di Napoli descritta dal Boccaccio78 parecchi secoli prima, con scarichi delle acque fetide che, se presenti, non erano sotterranei ma posti al livello dei piani alti.
Residui organici gettati dalle finestre, carogne di animali randagi e talvolta persino resti umani79 erano di norma i cattivi accompagnatori di ogni tragitto. Inoltre i cimiteri di Parigi erano spesso composti da fosse comuni che venivano chiuse e ricoperte solamente qualora fossero state completamente riempite di cadaveri; in tal modo il rischio di contagi era enorme e non minore era il fastidio degli abitanti. Senza contare che la Senna era uno spettacolo orribile: si poteva scivolare sulle rive e annegare facilmente, e alla superficie del fiume affioravano spesso cadaveri o addirittura sventurati corpi mutilati, sui quali gli studenti di medicina facevano le prime expériences di anatomia, e di cui successivamente si disfacevano80.
Il pericolo di epidemie era elevato: se la peste aveva iniziato ad allontanarsi dall'Europa nel 170081, il vaiolo, però, raggiunse tassi di diffusione molto alti e non diminuirono le altre tradizionali malattie endemiche quali typhus, dysenteries, e varie fièvres convulsionnaires o putrides 82. Le strutture ospedaliere, inoltre, inizialmente provocarono una recrudescenza delle malattie, date le condizioni di ricovero, che, persino all'Hôtel-Dieu di Parigi, "sans doute le plus prestigieux des hôpitaux publics", offriva delle "conditions d'hospitalisation... déplorables: quatre à six malades pour un lit" il che, come si può ben immaginare, favoriva il contagio, l'ulteriore diffusione della malattia a causa della promiscuité des corps e un consequenziale "taux de décès de un pour quatre "83. Rogna, sifilide, febbri delle prigioni, vaiolo, malattia considerata una "grande mangeuse d'hommes et d'enfants ", morbillo, tubercolosi, scarlattina, difterite, oltre alle più tradizionali pestilenze, erano ancora gravi e diffuse cause di morte.
Nonostante il settore medico urbano, concentrato nel cuore delle città fosse in crescita, e nonostante la sensibilizzazione e le ricerche mediche sulla salubrità dell'aria, cominciate negli anni intorno al 1775, e portata avanti con strumentazioni scientifiche nuove, quali gli eudiometri, con i quali si misurava la percentuale di aria respirabile (vivibile) nelle prigioni, negli ospedali e in tutti i luoghi di reclusione84, le città erano dunque ancora dei "mouroirs"85, degli hauts lieux de trépas 86, dei luoghi invivibili e corruttori87.
 
 
Chaux: l'anti-Paris
 
Bisogna dunque porre un freno alle sofferenze dei citadins e alla loro corruzione dei costumi: l'architetto, "le dieu qui surveille le monde... rétablit cet équilibre désirable, en donnant des leçons terribles à ceux qui méconnoissent la répartition des droits sociaux, qui fait dépendre le bonheur général des uns et des autres "88: la città vecchia deve essere messa a ferro e a fuoco, deve essere annientata da un fuoco distruttore e purificatore: "Le feu prend au spectacle... les flammes s'étendent de toutes parts "89.
Non deve rimanere più niente del vecchio palinsesto, e il bisogno, unico motore di ogni cambiamento, "ultimatum forcé qui ramène l'homme aux calculs de la raison, change tout de face, dissipe les écarts, et rappelle en peu de jours les puissants moteurs qui vivifient les empires. Toute compression se dilate, la science, les talents du premier ordre sont accueillis, sont divinisés. [...] on appelle le commerce des quatre parties du monde "90.
L'architetto ha la missione di costruire, su queste ceneri ancora calde, una città nuova, incontaminata dal vizio e felice, che sarà animata dal commercio che, come "un nouveau méteore descend du ciel en traînée de feu pour ranimer la terre expirante "91.
In queste considerazioni, che Ledoux mutua dall'esprit du temps, sono anticipate le principali caratteristiche dei "preurbanisti". Questo termine discende dal neologismo pré-urbanisme coniato da Françoise Choay92 "pour désigner un ensemble de textes et de réalisations dus à des penseurs politiques et sociaux du XIX siècle, dont la démarche, marquée au coin de l'utopie, anticipe et préfigure celle de l'urbanisme"93. Secondo la studiosa il pré-urbanisme può essere diviso in due correnti: una prima progressiste e una seconda culturaliste, alle quali corrisponde anche una proposta di società nuova a partire da critiche diverse mosse alla società industriale. Entrambe le correnti denunciano le iniquità della società e le tares physiques et morales delle grandi capitali: densità elevate, insalubrità dell'abitato e dei quartieri poveri, distanze eccessive tra i luoghi di abitazione e i luoghi di lavoro, insufficienza delle infrastrutture viarie, assenza di spazi verdi, monotonia e asetticità dei nuovi agglomerati residenziali.
La critica dei c.d. urbanistes progressistes, ispirata da una idéologie du progrès, parte dalla considerazione della città reale come arcaica ed inefficace, mentre i culturalistes, ispirati ad una idéologie de la culture comme unité organique, criticano sostanzialmente la disintegrazione e la perdita dei valori culturali tradizionali per effetto della industrializzazione; nei due casi, comunque, lo scopo rimane quello di creare un modello spaziale che faccia da supporto ad un modello di società "réproductible d'un ordre et d'une vérité"94.
Ledoux, pur non rientrando nei termini temporali del discorso preurbanista indicato dalla Choay, poiché il suo humus culturale è ancora quello del 1700, nel suo progetto per la ville de Chaux condivide in parte le considerazioni e le soluzioni di entrambi i modelli, li adatta a diverse esigenze, dato che "les deux modèles... ne se présentent pas, chez tous les auteurs et dans tous les textes, sous une forme canonique"95.
Egli si apparenta al modello spaziale progressista quando concepisce la sua Chaux come città alternativa, caratterizzata a contrario dallo spazio urbano criticato: egli applica criteri di ouverture, che permettono a tutti, in conformità ad esigenze igieniche, una uguale distribuzione di aria, di luce e di verde; allo stesso modo applica il criterio del découpage, separando nettamente luoghi di abitazione, lavoro, divertimento; la semplicità e un'immediata lisibilité ispirano la pianta della città, in cui tutto è regolato dalle leggi della geometria naturale; in ultimo, gli edifici progettati assurgono a modelli, archétypes validi in qualunque società, definiti una volta per tutte.
Contrariamente alla città occidentale tradizionale, e alle grandi agglomerazioni, il modello spaziale progressista si presenta come éclaté: gli edifici, nel caso del nostro esempio sono pavillons indipendenti, autosufficienti. Ledoux infatti creerà la città ideale a partire dalla saline di Arc et Senans, machine à produire 96, ma i quartieri di abitazione saranno sparpagliati su un territorio meno strutturato all'apparenza, ma sempre controllato attraverso assi di circolazione e équipements, mentre spazi vuoti e aree verdi annunciano la disaggregazione della città classica97. Ma anche in questo caso, ennesima variante del modello utopista, il modello progressista funziona come un "dispositif contraignant, qui, au service d'idéologies politiques diverses,... conditionne ses habitants en vue d'un rendement maximum de leurs activités"98.
Secondo il modello culturaliste, invece, una città ideale deve essere circoscritta spazialmente, in contrasto con la natura circostante che rimane allo stato sauvage, le sue dimensioni sono modeste, ispirate ai borghi medievali: è il caso di Chaux e della sua foresta. L'arte, mezzo privilegiato per affermare una cultura, svolge in questo modello la stessa funzione che l'igiene svolge nello schema progressista: in effetti Ledoux lamenta la perdita di ogni riferimento artistico, fagocitato dalla città del vizio, quale era quella classica. Per questo verso, dunque, Ledoux sembra rientrare in una visione "culturalista" della città rinnovata.
In materia di progettazione, in questo modello ogni lotissement deve essere diverso dagli altri, sia che si tratti di edifici pubblici che di dimore individuali, come effettivamente succede a Chaux ove sono presenti molte varianti tipologiche di costruzioni. Ma anche questo modello non sfugge alle contraintes de l'utopie: l'integrazione culturale non può aver luogo che a prezzo dell'eliminazione dell'imprevedibile. Il modello sociale funziona grazie alla "réduction de l'espace et à son homéostasie qui empêchent la croissance"99, come nel caso della nostra Chaux, ove i nuovi arrivati, ospitati nell'Hospice, sono vagliati attentamente e immediatamente selezionati.
Ma nei testi dei preurbanisti appare anche un insieme di elementi100 che caratterizzano la démarche utopique.
Chaux è costruita, nel traité, come in ogni altro récit utopique che si rispetti, secondo canoni ben definiti, e in particolare a partire dalla città reale: ogni singolo vecchio elemento viene smontato e sostituito, per così dire, nell'ingranaggio, e l'insieme di tutti i nuovi elementi dà inesorabilmente 101 come risultato la creazione un'isola felice, dall'habitat sano e dove anche gli abitanti, per una sorta di proprietà transitiva, sono rappacificati e sani moralmente.
 
 
Ledoux urbanista utopista
 
Nonostante un parere contrario di Antoine Picon, che afferma che "à moins de considérer les ingénieurs comme des utopistes en puissance, rien ne permet de qualifier de la sorte... Ledoux", o, qualche riga oltre, "hormis le cimetière de Chaux et la Maison des gardes de la forêt de Maupertuis, les créations de Ledoux sont... raisonnables"102, siamo dell'opinione che Ledoux sia davvero un architetto-utopista, anche se la sua utopia non fa altro che completare un ensemble realmente costruito.
Infatti, anche se Picon si basa sulla definizione di utopia103 come "projet ou rêve d'une société et, par extension, d'un avenir désirable, mais tenu pour chimérique", e Ledoux, invece, "va jusqu'à assigner un site précis à sa cité idéale"104, non si può negare che l'utopie (o le utopies, architettonica o urbanistica, e sociale) di Ledoux hanno caratteri comuni a quelle che in ambito letterario R. Ruyer105 chiama il "mode utopique". Inoltre, anche se il sito è stato scelto, nella realtà la città non esiste.
"Le rêve d'une société parfaite, remonte, dans la culture occidentale, à l'Antiquité grecque, au Ve siècle avant notre ère" e a questa fonte si ispireranno gli scrittori del récit d'utopie, che descrive, "dans un pays imaginaire, un idéal d'organisation politique de la communauté humaine"106.
Il neologismo utopia venne creato da Thomas More a partire da radici greche: il sostantivo topos (luogo) e due particules, il prefisso eu, indice di buona qualità e la negazione ou, che potevano essere tradotte entrambe con la contrazione u-: la parola significa, dunque, nel contempo, il buon luogo o il luogo che non esiste.
L'opera che porta il titolo di Utopia, apparsa nel 1516, parla di un'isola, fantastica, sulla quale risiede una società esemplare. More, attraverso un racconto che lega strettamente reale ed immaginario, critica in una maniera realista e impietosa l'Inghilterra contemporanea, alla quale oppone la società modello degli Utopiens, i loro costumi, le loro leggi, le loro istituzioni, che il viaggiatore Raphaël Hythloday scopre contemporaneamente agli edifici e agli spazi modello concepiti dall'héros-fondateur, Utopus, per controllarne il funzionamento ed assicurarne la permanenza.
L'isola di Utopia è formata da 54 città identiche e "qui en connnaît une les connaît toutes"; questo escamotage permette al viaggiatore di non descriverne che una, la capitale, Amaurote, che presenta una griglia di elementi standardizzati, quali maisons, marché, temple, rues, organizzati secondo un plan-type, in uno spazio omogeneo. L'Utopia, subito riedita e successivamente tradotta dal latino, conobbe una fortuna eccezionale: il nome proprio Utopia venne quasi subito adoperato da Rabelais nel Pantagruel e divenne, già dal XVI secolo un nome comune che indicava, per antonomasia, il plan de gouvernement imaginaire idéal, poi un progetto chimerico.
Come è stato notato dagli specialisti dell'utopia, dal punto di vista formale, il récit utopique ha struttura feuillettée, è scritto in prima persona e vi compaiono due descrizioni, quella riguardante una società storica che viene criticata e una società ideale immaginaria che viene, invece, decantata.
Dal punto di vista del contenuto la società ideale è, come abbiamo anticipato, "point par point, engendrée par la critique de la société historique"107; essa è realizzata e mantenuta attraverso la "médiation d'un espace modèle, instrument de conversion thérapeutique et de reproduction"108; la società modello e lo spazio costruito hanno valore assoluto di verità e, una volta instaurati, sfuggono all'emprise du temps 109.
L'insieme dei tratti descritti fanno dell'utopia, del paradigma moreano, una creazione specificamente occidentale, che non ha equivalenti in altre culture anteriori e che, nel corso dei secoli, si è trasmesso intatto, nella forma canonica110.
E se "aux commencements de l'utopie était un architecte, Hippodamos da Milet"111, che allineando le strade ad angolo retto, inventò una "conception géographique de la ville qui est indissociable du projet politique qui la sous-tend"112, i poteri e il valore conferiti da More allo spazio costruito sono senza precedenti: nemmeno nei dialoghi di Platone sullo Stato ideale, Repubblica, Leggi e Crizia, cui More si ispirò, gli spazi hanno un ruolo.
Il modello spaziale elaborato da More "s'offrait à la société occidentale comme un instrument imaginaire si parfaitement accordé à ses recherches et à ses inspirations nouvelles, nées au Quattrocento, que celle-ci allait lui donner accès au réel et, progressivement, faire de la modélisation critique l'un des deux modes de production a priori de l'espace bâti"113.
L'architettura rese visibili a tutti i fondamenti morali e l'organizzazione politica e sociale della città utopica: "tout se passe comme si, par abondance de détails qui le décrivent, l'utopiste pouvait habiter son mirage"114 e, se non vi fosse nel racconto utopico anche un tracciato spaziale, sarebbe come se ad un edificio (speculativo, in questo caso) mancassero letteralmente le fondamenta.
È proprio a questo titolo che "l'utopie intéresse l'urbanisme"115 e che possiamo affermare che "l'urbaniste et l'utopiste sont liés par une affinité psychologique. Ces grands imaginatifs ont en commun le postulat qu'on peut changer les hommes en organisant l'espace où ils se meuvent"116.
L'Utopia di More si apparenta al De re aedificatoria dell'Alberti, per il valore assunto dallo spazio da costruire e se la procédure générative, instaurata da un architetto, ha come finalità specifica la modellizzazione spaziale, che venne elaborata da un pensatore sociale nell'ambito di una riflessione sulla società e i suoi valori, finisce anch'essa per essere l'oggetto dei praticiens, ma, alla apertura e alla flessibilità della démarche trattatiste, essa oppone il suo caratteristico totalitarismo e la sua rigidità 117.
Ledoux, nel suo Architecture, coniuga quella che abbiamo definito la démarche trattatiste con la démarche progettuale dei praticiens. D'altra parte, già nell'Apocalisse si legge: "presto arriverà la fine di tutto; ci sarà un nuovo cielo ed una nuova terra", come ad indicare metafisicamente che il nuovo cielo, luogo delle idee, della elaborazione, (della progettazione), non può essere scisso dalla nuova terra, luogo dell'edificazione materiale della nuova città.
La città ideale obbedisce a certi principi per produrre la felicità e "la ville idéale n'est pas une fin, mais l'un des moyens d'assurer l'organisation la meilleure pour parvenir à la justice118": il progetto è intrinsecamente politico.
 
 
La città della dea ragione 119. Criteri e principi ispiratori
 
La città di Chaux, da costruirsi attorno alla Salina, sarà l'unica città nel suo genere: essa "peut être considérée comme l'usine la plus importante que l'on connoisse en ce genre. Jusque-là il semble que les édifices n'aient été susceptibles que de constructions faites au hazard "120.
Normalmente infatti, asseriva Ledoux, "on compte pour rien les dangers de l'adhérence. Sollicitude de tous les instants, vous dormez sur le volcan! Tremblez! Quel sera votre réveil! En effet, les premiers points donnés de l'ordre naturel, ce sont ceux de la conservation individuelle; comment peut-on la négliger? Et quoique la mort pour tout ce qui existe soit une nuit profonde que l'on n'aime point à percer, forcé d'avancer vers elle, l'art au lieu de l'éloigner l'accélère; au lieu de chercher la lumière qui la garantit, il semble épaissir le voile qui la couvre: qu'il est condamnable! Pourquoi négliger l'exposition? Ne sait-on pas qu'il faut éviter les vents du midi, de l'occident, que ceux d'orient sont à préférer. Rarement ce préliminaire est celui des constructions de la ville, plus rarement celui des campagnes "121.
Nella città ideale e ancor prima, nella Saline Royale, Ledoux aveva invece tentato di porre rimedio a queste negligenze e, "en adoptant le plan semi-circulaire [...] répond d'emblée à un certain nombre de nécessités"122: il progetto "[retenait] l'attention des théoriciens de villes nouvelles mais aussi des bâtisseurs d'hôpitaux contemporains"123.
Ledoux era stato coinvolto, nel 1773, dal dibattito sulla ricostruzione dell'Hôtel-Dieu di Parigi, dopo l'incendio devastatore del 1772124 e si era dimostrato attento alle argomentazioni dei medici che elaboravano progetti per le nuove strutture ospedaliere secondo criteri di aération e dunque di prevenzione degli incendi.
In particolare il progetto di ospedale presentato dal chirurgo Antoine Petit, nel 1774, consisteva "en un vaste bâtiment circulaire qui doit être construit à Belleville, alors à l'extérieur de Paris. A partir d'une structure centrale en forme de dôme, rayonnent six longs pavillons de quatre étages"125; il progetto aveva soppiantato la forma quadrata dei precedenti progetti di A. Desgodets (1772) e di P. Panseron (1773), accusati di far stagnare l'aria malsana.
In quest'ottica, la pianta semicircolare adottata per l'impianto industriale nel 1775, che dapprima unificava le funzioni della Salina distribuite in padiglioni separati lungo il perimetro, e poi la riproduzione della medesima pianta per chiudere l'ellisse della città ideale va letta come "un'interpretazione del discorso igienista"126. Ledoux si conformò al modulo spaziale della città dei venti di Vitruvio, "sentit qu'il falloit composer avec les vents qui assurent la salubrité "127 e frammentò l'unico edificio-cornice della prima pianta quadrata128, "un carré de plus de 3000 mètres de côté"129, con tutte le funzioni "di un grandioso ciclo lavorativo continuo"130, in parecchie unità dall'identità propria, approfittando così dei venti della piana della Loue per disperdere il fumo e i vapori nocivi del processo industriale.
La Natura detta per prima le regole da seguire per una sana convivenza: "Les premières loix sont celles de la nature, ce sont celles qui assurent la salubrité aux habitants qui fixent leur bien-être sur une terre préférée. Ces premiers loix commandent aux vents, et donnent les moyens préservatifs contre leur malfaisance; l'exécution en est confiée à tous les surveillants de l'administration publique. Voici ce que l'expérience et les recherches nous ont appris..."131.
Avendo scelto per la Salina di posizionare gli impianti produttivi in due edifici separati in fondo al complesso e le abitazioni dei lavoratori in quattro padiglioni lungo la circonferenza, Ledoux aveva scongiurato il rischio di incendi e di intossicazioni: bisognava infatti sempre saper tener conto delle condizioni particolari, poiché "Pour être indépendant de la mutabilité des événements que l'inconstance élève ou renverse, il ne faut employer que des moyens émanés des situations, des circonstances absolument étrangères aux inventions bizarres qui décomposent le véritable esprit" e "en ne tenant à rien, adoptant tout ce que la nature du climat et des lieux prescrit, l'artiste a sous sa main un magasin fécond où il puise toutes les ressources pratiques que la théorie, circonscrite dans ses régularités, semble interdire "132.
Egli difendeva la pianta semicircolare criticando le piante con strade parallele, presenti nel suo primo progetto e in molti progetti di città ideale133: "En effet quelle est la nécessité de prolonger des rues parallèles, quand elles éternisent tous les maux qui naissent de leur position? Je n'en vois aucune... Remontez au principe... consultez la nature; par-tout l'homme est isolé... Qui pourra justifier la nécessité d'accumuler la multitude, quand sa destruction est certaine "134. Qualche pagina prima egli affermava che "il falloit préserver les murs d'encagements de la ruineuse activité des feux de réverbère, qui pousse au vuide les masses les plus épaisses, et compromet les avantages du trésor public par les lacunes forcées qui exigent des entretiens trop souvent répétés "135.
 
 
Chaux: una "utopie d'urbanisme"
 
Punto per punto, dunque, vediamo le soluzioni urbanistiche apportate dal nostro autore: in primo luogo, nella sua Chaux, egli eviterà gli agglomerati eccessivamente estesi ed addensati, male organizzati e provvederà a dotare la città di un efficiente sistema idraulico, per fornire una quantità sufficiente di acqua a domicilio ad ogni cittadino.
L'acqua circolerà abbondante, gratuita e sarà fonte di igiene, di vita e fonte di metaforica purificazione: "on creuse un lit fécond à la rivière, on remonte l'eau des mers par des pentes artificielles... Des canaux, des aqueducs à découvert, sont substitués aux moyens périssables d'un usage provisoire et d'un entretien dispendieux "136.
Ci sarà finalmente abbondanza di fontane che "rafraîchissent les places publiques, abreuvent les chevaux d'Apollon qui viennent étancher leur soif aux portes de la ville "137.
Ledoux, comunque, prevede anche un vero e proprio réseau al fine di impedire gli incendi distruttori: dei sistemi di pompe possono, in caso di necessità, far fronte alle fiamme. Egli provvederà a installare due fanaux (planche 68) muniti di cloches d'alarme al centro della corte dai quali fluiscono "des eaux jaillissantes, destinées à la précaution contre les incendies "138; la porta di entrata della Salina, come la Maison du directeur, possiede anch'essa dei serbatoi utilizzabili in caso di incendio. Gli stessi fari, però, assolveranno anche un'altra funzione: essi sono "destinés à éclairer la nuit. Le premier répand ses feux sur l'hôtel de ville, la place publique et les casernes, qui nécessitent des lumières permanentes..."139, proprio nella preoccupazione di evitare gli spiacevoli inconvenienti che si celano nelle zone buie di una città.
Nuovamente allo scopo di limitare il pericolo di incendi, Ledoux consiglia di scegliere dei materiali che siano impérissables, di eliminare, dunque, paglia e legno, per far posto a materiali più solidi, più sicuri, come la pietra.
Le case non saranno più addossate le une alle altre, ma isolate: l'aderenza non costituirà più una minaccia, né dal punto di vista di un fronte unico delle fiamme, né dal punto di vista del contagio delle malattie. "On n'a pas à redouter les adhérences contagieuses qui soumettent un incendie total à une indiscrétion partielle "140.
L'incendio ma anche la malattia, che un tempo affliggevano le realtà urbane, sono finalmente resi innocui perché finalmente si sono capiti i pericoli: "on isole les édifices; on craint la contagion "141.
La salubrità sarà uno dei maggiori principi ispiratori sia all'interno che all'esterno delle costruzioni: essa è innanzitutto legata alla posizione dell'edificio, al suo orientamento rispetto ai punti cardinali, ai venti, nel rispetto della teoria di Vitruvio e dei suoi principi per la progettazione della Città dei venti, appunto.
Ma anche Filarete e Scamozzi condividevano le forme del diagramma delle correnti d'aria e le loro città possedevano otto lati ai quali corrispondevano otto direzioni di strade che si diramavano da un comune centro. Ledoux riprende questa idea, elaborando anch'egli una teoria sui poteri dei souffles bienfaisants o malfaisants 142. "Les vents du Midi engendrent la fièvre; ceux du couchant excitent la toux; le septentrion est insoutenable ". O ancora: "Les premières lois commandent aux vents et donnent les moyens préservatifs de lutter contre leur malfaisance "143; "(l'artiste) sentit qu'il fallait composer avec les vents qui assurent la salubrité "144.
Da questa teoria dipenderanno sia la lunghezza delle strade che la loro disposizione; nei limiti del possibile esse saranno infatti corte e non perpendicolari affinchè i venti non siano diretti: "les vents qui frappent obliquement sont à préférer "145, dato che "les vents qui soufflent directement sont plus nuisibles que l'on ne peut l'imaginer "146. Le sedici strade della pianta radio-centrique, saranno anche larghe, in modo che "le regard peut de bout en bout les parcourir"147.
Anche l'architettura degli edifici sarà improntata allo stesso principio di salubrità: saranno presenti dei piliers espacés sulla cima delle costruzioni o al piano terra, in modo da facilitare il ricircolo e il necessario e vitale ricambio dell'aria, i c.d. airs passants: "L'air sera sain, sans cesse renouvelé pour ne pas charger les poumons "148.
In particolare, nella Grange parée (planche 5) c'è un passaggio aperto "au sommet, des piles espacées de deux diamètres, appelant dans leur isolement les souffles septentrionaux et provoquant la salubrité "; mentre nella corte di servizio (planche 65) "on a observé des airs passant dans le rez-de-chaussée... et de grands espaces dans le comble, qui attirent toutes les vapeurs"149.
L'aria circola, limita le alte temperature, evita il senso di soffocamento.
All'interno delle stanze si applica il medesimo principio per evitare l'accumularsi di odori sgradevoli; inoltre, "les cuisines [qui sont] éloignées des habitations mettent à l'abri des inconvénients de la proximité qui ne garantit pas de l'odeur des mets, de la flamme active, de la fumée"150.
Le case non supereranno i due piani di altezza, per limitare le proiezioni delle ombre in certi momenti della giornata e per evitare di togliere luce e aria alle abitazioni e, durante i mesi caldi, per permettere una migliore vivibilità.
Chaux, inoltre, sarà una cité-jardin avant la lettre. Il contatto con la natura non solo è mantenuto vivo, ma è sempre ricercato, anche nell'agencement degli edifici che non devono essere costruiti a caso: Ledoux vuole infatti collegarli all'ambiente circostante, per riportare l'uomo al primordiale, sano rapporto con la natura, madre ed esempio di perfezione da imitare.
Uno dei metodi adottati è quello del couronnement: gli edifici sono allora sormontati da torrette o tronchi di piramide; in particolare a proposito della casa del Direttore della Salina, Ledoux afferma che "le couronnement appelle le nuage pour se lier à lui "151.
Altrove ancora aggiunge che: "la forme pyramidale qui couronne l'édifice commande les arbres "152 oppure che: "les bastions pyramidales... appellent la voûte éthérée pour se lier avec elle "153. L'edificio sarà veramente bello se armonicamente legato alla natura, se ne sarà il naturale completamento.
Per ciò che concerne il couronnement "nous avons souvent dit combien il étoit indispensable dans les espaces aperçus de loin, pour composer le tableau et le lier avec le ciel; il est si nécessaire qu'on peut considérer sa puissance pyramidale comme la tête de l'homme est au corps "154.
Ma l'idea della cité-jardin, con l'attenzione agli spazi verdi per il tempo libero la ritroviamo anche nell'aménagement di jardins légumiers, nei viali alberati, nei giardini sospesi, o nel viale esterno nel quale confluiscono diverse strade, che si apre verso la campagna e canalizza tutta la circolazione verso la Salina, lasciando i quartieri residenziali nella tranquillità. Ledoux dimostra una sensibilità che va ben oltre le timide raccomandazioni di una "politesse élémentaire de l'urbanisme classique"155 quando organizza attorno alla Maison de récréation, dei campi adatti a diversi tipi di gioco di squadra e di sport, che "effacent... de cette ville tout visage urbain "156. Essi costituiscono inoltre un modo adeguato di ricostruire il legame interrotto e impossibile nella città tra uomo e ambiente: operai e impiegati coltivano verdure, piante medicinali, e ogni tipo di fruits préservatifs des altérations du sang et des putréfactions 157.
Un'altra intuizione di Ledoux è il fatto di anticipare il rapporto città-regione: la città, pur essendo isolata ed indipendente, non viene più considerata come un episodio a sé stante e concluso, ma come un elemento di una realtà demografica, economica e geografica a più ampio raggio, nella quale assumono grande rilevanza anche i collegamenti fluviali o viari. Ledoux si interessò della pianificazione delle strade che potevano mettere in comunicazione la Salina con il resto del mondo, ma soprattutto farà della sua città quel centro della Repubblica francese, auspicato da Aubry158, situato in un bosco nazionale abbastanza vasto da ospitare una Città Nuova e rifornirla di viveri e di risorse.
Ledoux immaginava Chaux al centro di un fiorente commercio: "placé[e] au centre de deux rivières, à proximité d'une forêt de quarante mille arpents, au centre du continent qui communique à la mer du Midi par le canal de Dole, à celle du Nord par le Rhin et le Port d'Anvers..."159.
Interessanti sono le sue considerazioni sul mercato: "nos marchés sont à découvert "160 e niente è stato fatto "pour la classe agissante", i lavoratori, e "l'on néglige les communications commerciales qui activent les heures "; i monumenti che vengono adibiti alle speculazioni utili non offrono nessun riparo, nessun promenoir e, se non si porrà rimedio, ben presto il fiorente commercio diminuirà o sparirà del tutto.
Ledoux intuisce l'importanza di organizzare un mercato coperto in modo ergonomico, in modo che la classe industrieuse ne possa trarre beneficio, e, proprio come nell'antichità, le negoziazioni più importanti verranno discusse al riparo di distiques, tristiques e tetrastiques 161.
Chaux non sorpasserà mai i limiti della buona vivibilità: non conoscerà espansioni e speculazioni selvagge, il traffico sarà regolato, non esisteranno ingorghi e inquinamento, il ponte sulla Loue sarà, come in altri progetti dell'epoca, sgombro dalle case e non mancheranno latrine per mantenere l'igiene162.
Il risultato sarà proprio il luogo auspicato, simile all'Eden, ove saranno presenti "des légumiers abondants, chargés de l'arrosoir du matin; des vergers qui protégeoient par leurs ombres accidentelles, des champs cultivés"163. Un luogo dove "l'air étoit pur, il étoit parfumé de toutes les exhalaisons qui portent à l'odorat un sentiment suave et délicieux. Une petite rivière serpentoit au bas de la colline, elle étoit rapide..."164.
Un luogo idilliaco, arcadico, nel quale "un saule pleureur, dans son abandon, agite les eaux, avec sa chevelure légère, le sorbier ploye sous le poids de sa grappe colorée; là, des peupliers, des chênes verts. Des platanes, des sicomores élèvent leur tête au-dessus des arbustes et des scènes du premier plan. Plus loin, les yeux se reposent sur des champs dorés et se perdent dans les teintes accumulées de l'atmosphère. Les attractions du coeur offrent à la sensibilité les lieux enchantés où l'amour forge ses soupirs, ses griefs, ses pardons. Les hommes nuls, au milieu de des scènes délicieuses, craignent de laisser apercevoir leur existence... Des Protées de la gaieté, à demi-nus, les cheveux noirs, le teint bruni par le soleil, les joues colorées par le plaisir, les yeux ardents, les jambes prononcées, réparoient les pertes du travail, et vuidoient des outres pleines d'une liqueur bachique... d'autres, au son du sifflet des Faunes, et des chants répétés, assemblent un cercle de danses naïves. Par-tout, on reconnoît le bonheur que l'on obtient de la vie active "165.
Sarà anche un luogo di riposo ricercato e ambito, esemplare, per-sino meta di Philosophes: "Philosophes du Jour! Gens du monde! que les chagrins suivent en croupes... venez ici prendre des leçons "166.
Un luogo in cui sono presenti "des hangars profonds destinés à contenir des voitures, des charrues; je vois des abreuvoirs; des fontaines préservatrices des incendies, des magazins pour toutes les productions agricoles. J'entends des chevaux qui hennissent, les échos des voûtes qui répercutent leur gaieté. Des boeufs dressés sur leurs pieds fatiguent les génisses de caresses impuissantes. Des toisons suspendues offrent de toute part des trophées champêtres. Des vases d'argile remplis de lait, des fruits..."167.
La cité du bonheur è anche uno chef d'œuvre d'urbanisme di un nuovo Platone.
 
 
La funzione dell'architetto-urbanista
 
Il mondo ideale che Ledoux intendeva costruire, quel monde intellectuel di cui parla nel suo libro168, doveva quindi essere préalablement costruito dall'architettura e poteva essere solo frutto di un artista illuminato, un artista che, lontano dai fasti e dalla tradizione imposta, lontano dalle idee ricevute, avesse la capacità e il desiderio di innovare e di creare ex novo la base di una vita più felice. Ledoux (e la sua idea deriva direttamente dalla concezione di un'architettura parlante, o, come venne definita da Montclos169, édifiante), affidò all'architetto l'alto compito di épurer les mœurs, di educare gli uomini alle virtù. Nello spirito più puro delle Lumières, infatti, il Beau doit ammener le Bien 170. L'architettura "entretient la salubrité dans les villes, elle veille à la santé des hommes, elle assure leurs propriétés, elle ne travaille que pour la sûreté, le repos et le bon ordre de la vie civile "171.
Ledoux parla della "bienfaisance de l'art " e constata che "en France, on a compromis la salubrité, la commodité, altéré nos facultés et détruit la bienfaisance de l'art "172; egli propone di eliminare i taudis, i rifugi dei poveri e degli infelici e sostituirli con edifici nuovi e sani.
A proposito dell'Atelier des charbonniers, Ledoux scrive: "On n'a pas cru devoir passer sous silence ce qui peut intéresser la conservation de l'homme, ce qui est regardé comme le premier devoir de l'architecte. Il prouvera que si les voûtes, qui couvrent les mortels brasiers de nos cuisines, sont trop basses, si les trappes évaporatoires sont négligées... si on a oublié les airs passants... on aura sacrifié plus de têtes que n'en coûta la guerre interminable du Péloponnèse "173.
L'architettura, però, aveva anche lo scopo di sopperire alla disparità di condizione connaturata all'imperfezione del mondo reale e che la politica, il governo, non erano ancora riusciti ad eliminare. In principio non esistevano né ricchi né poveri, tutti avevano sopra di sé il cielo stellato, ma il tempo ha portato le disuguaglianze e l'architettura ha come scopo primario quello di assicurare a tutti quei beni di cui la natura è naturalmente prodiga (luce, aria, acqua, e un rifugio) e di rendere meno sgradevole ed avvilente la vita dei miseri; l'architetto può e deve ridare la dignità agli afflitti. Vediamo più in dettaglio le linee-guida del traité, che a questo proposito è anche un grande trattato teorico per le nuove generazioni di architetti, les races futures 174, quegli enfants chéris d'Apollon 175, che forse, un giorno, grazie ad una amministrazione finalmente illuminata, ad uno spirito indipendente dai potenti, dai pregiudizi, dalla tradizione e dotati di giudizio critico acquisito e di perseveranza potranno realizzare il sogno di una città come Chaux e realizzare il bene e l'utilità pubblica.
Il discorso di Ledoux sugli edifici, come avevamo anticipato, si inserisce nella lignée delle riflessioni dei Lumi sull'utopia, sulla festa, sulla funzione moralizzatrice di un evento, sui monumenti quali exempla parlanti, in breve, di quella che Baczko, brillantemente definisce l'"ébauche d'une théorie de la propagande "176.
Allo stesso modo in cui "... depuis la construction de la colonnade du Louvre, il existait en France une architecture représentative de l'autorité monarchique"177, allo scoppio della Rivoluzione fu adottata, o perlomeno, si tentò di adottare, una nuova forma di architettura, l'architecture parlante 178.
Nel suo Discours sur les monuments publics letto al Conseil Départemental de Paris nel 1791, Kersaint, administrateur e député suppléant, dichiarò: "Je ne vous parlerai donc ici que des monuments à faire: je les considérerai surtout dans leurs rapports avec la Révolution: c'est par elle et pour elle que nous sommes; nous lui devons l'hommage de nos premiers travaux. Affermissons la liberté et tout deviendra facile. Pour y parvenir, joignons aux instructions de la parole le langage énergique des monuments: la confiance qu'il est si nécessaire d'inspirer sur la stabilité de nos nouvelles lois s'établira, par une sorte d'instinct, sur la solidité des édifices destinés à les conserver et à en perpétuer la durée "179.
Questo discorso dalla portata molto vasta e dalle importanti implicazioni fu originato da un contrasto riguardo le c.d. édicules où s'affiche la loi, affiches che "se trouvaient au cœur de l'affrontement entre sociétés «démocratiques» et Constituante bourgeoise "180.
Esse costituivano nelle città il mezzo privilegiato di diffusione di idee e informazione: erano accessibili alla maggior parte delle persone, anche agli appartenenti alla "classe indigente du peuple, réduite à l'impuissance de se procurer un seul écrit" 181.
Ebbene, il proliferare delle affissioni, però, nuoceva al buon funzionamento del sistema; incidenti, tafferugli, confusione tra informazioni a rilevanza locale e quelle a rilevanza nazionale affliggevano ormai le pubbliche édicules. Fu proposta un'alternativa che mirava alla scelta di luoghi specifici per le affissioni pubbliche, ma Kersaint non era d'accordo: relegare le affissioni delle leggi in luoghi ordinari, quali tristes et sales murs, significava snaturare gli scritti, far perdere loro importanza e rischiare che venissero consultati da pochi eletti. Si sarebbe trattato di un grave errore, di "porter atteinte au respect dû aux lois que d'en confier le dépôt sacré aux coins de vos rues sans symétrie [...] Quoi sont-ce là, se demande-t-on, les lieux consacrés à l'instruction du peuple? Et c'est ainsi qu'on veut fonder son respect et son amour pour les lois? Quelle erreur! "182.
Egli propose, così, la creazione di un monument particulier, ad hoc che avrebbe dovuto non semplicemente servire da supporto, ma incarnare esso stesso lo spirito che si voleva diffondere, in questo caso quello delle leggi, sostituendo ad una banale porzione di muro, un édifice inédit. Si trattava di "frapper l'esprit de la multitude par le concours d'objets extérieurs, dans le même temps où l'on cherche à les convaincre par des raisonnements "183; di fare "ce qu'ont fait les imposteurs au nom de Dieu, au nom des rois, pour asservir les esprits, faites-le, leur dirais-je, au nom de la liberté et de la patrie ". Si trattava di coniugare alle instructions de la parole, il langage énergique des monuments per raggiungere uno scopo civico immediato: l'architettura era considerata una emanazione dell'Istruzione pubblica, essa poteva usare dei metodi tradizionali di persuasione per farsi portatrice di nuovi obbiettivi di libertà, laicità e virtù civiche.
Architetti e politici lavoravano insieme al progetto rivoluzionario, alla diffusione dei suoi valori184: "sous le despotisme le peuple était compté pour rien; actuellement il est ce qu'il doit être, c'est-à-dire tout. Les monuments publics doivent donc lui rappeler ses triomphes, ses droits, sa dignité, ils doivent parler un langage intelligible pour tous... Il faut que les murs, le marbre et l'airain parlent à tous les Sans-culottes contemporains et futurs, le langage de la liberté "185.
La soluzione di Kersaint si inseriva nella scia di una delle tendances maîtresses del pensiero architettonico dei Lumi: "doter les principales fonctions urbaines d'édifices caractérisés inspirant, chacun dans son genre, des sentiments analogues au sujet"186.
Athanase Détournelle proponeva agli architetti di "ramener les Arts à la Révolution "187 e consigliava "que les artistes préservent leur génie pour les triomphes de la vertu. Les grands monuments doivent faire des grandes impressions; les murs doivent parler; des sentences multipliées doivent rendre nos édifices des livres de morale "188.
Ogni parte doveva annunciarsi da sola agli occhi dell'osservatore; ogni parte "doit aussi avoir le caractère particulier qui lui convient..."189. Il carattere degli edifici era legato, all'epoca190, alla loro esemplarità morale, ma l'architettura doveva esprimere anche la destinazione pratica degli edifici: essi avrebbero suscitato in noi "des sentiments analogues à l'usage auquel ces édifices sont destinés "191, essendo in qualche modo simili, secondo Boullée, a dei poèmes 192.
 
 
L'architettura a Chaux
 
Ledoux fu uno dei partigiani di quella che venne in seguito definita come l'architecture parlante, che risultava dall'incontro di due tipi di riflessioni. La prima riguardava l'esprit de la convenance e una teoria sociologica dei caractères messa a punto da Boffrand e Blondel; la seconda, invece, si legava a quella corrente proveniente da Orazio e rinnovata nel XVII secolo da Dufresnoy, "concernant les affinités entre peinture et poésie, ou, plus généralement, entre art plastique et art parlant", nel rispetto dell'idea ut pictura poesis erit. Poesia e arti plastiche si scambieranno i valori al punto che, ad esempio, la pittura sarà detta poésie muette e la poesia peinture parlante 193.
L'architetto si faceva portatore a Chaux di una "architecture au sens où les hommes des Lumières pouvaient l'entendre: entre fonction esthétique et fonction utilitaire"194; la nuova195 missione assegnatale dai Lumi era quella di "proclamer les événements dignes d'être transmis à la postérité, par cette voix qui parle à toutes les nations, franchit l'espace, triomphe des temps, les monuments publics "196.
La preoccupazione di affidare ai monumenti una volontà didattica e una funzione di conservazione della memoria storica era particolarmente manifesta in Ledoux: il suo progetto per il Pacifère, monument à la conciliation, nel quale gli uomini in discordia avrebbero trovato "les conseils d'un arbitre sage et conciliant qui leur prèche la paix et la concorde "197, presentava le tables de la loi sulla facciata.
L'architettura stessa doveva suggerire solidità e maestosità, ma doveva essere anche semplice, immediatamente identificabile, mantenere quel carattere di lisibilité, che ne era il presupposto, "simple comme les lois qui doivent s'y prononcer "198; infatti, "quand on a présenté aux yeux les dimensions approuvées par le besoin, on n'a pas tout fait; il faut encore que le caractère de l'édifice ne soit point équivoque; il faut que le spectateur le moins instruit puisse le juger "199. Ancora secondo Détournelle l'architettura doveva rigenerarsi attraverso la geometria modulare, una geometria fondata sull'articolazione chiara, intellegibile di forme semplici che secondo Ledoux corrispondono al cerchio e al quadrato: "le cercle et le carré, voilà les lettres alphabétiques que les auteurs emploient dans leurs ouvrages "200.
In particolare, a proposito del cerchio: "Obéissez à la loi générale. Tout est cercle dans la nature; la pierre qui tombe dans l'eau propage des cercles indéfinis; la force centripète est sans cesse combattue par un mouvement de rotation; l'air, la mer, se meuvent sur des cercles permanents, l'aimant a ses tourbillons, la terre a ses pôles, le zodiaque présente successivement au soleil ses signes célestes, les satellites de Saturne et de Jupiter tournent autour d'eux, les planètes enfin parcourent leur immense orbite..."201.
Altrove egli afferma che "on inscrit dans un carré, dans un ovale, dans un cercle, le portrait de la femme que l'on aime. On ne s'éloigne pas du principe en adoptant les formes que la nature commande"202.
Le costruzioni progettate da Ledoux colpiscono per la loro geometricità e razionalità: vi si ritrovano appunto cubi, piramidi, cilindri e sfere carichi di un simbolismo che deve mostrare da sé la propria storia e la propria funzione; si tratta di un'architettura spoglia, priva di pesanti decorazioni203 e dalle proporzioni massicce204.
Nel caso del Pacifère, la forma scelta era appunto un cubo che è "le symbole de la justice "205, avendo tutti i lati uguali. La stessa forma ricorreva nel Panarétéon, l'"école de morale où l'on enseigne les devoirs de l'homme "206 e per la quale "Les Platon, les Socrate, Lactence et Augustin ont tous travaillé à ce vaste édifice "207; la medesima forma208 in questo caso simboleggiava, però, la stabilità, l'eternità dei principi che vi erano insegnati: "la morale doit compter dans ses fastes un monument immuable; la forme d'un cube est le symbole de l'immuabilité "209.
Ci trova d'accordo l'affermazione di Saboya, secondo il quale l'approche en escalier fino al volume centrale, oltre a riprendere l'iconografia della Giustizia, "augmente la majesté de la construction comme le respect des valeurs qu'il (le bâtiment) représente"210, proprio come nelle intenzioni di tutti gli architetti éclairés.
Per quanto riguarda la forma cilindrica possiamo citare ad esempio la Maison des Directeurs de la Loue, sorta di habitation-acqueduc 211, formata da un cilindro appunto, scavato, adagiato in mezzo al fiume (la Loue attraversa il cilindro) che avrebbe dovuto significare l'asservimento della natura da parte dell'uomo.
Ancora possiamo citare l'Atelier des cercles, nel quale Ledoux distribuì dietro una facciata simbolica che riproduceva dei cerchi, dei locali che reputava funzionali: "Toutes les formes sont dans la nature; celles qui sont entières assurent des effets décidés, les autres sont des produits déréglés de la fantaisie... La construction de cet édifice est facile et peu dispendieuse "212, oltre che immediatamente saisissable : vi si costruiscono i cerchi per sigillare i tubi per il trasporto dell'acqua verso la Salina.
L'Atelier des scieurs era costruito come una grande capanna circolare, il tetto imitava la paglia e persino le colonne che circondavano l'edificio erano in legno. Il forno a legna era formato da una piramide che sembrava proprio una sapiente accumulazione di rondelle 213.
La sfera era presente nella Maison des Gardes Agricoles che, prevista per il parco Mauperthuis, irrealizzabile per le cognizioni tecnologiche dell'epoca, simbolizzava la terra di cui le Gardes Agricoles erano i responsabili. Ancora sferico, come a simboleggiare la raggiunta unità, la perfezione attraverso la fine di un ciclo vitale, era il cimetière de Chaux, di cui Ledoux era fiero: "Croyez-vous que l'idée de la terre lui cède en grandeur? Cette machine ronde n'est-elle pas sublime? "214. La sfera, di 80 metri di diametro, per metà interrata e circondata da catacombes, era illuminata da una apertura, anch'essa circolare posta sulla sommità e, secondo C. Norberg-Schulz215, essa "incorporait également l'ancien concept de l'axis mundi qui conduit du royaume des morts jusqu'au ciel".
Altro esempio, che riprendeva in un certo senso, l'idea del sublime e allo stesso tempo una simbologia preclassica delle origini, era l'Oïkéma, il famoso edificio a pianta fallica, hiérogliphe parlant 216, luogo delle pulsioni appagate e dei vizi ma la cui funzione sarebbe stata moralizzatrice, un segno di rigenerazione nascosto "au centre du mystère "217; questa finalità degli edifici si ricollega alla definizione di Starobinski dell'architettura di Ledoux come di una architecture de la volonté, in cui "l'existence [des édifices] s'organise, se donne un but, se «finalise»"218.
L'evoluzione delle idee del secolo sembra si sia operata dalla subjectivité de sentir alla subjectivité du vouloir : valicato il passo, la breccia da cui "les énergies pourront enfin trouver leur application dans l'univers social, dans la réalité «concrète», dans un espace à envahir"219 è stata aperta.
Ma lo scopo non era più quello di mettere l'arte al servizio del potere politico, si trattava invece, per il nostro autore, in un esprit démiurgique, di "une complète refonte de la société que devait réaliser... un corpus de modèles architecturaux cernant toutes les pratiques sociales"220. Vicino allo spirito enunciato da Kersaint, l'architetto progettò un mondo ideale préalablement costruito dall'architettura.
L'architettura ideale: una architettura morale. La missione dell'architetto
 
"Il n'existe pas un homme sur la terre, qui ne soit susceptible d'être secouru par un Architecte; c'est à lui qu'il appartient de relever les misères..."221.
Se l'ambiente agisce sulla moralità dell'uomo222, l'architetto ha una funzione sociale, ha l'alto compito di edificare una nuova città e di contribuire in questo modo al cambiamento dei mœurs 223 e ad un attenuamento delle disparità sociali: egli è "livré à l'amélioration du pacte social... il gouverne par les mœurs et par la pureté "224 e contribuisce a "faire aimer la vertu et abhorrer le vice "225.
Questo Titan de la terre, che ha un compito più alto anche di quello di un sacerdote226, e che può superare persino la potenza dell'Être suprême 227, è dotato di "un pouvoir colossal " perché è in grado, all'interno della natura, "dont il est l'émule, de former une autre nature; il n'est pas borné à cette partie de terrain trop étroite pour la grandeur de sa pensée; l'étendue des cieux et de la terre est son domaine. Il assemble les merveilles immenses pour la couvrir; il crée, il perfectionne et met en mouvement; il peut assujettir le monde entier aux désirs des nouveautés "228.
Attraverso dei poteri demiurgici, l'architetto "[...] développera sur la terre de nouvelles forces, anéantira la voûte qui couvre l'avenir; il disputera le terrain à la nature, il la rivalisera, il trouvera dans le champ qui n'offre que l'aridité, des récoltes qui enrichissent la terre. Au milieu des montagnes pierreuses, des rochers stériles, des ronces qui croissent au désert, il trouvera le moyen de la forcer à des nouveaux produits dont la maturité imite d'avance la jalouse impuissance des nations rivales "229.
La professione dell'architetto230, pericolosa perché pubblica, ed in quanto tale, dunque, esposta alle critiche degli invidiosi compiacenti dei potenti e dei fautori della tradizione231, ha ora per scopo quello di embellir una parte del mondo che Dio ha creato232, e di "effacer le traces de la pauvreté pour la présenter sous l'apparence du bonheur, du merveilleux même "233.
Gli architetti possono plasmare attraverso le proprie opere i cittadini, possono inculcare loro dei valori, far passare certi ideali e l'arte, in generale, può provocare nell'uomo una sorta di redenzione, di catarsi o, con le parole di Diderot, "rendre la vertu aimable, le vice odieux, le ridicule saillant, voilà le projet de tout honnête homme qui prend la plume, le pinceau ou le ciseau ".
Nella sua città Ledoux, attaverso l'ideale del bello, "plus utile que l'utile"234 si proponeva in particolare di diffondere alcuni principi della società repubblicana, quali la virtù, la famiglia, l'uguaglianza (nel necessario), la concordia, la libertà: avrebbe "rempli à peine la moitié de son but, si l'architecte qui commande à tous les arts, ne commandoit à toutes les vertus "235.
Tutte le costruzioni pubbliche elaborate pazientemente per Chaux dovevano elevare l'animo, trasmettere il gusto del bene e della virtù: si trattava di una architettura utile, che non lasciava più spazio a un'arte per l'arte, fine a se stessa236.
Attraverso degli spazi e degli edifici ben progettati e ben organizzati, la società si moralizzerà secondo il principio per il quale, nella futura città "rien de ce qui peut propager les bonnes mœurs, corriger les mauvaises, en punir et surtout en prévenir les effets, n'est négligé. L'exemple est la plus puissante des leçons..."237. Le virtù dell'arte "sont inutiles quand elles n'offrent rien à l'amélioration du pacte social..."238; al contrario, esse devono preparare "l'amélioration du sort de l'homme..."239.
Quanto bene può fare l'architetto "en frappant la curiosité, en éveillant l'apathie par des élans intentionnels!..."240; le sue opere sono degli abecedari aperti: "Que de gens qui ne savent pas lire, qui trouveront en se promenant autour de cet édifice, tout ce qui peut les préserver des écarts qui dégradent! "241.
Solo l'art qui frappe stupisce i sensi attraverso dei modelli copiati dalla natura; è solo l'arte "qui met en action la saine morale pour vous garantir des voluptés corruptrices, cet art si puissant qu'il ravit vos substances intellectuelles et les transporte dans l'empire affermi du beau idéal..."242.
L'architetto è in grado di innalzare "des monuments de rectitude sociale alignés par le coup d'œil des siècles clairvoyants, monuments propagateurs de l'esprit public qui se rallie aux vérités constantes "243.
Ogni viale per le passeggiate, come fa notare Baczko244, e ogni momento dedicato allo svago, saranno anche una potenziale lezione sulle virtù morali e civiche, un apprendimento dell'ordine sociale.
Allo stesso modo l'edificio dovrà ricostruire il tessuto sociale éclaté, ristabilire le relazioni tra i membri di una famiglia che nelle realtà urbane erano ormai perdute, ricostruire la solidarietà familiare. Nel logement du charpentier, ad esempio, tutta la famiglia abita insieme, in una sola stanza, ma per scelta e non più per necessità: "l'amour, la piété filiale, figurent dans la même pièce "245.
A differenza delle città reali, dove tutti gli individui sono monadi isolate, indifferenti, a Chaux "on n'a point à redouter les supplices de la jalousie que l'on éprouve dans l'isolement, que le faux goût perpétue par des cloisons séparatrices qu'il a portées à des distances calculées pour servir la corruption "246.
 
 
Una casa per tutti
 
Se la prima caratteristica dell'architettura di Ledoux è quella di purificare i costumi, il compito primo dell'architetto resta comunque quello di garantire una casa decorosa a tutti: l'art de bâtir non sarà più un lusso degli abbienti, ma l'architetto si dedicherà appunto a tutti i "genres d'édifices que réclame l'ordre social "247.
L'architettura diviene un diritto: la persona che fa costruire una casa grande e colui che ne fa costruire una piccola "n'ont-ils pas un droit égal sur le talent de l'architecte qu'ils choisissent? Oui sans doute, par-tout on élève un plan, on peut arrondir une colonne, on peut employer des dimensions analogues...".
Ledoux si orienta in questo modo verso quella sensibilità égalitariste già prerivoluzionaria, "fruit de la démocratie par laquelle la collectivité accède au statut de commanditaire- résultat significatif de la révolution"248.
In particolare, l'architetto illuminato non disdegnerà più le costruzioni che apportano meno fama e meno denaro, e si applicherà col medesimo zelo, e scrupolo anche alle costruzioni meno rinomate: "Peuple! Unité si respectable par l'importance de chaque partie qui le compose, tu ne seras pas oublié dans les constructions de l'art: à de justes distances des villes s'élèveront pour toi des monuments rivaux des palais, des modérateurs du monde; des maisons de réunion et de plaisirs. Là, tu pourras, par des jeux qui te seront préparés, dans des fêtes dont tu seras l'objet, effacer le souvenir de tes peines, boire l'oubli de tes fatigues, et dans un délassement réparateur, tu puiseras des forces nouvelles et le courage nécessaire à tes travaux "249.
Tutti hanno diritto a un riparo e alla sicurezza contro gli incendi: "Comment a-t-on pu oublier ce peuple laborieux, le véritable peuple? Est-ce que la maison du commis ne doit pas être solidement construite? Est-ce qu'elle ne doit pas être préservée des atteintes destructives des éléments perturbateurs, des entretiens coûteux, des incendies inopinés? "250.
In particolare nel commento della planche 33, sull'abri du pauvre Ledoux afferma che se "On a donné le terrain au modeste scieur de bois, à l'insolent financier 251" perché non dare anche al povero "un azyle sur cette terre préférée que la philosophie veut cultiver "252: anch'egli potrà finalmente approfittare "de la distribution qu'il a dictée lui-même" e anche se "la décoration n'admettra aucun des ornements que l'on emploie avec profusion dans les palais des Plutus modernes, les croisées seront petites pour obtenir sans frais la chaleur du printemps quand les frimats glacés assiègent l'humanité..., elle aura plus de fraîcheur quand le soleil d'été sera au sommet de sa course brûlante, [...] le plancher peu élevé suffira aux souffles vivifiants et les airs en foule, [...] seront amis de la salubrité que les riches font rétrograder de leurs demeures, en calfeutrant les joints qui repousseraient les atteintes de la putridité "253.
Il povero dunque "aura ses besoins satisfaits comme le riche; on verra qu'il n'est pauvre que du superflu "254 e finalmente, per la prima volta, "on verra sur la même échelle la magnificence de la guinguette et du palais..."255.
E se l'architetto "adoucit le malheur, s'il embellit la case du pauvre, s'il améliore le sort des petits ", e, allo stesso tempo, però, "multiplie les jouissances des grands", se davvero "toutes les surfaces qu'il décore sont les miroirs fidèles qui représentent son ame, voyez ce que peut gagner l'humanité "256.
Le sue idee sulla missione dell'architetto e sul compito importantissimo che riveste l'architettura, in grado di embellir les déserts 257, sono sì innovative, ma sono anche lo specchio di quelle dei suoi contemporanei; l'attenzione crescente del secolo portata all'édilité publique, i molti trattati e quello di Ledoux mostrano che l'architettura è diventata quasi l'affaire più importante, forse anche più importante della politica di cui si fa strumento, e della stessa philosophie, che talvolta non è altro che un beau discours.
Si ritorna così al titolo del traité, l'architettura come arte in grado di agire sui costumi e di veicolare le leggi.
 
 
Il committente ideale
 
Il libro di Ledoux, proponendo una missione ideale da affidare all'architetto e una funzione morale ed educatrice all'arte, attira anche l'attenzione sul committente. Ledoux, infatti, definisce anche un modello moderno di mecenatismo, di promotore: affinchè l'arte possa sortire l'effetto desiderato e l'architetto abbia la possibilità di esprimere al meglio le proprie capacità, è necessario che le commesse superino la ristretta cerchia dei committenti d'élite, delle abitazioni private; è necessario una base allargata, che veda grand, che pensi à la philosophe (Patte): una persona pubblica, una amministrazione illuminata, come nel passato erano state, a suo parere, quella di Trudaine, e di Calonne.
L'edilizia monumentale avrebbe richiesto impiego di mezzi finanziari rilevanti, l'uso di materiali dalle grandi dimensioni, ma avrebbe anche comportato l'aménagement del tessuto circostante, affinchè tutto fosse armonicamente finalizzato al miglioramento morale ed estetico. E un promotore preoccupato di fornire benessere agli individui, avrebbe potuto essere interessato alla costruzione su vasta scala di teatri, palazzi di giustizia, templi, musei, e ogni altro genere di edifici che l'ordine sociale impone.
Naturalmente, questo tipo di architettura si presentava come utile, fonctionnelle soprattutto all'établissement 258 che poteva adoperarla per veicolare l'adesione ai valori ufficiali, per farne, ancora una volta, uno strumento di potere, in positivo. Un potere, però, non più dispotico, ma appartenente ad uno stato éclairé, portatore dello spirito delle Lumières 259.
Allo stesso tempo l'architetto di corte che aveva lavorato per Mme du Barry, la favorita di Luigi XV, per l'entourage della corte e per la Ferme Générale, avrebbe lasciato finalmente il posto all'architecte social, di tutti i Francesi, a disposizione di "un monde nouveau, un monde fondé sur l'organisation industrielle et les principes démocratiques, un monde où Versailles, enfin, se laisse oublier"260.
 
 
La vita a Chaux attraverso gli edifici
 
Nello spazio astratto della Città coabitano monumenti ed edifici ispirati alle più diverse ed antitetiche utopie dell'epoca, "tous les genres d'édifices que réclame l'ordre social "261: "on verra des usines importantes, filles et mères de l'industrie, donner naissance à des réunions populeuses. Une ville s'élèvera pour les enceindre et les couronner... Les environs seront embellis d'habitations consacrées au repos, aux plaisirs et plantés de jardins rivaux du fameux Eden "262; "... c'est une ville naissante qui demande ce que la nécessité prescrit "263.
E questi edifici favoriscono la fioritura delle attività tipiche di una città di Utopia: Lavoro, Festa ed Educazione. La loro presentazione, oltre a permettere a Ledoux di illustrare il funzionamento della città, di farne un appassionante ritratto in movimento, di restituirne i modi di socializzazione, è anche una buona occasione per esporre la sua visione del mondo, le sue considerazioni politiche, morali e sociali. È un modo per mettere in guardia dai pericoli che possono nuovamente attanagliare la civiltà; sembra quasi che la sua favola sul monde intellectuel, come ogni favola che si rispetti, abbia una morale. Attraverso una selezione di alcuni edifici a carattere morale o semplicemente interessanti, cercheremo di illustrare anche la vita a Chaux e la morale di Ledoux.
L'Hospice (planche 10) svolge la funzione di vagliare e selezionare all'entrata della città i virtuali viandanti degni o meno di continuare il viaggio: ''L'hospice, toujours ouvert au voyageur, par ses utiles épurations, ne permettra l'entrée des frontières qu'à l'homme digne d'y pénétrer "264.
Esso costituisce un riparo preparato dalla filantropia e il suo scopo, alquanto discrezionale e arbitrario, in quanto Ledoux non specifica i criteri di scelta per distinguere i bons dai méchants, è giustificato in nome dell'utilità sociale: "le but de cet établissement est d'épurer l'ordre social "265; o "ici la bienfaisance entraîne ma volonté et la sûreté publique élève ma pensée".
La prima notte tutti vi sono ospitati senza distinzione, dato che la zona è infestata da animali selvatici, i pericoli sono molti e forse si avvicina una tempesta, ma "dès le lendemain les bons continuent tranquillement leur voyage; les autres sont interrogés, devinés, condamnés à seconder nos travaux. Leur malin vouloir est enchaîné, et ils rendent à la société ce qu'ils ont voulu lui ravir. Le jour du repentir arrivera, car Dieu fit du repentir la vertu des coupables ".
Dopo il pentimento, e solo allora, arriverà anche il momento del perdono e del reinserimento del reo nella società: "Eh bien! Ce jour-là le pardon... revient avec lui [le repentir], sur l'aile brillante de l'espérance; celui que vos supplices ou vos lois criminelles alloient ravir pour toujours à la société, y rentrera sans flétrissure, avec la volonté de la servir "266. L'opera moralizzatrice, volta a modificare i comportamenti viziosi attraverso l'esempio del lavoro, opera attraverso l'attraît de la bienfaisance.
L'église, con la sua pianta a croce greca, sembra davvero riflettere tutte le influenze del secolo: la disposizione interna è articolata in modo che rappresenti quasi un lungo percorso di ascensione-iniziazione dell'uomo; la navata è costituita da una grande scala, i cui primi gradini conducono all'autel des naissances "où la création se développe "267. Più in là, superati alcuni gradini "qui conduisent à la perfection", dopo aver sorpassato l'autel de la reconnaissance "placé au centre pour être aperçu de toutes parts "268, e l'autel de la vertu al quale si giunge "par les degrés de l'honneur "269, l'uomo può avvicinarsi all'Être Suprême.
Queste tappe vengono percorse solo "par celui qui déposera les brevets de la saine morale sur les trépieds que vous voyez "270 e, se sarà fedele ed onesto, solo allora un giorno "il n'aura pas la crainte de descendre chez les morts "271.
L'uomo che non sarà un buon padre né un buon marito, "ce monstre ne peut approcher ces lieux; il est repoussé par l'opinion qui le précipite dans la nuit sombre et dévorante du mépris "272. La chiesa è dotata di diversi altari anche per differenziare le cerimonie: non ha senso, infatti, affiancare la felicità di un lieto evento al cordoglio di una perdita; allo stesso modo la musica sarà adatta alle diverse funzioni.
La croce greca a bracci uguali si iscrive all'interno di un quadrato e nei quadrati laterali trovano posto dei cimiteri divisi secondo il genere e l'età: per ragazzi e ragazze, per uomini e donne. La nota curiosa è che Ledoux prevede anche un altro Cimetière, a forma di sfera, lontano dall'abitato, dotato di "un pallier commun [où l'] on épure les morts pour exciter les vivants à la vertu "273, questo pallier épuratoire dovrebbe istruire i giovani artisti a creare in nome della felicità: "Jeunes artistes qui courez après le bonheur, vous prenez ici une leçon; vous le trouverez, ce bonheur, sur le pallier épuratoire "274. La sfera presenta anche due scalinate che scendono agli antipodi del mondo: una conduce al paradiso, l'altra ad un inferno dantesco di supplizi eterni. L'apertura sulla sommità permette, nello spirito aériste del secolo, preoccupato del contagio e della sanité publique, di "reléguer ses maléfices [du cimetière] dans les plus hautes solitudes de l'air ": il cimitero sarà fissato in un gouffre ténébreux la cui profondità al disopra dell'empire des morts eguaglia la distanza che separa la terra dalla voûte azurée.
Il Temple de Mémoire, fruit délicieux de l'art 275, è innalzato in nome delle virtù femminili: "pourquoi n'associeroit-on pas les femmes au culte que l'on rend aux demi-dieux, quand l'histoire de tous les temps nous sollicite à les mettre au niveau de l'homme "276; "que ne gagneroient pas les mœurs publiques? "277. Ledoux pensava di mostrare, sul punto più alto del promontorio, le virtù, degne di essere ricordate, di una donna, "tracées sur des hautes colonnes, par le cizeau du sculpteur philosophe qui saisit les traits honorables qui la caractérisent ".
In realtà sembra, a leggere tra le righe, che la maison de campagne ou Temple de Mémoire, sia dedicato soprattutto ad una donna particolare, Mme du Barry. Ascoltiamo le sue parole: "Honorer les femmes après la mort, c'est leur rendre ce qu'elles nous ont prêté pendant la vie; les ériger en divinités, à l'exemple d'Aristote, c'est rendre au soleil qui vivifie le monde, un culte reconnaissant... En effet, nos plus hautes destinées ne dependent-elles pas des femmes? placées à nos côtés, elles partagent nos travaux, nos plaisirs; elles sèment de fleurs le sentier pénible de la vie ".
O ancora, qualche riga più in là, con grande lirismo: "Ces douces idées prolongées dans les rêveries d'une nuit agitée me rappellent du trépas; je ne vois plus les voûtes sombres de l'éternité ouvertes devant moi; tout s'efface dans le vaste horizon du plaisir. Je suspendrai à ces colonnes les nouveaux trophées de votre gloire; si je ne fais pas des vers comme le traducteur du poète de Mantoue mes pensées seront écrites en prose de feu sur ces marbres glacés par la rigueur des hivers; on y lira: Ledoux au pied de ces autels, vous rend grâce par ces inscriptions solemnes; en pensant à vous il fut heureux "278.
Come non ricordare il legame di amicizia che si era venuto a creare tra Ledoux e la sua mecenate, che nell'Architecture egli evoca, a fianco di Luigi XV, come l'idole du jour. Come non notare la rassomiglianza di espressione tra la descrizione che ne fece a Beckford come un "éclat solaire des plus éblouissants quand elle se montre disposée à le répandre", o ancora, la rassomiglianza tra l'espressione soleil de ses faveurs e l'espressione soleil qui vivifie le monde.
La Maison d'Education (planche 88) e il Panarétéon (planche 92) hanno la funzione di educare le coscienze alla virtù, all'obbedienza, al rispetto e al lavoro; in particolare il Panarétéon è "une école de morale où l'on enseigne les devoirs de l'homme "279 e, come abbiamo già detto ha forma di cubo, simbolo di immutabilità, è posato su un piedistallo colossale che gli conferisce maestosità; attorno sono presenti le statue delle Grâces 280 che, attaverso il loro charme, conducono alla virtù. L'architettura dell'Ecole de Morale, semplice e senza troppi ornamenti che possano corrompere le giovani menti sarà all'altezza del compito assegnatole: come ogni scuola pubblica svilupperà negli allievi "les premiers germes de la vertu " insegnando une saine morale 281.
Il Pacifère, o Conciliateur, è un temple au bonheur 282 e "avant de mener [les hommes] au bonheur, rendons-les dignes d'en jouir: sur la route qui conduira à son temple bâtissons un monument à la conciliation; là ne viendront point ceux qui, agités par des passions violentes, ne veulent les éteindre que dans les pleurs ou dans le sang de leurs semblables, mais ceux qui, égarés par quelques mouvements légers de jalousie ou intérêt, n'attendent pour rentrer dans les bornes du devoir, que les conseils d'un arbitre sage et conciliant qui leur prêche la paix et la concorde "283.
La Maison de l'Union ha lo scopo di fornire l'esempio della virtù: "si l'exemple des vertus avance plus les progrès de tous les élans que le plus beau dialogue, les monuments qui les consacrent frappent davantage la classe laborieuse qui n'a pas le temps de lire". Sulle superfici dei muri di questo edificio si legge "l'union produit tous les biens "284. Essa è l'ame vivifiante des empires e "toute puissance est foible si elle n'est pas réunie "285. L'unione "s'étend à tout, elle cimente les marbres immortels des monuments qui attestent la splendeur des siècles, c'est la forteresse impénétrable où les grands, les petits sont à couvert de toute violence; c'est la forteresse où l'homme vertueux, d'accord avec ses passions, où l'artiste plein de la haute profession qu'il fait des arts libéraux, ont de quoi repousser les malignes influences "286. Essa è più forte della coesione, più forte dei legami di parentela, perché può esistere indipendentemente da essi.
L'Edifice destiné aux Récréations (planches 83 e 112) coesiste con la Maison de Jeux tanto criticata come corruttrice dei costumi, che però è presente anche nella città ideale di Ledoux e ha anch'essa una funzione educativa.
In particolare Ledoux, distinguendo i due edifici, distingue tra sport e jeux de hazard, tra attività utili e attività dannose287.
Lo sport, dal nuoto al tiro con l'arco, alla lotta, alla corsa, ai birilli, è raccomandato perché sviluppa un ambiente fraterno, amichevole, di solidarietà; esso viene praticato all'aperto nelle adiacenze della Maison de Récréation, un bâtiment à la gaieté, nel quale plaisir e modération si uniscono per assicurare la felicità: "des goûts simples font trouver le bonheur parmi les plaisirs uniformes; loin d'énerver les corps, ils augmentent votre adresse et conservent vos forces ".
Alla fine di un combattimento il vincitore "relève le vaincu en riant, s'essuie le front, s'élance dans ses bras; on les voit traverser la multitude pour boire la liqueur, doux prix de la victoire "288.
Lo sport, che forma i corpi sans blesser les mœurs 289, ritrova un posto istituzionalizzato all'interno della città come nell'antichità e non è più riservato ad una ristretta cerchia che può permettersi del tempo libero: tutti vi hanno diritto290, giovani e anziani, fabbri, operai della Salina, carbonai, e persino le donne sono ritratti durante gare che sviluppano il senso di appartenenza alla comunità, e creano un legame sociale ancora più forte. Ledoux racconta una scena idilliaca: un fabbro lancia un giavellotto "vers une oie suspendue qui devrait faire les honneurs du souper", mentre un uomo nuota "ses tresses dorées s'élèvent sur l'eau et ses flancs frappés par un rayon éblouissant répandent la clarté sur les spectateurs " e una ragazza si cimenta in una gara di corsa con altri partecipanti e vince291.
Le giornate, tutte meravigliosamente uguali, sono vissute all'insegna della gioia e terminano normalmente con una festa: la gioia di una famiglia è in grado di contagiare e di coagulare attorno a sé tutta la cittadinanza e la felicità "est compagnon de la frugalité "292; alle otto, però, tutti rientrano nelle loro case, in un'atmosfera di convivialità facilitata dalla presenza anche di cucine.
Tutti si conoscono e dunque non si rischia più di essere obbligati, "comme dans les cités nombreuses, à cajoler en cadence le fils de l'assassin de son père "293.
Per quanto riguarda i giochi, che si svolgono all'interno della Maison de Jeux, Ledoux è alquanto severo e restrittivo: carte, scacchi, sui quali ha addirittura un motto di disprezzo "si on croit Pline, un singe y jouait aussi "294, o paume, osselet e trictrac, non possono che corrompere gli abitanti, eppure egli, paradossalmente, li mantiene, poiché "une maison de jeux est peut-être plus nécessaire qu'un hospice "295. Ledoux, comunque, organizza la sua maison come una vera e propria maison de culture, in cui sono previste anche sale per conferenze, concerti, danza, a patto che sia "surveillée par un système d'épuration ", e poi sociétés savantes: d'agricoltura, di disegno, e belles-lettres, di poesia, d'eloquenza. "On exerce l'esprit, la mémoire, on éveille le sentiment "296.
La Maison de Jeux, per sua stessa natura, attira le persone inclini al vizio. L'idea è che per scongiurare gli effetti nefasti dell'assuefazione alla corruzione dei costumi, bisogna mostrare apertamente l'aspetto negativo, lasciare libera l'adesione. Ciò indurrà spontaneamente un senso di repulsione: "ce n'est pas la dernière fois que l'excès du vice développa des vertus et les fit aimer "297; "les jeux qui reçoivent l'affluence de tous les genres de corruption que la police surveille, pourraient épurer les mœurs publiques; on pourrait faire un établissement où la corruption verserait ses ordures pour soulager la misère "298. Allo stesso tempo, se il cittadino un po' meno virtuoso occupa il proprio tempo nella maison de jeux, rimane comunque all'interno dell'enceinte e può essere reperibile in ogni momento.
Da un principio simile parte l'Oïkéma (planche 103), l'edificio nel quale "l'Hymen et l'Amour vont conclure un traité qui doit épurer les mœurs publiques et rendre l'homme plus heureux "299. Si tratta di una gigantesca casa di piacere che, pur essendo una costruzione sin troppo tipica della città del vizio, non solo è mantenuta, ma è addirittura costruita proprio in forma fallica, o, come asserisce Ledoux, compartimenté en aimant 300. Paradossalmente, la funzione dell'Oïkéma sarebbe quella di educare e spingere alla virtù e al matrimonio: "vu de près, le vice n'influe pas moins puissamment sur l'ame; par l'horreur qu'il lui imprime, il la fait réagir vers la vertu; l'Oïkéma présente à la bouillante et volage jeunesse qu'il attire la dépravation dans sa nudité, et le sentiment de la dégradation de l'homme, ranimant la vertu qui sommeille, conduit l'homme à l'autel de l'Hymen vertueux "301. La costruzione, inoltre, è prevista in quella che è chiamata le Val d'Amour, circondato da prestiges séducteurs, in cui soffia un vento mite e la natura è ricca di fiori e piante (timo, iris, violetta e menta) dal profumo inebriante, mentre l'ombra delle foglie protegge l'edificio dalle eccessive temperature dei mesi estivi e un fiumicello scorre e diffonde la sua eco.
Il meccanismo, come nel caso della Maison de Jeux, dovrebbe essere quello di indurre il disgusto per sazietà. Tuttavia, in questo caso, non è solo l'abuso del vizio che provoca nel frequentatore abituale una repulsione tale da indurlo all'astinenza e al matrimonio, ma è previsto anche un deterrente, qualora la dissuasione spontanea non sortisca l'effetto desiderato: i nomi degli avventori saranno scritti a grandi lettere sui muri esterni dell'edificio. Il vizio sarà reso pubblico e il reo sarà così marchiato a vista.
La Maison d'un homme de Lettres (planche 69) è dedicata all'amico Delille e indica che nella città di Ledoux lo scrittore occupa un posto di riguardo: attraverso i suoi scritti può veicolare i valori positivi e può dare l'esempio della virtù. La casa stessa sarà costruita in modo che conservi nell'écrivain la purezza dell'ispirazione e ne incoraggi la creatività, allontanando invece "ces scènes lascives de Pétrone que favorise l'obscurité des boudoirs "302.
La maison destinée à un mécanicien (planche 19) è isolata dal resto del mondo, "étrangère au fracas du monde " e la sua pianta deve allontanare, come nel caso precedente, ogni distrazione e in particolare l'ozio. Si tratta di un "cabinet retiré, loin du bruit inséparable des soins domestiques, l'abri d'un caprice amoureux qui pourrait retarder - je dis plus - anéantir l'inspiration du moment "303. L'importante è favorire l'ispirazione e rendere più produttiva la sua attività; le finestre sono eliminate, la luce entra dall'alto: "il faut éclairer par le haut afin que la pensée ne soit pas distraite par des objets extérieurs "304; i muri sono spogli, ma, in compenso, il mécanicien sarà circondato da tutti gli strumenti del suo lavoro: "des livres, des instruments de physique et de mathématique, des modèles de machines, voilà les meubles chéris du savant; sur les murs on retracera les souvenirs qui stimulent puissamment les produits du génie "305.
La casa riunirà in uno stesso luogo "bibliothèque, instruments, fourneaux, atelier de fondeur, de menuisier, de forgeron "306. Questa organizzazione spaziale dà grande importanza al progresso del sapere: "Gloire lui soit rendue, lui qui sait lier si essentiellement le bonheur des humains aux grands intérêts des nations "307.
Il mantenimento, inoltre, della Salina come nucleo portante della città sottolinea ulteriormente l'importanza del fattore industriale e scientifico nella nuova città.
Un caso affatto particolare è costituito dalla Cénobie, l'azyle du bonheur, che si differenzia dal resto dello schema utopico sia dal punto di vista formale (tempo al passato), che da quello delle regole che vi vigono (nessuna proprietà privata); è interessante notare come i parametri si invertano, costituendo quasi un'enclave utopique all'interno della narrazione principale, quasi come si trattasse di un procedimento narrativo en abîme.
La Cénobie, situata nella calma dei boschi, è un edificio nel quale vivevano, appunto, un tempo (antecedente, ma di quanto?), in un clima da âge d'or sedici famiglie, che godevano dei benefici della vita isolata dal mondo esterno, a contatto della natura e disponendo ciascuna di un appartamento. Possedevano "jardins légumiers, d'autres destinés aux plantes usuelles et médicinales; des vergers, des prés, des champs cultivés, d'autres réservés aux pâturages; des vignes, des pressoirs; les communs, le sallon de rassemblement, la salle à manger; tous les accessoires qui assurent l'aisance et la commodité étoient réunis "308. Allo stesso modo, possedevano il massimo bene, l'armonia: vivevano insieme, si fidavano gli uni degli altri, e l'esempio dei capi-famiglia, che prendeva il posto delle scuole di morale, diffondeva la saggezza. La religione, ancora di tipo tradizionale, "les attachoit aux lois du pays; ils trouvoient dans son exercice consolant la vie douce et tranquille, l'espérance du bien et les alarmes du vice. Le culte étoit celui que la raison laisse à nos propres lumières; ils en exprimoient leur reconnoissance au Créateur, et vivoient dans l'accomplissement des devoirs imposés par la Divinité: entourés de toutes les vertus, ils n'avoient aucune idée du mal..."309.
Un giorno, però, alla Cénobie, un "philosophe moderne, un économiste paroît ".
Sottolineiamo che da questo punto il tempo dei verbi cambia: da un lato, il presente crea uno stacco nella narrazione e annuncia, dunque, l'arrivo di un elemento disturbatore, proveniente dall'esterno, che influisce sullo statu quo precedente. Egli infatti predica un nuovo sistema sociale e la felicità svanisce, l'inquietudine comincia, e gli uomini semplici fuggono assetati in cerca di novità310. In un altro senso, essendo nella narrazione prevalente il presente, potremmo dire che il cambiamento in realtà è un ritorno al tempo presente, un ritorno all'attualità e potremmo interpretare questo salto temporale come indice del fatto che il passato è concluso, perduto, e l'armonia non tornerà più.
Parte della gioventù, infatti, "croyant trouver dans l'apparat de la séduction un bonheur qu'elle ne conçoit pas ", rompendo il patto familiare, sans délibérer, parte per conoscere le leggi che reggono gli altri paesi, ma ovunque trova aspetti positivi e aspetti negativi: "le bien et le mal se croisent par-tout; le vrai bonheur n'est donc nulle part "311. I cenobiti in fuga paragonano diversi governi, ma, come ricapitola l'économiste, quando "la liberté étoit alors l'idole du jour, aux prises avec le passé ", nei quatre-vingts dix-huitièmes de la terre, ci sono abusi di potere, gerarchie (Russia), anarchia (Polonia312), tirannie (Danimarca), instabilità e corruzione (Svezia), servitù (Germania), rappresentanza ineguale (Inghilterra), o governi feudali e municipali degenerati (Spagna e stati italiani). Solo la Cina è governata da una monarchia moderata dai riti e dai costumi e solo in Svizzera la parola libertà "élève les ames et arrête le mauvais effet des vices du gouvernement. En France..."313.
 
 
Ambiguità e pericoli
 
Nella nuova città, costruita ad hoc per ospitare degli uomini meno criminali 314, dunque, non solo regna la salubrità e l'igiene, ma la contagion morale 315 attuata attraverso gli edifici ha anche fatto dei cittadini dei cittadini-modello, felici, appagati, prosperi. La religione riacquista la propria tradizionale importanza al centro della città e della vita: "La divinité est honorée et ne rend plus ses oracles dans un centre corrompu par son entourage impur "316. Il lavoro viene riscoperto come antidoto e panacea per tutti i mali, l'ozio viene definitivamente bandito come corruttore, mentre il commercio, motore essenziale della società, rifiorisce.
La vita ritorna a pulsare, riprende il suo corso interrotto in una città in cui "toutes les portes sont ouvertes" e le amministrazioni "acquièrent de nouvelles forces". Il clima ritorna clemente e, annullati gli effetti nocivi delle esalazioni velenose "l'air reprend sa pureté, les poumons s'épanouissent par-tout; on arrose; la toux cesse "317; l'uomo nuovo è nato e "le bonheur jaillit de toutes parts..."318:
Inoltre, nel momento in cui l'arte ritrova il proprio posto all'interno della società rifondata, disposta ad ascoltare la voce della cultura319, "les Architectes, les peintres, les poètes se réveillent, s'associent à tout ce qui les entoure, se lient aux situations"320.
La riforma però non giunge davvero al punto di rottura e a Chaux non si può parlare di sparizione delle disuguaglianze sociali: le differenze restano, anche se Ledoux tenta di colmarle concedendo e assicurando a tutti un certo standard di lusso positivo321, di cui la natura stessa è prodiga, (aria, acqua, luce, spazio, riparo), per un souci di comodità e salubrité cui tutti hanno diritto e forse anche per una preoccupazione estetica. Sarà proprio questo lusso concesso a tutti, indispensabile ai fini del bonheur, ad offrire ai cittadini di Chaux pari opportunità di sopravvivenza, quella égalité dans le nécessaire 322.
Se le disuguaglianze di trattamento non sono sparite e i palazzi continueranno a mostrare la propria committenza, lo faranno meno apertamente, meno platealmente, e Ledoux, dell'inégalité avrà almeno "atténué le sentiment"323.
È interessante che il centro della città ideale coincida con il vecchio centro realizzato, la Salina; se è mantenuto, non è sicuramente per dimenticanza, ma la diretta conseguenza di questa scelta è che non spariscono le contraddizioni e gli aspetti negativi degli edifici costruiti, che non vengono migliorati, nel traité, se non dal punto di vista estetico e trasfigurati per durare nel tempo.
Descrivendo il progetto realizzato della Salina, l'autore sottolinea quello che considerava il principale vantaggio collegato alla forma semicircolare: facilitare la sorveglianza, dato che "placé au centre des rayons, rien n'échappe à la surveillance"324.
La correlazione tra geometria dello spazio e controllo visivo può essere letta come una anticipazione325 del panottismo; Foucault scorse nella pianta elaborata da Ledoux la possibilità di vedere tutto, di tenere tutto sotto controllo, un'anteprima dell'apparato disciplinare perfetto; dal punto centrale si irradiava la conoscenza e al punto centrale convergevano tutte le informazioni; tale impressione è confermata dalle parole dell'autore che nel Prospectus dell'Architecture definiva l'edificio del direttore temple de surveillance e, parlando della Salina, sottolineava quanto fosse indispensabile una sorveglianza stretta e continua, dall'ultimo gradino degli impiegati sino anche al direttore compreso.
Nella città ideale, nonostante le intenzioni espresse, nonostante quelle che a dir dell'autore erano delle "vues anticipées qui prenoient sur le siècle vingt-cinq ans d'avance"326, rimangono alcuni dettagli costruttivi poco "rivoluzionari", poco innovativi327; inoltre deduciamo dalla mancanza di precisazioni che Ledoux non prevedeva nuove condizioni di lavoro, che, nelle bernes, sarebbero dunque rimaste particolarmente dure, poiché "les procédés employés pour tirer un parti industriel des sources salines répandues sur le sol de Franche-Comté n'ont pas sensiblement varié, durant de longs siècles. Les documents prouvent que les mêmes habitudes de fabrication se sont perpétuées, presque identiques, depuis le XII siècle, au plus tard, jusqu'au XVIII"328.
Gli ouvriers avrebbero continuato dunque a lavorare in un locale buio, umido329, pieno di fumo e di vapori acidi, in cui il caldo era veramente insopportabile e con un sistema di ventilazione insufficiente: a questo proposito, nella Rendue 330 effettuata nel 1782, il direttore "attire notamment l'attention sur l'humidité des bâtiments réservés aux ouvriers et sur la fumée qui envahit les logements de ces derniers lorsque le foyer central est allumé"331.
Si può dunque facilmente immaginare quale sarebbe stata anche a Chaux una giornata-tipo di un artigiano e della moglie, i quali, "sans se gêner, pouvaient ici travailler à proximité"; prossimità che si trasformava in "promiscuité dans les 'chambres d'ouvriers', où toute la famille ne dispose [disposait] que d'une pièce pour quatre personnes en moyenne"332. Qui ancora niente di nuovo in rapporto alle condizioni di vita degli operai dell'epoca, descritte da Mercier nel suo Le Tableau de Paris pubblicato più di venti anni prima.
È vero che Ledoux su alcuni concetti sociali è molto cauto, il suo pensiero è flou, e non si spinge oltre una certa tiepida adesione ai nuovi ideali egualitari, ma è curioso il fatto che l'insieme realizzato della Salina venga mantenuto en place, e che, in mancanza di nuove specificazioni, il sistema previsto per reggere la nuova città altro non sia che un'estensione, un irraggiamento del sistema e dei principi previsti per ordinare ed organizzare il lavoro all'interno della Salina reale, pre-esistente al progetto della città ideale. Chaux tacitamente adotta i meccanismi di funzionamento e i criteri ispiratori della Saline Royale e réelle.
Ed è altrettanto curioso che la città ideale, che viene a chiudere il cerchio, lo faccia a partire da una struttura realmente realizzata e funzionante; ciò presuppone, a nostro avviso, la convinzione che la parte realizzata sia conforme al progetto utopico di una città felice333, che la Salina regga il confronto con la rêverie.
Ancora, la decisione di Ledoux che le funzioni di giustizia e controllo siano amministrate ancora dalle medesime cariche, siano cristallizzate spazialmente ancora in un edificio posto all'interno della Salina, che le celle siano poste ancora nell'edificio di entrata, indica che le strutture portanti del sistema, che, al momento della costruzione dell'impianto produttivo coincidevano con quelle dell'Ancien Régime, non sono state messe radicalmente in discussione: i rappresentanti della monarchia e della società del tempo continuano a mantenere il proprio posto non solo all'interno della città utopica, ma anche nello spazio teatrale.
Anche se consiglia di tenere in maggior considerazione le opinioni degli operai334, o se afferma di aver creato dei théâtres républicains 335, Ledoux, in un certo qual modo, "reste l'homme de l'ordre établi, c'est-à-dire de la monarchie, et dont les intuitions dépassent largement les intentions conscientes"336. Non bisogna inoltre dimenticare che nella città ideale gli uomini sono felici perché non possono fare altrimenti, sono redenti da vizi e corruzione perché non hanno altre alternative. Non sono in grado, infatti, di sfuggire alla pressione continua attuata in primis dall'architettura, che, attraverso le sue linee, si fa portatrice dei valori e delle leggi della società civile e dell'établissement, che controlla, in modo invisibile e impercettibile ogni attività umana, organizzando sin nei minimi dettagli i tempi e i modi di una giornata tipo di un citadin della città ideale, dal lavoro ai tempi della ricreazione, ai giochi, ai loisirs, alle feste, al riposo.
Non si può più nemmeno scegliere di essere malvagi o di abusare di un vizio, poiché anche l'abuso è permesso al fine ultimo della redenzione, come nel caso dell'Oïkéma o della Maison de Jeux.
L'uomo non è più dotato di libero arbitrio, e la sua volontà è annichilita, annientata nella volontà delle istituzioni, al fine di tutto irregimentare e di tutto controllare per preservare questo ordine immutabile perfetto ormai raggiunto.
Ma tali sono le contraintes de l'utopie...
 
 
Conclusione
 
D'altra parte non dobbiamo dimenticare che Ledoux è prima di tutto un architetto e che tale rimane: la sua preoccupazione è quella di fondare un mondo nuovo, basato sul benessere che solo un'architettura opera di un génie 337 indipendente dal gusto, dalla tradizione, dalle nozioni apprese, ma fonte di volontà creatrice, può assicurare.
 
Il libro di Ledoux, dunque, come abbiamo già avuto modo di rilevare, non è interessante solo a titolo di trattato di architettura o per come dalla punta della penna o degli attrezzi del mestiere la città utopica ha preso forma, si è materializzata ed animata per dare una grande lezione ai posteri.
Esso è anche uno spaccato della società del tempo338, è un libro di storia, di morale, oltrechè autobiografico339. È stato concepito durante una trentina d'anni in cui ormai l'architetto non costruiva più, e assisteva impotente ai repentini cambiamenti di regime (dalla monarchia, alla Rivoluzione, all'Impero) ma anche ai sommovimenti culturali che li accompagnavano. Lo spazio temporale che il libro ripercorre vede l'affermarsi dell'Illuminismo ma anche quello delle logge illuminées, per poi approdare alla sensibilité larmoyante del romanticismo. Questo forse spiega in parte tutti i motivi e le influenze presenti in questo libro, dalle invocazioni all'Être Suprême, a quelle a un Dio tradizionale, creatore.
Durante la sua arringa contro la moda, che definisce come l'enfant gâté du savoir, Ledoux commenta: "Voyez ce que peut la mode en morale! Elle compromet l'existence d'un Dieu; sa puissance détrône la raison pour imprimer ses caractères sur le frontispice de nos temples. Ici on reconnoît un  Être Suprême... Au XVIII siècle, quel effort!... Dans un pays où l'on fait des lois de mode, pour réprimer des vices de mode; dans un pays où la mode a rayé de son calendrier les pères de l'église, des sages depuis tant de siècles révérés. Combien on peut s'égarer! "340.
Dunque, benché scriva di un "sanctuaire révéré où repose l' Être Suprême "341, critichi l'ordine ecclesiastico342 e sembri di sentire nelle sue parole l'eco di un culte révolutionnaire, in realtà, Ledoux non approvava completamente la philosophie.
Probabilmente ne era stato fervente sostenitore, prima però che lo spirito illuminato andasse oltre una moderata e auspicata riforma delle istituzioni, prima che prendesse piede l'idea rivoluzionaria che, con i suoi estremismi, mise in pericolo la sua stessa esistenza. Ledoux attraverso l'insegnamento della Cénobie ci svela che in effetti l'uomo è sempre alla ricerca di qualcosa di migliore e spesso la felicità che si ha non basta; il pericolo è quello di cercare altrove e di non trovare nulla, di seguire un sistema filosofico nuovo, di cercare di sostituire un regime con un altro, pensando di raggiungere una situazione migliore.
Ma, come insegna la storia e come rileva Ledoux sotto il velo della metafora, la Rivoluzione, che ha spazzato via la monarchia credendo di spezzare le catene che asservivano gli individui, ha avuto anch'essa i suoi eccessi, è caduta anch'essa nel circolo vizioso del potere, della politica, quella science fatale, disastrosa, che è accerchiata da serpenti che la divorano e attanagliata da quei "leviers puissants qui soulèvent et rémuent les trônes"343.
Rivoluzione, che, sotto la falsa apparenza di portare un ordine nuovo nelle cose (dall'adozione del calendario repubblicano alle misurazioni decimali, alla promulgazione dei diritti dell'uomo e del cittadino) aveva sì scardinato l'Ancien Régime, ma aveva anche insanguinato la nazione e instaurato una tirannia altrettanto, se non maggiormente deleteria e nefasta di quella che l'aveva preceduta.
Anche la fuga in avanti344 è da rifuggire, quelli che propongono un nuovo sistema sono da mettere in dubbio: la philosophie, se usata non a fini di bene è pericolosa345; bisogna educare le persone prima di diffonderla, come bisogna educarle alla felicità, prima di condurvele. Bisogna che la nazione si convinca di voler essere felice346.
Gli stessi philosophes du jours, quelli improvvisati tali, insomma, sono invitati a prendre une leçon a Chaux: "Philosophes du Jour!... venez ici prendre des leçons"347.
In realtà tutti sono invitati nella città: "Vous Philosophes! Vous législateurs qui dictez les lois du bonheur; vous souverains qui commandez! Vous ministres des dieux, ministres de la terre qui faites exécuter, venez prendre ici une leçon"348.
Ledoux, inoltre, non perdona la Rivoluzione, connotata come mains sacrilèges 349 che hanno distrutto i suoi propylées, e rimpiange l'âge d'or de la monarchie350, che offriva alle arti dei monuments de la bienfaisance et d'utilité publique e che assicurava una récompense égale au bienfait: "O le beau temps! Où Paris conservoit encore son orgueil, où l'esprit entraîné par le torrent de génie, voyoit ses portiers logés dans des palais fastueux! Quelle étoit alors l'expectative de l'Architecte?... Les ruines des monuments qui constatent la splendeur des nations, annoncent ou précèdent celle des empires"351.
Ledoux, però, critica anche Napoleone, "Maître de l'Univers352, il se trouve encore trop resserré. Il veut s'étendre; où s'arrêtera-t-il? 353 Autant il fait de bien, quand il est dominé, autant il fait de mal, quand il domine et abuse de ses forces... mais ce qui est violent n'est pas durable"354.
La sua arringa contro la violenza e il suo rifiuto di ogni sua manifestazione, di qualsiasi natura, anche contro l'abitudine di usare un'inerme oca o un povero piccione come bersagli dei giochi di ricreazione, è veemente e lucida; a proposito della Forge à canons, che non a caso occupa le ultime pagine del libro, quasi ad indicare il vero ultimo insegnamento da ricordare, afferma che "quand on a conçu le projet de cet édifice, on étoit bien loin de croire aux maux qu'il renferme "355.
"Contrarié toute ma vie, sous tous les rapports, je n'ai rien fait que j'eusse voulu faire; j'ai commencé beaucoup de bâtiments que l'inconstance ne m'a pas permis d'achever. Il me semble qu'une jouissance attendue soit désespérée; le point de vue la rend au moins douteuse: il semble que cette nation ne soit pas susceptible d'une pensée durable, et qu'elle ne puisse atteindre au delà du provisoire. Ce que j'ai conçu rapidement a été exécuté de même; ce que je n'ai pas exécuté promptement n'a pas été terminé. Ce qui aurait le plus contribué à faire valoir mon ouvrage n'a pas été achevé "356.
Verrà un giorno, però, in cui un'amministrazione illuminata (instruite) come quella di Trudaine o di Calonne, riuscirà a realizzare il sogno di Ledoux e "pour être indépendant des sectaires homicides, des tourments du ciel, des convulsions de la terre, ralliez-vous au faisceau consenti qui resserre les intérêts respectifs des nations. Morale, religion active, baze éternelle du pacte de la grande famille; sciences, lettres, arts, consolations de tous les instants; affections épurées de sentiment, puissances discrètes du bonheur, c'est à vous de faire oublier la fatigue des souvenirs douloureux; c'est à vous d'effacer jusqu'aux traces du malheur; c'est à vous de préparer les célestes béatitudes"357.
E allora per Ledoux arriverà il momento in cui "la postérité, conservera, honorera sa mémoire (de l'architecte). Dans ses ouvrages, propagateurs de l'art, elle en admirera les grands principes. Tout amalgame falsificateur, fruit unique des circonstances, disparaîtra. Là, comme dans un livre élémentaire, ces principes se développeront avec leurs résultats divers, tous confirmés par l'expérience. On y retrouvera la série de ces idées simples et positives, bienveillantes directrices des opérations de génie"358.